relazione di screening - Valutazioneambientale.Regione.Basilicata…
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Istanza di permesso di ricerca di idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd. impermeabili, mentre verso il litorale ionico sono presenti formazioni alluvionali, di epoca recente e discreta permeabilità. Bacino del fiume Basento Il fiume Basento si sviluppa per 149 km di lunghezza ed è il corso d‘acqua più lungo a sud del Volturno. E’ un tipico corso d‘acqua mediterraneo a carattere torrentizio. Presenta una morfologia caratterizzata da zone montuose e collinari e nella parte terminale è pianeggiante. Il Basento presenta caratteristiche morfologiche diverse lungo il suo percorso. Infatti nella parte iniziale (Alto Basento) scorre tra le rocce modellate dall‘erosione, attraversa la città di Potenza per giungere fino alla confluenza con il Torrente Camastra (Medio Basento), che rappresenta il maggiore affluente, e in corrispondenza dello Scalo di Grassano l‘alveo si espande acquisendo caratteri morfologici alluvionali. Più a valle si giunge nella valle del Basento (Basso Basento) attraversando la zona industriale di Ferrandina e Pisticci, per poi giungere in corrispondenza della foce situata nel comune di Bernalda dove, grazie alla realizzazione di impianti idrovori e tramite canali di bonifica realizzati negli anni ‘40, si ha il convogliamento delle acque verso il mare. Dal punto di vista geologico le formazioni affioranti sono modeste: si ritrovano rocce permeabilissime come i calcari madreporici a noduli di selce, del trias, calcari compatti cretacei e qualche lembo di dolomia. Bacino del fiume Cavone Il bacino del fiume Cavone ha un’estensione di 648,55 km 2 ed è posizionato tra quello del Basento e quello dell’Agri. Lo spartiacque meridionale parte dal punto di incontro di questi tre bacini (Monte dell’Impiso la cui vetta è a 1310 m s.l.m.) e corre parallelamente al corso d’acqua fino al litorale ionico. Quello settentrionale, in comune con quello del Basento, ha una forma ad arco nella parte iniziale per poi proseguire anch’esso parallelamente al fiume fino alla foce. Il fiume Cavone nella parte iniziale prende il nome di Torrente Salandrella ed ha come unico affluente il Torrente Misegna. Essendo caratterizzato da apporti sorgentizi molto scarsi, il Cavone ha portate di magra quasi nulle. La parte alta del bacino è caratterizzata da formazioni permeabili quali calcari marnosi e arenarie giallastre, mentre la rimanente parte è costituita da argille plioceniche, argille scagliose e scisti argillosi. I diversi corsi d'acqua sono alimentati oltre che dalle precipitazioni atmosferiche, nella maggior parte periodiche e stagionali, anche da acque di falda che in alcuni punti, per la presenza di profonde incisioni del reticolo vallivo, vengono a giorno costituendo sorgenti. La grande quantità di risorsa idrica prodotta in Basilicata, stimabile in media in un miliardo di metri cubi all’anno, è utilizzata mediante grandi opere idrauliche: invasi, traverse, opere di captazione di sorgenti e falde, reti di adduzione e distribuzione, impianti di sollevamento e potabilizzazione. Il sistema di dighe e traverse realizzate sulle aste dei fiumi Bradano, Basento, Agri e Sinni e sui principali tributari, è costituito da 16 invasi di grande e media dimensione tra i quali: 1) gli invasi di San Giuliano, Acerenza, Genzano e Basentello sul fiume Bradano; 2) gli invasi del Pertusillo e Marsico Nuovo sull’Agri; 3) l’invaso di Monte Cotugno sul Sinni; 4) l’invaso del Rendina sull’Ofanto; 5) l’invaso del Camastra sul Basento. Per schema idrico si intende l’insieme di opere idrauliche mediante le quali avviene il trasferimento della risorsa idrica dalle fonti di approvvigionamento agli utilizzatori finali per i diversi usi (potabile, irriguo, industriale). Lo schema Basento-Bradano risulta abbastanza articolato e complesso. Si sviluppa nell’area interna della Basilicata e si estende fino ai confini con la limitrofa Puglia, nei territori di Minervino Murge e Spinazzola. Tale schema comprende l’invaso del Camastra sul torrente omonimo tributario del Basento, la traversa di Trivigno sul fiume Basento, l’invaso del Basentello, l’invaso del Pantano nel territorio di Pignola, gli invasi di Acerenza e Genzano (attualmente in fase di collaudo) sul fiume Bradano. 88
