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Volume Abstract - digita - Università degli studi di Cagliari.

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E’ la prima volta che gli Assegnisti <strong>di</strong> Ricerca <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> hanno deciso <strong>di</strong> dar vita ad un<br />

workshop per presentare i risultati delle loro ricerche.<br />

Questa iniziativa, accolta e fortemente incoraggiata dal Magnifico Rettore, è stata<br />

inserita tra le attività della XV Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica per<br />

dare grande risalto e visibilità alle attività <strong>di</strong> ricerca svolte dai giovani.<br />

Gli atti del I Workshop raccolti in questo volume documentano molto efficacemente la<br />

rilevanza, qualitativa e quantitativa, delle attività svolte dagli Assegnisti <strong>di</strong> Ricerca<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

Il delegato della ricerca<br />

Prof. Adolfo Lai<br />

2


Introduzione al volume.<br />

WAU: Workshop <strong>degli</strong> Assegnisti UNICA (<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>) è stato organizzato con l’intenzione<br />

<strong>di</strong> dare visibilità alla ricerca realizzata nell’ateneo <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, nel quale svolgono la loro attività<br />

scientifica moltissimi <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi, altamente stimati a livello internazionale. Tra <strong>di</strong> loro, numerosi sono gli<br />

assegnisti ed il nostro impegno è chiaramente documentato dagli argomenti delle ricerche in cui<br />

siamo coinvolti. Queste ricerche riflettono una carriera formativa in cui sono stati fondamentali gli<br />

insegnamenti, la cultura e la tra<strong>di</strong>zione dei nostri maestri i quali, senza soluzioni <strong>di</strong> continuità,<br />

rappresentano l’essenziale punto <strong>di</strong> riferimento. Dall’esperienza <strong>di</strong> queste gran<strong>di</strong> figure abbiamo<br />

attinto ed attingiamo a piene mani, per svelare i segreti della ricerca e per incrementare la nostra<br />

conoscenza. Dalla nostra parte stanno l’enorme passione per il lavoro e gli straor<strong>di</strong>nari strumenti che<br />

la tecnologia ci ha fornito, in questi ultimi anni in particolare.<br />

L’attuale situazione in cui versa la ricerca, purtroppo, ostacola l’<strong>Università</strong> da tutti i punti <strong>di</strong> vista e<br />

penalizza noi, in particolare, sia come ricercatori, con sempre più scarsi mezzi a <strong>di</strong>sposizione per le<br />

ricerche, sia come uomini, che vedono il loro futuro come una prospettiva assai <strong>di</strong>fficile e non come<br />

una entusiasmante certezza. Questo potrebbe compromettere il duro lavoro svolto in anni <strong>di</strong> attività,<br />

a volte in con<strong>di</strong>zioni particolarmente <strong>di</strong>sagevoli e teso a creare le con<strong>di</strong>zioni per un reale sviluppo<br />

sostenibile non solo a livello locale. L’impegno, sempre coinvolgente per chi si avvicina alle nostre<br />

realtà <strong>di</strong> ricerca, prevede non solo il raggiungimento dell’obiettivo dei nostri progetti, ma anche lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> e collegamenti con altre realtà presenti in Europa ed in altri continenti. Tutto<br />

questo lavoro, costato anni <strong>di</strong> fatica e <strong>di</strong>fficilmente replicabile, rischierebbe <strong>di</strong> andare perduto se le<br />

attuali con<strong>di</strong>zioni dovessero perdurare o, peggio, ulteriormente degradare. Nonostante le <strong>di</strong>fficoltà<br />

appena accennate, molti <strong>di</strong> noi continuano ad insistere nella propria attività <strong>di</strong> ricerca, sia perché<br />

apparteniamo ad un settore della società che ci è particolarmente congeniale, sia perché la ricerca<br />

appaga la nostra etica ed i nostri ideali, che rappresentano la fonte più forte dal punto <strong>di</strong> vista<br />

motivazionale.<br />

Il convegno per noi rappresenta il primo passo <strong>di</strong> un percorso ormai avviato, che intende evidenziare<br />

la vali<strong>di</strong>tà della nostra etica e la valenza del nostro operato. Per il prossimo futuro saremmo lieti <strong>di</strong><br />

essere messi nelle migliori con<strong>di</strong>zioni per sviluppare ed approfon<strong>di</strong>re i confronti che sono nati e<br />

stanno nascendo tra le <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>scipline. Preve<strong>di</strong>bilmente tale metodologia d’indagine permetterà <strong>di</strong><br />

dare un contributo significativo su più fronti, con ripercussioni soprattutto nel sociale.<br />

L’Ateneo vanta valide competenze in vari campi. Tali competenze non sono sempre percepite<br />

appieno dai quadri <strong>di</strong>rigenti territoriali che sovente si rivolgono ad altre strutture per ottenere dati e<br />

risultati per noi, a volte, già acquisiti o ad<strong>di</strong>rittura superati. Questo convegno ha l’ambizione <strong>di</strong> essere<br />

la vetrina <strong>di</strong> un importante segmento della ricerca che attualmente si svolge nel nostro Ateneo.<br />

Non è stato facile organizzare un convegno che ha come peculiarità l’estrema varietà <strong>di</strong> argomenti,<br />

ma i problemi che si sono presentati sono stati solo <strong>di</strong> carattere puramente organizzativo e mai i<br />

colleghi hanno avuto il più piccolo indugio nel valutare positivamente l’occasione. Il convegno è stato<br />

approvato entusiasticamente, sin dai tempi in cui era solo un’idea, da tutte le figure <strong>di</strong>rigenziali<br />

dell’Ateneo, primo fra tutti il Magnifico Rettore che ci ha ulteriormente motivati nell’impegno. I rapporti<br />

tra noi ed i vari componenti della ricerca si sviluppano in armonia ed altro non chie<strong>di</strong>amo che un<br />

continuo perdurare <strong>di</strong> queste ottimali con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sereno confronto.<br />

Alle Istituzioni chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> avere più memoria e considerazione delle risorse intellettuali presenti sul<br />

territorio, tra le quali figurano personalità <strong>di</strong> primo piano a livello internazionale. Gli interventi <strong>di</strong> questi<br />

tre giorni e l’evento stesso, il primo in Italia, rappresentano la documentazione dell’entusiasmo,<br />

dell’impegno e della preparazione <strong>di</strong> ognuno <strong>di</strong> noi.<br />

A conclusione <strong>di</strong> queste brevi note e in questa sede vorremmo proporre il WAU come punto <strong>di</strong><br />

partenza per la costituzione <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> ricerca multi<strong>di</strong>sciplinare, dando particolare rilievo alle<br />

prospettive offerte dalle possibili ricadute sul territorio sardo che i risultati della sua attività dovessero<br />

produrre, confidando nella <strong>di</strong>sponibilità e nel sostegno dell’Ateneo per la realizzazione <strong>di</strong> questo<br />

progetto.<br />

<strong>Cagliari</strong> 16/03/2005 Lo Staff Organizzativo<br />

3


Assegnista: Piero Ad<strong>di</strong>s<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Biologia Animale ed Ecologia<br />

ABSTRACT: Il ruolo ecologico dei FADs sull'ecosistema pelagico, sulle risorse, il loro<br />

reclutamento e la bio<strong>di</strong>versità<br />

In mare aperto, gli oggetti galleggianti animati (balene, squali, meduse e zooplancton<br />

gelatinoso) o inanimati (imbarcazioni, legni abbandonati, boe), offrono rifugio e<br />

causano l’aggregazione della fauna ittica, sia pelagica che bentonica. Gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> più<br />

recenti hanno spiegato questo fenomeno, denominato tigmotropismo, come<br />

conseguenza <strong>di</strong> numerosi meccanismi comportamentali: riparo dai predatori, fonte <strong>di</strong><br />

cibo, utilizzo delle strutture come substrato, punto <strong>di</strong> incontro <strong>di</strong> piccoli branchi (teoria<br />

dei “meeting points”) (Fréon & Dagorn, 2000). Le strutture artificiali o FADs, Fish<br />

Attraction Devices, possono anche essere utili per in<strong>di</strong>viduare specie (o fasi particolari<br />

del loro ciclo biologico) <strong>di</strong>fficilmente catturabili con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> campionamento<br />

convenzionali, per approfon<strong>di</strong>re le conoscenze della loro biologia e per l’esercizio della<br />

pesca (Hunter and Mitchell, 1967).<br />

La pesca con i FADs si origina alla fine del ‘700 presso le marinerie artigianali delle<br />

Isole Baleari, per poi estendersi nell’isola <strong>di</strong> Malta e in Sicilia. Oggigiorno questa<br />

tipologia <strong>di</strong> pesca ha assunto una notevole importanza a tal punto che la FAO ha<br />

stimato oltre 1 milione <strong>di</strong> t/anno <strong>di</strong> tonni pescati nell’Oceano In<strong>di</strong>ano, Atlantico e<br />

Pacifico e 100.000 t/anno <strong>di</strong> by-catch (Fonteneau, 2000). Nel Me<strong>di</strong>terraneo i FADs<br />

vengono utilizzati principalmente per la pesca della lampuga, Coryphaena hippurus, ma<br />

catturano altre specie accessorie come la ricciola, Seriola dumerili e il pesce pilota,<br />

Naucrates ductor.<br />

Al fine approfon<strong>di</strong>re il ruolo ecologico dei FADs, visti come strumento <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della<br />

bio<strong>di</strong>versità in mare, si è intrapresa un’indagine al largo della costa occidentale della<br />

Sardegna. Si è <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata la variabilità qualitativa e quantitativa delle specie associate a<br />

queste strutture e i pattern fenologici delle specie nel Me<strong>di</strong>terraneo occidentale.<br />

Il tratto <strong>di</strong> mare prescelto per la ricerca è quello al largo <strong>di</strong> Capo Mannu, tra le fasce<br />

batimetriche dei 54-100 metri <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà. In più riprese, a partire dalla primavera<br />

2001, sono stati posizionati 12 FADs costituiti da semplici foglie <strong>di</strong> palma ancorate al<br />

fondo.<br />

Al fine <strong>di</strong> avere una visione a più largo raggio del fenomeno, l’indagine è stata estesa in<br />

Sicilia e Maiorca, nell’ambito <strong>di</strong> una collaborazione scientifica con ricercatori afferenti a<br />

<strong>di</strong>verse istituzioni.<br />

I dati sono stati analizzati con tecniche multivariate e univariate secondo ipotesi <strong>di</strong><br />

lavoro miranti a verificare: se esistono <strong>di</strong>fferenze in termini 1) spaziali e 2) temporali nei<br />

pattern <strong>di</strong> aggregazione delle specie associate ai FADs.<br />

E’ risultato che le specie maggiormente interessate al fenomeno sono quasi sempre<br />

Coryphaena hippurus, Naucrates doctor, Seriola dumerili, Balistes carolinensis e<br />

Trachurus spp.<br />

La loro presenza sotto i FADs è legata al ciclo termico annuale del Me<strong>di</strong>terraneo e le<br />

<strong>di</strong>fferenze riscontrate tra i siti sono dovute alla loro <strong>di</strong>fferente ripartizione bi-mensile e al<br />

ritardo nella ricorrenza tra i vari siti. Le <strong>di</strong>verse caratteristiche ambientali e lo shift della<br />

temperatura superficiale del Me<strong>di</strong>terraneo riscontrabile tra i siti ha un ruolo<br />

fondamentale nella ripartizione <strong>di</strong> queste specie.<br />

L’indagine ha permesso anche <strong>di</strong> determinare i principali in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Bio<strong>di</strong>versità:<br />

Shannon-Weaver, Pielou e Richness e <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare specie meno note alla letteratura<br />

come alcuni esemplari <strong>di</strong> Seriola fasciata, specie definita “Atlantic immigrants” censita<br />

in Sardegna e Sicilia.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

La ricerca, attraverso un approccio ecologico, ha permesso <strong>di</strong> identificare i fattori che<br />

governano la produzione <strong>di</strong> biomassa dei FADs (Fish Attractive Devices) e<br />

l’in<strong>di</strong>viduazione dei parametri caratterizzanti la bio<strong>di</strong>versità della comunità pelagica<br />

indotta dai FADs. Nell’esecuzione del programma sono state condotte attività <strong>di</strong><br />

laboratorio per la pianificazione del <strong>di</strong>segno statistico <strong>di</strong> campionamento e <strong>di</strong> analisi, e<br />

sul campo per la costruzione e il monitoraggio delle strutture a nord del Golfo <strong>di</strong><br />

Oristano attraverso una collaborazione con una cooperativa <strong>di</strong> pescatori locali.<br />

Il monitoraggio dei FADs è avvenuto con la tecnica del Visual Census in immersione<br />

subacquea e con l’utilizzo <strong>di</strong> video riprese su supporto <strong><strong>di</strong>gita</strong>le.<br />

Durante i due anni <strong>di</strong> indagine sono stati censiti 130 FADs in 25 giornate <strong>di</strong><br />

campionamento, per una me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 6.1 FADs/giornata. Sono stati conteggiati oltre 2500<br />

esemplari <strong>di</strong> pesci appartenenti a 9 specie, un genere e 7 famiglie.<br />

Nel secondo anno <strong>di</strong> indagine si è fatta allestire una rete da “circuizione” idonea per<br />

l’esercizio della pesca sotto i FADs. Alcune pescate preliminari hanno fornito risultati<br />

incoraggianti con <strong>di</strong>screte me<strong>di</strong>e <strong>di</strong> cattura, in prevalenza Coryphaena hippurus.<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ha previsto un confronto spazio-temporale con altre unità <strong>di</strong> campionamento<br />

nel Me<strong>di</strong>terraneo occidentale, la Sicilia e Maiorca, attraverso una cooperazione tra<br />

ricercatori afferenti a <strong>di</strong>verse strutture <strong>di</strong> ricerca.<br />

Pertanto si è collaborato per il raggiungimento <strong>di</strong> un obiettivo comune a definire i<br />

parametri sopraccitati per il Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale attraverso un <strong>di</strong>segno statistico<br />

d’analisi congiunto utilizzando tecniche univariate e multivariate.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Cau A., Ad<strong>di</strong>s P., Comunian R., Lenza I., Satta L., Verona A. (1993) -<br />

Considerazioni su quattro anni <strong>di</strong> "Fermo Biologico" nei mari circostanti la<br />

Sardegna - Biologia Marina, Suppl. notiz. SIBM, Vol.1: 361-362.<br />

2. Di Natale A., Ad<strong>di</strong>s P., Agnesi S., Belluscio A., Labanchi L., Leonar<strong>di</strong> E.,<br />

Mangano A., Maurizi A., Montaldo L., Navarra E., Pederzoli A., Pinca S., Placenti<br />

V., Sabatini A., Salerno G. And Velastro M. (1994) - Survey of red shrimp fishing<br />

in the Western Italian Basins: preliminary information on the project funded by the<br />

European Union - Procee<strong>di</strong>ngs of the International Workshop held in the Istituto <strong>di</strong><br />

Tecnologia della Pesca e del Pescato – Special Publication N. 3: pag.39<br />

3. Ad<strong>di</strong>s P., Comunian R., Piras A., Zara G. (1994) - Ritrovamenti <strong>di</strong> Cetacei<br />

Odontoceti e Misticeti sulle coste sarde - Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 1 (1):<br />

341-342.<br />

4. Cuccu D., Campisi S., Ad<strong>di</strong>s P., Lenza I., Stefani M. (1994) - Prime osservazioni<br />

sulla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> Litophaga litophaga (L.) (Bivalvia Mitilidae) lungo le coste<br />

sarde – Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, 1 (1): 399-400.<br />

5. Secci E., Ad<strong>di</strong>s P., Stefani M., Cau A. (1995) - La pesca <strong>di</strong> Palinurus elephas<br />

(Fabricius, 1787) nei mari circostanti la Sardegna – Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea,<br />

2 (2): 455-457.<br />

6. P. Ad<strong>di</strong>s, D .Cuccu, M.A. Davini, M.C. Follesa, M. Murenu, A. Sabatini, A. Cau<br />

(1995) - Incidenza del comportamento alimentare <strong>di</strong> Phalacrocorax carbo sinensis<br />

(Blumenbach, 1798) sulle produzioni ittiche in alcune lagune sarde. Biologia<br />

Marina Me<strong>di</strong>terranea, 2 (2): 69-75.<br />

1<br />

7. Vignolo E., Secci E., Ad<strong>di</strong>s P., Cau A. (1996) - Prime osservazioni sulla pesca della<br />

ricciola (Seriola dumerili Risso, 1810) nei mari circostanti la Sardegna – Biologia Marina<br />

Me<strong>di</strong>terranea, Vol. III (1): 380-381.<br />

8. Deiana A.M., Ad<strong>di</strong>s P., Coluccia E., Davini M.A., Milia A., Salvadori S. (1996) - Dati<br />

preliminari sulla biologia <strong>di</strong> Gnathophis mystax (Del.) (OSTEICHTHYES,<br />

ANGUILLIFORMES) – Biologia Marina Me<strong>di</strong>terranea, Vol. III (1): 544-547.<br />

9. Ad<strong>di</strong>s P., Cau A., Davini M.A., Secci E., Sicbal<strong>di</strong> G. (1997) - Collection of tuna data<br />

catches by trap-nets in Sar<strong>di</strong>nia: historical (1825-1980) and recent catches (1992-1995).<br />

Collective <strong>Volume</strong> of Scientific Papers Iccat, Vol. XLVI (2): 132-139.<br />

10. Pierantonio Ad<strong>di</strong>s and Angelo Cau (1997) - Impact of the fee<strong>di</strong>ng habits of the Great<br />

Cormorant Phalacrocorax carbo sinensis on the lagoon fish-stocks in central-western<br />

Sar<strong>di</strong>nia. Avocetta, 21(2): 180-187.<br />

11. P. Ad<strong>di</strong>s, S. Campisi, D. Cuccu, M.C.. Follesa, M. Murenu, A. Sabatini, E. Secci, A.<br />

Cau (1998) – Prove <strong>di</strong> pesca epibatiale con reti da posta per le catture dell’aragosta<br />

bianca Palinurus mauritanicus (Gruvel, 1911). Biol. Mar. Me<strong>di</strong>t. 5 (3): 649-655.<br />

12. P. Ad<strong>di</strong>s, S. Campisi, D. Cuccu, M.C.. Follesa, M. Murenu, A. Sabatini, E. Secci, A.<br />

Cau (1998) – Mari <strong>di</strong> Sardegna: sintesi delle ricerche sulla pesca a strascico negli anni<br />

1985-1997. Biol. Mar. Me<strong>di</strong>t. 5 (3): 85-95.<br />

13. P. Ad<strong>di</strong>s, S. Campisi, D. Cuccu, M.C.. Follesa, M. Murenu, A. Sabatini, E. Secci, A.<br />

Cau (1998) - La pesca del tonno, Thunnus thynnus (L.) in Sardegna: indagine<br />

sull’attività’ delle tonnare dal 1991 al 1998. Biol. Mar. Me<strong>di</strong>t. 5 (3): 252-257.<br />

14. P. Ad<strong>di</strong>s, S. Campisi, D. Cuccu, M.C.. Follesa, M. Murenu, A. Sabatini, E. Secci, A.<br />

Cau (1998) - Pesca sperimentale mesobatiale con attrezzi fissi. Biol. Mar. Me<strong>di</strong>t. 5 (3):<br />

638-648.<br />

15. B. Ely, D. S. Stoner, J. R. Alvarado Bremer, J. M. Dean, P. Ad<strong>di</strong>s, A. Cau, E. J. Thelen,<br />

W. J. Jones, D. E. Black, L. Smith, K. Scott, I. Naseri and J. M. Quattro (2000) - Genetic<br />

analyses of atlantic northern bluefin tuna populations. Collective <strong>Volume</strong> of<br />

Scientific Papers Iccat,, SCRS/00/147.<br />

16. S. Pinto Garcia, J. M. Dean, P. Ad<strong>di</strong>s, M. Fletcher and J. Almeida (2001).<br />

Identification of a pre<strong>di</strong>ctive dynamical model for the Me<strong>di</strong>terranean Bluefin.<br />

Procee<strong>di</strong>ng of: Dynamics Days Europe 2001, Dresden, Germany.<br />

17. Sabatini, P. Ad<strong>di</strong>s, M.C. Follesa, P. Misso, P. Pesci, A. Cau (2002). Proposta <strong>di</strong> una<br />

nuova procedura per l’identificazione delle coorti <strong>di</strong> una popolazione. Biol. Mar.<br />

Me<strong>di</strong>t., 9(1): 884-888.<br />

18. Ely, D.S. Stoner, J.R. Alvarado Bremer, J.M. Dean, P. Ad<strong>di</strong>s, A. Cau, E.J. Thelen, W.J.<br />

Jones, D.E. Black, L. Smith, K. Scott, I. Naseri and J.M. Quattro (2002). Analyses of<br />

Nuclear ldhA Gene and mtDNA<br />

Control Region Sequences of Atlantic Northern Bluefin Tuna Populations. Marine<br />

Biotechnology, Vol. 4 (2002): 583-588.<br />

19. Cuccu D., Ad<strong>di</strong>s P., Damele F., Piccinetti-Manfrin G. (2003). Primo censimento sulla<br />

Teutofauna nei mari circostanti la Sardegna. Biol. Mar. Me<strong>di</strong>t., 10(2): 795-798.<br />

20. Follesa M.C., Ad<strong>di</strong>s P., Murenu M., Saba R., Sabatini A. (2003). Annotated check list<br />

of the skates (Chondrichthyes, Rajidae) in the Sar<strong>di</strong>nian Seas. Biol. Mar. Me<strong>di</strong>t.,<br />

10(2): 828-833.<br />

21. Stefano Volponi & Piero Ad<strong>di</strong>s (2003). Great Cormorants, Phalacrocorax carbo<br />

sinensis in two key Italian wintering areas. Vogelwelt, Vol. 124, Suppl.: 93-98.<br />

22. John Mark Dean, Piero Ad<strong>di</strong>s and Angelo Cau (2003). Sustainable fishing in the<br />

Me<strong>di</strong>terranean for Bluefin Tuna: a case study of ancestral fishing technologies<br />

and contemporary practices. In: Oray, I.K. and Karakulak, F.S. (Eds.), 2003.<br />

“Workshop on Farming, Management and Conservation of Bluefin Tuna” Turkish<br />

Marine Research Foundation, Istanbul, Turkey, 2003. Publication number 13: 102-<br />

117<br />

23. P. Ad<strong>di</strong>s, G. Ceccherelli, M. Murenu, S. Farci, A. Ferrari, A. Olita, A. Ortu, S. Poma, B.<br />

Canu, D. Casu, S. Greco, N. Sechi. (2004). Caratterizzazione delle biocenosi<br />

associate a Cystoseira in tre Aree Marine Protette della Sardegna. Biol. Mar.<br />

Me<strong>di</strong>t., 11(2): 397-399.<br />

24. Murenu M., Ad<strong>di</strong>s P., Farci S., Ferrari A., Olita A., Ortu A., Poma S., Pais A., Mura F.,<br />

Greco S., Cau A. (2004) - Primi dati sulla composizione dei popolamenti ittici in tre<br />

Aree Marine Protette della Sardegna. Biol. Mar. Me<strong>di</strong>t. 11(2): 76-81.<br />

25. Franco ANDALORO, Manuela FALAUTANO, Mauro SINOPOLI, Francesco Maria<br />

PASSERELLI, Carlo PIPITONE, Piero ADDIS, Angelo CAU & Luca CASTRIOTA<br />

(2005). The lesser amberjack Seriola fasciata (Perciformes: CARANGIDAE) in the<br />

Me<strong>di</strong>terranean: a recent colonist? CYBIUM (accepted)<br />

26. Corriero A., Karakulak, S., Santamaria N., Deflorio M., Ad<strong>di</strong>s P., Desantis S., Cirillo F.,<br />

Fenech-Farrugia A., Vassallo-Agius R., de la Serna J.M., Oray Y., Cau A., De Metrio G.<br />

Size and age at sexual maturity of female bluefin tuna (Thunnus thynnus L. 1758)<br />

from the Me<strong>di</strong>terranean Sea. Journal of Applied Icthyology (submitted).


Assegnista: Federica Ardau<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria del Territorio<br />

ABSTRACT: Modelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico nella Sardegna sud-orientale<br />

Le problematiche legate al <strong>di</strong>ssesto idrogeologico sono oggetto, ormai da <strong>di</strong>versi anni,<br />

<strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> e ricerche da parte <strong>di</strong> numerosi autori, gruppi <strong>di</strong> ricerca ed amministrazioni<br />

pubbliche. Sempre più spesso si verificano le ormai tristemente note “catastrofi<br />

idrogeologiche”, la maggior parte delle volte in aree urbanizzate o in qualche modo<br />

antropizzate. Il tutto connesso da una parte con le mo<strong>di</strong>fiche sempre più significative<br />

del territorio, incon<strong>di</strong>zionatamente sfruttato, e dall’altra con le continue e persistenti<br />

variazioni climatiche, peraltro queste ultime chiaramente legate alle attività antropiche<br />

stesse.<br />

Da ciò l’esigenza <strong>di</strong> conoscere le possibili zone a rischio e <strong>di</strong> conseguenza prevedere<br />

in anticipo gli effetti indesiderati <strong>di</strong> un evento estremo. A tal riguardo tutti gli sforzi che si<br />

stanno facendo sono in<strong>di</strong>rizzati alla conoscenza e mappatura del territorio ed, in ultima<br />

analisi, alla realizzazione <strong>di</strong> carte, cosiddette tematiche, che in<strong>di</strong>viduano le “zone” a<br />

<strong>di</strong>fferente pericolosità.<br />

Per far questo è necessario non solo avere una buona conoscenza del territorio ma<br />

anche interfacciare i dati in modo corretto ed oggettivo. Sono numerosi gli autori che si<br />

sono cimentati in questo campo e tutti, in linea <strong>di</strong> massima adottano le stesse<br />

metodologie (Amadesi et al. 1997, Amanti et al., 1992) che si basano sulla<br />

in<strong>di</strong>viduazione dei principali fattori, intrinsechi ed estrinsechi, che innescano il<br />

fenomeno del <strong>di</strong>ssesto, nella zonazione <strong>degli</strong> stessi me<strong>di</strong>ante opportuna cartografia,<br />

nell’attribuzione <strong>di</strong> una stringa <strong>di</strong> pesi, o co<strong>di</strong>ci numerici, ad ognuno dei fattori<br />

considerati ed infine nella valutazione complessiva del fenomeno tramite la<br />

sovrapposizione delle carte tematiche <strong>di</strong> base.<br />

La stessa Regione Autonoma della Sardegna, nelle Linee Guida del PAI (Piano <strong>di</strong><br />

Assetto Idrogeologico) in<strong>di</strong>ca come adempiere al D.L. 1/06/98 n° 180 e convertito in<br />

Legge 3/08/98 n° 267, applicando tale metodologia per arrivare all’in<strong>di</strong>viduazione e<br />

perimetrazione delle aree a rischio in<strong>di</strong>cando, in una serie <strong>di</strong> tabelle, le co<strong>di</strong>fiche da<br />

attribuire ai principali fattori in esame (pendenza, litologia, uso del suolo, ecc.).<br />

Il problema principale, che in ultima analisi è l’obiettivo del presente lavoro, è<br />

l’attribuzione dei parametrizzazione del complesso granitoide e dei cortei filoniani<br />

associati (Ardau & Vernier, 2003), basata sulla <strong>di</strong>versa propensione al <strong>di</strong>ssesto in<br />

relazione alle varie forme <strong>di</strong> alterazione e fratturazione dell’ammasso stesso, oltreché<br />

delle formazioni scistose (Ardau et al., 2003), precisamente la Formazione nota in<br />

letteratura come Arenarie <strong>di</strong> S. Vito nel Sarrabus-Gerrei e Formazione <strong>di</strong> Solanas in<br />

Barbagia.<br />

ABSTRACT (Poster): Applicazione GIS per la determinazione della propensione al<br />

<strong>di</strong>ssesto idrogeologico del bacino del Flumini Uri (Sardegna sud-orientale)<br />

F. Ardau*, G. Ghiglieri**, C. Trudu***, A. Vernier*<br />

* Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria del Territorio, <strong>Cagliari</strong><br />

** Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria del Territorio, Sassari<br />

*** Libero Professionista, Milano<br />

L'area oggetto del presente <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ricade nella piana <strong>di</strong> foce del Flumendosa in<br />

territorio comunale <strong>di</strong> San Vito (Sardegna sud - orientale). Il bacino imbrifero del<br />

Flumini Uri è situato nella parte terminale del bacino del Flumendosa, il maggiore corso<br />

d'acqua della Sardegna meri<strong>di</strong>onale; il suo regime è fortemente influenzato dalle<br />

caratteristiche geologiche e geo-morfologiche del bacino idrografico.<br />

Il corso del torrente si sviluppa incassato tra rocce metamorfiche paleozoiche per<br />

confluire, scorrendo quasi completamente in subalveo, sotto i depositi quaternari a sudest<br />

dell'abitato <strong>di</strong> San Vito.<br />

La quasi assoluta impermeabilità <strong>degli</strong> scisti cristallini, costituenti la litologia dominante<br />

nella regione, insieme con la configurazione orografica fortemente acclive e la forte<br />

pendenza dell'alveo, caratteristiche queste comuni alla maggior parte <strong>degli</strong> affluenti del<br />

Flumendosa, garantiscono un elevato deflusso delle acque meteoriche e producono nel<br />

contempo un abbondante trasporto solido.<br />

Per la quasi totale impermeabilità del bacino, i deflussi seguono decisamente le<br />

vicende meteoriche risultando però influenzati non solo da questi, ma anche e<br />

soprattutto da un regime idrologico irregolare, caratterizzato da perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> magra estivi e<br />

<strong>di</strong> piena invernali, nonché dalla temperatura e dalla ventosità.<br />

Dall'analisi storica <strong>degli</strong> eventi alluvionali verificatisi nell'area in <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, risulta che essi<br />

sono sempre più numerosi a partire dalla seconda metà del '900 ad oggi,<br />

principalmente in concomitanza della sempre maggiore realizzazione <strong>di</strong> strutture<br />

antropiche inse<strong>di</strong>ative.<br />

La metodologia applicata per la realizzazione della propensione al <strong>di</strong>ssesto, condotta<br />

attraverso l'uso <strong>di</strong> Sistemi Informativi Geografici, è basata sulle linee guida della<br />

Regione Emilia Romagna (RER).<br />

Tali strumenti <strong>di</strong> analisi del territorio (GIS) si sono rivelati essenziali per analizzare,<br />

co<strong>di</strong>ficare e, rappresentare tutte le informazioni, al fine <strong>di</strong> renderle <strong>di</strong>sponibili per le<br />

elaborazioni interative <strong>di</strong> varie carte tematiche atte a definire la cartografia della<br />

propensione al <strong>di</strong>ssesto idrogeologico.<br />

RELAZIONE SINTETICA DELLE ATTIVITÀ<br />

Il tema della ricerca ha come oggetto la formulazione <strong>di</strong> un modello operativo, basato<br />

su nuovi approcci metodologici, articolato in <strong>di</strong>fferenti fasi in<strong>di</strong>rizzate alla<br />

caratterizzazione del territorio, onde in<strong>di</strong>viduarne la tipologia e la consistenza dei vari<br />

fattori <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto, naturali ed antropici. Principalmente si sta lavorando sulla<br />

parametrizzazione o co<strong>di</strong>fica dei <strong>di</strong>versi fattori geo-ambientali, intrinseci e<br />

pre<strong>di</strong>sponenti, che entrano in gioco nell’in<strong>di</strong>viduazione delle aree a rischio<br />

idrogeologico, con la presunzione <strong>di</strong> creare un modello operativo oggettivo e fruibile da<br />

tutto il personale tecnico, operante nel settore. Questa co<strong>di</strong>fica è stata applicata in<br />

numerosi bacini idrografici insistenti nella regione del Sarrabus (Sardegna sudorientale),<br />

interessati perio<strong>di</strong>camente nel più recente passato da fenomeni, localizzati e<br />

<strong>di</strong>ffusi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto idrogeologico. In questa fase della ricerca si è volutamente data<br />

maggiore importanza al fattore “litologia”, assegnando i pesi o co<strong>di</strong>ci numerici<br />

principalmente sulla base <strong>di</strong> rilievi geologico-tecnici in situ. A tal proposito, è stata<br />

proposta una casistica completa per la parametrizzazione del complesso granitoide e<br />

dei cortei filoniani associati (Ardau & Vernier, 2002), oltreché delle formazioni scistose<br />

(Ardau et al., 2003), precisamente la Formazione nota in letteratura come Arenarie <strong>di</strong><br />

S. Vito nel Sarrabus-Gerrei e Formazione <strong>di</strong> Solanas in Barbagia. Parallelamente si sta<br />

portando avanti lo stesso <strong>di</strong>scorso sull’uso del suolo, la pedologia, ecc. L’obiettivo da<br />

raggiungere è quello <strong>di</strong> arrivare a co<strong>di</strong>ficare quanti più parametri geo-ambientali<br />

(litologia, uso del suolo, ecc.) fondamentali nella determinazione della propensione al<br />

