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08.06.2013 Views

Piantagioni da legno Istanza di permesso di ricerca di idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd. Formazioni planiziali o retrodunali (con farnia, pioppo bianco, frassino angustifolio, etc.) Altre formazioni igrofile Piantagioni di latifoglie per arboricoltura da legno Piantagioni di conifere per arboricoltura da legno Rimboschimenti con conifere esotiche o naturalizzate Robinieti Eucalitteti 98 substeppiche. Tabella 4.2 – Categorie fisionomiche presenti nel territorio della Bailicata Indicata dal colore fuxia, è presente in due piccole superfici, una localizzata nella parte centro-orientale dell’area in istanza e l’altra lungo il limite occidentale Per quanto riguarda le aree calanchive, la vegetazione presenta una rilevante complessità strutturale dovuta al diverso grado di evoluzione raggiunta in funzione di due cause principali: il dinamismo erosivo e l'antropizzazione. Queste determinano diverse condizioni di stabilità dei versanti sui quali i tipi di vegetazione si dispongono a mosaico con locale prevalenza di specie effimere a ciclo biologico annuale (terofite) oppure di specie perenni sia erbacee (emicriptofite e geofite) che suffrutticose (camefite). Alcune di queste specie, soprattutto le perenni Lygeum spartum, Camphorosma monspeliaca e Atriplex halimus possiedono un esteso e poderoso apparato radicale, che svolge un ruolo determinante nei processi di stabilizzazione delle superfici argillose ostacolandone l'erosione. 4.6.2 Siti Rete Natura 2000 ed habitat L’area oggetto di studio, come precedentemente riportato, non comprende al suo interno nessun sito della Rete Natura 2000. Le aree SIC-ZPS più vicine all’area oggetto di istanza, sono: la SIC/ZPS IT9220255 “Valle Basento - Ferrandina Scalo”, ubicata a circa 4,6 km dal confine nordoccidentale dell’area in istanza; la SIC IT9220085 “Costa Ionica Foce Basento”, distante circa 7,2 km dal limite sud-orientale dell’area. La SIC/ZPS IT9220255 denominata “Valle Basento - Ferrandina Scalo”, insiste sul confine fra i Comuni di Ferrandina e Pomarico ed è una delle ZPS coincidenti con una SIC. L’habitat di riferimento sono le Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli (62), nella fattispecie rappresentate dal riferimento sin tassonomico dei Percorsi substeppici di graminacee e piante annue delle classi Thero- Brachypodietea, Poetea bulbosae e Lygeo-Stipetea (6220). L’habitat risponde alla descrizione delle Praterie xerofile e discontinue di piccola taglia a dominanza di graminacee, su substrati di varia natura, spesso calcarei e ricchi di basi, talora soggetti ad erosione, con aspetti perenni che ospitano al loro interno aspetti annuali (Helianthemetea guttati); praterie dei Piani Bioclimatici Termo-, Meso-, Supra- e Submeso- Mediterraneo, con distribuzione prevalente nei settori costieri e subcostieri dell’Italia peninsulare e delle isole. La vegetazione delle praterie xerofile mediterranee occupa frequentemente aree di erosione o comunque dove la continuità dei suoli risulti interrotta, tipicamente all’interno delle radure a vegetazione perenne, sia essa quella delle garighe appenniniche submediterranee delle classi Rosmarinetea officinalis e Cisto-Micromerietea; quella delle Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo della classe Festuco-Brometea (6210); o infine quella delle Formazioni erbose rupicole calcicole o basofile dell’Alysso-Sedion albi (6110). Le praterie xerofile tipiche di questo habitat possono rappresentare stadi pionieri di colonizzazione di superfici costituite da affioramenti rocciosi di varia natura litologica di nuova formazione, così come aspetti di degradazione più o meno avanzata al termine di processi regressivi legati al sovrapascolamento o a ripetuti fenomeni di incendio. Quando le condizioni ambientali e l’assenza di perturbazioni antropiche favoriscono lo sviluppo del suolo e della vegetazione, le comunità riferibili all’Habitat 6220 possono subire l’invasione di specie perenni arbustive legnose, dando

