relazione di screening - Valutazioneambientale.Regione.Basilicata…
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Istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd.<br />
I rapporti stratigrafico-tettonici dell’Appennino Lucano vedono da una serie <strong>di</strong> coltri <strong>di</strong> ricoprimento messe<br />
in posto essenzialmente durante il miocene, sormontate dai depositi clastici mio-pliocenici coinvolti nelle<br />
ultime fasi tettogenetiche (bacini <strong>di</strong> avanfossa e <strong>di</strong> piggy-back).<br />
Con riferimento ai principali corpi idrici precedentemente descritti si può dedurre che l’impalcatura della<br />
regione Lucana è costituita dal complesso silico-calcareo-marnoso (formazione <strong>di</strong> Monte Facito, calcari con<br />
selce, scisti silicei e Flysch Galestrino) a cui si sovrappone tettonicamente il complesso calcareo-dolomitico<br />
dei Monti della Maddalena, Maratea, etc. Entrambi, a loro volta, sono sormontati dal complesso terrigeno,<br />
anche se l’affioramento maggiore <strong>di</strong> queste formazioni è presente verso est e in prevalente sovrapposizione<br />
al complesso calcareo-silico-marnoso. Seguono in sovrapposizione, con coperture più o meno ampie, le<br />
formazioni più recenti composte da se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> mare basso plio-pleistocenico, i se<strong>di</strong>menti coevi <strong>di</strong> origine<br />
continentale dei bacini intrappenninici (bacino lacustre del Mercure, Agri e Noce) e i prodotti vulcanici del<br />
Vulture.<br />
I complessi mesozoici largamente affioranti nella porzione occidentale della catena presentano, per quanto<br />
riguarda l’interazione con gli agenti meteorici, una resistenza all’erosione assai simile. Diversa è invece la<br />
permeabilità dei due complessi. Alta, anche se secondaria, nel complesso calcareo e scarsa nel complesso<br />
calcareo-silico-marnoso con conseguente agevolazione, in questo ultimo, dello sviluppo della<br />
gerarchizzazione dei corsi d’acqua. Ad oriente della Valle dell’Agri comincia la larga fascia dell’Appennino<br />
lucano dominato da paesaggi collinari, con larghe valli dal fondo alluvionato.<br />
Il particolare stato <strong>di</strong> tettonizzazione dei terreni flyscho<strong>di</strong>, laddove affiorano le formazione delle Argille<br />
Varicolori, conferiscono ai fenomeni franosi un importante ruolo morfogenetico. Molto frequente, negli alti<br />
bacini del Bradano e del Basentello, è il paesaggio costituito dai calanchi che <strong>di</strong>vengono la norma nelle<br />
basse valli dove affiorano le argille plio-quaternarie.<br />
In generale, a causa della complessità geologica e delle <strong>di</strong>fferenti proprietà petrofisiche delle rocce presenti<br />
nell’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, la completa e totale comprensione dei movimenti idrici profon<strong>di</strong> non è sempre <strong>di</strong> facile<br />
interpretazione. I fattori che giocano un ruolo fondamentale nei movimenti idrici profon<strong>di</strong> sono la porosità<br />
primaria della roccia incassante, la permeabilità e il suo grado <strong>di</strong> fatturazione. In particolare le fratture e le<br />
faglie consentono anche movimenti verticali <strong>di</strong> flui<strong>di</strong>.<br />
Le Sabbie <strong>di</strong> Monte Marano sono piuttosto permeabili e la sovrapposizione stratigrafica <strong>di</strong> questa unità sulle<br />
argille impermeabili, determina la possibile esistenza <strong>di</strong> acquiferi. La presenza nell'ambito delle sabbie <strong>di</strong><br />
orizzonti <strong>di</strong> materiale più fine conferisce un minor grado <strong>di</strong> permeabilità che determina delle irregolarità<br />
nella morfologia della superficie piezometrica della falda e nella modalità <strong>di</strong> deflusso delle acque.<br />
Il Conglomerato <strong>di</strong> Irsina rappresenta il termine <strong>di</strong> chiusura del ciclo se<strong>di</strong>mentario della Fossa bradanica ed<br />
affiora in corrispondenza delle parti sommitali dei rilievi. La formazione è composta da ciottoli poligenici <strong>di</strong><br />
piccole <strong>di</strong>mensioni compresi in una matrice sabbiosa prevalentemente quarzoso-micacea. Il grado <strong>di</strong><br />
cementazione è generalmente piuttosto basso. Gli affioramenti <strong>di</strong> tali terreni, permeabili per porosità ed a<br />
forte capacità <strong>di</strong> assorbimento, corrispondono alle principali aree <strong>di</strong> alimentazione delle locali falde idriche.<br />
Le sorgenti rilevate possono essere considerate tutte <strong>di</strong> "strato con giacitura suborizzontale" secondo la<br />
classifica proposta da GORTANI. Questo tipo <strong>di</strong> sorgente trova spiegazione nei caratteri geologici della zona,<br />
in cui si rinvengono termini permeabili (Sabbie <strong>di</strong> Monte Marano e Conglomerato d'Irsina) su se<strong>di</strong>menti<br />
pelitici (Argille subappennine) in sostanza impermeabili. La giacitura suborizzontale degli strati fa si che i<br />
punti <strong>di</strong> emergenza si trovino quasi tutti approssimativamente alla stessa quota in corrispondenza del<br />
contatto sabbie-argille. Non sempre, tuttavia, sono stati in<strong>di</strong>viduati punti <strong>di</strong> emergenza ben definiti; il tipo <strong>di</strong><br />
sorgente è infatti quasi sempre molto <strong>di</strong>ffuso a causa della presenza <strong>di</strong> accumuli <strong>di</strong> frana, che <strong>di</strong>sperdono<br />
l’emergenza iniziale in molti rivoli.<br />
Nel dettaglio, in merito all’area in esame, i corpi idrici sotterranei che caratterizzano il blocco “La Capriola”<br />
sono da ricondursi ad acquiferi <strong>di</strong> tipo alluvionale dovuti allo sviluppo delle principali aste fluviali che<br />
caratterizzano l’assetto idrografico visto in precedenza. Nonostante il blocco <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sia interessato dai tre<br />
principali bacini idrografici (Bradano, Basento e Cavone), il principale corpo idrico che attraversa l’area da<br />
NO a SE è l’acquifero alluvionale del Fiume Basento (Figura 4.28).<br />
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