3<br />

<strong>di</strong>ssesto idrogeologico, realizzando, allo stesso tempo, una carta della propensione al<br />

<strong>di</strong>ssesto idrogeologico della regione del Sarrabus (Sardegna sud–orientale).<br />

L’assegnista, parallelamente al proprio tema <strong>di</strong> ricerca, sta sviluppando numerose ricerche nel<br />

campo della geologia applicata oltreché svolgere attività <strong>di</strong>dattica. Ricor<strong>di</strong>amo principalmente:<br />

Attività <strong>di</strong> ricerca<br />

piana <strong>di</strong> Muravera: indagini geologico–strutturali, idrogeologiche, idrogeochimiche,<br />

geotecniche e geofisiche;<br />

piana <strong>di</strong> Capoterra: indagini geologiche, idrogeologiche e geofisiche;<br />

misure inclinometriche e campagne idrogeologiche ed idrogeochimiche rispettivamente<br />

nei territori <strong>di</strong> Dessie e Mekele (Etiopia);<br />

Attività <strong>di</strong>dattica, assistenza esami e tesi <strong>di</strong> laurea<br />

Esercitazioni nei Corsi <strong>di</strong> Instabilità dei versanti (Ing. Territorio), Geologia Applicata<br />

(Ing. Civile), Litologia e Geologia Applicata (Tecn. Cons. Rest. Beni Cult.), Valutazione<br />

del rischio idrogeologico (Ing Territorio);<br />

Seminari nei corsi <strong>di</strong> Geologia Applicata (Ing. Civile), Litologia e Geologia Applicata<br />

(Tecn. Cons. Rest. Beni Cult.);<br />

Seminario presentato al Second Meeting of the SWIMED Project, CRS4, (POLARIS),<br />

Pula (<strong>Cagliari</strong>);<br />

Assistenza esami nel corso <strong>di</strong> Geologia Applicata (Ing. Civile), Litologia e Geologia<br />

Applicata (Tecn. Cons. Rest. Beni Cult.);<br />

9 tesi <strong>di</strong> laurea come correlatore, 3 nel Corso <strong>di</strong> Laurea in Scienze Geologiche e 6 nel<br />

Corso <strong>di</strong> Ingegneria del Territorio.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Ardau F. (1992) - "Rapport de stage effectué au B.R.G.M., dept. 4S/EAU dans le cadre<br />

du programme Comett". Annali del B.R.G.M. (Bureau des Recherches Geologiques et<br />

Minières), 92 EAU 002, Febbraio 92, Orléans (Francia), pp. 96.<br />

2. Ardau F., Raes H., Vernier A. (1993) - "Prime osservazioni idrogeologiche ed<br />

idrochimiche sulle sorgenti del complesso scistoso-granitico della Sardegna sudorientale".<br />

Geologia Applicata e Idrogeologia, vol. XXVIII, Bari (Italia), pp. 35–41.<br />

3. Ardau F., Bianco L., De Waele J., Vernier A. (1993) - "Stu<strong>di</strong>o sull'idrogeologia e<br />

caratterizzazione idrochimica delle sorgenti del Tacco <strong>di</strong> Ulassai (Sardegna centroorientale)".<br />

Geologia Applicata e Idrogeologia, vol. XXVIII, Bari (Italia), pp. 27-34.<br />

4. Ardau F., Atzeni W., Ghiglieri G., Uras G. (1994) - "Alcune considerazioni su un caso<br />

<strong>di</strong> intervento antropico in un'area ad alto rischio idrogeologico". Atti del Convegno<br />

Internazionale dei Giovani Ricercatori <strong>di</strong> Geologia Applicata - pp. 1 - 4, Losanna<br />

(Svizzera).<br />

5. Ardau F. & Barbieri G. (1994) - "Evolution of phenomena of salt water intrusion in the<br />

coastal plain of Muravera (South-Eastern Sar<strong>di</strong>nia)". Atti del 13° Salt Water Intrusion<br />

Meeting, <strong>Cagliari</strong> (Italia), pp. 305-312.<br />

6. Ardau F., Ghiglieri G., Vernier A. (1994) - "Salination of coastal aquifer of the Turritana<br />

plain: an important factor con<strong>di</strong>tioning land planning and use". Atti del 13° Salt Water<br />

Intrusion Meeting, <strong>Cagliari</strong> (Italia), pp. 335–342.<br />

7. Ardau F., Barbieri G., Boi A., Deidda G., Sanna F., Uras G. (1994) - “ Primi risultati<br />

delle indagini sul versante instabile <strong>di</strong> Aritzo (NU)”. C.N.R. - Contratto n°<br />

93.02957.PF42, G.N.D.C.I. pubbl. n°1128, Riccione (Italia). IV Convegno dei Giovani<br />

Ricercatori <strong>di</strong> Geologia Applicata (sessione poster).<br />

8. Ardau F. (1992 - 1995) - "Stu<strong>di</strong>o dei fenomeni <strong>di</strong> salinazione delle acque sotterranee<br />

nella piana <strong>di</strong> Muravera (Sardegna sud - orientale)”. Tesi <strong>di</strong> dottorato, Biblioteche<br />

Nazionali <strong>di</strong> Roma e Firenze (Italia), pp. 214.<br />

9. Ardau F., Barbieri G., Barrocu G. (1996) - “Gli acquiferi costieri della piana <strong>di</strong><br />

Muravera”. Note illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:50.000, foglio 549<br />

– Muravera, Servizio Geologico d’Italia, pp. 111-116.<br />

10. Ardau F., Barbieri G., Barrocu G., Ghiglieri G. (1996) - “Application of isotope<br />

techniques to investigate groundwater pollution by seawater intrusion”. CRP on the<br />

Application of Isotope Techniques to Investigate Groundwater Pollution - IAEA, Vienna<br />

(Austria) (comunicazione orale).<br />

11. Ardau F., Tamiru A., Vernier A. (1996) - “Spring occurrence on the Monte Arci volcanic<br />

complex (west central Sar<strong>di</strong>nia)”. Atti del V Convegno Nazionale dei Giovani<br />

Ricercatori in Geologia Applicata, <strong>Cagliari</strong> (Italia), E<strong>di</strong>tore ISCA Arti Grafiche, <strong>Cagliari</strong>,<br />

pp. 254–257.<br />

12. Ardau F., Barbieri G., Pirastru E. (1996) - “Applicazioni <strong>di</strong> tecniche ra<strong>di</strong>oisotopiche in<br />

idrogeologia”. Atti del V Convegno Nazionale dei Giovani Ricercatori in Geologia<br />

Applicata, <strong>Cagliari</strong> (Italia), E<strong>di</strong>tore ISCA Arti Grafiche, <strong>Cagliari</strong>, pp. 216–222.<br />

13. Vernier A., Ardau F., Casu M., Vernier E. (1997) - “Hydrogeochemical observations on<br />

some springs of the Sarrabus-Gerrei mountains in south eastern Sar<strong>di</strong>nia”.<br />

Procee<strong>di</strong>ngs of the International Conference on Water Problems in the Me<strong>di</strong>terranean<br />

Countries, Nicosia (Cipro), ed.Gokcekus, pp. 233-240.<br />

14. Ardau F., Barbieri G., Barrocu G., Pirastru E. (1997) - “Application of ra<strong>di</strong>oisotope<br />

techniques to control flow process during artificial coastal aquifer recharge”. Application<br />

of Isotope Techniques to Investigate Groundwater Pollution – IAEA – TECDOC - 1046,<br />

Vienna (Austria), pp. 235–242.<br />

15. Ardau F., Barbieri G., Vernier A., Vernier E. (1998) – “Salination phenomena in the<br />

Posada coastal aquifer (North – East Sar<strong>di</strong>nia)”. Atti del 15° Salt Water Intrusion<br />

Meeting, Ghent (Belgio), pp.125–131.<br />

16. Ardau F., Barbieri G., Panetto G. (1998) – “Evoluzione dei fenomeni <strong>di</strong> instabilità nel<br />

centro abitato <strong>di</strong> Desulo (NU)”. C.N.R. - Contratto n. 97.00008.PF42, Gruppo Nazionale<br />

per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche, Pubblicazione n° 1883. Atti del Convegno<br />

Il rischio idrogeologico e la <strong>di</strong>fesa del suolo, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma<br />

(Italia), pp. 157–162.<br />

17. Ardau F. & De Waele J. (1999) - "Geosites of the Tacchi area (Central – Sar<strong>di</strong>nia,<br />

Italy) – III International Symposium ProGEO on the Conservation of the Geological<br />

Heritage, 23-25 novembre. Towards the Balanced Management and Conservation of<br />

the Geological Heritage in the New Millenium, Madrid (Spagna), pp. 87–93.<br />

18. Ardau F., Barbieri G., Fantini S. (1999) – Landslide hazard zoning – the Jerzu hillside<br />

(Sar<strong>di</strong>nia, Italy) – International Symposium on Engineering Geology, Hydrogeology and<br />

Natural Disasters with emphasis on Asia, 28-30 settembre, Kathmandu, Nepal. C.N.R.,<br />

Contratto n. 98.00582.PF42, Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi<br />

Idrogeologiche, Pubblicazione n° 2053. Journal of Nepal Geological Society, 2000, vol.<br />

22, pp.429-434.<br />

19. (1999) - ha collaborato, per la parte grafica, al libro Taccu d’Ogliastra – Ulàssai, Gairo,<br />

Osini, Ussassài <strong>di</strong> Bartolo G. et al., E<strong>di</strong>trice S’Alvure Oristano.<br />

20. Ardau F., Balia R., Barbieri G., Barrocu G. Gavaudo E., Ghiglieri G., Vernier A. (2000)<br />

– Geophysical and hydrogeological study of a coastal plain affected by salt water<br />

intrusion – The Annual Meeting of The Environmental and Engineering Geophysical<br />

Society, 20-24 febbraio, Crystal City Hyatt, Arlington (USA), pp. 223-231.


21. Ardau F. & Barbieri G. (2000) - "Aquifer configuration and possible causes of<br />

salination in the Muravera plain (SE Sar<strong>di</strong>nia, Italy)". Atti del 16° Salt Water<br />

Intrusion Meeting, Miedzyzdroje (Polonia), pp.11–18, vol. 80.<br />

22. Ardau F., De Waele J., Di Gregorio (2001) - "Lo sviluppo turistico nella<br />

Sardegna centro – orientale: l’esempio del Tacco <strong>di</strong> Ulassai (NU)”. V<br />

Convegno Internazionale <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> geografici “La Sardegna nel Mondo<br />

Me<strong>di</strong>terraneo”, Turismo e Ambiente, 28-30 ottobre, Sassari. Ricerca<br />

effettuata con il contributo P.O. 94/99 dell’Unione Europea, Pàtron E<strong>di</strong>tore,<br />

Bologna, pp. 341-352.<br />

23. Ardau F., Balia R., Barbieri G., Barrocu G. Gavaudo E., Ghiglieri G., (2002) –<br />

Recent developments in hydrogeological and geophysical research in the<br />

Muravera coastal plain (SE Sar<strong>di</strong>nia, Italy). 17° Salt Water Intrusion<br />

Meeting, Delft (Olanda) 6-10 maggio 2002, pp. 456-460.<br />

24. Andrissi S.G., Ardau F., Ghiglieri G., Sanna F., Vernier A. (2002) –<br />

Applicazioni <strong>di</strong> una metodologia GIS per la determinazione della<br />

propensione al <strong>di</strong>ssesto idrogeologico <strong>di</strong> un bacino montano (Sardegna<br />

sud-orientale, Italia). C.N.R., Contratto n. 00.00483.PF42, Gruppo Nazionale<br />

per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche, Pubblicazione n° 2576.<br />

Congresso Internazionale Ambiente e Identità in Me<strong>di</strong>terraneo, Corte<br />

(Francia), 3-5 Luglio 2002, pp. 131-139.<br />

25. Ardau F., Balia R., Barrocu G. Gavaudo E., Ranieri G. (2002) – Geophysical<br />

surveys in the Capoterra coastal plain (southern Sar<strong>di</strong>nia – Italy). 8°<br />

Meeting EEGS-ES, Environmental and Engineering Geophysics, Aveiro<br />

(Portogallo), pp. 371-374.<br />

26. Ardau F., Ghiglieri G., Sanna F., Trudu C., Vernier A. (2002) – Applicazione<br />

GIS per la determinazione della propensione al <strong>di</strong>ssesto idrogeologico del<br />

bacino del Rio Uri (Sardegna sud-orientale). C.N.R., Contratto n.<br />

00.00483.PF42, Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi<br />

Idrogeologiche, Pubblicazione n° 2588. 6a Conferenza Nazionale ASITA,<br />

Geomatica per l’Ambiente, il Territorio e il Patrimonio Culturale, Perugia<br />

(Italia), pp. 167-173.<br />

27. Ardau F., Vernier A. (2002) – Il ripascimento della spiaggia del Poetto<br />

(<strong>Cagliari</strong>) - Rotary Club Latina – Circe,o XXVII Forum: Sviluppo sostenibile<br />

dell’economia della costa: clima, tutela dell’ambiente, moibilità, 9-10<br />

novembre 2002, Roma (in stampa).<br />

28. Ranieri G., Tigistu H., Tamiru A., Moges T., Ardau F., Vernier A., Deiana R.,<br />

Erriu S. (2002) – In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> collegamento tra le chiese <strong>di</strong><br />

Lalibela – Etiopia. 21° Convegno del Gruppo Nazionale <strong>di</strong> Geofisica della<br />

Terra Solida, 19-21 novembre 2002, Roma.<br />

29. Ardau F., Scintu C., Vernier A. (2003) – Water and hydrogeological<br />

instability. Case history: Sarrabus schist area. International Symposium.<br />

The basis of civilisation – Water scienze?, CNR, 3-6 <strong>di</strong>cembre 2003, Roma<br />

(in stampa).<br />

30. Balia R., Gavaudo E., Ardau F., Ghiglieri G. (2003) – Geophysical approach<br />

to the environmental study of a coastal plain. Geophysics, vol. 68, n°5,<br />

pp.1-14.<br />

31. Ardau F., Vernier A. (2003) – Caratteristiche <strong>di</strong> ero<strong>di</strong>bilità <strong>di</strong> alcuni litotipi<br />

dei bacini montani del Sarrabus, Sardegna sud-orientale, ai fini <strong>di</strong> una<br />

corretta valutazione del <strong>di</strong>ssesto idrogeologico. C.N.R., Contratto n.<br />

00.00483.PF42, Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi<br />

Idrogeologiche, Pubblicazione n° 2662. Conservazione dell’ambiente e<br />

rischio idrogeologico, 11–12 <strong>di</strong>cembre 2002, Assisi, pp. 344-351.<br />

32. Ardau F., Argiolas S., Vernier A. (2003) – Il tufo <strong>di</strong> Fordongianus:<br />

caratterizzazione tecnica, durevolezza e principali impieghi, Convegno<br />

Regionale sulla Pietra Trachite, 13 Dicembre 2003, Fordongianus<br />

(Oristano) (comunicazione orale).<br />

33. Ardau F., Argiolas S., Vernier A. (2003) – La pietra <strong>di</strong> Serrenti:<br />

caratterizzazione tecnica, durevolezza e principali impieghi, Convegno<br />

“Perd’e Serrenti”, 20 Dicembre 2003, Serrenti (<strong>Cagliari</strong>) (comunicazione<br />

orale).<br />

34. Ardau F., Argiolas S., Vernier A. (2004) – I materiali lapidei del castello <strong>di</strong><br />

Bosa, Convegno “Riuso e valorizzazione dei monumenti rudere”, 29<br />

Maggio 2004, Bosa (Nuoro) (comunicazione orale).<br />

35. Lecca G., Cau P., Ardau F. (2004) - Set-up of a modeling study of the<br />

seawater intrusion in the Muravera coastal plain (SE Sar<strong>di</strong>nia, Italy). 18°<br />

Salt Water Intrusion Meeting, Cartagena, (Murcia, Spagna) 31 May-3 June<br />

2004. (sessione poster).<br />

36. Ardau F. (2004) - Il monitoraggio della falda costiera per la prevenzione e la<br />

mitigazione del fenomeno dell’intrusione marina: un esempio <strong>di</strong> buona<br />

pratica, Seminario sulla desertificazione, 16 giugno 2004 Arborea (OR) (in<br />

fase <strong>di</strong> inserimento su internet come versione elettronica).<br />

37. Ardau F (E<strong>di</strong>tor)., Barrocu G., Salis N., Sanna F., Sciabica M.G., Soddu S.,<br />

Vernier A. (2004) – Hydrogeology of the island of Sar<strong>di</strong>nia (Italy), Memorie<br />

Descrittive della Carta Geologica d’Italia vol. LXIII, Field Trip Guide Books,<br />

APAT, Italian Agency for the Environmental Protection and Technical<br />

Services, Dipartimento Difesa del Suolo, Via Vitaliano Brancati 48, Roma<br />

(Italy), 5 from P37 to P54, pp. 44.<br />

38. Barrocu G., Soddu S., Delitala G., Sodde M., Staffa F., Ardau F. (2004) –<br />

International Glossary of Hydrology, traduzione italiana, versione<br />

elettronica su http://www.cig.ensmp.fr/~hubert/glu/aglo.htm.<br />

39. Ardau F., Marredda L., Scintu C., Vernier A. (2004) – Il <strong>di</strong>ssesto<br />

idrogeologico del bacino del rio Pibilia (Sardegna sud-orientale). Atti del<br />

IV e Congrès International Environnement et Identité en Mé<strong>di</strong>terranée, Corte<br />

(Corsica, Francia), 19-25 Juillet 2004, pp. 1-8.<br />

40. Ardau F., Balia R., Barrocu G. Gavaudò E., Ranieri G. (2004) –<br />

Environmental assessment of the Capoterra coastal plain (Southern<br />

Sar<strong>di</strong>nia, Italy), by means of hydrogeological and geophysical <strong>stu<strong>di</strong></strong>es, 32 nd<br />

International Geological Congress, Firenze 20-28 Agosto 2004<br />

(comunicazione orale).<br />

41. Tamiru A., Vernier A., Ardau F., Solomon T. (2004) – Chemical and<br />

bacteriological quality of surface & groundwater in Ad<strong>di</strong>s Ababa (Ethiopia),<br />

32 nd International Geological Congress, Firenze 20-28 Agosto 2004<br />

(comunicazione orale).<br />

42. Ardau F., Argiolas S., Vernier A. (2004) – Technical characterization and<br />

main uses of Sar<strong>di</strong>nian pyroclastic rocks, 32 nd International Geological<br />

Congress, Firenze 20-28 Agosto 2004 (comunicazione orale).<br />

43. Ardau F., Scintu C., Vernier A. (2005) – Evoluzione del ripascimento della<br />

spiaggia del Poetto (<strong>Cagliari</strong>). Convegno Aree costiere, XXI Giornata<br />

dell’Ambiente, Accademia Nazionale dei Lincei, 5 giugno 2003, Roma, pp.<br />

139-147.<br />

4<br />

44. Ardau F., Barbieri G., Car<strong>di</strong>a B. (2005) – Landslide hazard zoning of the Rio Pardu<br />

valley (Sar<strong>di</strong>nia, Italy), The 11th International Conference of IACMAG, 19-24<br />

giugno 2005 Torino.<br />

45. Ardau F., Balia R., Bianco M., Cinus S., De Waele J., Farris M. (2005) -<br />

Assessment of cover-collapse sinkholes in southwest Sar<strong>di</strong>nia (Italy). European<br />

Geosciences Union (EGU), 24-29 aprile 2004, Vienna (Austria).<br />

46. Lecca G., Cau P., Ardau F. (2005) - Automatic calibration of a 3D densitydependent<br />

groundwater flow and salt transport model: the Muravera-<br />

Flumendosa coastal aquifer (SE Sar<strong>di</strong>nia, Italy). Fifth International Conference on<br />

Calibration and Reliability in Groundwater Modelling From Uncertainty to<br />

Decision Making (ModelCARE 2005), Scheveningen (Olanda), 6-9 giugno 2005.


Assegnista: Michele Argiolas<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria del Territorio<br />

ABSTRACT: Il GIS del Mercato Immobiliare<br />

Una delle caratteristiche salienti del mercato immobiliare italiano è costituita dalla<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> reperire dati certi sui prezzi delle compraven<strong>di</strong>te effettuate.<br />

Il più delle volte le uniche informazioni accessibili agli operatori del settore sono<br />

costituite dai cosiddetti “borsini” curati dalle agenzie immobiliari che non sempre si<br />

rivelano atten<strong>di</strong>bili per una analisi articolata del mercato nell'ambito <strong>di</strong> una realtà<br />

urbana.<br />

Diventa così in<strong>di</strong>spensabile, per quesiti estimativi omogenei, in<strong>di</strong>viduare meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

approccio e <strong>di</strong> soluzione sistematizzati, in modo da rendere trasparente il campo ed i<br />

limiti <strong>di</strong> variazione dei risultati, con margine <strong>di</strong> errore ridotti e soprattutto accertabili 1 .<br />

Il lavoro ha come obiettivo principale l'identificazione <strong>di</strong> una metodologia che consenta<br />

<strong>di</strong> definire e delineare lo scenario del mercato immobiliare nell'ambito <strong>di</strong> un contesto<br />

urbanizzato.<br />

Vista la complessità del target da raggiungere, l'articolazione del metodo utilizzato è<br />

frutto <strong>di</strong> continui affinamenti insiti anche nelle nuove potenzialità offerte dagli strumenti<br />

per la gestione delle informazioni, da prima affidate prevalentemente all'ausilio <strong>di</strong> un<br />

foglio elettronico, per poi giungere ad una serie <strong>di</strong> informazioni strutturate e<br />

georeferenziate; tali da configurare un vero e proprio Sistema Informativo Territoriale<br />

per l’analisi dei valori del mercato immobiliare.<br />

I posters esposti rappresentano il percorso logico delle informazioni che costituiscono il<br />

Sistema Informativo Territoriale: dalla raccolta dei dati fino alla loro elaborazione<br />

tramite il software GIS.<br />

ATTIVITÀ SVOLTA DURANTE L’ASSEGNO DI RICERCA<br />

Michele Argiolas ha preso servizio in qualità <strong>di</strong> Assegnista <strong>di</strong> Ricerca il 31 Marzo 2003,<br />

presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria del territorio – sezione Urbanistica, con il Progetto<br />

dal titolo "Il GIS del mercato immobiliare". Il responsabile scientifico dell’assegno è il<br />

prof. Giampaolo Marchi.<br />

L’argomento <strong>di</strong> ricerca ha come obiettivo principale l'identificazione <strong>di</strong> una metodologia<br />

oggettiva che consenta <strong>di</strong> definire e delineare lo scenario del mercato immobiliare <strong>di</strong> un<br />

contesto urbano tramite l’utilizzo <strong>di</strong> un sistema informativo geografico (GIS) applicato al<br />

mercato immobiliare della città <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. L’iter <strong>di</strong> ricerca è partito da uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

dell’esigua letteratura in merito all’utilizzo dei sistemi informativi territoriali (SIT) per<br />

l’analisi del mercato immobiliare. Contemporaneamente a questa prima fase <strong>di</strong><br />

approccio, sono stati strutturati i dati <strong>di</strong> riferimento, raccolti negli anni precedenti dal<br />

laboratorio <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> Estimo, per renderli compatibili ad una progressiva introduzione<br />

nel software GIS. Per poter svolgere al meglio questa operazione è stato realizzato un<br />

foglio elettronico per la stima <strong>degli</strong> immobili caratterizzato da una struttura rigida e non<br />

mo<strong>di</strong>ficabile adatta a <strong>di</strong>venire l’interfaccia <strong>di</strong> riferimento con il database georeferenziato.<br />

Il foglio elettronico è anche lo strumento attraverso cui viene eseguita<br />

l’esercitazione nel corso <strong>di</strong> Estimo della Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> e può essere<br />

scaricato attraverso il link: http://www.unica.it/armic/estimo/esercitazione.htm. Una volta<br />

strutturato il sistema informativo ed inseriti i dati <strong>di</strong> riferimento relativi a circa 2000<br />

immobili trattati nel periodo che intercorre tra il 1999 ed il 2003, il passo successivo è<br />

basato sull’analisi dei dati raccolti e la stesura delle prime applicazioni GIS. Tra queste<br />

ricor<strong>di</strong>amo quelle oggetto <strong>di</strong> pubblicazione che riguardano:<br />

- La realizzazione <strong>di</strong> una superficie <strong>di</strong> interpolazione per l’analisi della<br />

<strong>di</strong>stribuzione dei valori immobiliari nel comune <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>;<br />

- l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un algoritmo <strong>di</strong> zonizzazione per il tracciamento delle<br />

microzone catastali secondo il D.P.R. 138/98;<br />

- la realizzazione <strong>di</strong> una procedura automatizzata per la valutazione delle<br />

aree e<strong>di</strong>ficabili ai fini ICI.<br />

Attualmente il SIT è continuamente aggiornato per quanto riguarda i dati <strong>di</strong> riferimento<br />

ed è in corso un adeguamento dello stesso alle procedure estimative previste dal<br />

nuovo accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche denominato<br />

“Basilea 2”.<br />

L’assegnista è stato componente della segreteria scientifica per i seguenti convegni:<br />

• Funzioni <strong>di</strong> pubblica utilità e valutazione dell’indennizzo<br />

XXXIII Incontro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o del Centro <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> estimo e <strong>di</strong> economia<br />

territoriale<br />

<strong>Cagliari</strong> 24 Ottobre 2003<br />

• La valutazione come riferimento per la pianificazione: <strong>Cagliari</strong> e il suo<br />

contesto<br />

Incontro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>Cagliari</strong> 25 Ottobre 2003<br />

Ha inoltre partecipato ai seguenti congressi:<br />

• Le gran<strong>di</strong> infrastrutture: approcci <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne giuri<strong>di</strong>co,economico ed<br />

estimativo<br />

XXXIV Incontro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o del Centro <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> estimo e <strong>di</strong> economia<br />

territoriale<br />

1 Cfr. Riccardo Roscelli (2002), Prefazione del volume “Mercato Immobiliare,<br />

innovazione e gestione dei catasti urbani”, Ce.S.E.T, a cura <strong>di</strong> Riccardo Roscelli<br />

5<br />

Firenze 15 e 16 ottobre 2004<br />

Aula Magna Rettorato,<br />

Piazza S. Marco, 4 - Sala Verde, Banca Cassa <strong>di</strong> Risparmio, Via dei Pucci,<br />

Durante l’attività <strong>di</strong> assegnista, Michele Argiolas è stato componente della Commissione d'<br />

esame del corso <strong>di</strong> Estimo e correlatore <strong>di</strong> 5 tesi <strong>di</strong> laurea riguardanti aspetti correlati<br />

all’attività <strong>di</strong> ricerca.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

G. Marchi, M. Argiolas (2003), “Un sistema informativo territoriale per l’analisi del<br />

mercato immobiliare” in “Immagini spaziali e progetto del territorio” a cura <strong>di</strong> Giovanni<br />

Maciocco e Paola Pittaluga. Franco Angeli, Milano.<br />

G. Marchi, M. Argiolas (2003), “La perequazione e i vincoli <strong>di</strong> natura espropriativa. Un<br />

caso <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o” in “Esperienze <strong>di</strong> valutazione” a cura <strong>di</strong> Giampaolo Marchi. Franco<br />

Angeli, Milano.<br />

G. Marchi, M. Argiolas (2003), “L’ICI sulle aree e<strong>di</strong>ficabili: aspetti giuri<strong>di</strong>ci e<br />

problematiche estimative” in “La Valutazione come riferimento per la pianificazione” a<br />

cura <strong>di</strong> Giampaolo Marchi. <strong>Cagliari</strong>..<br />

G. Marchi, M. Argiolas (2003), “L'urbanistica concertata per la mobilità urbana: il caso<br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>” in atti del convegno “L’Estimo tra sapere critico e sapere pratico a 25 anni<br />

dalla scomparsa <strong>di</strong> Carlo Forte”. Napoli, 19 Dicembre 2003.<br />

G. Marchi, M. Argiolas, G. Biolchini, N. Follese (2003), “L'urbanistica concertata per la<br />

mobilità urbana: il caso <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>” in atti del convegno “L’Estimo tra sapere critico e<br />

sapere pratico a 25 anni dalla scomparsa <strong>di</strong> Carlo Forte”. Napoli, 19 Dicembre 2003.<br />

M. Argiolas (2004), “Aspetti economici indotti da un meccanismo <strong>di</strong> permuta posto in<br />

essere dal modello perequativo” atti del Convegno “La perequazione urbanistica: dai<br />

principi all’attuazione” Istituto Nazionale <strong>di</strong> Urbanistica, Sez. Puglia -IN FASE DI<br />

PUBBLICAZIONE<br />

G. Marchi, M. Argiolas (2004), “Il GIS del mercato immobiliare” in atti della IV<br />

Conferenza Nazionale in Informatica e Pianificazione Urbana e Territoriale “Alghero –<br />

settembre 2005– IN FASE DI REVISIONE ANONIMA.


