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relazione di screening - Valutazioneambientale.Regione.Basilicata…

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Istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd.<br />

<strong>di</strong> chiusura dell’Avanfossa bradanica sono inclusi nel Complesso sabbioso-conglomeratico, che si rinviene in<br />

corrispondenza dei rilievi <strong>di</strong> Serra del Cedro (Tricarico), <strong>di</strong> Grassano, <strong>di</strong> Grottole, <strong>di</strong> Coste dell’Abbate-<br />

Ferran<strong>di</strong>na, <strong>di</strong> Miglionico-Pomarico. Il grado <strong>di</strong> permeabilità <strong>di</strong> tale complesso è variabile, da me<strong>di</strong>o a basso,<br />

in <strong>relazione</strong> alle caratteristiche granulometriche, allo stato <strong>di</strong> addensamento e/o cementazione dei depositi,<br />

ed allo stato <strong>di</strong> fratturazione. Tale complesso costituisce acquiferi <strong>di</strong> limitata estensione e potenzialità che<br />

alimentano sorgenti <strong>di</strong> portata ridotta.<br />

L’assetto stratigrafico-strutturale del bacino del Basento con<strong>di</strong>ziona le caratteristiche <strong>di</strong> franosità dello<br />

stesso. Dal censimento dei fenomeni franosi effettuato per la redazione del PAI risulta che nelle parti del<br />

bacino caratterizzate dalla presenza delle successioni sabbiose e conglomeratiche plio-pleistoceniche dei<br />

bacini intrappenninici e dell’Avanfossa bradanica, i fenomeni franosi più <strong>di</strong>ffusi sono del tipo scivolamento<br />

rotazionale e frane complesse del tipo scivolamento rotazionale-colamento. Nelle aree <strong>di</strong> affioramento delle<br />

successioni argillose plio-pleistoceniche molto <strong>di</strong>ffuse sono le forme calanchive, i movimenti franosi del tipo<br />

colamento lento e movimenti gravitativi superficiali del tipo creep. Dal medesimo censimento e da quelli<br />

effettuati per l’aggiornamento del PAI, nel bacino del Basento risultano 5877 movimenti franosi, rilevati in<br />

misura prevalente nei centri abitati presenti al suo interno.<br />

Figura 4.29 – Mappa dei movimenti franosi e <strong>di</strong>ssesti idrogeologici nell’area in istanza; in evidenza le classi <strong>di</strong> rischio<br />

La metodologia utilizzata per l’in<strong>di</strong>viduazione delle aree a rischio idraulico è basata sull’utilizzo del metodo<br />

della valutazione delle piene (VAPI), me<strong>di</strong>ante il quale vengono determinate le portate al colmo <strong>di</strong> piena con<br />

assegnata probabilità <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento (tempo <strong>di</strong> ritorno – Tr).<br />

Per quanto concerne le aree inondabili all’interno della zona oggetto dell’istanza (Figura 4.30), il settore<br />

maggiormente interessato è quello centrale del blocco con andamento NO-SE e coincide con le aree<br />

limitrofe al letto del Fiume Basento. In esso è chiaramente visibile la <strong>di</strong>screpanza tra le aree inondabili a<br />

seconda dei tempi <strong>di</strong> ritorno considerati (maggiori per Tr=500 anni). L’altro settore del blocco interessato da<br />

rischio esondazione, anche se con entità chiaramente minori poiché legate al minore corso d’acqua del<br />

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