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analisi_testo_poetico - FrancescaDeVincenti.com

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ANALISI DI UN<br />

TESTO POETICO<br />

www.francescadevincenti.<strong>com</strong>


Il <strong>testo</strong> <strong>poetico</strong><br />

È un <strong>testo</strong> in versi, in cui l’autore si propone di esprimere<br />

sensazioni, pensieri, stati d’animo, esaltando le capacità espressive<br />

del linguaggio.<br />

1) Può contemporaneamente<br />

dare un’informazione suscitare un’emozione soddisfare il nostro gusto musicale<br />

2) Il metodo per <strong>com</strong>prenderla è<br />

L’OSSERVAZIONE ANALITICA<br />

a) Lettura e parafrasi b) <strong>analisi</strong> c) <strong>com</strong>mento


A) Lettura<br />

Lettura espressiva<br />

Intonazione<br />

Rilievo alle parole<br />

Ritmo e timbro<br />

Parafrasi<br />

Capire il significato<br />

delle parole<br />

Capire il significato<br />

<strong>com</strong>plessivo del <strong>testo</strong><br />

Capire le intenzioni<br />

dell’autore<br />

Comprensione<br />

Tema<br />

→ Riscrivere la poesia senza eliminare informazioni<br />

→ Rispettare l’ordine dell’autore<br />

→ Riordinare le frasi sintatticamente (soggetto +<br />

predicato + espansioni)<br />

→ Sostituire le parole difficili<br />

→ Identificare e spiegare le figure retoriche<br />

→ Sostituire i concetti sintetici con espressioni più chiare


B) Analisi<br />

S<strong>com</strong>porre il <strong>testo</strong> nei suoi elementi<br />

Metrica Figure retoriche<br />

• Verso<br />

• Ritmo posizione dell’accento<br />

→ Pausa<br />

→ Versi liberi<br />

→ Enjambement<br />

→ Ripetizione<br />

→ Allitterazione<br />

→ onomatopea<br />

• Rima<br />

• Strofa<br />

• Similitudine<br />

• Metafora<br />

• Metonimia<br />

• Sineddoche<br />

• Personificazione<br />

• sinestesia


C) Commento<br />

Introduzione<br />

Parte centrale<br />

Conclusione<br />

Brevi notizie sull’autore<br />

Interpretazione del <strong>testo</strong><br />

(<strong>com</strong>’è fatto? Cosa voleva dire il<br />

poeta? Cosa suggerisce il <strong>testo</strong>?)<br />

Analisi del titolo della poesia<br />

Circostanza per cui è stato <strong>com</strong>posto il <strong>testo</strong><br />