Assegnista: Roberto Argiolas<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Matematica<br />

ABSTRACT: Un problema variazionale a due fasi con curvatura<br />

Consideriamo il seguente problema variazionale:<br />

N<br />

“Sia D ⊂ R un dominio regolare e sia g una funzione regolare<br />

3) Regolarità della soluzione <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong> Dirichlet per un operatore<br />

parabolico in forma <strong>di</strong> non <strong>di</strong>vergenza con coefficienti <strong>di</strong>pendenti dal tempo in<br />

domini non cilindrici.<br />

1<br />

definita su ∂ D . Determinare una funzione u ∈ H ( D)<br />

con u = g su ∂ D , che<br />

I risultati finora ottenuti hanno permesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la “doubling property” per la funzione<br />

<strong>di</strong> Green, per la misura aggiunta normalizzata, e dei teoremi del confronto per soluzioni<br />

minimizzi il funzionale<br />

aggiunte. Tali risultati consentono ora <strong>di</strong> sviluppare la teoria <strong>di</strong> perturbazione della soluzione<br />

per un operatore parabolico in forma <strong>di</strong> non <strong>di</strong>vergenza con i coefficienti appartenenti allo<br />

2<br />

F( u,<br />

Ω) = ∫ ∇u<br />

dx + Area{<br />

u = 0}<br />

+ ∫ f ( x)<br />

χ { } dx u > 0<br />

D<br />

D<br />

(1)<br />

1.<br />

spazio BMO, in domini cilindrici e non cilindrici.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Roberto Argiolas, A TWO-PHASE VARIATIONAL PROBLEM WITH CURVATURE, Le<br />

rappresentato dall’integrale <strong>di</strong> Dirichlet <strong>di</strong> u, più l’area della superficie <strong>di</strong> livello<br />

2.<br />

Γ = { u = 0}<br />

, più l’integrale <strong>di</strong> volume con densità f nella fase positiva”.<br />

Matematiche, Vol. LVIII (2003)- Fasc. I, pp. 131-148.<br />

Roberto Argiolas e Anna Piro Grimal<strong>di</strong>, GREEN’S FUNCTION, CALORIC MEASURE AND<br />

FATOU THEOREM FOR NON-DIVERGENCE PARABOLIC EQUATIONS IN NON<br />

CYLINDRICAL DOMAINS. (pre-print)<br />

3.<br />

Euristicamente, un minimizzante u è armonico (nella regione positiva e negativa)<br />

quando la frontiera libera (insieme <strong>di</strong> livello) sod<strong>di</strong>sfa l’equazione<br />

Roberto Argiolas, Anna Piro Grimal<strong>di</strong> e Sandro Salsa, PERTURBATION THEORY FOR<br />

NON-DIVERGENCE PARABOLIC EQUATIONS IN NON CYLINDRICAL DOMAINS. (preprint)<br />

2<br />

2<br />

+<br />

−<br />

( Γ)<br />

= ∇u<br />

− ∇u<br />

f<br />

k −<br />

dove k ( Γ)<br />

denota la curvatura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Γ = { u = 0}<br />

.<br />

Nell’ipotesi che f sia limitata, <strong>di</strong>mostreremo che la funzione minimizzante u è<br />

lipschitziana e che k ( Γ)<br />

è limitata in senso debole (viscoso). Questo risultato ci<br />

permetterà <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare una certa regolarità della frontiera libera. Per dedurre che la<br />

*<br />

1,<br />

α<br />

frontiera ridotta Γ <strong>di</strong> Γ è localmente il grafico <strong>di</strong> una funzione C , per ogni<br />

0 < α < 1 che sod<strong>di</strong>sfa (2) in senso viscoso, useremo la teoria delle superfici minime<br />

(almost minimal surfaces).<br />

Osserviamo che, aumentando la regolarità <strong>di</strong> f si ottiene maggiore regolarità per<br />

*<br />

Γ . In particolare, se f è analitica (reale) è possibile <strong>di</strong>mostrare il seguente teorema<br />

<strong>di</strong> regolarità della frontiera ridotta, che completa lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della regolarità del nostro<br />

problema:<br />

∞<br />

Teorema. Sia Γ una superficie C , (n-1)-<strong>di</strong>mensionale, con 0 ∈ Γ . Se f è<br />

2 + 2 −<br />

u ∈ C Ω ∪ Γ ∩ C Ω ∪ Γ è soluzione del problema<br />

analitica su Γ e se ( ) ( )<br />

⎧<br />

⎪<br />

∆u<br />

= 0<br />

⎨u<br />

= 0<br />

⎪ 2<br />

+<br />

⎪ ∇u<br />

− ∇u<br />

⎩<br />

allora Γ è analitica.<br />

2<br />

−<br />

− f<br />

* ( x)<br />

= k(<br />

Γ )<br />

in<br />

su<br />

su<br />

+ −<br />

Ω ∪ Ω<br />

RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

La ricerca scientifica svolta dal Dott. R. Argiolas in qualità <strong>di</strong> assegnista tratta i<br />

seguenti argomenti:<br />

1) Esistenza e unicità <strong>di</strong> soluzioni <strong>di</strong> equazioni ellittiche del secondo or<strong>di</strong>ne.<br />

Si sono <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate soluzioni <strong>di</strong> equazioni ellittiche del secondo or<strong>di</strong>ne, in particolare,<br />

facendo riferimento alla nozione <strong>di</strong> soluzione viscosa. La necessità <strong>di</strong> un’opportuna<br />

nozione <strong>di</strong> soluzione debole, ossia non <strong>di</strong>fferenziabile, nasce dal fatto che il metodo<br />

delle caratteristiche (quin<strong>di</strong> il metodo classico) non permette, in generale, <strong>di</strong> costruire<br />

soluzioni globali nel tempo. I pregi della teoria delle soluzioni viscose per equazioni<br />

ellittiche del secondo or<strong>di</strong>ne sono dovute al fatto che: la nozione <strong>di</strong> soluzione viscosa<br />

può essere facilmente adattata ai vari contesti; alle soluzioni si richiede una regolarità<br />

molto debole (tipo la continuità); sopra e sotto soluzioni viscose si comportano bene<br />

rispetto al passaggio al limite puntuale e in particolare alla convergenza uniforme.<br />

Poiché si vogliono soluzioni non <strong>di</strong>fferenziabili, si scarica l’operazione <strong>di</strong> derivata su<br />

2<br />

un’opportuna classe <strong>di</strong> funzioni test, in particolare funzioni test <strong>di</strong> classe C . La teoria<br />

permette <strong>di</strong> approssimare funzione che presentano solo la continuità con funzioni che<br />

presentano una notevole regolarità. Per comprendere profondamente lo spirito della<br />

teoria sulle soluzioni viscose è necessario conoscere: gli operatori <strong>di</strong> Pucci (che<br />

permettono <strong>di</strong> avere stime per equazioni lineari evitando la linearizzazione per<br />

l’equazione stessa) e la <strong>di</strong>suguaglianza <strong>di</strong> Harnack (che fornisce un controllo<br />

dell’oscillazione <strong>di</strong> una soluzione positiva in un compatto contenuto nel suo dominio).<br />

2) Problemi con frontiera libera.<br />

Si è <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato un problema variazionale a due fasi con curvatura, determinando un<br />

minimizzante per il seguente funzionale<br />

2<br />

F( u,<br />

Ω) = ∫ ∇u<br />

dx + Area{<br />

u = 0}<br />

+ ∫ f ( x)<br />

χ { } dx u > 0<br />

D<br />

D<br />

rappresentato dall’integrale <strong>di</strong> Dirichlet della funzione u, più l’area della superficie <strong>di</strong><br />

livello Γ = { u = 0}<br />

, più l’integrale <strong>di</strong> volume con densità f nella fase positiva.<br />

I risultati ottenuti, nell’ipotesi in cui f sia limitata, sono stati quelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare che la<br />

*<br />

1,<br />

α<br />

frontiera ridotta Γ <strong>di</strong> Γ è localmente il grafico <strong>di</strong> una funzione C ,per ogni<br />

Γ<br />

Γ<br />

(2)<br />

7<br />

+<br />

0 < α < 1 , che u è lipschitziana e provare che k( Γ)<br />

= ∇u<br />

−<br />

− ∇u<br />

− f<br />

senso debole (viscoso), dove k ( Γ)<br />

denota la curvatura me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Γ .<br />

2<br />

2<br />

è limitata in


Assegnista: Laura Atzori<br />

Struttura: Dip. Scienze Me<strong>di</strong>che, Clinica<br />

Dermatologica<br />

ABSTRACT: Reazioni avverse cutanee da farmaci<br />

L. Atzori – C.Ferreli – A.L. Pinna - P. Biggio<br />

Clinica Dermatoligica<br />

La somministrazione <strong>di</strong> farmaci ha lo scopo <strong>di</strong> curare o quanto meno ridurre i sintomi <strong>di</strong><br />

una malattia, <strong>di</strong> migliorare il funzionamento <strong>di</strong> un organo, <strong>di</strong> aumentare<br />

complessivamente la durata della vita. Purtroppo, gli effetti benefici sono spesso<br />

accompagnati da effetti collaterali, nella maggior parte dei casi ben conosciuti e<br />

correlati alle dosi terapeutiche del farmaco stesso, ma talvolta, in circa il 5% dei casi, si<br />

possono presentare delle reazioni non volute, impreve<strong>di</strong>bili, causa a loro volta <strong>di</strong> danni<br />

al nostro organismo. Queste reazioni avverse possono interessare qualunque organo e<br />

la cute è uno <strong>di</strong> quelli maggiormente coinvolti, con quadri clinici numerosi e polimorfi,<br />

che spesso simulano altre malattie della pelle e che, seppur raramente, possono<br />

mettere a rischio la vita del paziente. La Clinica Dermatologica dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> dal Novembre 2001 ha attivato un progetto <strong>di</strong> ricerca, finanziato<br />

me<strong>di</strong>ante assegno <strong>di</strong> ricerca dall’<strong>Università</strong>, per la realizzazione <strong>di</strong> un Centro<br />

Sperimentale <strong>di</strong> Farmacovigilanza in dermatologia. Gli scopi principali del progetto<br />

sono: l’ottimizzazione del monitoraggio intensivo delle reazioni avverse, la costituzione<br />

<strong>di</strong> un centro <strong>di</strong> riferimento sul territorio, <strong>di</strong> supporto e consulenza per gli altri Reparti ed<br />

Operatori Sanitari, nonché <strong>di</strong> collegamento con gli Organi Ufficiali preposti alla<br />

farmacovigilanza, in adempimento delle recenti <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge (Decreto 7 agosto<br />

1997 e successive mo<strong>di</strong>fiche). Dai dati clinici ed epidemiologici raccolti in questi anni <strong>di</strong><br />

monitoraggio intensivo si possono ricavare <strong>di</strong>verse informazioni:<br />

• Il numero <strong>di</strong> segnalazioni <strong>di</strong> reazioni avverse cutanee da farmaci è in continua<br />

crescita (80- 100 casi all’anno nell’ultimo biennio).<br />

• Le reazioni possono manifestarsi in qualunque età e per quanto le forme cliniche<br />

più frequenti abbiano un decorso benigno ed autorisolvente, non è trascurabile<br />

l’incidenza <strong>di</strong> forme gravi, che spesso si manifestano in persone anziane, già in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> salute precarie, e che comportano una mortalità elevata, variabile<br />

tra il 5 ed il 70%. Il riconoscimento della natura iatrogena della reazione e la<br />

imme<strong>di</strong>ata sospensione del farmaco responsabile è riconosciuto come il<br />

principale fattore con<strong>di</strong>zionante la possibilità <strong>di</strong> guarigione del paziente, a<br />

prescindere dai mezzi terapeutici successivamente impiegati.<br />

• Considerati complessivamente, i farmaci maggiormente responsabili <strong>di</strong> reazioni<br />

avverse cutanee sono gli antibiotici betalattamici e gli anti-infiammatori non<br />

steroidei, seguiti dagli altri antibiotici, dagli anti-ipertensivi, dagli<br />

anticonvulsivanti, dall’allopurinolo e dai mezzi <strong>di</strong> contrasto.<br />

L’esperienza del centro sperimentale <strong>di</strong> farmacovigilanza ha consentito <strong>di</strong> affinare la<br />

conoscenza dei quadri clinici, dei fattori <strong>di</strong> rischio e prognostici nelle reazioni avverse<br />

cutanee da farmaci. Una volta immessi sul mercato i farmaci raggiungono livelli <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione nella popolazione generale che superano <strong>di</strong> gran lunga le con<strong>di</strong>zioni<br />

standard <strong>di</strong> sperimentazione ed hanno la possibilità <strong>di</strong> indurre reazioni rare, che non si<br />

erano manifestate negli <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> approvazione. La segnalazione spontanea dei casi <strong>di</strong><br />

reazione avversa è uno strumento in<strong>di</strong>spensabile per la generazione <strong>di</strong> un segnale <strong>di</strong><br />

pericolo che, se confermato, potrà comportare la messa in atto <strong>di</strong> procedure <strong>di</strong><br />

sospensione o revisione dell’autorizzazione del farmaco stesso. D’altro canto, ulteriori<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong> sono necessari per progre<strong>di</strong>re in maniera consistente nella conoscenza dei<br />

meccanismi patogenetici che determinano la comparsa delle reazioni, nella<br />

standar<strong>di</strong>zzazione <strong>di</strong> test allergometrici che consentano <strong>di</strong> confermare la <strong>di</strong>agnosi e<br />

soprattutto nell’in<strong>di</strong>viduazione dei fattori <strong>di</strong> suscettibilità genetica che portano alcune<br />

persone ad un aumentato rischio <strong>di</strong> reazione rispetto alla popolazione generale. La<br />

speranza è quella <strong>di</strong> poter identificare, in futuro, gli in<strong>di</strong>vidui che presentano un più alto<br />

rischio <strong>di</strong> reazione, prima dell’assunzione del farmaco.<br />

Riferimenti Bibliografici<br />

1. Litt JZ. Pocketbook of drug eruptions and interactions. The Parthenon Publishing<br />

Group Inc. New York, 1999.Garcia Doval I, et al. Toxic epidermal necrolysis and<br />

Stevens-Johnson syndrome: doeas early withdrawal of causative drugs decrease the<br />

risk of death? Arch Dermatol 2000; 136: 323-7.<br />

3. Atzori L, Pinna AL, Satta R, Ferreli C. Reazioni avverse cutanee da farmaci:<br />

esperienze preliminari <strong>di</strong> un centro <strong>di</strong> farmacovigilanza. Derm Amb 2002; 2: 25-30.<br />

DESCRIZIONE ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Le reazioni avverse a farmaci (ADR) sono state definite dagli esperti<br />

dell’Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale della Sanità come “qualsiasi evento inatteso e non voluto<br />

che si verifichi alle dosi abitualmente impiegate nell’uomo dopo assunzione <strong>di</strong> un<br />

farmaco”. La cute, rispetto ad altri organi è un bersaglio frequente <strong>di</strong> ADR, che<br />

costituiscono spesso causa <strong>di</strong> ricovero o <strong>di</strong> complicanza in corso <strong>di</strong> ricovero<br />

ospedaliero e se non precocemente riconosciute possono mettere a rischio la vita del<br />

paziente. Le finalità del progetto <strong>di</strong> ricerca sono quelle <strong>di</strong> costituire un centro<br />

operativo <strong>di</strong> farmacovigilanza in dermatologia, <strong>di</strong> riferimento sul territorio non solo per la<br />

raccolta dei dati clinico-epidemiologici, ma <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento <strong>degli</strong> aspetti correlati al<br />

trattamento ed alla <strong>di</strong>agnosi, nonché all’analisi delle eventuali problematiche emergenti,<br />

offrendo supporto e consulenza per gli altri Reparti ed Operatori Sanitari. La continuità<br />

garantita dal rinnovo del contratto <strong>di</strong> ricerca ha consentito <strong>di</strong> consolidare le iniziative a<br />

livello locale e nazionale, rappresentando un centro <strong>di</strong> collegamento con gli Organi<br />

Ufficiali preposti alla farmacovigilanza e l’inserimento nei programmi nazionali ed<br />

internazionali <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle reazioni avverse cutanee da farmaci. Tra questi, il<br />

programma <strong>di</strong> sorveglianza intensiva, denominato progetto REACT, per<br />

l’aggiornamento <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> osservazionali, descrittivi e <strong>di</strong> prevalenza realizzati<br />

annualmente dal Gruppo Italiano <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Epidemiologici in Dermatologia (GISED) sui<br />

principali farmaci responsabili <strong>di</strong> eventi avversi ed il progetto RegiSCAR sostenuto<br />

dall'Unione Europea (contratto n° QLG1-CT-2002-01738), attraverso la<br />

documentazione dei casi <strong>di</strong> reazione avversa cutanea severa da farmaci ai fini<br />

dell’inserimento in un registro internazionale, nonché la collaborazione con la<br />

Fondazione Jean Dausset <strong>di</strong> Parigi, per la valutazione dei polimorfismi a carico <strong>di</strong><br />

svariati geni can<strong>di</strong>dati che possono pre<strong>di</strong>sporre allo sviluppo delle reazioni avverse<br />

cutanee da farmaci. Nell’ambito del progetto è stato dato ampio spazio all’opera <strong>di</strong><br />

sensibilizzazione sulle tematiche inerenti la sicurezza dei farmaci ai fini <strong>di</strong> una effettiva<br />

segnalazione dei casi, sia in ambito specialistico che della Me<strong>di</strong>cina Generale. Inoltre,<br />

casi clinici <strong>di</strong> particolare rilievo sono stati oggetto <strong>di</strong> pubblicazione, così come <strong>di</strong><br />

comunicazione scientifica, qualificando ulteriormente l’operatività del Centro <strong>di</strong><br />

Farmacovigilanza in Dermatologia.<br />

9<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

su Riviste Scientifiche In<strong>di</strong>cizzate:<br />

1. Atzori L, Brundu MA, Orrù A, Biggio P. Glycolic acid peeling in the treatment of acne.<br />

JEADV 1999; 12: 119-22. PMID: 10343939.<br />

2. Ferreli C, Pinna AL, Atzori L, Aste N. Eosinophilic cellulitis (Well’s syndrome): a new<br />

case description. JEADV 1999; 12: 1-5. PMID: 10565629.<br />

3. Atzori L, Ferreli C, Biggio P. Less common treatment in vasculitis. Clinics in<br />

Dermatology 1999; 17:641-7. PMID: 10631524.<br />

4. Aste N, Atzori L, Zucca M, Pau M, Biggio P. Gram-negative bacterial toe web<br />

infection: a survey of 123 cases from the <strong>di</strong>strict of <strong>Cagliari</strong>, Italy. J Am<br />

Acad Dermatol 2001; 45: 537-541. PMID: 11568743.<br />

5. Atzori L, Pinna AL, Ferreli C. Extensive and recalcitrant verrucae vulgares of the<br />

great toe treated with imiquimod 5% cream. J Eur Acad Dermatol Venereol 2003;<br />

17: 366-7. PMID: 12702097.<br />

6. Ferreli C, Sulica VI, Aste N, Atzori L, Pinna M, Biggio P. Drug-induced sweat gland<br />

necrosis in a non-comatose patient: a case presentation. J Eur Acad Dermatol<br />

Venereol 2003; 17: 443-45. PMID: 12834457.<br />

7. Atzori L, Pau M, Aste N. Erythema multiforme ID reaction in atypical<br />

dermatophytosis: a case report. J Eur Acad Dermatol Venereol 2003; 17: 699-701.<br />

PMID: 14761142.<br />

8. Tosti A, Soli M, Piraccini BM, Pazzaglia M, Rossi A, Calvieri S, Benci M,<br />

Rongioletti F, Rebora A, Barbareschi M, Atzori L, Chimenti S, Micali G.<br />

Evaluation of sexual function with an International Index of erectile function<br />

in subjects taking finasteride for androgenetic alopecia. Arch Dermatol<br />

2004; 140: 857-8. PMID: 15262698.<br />

9. Ferreli C, Atzori L, Zucca M, Pistis P, Aste N. Leishmaniasis of the lip in a<br />

patient with Down’s Sindrome. J Eur Acad Dermatol Venereol 2004; 18: 599-<br />

602. PMID: 15324405.<br />

10. Atzori L, Fadda D, Ferreli C, Pastorelli C, Iannelli P, Rais M, Faa G, Cocco P, Aste<br />

N. Classic Kaposi's sarcoma in southern Sar<strong>di</strong>nia, Italy. Br J Cancer.<br />

2004;91:1261-2. PMID: 15365567.<br />

11. Atzori L, Ferreli C, Pinna A, Aste N. 'Pityriasis rosea-like' adverse reaction to<br />

lisinopril. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2004 Nov;18(6):743-5. PMID: 15482318.<br />

12. Atzori L, Ferreli C, Zucca M, Fanni D, Aste N. Facial cellulitis associated with<br />

Pseudomonas aeruginosa complicatine ophthalmic herpes zoster. Dermatol<br />

Online J. 2004 Oct 15;10(2):20. PMID: 15530310.<br />

come Study Coor<strong>di</strong>nator del GISED (Italian Group for Epidemiologic Research)<br />

13. Oncology Cooperative Group of the Italian Group for Epidemiologic Research in<br />

Dermatology (Gised). Improving sun protection behaviour in children: study<br />

design and baseline results of a randomized trial in Italian elementary schools.<br />

The “Sole Si Sole No Gised” project. Dermatology 2003; 207: 291-7.<br />

14. Nal<strong>di</strong> L, Colombo P, Placchesi EB, Piccitto R, Chatenoud L, La Vecchia C; Praktis<br />

Study Centers. Study design and preliminary results from the pilot phase of the<br />

Praktis study: the Italian population. Dermatology 2004; 208: 38-42.<br />

capitoli In Libri Scientifici:<br />

15. Atzori L, Ferreli C, Biggio P. Gli analoghi ed i derivati della vitamina D3. In Lotti TM,<br />

e<strong>di</strong>tor. La Psoriasi. UTET Perio<strong>di</strong>ci Scientifici, Milano 1999; 144-150.<br />

16. Atzori L, Ferreli C, Biggio P. Le varietà cliniche della vitiligine. In: Lotti TM, e<strong>di</strong>tor. La<br />

vitiligine - Nuovi concetti e nuove terapie. UTET Perio<strong>di</strong>ci Scientifici, Milano 2000; 46-51.<br />

ISBN 88-7933-167-1<br />

17. Atzori L, Zucca M, Biggio P. Terapie non convenzionali nel trattamento dell’orticaria In:<br />

Lotti TM, e<strong>di</strong>tor. L’orticaria. UTET Perio<strong>di</strong>ci Scientifici, Milano 2001; 46-51. ISBN 88-<br />

7933-226-0<br />

18. Atzori L, Ferreli C, Biggio P. Le piastrine nell’infiammazione cutanea. In: Lotti TM, e<strong>di</strong>tor.<br />

Modelli <strong>di</strong> infiammazione cutanea. UTET Perio<strong>di</strong>ci Scientifici, Milano 2001; 46-51. ISBN<br />

88-7933-227-9<br />

19. Atzori L, Ferreli C, Biggio P. Le varianti morfologiche della dermatite seborroica. Tronco.<br />

In: Lotti TM, e<strong>di</strong>tor. La dermatite seborroica - Nuovi concetti e nuove terapie. UTET<br />

Perio<strong>di</strong>ci Scientifici, Milano 2001; 46-51. ISBN 88-7933-232-5<br />

20. Atzori L, Ferreli C, Pinna AL, Biggio P. Eziologia. In: Lotti TM, e<strong>di</strong>tor. Acne. Nuovi<br />

concetti e nuove terapie. UTET Perio<strong>di</strong>ci Scientifici, Milano 2002; 47-56. ISBN: 88-7933-<br />

256-2<br />

21. Atzori L, Ferreli C, Aste N. Le reazioni i<strong>di</strong>che. Tronco. In: Lotti TM, e<strong>di</strong>tor. Le micosi.<br />

concetti e nuove terapie. UTET Perio<strong>di</strong>ci Scientifici, Milano 2002; 46-51. ISBN 88-7933-<br />

232-5.<br />

22. Atzori L, Petrini N. Nuove frontiere nella terapia delle dermatiti immuno-me<strong>di</strong>ate. In:<br />

Petrini N, Neri P, Caproni M (eds) - Immunodermatologia <strong>di</strong> base per il dermatologo<br />

clinico. Realizzazione E<strong>di</strong>toriale Società Servizi Me<strong>di</strong>ci S.r.l, Pescia.Cap. 5: 88-94.<br />

su Riviste Scientifiche non in<strong>di</strong>cizzate:<br />

23. Pinna AL, Atzori L, Pavanetto S, Aste N, Biggio P. Herpes Zoster: Considerazioni<br />

cliniche ed epidemiologiche nell’arco <strong>di</strong> 20 anni. Ann Ital Dermatol Clin Sper 1997;<br />

51:45-9.<br />

24. Atzori L, Pinna AL, Aste N, Biggio P. Pemfigoide bolloso: risultati <strong>di</strong> uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o clinicoepidemiologico<br />

retrospettivo. Ann Ital Dermatol Clin Sper 1997; 51: 116-20.<br />

25. Pinna AL, Atzori MG, Atzori L, Biggio P. Reazioni cutanee da farmaci: considerazioni<br />

cliniche, epidemiologiche e terapeutiche. G Ital Dermatol Venereol 1998; 133 (suppl.2 al<br />

N.1): 23.<br />

26. Atzori L, Biggio P. The renaissance of dermatology, Montecatini Terme, Italy, March 26-<br />

28, 1998. Int J Dermatol 1998; 37; 874-7.<br />

27. Atzori L. Dall’Italia e dal Mondo: I° Congresso Mon<strong>di</strong>ale dell’Accademia Internazionale <strong>di</strong><br />

Dermatologia Cosmetologica (IACD). Derm Amb 1999; Anno VII (1): 72-4.<br />

28. Reali EF, Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci. Permetrina. Un’alternativa terapeutica per la<br />

scabbia resistente. Derm Amb 1999; Anno VII (2): 90-1.<br />

29. Atzori L, Bertana C. Finasteride: attualità e prospettive. Derm Amb 1999; Anno VII (3):<br />

93-5.<br />

30. Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Dienogest. Derm Amb 1999; Anno VII (4): 84.<br />

31. Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Micofenolato mofetile. Derm Amb 1999; Anno VII (4): 85.<br />

32. Reali EF, Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Panretin. Derm Amb 2000; Anno VIII (1): 74-5.<br />

33. Atzori L. Dall’Italia e dal Mondo: American Academy of Dermatology 58° Meeting<br />

annuale. Derm Amb 2000; Anno VIII (1): 80-5.<br />

34. Atzori L, Brundu MA, Ferreli C. Impiego <strong>di</strong> una crema antiossidante nel trattamento della<br />

dermatite seborroica dell’adulto. Derm Amb 2000; Anno VIII, N° 2: 49-52.<br />

35. Reali EF, Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Denileukin <strong>di</strong>ftitox. Derm Amb 2000; Anno VIII<br />

(2): 74-5.<br />

36. Reali EF, Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Bexarotene. Derm Amb 2000; Anno VIII (2): 75.<br />

37. Atzori L, Pinna AL, Biggio P. Considerazioni cliniche ed epidemiologiche sulla necrolisi<br />

epidermica tossica. Derm Amb 2000; Anno VIII (3): 41-4.<br />

38. Atzori L, Biggio P. Le intertrigini da gram negativi. La Pelle 2000 Anno 6° (7): 61-2.<br />

39. Atzori L. Reazioni avverse cutanee da farmaci: il ruolo delle indagini allergologiche.<br />

Derm Amb 2000; Anno VIII, N° 4: 60-4.<br />

40. Reali EF, Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Melacine. Derm Amb 2000; Anno VIII (4): 68.<br />

41. Reali EF, Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Eflornitina cloridrato. Derm Amb 2000; Anno VIII<br />

(4): 69.<br />

42. Atzori L. AIDA – Sicilia. IV Riunione Regionale “Acne 2000”. Derm Amb 2000; Anno VIII<br />

(4): 70-71.<br />

43. Orrù S, Rizzo N, Ferreli C, Atzori L, Biggio P, Ferreli A. Cisti trichilemmale<br />

proliferante maligna. G Ital Dermatol Venereol 2001; 136 (Suppl.1 al N.1):<br />

151-2.<br />

44. Reali EF, Atzori L. A caccia <strong>di</strong> farmaci: Tacrolimus. Derm Amb 2001; 1: 64-6.<br />

45. Atzori L. Psoriasi: tra me<strong>di</strong>co e paziente. Derm Amb 2001; 3: 66-7.<br />

46. Atzori L, Petrini N. Bioterrorismo: dermatologi in prima linea. Derm Amb<br />

2001; 4: 60-4.<br />

47. Atzori L, Ferreli C, Pinna AL. La scleroterapia. Kosmè 2002; 1: 32-9.<br />

48. Atzori L, Pistis P. Psoriasi e terapie naturali: l’integrazione <strong>di</strong>etetica. Kosmè 2002;<br />

2: 43-5.<br />

49. Atzori L, Pinna AL, Satta R, Ferreli C. Reazioni avverse cutanee da farmaci:<br />

esperienze preliminari <strong>di</strong> un centro <strong>di</strong> farmacovigilanza. Derm Amb 2002; 2: 25-30.


50. Pinna AL, Campagna M, Atzori L, Zucca M, Aste N. Dermatite allergica da<br />

contatto da nickel. Derm Amb 2002; 2: 44-48.<br />

51. Atzori L, Reali EM. Terapie biologiche: nuove frontiere nella cura della<br />

psoriasi. Derm Amb 2002; 2: 51-6.<br />

52. Pinna AL, Ambu R, Atzori L, Aste N. Elastosi perforante serpiginosa<br />

indotta da D-penicillamina. G Ital Dermatol Venereol 2002; 137: 347-<br />

51.<br />

53. Atzori L. Terapie sperimentali nelle reazioni avverse cutanee gravi da<br />

farmaci. Derm Amb 2002; 3: 48-52.<br />

54. Reali EM, Atzori L. Resiquimod: futura opzione per il trattamento<br />

dell’Herpes genitalis? Derm Amb 2002; 4: 62-4.<br />

55. Reali EM, Atzori L. In attesa <strong>degli</strong> immunomodulanti topici: revisione del<br />

meccanismo d’azione e possibilità d’impiego <strong>di</strong> tacrolimus unguento nella<br />

dermatite atopica. Derm Amb 2003; 1: 61-5.<br />

56. Atzori L, Ferreli C, Pinna AL, Biggio P. Cheratosi attiniche del volto trattate<br />

con imiquimod 5% crema. Derm Amb 2003: 2: 43-45.<br />

57. Atzori L. Terapia topica della dermatite atopica: ruolo del tacrolimus e<br />

significato delle strategie proattive. Derm Amb 2003: 3: 61-7.<br />

58. Atzori L, Ferreli C, Pinna AL, Biggio P. Farmaci e fotosensibilità. Kosmè<br />

2004: 2: 16-21.<br />

59. Atzori L, Pinna AL, Ferreli C. Le ipocromie postinfiammatorie. Kosmè 2004:<br />

4: 14-18.<br />

<strong>Abstract</strong><br />

60. Atzori L, Pinna AL, Aste N, Biggio P. La personalità del paziente psoriasico :<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o preliminare nella provincia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Riunione SIDEV Interegionale -<br />

Centro Sud ed Isole. Roma, 16-17 Ottobre 1994. Programma e Atti .<br />

61. Atzori L, Pinna AL, Aste N, Biggio P. La personalità del paziente psoriasico :<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o psicometrico. 70° Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Dermatologia e Venereologia (SIDEV)- S. Margherita <strong>di</strong> Pula, 7-10 giugno 1995.<br />

<strong>Abstract</strong>s .<br />

62. Zucca M, Ferreli C, Atzori L, Pinna AL. Epitelioma calcifico <strong>di</strong> Malherbe a duplice<br />

localizzazione. Riunione SIDEV Interegionale- Centro Sud ed Isole. Messina-<br />

Taormina, 15-17 Novembre 1996. Book of <strong>Abstract</strong>s : 120.<br />

63. Aste N, Pau M, Atzori L, Biggio P. Tinea capitis in childhood. 5th Congress of<br />

the European Academy of Dermatology and Venereology (EADV). Lisbon,<br />

October 13-17 1996. <strong>Abstract</strong>s: S155.<br />

64. Pinna AL, Atzori MG, Atzori L, Biggio P. Reazioni cutanee da farmaci:<br />

considerazioni cliniche, epidemiologiche e terapeutiche. VIII Riunione “Giornate<br />

<strong>di</strong> Terapia in Dermovenereologia” - Catania, 25-26 gennaio 1997. Estratti delle<br />

comunicazioni al convegno: 184.<br />

65. Brundu MA, Atzori L, Orrù A, Biggio P. Peeling con acido gli colico nel<br />

trattamento. VIII Corso <strong>di</strong> Aggiornamento in Dermatologia. Roccaraso 16-22<br />

febbraio 1997. Atti.<br />

66. Biggio P, Atzori L. Attualità sulla terapia topica e sistemica delle dermatofizie.VIII<br />

Corso <strong>di</strong> Aggiornamento in Dermatologia. Roccaraso 16-22 febbraio 1997. Atti.<br />

67. Atzori L, Carta MG, Pinna AL, Macciar<strong>di</strong> A, Aste N, Carpiniello B, Biggio P. La<br />

personalità del paziente psoriasico: <strong>stu<strong>di</strong></strong>o psicometrico. Clinical psychology and<br />

mental health in Europe. S.Margherita <strong>di</strong> Pula (<strong>Cagliari</strong>) 28 may- 4 june,1997.<br />

Programme and abstracts : 49.<br />

68. Atzori L, Carta MG, Pinna AL, Aste N, Carpiniello B, Biggio P. La qualità <strong>di</strong> vita<br />

nel paziente psoriasico. Clinical psychology and mental health in Europe.<br />

S.Margherita <strong>di</strong> Pula (<strong>Cagliari</strong>) 28 may- 4 june,1997. Programme and abstracts :<br />

54.<br />

69. Atzori L, Carta MG, Pinna AL, Macciar<strong>di</strong> A, Aste N, Carpiniello B, Biggio P.<br />

Stu<strong>di</strong>o del tratto alessitimico nel paziente psoriasico. Clinical psychology and<br />

mental health in Europe. S.Margherita <strong>di</strong> Pula (<strong>Cagliari</strong>) 28 may- 4 june,1997.<br />

Programme and abstracts : 54.<br />

70. Mulas P, Brundu MA, Atzori L, Biggio P. Multipl apocrine hidrocystomas of the<br />

face. 19th World Congress of Dermatology. Sydney, 15-20 june 1997.<br />

<strong>Abstract</strong>s :113.<br />

71. Mulas P, Congiu L, Atzori L, Brundu MA. Milia en plaque. 19th World Congress<br />

of Dermatology. Sydney, 15-20 june 1997. <strong>Abstract</strong>s :217.<br />

72. Atzori L, Pinna AL, Aste N, Biggio P. Pemfigoide bolloso: risultati <strong>di</strong> uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

clinico-epidemiologico retrospettivo. 72° Congresso Nazionale SIDEV. Firenze,<br />

15-18 ottobre 1997. Riassunti: P97, 533.<br />

73. Brundu MA, Atzori L, Orrù A, Biggio P. Impiego <strong>di</strong> una crema antiinfiammatoria a<br />

base <strong>di</strong> furalglucitolo nella dermatite seborroica. Incontri <strong>di</strong> Dermocosmetologia<br />

Me<strong>di</strong>ca e Chirurgica. Come invecchiare rimanendo giovani. Saint-Vincent 5-8<br />

novembre 1997. Atti.<br />

74. Fumo G, Pinna AL, Atzori L, Grande S. Orticaria figurata. Riunione<br />

Interregionale SIDEV Centro-Sud ed Isole. Bari, 12-14 <strong>di</strong>cembre 1997.<br />

<strong>Abstract</strong>s: 54.<br />

75. Pinna AL, Ferreli C, Atzori L, Aste N. Sindrome <strong>di</strong> Wells: descrizione <strong>di</strong> un caso.<br />

Giornate <strong>di</strong> Dermatologia Clinica - Palazzo dei Congressi EUR - Roma, 23-25<br />

gennaio 1998. <strong>Abstract</strong>s: 62.<br />

76. Ferreli C, Atzori L, Pinna AL, Aste N. Sindrome <strong>di</strong> Asher. 74 ° Congresso<br />

Nazionale SIDEV. Siena, 9-12 giugno 1999. Riassunti: 203<br />

77. Atzori L, Pinna AL, Atzori MG, Ferreli C, Aste N. Considerazioni cliniche ed<br />

epidemiologiche sulle reazioni cutanee da farmaci. VIII Congresso Nazionale<br />

AIDA. Chia Laguna, 31 agosto-4 settembre 1999. Atti.<br />

78. Atzori L, Pinna AL, Ferreli C, Fumo G, Aste N. Iconografia <strong>di</strong> un eclatante caso<br />

<strong>di</strong> orticaria figurata. VIII Congresso Nazionale AIDA. Chia Laguna, 31 agosto-4<br />

settembre 1999. Atti.<br />

79. Ferreli C, Atzori L, Pinna AL, Aste N. Fibrous Hamartoma of Infancy. VI<br />

Congress of the European Society for Pe<strong>di</strong>atric Dermatology & 3rd International<br />

