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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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che saranno poi definite con l’opposizione perfettivo/imperfettivo. In seguito, i<br />

comparatisti, che studiavano le lingue indoeuropee, utilizzarono questa nozione per<br />

le opposizioni morfologiche dei Tempi verbali delle varie lingue del ceppo<br />

indoeuropeo. La nozione aspettuale venne introdotta a metà dell’800 da Curtius, il<br />

quale, mettendo a confronto il greco antico con le lingue slave, distinse il piano<br />

temporale, “Zeitstufe”, dal modo temporale, “Zeitart”. 295 Brugmann, alla fine<br />

dell’800 utilizzò il termine “Aktionsart”, eliminando così ogni riferimento al<br />

tempo. 296 Per lungo tempo l’Aspetto è stato sovrapposto o confuso con<br />

l’“Aktionsart”. La terminologia continuò ad essere oscillante, finché, ai primi del<br />

‘900, si impose definitivamente il termine Aspetto. Tale termine deriva da una<br />

traduzione errata di vid russo, che era stato usato a sua volta, nella grammatica russa<br />

di Greč del 1827, come traduzione del greco ei\do", “forma, specie”. Gli studiosi<br />

russi, infatti, lo avevano mutuato dalla Téchnē, attribuita a Dionisio Trace, per<br />

descrivere il fenomeno di derivazione di verbi imperfettivi, per mezzo di suffissi, da<br />

verbi perfettivi. Nella Téchnē, ei\do" rappresenta la categoria morfologica attraverso<br />

la quale si distingue la parola prwtovtupon da quella derivata. Quando lo svizzero<br />

Reiff tradusse nel 1829 la grammatica di Greč, il termine divenne in francese<br />

“aspect”, secondo un altro significato della parola vid, quello per l’appunto di<br />

“aspetto, apparenza”. Il termine per definire la nozione aspettuale, entrata nella<br />

riflessione grammaticale con Curtius, era dunque rimasto incerto, finché con Agrell<br />

(1908) si affermò “Aspekt”, distinto da “Aktionsart”, che egli usò per designare la<br />

valenza semantica dei lessemi verbali. Da quel momento, il termine Aspetto rimarrà<br />

nell’uso, ma emergeranno molti problemi riguardanti la definizione della categoria e<br />

il suo contenuto. 297<br />

Da quando, alla fine dell’800, l’Aspetto entra ufficialmente come categoria negli<br />

studi sul sistema verbale greco, il problema diventa soprattutto l’attribuzione<br />

dell’esatto valore aspettuale, ma la definizione stessa della categoria, trattandosi di<br />

un’innovazione, presenta delle formulazioni diverse nei vari studiosi. Chi, infatti,<br />

non ammette più la prospettiva temporale e ritiene che i Tempi, al di fuori<br />

295 Curtius (1846, 1852).<br />

296 Brugmann (1885).<br />

297 Si vedano Comrie (1976), Bertinetto (1986: 81-3).<br />

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