Istanza di permesso di ricerca di idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd. luogo ad associazioni vegetazionali più evolute. Queste associazioni si collocano generalmente all’interno di serie il cui climax è rappresentato da pinete mediterranee (2270) di Pinus pinea e Pinus pinaster; oppure da foresta sempreverde (9340) di Quercus ilex e Q. rotundifolia o dal bosco misto a dominanza di caducifoglie collinari termofile (91AA), quali Quercus pubescens, Q. virgiliana, Q. dalechampi. Per quanto riguarda la SIC IT9220085, denominata “Costa Ionica Foce Basento”, il sito comprende l'area di foce del fiume Basento e il tratto di costa sabbiosa che si estende a nord e in gran parte a sud del fiume. La costa si presenta bassa e sabbiosa con sistemi dunali recenti (Olocene), caratterizzati da rilevanti attività dinamiche di origine idrica ed eolica e fenomeni di erosione (predominanti) e sedimentazione che determinano l'alternanza di tratti costieri più o meno estesi. La vegetazione potenziale dell'area è rappresentata dalla serie psammofila e aloigrofila dei litorali sabbiosi e dalla vegetazione di cinta e boscaglie ripariali del tratto terminale dei corsi d'acqua mediterranei. L'assetto attuale della vegetazione è il risultato di massicci interventi di bonifica e impianti forestali artificiali finalizzati a proteggere le aree agricole interne, per cui si ha un complesso mosaico di vegetazione a diversi livelli di naturalità e maturità che si alternano ad impianti artificiali, zone agricole e aree edificate. Particolarmente estese sono le formazioni alofile retrodunali che consistono in un complesso mosaico di fitocenosi: salicornieti (habitat 1420), giuncheti e prati periodicamente inondati (1410), boscaglie a Tamarix (92D0) e canneti. All'interno si estende una pineta di origine artificiale a pino domestico (Pinuspinea), e pino d'Aleppo (Pinus halepensis), e sporadicamente pino marittimo (Pinus pinaster) che occupa aree potenzialmente colonizzate dall'habitat della macchia retrodunale (2260), ben evidente nei tratti in cui la pineta è diradata. In alcuni tratti la pineta si spinge anche in contesti potenzialmente occupati dai pascoli inondati mediterranei (1410) e dai salicornieti (1420). Dal punto di vista strettamente forestale è interessante notare come due elementi essenziali della macchia mediterranea, quali il lentisco e la fillirea, siano abbondantemente rappresentati in molti tratti della pineta. Pertanto, si può ritenere che il rimboschimento in esame assuma la fisionomia dell'alleanza Oleo-Ceratonion molto simile alle limitrofe pinete joniche del tarantino e probabilmente all'associazione Pistacio-Pinetum halepensis De Marco et al. (1984). 4.6.3 Fauna La Basilicata presenta ambienti ricchi di animali, infatti la natura stessa del territorio e la bassa densità di insediamenti umani ne favorisce l'abbondanza. Tra le specie animali la lontra (Lutra Lutra) è la rarità più importante, presente in Italia proprio nel territorio compreso tra Cilento, le montagne del Pollino e fino alla Puglia settentrionale. Nei boschi lucani è la Volpe (Vulpes Vulpes) a farla da padrone insieme a faine (Martes faina), martore (Martes martes) e donnole (Mustela nivalis). Ma il più grande predatore della regione è il lupo (Canis lupus italicus) con una presenza concentrata nel massiccio del Pollino. Riguardo alla fauna terrestre, è possibile incontrare tra i sentieri o nascosti nella macchia mediterranea esemplari di istrice, faine, tassi e ricci. I rettili che è possibile incontrare sono il biacco, il cervone, la natrice dal collare e la vipera comune. Nella provincia di Matera la fauna è ricca di specie d’interesse conservazionistico. Le specie più importanti, segnalate nell’area ZPS “Valle Basento - Ferrandina Scalo”, ubicata a circa 4,6 km dal confine nordoccidentale dell’area in istanza, sono: Cicogna nera (Ciconia nigra), la cui popolazione italiana riveste particolare interesse biogeografico, in quanto posta a metà tra popolazioni disgiunte (quella iberica e quella europea centro-orientale); due specie di Lanidae (Lanius minor, Lanius collurio) nidificanti nel sito, le quali frequentano ambienti aperti, con alberi o cespugli sparsi, spesso anche ai margini di aree coltivate dove non siano state eliminate le siepi di confine; Lontra (Lutra lutra); Testuggine d'acqua (Emys orbicularis); e il Cervone (Elaphe quatuorlineata). Per quanto riguarda l’avifauna presente nell’area oggetto dell’istanza, le specie che hanno contribuito alla costituzione dell’IBA sono: 99

Istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd.<br />

luogo ad associazioni vegetazionali più evolute. Queste associazioni si collocano generalmente all’interno <strong>di</strong><br />

serie il cui climax è rappresentato da pinete me<strong>di</strong>terranee (2270) <strong>di</strong> Pinus pinea e Pinus pinaster; oppure da<br />

foresta sempreverde (9340) <strong>di</strong> Quercus ilex e Q. rotun<strong>di</strong>folia o dal bosco misto a dominanza <strong>di</strong> caducifoglie<br />

collinari termofile (91AA), quali Quercus pubescens, Q. virgiliana, Q. dalechampi.<br />

Per quanto riguarda la SIC IT9220085, denominata “Costa Ionica Foce Basento”, il sito comprende l'area <strong>di</strong><br />

foce del fiume Basento e il tratto <strong>di</strong> costa sabbiosa che si estende a nord e in gran parte a sud del fiume. La<br />

costa si presenta bassa e sabbiosa con sistemi dunali recenti (Olocene), caratterizzati da rilevanti attività<br />