Days on Pe<strong>di</strong>atric Dermatology. Rome, september 13-18, 1999. <strong>Abstract</strong><br />

80. Atzori L, Pinna AL, Biggio P. Reazioni avverse cutanee da farmaci. Corso <strong>di</strong><br />

Educazione Me<strong>di</strong>ca Continua in Dermatologia, Cortina d‘Ampezzo 6-12<br />

Febbraio 2000. IJIPP Section of Dermatology 2000; 1: 72.<br />

81. Atzori L, Pinna AL, Biggio P. Considerazioni cliniche ed epidemiologiche sulla<br />

necrolisi epidermica tossica. IX Congresso Nazionale AIDA. Taormina, 28<br />

agosto-2 settembre 2000. Atti.<br />

82. Atzori L, Pinna AL, Biggio P. Aspetti clinici delle reazioni avverse<br />

cutanee da farmaci. M.E.D. (Educazione Me<strong>di</strong>ca Continua in<br />

Dermatologia) & Dermatological Alpine Conference, Cortina<br />

d‘Ampezzo 4-10 Febbraio 2001.<br />

83. Ferreli C, Atzori L, Aste N, Biggio P. Sarcoidosi ittiosiforme <strong>degli</strong> arti<br />

inferiori. 27° Incontro <strong>di</strong> istopatologia Dermatologica. Torino, 21-22<br />

marzo 2002.<br />

84. Pili P, Ferreli C, Atzori L, Aste N, Rais M. Carcinoma basocellulare su<br />

nevo sebaceo. 27° Incontro <strong>di</strong> istopatologia Dermatologica. Torino,<br />

21-22 marzo 2002.<br />

85. Atzori L, Pinna AL, Satta R, Ferreli C, Biggio P. Diagnosi e terapia<br />

delle reazioni avverse cutanee da farmaci: esperienze preliminari <strong>di</strong><br />

un centro <strong>di</strong> farmacovigilanza. 77° Congresso Nazionale SIDEV.<br />

Palermo, 15-18 maggio 2002. <strong>Abstract</strong>.<br />

86. Fumo G, Atzori L, Ambu R, Aste N. Pachidermodattilia: descrizione<br />

<strong>di</strong> un caso. 77° Congresso Nazionale SIDEV. Palermo, 15-18 maggio<br />

2002. <strong>Abstract</strong>.<br />

87. Atzori L, E. Reali. Linee guida per il trattamento delle reazioni<br />

avverse da farmaci. 11° Congresso Nazionale AIDA, Napoli 4-8<br />

settembre 2002. Atti: 64.<br />

88. Tosti A, Soli M, Piraccini BM, Pazzaglia M, Rossi A, Calvieri S, Benci<br />

M, Rongioletti F, Rebora A, Barbareschi M, Atzori L, Chimenti S,<br />

Micali G. Evaluation of sexual function during finasteride treatment<br />

using the IIEF questionnaire.11 th Congress of the European Academy<br />

of Dermatology and Venereology, Prague 2-6 october 2002.<br />

<strong>Abstract</strong>s: P23-12<br />

89. Ferreli C, Conti B, Atzori L, Pinna AL, Aste N. Sindrome Crest in<br />

paziente affetta da polimialgia reumatica, artrite reumatoide, arterite<br />

10<br />

temporale <strong>di</strong> Horton e tiroi<strong>di</strong>te autoimmune. XV Giornate <strong>di</strong> Dermatologia<br />

Clinica – Roma, 23-25 Gennaio 2003. Riassunti: 98.<br />

90. Atzori L, Pinna AL, Ferreli C, Biggio P. Reazioni avverse cutanee da farmaci:<br />

riflessioni sull’attività <strong>di</strong> farmacovigilanza ed esperienza della Clinica<br />

Dermatologica <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. 12° Congresso Nazionale AIDA – Domus de Maria<br />

(CA), 20-24 maggio 2003. Atti: 21-3.<br />

91. Atzori L. Terapie biologiche. 12° Congresso Nazionale AIDA – Domus de<br />

Maria (CA), 20-24 maggio 2003. Atti: 56-7.<br />

92. Zucca M, Atzori L. L’ambulatorio <strong>di</strong> dermatologia allergologica. 12°<br />

Congresso Nazionale AIDA – Domus de Maria (CA), 20-24 maggio 2003. Atti:<br />

65-6.<br />

93. Atzori L, Petrini N, Pietrantonio V. Terapia: what’s new. 12° Congresso<br />

Nazionale AIDA – Domus de Maria (CA), 20-24 maggio 2003. Atti: 72-74.<br />

94. Atzori L. Tacrolimus: dal laboratorio alla pratica clinica. 12° Congresso<br />

Nazionale AIDA – Domus de Maria (CA), 20-24 maggio 2003. Atti: 91-2.<br />

95. Petrini N, Atzori L, Bernacchi E, Caproni M, Car<strong>di</strong>nali C, Congedo M, Neri R.<br />

Corso AIDA-GIDIA. Immunodermatologia avanzato. 12° Congresso<br />

Nazionale AIDA – Domus de Maria (CA), 20-24 maggio 2003. Atti: 104-5.<br />

96. Peiretti E, Atzori L, Pinna AL, Fossarello M. Necrolisi epidermica tossica:<br />

descrizione <strong>di</strong> un caso da farmaco antipertensivo (coaprovel) e trattamento<br />

delle sequele oculari. 12° Congresso Nazionale AIDA – Domus de Maria<br />

(CA), 20-24 maggio 2003. Atti: 125-6.<br />

97. Atzori L, Ferreli C, Pinna AL, Biggio P. Cheratosi attiniche del volto trattate<br />

con imiquimod 5% crema. XII Congresso Nazionale AIDA – Chia Laguna, 20-<br />

24 maggio 2003. Atti: 161-3.<br />

98. Ferreli C, Atzori L, Pinna AL, Biggio P. Eruzione cutanea “pitiriasi rosealike”<br />

da lisinopril. XII Congresso Nazionale AIDA – Chia Laguna, 20-24<br />

maggio 2003. Atti: 164-5.<br />

99. Atzori L. Dalla mesoterapia alla microterapia. Giornate <strong>di</strong> Terapia in<br />

Dermovenereologia. Catania, 16-18 gennaio 2004.<br />

100. Atzori L, Pinna AL, Ferreli C, Biggio P. Reazioni avverse cutanee da farmaci<br />

in età pe<strong>di</strong>atrica. IX Biennale Internazionale del Mare. Giornate me<strong>di</strong>terranee<br />

della salute. Napoli 28-30 aprile 2004. Atti: 113.<br />

101. Ferreli C, Atzori L, Pinna AL, Biggio P.Primary and metastatic<br />

epidermotropic pigmented brest carcinoma: histological,<br />

immunohistochemical and ultrastructural analysis of four cases. 31 Annual<br />

Meeting Society for Cutaneous Ultrastructure Research, Joing Meeting with<br />

the European Society of Dermatopathology. Roma 6-8 maggio 2004.<br />

<strong>Abstract</strong> book: 67.<br />

102. Atzori L, Pinna AL, Ferreli C, Aste N. Benign glandular schwannoma. 31<br />

Annual Meeting Society for Cutaneous Ultrastructure Research, Joing<br />

Meeting with the European Society of Dermatopathology. Roma 6-8 maggio<br />

2004. <strong>Abstract</strong> book: 68.<br />

103. Atzori L. Mesoterapia. 79° Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Dermatologia me<strong>di</strong>ca, chirurgica, estetica e <strong>di</strong> Malattie Sessualmente<br />

Trasmesse SIDeMAST, già SIDEV). Nova Yar<strong>di</strong>nia, 26-29 maggio 2004<br />

<strong>Abstract</strong> book: 63.<br />

104. Atzori L. La Mesoterapia: tra mito e realtà. 79° Congresso Nazionale della<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Dermatologia me<strong>di</strong>ca, chirurgica, estetica e <strong>di</strong> Malattie<br />

Sessualmente Trasmesse SIDeMAST, già SIDEV). Nova Yar<strong>di</strong>nia, 26-29<br />

maggio 2004 <strong>Abstract</strong> book: 118-9.<br />

105. Ferreli C, Atzori L, Satta R, Biggio. Sindrome <strong>di</strong> Werner: descrizione del 1°<br />

caso osservato nella provincia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. 79° Congresso Nazionale della<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Dermatologia me<strong>di</strong>ca, chirurgica, estetica e <strong>di</strong> Malattie<br />

Sessualmente Trasmesse SIDeMAST, già SIDEV). Nova Yar<strong>di</strong>nia, 26-29<br />

maggio 2004 <strong>Abstract</strong> book: 199.<br />

106. Atzori L. Focus on: terapia. Tacrolimus unguento: dalla letteratura alla daily<br />

practice. XIII Congresso Nazionale della Associazione Italiana Dermatologi<br />

Ambulatoriali (AIDA) – Trieste 22-26 giugno 2004. Atti: 14-15.<br />

107. Atzori L, Pinna AL, Ferreli C, Zucca M, Biggio P. Pustolosi esantematica<br />

acuta generalizzata. XIII Congresso Nazionale della Associazione Italiana<br />

Dermatologi Ambulatoriali (AIDA) – Trieste 22-26 giugno 2004. Atti: 203.<br />

108. Atzori L, Pau M, Pinna AL, Ferreli C. Linear IgA bullous dermatosis: a case<br />

description. <strong>Abstract</strong> X Mun<strong>di</strong>al Congress Pe<strong>di</strong>atric Dermatology. Roma 7-<br />

10 luglio 2004. Ped Dermatol 2004; 21: 315.<br />

109. Ferreli C, Atzori L, Zucca M, Biggio P. SAPHO syndrome: a case description.<br />

<strong>Abstract</strong> X Mun<strong>di</strong>al Congress Pe<strong>di</strong>atric Dermatology. Roma 7-10 luglio 2004.<br />

Ped Dermatol 2004; 21: 352.<br />

110. Zucca M, Atzori L, Ferreli C, Aste N. Hyper-IgE syndrome: a case<br />

description. <strong>Abstract</strong> X Mun<strong>di</strong>al Congress Pe<strong>di</strong>atric Dermatology. Roma 7-<br />

10 luglio 2004. Ped Dermatol 2004; 21: 422.<br />

111. Ferreli C, Atzori L, Pinna AL, Pau M, Aste N. Lichenoid id reaction in<br />

mycetoma: a case presentation. 13th Congress of the European Academy of<br />

Dermatology and Venereology. JEADV 2004; 18 (suppl. 2): 165.<br />

112. Palmas MA, Adamo M, Sassu A, Biino G, Piras R, Mancosu G, Ledda P,<br />

Atzori L, Angius A, Pirastu M. Genome wide screen in sar<strong>di</strong>nian genetic<br />

isolates identifies two genomic regions linked to androgenetic alopecia.<br />

13th Congress of the European Academy of Dermatology and<br />

Venereology.JEADV 2004; 18 (suppl. 2): 323.<br />

113. Atzori L, Ferreli C, Pinna AL, Zucca M, Biggio P. Sweet’s sindrome lesions<br />

within pre-existing scars. 13th Congress of the European Academy of<br />

Dermatology and Venereology. Firenze 17-21 novembre 2004. JEADV 2004;<br />

18 (suppl. 2): 363.


Assegnista: Riccardo Biddau<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze della Terra<br />

ABSTRACT: Geochimica dell’arsenico<br />

A causa della sua elevata tossicità, l'arsenico è uno dei più pericolosi contaminanti<br />

ambientali. La sua continua assunzione, principalmente attraverso acque contaminate,<br />

può essere causa <strong>di</strong> numerose patologie dermatologiche, car<strong>di</strong>ovascolari, neurologiche<br />

e respiratorie, nonché <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> cancro.<br />

Nelle acque e negli ambienti naturali in generale, i principali processi che limitano la<br />

mobilità dell'arsenico sono i processi che si manifestano all'interfaccia acqua/solido. In<br />

particolare, ossi<strong>di</strong> e idrossi<strong>di</strong> cristallini e/o amorfi <strong>di</strong> manganese, alluminio, e soprattutto<br />

ferro, sono le fasi che dal punto <strong>di</strong> vista ambientale assumono una notevole importanza<br />

per la loro elevata capacità <strong>di</strong> assorbire o "intrappolare" l'arsenico in forme più o meno<br />

stabili nel tempo. Diversi fattori possono influenzare l'interazione tra le specie<br />

dell'arsenico in soluzione e le fasi solide, quali il pH e la forza ionica delle soluzioni, il<br />

potenziale <strong>di</strong> ossidoriduzione, la temperatura e la competizione fra <strong>di</strong>versa specie<br />

ioniche. I processi <strong>di</strong> competizione, in particolare, sono ancora relativamente poco<br />

indagati.<br />

Per questa ricerca (*) sono stati compiuti una serie <strong>di</strong> esperimenti <strong>di</strong> laboratorio al fine <strong>di</strong><br />

indagare la competizione tra l'arsenico e i principali anioni presenti nelle acque naturali<br />

(bicarbonato, solfato e cloruro) o che possono <strong>di</strong>ventarlo in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> inquinamento<br />

(fosfato e nitrato). Il grado <strong>di</strong> competizione dei <strong>di</strong>versi anioni è stato valutato durante<br />

l'assorbimento e il rilascio dell'arsenico da materiali maturali contaminati e da una fase<br />

minerale sintetizzata in laboratorio. I materiali naturali scelti per gli esperimenti<br />

provengono dall'area mineraria <strong>di</strong>smessa <strong>di</strong> Baccu Locci (Sardegna sud-orientale),<br />

dove, fino al 1965, era attiva una miniera <strong>di</strong> arsenico e piombo. La fase sintetica scelta<br />

per gli esperimenti è la ferrihydrite, un ossidrossido <strong>di</strong> ferro con formula chimica<br />

FeOOH*0.4H 2O. Ossi<strong>di</strong> e idrossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferro sono spesso le fasi minerali principali<br />

presenti in suoli e se<strong>di</strong>menti, e in sospensione nelle acque. Poiché queste fasi sono<br />

generalmente amorfe o caratterizzate da una bassa cristallinità, hanno un'elevata<br />

capacità nell'incorporare o assorbire l'arsenico, e assumono un ruolo significativo nel<br />

controllare le concentrazioni in soluzione <strong>di</strong> questo elemento. La ferrihydrite è inoltre la<br />

principale fase contenente l'arsenico nei materiali campionati nell'area <strong>di</strong> Baccu Locci.<br />

Gli esperimenti compiuti hanno evidenziato da un lato l'elevata capacità <strong>di</strong><br />

assorbimento della ferrihydrite nei confronti dell'arsenico, e dall'altra l'importanza della<br />

composizione anionica delle acque come un fattore capace <strong>di</strong> influenzare il processo <strong>di</strong><br />

interazione dell'arsenico con le fasi solide. Gli esperimenti hanno confermato l'elevata<br />

capacità competitiva delle specie del fosforo nei confronti dell'arsenico nei processi <strong>di</strong><br />

assorbimento e rilascio con le fasi solide, ma hanno anche fornito nuovi dati sul ruolo<br />

assunto in questi processi dagli altri anioni maggiori presenti nelle acque. In particolare,<br />

il risultato forse più rilevante è che anche le <strong>di</strong>verse specie del carbonio in soluzione<br />

(H2CO3 e HCO3 - ) hanno, alle con<strong>di</strong>zioni sperimentali impiegate, un grado <strong>di</strong><br />

competizione analogo a quello delle specie del fosforo. Poiché per poter competere<br />

efficacemente due ioni devono manifestare uno stesso meccanismo <strong>di</strong> legame alla<br />

superficie solida, una possibile interpretazione è che acido carbonico e ioni bicarbonato<br />

formano alla superficie delle fasi solide, in particolare ossi<strong>di</strong> e idrossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferro, legami<br />

tipo sfera interna (specific sorption), analogamente alle specie del fosfato e<br />

dell'arsenico. Cloruro e nitrato non hanno la capacità <strong>di</strong> competere efficacemente con<br />

l'arsenico nei processi <strong>di</strong> assorbimento e rilascio, probabilmente in questo caso il<br />

legame <strong>di</strong> questi anioni alla superficie <strong>degli</strong> ossi<strong>di</strong> e idrossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferro avviene attraverso<br />

deboli interazioni elettrostatiche (non specific sorption). Il solfato sembra manifestare<br />

entrambi i meccanismi <strong>di</strong> legame alla superficie <strong>degli</strong> ossi<strong>di</strong> e idrossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferro in<br />

funzione della sua concentrazione in soluzione. In particolare, il legame tipo sfera<br />

interna sembrerebbe prevalente per concentrazioni superiori a 0.1 M.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista pratico gli esperimenti in<strong>di</strong>cano che le elevate capacità assorbenti<br />

<strong>di</strong> fasi come la ferrihydrite possono essere significativamente ridotte, a parità <strong>di</strong> altre<br />

con<strong>di</strong>zioni come pH della soluzione o grado <strong>di</strong> cristallinità, dalla particolare<br />

composizione delle acque. Questo può essere il caso ad esempio <strong>di</strong> acque<br />

contaminate da fosfati in suoli agrari, acque interstiziali con relativamente alta<br />

pressione parziale <strong>di</strong> CO 2 e acque <strong>di</strong> miniera caratterizzate da drenaggio acido con<br />

composizione anionica a solfati prevalenti.<br />

(*) Assegno annuale finanziato con fon<strong>di</strong> PRIN (PRIN 2002, responsabile Prof. L.<br />

Fanfani)<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> svolti nell’ambito <strong>di</strong> un Dottorato <strong>di</strong> Ricerca, <strong>di</strong> contratti <strong>di</strong> ricerca in<strong>di</strong>viduali, e<br />

tramite un finanziamento PRIN (PRIN 2002, responsabile scientifico Prof. Luca<br />

Fanfani), riguardano i processi <strong>di</strong> interazione acqua-roccia e i meccanismi <strong>di</strong><br />

mobilizzazione e trasporto nelle acque naturali <strong>di</strong> elementi chimici in tracce e<br />

ultratracce. Ulteriori <strong>stu<strong>di</strong></strong> sono stati rivolti alla mineralogia e in particolare allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

della cinetica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione delle fasi cristalline.<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sulla mobilità <strong>degli</strong> elementi in ultratracce ha avuto come argomento la<br />

geochimica delle terre rare o lantani<strong>di</strong>, elementi presenti nelle acque naturali<br />

generalmente in concentrazioni dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> unità o decine <strong>di</strong> ng/l. L’utilizzo delle terre<br />

rare si è rivelato importante in idrogeochimica, e in particolare nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei processi<br />

<strong>di</strong> mixing e nella delimitazione <strong>degli</strong> acquiferi, in quanto, in alcune con<strong>di</strong>zioni, e come<br />

<strong>di</strong>mostrato anche nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o compiuto, il pattern delle terre rare nelle acque può<br />

riflettere il pattern <strong>di</strong> questi elementi nelle litologie con cui le stesse acque<br />

interagiscono. Ulteriori <strong>stu<strong>di</strong></strong> sono stati rivolti alla comprensione dei meccanismi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spersione dei contaminanti in tracce nelle aree minerarie. In particolare, nelle aree<br />

minerarie <strong>di</strong>smesse <strong>di</strong> Montevecchio e Monteponi e nell’area della concessione<br />

mineraria <strong>di</strong> Osilo (SS). Quest’ultima è risultata particolarmente favorevole per uno<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o sulla <strong>di</strong>spersione dei metalli in tracce per l'assenza <strong>di</strong> significative fonti <strong>di</strong><br />

contaminazione antropica quali industrie o attività minerarie passate. In previsione del<br />

prossimo sfruttamento della mineralizzazione, i dati <strong>di</strong> tale <strong>stu<strong>di</strong></strong>o possono essere<br />

considerati come valori <strong>di</strong> background utili per poter riconoscere, durante l’esecuzione<br />

dei lavori minerari, eventuali variazioni dei parametri chimico-fisici delle acque e della<br />

concentrazione <strong>degli</strong> elementi potenzialmente tossici come l’arsenico, il principale<br />

elemento in tracce presente nella mineralizzazione.<br />

L’arsenico, presente nell’ambiente in conseguenza sia delle attività antropogeniche che<br />

dei processi naturali <strong>di</strong> alterazione delle rocce, è un elemento chimico altamente<br />

tossico e rappresenta un potenziale rischio per l’ambiente e la salute umana. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

della geochimica <strong>di</strong> questo elemento ha rappresentato l’argomento dell’assegno. Scopo<br />

della ricerca sono stati i processi che si manifestano all’interfaccia acqua/solido, e, in<br />

particolare, i processi <strong>di</strong> assorbimento dell’arsenico sugli ossi<strong>di</strong>/idrossi<strong>di</strong> <strong>di</strong> ferro.<br />

Queste fasi, presenti in suoli, se<strong>di</strong>menti e acque, sono generalmente amorfe oppure<br />

caratterizzate da una bassa cristallinità. Poiché hanno un’elevata capacità<br />

11<br />

nell’incorporare od adsorbire l’arsenico, spesso assumono un ruolo significativo nel<br />

controllare le concentrazioni in soluzione <strong>di</strong> questo elemento.<br />

Insieme ad altri metalloi<strong>di</strong> e metalli pesanti, l’arsenico può essere presente nell’ambiente in<br />

<strong>di</strong>verse forme e specie chimiche che possono variare notevolmente nella loro solubilità,<br />

mobilità, bio<strong>di</strong>sponibilità e tossicità. In suoli contaminati e residui <strong>di</strong> flottazione minerari, per<br />

esempio, l’arsenico può essere presente in minerali primari, in minerali secondari formati<br />

dall’alterazione dei minerali primari, oppure come specie assorbita alla superficie <strong>di</strong> fasi solide<br />

cristalline o amorfe. L’arsenico assorbito spesso costituisce una significativa frazione<br />

dell’arsenico totale e spesso rappresenta la frazione più bio<strong>di</strong>sponibile.<br />

Gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> mineralogia hanno riguardato in particolare il ruolo che della taglia e i <strong>di</strong>fetti<br />

cristallini hanno sulla cinetica <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione delle fasi cristalline. Per questi <strong>stu<strong>di</strong></strong> è stata<br />

svolta attività <strong>di</strong> addestramento, messa a punto della strumentazione e attività <strong>di</strong> ricerca con il<br />

microscopio elettronico a trasmissione (HRTEM) presso il laboratoro LIMiNa (Laboratorio<br />

Inter<strong>di</strong>sciplinare <strong>di</strong> Microscopie e Nanoscopie) <strong>di</strong> Monserrato (<strong>Cagliari</strong>).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Biddau R., Atzori M., and Lattanzi P. (2005). Potential environmental impact of “heavy<br />

metals” from the Pitzu Rubiu clay mine, Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Geologia Tecnica e Ambientale.<br />

Submitted.<br />

De Giu<strong>di</strong>ci, G., Biddau, R., D’Incau, M., Leoni, M., and P. Scar<strong>di</strong> (2004). Dissolution of nanocrystalline<br />

fluorite powders: an investigation by XRD and solution chemistry. Geochimica<br />

et Cosmochimica Acta. Submitted.<br />

Leoni, M., De Giu<strong>di</strong>ci, G., Biddau, R., D’Incau, M., and P. Scar<strong>di</strong> (2004). Analysis of<br />

poly<strong>di</strong>sperse ball-milled fluorite powders using a full pattern technique. Zeitschrift fuer<br />

Kristallographie. Submitted.<br />

Frau, F., Rossi, A., Ardau, C., Biddau, R., Da Pelo, S., Atzei, D., Licheni, C., Cannas, C., and<br />

G.C. Capitani (2004). Determination of arsenic speciation in complex environmental<br />

samples by the combined use of TEM and XPS. Microchimica Acta. In press.<br />

Biddau, R., and R., Cidu (2004). Hydrogeochemical baseline <strong>stu<strong>di</strong></strong>es prior to gold mining: a<br />

case study in Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Journal of Geochemical Exploration. In press.<br />

Cidu, R., Biddau, R., and T., Spano (2004). Temporal variation in water chemistry at<br />

abandoned mines hosted in a carbonate environmental. Mine Water and the Environment.<br />

In press.<br />

Biddau, R. (2004). Hydrogeochemical <strong>stu<strong>di</strong></strong>es in the Osilo area (Sar<strong>di</strong>nia) with particular<br />

attention to the sorption process of arsenic. Plinius Vol. 30, pp. 65-69.<br />

Biddau, R., Pirinu, C., Lattanzi, P., and P., Zuddas (2004). Environmental chemistry of solid<br />

wastes from the heap leaching pad at the Furtei gold mine, Sar<strong>di</strong>nia, Italy. Procee<strong>di</strong>ng of<br />

the 11 th International Symposium on Water Rock Interaction (WRI-11), R. Wanty & R. Seal<br />

(eds.). Saratoga Springs, New York, USA, June 27-July 02, 2004. A.A. Balkema,<br />

Rotterdam. Vol. 2, pp. 1447-1452.<br />

Biddau, R., Cidu, R. e F. Frau (2002). Rare earth elements in waters from the albitite-bearing<br />

grano<strong>di</strong>orites of Central Sar<strong>di</strong>nia, Italy. Chemical Geology Vol. 182, pp. 1-14.<br />

Biddau, R., Dadea, C., Fanfani, L., Lorrai, M. e L. Rundeddu (2002). Caratterizzazione delle<br />

acque nell’areale del cervo sardo <strong>di</strong> Montevecchio-Ingurtosu-Piscinas (Sardegna sudoccidentale),<br />

pp. 55. Internal report.<br />

Biddau, R., Dadea, C. e S. Da Pelo (2001). The Abandoned mining area of Montevecchio-<br />

Ingurtosu. In: Guide Book to the field trips in Sar<strong>di</strong>nia (ed. Franco Frau). Ren<strong>di</strong>conti del<br />

Seminario della Facoltà <strong>di</strong> Scienze dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Vol. LXXI N° 2, pp. 109-124.<br />

Biddau, R., Cidu, R. e F. Frau (2001). Rare earth elements geochemistry in water from<br />

grano<strong>di</strong>orites of Central Sar<strong>di</strong>nia, Italy. Procee<strong>di</strong>ng of the 10 th Internat. Symposium on<br />

Water Rock Interaction - WRI-10, Villasimius, Italy, June 10-15, 2001. R. Cidu (ed.), A.A.<br />

Balkema, Rotterdam. Vol. 2, pp. 965-968.<br />

Biddau, R., Fanfani, L., Lattanzi, P. e P. Zuddas (2001). Acid mine drainage pre<strong>di</strong>ction by<br />

Acid-Base Accounting tests in abandonate mine tailings from Sar<strong>di</strong>nia. Procee<strong>di</strong>ng of the<br />

10 th Internat. Symposium on Water Rock Interaction - WRI-10, Villasimius, Italy, June 10-<br />

15, 2001. R. Cidu (ed.), A.A. Balkema, Rotterdam. Vol. 2, pp. 1185-1188.


Assegnista: Giovanna Cappai<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie<br />

Ambientali<br />

ABSTRACT: Trattamento biologico combinato <strong>di</strong> acque reflue <strong>di</strong> raffineria:<br />

sperimentazione su impianto pilota<br />

G. Cappai, A. Carucci<br />

Scopo della presente ricerca è stato <strong>stu<strong>di</strong></strong>are la fattibilità ed efficacia del trattamento<br />

biologico combinato <strong>di</strong> due tipologie <strong>di</strong> reflui prodotti da attività <strong>di</strong> raffinera: le acque <strong>di</strong><br />

processo (originate dagli impianti <strong>di</strong> lavorazione del greggio e contaminate tra l’altro da<br />

idrocarburi, metalli pesanti, tensioattivi, fenoli) e le acque <strong>di</strong> zavorra (acque <strong>di</strong> mare<br />

utilizzate dalle navi petroliere per bilanciare i propri carichi e contenenti idrocarburi).<br />

Attualmente tali liquami subiscono trattamenti depurativi separati per via dell’elevato<br />

contenuto salino delle acque <strong>di</strong> zavorra. La trattabilità biologica <strong>di</strong> reflui salini è infatti<br />

con<strong>di</strong>zionata dal potenziale effetto tossico-inibitorio dei sali nei confronti dei<br />

microrganismi presenti negli impianti <strong>di</strong> depurazione.<br />

In questo contesto, la sperimentazione condotta ha previsto l’allestimento ed il<br />

monitoraggio <strong>di</strong> impianti pilota <strong>di</strong> tipo sequenziale (SBR), <strong>di</strong>mensionati in modo da<br />

riprodurre le con<strong>di</strong>zioni operative dell’impianto in scala reale ed alimentati con i reflui<br />

oggetto <strong>di</strong> indagine. In una prima fase della sperimentazione, è stato allestito un unico<br />

impianto e si è proceduto ad alimentare miscele <strong>di</strong> acque <strong>di</strong> zavorra ed acque <strong>di</strong><br />

processo con percentuali delle prime crescenti gradualmente nel tempo. La notevole<br />

variabilità temporale delle caratteristiche possedute dalle acque <strong>di</strong> processo ha reso<br />

<strong>di</strong>fficile l’interpretazione dei risultati sperimentali circa gli effetti dovuti all’innalzamento<br />

del tenore salino del refluo. Si è <strong>di</strong> conseguenza passati ad una seconda fase, in cui<br />

sono stati utilizzati due impianti SBR, uno alimentato con miscele a contenuto<br />

crescente <strong>di</strong> acque <strong>di</strong> zavorra (Reattore AP-AZ), l’altro alimentato con sole acque <strong>di</strong><br />

processo (Reattore AP). Ciò ha reso possibile <strong>di</strong>scernere tra gli effetti dovuti alla<br />

salinità e quelli imputabili alle caratteristiche intrinseche delle acque <strong>di</strong> processo ed<br />

in<strong>di</strong>viduare potenzialità e limiti del processo in relazione a <strong>di</strong>fferenti scenari <strong>di</strong><br />

smaltimento (corrispondenti a frazioni crescenti <strong>di</strong> acque <strong>di</strong> zavorra contenute nel refluo<br />

in alimentazione). Si è infatti proceduto ad alimentare l’impianto in scala pilota con<br />

liquami caratterizzati da dosi gradualmente crescenti <strong>di</strong> acque <strong>di</strong> zavorra, in modo tale<br />

da porre in luce le potenzialità <strong>di</strong> adattamento dei microrganismi e le eventuali<br />

mo<strong>di</strong>fiche a carico delle rese depurative. Gli incrementi <strong>di</strong> salinità, effettuati secondo<br />

step da circa 500 mg/l <strong>di</strong> cloruri, hanno consentito <strong>di</strong> arrivare a 10000 mg/l <strong>di</strong> cloruri<br />

nella miscela alimentata in impianto.<br />

Dallo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o condotto è emerso che è possibile selezionare una biomassa in grado <strong>di</strong><br />

adattarsi a graduali incrementi <strong>di</strong> tenore salino. I processi depurativi <strong>di</strong> rimozione delle<br />

componenti azotate non sono risultati inibiti dalla salinità; le cinetiche <strong>di</strong> rimozione<br />

dell’azoto non sono state assolutamente influenzate ed in alcuni casi è emerso che la<br />

biomassa acclimatata ad elevate concentrazioni saline risulta più efficiente nei processi<br />

<strong>di</strong> nitrificazione e denitrificazione. La miscelazione con acque reflue marine ha<br />

determinato un certo grado <strong>di</strong> inibizione nella rimozione della sostanza organica<br />

biodegradabile; tale inibizione non è però aumentata proporzionalmente con la salinità<br />

nel corso della sperimentazione e non ha mai pregiu<strong>di</strong>cato rese depurative compatibili<br />

con i limiti imposti allo scarico in acque superficiali. E’ possibile pertanto affermare che<br />

un trattamento biologico combinato dei due reflui risulta un’opzione praticabile, almeno<br />

fino a frazioni del 50% dell’acqua <strong>di</strong> zavorra nel liquame in alimentazione all’impianto e<br />

previa acclimatazione della biomassa, ottenuta con graduali incrementi <strong>di</strong> salinità e<br />

opportuno monitoraggio della risposta del sistema.<br />

ATTIVITÀ ASSEGNISTA<br />

E’ stata Assegnista <strong>di</strong> ricerca presso il Dipartimento <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie<br />

Ambientali dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> dal 3/11/2000 al 31/12/2003, nell’ambito del<br />

progetto “Trattamento biologico <strong>di</strong> acque reflue industriali contenenti composti organici<br />

biorefrattari”.<br />

Attualmente è Ricercatore in Ingegneria Sanitaria Ambientale presso la Facoltà <strong>di</strong><br />

Ingegneria dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Svolge attività <strong>di</strong>dattica e <strong>di</strong> ricerca, in settori<br />

riguardanti i trattamenti <strong>di</strong> depurazione delle acque, la gestione e smaltimento dei rifiuti<br />

e la bonifica dei siti contaminati.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Cossu R., Muntoni A., Cappai G. (1998). Tecniche <strong>di</strong> copertura delle<br />

<strong>di</strong>scariche controllate e confronto tra alternative - Recycling, anno 3, n° 1,<br />

Marzo 1999; E<strong>di</strong>zioni PEI Srl, Parma e Atti del seminario internazionale<br />

“La <strong>di</strong>scarica <strong>di</strong> RSU tra presente e futuro", Cittadella, Padova, 24-<br />

