relazione di screening - Valutazioneambientale.Regione.Basilicata…
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4.3 Suolo e sottosuolo<br />
Istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> idrocarburi denominata “La Capriola” Delta Energy ltd.<br />
4.3.1 Inquadramento geologico<br />
L’area in istanza <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> ricerca ricade nell’avanfossa Bradanica, a ridosso della catena appenninica<br />
meri<strong>di</strong>onale. Questo bacino rappresenta il depocentro della se<strong>di</strong>mentazione proveniente dalla messa in<br />
posto della Catena Appenninica. L’intera zona ricade all’interno <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi domini geologici-strutturali quali la<br />
Catena Appenninica meri<strong>di</strong>onale, un complesso sistema deformativo costituito da faglie e sovrascorrimenti<br />
prodotto dall’interazione <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti appartenenti sia a domini <strong>di</strong> placca continentale europea sia a quelli<br />
africani.<br />
Gli Appennini meri<strong>di</strong>onali fanno parte dell’orogenesi del Me<strong>di</strong>terraneo centrale e sono costituiti da una pila<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti e unità tettoniche derivanti dalla deformazione dei <strong>di</strong>versi domini Mesozoici e Cenozoici. La<br />
catena montuosa rappresenta il risultato <strong>di</strong> una complessa collisione continentale durante il Neogene-<br />
Quaternario tra la Placca Africana (più precisamente il Promontorio Apulo o Placca Adria) e la Placca<br />
Europea (Blocco Sardo-Corso).<br />
L’area me<strong>di</strong>terranea durante il Mesozoico era sotto l’effetto <strong>di</strong> una fase <strong>di</strong>stensiva che aveva portato<br />
l’apertura <strong>di</strong> un oceano (Tetide) con la creazione <strong>di</strong> margini passivi e lo sviluppo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> piattaforme<br />
carbonatiche. Il tardo Mesozoico invece, vede lo sviluppo <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> subduzione (da est verso ovest) con<br />
un’inversione nel regime estensionale. Questo cambio nella <strong>di</strong>namica delle placche portò alla progressiva<br />
chiusura dell’oceano appena formato.<br />
Il moto delle placche (Figura 4.5) viene per lo più governato dalla <strong>di</strong>stribuzione delle zone <strong>di</strong> subduzione<br />
dove la composizione della crosta gioca un ruolo importante. La composizione oceanica o continentale della<br />
litosfera, la densità, lo spessore dei se<strong>di</strong>menti ere<strong>di</strong>tati durante la fase estensionale mesozoica, la<br />
<strong>di</strong>stribuzione sono stati fattori determinanti per l’evoluzione delle successive zone <strong>di</strong> subduzione.<br />
Figura 4.5 - Moto relativo attuale delle placche (fonte: Finetti 2005)<br />
Lo spostamento relativo tra la Placca Africana e quella Europea non è ancora del tutto chiaro ma le<br />
ricostruzioni mostrano un movimento nord-ovest e nord-est. Recenti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> geodesia confermano una<br />
convergenza <strong>di</strong>ffusa nella quale l’Africa e Europa si avvicinano <strong>di</strong> 5 mm l’anno mostrando anche uno<br />
spostamento comune verso nord-est.<br />
Le più importanti aree soggette a subduzione durante il Cenozoico nell’area me<strong>di</strong>terranea si trovano nella<br />
zona Alpina-Balearica nel settore nord occidentale, la fascia Appenninica-Magrebide nella zona centrale e la<br />
zona Dinarica nel me<strong>di</strong>terraneo nord orientale (Figura 4.6).<br />
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