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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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apporto tra i Tempi e le proprietà azionali dei predicati nel verbo greco. 337 I fattori<br />

sintattici e l’influenza del contesto, invece, non sempre sono stati oggetto sistematico<br />

di indagine. 338 Particolare attenzione è stata rivolta a tutti gli elementi del contesto<br />

che potenzialmente interagiscono con l’Aspetto e l’Azionalità 339 , tra i quali il<br />

soggetto, la presenza/assenza del complemento oggetto e i suoi tratti caratteristici, i<br />

sintagmi direzionali, e gli avverbiali temporali. 340<br />

In questo studio, a ogni forma imperativa è stato assegnato un valore azionale,<br />

tenendo conto di tutto il contesto in cui è inserito il predicato. 341 Anche se il rapporto<br />

tra l’Aspetto e le proprietà azionali dei verbi è stato messo in risalto in alcuni studi<br />

sul greco antico 342 , varia l’importanza che viene attribuita alla categoria<br />

dell’Azionalità nell’interpretazione dei Tempi verbali. 343 McKay (1985: 205),<br />

parlando di ‘action verbs’ e ‘stative verbs’, sostiene che: “Although some stative<br />

verbs seem to be found mainly in the imperfective, is it clear that the vast majority of<br />

the verbs of both types could be used in all aspects according to the aspectual<br />

337 Si vedano in particolare: Ruipérez (1954), Grassi (1963), Berrettoni (1973, 1976), McKay (1986),<br />

Ruijgh (1985: 20-21), Porter (1989). Rijksbaron (2000, 2002 3 ), Crespo et al. (2003), de la Villa<br />

(2004). Per quanto riguarda il rapporto tra l’Azionalità e l’Aspetto nel sistema verbale indoeuropeo si<br />

veda Hoffmann (1970); per i poemi omerici si veda Napoli (2006).<br />

338 L’importanza del contesto nello studio dei valori aspettuali dei Tempi è stata più volte sottolineata<br />

da McKay: “in many contexts the choice of aspect is relatively unimportant or is ultimately decided<br />

by a subjective judgment of what is appropriate, but this does not mean that aspectual differences are<br />

meaningless: we must judge the force of the different aspects from those contexts in which the choice<br />

is significant, and in considering the remainder merely satisfy ourselves that the choice is not<br />

inappropriate.” (McKay 1985: 202-3).<br />

339 L’Azionalità è stata analizzata sempre in riferimento al contesto nel quale la forma verbale è<br />

inserita (cfr. Dowty (1979)).<br />

340 Sul rapporto tra il parametro della determinatezza e l’alternanza tra AO e PR studiato nel Gorgia di<br />

Platone si veda Oréal (2000).<br />

341 Si veda Bertinetto “[…] l’Azione è una categoria dai contorni abbastanza sfumati. Accanto a verbi<br />

che manifestano una data Azione come proprio attributo inalienabile, ve ne sono altri che subiscono in<br />

maniera determinante l’influsso del contesto; e ve ne sono addirittura alcuni che mutano la propria<br />

valenza in rapporto al singolo Tempo al quale sono coniugati, per effetto del diverso Aspetto che lo<br />

contraddistingue.” (1986: 99).<br />

342 Secondo Rijksbaron (2000) gli usi particolari dell’AO si oppongono a quelli del PR come segue:<br />

l’AO può esprimere la riuscita (- conatività), la semelfattività (- iteratività), il compimento puro e<br />

semplice (- duratività). “Dans son emploi ‘dynamique’ (non référentiel), une forme de l’AO<br />

(notamment l’infinitif dynamique et l’impératif) est souvent suivie d’une forme du PR du même<br />

verbe. Dans ces cas-là l’AO dénote une réalisation tout court d’une certaine action, in abstracto, pour<br />

ainsi dire, tandis que le PR met l’accent sur la sa réalisation concrète.” (p. 154). Rijksbaron usa<br />

‘accomplissement’ sia per il compimento vero e proprio, nel caso in cui si tratti di un’azione telica<br />

(oijkodomh'sai, paideu'sai), che per l’arrivo al termine di un’azione atelica, sia statica (gelavsai,<br />

basileu'ai, peripath'sai) sia momentanea (labei'n, euJrei'n, ajfikevsqai). Nel caso dei verbi atelici<br />

statici l’AO presenta due valori, dipendenti dal contesto: può indicare uno stato che si è concluso<br />

(“donc un état qui est présenté comme un tout”), o “dénote la réalisation de l’action qui constitue la<br />

phase initiale de l’état (emploi ingressif)”. (p.154).<br />

343 Grassi (1963), Ruijgh (1985), Rijksbaron (2002 3 ).<br />

156

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