26/06/1998; CISA E<strong>di</strong>tore, <strong>Cagliari</strong>.<br />

2. Cappai G., Favaretti M., Stimamiglio C. (1999). Mechanical and hydraulic<br />

properties of MSW incineration slags - Atti del simposio internazionale<br />

"7th International Waste and Landfill management Symposium", S.<br />

Margherita <strong>di</strong> Pula (CA), 4-8/10/1999; CISA E<strong>di</strong>tore, <strong>Cagliari</strong>.<br />

3. Cappai G., Muntoni A. (2000). Caratterizzazione meccanica e chimica dei<br />

rifiuti pretrattati termicamente – Atti del seminario <strong>di</strong> aggiornamento<br />

internazionale “La progettazione delle nuove <strong>di</strong>scariche e la bonifica delle<br />

vecchie”, Padova, 27-29/09/2000; CISA E<strong>di</strong>tore, <strong>Cagliari</strong>.<br />

4. Cappai G., Lechner P., Muntoni A. (2001). Assessment of emission<br />

behaviour of MSW incineration slags on the basis of artificial ageing<br />

- Atti del simposio internazionale "8th International Waste and<br />

Landfill management Symposium", S. Margherita <strong>di</strong> Pula (CA), 1-<br />

4/10/2001; CISA E<strong>di</strong>tore, <strong>Cagliari</strong>.<br />

5. Cappai G., Carucci A., Eltru<strong>di</strong>s M., Muntoni A. (2002). Co-treatment of<br />

refinery wastewater and ballast water in a sequencing batch reactor.<br />

Atti del congresso internazionale “ISWA 2002 World Environmental<br />

Congress”, Istanbul, 8-12 luglio 2002.<br />

6. Cao A., Cappai G., Carucci A., Muntoni A. (2002). Selection of plants<br />

for zinc and lead phytoreme<strong>di</strong>ation. Atti del congresso internazionale<br />

“ISWA 2002 World Environmental Congress”, Istanbul, 8-12 luglio<br />

2002. + Special Issue of the J. Environ. Sci. Health, Part A, Vol. A39<br />

(2004), No. 4, pp. 1011-1024.<br />

13<br />

7. Cappai G., Carucci A., Muntoni A., Onnis A. (2002). Use of red mud from<br />

Bayer process for nitrogen and phosphorus removal. Atti del “VI SIBESA”,<br />

Simposio Italo-brasiliano <strong>di</strong> Ingegneria Sanitaria e Ambientale, Vitoria,<br />

Brasile, 1-5 settembre 2002.<br />

8. Cao A., Crasto P., Carucci A., Cappai G. (2002). Nitrogen removal from<br />

MSW landfill leachate in combined vertical and horizontal flow constructed<br />

wetlands. Atti del congresso internazionale “8th Int. Conference on<br />

Wetland Systems for Water Pollution Control”, Arusha, Tanzania, 16-19<br />

settembre, Vol. 2, pp. 1175-1182.<br />

9. Cappai G., Muntoni A., Zucca A. (2002). Use of low cost ad<strong>di</strong>tives for<br />

thermal treatment of slag containing heavy metals. Atti del congresso<br />

internazionale “SWEMP - Seventh International Symposium on<br />

Environmental Issues and Waste Management in Energy and Mineral<br />

Production”, <strong>Cagliari</strong> Italy, 7-10 ottobre 2002.<br />

10. Sabbas T., Polettini A., Pomi R., Astrup T., Hijelmar O, Mostbauer P.,<br />

Cappai G., Speiser C., Heuss-Assbichler S., Klein R., Lechner P. (2003).<br />

Management of municipal solid waste incineration residues. Waste<br />

Management n° 23 2003, pp 61-88.<br />

11. Cappai G., Carucci A., De Gioannis G. and Muntoni A. (2003). Effects on<br />

Leachate Quality of Different Approaches to the Concept of<br />

Environmentally Sustainable Landfill. Atti del simposio internazionale "9th<br />

International Waste and Landfill management Symposium", S. Margherita<br />

<strong>di</strong> Pula (CA), 6-10/10/2003; CISA E<strong>di</strong>tore, <strong>Cagliari</strong>.<br />

12. Cappai G., Carucci A., Onnis A. (2004). Use of industrial wastewaters for the<br />

optimization and control of nitrogen removal processes. International Conference<br />

on Wastewater Treatment for Nutrient Removal and Reuse (ICWNR'04), Asian<br />

Institute of Technology, Thailand, 26-29 gennaio, vol. I, pp. 274-280. Wat. Sci.<br />

Tech., Vol. 50, No. 6.<br />

13. Carucci A., Onnis A., Cappai G. (2004). Titration biosensors for estimating the<br />

biochemical nitrate demand of municipal and industrial wastes. Proc. of<br />

European Symposium on Environmental Biotechnology (ESEB 2004), Oostende,<br />

Belgio, 25-28 Aprile, pp. 639-642. accepted for publication in the Journal of<br />

Industrial Microbiology and Biotechnology.<br />

14. Cappai G., De Gioannis G., Muntoni A. (2004). Ottimizzazione dei rapporti <strong>di</strong><br />

miscelazione nel caso <strong>di</strong> compostaggio <strong>di</strong> matrici contenenti vinacce. – Atti del<br />

“SIDISA 2004 - Simposio Internazionale <strong>di</strong> Ingegneria Sanitaria-Ambientale”<br />

Taormina, 23-26 giugno 2004.<br />

15. Cappai G., Carucci A., Onnis A., Piredda M. (2004). Study on the Fate of Drugs<br />

in Wastewater Treatment Plants (WWTP) and their Inhibition Effects on<br />

Nitrification. IWA 2004 World Water Congress & Exhibition, Marrakech, 19-24<br />

settembre 2004.


Assegnista: Gianfranca Carta<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Biologia Sperimentale<br />

ABSTRACT: modulazione indotta dalla somministrazione <strong>di</strong> acido linoleico coniugato<br />

(cla) sul metabolismo lipi<strong>di</strong>co <strong>di</strong> neuroni e astrociti isolati dalla corteccia cerebrale <strong>di</strong><br />

ratto<br />

Il CLA, un acido grasso con due doppi legami coniugati, è una miscela <strong>di</strong> isomeri<br />

dell’acido linoleico (LA) che ha <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> possedere importanti proprietà biologiche<br />

come modulatore del metabolismo lipi<strong>di</strong>co e del sistema immunitario nonché attività<br />

anti<strong>di</strong>abetiche, antiaterogene, anticancerogene e nutrizionali.<br />

Si è ipotizzato che le attività del CLA potrebbero essere collegate alla sua capacità <strong>di</strong><br />

modulare il metabolismo lipi<strong>di</strong>co. Il CLA infatti è in competizione con il LA in quanto<br />

substrato comune nei processi <strong>di</strong> elongazione e desaturazione. Inoltre è β-ossidato nei<br />

perossisomi e funge da ligando dei PPAR, una famiglia <strong>di</strong> fattori trascrizionali nucleari<br />

in grado <strong>di</strong> agire sulla trascrizione <strong>di</strong> proteine coinvolte nel metabolismo lipi<strong>di</strong>co, nel<br />

bilancio energetico, nella produzione <strong>di</strong> eicosanoi<strong>di</strong> e nel <strong>di</strong>fferenziamento cellulare.<br />

Nonostante il gran numero <strong>di</strong> tessuti <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati finora non ci sono state pubblicazioni sul<br />

metabolismo del CLA nel tessuto cerebrale particolarmente ricco in lipi<strong>di</strong>. È stato<br />

osservato che cambiamenti nella <strong>di</strong>eta influenzano, nelle membrane neuronali e gliali, il<br />

contenuto <strong>di</strong> PUFA e le loro attività biologiche. Quin<strong>di</strong> se l’incorporazione del CLA e/o<br />

la sintesi dei suoi metaboliti, abbassasse i livelli <strong>di</strong> acido arachidonico (AA), come<br />

osservato in altri tessuti, ciò potrebbe <strong>di</strong>minuire i precursori <strong>degli</strong> eicosanoi<strong>di</strong> influendo<br />

su patologie quali l’adrenoleuco<strong>di</strong>strofia e l’Alzheimer in cui è coinvolta la produzione <strong>di</strong><br />

eicosanoi<strong>di</strong>.<br />

Da <strong>stu<strong>di</strong></strong> in vivo, eseguiti nel nostro laboratorio, si è osservata nel cervello<br />

un’incorporazione del CLA e dei suoi metaboliti progressiva e graduale. Lo scopo <strong>di</strong><br />

questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è verificare se neuroni e astrociti, isolati dalla corteccia cerebrale <strong>di</strong> ratto,<br />

siano capaci <strong>di</strong> metabolizzare, in situ, il CLA a CD18:3, CD20:3 e CD20:4 e, a livello<br />

perossisomiale, a CD16:2.<br />

I nostri risultati hanno <strong>di</strong>mostrato che neuroni e astrociti sono in grado entrambi <strong>di</strong><br />

metabolizzare il CLA ma in maniera tendenzialmente <strong>di</strong>versa sia come isomeria che<br />

come prodotti. Gli astrociti mostrano una maggiore capacità <strong>di</strong> elongazione e<br />

desaturazione <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi, mentre i neuroni mostrano una formazione più<br />

rilevante dei metaboliti della β-ossidazione perossisomiale. Ciò potrebbe in<strong>di</strong>care un<br />

ruolo del CLA nell’attivazione dei PPAR coinvolti nella maturazione neuronale, nella<br />

mielinizzazione e nell’espressione genica dei neurotrasmettitori. Questo risulta <strong>di</strong><br />

particolare importanza in quanto alcune patologie, come l’adrenoleuco<strong>di</strong>strofia,<br />

implicano una parziale inibizione della β-ossidazione perossisomiale con una forte<br />

demielinizzazione ed un aumento dell’infiammazione con conseguenze gravi sul SNC.<br />

Se si confermassero tali ipotesi il CLA potrebbe rivelarsi un ottimo coa<strong>di</strong>uvante<br />

naturale.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Scopo del progetto e’ verificare se esista una modulazione del metabolismo lipi<strong>di</strong>co<br />

nell’uomo indotta dall’apporto alimentare <strong>di</strong> prodotti lattiero-caseari arricchiti in acido<br />

linoleico coniugato (CLA) nell’uomo.<br />

Dati recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che il CLA, un acido grasso inusuale a 18 atomi <strong>di</strong><br />

carbonio con 2 doppi legami coniugati, possiede <strong>di</strong>verse attività biologiche. Il termine<br />

CLA comprende un gruppo <strong>di</strong> isomeri geometrici e posizionali che si possono originare<br />

per idrogenazione industriale o biologica. La presenza del CLA nei prodotti lattierocaseari<br />

è dovuta alla bioidrogenazione, che si svolge nei ruminanti. Per questa ragione<br />

le principali fonti alimentari <strong>di</strong> CLA sono i prodotti lattiero-caseari e le carni dei<br />

ruminanti, dove l’isomero c9,t11 rappresenta circa il 90% del CLA totale.<br />

Numerosi esperimenti hanno mostrato che il CLA possiede attività anticancerogena,<br />

antiaterogena, antia<strong>di</strong>pogena e anti<strong>di</strong>abetica e che è inoltre capace <strong>di</strong> modulare il<br />

metabolismo lipi<strong>di</strong>co, la sintesi <strong>degli</strong> eicosanoi<strong>di</strong> e il sistema immunitario.<br />

Nel nostro laboratorio <strong>stu<strong>di</strong></strong> precedenti sul latte ovino hanno evidenziato che esistono<br />

con<strong>di</strong>zioni d’allevamento capaci <strong>di</strong> produrre latte particolarmente ricco in CLA. Inoltre è<br />

stato osservato, negli animali da esperimento, che il CLA è metabolizzato come gli altri<br />

aci<strong>di</strong> grassi senza perdere la struttura a <strong>di</strong>eni coniugati e sembra che ciò avvenga<br />

anche nell’uomo dove sono stati rilevati il CLA e suoi metaboliti nel plasma.<br />

Durante questo periodo <strong>di</strong> ricerca le tecniche sperimentali sono state adattate al<br />

progetto: i lipi<strong>di</strong> dal plasma, o dai tessuti analizzati, sono isolati con la meto<strong>di</strong>ca del<br />

Folch, poi si saponificano per estrarre gli aci<strong>di</strong> grassi saturi e insaturi, il CLA e i suoi<br />

metaboliti. Questi sono in<strong>di</strong>viduati in HPLC a serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<strong>di</strong> con colonna a fase inversa,<br />

in particolare gli aci<strong>di</strong> grassi non coniugati sono rilevati a 200nm, quelli a <strong>di</strong>eni coniugati<br />

a 234nm, mentre i saturi, previa derivatizzazione, a 256nm. Gli isomeri geometrici e<br />

posizionali del CLA, che hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> possedere proprietà <strong>di</strong>verse, sono<br />

identificati in HPLC, in fase normale con due colonne a ioni d’argento in serie, a<br />

234nm.<br />

Oltre alle indagini sul plasma <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui sani che, in fase preliminare, hanno assunto<br />

CLA in forma sintetica al fine <strong>di</strong> identificare un corretto range <strong>di</strong> CLA da introdurre<br />

successivamente con prodotti lattiero caseari, sono stati eseguiti esperimenti<br />

preliminari su colture <strong>di</strong> astrociti e neuroni isolati <strong>di</strong> ratto trattati con CLA. Si e’<br />

osservato che anche nelle cellule cerebrali il CLA viene incorporato e metabolizzato<br />

come gli altri aci<strong>di</strong> grassi. Infatti sono stati ritrovati i prodotti <strong>di</strong> elongazione e<br />

desaturazione CD18:3, CD20:3 e CD20:4, nonché i CD16:2 e CD16:3 formati dalla -<br />

ossidazione perossisomiale. Quin<strong>di</strong> il CLA sembra sia metabolizzato come gli altri aci<strong>di</strong><br />

grassi anche nel SNC. Ciò potrebbe suggerire possibili attività del CLA su malattie,<br />

come l’Alzheimer e <strong>di</strong>sturbi neuronali legati all’età, che sembrano collegati ad un<br />

alterato metabolismo lipi<strong>di</strong>co.<br />

Se l’attività preventiva del CLA su <strong>di</strong>verse patologie verrà confermata anche nell’uomo,<br />

questo acido grasso naturalmente prodotto, <strong>di</strong>mostrerà <strong>di</strong> possedere le caratteristiche<br />

ideali come agente preventivo in quanto assumibile con alimenti importanti per il loro<br />

valore nutrizionale, quale il latte e i suoi derivati e la carne, soprattutto durante la fase<br />

<strong>di</strong> sviluppo, momento nel quale il CLA esplicherebbe la sua attività con maggiore<br />

efficacia.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI:<br />

1) S.Banni, G.Carta, M.S.Contini, E.Angioni, M.Deiana, M.A.Dessi, M.P.Melis and<br />

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Conjugated <strong>di</strong>ene fatty acids in human and animal tissues. In: "Nutrition, Lipids, Health<br />

and Disease". A.S.H. Ong, E. Niki and L. Packer, Eds. AOCS Press Champaign, IL.<br />

1995:218-224<br />

2) S.Banni, G.Carta, M.S.Contini, E.Angioni, M.Deiana, M.A.Dessi, M.P.Melis and<br />

F.P.Corongiu.<br />

Characterization of conjugated <strong>di</strong>ene fatty acids in milk, dairy products, and lamb<br />

tissues.<br />

J. Nutr. Biochem. 1996, March 7(3): 150-155<br />

15<br />

3) S.Banni, M.S.Contini, E.Angioni, M.Deiana, M.A.Dessi, M.P.Melis, G.Carta and<br />

F.P.Corongiu.<br />

A novel approach to study linoleic acid autoxidation: Importance of simultaneous detection of<br />

the substrate and its derivative oxidation products. Free Rad. Res. 1996, 25 (1): 43-53<br />

4) V.A.Tyurin, G.Carta, Y.Y.Tyurina, S.Banni, F.P.Corongiu, B.W.Day and V. E.Kagan.<br />

Peroxidase-catalyzed oxidation of carotene in HL-60 cells and in model systems:<br />

involvement of phenoxyl ra<strong>di</strong>cals. Lipids 1997, 32 (2): 1-12<br />

5) Y.Y.Tyurina, V.A.Tyurin, G.Carta, P.J.Quinn, N.F.Shor and V. E.Kagan.<br />

Direct Evidence for Antioxidant Effect of Bcl-2 in PC12 Rat Pheochromocytoma Cells.<br />

Archives of Biochemistry and Biophysics 1997, 344(2): 413-423<br />

6) S.Banni, E.Angioni, M.S.Contini, G.Carta, V.Casu, G.A.Iengo, M.P.Melis, M.Deiana,<br />

M.A.Dessi and F.P.Corongiu.<br />

Conjugated Linoleic Acid and Oxidative Stress. JAOCS 1998, 75 (2): 261-267<br />

7) B.W.Day, S.Bergamini, Y.Y.Tyurina, G.Carta, V.A.Tyurin, and V. E.Kagan.<br />

-Carotene An Antioxidant or a Target of Oxidative Stress in Cells.<br />

In: "Subcellular Biochemistry". P.J. Quinn, and V.E. Kagan, Eds. Plenum Press, New York<br />

and London. 1998, 30: 209-217<br />

8) B.W.Day, V.A.Tyurin, Y.Y.Tyurina, M.Liu, Y.A.Facey, G.Carta, E.R.Kisin, R.K.Dubey and V.<br />

E.Kagan.<br />

Peroxidase-Catalyzed Pro-versus Anti-Oxidant Effects of 4-Hydroxytamoxifen-Enzyme<br />

Specificity and Biochemical Sequelae<br />

Chemical Research in Toxicolgy 1999, 12 (1): 28-37<br />

9) S. Banni, E. Angioni, V. Casu, M.P. Melis, S. Scrugli, G. Carta, F.P. Corongiu, and C. Ip<br />

An increase in vitamin A status by the fee<strong>di</strong>ng of conjugated linoleic acid<br />

Nutrition and Cancer 1999, 33(1): 53-57<br />

10) S. Banni, E. Angioni, V.Casu, M.P. Melis, G. Carta, F. Corongiu, H. Thompson and C. Ip<br />

Decrease in linoleic acid metabolites as a potential mechanism in cancer risk reduction by<br />

conjugated linoleic acid<br />

Carcinogenesis 1999, 20(6): 1019-1024<br />

11) S. Banni, E. Angioni, G. Carta, V. Casu, M.Deiana, M.A.Dessi, L. Lucchi, M.P. Melis, A.<br />

Rosa, S. Vargiolu and F.P. Corongiu<br />

Influence of <strong>di</strong>etary conjugated linoleic acid on lipid metabolism in relation to its anticarcinogenic<br />

activity In: “Advances in Conjugated Linoleic Acid Research”. Yurawecz, Mossoba,<br />

Kramer, Pariza, and Nelson, Eds. AOCS Press Champaign, IL. 1999, 1(23): 307-318<br />

12) C. Ip, S. Banni, E. Angioni, V., G. Carta, J. McGinley, H.J. Thompson, D. Barbano and D.<br />

Bauman<br />

Conjugated linoleic acid-enriched butter fat alters mammary gland morphogenesis and<br />

reduces cancer risk in rats J. Nutr. 1999, 129: 2135-2142<br />

13) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.Deiana, M.Dessi, M.P.Melis, S.Scrugli and F. Corongiu<br />

Assessment of lipid peroxidation in biological systems<br />

"Advances in Free Ra<strong>di</strong>cals in Disease IV". Pizzala, Tomasi and Vannini Eds, La Goliar<strong>di</strong>ca<br />

Pavese 1999: 55-69<br />

14) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, V. Casu, M.E. Murru, M.P.Melis, M.A.Dessi, S.Vargiolu and<br />

F.P. Corongiu<br />

Mo<strong>di</strong>ficazioni nel metabolismo lipi<strong>di</strong>co indotte dall’apporto alimentare dell’acido linoleico a<br />

<strong>di</strong>eni coniugati (CLA) in relazione alla sua attività anticancerogena<br />

Progress in Nutrition 1, 3-4, 1999: 38-48<br />

15) L. Lucchi, S.Banni, M.P.Melis, E.Angioni, G.Carta, V. Casu, R. Rapanà, A. Ciuffreda, F.P.<br />

Corongiu and A. Albertazzi<br />

Changes in conjugated linoleic acid and its metabolites in patients with chronic renal failure<br />

Kidney International 2000, 58: 1695-1702<br />

16) M.M. Simile, S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.R. De Miglio, M.R. Muroni, D.F. Calvisi, A.<br />

Carru, R.M. Pascale, F. Feo<br />

5’-Methylthioadenosine administration prevents lipid peroxidation and fibrinogenesis induced<br />

in rat liver by carbon-tetrachloride intoxication<br />

Journal of Hepatology 2001, 34(3):386-94<br />

17) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, E.Murru, P.Scanu, M.A.Dessì, S.Vargiolu and<br />

F.P. Corongiu<br />

Modulazione del metabolismo lipi<strong>di</strong>co e dei livelli <strong>di</strong> vitamina A tramite alimenti arricchiti in<br />

acido linoleico coniugato. Atti III°Conv. Naz. Aci<strong>di</strong> Grassi Polinsaturi ω-3 e antios.: Progress in<br />

Nutrition2, 3, 2001: 64-66<br />

18) S.Banni, G.Carta, E.Angioni, E.Murru, P.Scanu, M.P.Melis, D.E.Bauman, S.M.Fischer and<br />

C.Ip<br />

Distribution of conjugated linoleic acid and metabolites in <strong>di</strong>fferent lipid fractions in the rat liver<br />

J. Lipid Research 2001, 42(7): 1056-1061<br />

19) M.P. Melis, E. Angioni, G. Carta, E. Murru, P. Scanu, S. Spada and S. Banni<br />

Characterization of Conjugated Linoleic Acid and Its Metabolites by RP-HPLC with Diode<br />

Array Detector.<br />

Eur. J. Lipid Sci. Technol. 2001, 103 (9): 617-621<br />

20) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.A.Dessì, M.P.Melis, E.Murru, P.Scanu, S.Spada,<br />

S.Vargiolu and F.P.Corongiu<br />

Mo<strong>di</strong>ficazioni dei livelli <strong>di</strong> acido arachidonico e vitamina A in relazione all’attività<br />

anticancerogena attribuita all’apporto alimentare <strong>di</strong> burro naturalmente arricchito in acido<br />

linoleico a <strong>di</strong>eni coniugati (CLA).<br />

Ren<strong>di</strong>conti del Seminario della Fac. <strong>di</strong> Scienze dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>; suppl. vol 70, 2000<br />

21) S.Banni, E.Angioni, E.Murru, G.Carta, M.P. Melis, D.E.Bauman, Y.Dong and C.Ip<br />

Vaccenic Acid Fee<strong>di</strong>ng Increases Tissue Levels of Conjugated Linoleic Acid and Suppresses<br />

the Development of Premalignant Lesions in the Rat Mammary Gland.<br />

Nutr. Cancer 2001, 41 (1-2): 91-97<br />

22) E.Angioni, G. Lercker, N.G. Frega, G. Carta, M.P. Melis, E. Murru, S. Spada and S. Banni<br />

UV spectral properties of lipids as a tool for their identification<br />

Eur. J. Lipid Sci. Technol. 2002, 104 (1): 59-64<br />

23) E.Murru, E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, S.Banni<br />

Apporto alimentare <strong>di</strong> CLA e valutazione <strong>degli</strong> effetti della loro attività biologica in modelli<br />

animali e nell’uomo. Giornata <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o su: Latte e carne dei ruminanti componente lipi<strong>di</strong>ca e<br />

salute umana, estratto da “I Georgofili – Quaderni, I pag:187-204, 2002”<br />

24) S.Banni, E.Murru, E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis<br />

Conjugated linoleic acid isomers (CLA): good for everything? Sciences des aliments “An<br />

international journal of food science and technology- Dairy products, nutrition and health”<br />

22(4):371-380, 2002.<br />

25) G. Carta, E. Angioni, E. Murru, M.P. Melis, S. Spada, S. Banni<br />

Modulation of lipid metabolism and vitamin A conjugated linoleic acid. Prostaglan<strong>di</strong>ns,<br />

Leukotrienes and Essential Fatty Acids 67(2-3):187-191, 2002.<br />

26) C. Ip, Y. Dong, M. Ip, S. Banni, G. Carta, E. Angioni, E. Murru, S. Spada, M.P. Melis and<br />

A. Saebo. Conjugated linoleic acid isomers and mammary cancer prevention. Nutrition and<br />

Cancer 43(1):52-58, 2002.<br />

27) E. Murru, E. Angioni, G. Carta, M.P. Melis, S. Spada and S. Banni. Reversed-phase<br />

HPLC analysis of conjugated linoleic acid and its metabolites. In “Advances in<br />

Conjugated linoleic acid research, volume 2 Jean-Louis Sebe<strong>di</strong>o, William W. Christie,<br />

Richard Adlof Eds. AOCS Press Champaign, IL 94-100, 2003.


28) M.P. Melis, E. Murru, E. Angioni, G. Carta, and S. Banni Does metabolism of<br />

conjugated linoleic acid play a role in its biological activities. In: Essential Fatty<br />

Acids and Eicosanoids. Huang, Lin, Huang, Eds.AOCS Press Champaign, IL:339-<br />

342, 2003<br />

29) S. Banni, A. Petroni, M. Blasevich, G. Carta, E. Angioni, E. Murru, B.W. Day,<br />

M.P. Melis, S. Spada and C. Ip Detection of conjugated C16 PUFAs in rat tissues<br />

as possible partial beta-oxidation products of naturally occurring conjugated<br />

linoleic acid and its metabolites. Bioch. et Bhiophys. Acta 1682:120-127, 2004.<br />

30) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, M. P. Melis, E. Murru, I. Tomassini<br />

Barbarossa, S. Vargiolu, P. Muroni, M. D. Setzu and A. M. Angioy Conjugated<br />

linoleic acid metabolism in <strong>di</strong>fferent animal species inclu<strong>di</strong>ng humans. A<br />

possible rationale for its biological activities Trends Comp. Biochem. Physiol.10:<br />

83-86, 2004<br />

31) S. Banni, A. Petroni, M. Blasevich, G. Carta, L. Cordeddu, E. Murru, M. P.<br />

Melis, A. Mahon and M. A. Belury Conjugated linoleic acids (CLA) as precursors<br />

of a new family of PUFAs Lipids 39: 1143-1146, 2004<br />

32) L. Lucchi, S. Banni, A. Iannone, M. P. Melis, G. Carta, E. Murru, L. Cordeddu,<br />

L. Stipo, S. Uggeri, V. Gatti, V. Malaguti and A. Albertazzi Changes in conjugated<br />

linoleic acid and palmitoleic acid are correlated to retinol levels in chronic renal<br />

failure: both in haemo<strong>di</strong>alysis and conservative treatment patients. Artificial<br />

Organs (In Press).<br />

<strong>Abstract</strong>s:<br />

1) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, V.Casu, E.Murru, P.Scanu, M.P.Melis and<br />

F.P.Corongiu Alterations in the lipid metabolism by <strong>di</strong>etary CLA-enriched butter fat in<br />

association to its anti-carcinogenic activity. CLA What's going on. European concerted<br />

action. Dec. 1999. N°3 p.3<br />

2) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, V.Casu, M.P.Melis, E.Murru, M.Ruggieri, P.Scanu, and<br />

F.P.Corongiu Characteristic UV Spectra of CLA and Its Metabolites. A Tool for Their<br />

Identification by HPLC with Diode Array Detector. 91 st AOCS Annual Meeting & Expo.<br />

San Diego, California, April 25-28, 2000; pag.S2<br />

3) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu<br />

Influence of <strong>di</strong>etary fat on CLA metabolism. 40 th International Conference on the<br />

Biochemistry of Lipids (ICBL). Dijon September 1999. CLA What's going on. Juin 2000,<br />

n°4 pag.3<br />

4) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.E. Murru, M.P.Melis, P.Scanu, and F.P.Corongiu<br />

Attività chemopreventiva dell’acido linoleico a <strong>di</strong>eni coniugati (CLA) in relazione alle<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni nel metabolismo lipi<strong>di</strong>co indotte dal suo apporto alimentare. XXV<br />

Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Patologia. Bari, 07-10 Giugno 2000. p.<br />

77<br />

5) S.Banni, G.Carta, E.Angioni, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu<br />

Detection of peroxisomal -oxidation products of CLA. 3 rd Meeting of the European<br />

Section of AOCS. Helsinki, Finland, June, 18-21 2000.<br />

6) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, V.Casu, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and<br />

F.P.Corongiu Selective incorporation of CLA and its metabolites in liver lipids. 3 rd<br />

Meeting of the European Section of AOCS. Helsinki, Finland, June, 18-21 2000<br />

7) S.Banni, M.P.Melis, E.Angioni, G.Carta, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu<br />

Influence of LA/CLA ration in the <strong>di</strong>et on tissues fatty acid incorporation. 3 rd Meeting of<br />

the European Section of AOCS. Helsinki, Finland, June, 18-21 2000<br />

8) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu<br />

Metabolism of conjugated linoleic acid in relation to its anticarcinogenic activity. 220 th<br />

ACS National Meeting. Washington, DC, August, 20-24, 2000<br />

9) S. Banni, G.Carta, M.P.Melis, E.Murru, P. canu, E.Angioni Alimenti arricchiti con<br />

acido linoleico coniugato (CLA). Attività biologiche in relazione ai suoi effetti benefici<br />

sulla salute. Giornata <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o: “Functional Foods, Alimenti funzionali e fitoderivati:<br />

nuove prospettive per interventi salutistici e <strong>di</strong> prevenzione” Rapporti GSISR N°96.<br />

Milano, Italy, 22 novembre 2000;<br />

10) S.Banni, L.Lucchi, M.P.Melis, E.Angioni, G.Carta, E.Murru, P.Scanu, F.Olmeda,<br />

L.Stipo, F.Di Bari and A.Albertazzi CLA and chronic renal failure in humans. CLA<br />

What's going on. European concerted action. March 2001. n°6 pag. 3;<br />

11) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, E.Murru, S.Spada, and M.P.Melis Lipid metabolism<br />

modulation by <strong>di</strong>etary CLA. 1 st. International Conference on Conjugated Linoleic Acid<br />

(CLA). Alesund, Norway. June 10-13, 2001; p.22;<br />

12) E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, E.Murru, S.Spada, and S.Banni Characterization of<br />

conjugated fatty acids by HPLC with <strong>di</strong>ode array detector. 1 st. International Conference<br />

on Conjugated Linoleic Acid (CLA). Alesund, Norway. June 10-13, 2001; pag.32;<br />

13) E. Murru, M.P. Melis, E. Angioni, G. Carta, S. Banni retinol tissue levels are<br />

positively correlated to <strong>di</strong>etary conjugated linoleic acid. 12th European Meeting on Fat-<br />

Soluble Vitamins che si è tenuto a Rieti il 13-15 Marzo 2003<br />

14) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, E. Murru, M.P. Melis. Ruolo <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi<br />

polinsaturi nell’alimentazione e rischio car<strong>di</strong>ovascolare. SISA Sassari 2004<br />

15) S. Banni, M.P. Melis, E. Murru, L. Cordeddu, G. Carta, I. Tomassini Barbarossa<br />

and A.M. Angioy. Modulation of lipid metabolism by <strong>di</strong>etary conjugated linoleic<br />

acid (CLA) in humans. SIF Pisa 2004<br />

16) S. Banni, M.P. Melis, G. Carta, L. Cordeddu, E. Murru, E. Bellei e A. Iannone.<br />

Antiossidanti come modulatori del metabolismo <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi. Convegno<br />

“antiossidanti ed invecchiamento: realtà prospettive <strong>di</strong> impiego in dermatologia,<br />

cosmetologia e nella me<strong>di</strong>cina del benessere”, Roma 6-8 Febbraio 2004.<br />

17) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, M.P. Melis, E. Murru. Interaction between<br />

CLA isomers and the other PUFA families. A possible rationale for their<br />

biological activities in humans. congresso su “CLA and human health”,<br />

Winnipeg (Canada), 21-23 Ottobre 2004.<br />

18) S. Banni, F. Sanna, R.R. Bonatesta, M.P. Melis, G. Carta, L. Cordeddu, E.<br />

Murru, e B. Batetta G6PD carenza: effetto sui fattori proflogogeni <strong>di</strong> rischio<br />

car<strong>di</strong>ovascolare. IV Giornata <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o “Update on Atherosclerosis”, <strong>Cagliari</strong> 20<br />

novembre 2004 Cittadella Universitaria, Monserrato (CA).<br />

19) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, M.P. Melis, E. Murru Metabolism of CLA<br />

isomers in humans, possible mechanism of action for their biolological activities.<br />

10th World Congress on Clinical Nutrition, 30 Novembre - 3 Dicembre 2004, Pearl<br />

