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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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ad arrivare al “temps in esse”. Queste varie fasi corrispondono a dei Modi verbali<br />

nelle varie lingue, per esempio in greco il “temps in posse” è veicolato dall’Ottativo<br />

e dal Participio, il “temps in fieri” è il Congiuntivo e il “temps in esse” l’Indicativo.<br />

L’Aspetto si configura, una volta che le forme verbali si sono formate, come Aspetto<br />

“tensif” e Aspetto “extensif”.<br />

Hewson e Bubenik (1997) propongono, partendo da Guillaume, una teoria<br />

cognitiva basata sull’esame del modo in cui la coscienza umana percepisce l’azione.<br />

Considerando il tempo e l’Aspetto come complesse costruzioni mentali, gli autori<br />

analizzano il processo di stratificazione ed elaborano tre stati di cronogenesi: 1)<br />

rappresentazione della coscienza, “tempo mentale”, corrispondente ai Modi quasi<br />

nominali; 2) rappresentazione del “tempo dell’universo”, corrispondente al<br />

Congiuntivo; 3) rappresentazione del “tempo mentale nel tempo dell’universo”,<br />

corrispondente all’Indicativo. Nel terzo stadio il tutto si arricchisce anche della<br />

nozione temporale, che per il greco si fonda sull’opposizione passato-non passato.<br />

L’Aspetto può essere perfettivo, imperfettivo e retrospettivo.<br />

1.3.3 L’analisi pragmatico-informativa<br />

Sicking (1991) si è occupato del contrasto Aoristo-Presente nel verbo greco, con<br />

particolare attenzione all’Imperativo e all’Indicativo nelle proposizioni principali, e<br />

in collaborazione con Stork (1997), delle proposizioni subordinate (wJ", ejpeivte,<br />

ejpeidhv) e delle costruzioni participiali. Nel suo lavoro del 1991, dopo aver passato<br />

in rassegna le teorie sull’argomento, Sicking ritiene che non si possa pensare di<br />

risolvere il problema utilizzando un unico principio di interpretazione e mostra<br />

alcuni famosi esempi di incongruenza, per cui lo stesso verbo compare all’Aoristo e<br />

poi al Presente in frasi dalla struttura praticamente uguale. Secondo lo studioso,<br />

bisogna analizzare le forme in maniera più articolata, non attraverso un unico valore<br />

basico. Per questo afferma che l’Aoristo è appropriato per un costituente verbale che<br />

realizza una funzione informativa autonoma (“focus function”), mentre il Presente<br />

viene utilizzato per suggerire ciò che verrà detto oltre, per preparare gli ascoltatori.<br />

La considerazione decisiva è dunque la funzione pragmatica del costituente. Il<br />

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