Istanza di permesso di ricerca di idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd. 4.4.2 Caratterizzazione idrica profonda Le peculiarità dell’attuale assetto idrogeologico che caratterizza la regione Basilicata non possono prescindere dalle relative conoscenze geologiche e geomeccaniche dei complessi litologici presenti. La geologia della Basilicata deriva da una serie di unità strutturali, più o meno traslate dalla loro posizione originaria, sovrapposte le une alle altre. Sono state distinte numerose formazioni dai vari autori che hanno studiato il territorio lucano, così come vari sono i modelli e gli schemi geologici sull’evoluzione paleogeografica dell’area. Tuttavia è possibile riconoscere e suddividere la regione Basilicata in tre principali corpi idrici sotterranei (Figura 4.27): a) un complesso prevalentemente calcareo-dolomitico di età mesozoica, formato dai rilievi più occidentali dell’Appennino Lucano e che in Basilicata comprende i rilievi dei Monti della Maddalena a ovest di Paterno, il Monte Paratiello a ovest di Muro Lucano, i monti di Maratea e i versanti più settentrionali del Pollino (in verde in Figura 4.27); b) un complesso calcareo-silico-marnoso, anch’esso di età mesozoica, costituito sia da rocce tenere (argille, marne ed arenarie) e, subordinatamente, calcari, calcari con selce e diaspri, comprendente i maggiori rilievi dell’Appennino Lucano e culminanti con le cime del Volturino e del Sirino-Papa; c) un terzo complesso, formato da rocce tenere, nelle quali predomina la frazione argillosa generalmente di natura flyschoide. Si distingue un flysch di età mesozoica, o flysch del Cilento, e vari flysch terziari (argilloso calcareo e marnoso-arenaceo); essi costituiscono l’impalcatura della media montagna e della collina lucana, oltre a riempire la fossa Bradanica (in azzurro in Figura 4.27). Figura 4.27 - Mappa della distribuzione dei principali corpi idrici presenti nella regione Basilicata e relativa posizione dell’area di studio (fonte: www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it) 89
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Istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd.<br />
4.4.2 Caratterizzazione idrica profonda<br />
Le peculiarità dell’attuale assetto idrogeologico che caratterizza la regione Basilicata non possono<br />
prescindere dalle relative conoscenze geologiche e geomeccaniche dei complessi litologici presenti. La<br />
geologia della Basilicata deriva da una serie <strong>di</strong> unità strutturali, più o meno traslate dalla loro posizione<br />
originaria, sovrapposte le une alle altre. Sono state <strong>di</strong>stinte numerose formazioni dai vari autori che hanno<br />
stu<strong>di</strong>ato il territorio lucano, così come vari sono i modelli e gli schemi geologici sull’evoluzione<br />
paleogeografica dell’area.<br />
Tuttavia è possibile riconoscere e sud<strong>di</strong>videre la regione Basilicata in tre principali corpi idrici sotterranei<br />
(Figura 4.27):<br />
a) un complesso prevalentemente calcareo-dolomitico <strong>di</strong> età mesozoica, formato dai rilievi più<br />
occidentali dell’Appennino Lucano e che in Basilicata comprende i rilievi dei Monti della Maddalena<br />
a ovest <strong>di</strong> Paterno, il Monte Paratiello a ovest <strong>di</strong> Muro Lucano, i monti <strong>di</strong> Maratea e i versanti più<br />
settentrionali del Pollino (in verde in Figura 4.27);<br />
b) un complesso calcareo-silico-marnoso, anch’esso <strong>di</strong> età mesozoica, costituito sia da rocce tenere<br />
(argille, marne ed arenarie) e, subor<strong>di</strong>natamente, calcari, calcari con selce e <strong>di</strong>aspri, comprendente i<br />
maggiori rilievi dell’Appennino Lucano e culminanti con le cime del Volturino e del Sirino-Papa;<br />
c) un terzo complesso, formato da rocce tenere, nelle quali predomina la frazione argillosa<br />
generalmente <strong>di</strong> natura flyschoide. Si <strong>di</strong>stingue un flysch <strong>di</strong> età mesozoica, o flysch del Cilento, e vari<br />
flysch terziari (argilloso calcareo e marnoso-arenaceo); essi costituiscono l’impalcatura della me<strong>di</strong>a<br />
montagna e della collina lucana, oltre a riempire la fossa Bradanica (in azzurro in Figura 4.27).<br />
Figura 4.27 - Mappa della <strong>di</strong>stribuzione dei principali corpi idrici presenti nella regione Basilicata e relativa posizione dell’area <strong>di</strong><br />
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