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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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sappia che la soluzione è a portata di mano; l’aoristo è chiamato così per<br />

l’annullamento di definizioni; nel futuro, siccome è futuro, niente è posto; in che<br />

modo, dunque, ciò che non è posto potrà essere annullato per l’indefinitezza?”<br />

Lo scolio contiene un’affermazione di grande importanza, assente nei passi finora<br />

esaminati: si dice che gli Stoici chiamano il PR ejnestwv~ paratatikov~ e l’IMPf<br />

parw/chmevno~ paratatikov~. Anche in questo testo, come abbiamo già visto in<br />

Charax, il PR e l’IMPf hanno in comune la paravtasi~ e l’essere ajtelei'~, oltre al<br />

tema verbale. L’estensione dell’IMPf riguarda un’azione che si è svolta per la<br />

maggior parte, ma che non è conclusa, mancando una piccola parte al compimento.<br />

Se viene portata a termine anche quella, l’IMPf diventa un passato compiuto, che<br />

equivale al Pf. Non è del tutto chiaro rispetto a quale punto di riferimento temporale<br />

sia da considerarsi l’incompletezza dell’IMPf. Se, infatti, intendiamo il Pf come un<br />

passato che si è concluso prima del momento dell’enunciazione, allora l’IMPf non è<br />

un passato che arriva fino al presente, e la sua conclusione è nel passato, pur se<br />

vicino. Il problema è che il Pf non è descritto solo come un passato vicino, ma anche<br />

come un presente compiuto, in questo caso l’IMPf si estenderebbe fino al momento<br />

presente, per poi trasformarsi in un presente completo, detto anche Pf.<br />

L’ambiguità della descrizione del Pf deriva dal fatto che prima viene definito un<br />

passato completo, “che si chiama parakeivmeno~, dall’avere il compimento<br />

dell’azione vicino”, poi viene descritto come un ejnestw;~ suntelikov~ “presente<br />

completo/compiuto”, secondo un’espressione che viene usata sia in Apollonio che<br />

nello scolio 404, 1-9. Poi si dice ancora che il Pf è un presente completo, di cui il<br />

passato è il PPf, ma che sono in relazione per essere entrambi passati in maniera<br />

compiuta (teleivw~ parwv/chtai).<br />

Il PPf, invece, è descritto come in tutti gli altri<br />

scoli, ovvero come un passato compiuto, e definito temporalmente come remoto.<br />

Anche dell’AO non sono indicati elementi diversi. Viene spiegato, infatti, in cosa<br />

consista la relazione tra AO e FU e si dice che l’AO è indefinito riguardo alla<br />

quantità di passato e che, a seconda degli avverbi con i quali viene costruito, prende<br />

il valore del Pf o del PPf. La stessa indefinitezza caratterizza il Futuro, che però,<br />

riferendosi a qualcosa che ancora non esiste, ma che deve avvenire, e perciò essendo<br />

di per sé indefinito, non ha bisogno di chiamarsi Futuro indefinito (questo viene detto<br />

in risposta a chi si domanda perché l’Aoristo si chiami indefinito e il Futuro no).<br />

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