<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> origine idrica ed eolica e fenomeni <strong>di</strong> erosione (predominanti) e se<strong>di</strong>mentazione che<br />

determinano l'alternanza <strong>di</strong> tratti costieri più o meno estesi. La vegetazione potenziale dell'area è<br />

rappresentata dalla serie psammofila e aloigrofila dei litorali sabbiosi e dalla vegetazione <strong>di</strong> cinta e<br />

boscaglie ripariali del tratto terminale dei corsi d'acqua me<strong>di</strong>terranei. L'assetto attuale della vegetazione è il<br />

risultato <strong>di</strong> massicci interventi <strong>di</strong> bonifica e impianti forestali artificiali finalizzati a proteggere le aree<br />

agricole interne, per cui si ha un complesso mosaico <strong>di</strong> vegetazione a <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> naturalità e maturità<br />

che si alternano ad impianti artificiali, zone agricole e aree e<strong>di</strong>ficate. Particolarmente estese sono le<br />

formazioni alofile retrodunali che consistono in un complesso mosaico <strong>di</strong> fitocenosi: salicornieti (habitat<br />

1420), giuncheti e prati perio<strong>di</strong>camente inondati (1410), boscaglie a Tamarix (92D0) e canneti. All'interno si<br />

estende una pineta <strong>di</strong> origine artificiale a pino domestico (Pinuspinea), e pino d'Aleppo (Pinus halepensis), e<br />

spora<strong>di</strong>camente pino marittimo (Pinus pinaster) che occupa aree potenzialmente colonizzate dall'habitat<br />

della macchia retrodunale (2260), ben evidente nei tratti in cui la pineta è <strong>di</strong>radata. In alcuni tratti la pineta<br />

si spinge anche in contesti potenzialmente occupati dai pascoli inondati me<strong>di</strong>terranei (1410) e dai<br />

salicornieti (1420). Dal punto <strong>di</strong> vista strettamente forestale è interessante notare come due elementi<br />

essenziali della macchia me<strong>di</strong>terranea, quali il lentisco e la fillirea, siano abbondantemente rappresentati in<br />

molti tratti della pineta. Pertanto, si può ritenere che il rimboschimento in esame assuma la fisionomia<br />

dell'alleanza Oleo-Ceratonion molto simile alle limitrofe pinete joniche del tarantino e probabilmente<br />

all'associazione Pistacio-Pinetum halepensis De Marco et al. (1984).<br />

4.6.3 Fauna<br />

La Basilicata presenta ambienti ricchi <strong>di</strong> animali, infatti la natura stessa del territorio e la bassa densità <strong>di</strong><br />

inse<strong>di</strong>amenti umani ne favorisce l'abbondanza. Tra le specie animali la lontra (Lutra Lutra) è la rarità più<br />

importante, presente in Italia proprio nel territorio compreso tra Cilento, le montagne del Pollino e fino alla<br />

Puglia settentrionale. Nei boschi lucani è la Volpe (Vulpes Vulpes) a farla da padrone insieme a faine (Martes<br />

faina), martore (Martes martes) e donnole (Mustela nivalis). Ma il più grande predatore della regione è il<br />

lupo (Canis lupus italicus) con una presenza concentrata nel massiccio del Pollino. Riguardo alla fauna<br />

terrestre, è possibile incontrare tra i sentieri o nascosti nella macchia me<strong>di</strong>terranea esemplari <strong>di</strong> istrice,<br />

faine, tassi e ricci. I rettili che è possibile incontrare sono il biacco, il cervone, la natrice dal collare e la vipera<br />

comune.<br />

Nella provincia <strong>di</strong> Matera la fauna è ricca <strong>di</strong> specie d’interesse conservazionistico. Le specie più importanti,<br />

segnalate nell’area ZPS “Valle Basento - Ferran<strong>di</strong>na Scalo”, ubicata a circa 4,6 km dal confine nordoccidentale<br />

dell’area in istanza, sono:<br />

Cicogna nera (Ciconia nigra), la cui popolazione italiana riveste particolare interesse biogeografico,<br />

in quanto posta a metà tra popolazioni <strong>di</strong>sgiunte (quella iberica e quella europea centro-orientale);<br />

due specie <strong>di</strong> Lanidae (Lanius minor, Lanius collurio) ni<strong>di</strong>ficanti nel sito, le quali frequentano<br />

ambienti aperti, con alberi o cespugli sparsi, spesso anche ai margini <strong>di</strong> aree coltivate dove non<br />

siano state eliminate le siepi <strong>di</strong> confine;<br />

Lontra (Lutra lutra);<br />

Testuggine d'acqua (Emys orbicularis);<br />

e il Cervone (Elaphe quatuorlineata).<br />

Per quanto riguarda l’avifauna presente nell’area oggetto dell’istanza, le specie che hanno contribuito alla<br />

costituzione dell’IBA sono:<br />

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