relazione di screening - Valutazioneambientale.Regione.Basilicata…
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Istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd.<br />
La progressiva subduzione della litosfera continentale Adriatica ha causato una migrazione dei depocentri<br />
assiali dell’Avanfossa. Negli Appennini centrali la depressione raggiunse la profon<strong>di</strong>tà massima nel Pliocene<br />
inferiore, mentre se ci si sposta lungo l’Avanfossa della catena Appenninica la massima profon<strong>di</strong>tà si<br />
raggiunge solo in tempi relativamente più recenti. Nella parte settentrionale della fossa Bradanica il<br />
maggiore spessore si raggiunge durante il Pliocene me<strong>di</strong>o.<br />
Durante il Pliocene-inizio Pleistocene, l’Avanfossa Bradanica è stata caratterizzata da un tasso <strong>di</strong> subsidenza<br />
(> 1 mm/a) tale da permettere la deposizione <strong>di</strong> spesse sequenze clastiche. Successivamente, si nota una<br />
<strong>di</strong>minuzione del tasso <strong>di</strong> subsidenza, in totale contrasto con l’Avanfossa Appenninica e il Mar Ionio.<br />
L’Avanfossa Bradanica è stata deformata durante il Plio-Pleistocene da parte dell’ultimo impulso<br />
dell’orogenesi e da ripetute spinte provenienti dalla parte meri<strong>di</strong>onale della Catena Appenninica. Gli effetti<br />
tettonici sono registrati da se<strong>di</strong>menti clastici che hanno riempito la depressione e dal substrato carbonatico.<br />
Nella piattaforma Apula è possibile <strong>di</strong>stinguere due set principali <strong>di</strong> faglie, in base al loro orientamento:<br />
NO-SE (N120°-N150°) faglie normali con immersione SO-NE;<br />
E-O (N90°-N100°).<br />
Il sistema principale è rappresentato dal set <strong>di</strong> faglie orientate NO-SE; la loro cinematica presenta una<br />
componente trascorrente ed una compressiva verso la catena Appenninica.<br />
Evoluzione deposizionale<br />
Al sollevamento della catena è seguito lo scivolamento gravitativo <strong>di</strong> materiale clastico depostosi<br />
nell’avanfossa; contemporaneamente si sono deposte anche le sabbie torbi<strong>di</strong>tiche nella parte esterna<br />
dell’area. La <strong>di</strong>rezione delle correnti <strong>di</strong> torbida risulta longitu<strong>di</strong>nale lungo i principali assi del bacino, ipotesi<br />
confermate anche dai dati <strong>di</strong> pozzo e dalle analisi sismiche. Talvolta le sequenze gravitative sono intercalate<br />
da torbi<strong>di</strong>ti che evidenziando la contemporaneità della loro deposizione. L’Avanfossa Bradanica è costituita<br />
nella parte centrale da debris-flow, mud-flows e elementi alloctoni della catena Appenninica. Mentre la<br />
parte centrale è costituita da depositi torbi<strong>di</strong>tici.<br />
In alcune parti del bacino è possibile <strong>di</strong>stinguere due cicli principali <strong>di</strong> deposizione in base alla presenza <strong>di</strong><br />
sequenze calcarenitiche, facilmente identificabili nei log a causa degli elevati valori <strong>di</strong> resistività. La presenza<br />
<strong>di</strong> foraminiferi bentonici testimonia, inoltre, che questi livelli sono associabili a facies deposizionali <strong>di</strong> mare<br />
poco profondo. Possiamo concludere che il bacino è stato interessato da una seconda fase deposizionale<br />
durante il Pliocene me<strong>di</strong>o-inferiore e che è continuata fino al Pleistocene. Questi se<strong>di</strong>menti pleistocenici<br />
sono preservati solo localmente perché la maggior parte è stata erosa in seguito al sollevamento tettonico<br />
della struttura nel tardo Pleistocene (Figura 4.14).<br />
Figura 4.14 - Sezione NE-SO schematica con la <strong>di</strong>stribuzione spaziale dei principali corpi sabbiosi torbi<strong>di</strong>tici Plio-Pleistocenici<br />
(fonte: Casne<strong>di</strong>, 1998 mo<strong>di</strong>ficato)<br />
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