La morte di Patroclo (seconda parte) - Parafrasi - contucompiti.it

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08.06.2013 Views

E mettiti bene in testa quello che dico: E ricorda quanto sto per dirti: neanche tu vivrai molto, perché già incombe / su te vicina la morte ed il feroce destino / per mano del grandissimo Achille, discendente di Eaco». Mentre così diceva, la morte lo avvolse, / l’anima lasciò le membra e volò nell’Ade, / piangendo il suo destino, lasciando la forza e la giovinezza. E a lui già morto disse lo splendido Ettore: «Patroclo, perché mi profetizzi 1’abisso di morte? / Chissà se Achille, il figlio di Teti dai bei capelli / colpito dalla mia lancia non mi preceda a morire?» Così dicendo, strappò via dalla ferita la lancia di bronzo, / premendo col piede, e staccò dalla lancia il corpo supino. Parafrasi completa neanche tu vivrai molto, perché ti sono già vicini la morte e il destino feroce [di essere ucciso] dal fortissimo Achille, discendente di Eaco». Mentre diceva queste parole morì, l’anima lasciò il corpo e volò nell’aldilà, rimpiangendo il suo destino sfortunato: morire nel pieno della forza e della giovinezza. E a Patroclo, che era già morto, disse lo splendido Ettore: «Patroclo, perché prevedi per me la morte? Chissà se invece non sarà Achille, il figlio di Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso dalla mia lancia?» Mentre diceva queste parole, estrasse dalla ferita la lancia di bronzo, premendo col piede per staccarla dal corpo disteso [di Patroclo]. [Dopo aver colpito Patroclo], Ettore figlio di Priamo, vantandosi, gli disse queste parole: «Patroclo, tu pensavi di distruggere la mia città, di rendere schiave le donne troiane e portarle alla tua terra con le navi. Sciocco! I veloci cavalli di Ettore si lanciano nella battaglia per difendere le donne troiane, e io – che sono il più forte con la lancia tra i Troiani, grandi guerrieri – combattendo li difendo dalla morte. Tu, invece, sarai cibo per gli avvoltoi. Sventurato, non ti ha aiutato Achille, lui che è così coraggioso, lui che – restando all’accampamento e inviando te a combattere – di certo ti disse tante parole: “Patroclo, abile con i cavalli, non tornare qui da me alle navi prima d’avere stracciato la veste sporca di sangue sul petto di Ettore, lo sterminatore”. Certamente ti disse questo e tu, che sei uno sciocco, ti lasciasti convincere». E tu, Patroclo, ormai privo di forze, gli rispondesti: «Adesso ti puoi vantare, Ettore, ma solo perché ti hanno dato la vittoria Zeus, figlio di Crono, e Apollo: sono loro che mi hanno sconfitto con tanta facilità, loro che mi hanno tolto le armi dalle spalle. Se mi avessero affrontato venti uomini come te, sarebbero morti tutti, uccisi dalla mia lancia; ma mi hanno ucciso il destino di morte e Apollo, figlio di Leto, e tra gli uomini [mi ha ucciso] Euforbo; tu arrivi per terzo, e vieni soltanto a prenderti le mie armi. E ricorda quanto sto per dirti: neanche tu vivrai molto, perché ti sono già vicini la morte e il destino feroce [di essere ucciso] dal fortissimo Achille, discendente di Eaco». Mentre diceva queste parole morì, l’anima lasciò il corpo e volò nell’aldilà, rimpiangendo il suo destino sfortunato: morire nel pieno della forza e della giovinezza. E a Patroclo, che era già morto, disse lo splendido Ettore: «Patroclo, perché prevedi per me la morte? Chissà se invece non sarà Achille, il figlio di Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso dalla mia lancia?» Mentre diceva queste parole, estrasse dalla ferita la lancia di bronzo, premendo col piede per staccarla dal corpo disteso [di Patroclo].

E mett<strong>it</strong>i bene in testa quello che <strong>di</strong>co: E ricorda quanto sto per <strong>di</strong>rti:<br />

neanche tu vivrai molto, perché già incombe /<br />

su te vicina la <strong>morte</strong> ed il feroce destino / per<br />

mano del gran<strong>di</strong>ssimo Achille, <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong><br />

Eaco».<br />

Mentre così <strong>di</strong>ceva, la <strong>morte</strong> lo avvolse, /<br />

l’anima lasciò le membra e volò nell’Ade, /<br />

piangendo il suo destino, lasciando la forza e la<br />

giovinezza.<br />

E a lui già morto <strong>di</strong>sse lo splen<strong>di</strong>do Ettore:<br />

«<strong>Patroclo</strong>, perché mi profetizzi 1’abisso <strong>di</strong><br />

<strong>morte</strong>? / Chissà se Achille, il figlio <strong>di</strong> Teti dai<br />

bei capelli / colp<strong>it</strong>o dalla mia lancia non mi<br />

preceda a morire?»<br />

Così <strong>di</strong>cendo, strappò via dalla fer<strong>it</strong>a la lancia<br />