Parafrasi<br />

Analisi di stile e metrica<br />

Analisi del tema e del messaggio <strong>poetico</strong><br />

Commento personale


Esempio di <strong>analisi</strong> e <strong>com</strong>mento di un<br />

<strong>testo</strong> <strong>poetico</strong><br />

Si riporta di seguito l’esempio di<br />

a. lettura,<br />

b. <strong>analisi</strong>,<br />

c. <strong>com</strong>mento,<br />

di un <strong>testo</strong> <strong>poetico</strong> 1 .<br />

1 L’esempio riportato di seguito è tratto dall’antologia di R. ZORDAN, Il Narratore, vol. 2.


La quercia caduta<br />

di Giovanni Pascoli<br />

Dov'era l'ombra, or sé la quercia spande<br />

morta, né più coi turbini tenzona.<br />

La gente dice: «Or vedo: era pur grande!»<br />

Pendono qua e là dalla corona<br />

i nidietti della primavera.<br />

Dice la gente: «Or vedo: era pur buona!»<br />

Ognuno loda, ognuno taglia. A sera<br />

ognuno col suo grave fascio va.<br />

Nell'aria, un pianto… d'una capinera<br />

che cerca il nido che non troverà.<br />

LEGENDA:<br />

Spiegazione di un concetto sintetico in modo<br />

più chiaro e ampio<br />

Sostituzione di termini difficili con altri semplici<br />

Struttura sintattica ordinata<br />

Parafrasi<br />

(svolta senza eliminare alcuna informazioni e<br />

secondo l’ordine voluto dall’autore)<br />

Proprio là, dove prima la quercia allargava la sua ombra,<br />

ora che è caduta (morta), distende se stessa (sé<br />

spande), e non <strong>com</strong>batte più con i venti impetuosi<br />

(turbini).<br />

La gente dice: «Adesso che è morta, mi accorgo di <strong>com</strong>e<br />

era grande!».<br />

Pendono qua e là dalla grande chioma (corona) i piccoli<br />

nidi di uccelli della stagione primaverile.<br />

La gente dice: «Adesso che è morta, mi accorgo di <strong>com</strong>e<br />

era buona!»<br />

Tutti lodano, ma contemporaneamente tutti tagliano la<br />

quercia. A sera ciascuno se ne va col suo pesante<br />

(grave) fascio di legna.<br />

Nell’aria si sente un pianto… di una capinera che cerca il<br />

nido che non troverà.


Presentazione<br />

Intenzione<br />

<strong>com</strong>unicativa<br />

Breve<br />

esposizione del<br />

contenuto<br />

Analisi e <strong>com</strong>mento della poesia<br />

Titolo<br />

autore<br />

cenni biografici<br />

Nella poesia La quercia caduta, Giovanni Pascoli, uno dei<br />

più importanti poeti del primo Novecento, ci invita a<br />

riflettere su una realtà molto triste: gli uomini riconoscono<br />

la grandezza e la bontà dei loro simili solo dopo la morte,<br />

quando ormai è troppo tardi.<br />

Il poeta, per esprimere questa amara verità, si serve di una<br />

quercia molto vecchia che un giorno crolla al suolo. E proprio<br />

là, dove prima allargava la sua ombra, ora che è morta<br />

distende se stessa..<br />

Intorno a lei la gente dice «Era pur grande… era pur<br />

buona!», Lacrime di coccodrillo, perché nonostante tutte le<br />

lodi «ognuno taglia», pensa a far legna. Ma ecco fra le tante<br />

ipocrite parole, levarsi nell’aria il pianto sincero di una<br />

capinera «che cerca il nido che non troverà».


tema<br />

Osservazioni e<br />

interpretazioni<br />

personali<br />

Scelte<br />

linguistiche e<br />

stilistiche<br />

L’intera poesia è pervasa da uno stato d’animo di tristezza, di<br />

profonda amarezza che scaturisce dalla constatazione<br />

dell’egoismo degli esseri umani.<br />

Il pianto finale della capinera tocca veramente il cuore: si<br />

intuisce chiaramente che la capinera non piange solo per il<br />

nido perduto, ma anche e soprattutto per la quercia «morta»<br />

di cui aveva apprezzato la generosità e la bontà.<br />

Ad evidenziare l’intenzione <strong>com</strong>unicativa del poeta<br />

contribuiscono anche le scelte linguistiche e stilistiche: ad<br />

esempio la contrapposizione di parole o espressioni <strong>com</strong>e «or<br />

vedo/era pur», «gente»/«ognuno», «loda»/ «taglia».<br />

Il linguaggio della poesia, a parte i primi due versi in cui sono<br />

presenti parole di registro alto («turbini», «tenzona») è<br />

<strong>com</strong>plessivamente semplice, di facile interpretazione. Inoltre le<br />

terzine a rima alternata (ABA, BCB, CDC), la frequente<br />

punteggiatura, la presenza della dieresi («nidïetti») e di<br />

enjambement conferiscono alla poesia un ritmo cadenzato e<br />

lento, che riflette l’inquietudine e lo sgomento del poeta.


Giudizio sulla<br />

poesia<br />

A mio parere questa poesia è significativa<br />

perché con pochi versi il poeta ci trasmette<br />

un messaggio di grande e terribile verità:<br />

l’essere umano è invidioso del suo simile e<br />

ne riconosce i pregi solo dopo la morte e,<br />

anche in questa occasione, se da una parte<br />

lo «loda», dall’altra lo «taglia», lo sfrutta<br />

fino all’ultimo pezzo di legno.

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