Village, Phuket, Tailan<strong>di</strong>a.<br />

16


Assegnista: Mauro Casti<br />

Struttura: Dip. Scienze Botaniche<br />

ABSTRACT: Possibilità <strong>di</strong> utilizzo <strong>di</strong> specie vegetali a comportamento pioniero nella<br />

bonifica ambientale delle aree minerarie <strong>di</strong>smesse<br />

Le conoscenze sulla flora e la vegetazione che si rinvengono sui substrati derivati dalle<br />

attività estrattive sono essenziali per la corretta scelta delle specie vegetali e delle<br />

tecniche più idonee per il recupero delle aree minerarie <strong>di</strong>smesse.<br />

Accanto agli <strong>stu<strong>di</strong></strong> geobotanici sono state pertanto intraprese o pianificate una serie <strong>di</strong><br />

ricerche <strong>di</strong> tipo applicativo destinate a in<strong>di</strong>care percorsi metodologici per l’attuazione<br />

pratica <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> bonifica ambientale e recupero paesaggistico. Le azioni non<br />

ancora avviate, tra quelle in<strong>di</strong>cate più avanti, rientrano in progetti in attesa <strong>di</strong><br />

approvazione da finanziare con fon<strong>di</strong> strutturali comunitari (POR Sardegna) o<br />

ministeriali (MIUR).<br />

La ricerca è stata articolata su <strong>di</strong>fferenti azioni. Lo scopo è quello <strong>di</strong> ottenere un quadro<br />

conoscitivo multi<strong>di</strong>sciplinare, comprensivo <strong>di</strong> tutti gli aspetti che riguardano<br />

l’applicazione pratica delle informazioni biologiche ed ecologiche ottenute attraverso gli<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong> geobotanici. Con tale obiettivo, per le entità che appaiono idonee a un utilizzo nel<br />

recupero ambientale, le ricerche sono finalizzate a valutare le seguenti caratteristiche:<br />

1) Riproducibilità su larga scala. Attraverso la raccolta in situ <strong>di</strong> germoplasma e<br />

piante vive si mira a verificare quali specie possono essere facilmente ottenute da<br />

seme, quali da talea e quali, ancora, pur mostrandosi adatte alla vita sui substrati<br />

contaminati, non sono facilmente riproducibili in gran<strong>di</strong> quantità. Una prima fase della<br />

sperimentazione è stata realizzata tra la primavera e l’estate del 2004, con la<br />

moltiplicazione 16 taxa da seme e 7 da talea. Le prove sono state eseguite in vivaio,<br />

con test <strong>di</strong> controllo della vitalità dei semi in camera <strong>di</strong> crescita. Un secondo test è in<br />

corso a partire da <strong>di</strong>cembre 2004.<br />

2) Sopravvivenza al trasferimento in pieno campo. Una volta prodotte le piante, è<br />

necessario verificare quali entità sopportano meglio il passaggio dalle con<strong>di</strong>zioni del<br />

vivaio e quelli del pieno campo, inoltre quali specie si prestano ad una piantumazione<br />

autunnale, quali a quella primaverile e quali a entrambe.<br />

3) Con<strong>di</strong>zioni e tecniche <strong>di</strong> messa a <strong>di</strong>mora. Le <strong>di</strong>verse entità vegetali prodotte<br />

presentano esigenze <strong>di</strong>verse in termini <strong>di</strong> acqua, nutrienti e con<strong>di</strong>zioni ambientali in<br />

genere. Si prevede quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> realizzare, per ogni taxon prodotto, parcelle sperimentali <strong>di</strong><br />

tipologie <strong>di</strong>fferenti, sia per quanto riguarda la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> suolo, sia riguardo<br />

all’eventuale necessità <strong>di</strong> idroretentori o supporti. Saranno pure sperimentate <strong>di</strong>fferenti<br />

tecniche antierosive <strong>di</strong> rivestimento e stabilizzazione dei versanti che rientrano tra le<br />

tipologie previste dall’ingegneria naturalistica (biostuoie, georeti, stecconate, etc.)<br />

4) Range <strong>di</strong> tolleranza ai vari inquinanti e ai pH fortemente aci<strong>di</strong>. Esiste la<br />

possibilità <strong>di</strong> rinver<strong>di</strong>re le <strong>di</strong>scariche piantumando le essenze prodotte senza aggiunta<br />

<strong>di</strong> terreno, <strong>di</strong>rettamente sugli sterili <strong>di</strong> miniera, soprattutto quando si tratta <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong><br />

abbattaggio. In tali casi è chiaramente necessaria una precisa conoscenza <strong>di</strong> quali<br />

siano i massimi tenori in metalli pesanti e i minimi valori <strong>di</strong> pH tollerabili da ciascuna<br />

specie.<br />

5) Capacità <strong>di</strong> fitoestrazione. La letteratura scientifica sulle tematiche ambientali sta<br />

de<strong>di</strong>cando negli ultimi anni grande attenzione alle possibilità <strong>di</strong> utilizzare i vegetali tanto<br />

nei tra<strong>di</strong>zionali processi <strong>di</strong> risanamento dei reflui contaminati (fitodepurazione) sia, per<br />

quanto riguarda i metalli pesanti, per la rimozione da suoli e acque <strong>di</strong> cospicue quantità<br />

<strong>di</strong> tali inquinanti (phytoextraction, phytomining). Numerose entità citate in letteratura<br />

come bioaccumulatori <strong>di</strong> metalli sono presenti spontaneamente nelle aree minerarie<br />

della Sardegna. Esiste però anche un importante contingente <strong>di</strong> entità endemiche dei<br />

nostri territori che non è ancora stato oggetto <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> in tal senso. Sia sulle prime che<br />

sulle seconde si sono avviati <strong>stu<strong>di</strong></strong> che comparano le concentrazioni dei metalli nei<br />

tessuti vegetali in piante cresciute su suoli contaminati e non, ottenendo così<br />

in<strong>di</strong>cazioni sul loro possibile utilizzo nel risanamento delle acque e dei suoli.<br />

DESCRIZIONE SINTETICA DELL’ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Le aree minerarie <strong>di</strong>smesse del Sulcis-Iglesiente, rappresentano una grave emergenza<br />

ambientale, tanto che molte <strong>di</strong> esse sono state incluse tra i siti a rischio ambientale <strong>di</strong><br />

interesse nazionale ai sensi della L. 426/1998 e del successivo D.M. 468/2001. Gli<br />

enormi depositi <strong>di</strong> sterili e fanghi rappresentano gravi fonti <strong>di</strong> inquinamento, soprattutto<br />

perché dall'ossidazione dei solfuri e <strong>di</strong> altri minerali derivano elevate quantità <strong>di</strong> metalli<br />

pesanti liberi e una fortissima aci<strong>di</strong>ficazione dei substrati.<br />

Pur costituendo uno <strong>degli</strong> ambienti più inospitali per la vita dei vegetali, le <strong>di</strong>scariche<br />

minerarie e i bacini <strong>di</strong> decantazione ospitano una flora peculiare, che riesce a<br />

sopportare alti livelli <strong>di</strong> inquinamento. Durante i decenni <strong>di</strong> totale abbandono dei siti<br />

minerari, si è verificata una graduale ricolonizzazione <strong>di</strong> questi substrati da parte <strong>di</strong><br />

entità vegetali a comportamento pioniero. Fra queste, numerose sono le specie <strong>di</strong><br />

interesse tassonomico e fitogeografico, fra le quali rivestono particolare interesse alcuni<br />

endemismi esclusivi della Sardegna.<br />

La ricerca ha lo scopo <strong>di</strong> analizzare la <strong>di</strong>namica morfologica delle <strong>di</strong>scariche del Sulcis-<br />

Iglesiente, <strong>di</strong> esaminare le specie e le comunità vegetali che si sviluppano nelle aree<br />

minerarie e <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>arne il <strong>di</strong>namismo attraverso il metodo fitosociologico. L’obiettivo<br />

principale delle analisi è quello <strong>di</strong> capire come sia possibile gestire e recuperare i<br />

territori degradati dalle attività estrattive, in particolare quelli inquinati dai metalli<br />

pesanti; quali specie vegetali possono essere utilizzate per stabilizzarli e quale tipo <strong>di</strong><br />

vegetazione va privilegiata per bloccare le <strong>di</strong>namiche erosive e il trasporto dei materiali<br />

inquinanti. Infine ci si propone <strong>di</strong> chiarire le relazioni esistenti tra i vegetali e la<br />

composizione chimica dei suoli, ricercando in particolare le specie più adattabili a<br />

svilupparsi su substrati contaminati da metalli pesanti.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista metodologico, per le analisi sulle <strong>di</strong>namiche morfologiche ci si avvale<br />

delle tecniche GIS e <strong>di</strong> elaborazioni multitemporali in base al materiale<br />

aerofotogrammetrico <strong>di</strong>sponibile. Le indagini geobotaniche vengono condotte<br />

attraverso il metodo fitosociologico e secondariamente in base a quelli ecologicoquantitativi<br />

delle scuole anglosassoni. Vengono pure condotte le analisi dei suoli, con la<br />

collaborazione <strong>di</strong> laboratori esterni per quanto riguarda la determinazione dei metalli<br />

pesanti o altre sostanze potenzialmente pericolose.<br />

A conclusione <strong>di</strong> tali ricerche saranno presentate delle proposte metodologiche e<br />

attuative per il recupero e la gestione dei siti minerari e delle <strong>di</strong>scariche in particolare.<br />

Da un lato si mira a in<strong>di</strong>viduare gruppi <strong>di</strong> specie adatti alle <strong>di</strong>stinte situazioni stazionali<br />

prodotte dalle attività estrattive, in funzione della morfologia e della natura del<br />

substrato, in<strong>di</strong>viduando in particolare quelle più idonee alla bonifica dei siti contaminati<br />

dai metalli pesanti. D’altro lato si vogliono perfezionare le meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> propagazione e<br />

moltiplicazione in situ e ex situ delle suddette specie, mirando a in<strong>di</strong>viduare non<br />

soltanto i taxa ecologicamente più adattabili, ma anche quelli <strong>di</strong> più facile<br />

moltiplicazione e che garantiscano migliori probabilità <strong>di</strong> sopravvivenza.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Pubblicazioni attinenti il progetto <strong>di</strong> ricerca:<br />

Angiolini C., Bacchetta G., Brullo S., Casti M., Giusso del Galdo G. & Guarino R., 2004: The<br />

vegetation of mining dumps in SW-Sar<strong>di</strong>nia. Feddes Repertorium, in stampa.<br />

Di Pietro R., Zavattero L., Casti M., Rosati L. & Bacchetta G., 2004: Multitemporal analysis of<br />

abandoned mines landscape in Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Folia Geobotanica, in stampa.<br />

Mossa L., Bacchetta G., Casti M. & Piras L., 2004: The flora of the mine <strong>di</strong>strict of<br />

Montevecchio (SW-Sar<strong>di</strong>nia). Fl. Me<strong>di</strong>t., in stampa.<br />

Mossa L., Bacchetta G., Casti M., Piras L. & Zavattero L., 2004: The vegetation of the mine<br />

<strong>di</strong>strict of Montevecchio (SW-Sar<strong>di</strong>nia). Fitosociologia, in stampa.<br />

17<br />

Altre pubblicazioni:<br />

Bacchetta G., Brullo S., Casti M., & Giusso del Galdo G., 2004: Contributo alla sistematica<br />

delle popolazioni appartenenti al ciclo <strong>di</strong> Dianthus sylvestris Wulfen presenti in<br />

Sardegna, Sicilia e Italia meri<strong>di</strong>onale. In: “Atti Gruppi critici della flora italiana – IV”.<br />

– Inform. Bot. Ital. 36(1): 160-161.<br />

Bacchetta G., Casti M., & Mossa L., 2004: New ecological and <strong>di</strong>stributive data on the<br />

rupestrian flora of Sar<strong>di</strong>nia. Fl. Me<strong>di</strong>t., in stampa.<br />

Comunicazioni presentate a congressi:<br />

Bacchetta G., Casti M., Demurtas A. & Mossa L.: Moltiplicazione e introduzione <strong>di</strong> piante<br />

metallo-tolleranti per il recupero delle <strong>di</strong>scariche minerarie del Sulcis-Iglesiente<br />

(Sardegna sud-occidentale). 99° Congresso Nazionale della Società Botanica<br />

Italiana – Torino, 22-24 Settembre 2004.<br />

Poster presentati a congressi:<br />

Bacchetta G., Brullo S., Casti. M. & Mossa L.: Su una nuova alleanza della classe<br />

Asplenietea trichomanis (Br.-Bl. in Meier et Br.-Bl. 1934) Oberdorfer 1977 in<br />

Sardegna. 40° congresso della Società Italiana <strong>di</strong> Fitosociologia – Roma, 19-21<br />

Febbraio 2004.<br />

Bacchetta G., Casti M., Mossa L., Piras L. & Zavattero L.: Comunità pioniere e <strong>di</strong>namismo<br />

della vegetazione sulle <strong>di</strong>scariche minerarie <strong>di</strong> Montevecchio (Sardegna sudoccidentale).<br />

99° Congresso Nazionale della Società Botanica Italiana – Torino, 22-<br />

24 Settembre 2004.


Assegnista: Paola Casu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Architettura<br />

ABSTRACT: La scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno a <strong>Cagliari</strong>: Gaetano Cima e i suoi allievi<br />

Si presenta qui una parte dell’attività svolta nell’ambito <strong>di</strong> un’ampia ricerca portata<br />

avanti dal Laboratorio <strong>di</strong> Disegno del Dipartimento <strong>di</strong> Architettura dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>. Tale ricerca riguarda il censimento e la catalogazione delle architetture e <strong>degli</strong><br />

interventi <strong>di</strong> progetto urbano, realizzati e non, in Sardegna, nella seconda metà dell’800<br />

dall’architetto Gaetano Cima, (<strong>di</strong> cui quest’anno ricorre il bicentenario dalla nascita)<br />

professore <strong>di</strong> “Architettura e Disegno” all’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, e dai suoi allievi. Tutto<br />

ciò al fine <strong>di</strong> ricostruire la storia della Scuola <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

Tale attività non ancora conclusa e svolta durante tutto il periodo dell’assegno riguarda:<br />

• l’analisi e catalogazione delle tavole originali delle tesi <strong>di</strong> laurea <strong>degli</strong> allievi del<br />

prof. Cima, conservate nella biblioteca del Dipartimento;<br />

• la ricostruzione virtuale me<strong>di</strong>ante modellazione 3D e render dei progetti in esse<br />

<strong>di</strong>segnati, eseguito per arrivare ad un confronto con architetture che presentano<br />

le stesse caratteristiche formali e/o funzionali realizzate secondo progetto del<br />

prof. Cima;<br />

• la raccolta <strong>di</strong> quante più informazioni possibili sugli allievi e la loro attività<br />

professionale in Sardegna;<br />

• la costituzione <strong>di</strong> un catalogo multime<strong>di</strong>ale, organizzato per rendere consultabili<br />

da tutti, i <strong>di</strong>segni delle 41 tesi e illustrare l’attività dei singoli progettisti <strong>di</strong>chiarati<br />

Architetti Civili nella scuola <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> tra il 1843 e il 1864.<br />

Alcuni risultati <strong>di</strong> questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sono stati pubblicati nella memoria dal titolo<br />

“Ricostruzione virtuale <strong>di</strong> architetture ipotizzate” in “E-Arcom 04 – tecnologie per<br />

comunicare l’architettura”, atti del convegno Ancona 2004.<br />

Inoltre gli sviluppi <strong>di</strong> questa lavoro assieme alla ricerca portata avanti dagli altri<br />

collaboratori del Laboratorio <strong>di</strong> Disegno hanno permesso l’allestimento <strong>di</strong> due mostre<br />

nell’ambito delle precedenti settimane scientifiche <strong>di</strong> cui la titolare dell’assegno è stata<br />

la coor<strong>di</strong>natrice<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Primo biennio (ottobre 2001– settembre 2003)<br />

Documentazione <strong>di</strong> architetture Moderne me<strong>di</strong>ante modellazione 3D e rendering<br />

fotorealistico<br />

Indagine sulla consistenza dell’e<strong>di</strong>lizia tra<strong>di</strong>zionale del cento storico <strong>di</strong> San Sperate:<br />

rilievo classificazione delle tipologie e<strong>di</strong>lizie ricorrenti e modellazione 3D delle<br />

emergenze architettoniche<br />

Indagine sulla forma urbana storica e sulla tipologia e<strong>di</strong>lizia tra<strong>di</strong>zionale del comune <strong>di</strong><br />

Suni<br />

Ricerca sulla <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong> Gaetano Cima e sulla produzione dei suoi allievi: costruzione<br />

<strong>di</strong> un primo archivio interattivo dei progetti, <strong>di</strong>segni e delle architetture neoclassiche<br />

sarde, in particolare per ciò che riguarda gli allievi <strong>di</strong> Gaetano Cima <strong>di</strong> cui la biblioteca<br />

del Dipartimento <strong>di</strong> Architettura conserva i <strong>di</strong>segni delle tesi <strong>di</strong> laurea.<br />

Collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Archeologiche e Storico-artistiche<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> alla ricerca multi<strong>di</strong>sciplinare finalizzata alla documentazione<br />

del sito archeologico <strong>di</strong> Uthina, Tunisia: rilievo puntuale laser e restituzione 3D delle<br />

unità stratigrafiche rinvenute durante le campagne <strong>di</strong> scavo.<br />

Partecipazione alla ricerca FIRB “Alfabetizzazione, comunicazione e trasmissione della<br />

parola scritta nel Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale, dalla epigrafia classica a quella me<strong>di</strong>evale:<br />

Corpus delle iscrizioni greche, romane, cristiane e me<strong>di</strong>evali della Sardegna e della<br />

Tunisia” nel gruppo <strong>di</strong> ricerca “Dalla documentazione grafica tra<strong>di</strong>zionale al modello<br />

3D”<br />

Secondo biennio (ottobre 2003 – settembre 2005)<br />

Collaborazione con il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Archeologiche e Storico-artistiche<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> alla ricerca multi<strong>di</strong>sciplinare finalizzata alla documentazione<br />

del sito archeologico <strong>di</strong> Uthina, Tunisia: prosecuzione del rilievo puntuale laser e<br />

restituzione 3D delle unità stratigrafiche rinvenute durante le campagne <strong>di</strong> scavo; rilievo<br />

e la restituzione dei materiali rinvenuti durante le campagne <strong>di</strong> scavo, in particolare dei<br />

fregi e delle porzioni <strong>di</strong> elementi architettonici.<br />

Collaborazione al progetto FIRB “Alfabetizzazione, comunicazione e trasmissione della<br />

parola scritta nel Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale, dalla epigrafia classica a quella me<strong>di</strong>evale:<br />

Corpus delle iscrizioni greche, romane, cristiane e me<strong>di</strong>evali della Sardegna e della<br />

Tunisia” nel gruppo <strong>di</strong> ricerca “Dalla documentazione grafica tra<strong>di</strong>zionale al modello<br />

3D”<br />

Indagine e documentazione della Architettura Neoclassica Sarda (l’attività del prof.<br />

Gaetano cima e dei suoi allievi): documentazione e ricostruzione virtuale 3D dei<br />

progetti delle tesi <strong>di</strong> laurea <strong>degli</strong> allievi del Cima, eseguito per arrivare ad un confronto<br />

con architetture che presentano le stesse caratteristiche formali e funzionali realizzate<br />

secondo progetto del prof. Cima. Teli modelli sono inseriti all’interno <strong>di</strong> un catalogo<br />

multime<strong>di</strong>ale organizzato per rendere consultabili da tutti i <strong>di</strong>segni delle 41 tesi e<br />

illustrare l’attività dei singoli progettisti <strong>di</strong>chiarati Architetti Civili nella scuola <strong>di</strong><br />

Architettura <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> tra il 1843 e il 1864.<br />

Applicazione <strong>di</strong> metodologie <strong>di</strong> rilevamento fotogrammetrico e laser scanner alla<br />

documentazione del centro storico <strong>di</strong> Quartu Sant’Elena<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Marino Dalu – Paola Casu “Il CAD per il <strong>di</strong>segno e<strong>di</strong>le” E<strong>di</strong>zioni CUSL, 2000<br />

M. Luisa Lallai – Paola Casu “Lo spazio e il modello – Il CAD per la modellazione<br />

solida” Quaderni <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e rilievo - Sezione Disegno del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Architettura, E<strong>di</strong>zioni CUSL, 2000<br />

S. Casu, P. Casu “Architettura Gotico-Catalana e forma urbana dei centri minori in<br />

Sardegna nel ‘400 e ‘500” – in Atti del XVII Congresso <strong>di</strong> Storia della Corona <strong>di</strong><br />

Aragona, Barcellona Settembre 2000.<br />

Paola Casu, Sandro Catta, Paolo Goriani “Sanluri, città mancata” – Convengo<br />

internazionale “Castelli in Tera in Acqua e … in Aria”, Pisa- Lucca Maggio 2001.<br />

Paola Casu, Vincenzo Bagnolo, Andrea Pirinu “La restituzione del rilievo” in<br />

Scavi archeologici a Uthina (1995-2001) – Rapporto preliminare dell’attività <strong>di</strong><br />

ricerca fra l’Institut National du Patrimoine <strong>di</strong> Tunisi e L’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> – a<br />

cura <strong>di</strong> G. Sotgiu, H. Ben Hassen, A.M. Corda, vol. 1 – Lo scavo e le ricerche in<br />

corso, <strong>Cagliari</strong>, Tunisi 2002.<br />

Vincenzo Bagnolo, Paola Casu, Andrea Pirinu “Suni: analisi della cartografia<br />

storica – in<strong>di</strong>viduazione della forma urbana” in un volume sulla storia del paese<br />

<strong>di</strong> Suni a cura <strong>di</strong> A. Mastino, e A.M. Corda<br />

Marino Dalu – Paola Casu “Il patrimonio e<strong>di</strong>lizio delle saline <strong>di</strong> stato presso<br />

<strong>Cagliari</strong>” in Architetture del ‘900 - Quaderni <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e rilievo -<br />

Sezione Disegno del Dipartimento <strong>di</strong> Architettura<br />

19<br />

M. Luisa Lallai – Paola Casu “DAI DOCUMENTI DI PROGETTO ALLA<br />

RAPPRESENTAZIONE DEL REALE: Il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> spazi urbani e architetture del<br />

“moderno”” in Architetture del ‘900 - Quaderni <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno e rilievo - Sezione<br />

Disegno del Dipartimento <strong>di</strong> Architettura<br />

Paola Casu, Antonio M. Corda – Contributo per un corpus informatizzato delle<br />

iscrizioni della Sardegna – in Cultus splendore : <strong>stu<strong>di</strong></strong> in onore <strong>di</strong> Giovanna Sotgiu, a<br />

cura <strong>di</strong> Antonio M. Corda, Senorbì 2003<br />

H. Ben Hassen, A. M: Corda, V. Bagnolo, P. Casu, M. C. Locci, A. Pirinu “Excavation at<br />

Uthina: applications CAD and GIS for site reconstruction” in [Enter the past] the e-way<br />

into the four <strong>di</strong>mensions of cultural heritage – CAA 2003 – atti del convegno Malmö<br />

Sweden, 2004<br />

Paola Casu “Esempi <strong>di</strong> documentazione grafica <strong><strong>di</strong>gita</strong>le applicati al rilievo<br />

archeologico. Esperienze nel sito <strong>di</strong> Uthina” in Progetto Uthina – <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong><br />

cooperazione con l’Institut National du Patrimoine <strong>di</strong> Tunisi (1994-2004) a cura <strong>di</strong> A. M.<br />

Corda. Senorbì 2004. CD-ROM<br />

Paola Casu “Ricostruzione virtuale <strong>di</strong> architetture ipotizzate” in “E-Arcom 04 –<br />

tecnologie per comunicare l’architettura”, atti del convegno Ancona 2004<br />

In corso <strong>di</strong> pubblicazione<br />

Paola Casu - La documentazione grafica <strong><strong>di</strong>gita</strong>le per la restituzione del rilievo – in quaderni<br />

del Dipartimento <strong>di</strong> Architettura<br />

Vincenzo Bagnolo, Paola Casu, Andrea Pirinu - “Software e documentazione grafica:<br />

applicazione al <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> elementi architettonici” - Rapporto preliminare dell’attività <strong>di</strong> ricerca<br />

fra l’Institut National du Patrimoine <strong>di</strong> Tunisi e L’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> – a cura <strong>di</strong> G. Sotgiu, H.<br />

Ben Hassen, A.M. Corda, vol. 2 Serafino Casu, Vincenzo Bagnolo, Paola Casu, Andrea Pirinu<br />

- “Classificazione <strong>di</strong>mensionale e architettonica dei frammenti lapidei”. - Rapporto preliminare<br />

dell’attività <strong>di</strong> ricerca fra l’Institut National du Patrimoine <strong>di</strong> Tunisi e L’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> – a<br />

cura <strong>di</strong> G. Sotgiu, H. Ben Hassen, A.M. Corda, vol. 2<br />

Vincenzo Bagnolo, Paola Casu, “I progetti <strong>di</strong> architettura <strong>degli</strong> allievi del Cima” in “La scuola <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>segno a <strong>Cagliari</strong> – dal neoclassico al computer”.<br />

Vincenzo Bagnolo, Paola Casu, “La scuola <strong>di</strong> Geodesia nella seconda metà del XIX secolo a<br />

<strong>Cagliari</strong>” in “La scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno a <strong>Cagliari</strong> – dal neoclassico al computer”.<br />

Vincenzo Bagnolo, Paola Casu, Marisa Lallai, Andrea Pirinu, “Documentazione delle tipologie<br />

e<strong>di</strong>lizie a San Sperate” in “La scuola <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno a <strong>Cagliari</strong> – dal neoclassico al computer”.<br />

Paola Casu “Attività del Laboratorio <strong>di</strong> Disegno per la documentazione grafica del sito<br />

archeologico <strong>di</strong> Uthina” Aristeo, quaderni del <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Scienze Archeologiche e Storicoartistiche<br />

Paola Casu, Andrea Pinna “Indagine sulle tipologie inse<strong>di</strong>ative dell’Isola <strong>di</strong> S.Pietro e ipotesi<br />

sugli interventi <strong>di</strong> valorizzazione.” in: “L’Isola <strong>di</strong> S. Pietro dalla Preistoria alla Storia”. Atti del I<br />

Seminario sull’Archeologia e sulle Prospettive <strong>di</strong> Sviluppo Turistico dell’Isola <strong>di</strong> S. Pietro)


Assegnista: Silvia Casu<br />

Struttura: Dip. Fisica, Osservatorio Astronomico<br />

<strong>Abstract</strong>: Astrochimica: atomi e molecole nello spazio<br />

E' ormai noto da oltre 50 anni che lo spazio tra le stelle nella nostra Galassia così come<br />

quello tra galassie e galassie non è vuoto, ma è occupato da nubi <strong>di</strong> gas e piccole<br />

particelle solide dette polveri, il cosiddetto mezzo interstellare (ISM). A lungo si è<br />

ritenuto che le con<strong>di</strong>zioni fisiche peculiari (temperature bassissime, densità<br />

confrontabili con ciò che comunemente chiamiamo "vuoto", e intensi irraggiamenti da<br />

parte <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione infrarossa, ultravioletta e X nonche' da parte <strong>di</strong> raggi cosmici)<br />

fossero proibitive per la formazione e la sopravvivenza <strong>di</strong> specie molecolari.<br />

Recentemente, invece, grazie all'aumentata sensibilità dei telescopi <strong>di</strong> nuova<br />

generazione e soprattutto all'apertura <strong>di</strong> nuove "finestre osservative " alle lunghezze<br />

d'onda ra<strong>di</strong>o e infrarosse, sono state in<strong>di</strong>viduate oltre 120 <strong>di</strong>verse specie molecolari<br />

nell'ISM (http://www.cv.nrao.edu/~awootten/allmols.html). Nonostante la bassissima<br />

abbondanza assoluta (circa lo 0,5% della massa totale dell'Universo è costituita da<br />

molecole), la componente molecolare svolge un ruolo fondamentale non solo come<br />

riserva <strong>di</strong> materiale da cui si formano nuove famiglie <strong>di</strong> stelle, ma soprattutto come<br />

"raffreddatore" nel bilancio termico globale della Galassia nonché come <strong>di</strong>agnostico<br />

della struttura e della <strong>di</strong>namica delle nubi interstellari. In questo senso, lo spazio<br />

interstellare rappresenta un laboratorio unico in cui avvengono reazioni <strong>di</strong>fficilmente<br />

riproducibili sulla Terra.<br />

L'oggetto <strong>di</strong> questo seminario è l'astrochimica cioè lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei processi <strong>di</strong> formazione<br />

e <strong>di</strong>struzione delle specie atomiche e molecolari nel mezzo interstellare. Discuterò<br />

brevemente l'importanza della chimica interstellare in un ampio insieme <strong>di</strong> ambienti<br />

astrofisici, dall'universo primor<strong>di</strong>ale ai <strong>di</strong>schi protoplanetari. Presenterò infine alcuni<br />

recenti risultati teorici e osservativi ottenuti dal gruppo <strong>di</strong> Astrochimica dell'Osservatorio<br />

Astronomico <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

Descrizione sintetica dell'attività<br />

La mia attività <strong>di</strong> ricerca si svolge all'interno del Gruppo <strong>di</strong> Astrochimica<br />

dell’Osservatorio Astronomico <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (http://astrochemistry.ca.astro.it), da oltre<br />

quin<strong>di</strong>ci anni impegnato nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei processi fisico-chimici all'interno <strong>di</strong> nubi<br />

interstellari con tecniche osservative multifrequenza e meto<strong>di</strong> teorici, modellistici e<br />

computazionali.<br />

Il mezzo interstellare rappresenta l'insieme <strong>di</strong> gas e polveri che occupa lo spazio<br />

interstellare e intergalattico, presente sotto forma <strong>di</strong> nubi in una estremamente grande<br />

varietà <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni fisiche (densità, temperatura).<br />

Nell'ambito delle problematiche scientifiche affrontate dal Gruppo <strong>di</strong> Astrochimica, la<br />

mia attività <strong>di</strong> ricerca è prevalentemente de<strong>di</strong>cata allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o teorico della chimica del<br />

mezzo interstellare (ISM), denso e/o <strong>di</strong>ffuso, e delle proprietà <strong>di</strong> eccitazione <strong>di</strong><br />

molecole "semplici" <strong>di</strong> interesse astrofisico (idrogeno molecolare, monossido <strong>di</strong><br />

carbonio,carbonio molecolare..). In particolare, nell'ambito della mia tesi <strong>di</strong> dottorato e,<br />

come naturale prosecuzione, dell'attuale assegno <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> cui usufruisco dal<br />

maggio 2004, mi sono de<strong>di</strong>cata principalmente allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> un particolare ambiente<br />

astrofisico, le cosiddette nubi <strong>di</strong>ffuse, attraverso lo sviluppo <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci numerici <strong>di</strong><br />

evoluzione chimica e <strong>di</strong> trasporto ra<strong>di</strong>ativo in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio statistico, nonché<br />

simulazioni time-dependent della <strong>di</strong>stribuzione dei livelli energetici <strong>di</strong> idrogeno<br />

molecolare con la conseguente creazione <strong>di</strong> spettri sintetici (infrarossi e ultravioletti)<br />

<strong>di</strong>rettamente confrontabili con i dati osservativi presenti negli archivi astronomici delle<br />

missioni spaziali (FUSE, ISO). Tale lavoro è stato svolto in collaborazione con l'Istituto<br />

<strong>di</strong> Fisica Atomica e Molecolare Teorica (ITAMP) dell'Harvard-Smithsonian Center for<br />

Astrophysics (Boston, USA, http://cfa-www.harvard.edu/) e l'Istituto per lo Stu<strong>di</strong>o dei<br />

Materiali Nanostrutturati del CNR (Bologna).<br />

Inoltre, nel corso della mia tesi <strong>di</strong> dottorato ho effettuato alcuni cicli <strong>di</strong> osservazioni<br />

ra<strong>di</strong>oastronomiche presso l'Onsala Space Observatory (Svezia,<br />

http://www.oso.chalmers.se).<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della chimica del mezzo interstellare rappresenta un settore <strong>di</strong> notevole<br />

interesse e impatto scientifico in Sardegna, soprattutto nell'ambito del progetto Sar<strong>di</strong>nia<br />

Ra<strong>di</strong>o Telescope (http://www.ca.astro.it/srt), il più grande (64m <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro)<br />

ra<strong>di</strong>otelescopio italiano attualmente in fase <strong>di</strong> costruzione in prossimità <strong>di</strong> San Basilio<br />

(CA).<br />

Dal 2000 sono inoltre impegnata in attività <strong>di</strong>dattica (svolgendo il ruolo <strong>di</strong> tutor <strong>di</strong> Analisi<br />

I presso la Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria, <strong>di</strong> Fisica I e II presso la Facoltà <strong>di</strong> Scienze MM.FF. ,<br />

corsi <strong>di</strong> laurea in Fisica e Scienze Naturali) e <strong>di</strong>vulgativa (incontri <strong>di</strong> orientamento in<br />

istituti superiori).<br />

Collaboro inoltre al coor<strong>di</strong>namento delle attività culturali e delle iniziative<br />

<strong>di</strong>dattico/<strong>di</strong>vulgative organizzate dal Dipartimento <strong>di</strong> Fisica in occasione dell'Anno<br />

Internazionale della Fisica (http://www.dsf.unica.it/~wyp05).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

• S. Casu, ``Chemical abundances in ISM: the problem of <strong>di</strong>ffuse ra<strong>di</strong>ation<br />

in modelling gaseous nebulae '', Conference Procee<strong>di</strong>ngs Vol.67,<br />

``Molecules in Space and in the Laboratory'', I.Porceddu and S.Aiello<br />

(Eds.), SIF, Bologna, 2000, pag.47<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, S. Aiello, `` The gas-dust link: dust evolution<br />

and molecular <strong>di</strong>stribution in dense regions'', Conference Procee<strong>di</strong>ngs, IX<br />

Convegno GIFCO, ``Quali prospettive per la fisica cosmica?'', Lecce,<br />

2000<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, S. Aiello, I.E. Porceddu, `` Dust evolution<br />

and carbon fractionation in Photon-dominated Regions'', Communication<br />

to SIF, Palermo, 2000<br />

• M.A. Iati', C. Cecchi-Pestellini, F. Borghese , R. Saja, S. Casu, S. Aiello, ``<br />

Temporal evolution of interstellar dust , Communication to SIF, Palermo,<br />

2000<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, F. Scappini, P.Benvenuti, ``The cloud<br />

complex in front of Cygnus OB2 N.12 '' , Conference Procee<strong>di</strong>ngs Vol.69,<br />

``Solid and Molecules in Space'' C. Cecchi-Pestellini and S.Aiello (Eds.),<br />

SIF, Bologna, 2001, Pag.<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, S. Aiello, ``Dust-induced chemical<br />

<strong>di</strong>fferentiation in dense regions'', 2001, MNRAS, 325, 826<br />

• A.Megier, S. Aiello, B. Barsella, S. Casu, J. Krelowski, ``Far UV extinction<br />

and <strong>di</strong>ffuse interstellar bands '', 2001, MNRAS, 326, 1095<br />

• C. Cecchi-Pestellini, S. Casu, F. Scappini, " Modelling the CO emission in<br />

Southern Bok Globules ", 2001, MNRAS, 326, 1255<br />

• F. Scappini, S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, M. Olberg, ``The <strong>di</strong>scovery<br />

of a clumpy structure in the <strong>di</strong>ffuse gas towards Cygnus OB2 N.12 '' ,<br />

2002, MNRAS, 337, 495<br />

21<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, F. Scappini, P.Benvenuti, ``The <strong>di</strong>scovery of a<br />

clumpy structure in the <strong>di</strong>ffuse gas towards Cygnus OB2 N.12 '' ,<br />

Communication to SIF, Alghero, 2002<br />

• F. Scappini, S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, M. Olberg,``The morphology of<br />

<strong>di</strong>ffuse clouds toward Cyg OB2 N.5 and N.12'', Poster contribution,<br />

Conference in honor of Prof. T.Oka "Jewels in Spectroscopy", Chicago,<br />

USA, giugno 2003<br />

• C. Cecchi-Pestellini, S. Casu, G. Mulas, I.E. Porceddu, ``A New Perspective<br />

in the Chemistry of Diffuse Interstellar Clouds", International Workshop<br />

``SRT: the impact of large antennas on Ra<strong>di</strong>oastronomy and Space<br />

Science'', Conference Procee<strong>di</strong>ngs Vol. 81, D' Amico, Fusi Pecci,<br />

Porceddu, Tofani Eds., SIF, Bologna, 2003, p. 107<br />

• S. Casu, E.Congiu, G. Malloci, G. Mulas, I. Porceddu, A. Urru,<br />

``Astrochemistry of the Diffuse Interstellar Me<strong>di</strong>um, Poster contribution,<br />

XLVIII Congresso della Societa' Astronomica Italiana, Memorie della<br />

Societa Astronomica Italiana Supplement, v.5, p.131 (2004)<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini,``The role of formation pumping in the<br />

excitation of very high rotational states of molecular hydrogen, poster<br />

presentato alla conferenza internazionale ``The Dusty and Molecular<br />

Universe: A Prelude to Herschel and ALMA'', Parigi, Francia, Ottobre 2004,<br />

Eds.: A. Wilson. To be published in ESA Conference Series., (2005) p.173<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini,``Retrieving physical con<strong>di</strong>tions from<br />

interstellar H2 emission lines: a non linear fitting technique", poster<br />

presentato al congresso internazionale ``Light, Dust and Chemical<br />

Evolution'', Gerace, Italia, settembre 2004. To be published in J. Phys.<br />

Conf. Series (2005)<br />

• S. Casu, F. Scappini, C. Cecchi-Pestellini, M.Olberg, ''The <strong>di</strong>ffuse clouds<br />

towards Cyg OB2 No.5 and No.12, 2005, accepted for publication in<br />

MNRAS.<br />

• S. Casu, C. Cecchi-Pestellini, "The role of formation pumping in the<br />

excitation of the very high rotational states of molecular hydrogen.,<br />

submitted to MNRAS.<br />

• C. Cecchi-Pestellini, S. Casu, A. Dalgarno, ''H2 excitation in turbulent<br />

interstellar clouds, submitted to MNRAS.