<strong>di</strong> bronzo, / premendo col piede, e staccò dalla<br />

lancia il corpo supino.<br />

<strong>Parafrasi</strong> completa<br />

neanche tu vivrai molto, perché ti sono già<br />

vicini la <strong>morte</strong> e il destino feroce [<strong>di</strong> essere<br />

ucciso] dal fortissimo Achille, <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong><br />

Eaco».<br />

Mentre <strong>di</strong>ceva queste parole morì, l’anima<br />

lasciò il corpo e volò nell’al<strong>di</strong>là, rimpiangendo<br />

il suo destino sfortunato: morire nel pieno della<br />

forza e della giovinezza.<br />

E a <strong>Patroclo</strong>, che era già morto, <strong>di</strong>sse lo<br />

splen<strong>di</strong>do Ettore:<br />

«<strong>Patroclo</strong>, perché preve<strong>di</strong> per me la <strong>morte</strong>?<br />

Chissà se invece non sarà Achille, il figlio <strong>di</strong><br />

Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso<br />

dalla mia lancia?»<br />

Mentre <strong>di</strong>ceva queste parole, estrasse dalla<br />

fer<strong>it</strong>a la lancia <strong>di</strong> bronzo, premendo col piede<br />

per staccarla dal corpo <strong>di</strong>steso [<strong>di</strong> <strong>Patroclo</strong>].<br />

[Dopo aver colp<strong>it</strong>o <strong>Patroclo</strong>], Ettore figlio <strong>di</strong> Priamo, vantandosi, gli <strong>di</strong>sse queste parole: «<strong>Patroclo</strong>,<br />

tu pensavi <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere la mia c<strong>it</strong>tà, <strong>di</strong> rendere schiave le donne troiane e portarle alla tua terra<br />

con le navi. Sciocco! I veloci cavalli <strong>di</strong> Ettore si lanciano nella battaglia per <strong>di</strong>fendere le donne<br />

troiane, e io – che sono il più forte con la lancia tra i Troiani, gran<strong>di</strong> guerrieri – combattendo li<br />

<strong>di</strong>fendo dalla <strong>morte</strong>. Tu, invece, sarai cibo per gli avvoltoi. Sventurato, non ti ha aiutato Achille, lui<br />

che è così coraggioso, lui che – restando all’accampamento e inviando te a combattere – <strong>di</strong> certo ti<br />

<strong>di</strong>sse tante parole: “<strong>Patroclo</strong>, abile con i cavalli, non tornare qui da me alle navi prima d’avere<br />

stracciato la veste sporca <strong>di</strong> sangue sul petto <strong>di</strong> Ettore, lo sterminatore”. Certamente ti <strong>di</strong>sse questo<br />

e tu, che sei uno sciocco, ti lasciasti convincere».<br />

E tu, <strong>Patroclo</strong>, ormai privo <strong>di</strong> forze, gli rispondesti: «Adesso ti puoi vantare, Ettore, ma solo perché<br />

ti hanno dato la v<strong>it</strong>toria Zeus, figlio <strong>di</strong> Crono, e Apollo: sono loro che mi hanno sconf<strong>it</strong>to con tanta<br />

facil<strong>it</strong>à, loro che mi hanno tolto le armi dalle spalle. Se mi avessero affrontato venti uomini come<br />

te, sarebbero morti tutti, uccisi dalla mia lancia; ma mi hanno ucciso il destino <strong>di</strong> <strong>morte</strong> e Apollo,<br />

figlio <strong>di</strong> Leto, e tra gli uomini [mi ha ucciso] Euforbo; tu arrivi per terzo, e vieni soltanto a<br />

prenderti le mie armi. E ricorda quanto sto per <strong>di</strong>rti: neanche tu vivrai molto, perché ti sono già<br />

vicini la <strong>morte</strong> e il destino feroce [<strong>di</strong> essere ucciso] dal fortissimo Achille, <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> Eaco».<br />

Mentre <strong>di</strong>ceva queste parole morì, l’anima lasciò il corpo e volò nell’al<strong>di</strong>là, rimpiangendo il suo<br />

destino sfortunato: morire nel pieno della forza e della giovinezza.<br />

E a <strong>Patroclo</strong>, che era già morto, <strong>di</strong>sse lo splen<strong>di</strong>do Ettore: «<strong>Patroclo</strong>, perché preve<strong>di</strong> per me la<br />

<strong>morte</strong>? Chissà se invece non sarà Achille, il figlio <strong>di</strong> Teti dai bei capelli, a morire per primo, ucciso<br />

dalla mia lancia?»<br />

Mentre <strong>di</strong>ceva queste parole, estrasse dalla fer<strong>it</strong>a la lancia <strong>di</strong> bronzo, premendo col piede per<br />

staccarla dal corpo <strong>di</strong>steso [<strong>di</strong> <strong>Patroclo</strong>].

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