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08.06.2013 Views

Istanza di permesso di ricerca di idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd. Figura 4.12 - Mappa delle principali unità geologico-strutturali dell’Appennino Meridionale e ubicazione del blocco in studio; (fonte: Compagnoni et al 2004, modificato) 4.3.1.2 Piattaforma Appenninica e Bacino di Lagonegro Procedendo da ovest verso est, i settori più occidentali dell’area appenninica sono interessati dalla presenza di unità di piattaforma e unità appartenenti ad ambienti di tipo bacinale. Alla Piattaforma Appenninica appartengono unità composte prevalentemente da dolomie e calcari di acqua bassa che, verso est, passano a facies di margine di piattaforma e scarpata. Lo sviluppo di questi depositi è ripetutamente interrotto da superfici di discordanza stratigrafica, marcate da brusche variazioni verticali di facies. La piattaforma mostra uno sviluppo verticale considerevole dovuto alla combinazione di alta produzione carbonatica e ai forti tassi di subsidenza. Le unità bacinali, ad ovest della Piattaforma Appenninica, fanno parte del bacino di Lagonegro i quale rappresentano il risultato di una fase estensionale generato da un rift Triassico. L’apporto sedimentario in bacino è governato dalla produzione carbonatica delle piattaforme circostanti quale la Piattaforma Appenninica a ovest e la Piattaforma Apula ad est (Figura 4.13), pertanto le successioni che vanno dal Triassico all'Eocene sono composte prevalentemente da torbiditi carbonatiche, calcari con selce, radiolariti e marne silicizzate. Sopra le unità lagonegresi, durante il Pliocene, si assiste alla messa in posto dei “flysch esterni”, che rappresentano il risultato delle fasi iniziali dell’innalzamento della catena Appenninica. Queste due unità, seppur non rientrino nell’area oggetto d’istanza, risultano interessanti al fine delle ricostruzioni del contesto geologico-strutturali dell’Appennino Meridionale. 66

Istanza di permesso di ricerca di idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd. Figura 4.13 - Ricostruzione paleogeografica dell’Appennino Meridionale durante il Giurassico e Cretaceo (fonte: Zappaterra 1994) 4.3.1.3 Avanfossa Bradanica L’Avanfossa Bradanica è il dominio strutturale compreso tra il fronte della Catena Appenninica e l’Avampaese Apulo, a prevalente sviluppo NO-SE. Essa comprende una parte affiorante data dal Tavoliere delle Puglie, dalla Fossa Bradanica e dalla fascia ionica della Lucania porzione in cui ricade l’area di studio. Questo elemento strutturale inizia a delinearsi a partire dal Pliocene medio-superiore, quando un’importante subsidenza portò alla formazione di un bacino sedimentario allungato parallelamente alla Piattaforma Apula, il cui margine interno è stato successivamente ribassato in blocchi con geometrie a gradinata. I sedimenti dell’Avanfossa sono principalmente costituiti da depositi clastici (argille, sabbie e conglomerati) di facies marina e coprono un intervallo cronostratigrafico che va dal Pliocene medio-superiore al Pleistocene (Ogniben et al, 1969). Nel suo complesso, la Catena, è stata caratterizzata dalla presenza di una serie di avanfossa poi coinvolte nella deformazione a falde dell’Appennino e che quindi si trovano adesso inglobate nella catena stessa. A differenza delle precedenti avanfosse, tuttavia, quella Bradanica risulta solo parzialmente deformata dalla tettonica appenninica e pertanto giace in posizione autoctona. Evoluzione strutturale Da un punto di vista strutturale, essa è caratterizzata dalla debole deformazione che ha provocato la formazione di sovrascorrimenti superficiali interessando i sedimenti più antichi depostisi al suo interno. Le strutture più caratteristiche sono rappresentate da anticlinali più o meno complesse legate a sovrascorrimenti a medio-basso angolo e da faglie inverse (probabilmente invertite) al livello dei depositi della piattaforma apula (pre-Pliocene). 67

Istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd.<br />

Figura 4.13 - Ricostruzione paleogeografica dell’Appennino Meri<strong>di</strong>onale durante il Giurassico e Cretaceo (fonte: Zappaterra 1994)<br />

4.3.1.3 Avanfossa Bradanica<br />

L’Avanfossa Bradanica è il dominio strutturale compreso tra il fronte della Catena Appenninica e<br />

l’Avampaese Apulo, a prevalente sviluppo NO-SE. Essa comprende una parte affiorante data dal Tavoliere<br />

delle Puglie, dalla Fossa Bradanica e dalla fascia ionica della Lucania porzione in cui ricade l’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Questo elemento strutturale inizia a delinearsi a partire dal Pliocene me<strong>di</strong>o-superiore, quando<br />

un’importante subsidenza portò alla formazione <strong>di</strong> un bacino se<strong>di</strong>mentario allungato parallelamente alla<br />

Piattaforma Apula, il cui margine interno è stato successivamente ribassato in blocchi con geometrie a<br />

gra<strong>di</strong>nata.<br />

I se<strong>di</strong>menti dell’Avanfossa sono principalmente costituiti da depositi clastici (argille, sabbie e conglomerati)<br />

<strong>di</strong> facies marina e coprono un intervallo cronostratigrafico che va dal Pliocene me<strong>di</strong>o-superiore al<br />

Pleistocene (Ogniben et al, 1969).<br />

Nel suo complesso, la Catena, è stata caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> avanfossa poi coinvolte<br />

nella deformazione a falde dell’Appennino e che quin<strong>di</strong> si trovano adesso inglobate nella catena stessa. A<br />

<strong>di</strong>fferenza delle precedenti avanfosse, tuttavia, quella Bradanica risulta solo parzialmente deformata dalla<br />

tettonica appenninica e pertanto giace in posizione autoctona.<br />

Evoluzione strutturale<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista strutturale, essa è caratterizzata dalla debole deformazione che ha provocato la<br />

formazione <strong>di</strong> sovrascorrimenti superficiali interessando i se<strong>di</strong>menti più antichi depostisi al suo interno. Le<br />

strutture più caratteristiche sono rappresentate da anticlinali più o meno complesse legate a<br />

sovrascorrimenti a me<strong>di</strong>o-basso angolo e da faglie inverse (probabilmente invertite) al livello dei depositi<br />

della piattaforma apula (pre-Pliocene).<br />

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