Assegnista: Francesca Chiappe<br />

Struttura: Dip. Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie<br />

ABSTRACT<br />

Recentemente abbiamo scoperto che mutazioni nel gene FOXL2, un membro della<br />

famiglia dei fattori <strong>di</strong> trascrizione winged helix/forkhead, sono associate con la<br />

sindrome Blefarofimosi/Ptosi/Epicanto inverso (BPES). La BPES <strong>di</strong> tipo I è una<br />

patologia autosomica dominante nella quale malformazioni oculari sono associate con<br />

Insufficienza Ovarica responsabile <strong>di</strong> Infertilità Femminile: il tipo II invece presenta solo<br />

i <strong>di</strong>fetti oculari e le femmine affette possono trasmettere la malattia. Con questo<br />

progetto ci proponiamo <strong>di</strong> estendere le conoscenze sul ruolo del FOXL2 nello sviluppo<br />

dell’occhio e dell’ovaio durante la vita prenatale e nel mantenimento della funzione<br />

ovarica nella vita postnatale. Abbiamo condotto un’analisi mutazionale del FOXL2 su<br />

un totale <strong>di</strong> 61 pazienti BPES, al fine <strong>di</strong> valutare la correlazione genotipo/fenotipo nel<br />

tipo I e II. Di questi pazienti, 13 sono <strong>di</strong> tipo I, 16 <strong>di</strong> tipo II e 32 <strong>di</strong> tipo non determinato.<br />

Abbiamo trovato mutazioni nel 100% dei pazienti tipo I, nel 62% dei pazienti tipo II e nel<br />

31% <strong>di</strong> quelli <strong>di</strong> tipo indeterminato. I risultati suggeriscono che mutazioni che provocano<br />

per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> funzione del FOXL2 sono probabilmente incompatibili con ogni caso <strong>di</strong><br />

fertilita' femminile, mentre mutazioni piu' lievi potrebbero essere compatibili ma<br />

compromettere la funzione ovarica e l'attivita' riproduttiva femminile nel tipo II. Il pattern<br />

<strong>di</strong> espressione specifico del FOXL2 ed il fatto che l’aploinsufficienza sia il probabile<br />

meccanismo patogenetico nella BPES, suggerisce che per un adeguato sviluppo ci<br />

debba essere una efficiente regolazione nella sua trascrizione. In particolare, per tale<br />

regolazione potrebbero essere richiesti elementi regolatori <strong>di</strong>stali in cis, come suggerito<br />

dalla descrizione <strong>di</strong> tre traslocazioni a circa 180 kb a monte del FOXL2 associate a<br />

BPES, e da una sindrome caprina, Polled Intersex Syndrome (PIS), in cui l’inversione<br />

<strong>di</strong> sesso e l’assenza <strong>di</strong> corna sono dovute ad una delezione <strong>di</strong> 11,7 kb presente nelle<br />

regione sintenica umana. Per identificare tali elementi regolatori <strong>di</strong>stali, abbiamo<br />

sequenziato ed analizzato 500 kb della regione genomica umana contenente il FOXL2,<br />

e condotto un’analisi comparativa con le sequenze <strong>di</strong>sponibili <strong>di</strong> topo e capra. Queste<br />

analisi hanno permesso <strong>di</strong> identificare regioni conservate can<strong>di</strong>date che potrebbero<br />

essere richieste per la trascrizione del FOXL2. Ulteriori <strong>stu<strong>di</strong></strong> permetteranno <strong>di</strong><br />

valutarne il ruolo nelle regolazione della trascrizione. Abbiamo quasi concluso il saggio<br />

dei due ibri<strong>di</strong> in lievito per in<strong>di</strong>viduare le proteine che interagiscono con FOXL2 nella via<br />

dello sviluppo dell’occhio e dell’ovaio. Attraverso lo screening <strong>di</strong> una libreria <strong>di</strong> cDNA <strong>di</strong><br />

ovaio abbiamo identificato tre interazioni <strong>di</strong>verse che attualmente sono in fase <strong>di</strong><br />

conferma con altre tecniche quale co- immunoprecipitazione e GST pull down. Per<br />

identificare e caratterizzare <strong>di</strong>rettamente la proteina FOXL2, abbiamo sviluppato un<br />

anticorpo specifico, che ci ha permesso <strong>di</strong> valutare la sua localizzazione nucleare in<br />

linee cellulari COS tramite <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> immunofluorescenza. Riportiamo inoltre i progressi<br />

nella creazione <strong>di</strong> topi knockout per il Foxl2 come modelli animali <strong>di</strong> BPES. Abbiamo<br />

già a <strong>di</strong>sposizione i primi animali KO ed il fenotipo è in fase <strong>di</strong> caratterizzazione.<br />

Tuttavia i primi risultati confermano il ruolo fondamentale del Foxl2 nello sviluppo e<br />

nell'ovaio. Inoltre <strong>stu<strong>di</strong></strong> sistematici <strong>di</strong> patterns <strong>di</strong> espressione genica tramite la<br />

tecnologia del cDNA microarray permetteranno <strong>di</strong> comparare il profilo <strong>di</strong> espressione<br />

dei tessuti ovarici provenienti da animali KO e transgenici con quello <strong>di</strong> animali wildtype.<br />

Tutti quei geni che mostrano <strong>di</strong>fferenze statisticamente <strong>di</strong>verse rappresenteranno<br />

potenziali bersagli per Foxl2 e potenziali componenti della via del fattore <strong>di</strong> trascrizione.<br />

DESCRIZIONE ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

La sindrome Blefarofimosi Ptosi Epicanto inverso (BPES) e’ una rara malattia<br />

autosomica dominante. Nella BPES <strong>di</strong> tipo I complesse malformazioni oculari sono<br />

associate a <strong>di</strong>fferenti gra<strong>di</strong> d’insufficienza ovarica, che va dall’amenorrea primaria alla<br />

menopausa precoce, mentre nella BPES <strong>di</strong> tipo II sono presenti solo <strong>di</strong>fetti oculari.<br />

Recentemente abbiamo scoperto che mutazioni nel gene FOXL2 sono responsabili <strong>di</strong><br />

entrambi i tipi <strong>di</strong> BPES (Crisponi et al., Nat Genet. 2001 Feb; 27(2): 159-66). Il FOXL2<br />

e’ un fattore <strong>di</strong> trascrizione appartenente alla famiglia dei winged helix/forkhead. E’<br />

costituito da un unico esone co<strong>di</strong>ficante una proteina <strong>di</strong> 376 aminoaci<strong>di</strong>, espressa in<br />

maniera specifica nelle cellule follicolari dell’ovaio e nel mesenchima delle palpebre<br />

durante lo sviluppo. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o genetico del FOXL2 ci ha permesso <strong>di</strong> identificare il<br />

primo gene autosomico coinvolto nell’insufficienza ovarica (non considerando i casi <strong>di</strong><br />

resistenza ovarica che risultano da mutazioni nel gene FSHR).<br />

Parte della mia attività <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong> valutare la correlazione genotipo/fenotipo<br />

nella BPES <strong>di</strong> tipo I e II.<br />

La correlazione genotipo/fenotipo ha mostrato che l’aploinsufficienza causata da<br />

mutazioni “loss-of function” in uno dei due alleli del FOXL2 sarebbe responsabile del<br />

fenotipo completo, mentre mutazioni missense, duplicazioni e inserzioni che<br />

mantengono la proteina in frame sarebbero associate ad un fenotipo ipomorfico. Fino<br />

ad oggi ho condotto l’analisi mutazionale del FOXL2 su un totale <strong>di</strong> 65 pazienti BPES.<br />

Se la correlazione genotipo/fenotipo sarà confermata potremo pre<strong>di</strong>re se un paziente<br />

BPES svilupperà il tipo I o II e quin<strong>di</strong> se una donna affetta da BPES sarà o meno fertile.<br />

Questo risulterà particolarmente utile nella valutazione dei casi spora<strong>di</strong>ci che<br />

rappresentano la forma più comune della patologia.<br />

Un altro obiettivo del gruppo <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> cui faccio parte riguarda lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della<br />

funzione <strong>di</strong> FOXL2, con particolare attenzione alla comprensione del suo ruolo<br />

nell’insufficienza ovarica precoce.<br />

A tale scopo abbiamo creato un modello murino <strong>di</strong> BPES attraverso l’interruzione<br />

selettiva <strong>di</strong> Foxl2 e abbiamo condotto il saggio dei due ibri<strong>di</strong> per in<strong>di</strong>viduare le proteine<br />

che interagiscono con FOXL2 nella via dello sviluppo dell’occhio e dell’ovaio.<br />

La tecnologia del KO ci permette <strong>di</strong> interrompere selettivamente un gene e creare topi<br />

etero ed omozigoti per tale alterazione. Topi privi del Foxl2 dovrebbero fornirci <strong>degli</strong><br />

importanti in<strong>di</strong>zi per la comprensione della patogenesi dell’insufficienza ovarica nella<br />

BPES <strong>di</strong> tipo I ed identificare rilevanti bersagli trascrizionali del Foxl2. Infatti i topi KO<br />

per il Foxl2, manifestano le stesse caratteristiche della BPES in modo estremo e<br />

severo e per questo rappresentano un ottimo modello <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o.<br />

Il mio contributo a questa ricerca si articola in due fasi.<br />

La prima riguarda la genotipizzazione <strong>degli</strong> animali allo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare gli<br />

eterozigoti e gli omozigoti per la mutazione. La seconda fase riguarda la<br />

caratterizzazione del fenotipo dei topi knockout me<strong>di</strong>ante esperimenti <strong>di</strong> istologia,<br />

immunoistochimica ed ibridazione in situ.<br />

La conoscenza della via metabolica del FOXL2 consentirà <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re le nostre<br />

conoscenze sullo sviluppo dell’occhio e dell’ovaio e quin<strong>di</strong> a lungo termine <strong>di</strong> sviluppare<br />

eventuali terapie atte a prolungare la funzione ovarica o a riattivare il gene, sia nei<br />

pazienti con BPES che con insufficienza ovarica precoce.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

• PILIA G., SPADA C., UDA M., CHIAPPE F., CRISPONI L.,<br />

L’iperaccrescimento; 1997, In Prospettive in Pe<strong>di</strong>atria 27, 157-169, 1997.<br />

23<br />

• PILIA G., CRISPONI L., CHIAPPE F., UDA M., ANTONIO CAO, HUBER R.,<br />

SCHLESSINGER D., PELLEGRINI M., FORABOSCO A.,<br />

Structure and function of the GPC3 gene; 1997, In Scientific Convention November 16-<br />

18 Palazzo dei Congressi, Bologna.<br />

• PILIA G., HUBER R., CHIAPPE F., GURRIERI F., CRISPONI L., NERI G., ORTH U.,<br />

ALI H., GAL A., CAO A., SCHLESSINGER D.,<br />

Mutation analysis in Simpson-Golabi-Behmel patients ; 1997, In The European Society of<br />

Human Genetics-Book of <strong>Abstract</strong>, Poster <strong>Abstract</strong> 4-351.<br />

• CHIAPPE F., UDA M., CRISPONI L., DEIANA M., MONNI G., PILIA G.<br />

Diagnosi Prenatale della sindrome <strong>di</strong> Simpson-Golabi-Behmel: descrizione dei primi due<br />

casi al mondo; XII Congresso Nazionale SIEOG Società Italiana <strong>di</strong> Ecografia Ostetrico-<br />

Ginecologica e metodologie biofisiche- <strong>Cagliari</strong> 24-27/09/2000<br />

• CRISPONI L., DEIANA M., LOI A., CHIAPPE F., UDA M., MONNI G., SHLESSINGER<br />

D., CAO A., PILIA G.<br />

Identificazione del gene responsabile della sindrome Blefarofimosi-Ptosi-Epicanto-Inverso<br />

con associata infertilità femminile; XII Congresso Nazionale SIEOG Società Italiana <strong>di</strong><br />

Ecografia Ostetrico-Ginecologica e metodologie biofisiche- <strong>Cagliari</strong> 24-27/09/2000<br />

• LAURA CRISPONI, MANILA DEIANA, ANGELA LOI, FRANCESCA CHIAPPE,<br />

MANUELA UDA, PATRIZIA AMATI, LUIGI BISCEGLIA, LEOPOLDO ZELANTE,<br />

RAMAIAH NAGARAJA, SUSANNA PORCU, M. SERAFINA RISTALDI, ROSALIA<br />

MARZELLA, MARIANO ROCCHI, MARC NICOLINO, ANNE LIENHARDT-ROUSSIE,<br />

ANNIE NIVELON, ALAIN VERLOES, DAVID SCHLESSINGER, PAOLO GASPARINI,<br />

DOMINIQUE BONNEAU, ANTONIO CAO, AND GIUSEPPE PILIA.<br />

The putative forkhead transcription factor FOXL2 is mutated in<br />

blepharophimosis/ptosis/epicanthus inversus syndrome. Nature Genetics. (2001) 27,<br />

159-166.<br />

• CRISPONI L., UDA M., DEIANA M., CHIAPPE F., USALA G., MARONGIU M., AMATI<br />

P., BONNEAU D., FARAVELLI F., TOLMIE J., CRISPONI G., BISCEGLIA L., M R<br />

PIEMONTESE, ZELANTE L., IOLASCON., A PERCESEPE, A FORABOSCO,<br />

GASPARINI P., CAO A., PILIA G.<br />

Role of Blepharophimosis/ptosis/epicantus inversus Sindrome (BPES) gene FOXL2<br />

in ovarian and eye development. <strong>Abstract</strong> presentato alla XI Telethon Convention<br />

2002.<br />

• CRISPONI L., UDA M., DEIANA M., CHIAPPE F., MARONGIU M., USALA<br />

G.,MELONI A., AMATI P., BONNEAU D., FARAVELLI F.,BOCCONE L., TOLMIE J.,<br />

CRISPONI G., BISCEGLIA L., M R PIEMONTESE, ZELANTE L.,IOLASCON., A<br />

PERCESEPE, A FORABOSCO, GASPARINI P.,SCHLESSINGER D., CAO A., PILIA<br />

Role of Blepharophimosis/ptosis/epicantus inversus Sindrome (BPES) gene<br />

FOXL2 in ovarian and eye development.<br />

<strong>Abstract</strong> presentato alla XII Telethon Convention 2003.<br />

• LAURA CRISPONI, MANUELA UDA, MANILA DEIANA, ANGELA LOI, RAMAIA<br />

NAGARAJA, FRANCESCA CHIAPPE, DAVID SCHLESSINGER, ANTONIO CAO,<br />

AND GIUSEPPE PILIA. FOXL2 inactivation by a translocation 171 kb away:<br />

analysis of 500 kb of chromosone 3 for ca<strong>di</strong>date long-range regulatory<br />

sequences. Genomics.2004 May;83(5):757-64


Assegnista: Maria Dolores Cipollina<br />

Struttura: Dip. Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Analisi <strong>di</strong> polimorfismi associati ad aumento <strong>di</strong> HbF in pazienti sar<strong>di</strong> con<br />

talassemia interme<strong>di</strong>a (I° poster)<br />

M.D. Cipollina 1. R. Galanello 1. L. Perseu 2. M.C. Sollaino 1. C. Perra 1. S. Satta 1.<br />

1. Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong><br />

2. Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Neurofarmacologia, CNR, Selargius, <strong>Cagliari</strong><br />

L'aumentata produzione <strong>di</strong> emoglobina fetale (HbF) è uno dei fattori che possono<br />

attenuare le manifestazioni cliniche della β-talassemia omozigote. La comprensione dei<br />

meccanismi che regolano la produzione <strong>di</strong> HbF nella β-talassemia può essere utile per<br />

trovare dei meto<strong>di</strong> efficaci per la stimolazione dell'espressione delle catene γ-globiniche<br />

<strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>vidui.<br />

In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo voluto valutare gli effetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi polimorfismi all'interno del<br />

cluster β-globinico sull'aumentata produzione <strong>di</strong> HbF in pazienti sar<strong>di</strong> con talassemia<br />

interme<strong>di</strong>a. A tale scopo abbiamo selezionato 14 pazienti con talassemia interme<strong>di</strong>a<br />

con le seguenti caratteristiche genetiche: omozigoti per la mutazione non senso al<br />

codon 39 CAG→ TAG, aplotipo II/II, genotipo α-globinico αα/αα, -α/αα; -/- al sito XmnI<br />

(-158 C→T) nel promoter del gene Gγ-globinico, assenza <strong>di</strong> mutazioni note, implicate<br />

nell'aumento dell' HbF, nei promoter dei geni Gγ e Aγ. Me<strong>di</strong>ante amplificazione e<br />

successivo sequenziamento automatico sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati i seguenti loci polimorfici:<br />

HSII-LCR (AT)xNy(AT)z; A/G in posizione -1396 Gγ; G/A in posizione -1225 Gγ; IVSII<br />

Gγ (TG)x(CG)y; IVSII Aγ (TG)x(CG)y (TG)z; -540 β (AT)xTy. Lo stesso <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato<br />

eseguito su un set <strong>di</strong> 14 pazienti con talassemia major, aventi identiche caratteristiche<br />

genetiche dei pazienti con talassemia interme<strong>di</strong>a. Il medesimo aplotipo è stato<br />

evidenziato in entrambi i gruppi <strong>di</strong> pazienti. Questo dato ha permesso <strong>di</strong> escludere un<br />

eventuale coinvolgimento del cluster β-globinico nel determinare il fenotipo attenuato<br />

dei pazienti con talassemia interme<strong>di</strong>a. Tale fenotipo potrebbe essere dovuto a<br />

determinanti genetici presenti in altre zone del genoma non associati al cluster βglobinico.<br />

*ve<strong>di</strong> Satta S.<br />

ABSTRACT: Analisi molecolare del <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> piruvatochinasi (II° poster)<br />

L. Perseu2, M.D. Cipollina1, S. Satta1, N. Giagu3, M.C. Sollaino1, R. Galanello1.<br />

1.Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>;<br />

2.Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Neurofarmacologia, CNR, Selargius, <strong>Cagliari</strong>; 3.Ospedale<br />

Regionale per le Microcitemie, A.S.L. 8, <strong>Cagliari</strong>.<br />

La piruvatochinasi (PK) è un enzima della via glicolitica che catalizza in maniera<br />

irreversibile la conversione del fosfoenolpiruvato in piruvato. Il deficit <strong>di</strong> piruvatochinasi<br />

è la causa più comune <strong>di</strong> anemia emolitica non sferocitica. Le manifestazioni cliniche<br />

oltre all’anemia <strong>di</strong> gravità molto variabile, sono ittero e splenomegalia. La <strong>di</strong>agnosi si<br />

basa sull’analisi enzimatica e biochimica e oramai, nella maggior parte dei casi, sullo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o del DNA. Nel gene PK localizzato nel braccio lungo del cromosoma 1(1q21),<br />

sono state descritte 133 mutazioni, per lo più <strong>di</strong> tipo missense. Nella popolazione<br />

caucasica, tra le 90 mutazione missense, le più comuni sono la 1529A e la 1456T. La<br />

grande maggioranza dei casi <strong>di</strong> anemia emolitica da <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> piruvatochinasi sono<br />

dovuti a doppia eterozigosi per due <strong>di</strong>verse varianti dello stesso enzima, e questa<br />

eterogeneità genetica rende conto della variabilità biochimica e clinica <strong>di</strong> questa<br />

enzimopatia.<br />

Abbiamo eseguito l’analisi molecolare <strong>di</strong> 5 pazienti sar<strong>di</strong> con anemia emolitica da<br />

<strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> PK, definito su base biochimica, per identificare le mutazioni responsabili del<br />

<strong>di</strong>fetto e correlarle con il quadro clinico, che anche nella nostra casistica è molto<br />

eterogeneo. Un paziente con anemia emolitica grave, con necessità <strong>di</strong> ripetute<br />

trasfusioni, è risultato omozigote per la mutazione 994 G! A nell’esone 8 (G332S). La<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> omozigosi per questa mutazione è un evento raro e solo altri due casi<br />

sono stati descritti in letteratura. Due fratelli, doppi eterozigoti per le mutazioni 994<br />

nell’esone 8 e 1456 C! T nell’esone 11 (R486W), mostrano quadri clinici <strong>di</strong>fferenti. Il<br />

fenotipo più grave in uno dei due può essere dovuto alla coere<strong>di</strong>tarietà del <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong><br />

G6PD. L’analisi del DNA <strong>degli</strong> ultimi due pazienti non ha messo in evidenza nessuna<br />

mutazione, lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sta proseguendo con l’analisi dell’RNA, che ci permetterà <strong>di</strong><br />

mettere in evidenza eventuali altre mutazioni e completare così la caratterizzazione<br />

molecolare.<br />

* ve<strong>di</strong> Satta S.<br />

ATTIVITÀ SVOLTA<br />

La dott.ssa Maria Dolores Cipollina lavora presso il Laboratorio <strong>di</strong> Ematologia I<br />

dell’Ospedale Regionale per le Microcitemie e collabora continuativamente ai progetti<br />

<strong>di</strong> ricerca del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Si è occupata della sindrome <strong>di</strong> Gilbert e attualmente è impegnata in<br />

un progetto <strong>di</strong> ricerca avente come titolo:”Riattivazione dei geni -globinici per il<br />

trattamento della -talassemia”.<br />

Scopo della ricerca è quello <strong>di</strong> identificare composti capaci <strong>di</strong> indurre la sintesi <strong>di</strong> HbF<br />

su popolazioni <strong>di</strong> eritroblasti ottenuti in vitro da soggetti normali e talassemici.<br />

Nell’in<strong>di</strong>viduo normale sono presenti tre tipi <strong>di</strong> emoglobina: l’ HbA (adulta che<br />

costituisce circa il 98% dell’Hb del soggetto adulto); l’Hb A 2 (presente solo dopo la<br />

nascita); e l’HbF (fetale), che è l’Hb propria della vita intrauterina e che normalmente è<br />

presente solo in tracce dopo la nascita. L’aumentata produzione <strong>di</strong> emoglobina fetale in<br />

soggetti affetti da talassemia è in grado <strong>di</strong> determinare un fenotipo attenuato,<br />

sviluppando una malattia a decorso più benigno e trasfusione in<strong>di</strong>pendente. La sintesi<br />

<strong>di</strong> HbF viene riattivata in cellule adulte in presenza <strong>di</strong> agenti farmacologici e durante<br />

eritropoiesi da stress. Dati recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che cellule progenitrici eritroi<strong>di</strong><br />

adulte sono in grado <strong>di</strong> proliferare in vitro in assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziamento se trattate con<br />

estrogeni, glucocorticoi<strong>di</strong> o inibitori del loro pathway intracellulari e rappresentare in tal<br />

modo un nuovo modello cellulare che permette l’analisi <strong>di</strong> agenti in grado <strong>di</strong> riattivare la<br />

sintesi <strong>di</strong> HbF <strong>di</strong>rettamente su cellule primarie umane e non su linee cellulari. Tuttavia<br />

la ricerca per questi farmaci è stata ostacolata sino ad ora da limitazioni tecniche dei<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> saggio <strong>di</strong>sponibili per la loro identificazione. Questi meto<strong>di</strong> infatti sono<br />

complicati e lunghi da non poter essere adottati da screening <strong>di</strong> massa.<br />

25<br />

A tale scopo abbiamo utilizzato un sistema <strong>di</strong> coltura a due sta<strong>di</strong> in cui la proliferazione e<br />

<strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> cellule eritroi<strong>di</strong> umane siano spazialmente e temporalmente separate.<br />

Questo sistema <strong>di</strong> coltura consente <strong>di</strong> generare gran<strong>di</strong> numeri <strong>di</strong> cellule eritroi<strong>di</strong> a partire da<br />

cellule staminali progenitrici umane purificate appartenenti a soggetti normali e talassemici.<br />

Pertanto sono stati selezionati 4 soggetti normali, 2 portatori sani <strong>di</strong> β talassemia, 8 soggetti<br />

con talassemia major e 7 pazienti con talassemia interme<strong>di</strong>a, le cui cellule sono state coltivate<br />

in vitro in presenza <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> crescita (SCF, EPO, IL3), estra<strong>di</strong>olo,e dexamethasone aggiunti<br />

a concentrazioni crescenti sia durante la fase proliferativi che durante la fase <strong>di</strong>fferenziativa<br />

della coltura.<br />

I loro effetti sulla sintesi <strong>di</strong> HbF sono stati valutati sulle cellule <strong>di</strong>fferenziate a livello <strong>di</strong> mRNA<br />

e i risultati devono ancora essere sottoposti ad analisi statistica.<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o in esame procederà probabilmente con l’analisi dei profili <strong>di</strong> espressione me<strong>di</strong>ante<br />

la tecnica dei microarray.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

R. GALANELLO, L. PERSEU, M.A. MELIS, M.D. CIPOLLINA, S. BARELLA, N. GIAGU, M.P.<br />

TURCO, O. MACCIONI, A. CAO. "IIYPERBILIRUBINAEMIA IN HETEROZYGOUS '3-<br />

THALASSEMIA IS RELATED TO CO-INHERITED GILBERT'S SYNDROME". BRITISH<br />

JOURNAL OF HEMATOLOGY. VOL.99: 433436,1997.<br />

R. GALANELLO, E. PAGLIETTI, S. BARELLA, L. PERSEU, C. PERRA, M.D. CIPOLLINA, S.<br />

SATTA, M.G. PIRROM, L. MACCIONI. "DIAGNOSI DI A E ~ TALASSEMIA". RIV. ITAL.<br />

PEDIATR. VOL.24: 5-7, 1998.<br />

R GALANELLO, M.D. CIPOLLINA, CARLO DESSI', NICOLINA GIAGU, ELIANA LM,<br />

ANTOMO CAO. "CO-INHERITED GILBERT'S SYNDROME: A FACTOR DETHRMINING<br />

HYPERBILIRUBINEMIA IN HOMOZYGOUS THALASSEMIA. HAEMATOLOGICA, VOL.<br />

84:103-105, 1999.<br />

R. GALANELLO, M.D. CIPOLLINA, G. CARBONI, L. PERSEU, S. BARELLA, A.<br />

CORRIAS, A. CAO. "HYPERBILIRLBINEMIA, GLUCOSE-6-PHOSPIIATE<br />

DEHYDROGENASE DEFICIENCY AND GILBERT'S SYNDROME. EUR. J. PEDIATR.<br />

VOL.158: 914-916, 1999.<br />

R. GALANELLO, C. SOLLAINO, L. PERSU, M.D. CIPOLLINA, C. PERRA, A. CADEDDU, F.<br />

DEIDDA. “DIAGNOSTICA MOLECOLARE DELLE MALATTIE GENETICHE: METODI<br />

DIRETTI”. RIV. MED. LAB. JLM, VOL.I :46-48, 2000.<br />

GALANELLO R, PIRAS S, BARELLA S, LEONI GB, CIPOLLINA MD, PERSEU L, CAO A.<br />

CHOLELITHIASIS AND GILBERT'S SYNDROME IN HOMOZYGOUS BETA-<br />

THALASSAEMIA. BR J HAEMATOL. 2001 DEC;115(4):926-8.<br />

M. CORDA, A. FAIS, L. PERSEU, M.D. CIPOLLINA, S. BARELLA, R.<br />

GALANELLO.IDENTIFICATION AND FUNCTIONAL CHARACTERIZATION OF A NEW<br />

HEMOGLOBIN VARIANT IN SARDINIA: HB MURAVERA [ Β 47 GAT→GTT, (CD6) ASP→<br />

VAL]. HAEMATOLOGICA VOL.87(10): OCTOBER 2002<br />

ABSTRACTS<br />

GALANELLO R., CIPOLLINA M.D., PERSEU L., BARELLA 5., GIAGU L., DESSI' C., LAI E.,<br />

MELIS M.A., CAO A.. "SINDROME DI GILBERT E TALASSEMIA". 9° RIUNIONE<br />

SCIENTIFICA, SOCIETA' ITALIANA DI EMATOLOGIA- SEZIONE SARDEGNA -CAGLIARI,<br />

24 MAGGIO 1997.<br />

R. GALANELLO, M.D. CIPOLLINA, L. PERSEU, C. DESSI', S. BARELLA, E. PAGLIETTI, E.<br />

LAI, A. CAO. "IPERBILIRUBINEMIA E SINDROME DI GILBERT NELLA 13- TALASSEMIA<br />

MAJOR ED INTERMEDIA". XXIV CONGRESSO NAZIONALE AIEOP, BOLOGNA, PALAZZO<br />

DEI CONGRESSI 1-3 GIUGNO 1997.<br />

R. GALANELLO, S. PIRAS, S. BARELLA, G.B.LEONI, M.D. CIPOLLINA, A. CAO.<br />

CHOLELITHIASIS IN HOMOZYGOUS BETA-THALASSAEMIA AND CO-INHERITANCE OF<br />

GILBERT'S SYNDROME GENOTYPE” INTERNATIONAL JOURNAL OF HEMATOLOGY,<br />

TORONTO-CANADA. AUGUST 26-30, 2000.<br />

CIPOLLINA M.D., GALANELLO R., PERSEU L., SOLLAINO M.C., PERRA C. AND SATTA<br />

S. “ANALISI DI POLIMORFISMI ASSOCIATI AD AUMENTO DI HBF IN PAZIENTI SARDI<br />

CON TALASSEMIA INTERMEDIA”. 7° CONGRESSO NAZIONALE S.I.G.U. 13-<br />

15OTTOBRE 2004. PALAZZO DEI CONGRESSI PISA.<br />

PERSEU L., CIPOLLINA M.D., SATTA S., GIAGU N., SOLLAINO M.C. AND GALANELLO<br />

R., “ANALISI MOLECOLARE DEL DIFETTO DI PIRUVATOCHINASI”. 7° CONGRESSO<br />

NAZIONALE S.I.G.U. 13-15OTTOBRE 2004. PALAZZO DEI CONGRESSI PISA.


Assegnista: Giovanni Coinu<br />

Struttura: Dip. Diritto pubblico e <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Sociali<br />

ABSTRACT: Le politiche comunitarie in materia <strong>di</strong> istruzione tra assenza <strong>di</strong><br />

competenze e presenza <strong>di</strong> processi<br />

L’Unione europea ha scelto <strong>di</strong> non adottare in materia <strong>di</strong> istruzione una politica<br />

comune. Ogni Stato, pertanto, continua a conservare la propria competenza nella<br />

organizzazione del sistema nazionale <strong>di</strong> istruzione e assume la piena responsabilità<br />

nella determinazione del contenuto dei programmi in virtù del principio <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà.<br />

L’intervento comunitario si propone, tuttavia, <strong>di</strong> incentivare la cooperazione tra gli stati<br />

membri e se nel caso <strong>di</strong> integrarne l’azione, tutelando nel contempo ogni Stato membro<br />

in materia <strong>di</strong> contenuti e <strong>di</strong> organizzazione dei propri sistemi <strong>di</strong> istruzione.<br />

Di fronte ai profon<strong>di</strong> mutamenti derivanti dalla globalizzazione e dalla società<br />

multiculturale, l’Unione europea ha annunciato a Lisbona il suo nuovo obiettivo<br />

strategico per il primo decennio del 2000: <strong>di</strong>ventare l’ “economia basata sulla<br />

conoscenza più competitiva e <strong>di</strong>namica del mondo, in grado <strong>di</strong> realizzare una crescita<br />

economica sostenibile con nuovi e migliori posti <strong>di</strong> lavoro e una maggiore coesione<br />

sociale”. In tale prospettiva, qualunque miglioramento dell’istruzione viene percepito<br />

come un fenomeno in grado <strong>di</strong> rafforzare la crescita e la competitività dell’Europa.<br />

Gli orientamenti per le future azioni comunitarie in materia <strong>di</strong> istruzione si articoleranno,<br />

secondo quanto stabilito dal Consiglio europeo <strong>di</strong> Lisbona, intorno a due gran<strong>di</strong> finalità.<br />

Innanzitutto, fare delle “politiche della conoscenza” (cioè <strong>degli</strong> interventi in materia <strong>di</strong><br />

innovazione, ricerca, istruzione e formazione) uno dei quattro assi fondamentali delle<br />

politiche interne dell’Unione. In secondo luogo, costruire progressivamente uno spazio<br />

educativo europeo aperto e <strong>di</strong>namico per offrire ai citta<strong>di</strong>ni gli strumenti in<strong>di</strong>spensabili<br />

per un permanente aggiornamento delle loro conoscenze e per lo sviluppo delle<br />

attitu<strong>di</strong>ni all’occupazione.<br />

L’obiettivo programmatico è chiaro. Una maggiore cooperazione in materia <strong>di</strong> istruzione<br />

costituirà un importante contributo al successo dell’allargamento dell’Unione europea e<br />

alla realizzazione <strong>degli</strong> obiettivi annunciati nel corso del Consiglio europeo <strong>di</strong> Lisbona.<br />

Ciò che non appare chiaro è il rapporto tra le <strong>di</strong>sposizioni del Trattato che escludono<br />

una politica comune dell’istruzione ed, anzi, vietano espressamente che la Comunità<br />

possa procedere ad uniformare, armonizzandoli, i sistemi <strong>di</strong> istruzione nazionali e la<br />

posizione successivamente assunta dall’Unione europea che, attraverso atti giuri<strong>di</strong>ci<br />

non vincolanti, invita caldamente gli stati membri ad uniformare i propri sistemi <strong>di</strong><br />

istruzione e, più in generale, <strong>di</strong> formazione al fine <strong>di</strong> rendere possibile la creazione <strong>di</strong><br />

uno spazio comune europeo dell’istruzione.<br />

Il Consiglio, avendo presente l’assenza <strong>di</strong> competenza formale dell’Unione in materia,<br />

ha focalizzato la propria attenzione sull’elaborazione del metodo da utilizzare per<br />

pervenire ad un risultato omogeneo e con<strong>di</strong>viso da tutti gli Stati membri. Nella relazione<br />

emerge la comune volontà del Consiglio e <strong>degli</strong> Stati membri <strong>di</strong> applicare anche al<br />

settore dell’istruzione il cosiddetto “Metodo <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento aperto” originariamente<br />

pensato per essere applicato nell’ambito delle politiche per l’occupazione. Tale Metodo<br />

consiste in una strategia coor<strong>di</strong>nata con la quale gli Stati membri stabiliscono obiettivi<br />

comuni e strumenti idonei per raggiungerli. Di fatto, è un ottimo strumento affinché<br />

politiche coerenti possano svilupparsi in settori in cui è esclusa una politica<br />

comunitaria, ma ove esiste l’esigenza <strong>di</strong> uno sforzo comune per il raggiungimento <strong>di</strong> un<br />

fine con<strong>di</strong>viso, nel nostro specifico caso la creazione <strong>di</strong> uno spazio europeo<br />

dell’istruzione. L’assenza formale <strong>di</strong> una competenza comunitaria viene, quin<strong>di</strong>,<br />

colmata attraverso l’adozione <strong>di</strong> un sistema che è, <strong>di</strong> fatto, <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />

intergovernativo ma che, paradossalmente, non va a <strong>di</strong>scapito dell’entità<br />

sopranazionale perché questa <strong>di</strong>venta sede del coor<strong>di</strong>namento e quello contribuisce a<br />

realizzarne gli obiettivi.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca si è concentrata sul ruolo esercitato dalle Corti costituzionali nelle<br />

<strong>di</strong>namiche relazionali connesse alla forma <strong>di</strong> governo, approfondendo in particolare il<br />

sistema federale statunitense. Il federalismo è, infatti, una forma <strong>di</strong> stato che può dar<br />

vita a varie modalità <strong>di</strong> applicazione politica: dalla federazione alla confederazione,<br />

dall’accordo federale, alla lega, all’unione. Il federalismo è in sostanza un “genere” <strong>di</strong><br />

organizzazione del potere politico <strong>di</strong> cui esistono più “specie”.<br />

All’interno dei sistemi federali, quin<strong>di</strong>, più che in altri, le Corti costituzionali sono<br />

destinate ad esercitare un importante ruolo, determinando, in concreto, con<br />

giurisprudenze più o meno interventiste, le sorti dell’atteggiarsi della ripartizione delle<br />

competenze tra i <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> governo.<br />

Quale sia la specifica funzione delle sentenze della Corte Suprema all’interno della<br />

teoria federale sulla quale si fonda il sistema americano è stata questione ampiamente<br />

<strong>di</strong>battuta in passato ed è tuttora oggetto <strong>di</strong> indagini <strong>di</strong> natura sistematica. Alcuni<br />

considerano la Corte Suprema al vertice del sistema federale <strong>degli</strong> Stati Uniti e<br />

reputano, pertanto, che i suoi deliberati debbano essere accettati senza riserve da tutte<br />

le Corti statali. Altri, invece, pur ritenendo che essa sia un’istituzione <strong>di</strong> importanza<br />

vitale nel sistema e, come tale, certamente in <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> determinare la natura della<br />

struttura del sistema stesso, non riconoscono ad essa il potere <strong>di</strong> plasmare ogni<br />

dettaglio <strong>di</strong> esso.<br />

La <strong>di</strong>stribuzione delle competenze normative e funzionali che deriva da tali rapporti<br />

merita, in questa prospettiva, un’attenta riflessione.<br />

Al fine dello svolgimento <strong>di</strong> una più esauriente ricerca bibliografica e <strong>di</strong> un costruttivo<br />

confronto con alcuni <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi americani, ho svolto due soggiorni presso la John<br />

Marshall Law School <strong>di</strong> Chicago come visiting scholar, durante i quali ho avuto la<br />

possibilità <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del sistema federale nelle sue <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong><br />

funzionamento me<strong>di</strong>ante l’analisi, in particolare, <strong>di</strong> una delle politiche che più da vicino<br />

riguarda l'effettiva ripartizione <strong>di</strong> competenze tra governo centrale e governi locali negli<br />

Stati Uniti: quella in materia <strong>di</strong> istruzione pubblica.<br />

Sempre nell’ambito dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del ruolo delle Corti costituzionali, ho anche avuto<br />

modo <strong>di</strong> affrontare problematiche strettamente legate alla revisione costituzionale<br />

operata con la legge costituzionale n. 3 del 2001. Le potenzialità offerte dalla riforma<br />

sono, infatti, in piena espansione, e la Corte costituzionale è, al momento, il soggetto<br />

istituzionale più impegnato ad applicare il nuovo Titolo V. In tale prospettiva, le<br />

problematiche che interessano la con<strong>di</strong>zione delle Regioni ad autonomia <strong>di</strong>fferenziata,<br />

alla luce della interpretazione del nuovo quadro costituzionale offerta dalla Corte nelle<br />

sue pronunce, hanno costruito un’ulteriore banco <strong>di</strong> prova del ruolo svolto dalle Corti<br />

supreme nelle forme <strong>di</strong> governo in transizione.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

G. Coinu, Il “nuovo” art. 119 Cost.: autonomia finanziaria, principio re<strong>di</strong>stributivo e<br />

Regione Sardegna, in Cooperazione me<strong>di</strong>terranea, 2-2001.<br />

G. Coinu, Una <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> recezione del <strong>di</strong>ritto comunitario e l’art.41 Cost.: la sentenza<br />

Corte Cost. n. 54/2001, in Il foro italiano, n.9, 2002.<br />

27<br />

G. Coinu – A. Deffenu, Altri aspetti procedurali, in A. Pizzorusso – R. Romboli (a cura <strong>di</strong>) “Le<br />

norme integrative per i giu<strong>di</strong>zi davanti alla Corte costituzionale dopo quasi mezzo secolo <strong>di</strong><br />

applicazione. Atti del Seminario <strong>di</strong> Pisa del 26 ottobre 2001”, Giappichelli, Torino, 2002.<br />

G. Coinu, Sulla democrazia procedurale, in Le Regioni, 864, Il Mulino, Bologna, 2003.<br />

G. Coinu – G. Demuro, Regioni a statuto speciale e clausola <strong>di</strong> adeguamento automatico, in<br />

P. Caretti (a cura <strong>di</strong>), Osservatorio sulle fonti 2002, Giappichelli, Torino, 2004.<br />

G. Coinu, La scelta scolastica nello stato composto. Il caso americano, Ed. Pietro Valdès,<br />

<strong>Cagliari</strong>, 2004.<br />

G. Coinu – M. Wiberg, Le politiche istituzionali comunitarie intraprese a seguito dell’ultimo<br />

allargamento. Il ruolo ed il peso dei piccoli stati nell’Unione Europea, in corso <strong>di</strong> pubblicazione<br />

su Rassegna <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico europeo, 1-2005, Napoli, Esi<br />

G. Coinu, Le politiche comunitarie in materia <strong>di</strong> istruzione tra assenza <strong>di</strong> competenze e<br />

presenza <strong>di</strong> processi, in Rassegna <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico europeo, 1-2005, Napoli, Esi.<br />

G. Coinu, La scelta scolastica nello stato composto. Il caso americano, in Scritti in onore <strong>di</strong><br />

Alessandro Pizzorusso, Torino, Giappichelli, 2005.


Assegnista: Giuseppe Colizzi<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Fisica<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o ab initio <strong>di</strong> adsorbimento e <strong>di</strong>ffusione sulla superficie Cu(100) in<br />

presenza <strong>di</strong> piccole quantita’ <strong>di</strong> adatomi <strong>di</strong> In<br />

G. Biddau , G. Colizzi e V. Fiorentini<br />

Dip. Di Fisica Universita’ <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e la manipolazione dei materiali e' una delle principali attivita' umane fino<br />

dalla preistoria (non a caso si parla <strong>di</strong> eta' del bronzo, del ferro, del rame). Questa<br />

attivita' e' perseguita ai giorni nostri a livelli <strong>di</strong> miniaturizzazione e con raffinatezza<br />

sperimentale e interpretativa mai raggiunti in precedenza. Un campo <strong>di</strong> notevole<br />

interesse della scienza dei materiali <strong>di</strong> questi ultimi decenni e' rappresentato dallo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle superfici dei soli<strong>di</strong>: particolarmente rilevanti sono i fenomeni microscopici<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> atomi singoli o aggregati che vi hanno luogo, e che hanno un ruolo<br />

chiave in molti fenomeni fisici quali la catalisi, le transizioni <strong>di</strong> fase, e soprattutto la<br />

crescita dei cristalli [1]. Quest' ultima ha un importanza notevole dopo l'avvento, piu' <strong>di</strong><br />

20 anni fa, <strong>di</strong> sofisticate tecniche <strong>di</strong> crescita ( p.es. la molecular beam epitaxy , MBE),<br />

che sono la chiave dello sviluppo <strong>di</strong> nuovi <strong>di</strong>spositivi microelettronici ed optoelettronici,<br />

o con proprieta' superconduttrici, magnetiche, ottiche ingegnerizzabili per le piu' <strong>di</strong>verse<br />

applicazioni. E' dunque naturale che si cerchi <strong>di</strong> comprendere i meccanismi <strong>di</strong> crescita,<br />

e <strong>di</strong> controllare i processi coinvolti ad<strong>di</strong>rittura su scala atomica. Una manipolazione a<br />

tale livello e' <strong>di</strong>venuto ancor piu' stringente ora che i <strong>di</strong>spositivi stanno sempre piu'<br />

assumendo <strong>di</strong>mensioni nanoscopiche [2]. Tra i metalli, il rame riveste sicuramente un<br />

interesse notevole sia dal punto <strong>di</strong> vista della ricerca <strong>di</strong> base che tecnologica (e'<br />

recente l'annuncio <strong>di</strong> IBM a proposito dell'uso <strong>di</strong> rame al posto dell'alluminio per le<br />

interconnessioni nei componenti microelettronici). Il progetto <strong>di</strong> ricerca a cui partecipo<br />

ha come scopo lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> adsorbimento, <strong>di</strong>ffusione, e crescita che<br />

avvengono sulle superfici <strong>di</strong> rame in presenza <strong>di</strong> piccole quantita' <strong>di</strong> contaminanti<br />

controllati. Il sistema specifico e' Cu (001), e il contaminante e' In (coperture superficiali<br />

< 10 %), un caso para<strong>di</strong>gmatico per due interessanti fenomeni che risultano a tutt'oggi<br />

non del tutto compresi. Si tratta <strong>di</strong> capire il meccanismo per il quale l'In favorisce una<br />

crescita regolare del rame (si parla <strong>di</strong> crescita layer by layer e <strong>di</strong> azione surfattante<br />

dell'in<strong>di</strong>o) gia' a temperatura ambiente [3]. L'altro fenomeno da capire e' quello relativo<br />

all'incorporazione <strong>degli</strong> atomi <strong>di</strong> In dentro la superficie del rame dopo la loro<br />

deposizione, il loro meccanismo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione attraverso la superficie, e in particolare se<br />

questo sia effettivamente assistito da vacanze <strong>di</strong> superficie [4], oppure sia da spiegarsi<br />

in altro modo. Queste problematiche sono da noi investigate attraverso tecniche <strong>di</strong><br />

calcolo <strong>di</strong> tipo quanto-meccanico da principi primi ab initio [5]; specificamente,<br />

presentero', <strong>di</strong>scutendone le conseguenze, risultati relativi all'energetica<br />

dell'adsorbimento e della <strong>di</strong>ffusione sulla superficie Cu(100) priva <strong>di</strong> step in presenza <strong>di</strong><br />

In adsorbito.<br />

[1] A. Zangwill, Physics at Surfaces (Cambridge University Press, Cambridge, England,<br />

1988)<br />

[2] M.G. Lagally, Atom Motion on Surfaces, Physics Today November 1993<br />

[3] H.A. van der Vegt, M. Breeman, S. Ferrer, V. H. Etgens, X. Torrelles, P. Fajardo,<br />

and<br />

E. Vlieg, Phys. Rev. B 51, 14806 (1995)<br />

[4] R. Van Gastel, E. Somfai, W. van Saarloos, and J. W. M Frenken, Nature (London)<br />

408, 665 (2000), R. Van Gastel, E. Somfai, S.B. van Albada, W. van Saarloos, and<br />

W. M Frenken, Phys. Rev. Lett. 86 1562 (2001)<br />

[5] Vienna Ab initio Simulation Package (VASP) http://cms.mpi.univie.ac.at/vasp/;<br />

H. Jonsson, G. Mills, and K.W. Jacobsen, in Classical and Quantum Dynamics in<br />

Condensed Phase Simulations, e<strong>di</strong>ted by B.J. Berne, G. Ciccotti, and D.F. Coker<br />

(Word Scientific, Singapore, 1998).<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Assegnista presso il <strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> fisica dell' Universita' <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> per una<br />

collaborazione scientifica ad un progetto <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>retto dal Prof. Vincenzo Fiorentini<br />

riguardante lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong>ffusione anomala su superfici metalliche. In<br />

particolare mi sto occupando dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione che avvengono alla<br />

superficie (100) del rame in presenza <strong>di</strong> piccole quantita' (< 10%) <strong>di</strong> in<strong>di</strong>o su essa<br />

adsorbito. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o viene condotto tramite calcoli quanto-meccanici <strong>di</strong> tipo ab initio<br />

(calcoli <strong>di</strong> energia totale e barriere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione calcolate me<strong>di</strong>ante metodo NEB).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

First-principles study of ferroelectricity and isotope effects in H-bonded KH 2 PO 4<br />

crystals, S. Koval, J. Kohanoff, J. Lasave, G. Colizzi, R.L. Migoni, Physical Review B<br />

(accettato per la pubblicazione in data 31/1/2005)<br />

Ab initio investigations of pressure effects on the ferroelectric instabilities in KDP and<br />

DKD<br />

G. Colizzi, J. Kohanoff, J. Lasave, S. Koval and R.L. Migoni, Ferroelectrics 301, 61<br />

(2004)<br />

In adsorbtion and <strong>di</strong>ffusion on Cu (100) in the presence of Cu adatoms and vacancies,<br />

G. Biddau, G. Colizzi and V. Fiorentini (in preparazione)<br />

Origin of polarization in ferroelectric KDP,<br />

G. Colizzi, R.L. Migoni and J. Kohanoff (in preparazione)<br />

Stability and <strong>di</strong>ffusion of small clusters on Al(111) and Al(100) ,<br />

G. Colizzi, P. Ruggerone and V. Fiorentini (in preparazione)<br />

29


Assegnista: Daniela Contu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Un’analisi molecolare del cromosoma Y rivela la struttura genetica e<br />

l'origine della popolazione Sarda<br />

Daniela Contu 1 *, Laura Morelli 1,2,3 *, Patrizia Zavattari 1* , Jamie W. Foster 1 , Paolo<br />

Francalacci 2 1, 3<br />

and Francesco Cucca<br />

1. Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>,<br />

Ospedale Microcitemico, <strong>Cagliari</strong> 09121, Italia.<br />

2. Dipartimento <strong>di</strong> Zoologia e Antropologia Biologica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Sassari, Sassari<br />

07100, Italia.<br />

3. Centro <strong>di</strong> Genetica Clinica, Cattedra <strong>di</strong> Genetica Me<strong>di</strong>ca, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze<br />

Biome<strong>di</strong>che, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Sassari, 07100 Sassari, Italia.<br />

Secondo le attuali teorie, le popolazioni Europee contemporanee si sarebbero originate<br />

in conseguenza <strong>di</strong> successive ondate migratorie, due delle quali sarebbero avvenute in<br />

epoca paleolitica ed una durante il periodo neolitico. Quest’ultima sarebbe<br />

intrinsecamente legata alla <strong>di</strong>ffusione dell’agricoltura. Scopo <strong>di</strong> questo lavoro era<br />

delucidare alcuni importanti eventi popolazionistici alla base della struttura genetica<br />

<strong>degli</strong> europei attraverso la definizione della struttura genetica della popolazione sarda e<br />

la sua comparazione con quella <strong>di</strong> altre popolazioni. A tal fine abbiamo stabilito la<br />

struttura della popolazione sarda, attraverso l’analisi <strong>di</strong> varianti genetiche polimorfiche<br />

localizzate sul cromosoma Y, e l’abbiamo confrontata con quella dell’Anatolia, il sito<br />

putativo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dei conta<strong>di</strong>ni neolitici. I tempi <strong>di</strong> separazione delle varie<br />

genealogie <strong>di</strong> cromosomi Y sono consistenti con una separazione antica tra le due<br />

popolazioni e con un popolamento pre-neolitico (


Assegnista: Luca G. Costamagna<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze della Terra<br />

ABSTRACT: Geologia del Giurassico dell’area dei Tacchi (E Sardegna)<br />

Le ricerche operate sulle successioni giurassiche me<strong>di</strong>o-superiori affioranti nell’area dei<br />

Tacchi (E Sardegna) hanno portato ad una conoscenza <strong>di</strong> maggiore dettaglio della<br />

locale stratigrafia e se<strong>di</strong>mentologia. La Formazione <strong>di</strong> Genna Selole (Bajociano-<br />

Bathoniano, 0-50 m), che costituisce la base della successione giurassica dei Tacchi, è<br />

un’unità da unicamente silicoclastica a mista silicoclastico-carbonatica, depostasi in<br />

ambienti compresi fra il continentale <strong>di</strong> elevata energia ed il transizionale lagunarelitorale.<br />

Nei settori nei quali la Formazione <strong>di</strong> Genna Selole è completamente assente,<br />

la se<strong>di</strong>mentazione me<strong>di</strong>ogiurassica debutta al <strong>di</strong> sopra del basamento paleozoico con i<br />

depositi marini della Formazione delle Dolomie <strong>di</strong> Dorgali (Bathoniano-Kimmeridgiano,<br />

250-300 m). In base alle nuove indagini, la "Formazione <strong>di</strong> Genna Selole" viene<br />

sud<strong>di</strong>visa in tre litofacies, una conglomeratica, una arenaceo-argillosa ed una mista<br />

carbonatico-silicoclastica. L’analisi complessiva delle isopache della “Formazione <strong>di</strong><br />

Genna Selole” e delle sue singole litofacies in<strong>di</strong>cherebbe l’esistenza ed il progressivo<br />

seppellimento ed inondazione <strong>di</strong> un alto morfostrutturale sviluppatosi nella Sardegna<br />

centrale, a seguito <strong>di</strong> una coeva tettonica <strong>di</strong>stensiva, fra il Giurassico inferiore ed il<br />

Giurassico me<strong>di</strong>o. La soprastante Formazione delle Dolomie <strong>di</strong> Dorgali è caratterizzata<br />

da litofacies riconducibili ad ambienti da inter- a subtidali <strong>di</strong> shelf carbonatico compresi<br />

fra la laguna ed il margine. I suoi depositi più <strong>di</strong>ffusi sono costituiti da alternanze <strong>di</strong><br />

storm layers calcarenitici e fanghi bioturbati. Nelle estreme aree orientali, poggianti<br />

sulle Dolomie <strong>di</strong> Dorgali con contatto solitamente brusco, sono stati rinvenuti per la<br />

prima volta alcuni lembi calcarei riferibili alle formazioni <strong>di</strong> M. Tului e <strong>di</strong> M. Bar<strong>di</strong>a (40<br />

m), <strong>di</strong> età giurassica superiore. L’ambiente <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione sarebbe relativo ad aree<br />

<strong>di</strong> margine caratterizzate da barre oolitiche ed oolitico-bioclastiche, e aree a limitate<br />

biocostruzioni. Questi dati, integrati sia con ulteriori ricerche stratigraficose<strong>di</strong>mentologiche<br />

condotte nell’area del Supramonte <strong>di</strong> Baunei, sia con analisi <strong>di</strong> tipo<br />

geometrico-sequenziale, hanno portato a definire per quest’ultima area una geometria<br />

dei litosomi ed una crescita della piattaforma carbonatica da inizialmente aggradante a<br />

progressivamente progradante in <strong>di</strong>rezione NE; mentre per l’area dei Tacchi, la<br />

successione affiorante testimonia un processo <strong>di</strong> crescita unicamente aggradante.<br />

Alcune litofacies rinvenute nel Supramonte <strong>di</strong> Baunei testimonierebbero il progressivo<br />

sviluppo <strong>di</strong> facies carbonatiche <strong>di</strong> scarpata e <strong>di</strong> possibili aree carbonatiche bacinali. In<br />

aggiunta, un analisi preliminare della successione giurassica del torrione <strong>di</strong> Posada,<br />

con le sue caratteristiche <strong>di</strong> rapido annegamento della piattaforma carbonatica,<br />

confermerebbe questo modello paleogeografico. Quin<strong>di</strong> la piattaforma carbonatica<br />

me<strong>di</strong>o-altogiurassica della Sardegna centro-orientale risponderebbe ai criteri <strong>di</strong> una<br />

rampa del tipo <strong>di</strong>stally-steepened ramp: infatti la deposizione <strong>di</strong> facies tempestitiche<br />

nella laguna, area <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione delle Dolomie <strong>di</strong> Dorgali, in<strong>di</strong>cherebbe l’assenza<br />

<strong>di</strong> importanti e continui corpi marginali limitanti, mentre la esigua estensione <strong>di</strong> facies <strong>di</strong><br />

scarpata marcherebbe l’assenza <strong>di</strong> un pen<strong>di</strong>o acclive significativamente esteso <strong>di</strong><br />

raccordo al bacino.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Il tema <strong>di</strong> ricerca in oggetto(Resp. Prof. S. Barca), ovvero le caratteristiche<br />

se<strong>di</strong>mentologico-stratigrafiche delle successioni sarde <strong>di</strong> età triassico-giurassica,<br />

affrontato durante gli anni trascorsi come Assegnista, è stato in realtà il proseguimento<br />

<strong>di</strong> un lungo percorso scientifico intrapreso dallo scrivente nel 1994, con il “Progetto<br />

Ambiente”, durante il quale iniziarono gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> sugli affioramenti triassici dell’Arburese,<br />

nel settore <strong>di</strong> Scivu-Is Arenas.<br />

Da questo primo approccio, le ricerche sul Triassico in “Facies germanica” della<br />

Sardegna centro-meri<strong>di</strong>onale, sviluppate sotto la guida del Prof. S. Barca, costituirono<br />

la tematica del Dottorato <strong>di</strong> Ricerca sostenuto fra il 1994 ed il 1997. Durante questi<br />

anni, il rinvenimento <strong>di</strong> deformazioni tettoniche a carico delle litologie mesozoiche e<br />

cenozoiche nell’area del SW Sardegna <strong>di</strong>ede impulso ad un ramo collaterale ma non<br />

meno rilevante <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>, che portò a meglio definire l’importanza e l’estensione delle<br />

deformazioni pirenaiche a carattere plicativo nell’area della Sardegna SW ed a<br />

correlarle con quelle segnalate da altri AA. nell’area della Sardegna NW (Nurra).<br />

Successivamente, nel 1998, il Corso <strong>di</strong> perfezionamento in Stratigrafia del<br />

Se<strong>di</strong>mentario fornì l’opportunità <strong>di</strong> analizzare, sempre su suggerimento del Prof. S.<br />

Barca, i caratteri <strong>di</strong> alcuni affioramenti giurassici della Sardegna centrale. Gli<br />

interessanti risultati ottenuti sul Tacco <strong>di</strong> Perdasdefogu (NU) spinsero a programmare<br />

un più ampio progetto <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> Geologia del Se<strong>di</strong>mentario, che sarebbe poi<br />

<strong>di</strong>venuto oggetto dell’Assegno stesso, sulle litologie depostesi nei bacini alpini della<br />

Sardegna, fra il Trias me<strong>di</strong>o ed il Giurassico me<strong>di</strong>o. Dal 1999, con l’inizio dell’Assegno<br />

<strong>di</strong> Ricerca, furono dapprima approfon<strong>di</strong>te le ricerche sul Triassico in “Facies<br />

germanica”, attraverso sopralluoghi mirati sui suoi più notevoli affioramenti della<br />

Sardegna settentrionale (Nurra): questo portò a definirne un quadro se<strong>di</strong>mentologico e<br />

stratigrafico sicuramente perfettibile, ma nel complesso abbastanza esauriente, tale da<br />

consentire la stesura <strong>di</strong> un lavoro panoramico riguardante le conoscenze acquisite e la<br />

problematica geologica connessa al Triassico sardo. Contemporaneamente iniziarono<br />

nella Sardegna centrale le ricerche sistematiche sul Giurassico dell’area dei Tacchi.<br />

Queste ultime, svoltesi attraverso rilievi geo-stratigrafici e la caratterizzazione <strong>di</strong> sezioni<br />

misurate, per quanto possibile si sono concluse, e sono state avviate, nell’ultimo anno<br />

(2003), le indagini relative al Giurassico del Supramonte <strong>di</strong> Baunei e dell’area<br />

circostante l’abitato <strong>di</strong> Posada (NU): queste ultime aree sono state esplorate con l’aiuto<br />

del Prof. L. Lecca, già da lungo tempo esperto conoscitore del settore. Altre tematiche<br />

affrontate, nell’ambito dei progetti 40% (ora PRIN) e 60%, hanno riguardato anche la<br />

genesi e l’evoluzione tettono-se<strong>di</strong>mentaria e stratigrafica dei bacini molassici permocarboniferi<br />

(Tuppa Niedda, Perdalonga, S.Giorgio, Mulargia) e permo-triassici<br />

(Campumari), nonché dei bacini paleogenici (“Produttivo”; Cixerri) della Sardegna<br />

centrale e meri<strong>di</strong>onale, utilizzando le più aggiornate meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> analisi dei depositi <strong>di</strong><br />

ambiente continentale (“Depositional Architecture” <strong>di</strong> Miall). Attualmente collabora<br />

presso il Dip. <strong>di</strong> Scienze della Terra come contrattista nei progetti 60% e PRIN (ex-<br />

40%). Inoltre ha svolto e svolge attivita <strong>di</strong>dattica all'interno dei corsi <strong>di</strong> Geologia<br />

Stratigrafica (vecchio or<strong>di</strong>namento) e <strong>di</strong> Geologia del Se<strong>di</strong>mentario (nuovo<br />

or<strong>di</strong>namento), ed è stato correlatore <strong>di</strong> 7 tesi <strong>di</strong> laurea.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

A STAMPA<br />

APONTE F., BONI M. BALASSONE G. COSTAMAGNA L. & DI MAIO G. (1988) -<br />

Variscan Skarn Ores in South-West Sar<strong>di</strong>nia: their relationships with Cambro-<br />

Ordovician stratabound deposits. Rend. Soc. Ital. Min. Petr., 43-2, 445-462.<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G. & DEL RIO M. (1994) - Affioramenti permo-carboniferi<br />

e mesotriassici fra Porto Piscinas e Punta Acqua Durci (Arburese, Sardegna SW) -<br />

Boll. Soc. Sarda Sci. Nat., 30, 1-11.<br />

33<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G. & DEL RIO M. (1995) - La successione triassica <strong>di</strong> Scivu-Is<br />

Arenas (Sardegna sud-occidentale): nuovi dati stratigrafici e se<strong>di</strong>mentologici. Atti Soc. Tosc.<br />

Sci. Nat., Serie A, 102, 5-19.<br />

PALA A., COSTAMAGNA L.G. & MUSCAS A. (1996) - Valutazione delle riserve idriche nei<br />

bacini dei Rii Piscinas e Naracauli (Sardegna meri<strong>di</strong>onale). Boll.Soc. Geol. Ital., 115, 717-<br />

736.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. - (1997) - Compressive "Alpine" Tectonics in Western<br />

Sar<strong>di</strong>nia: Geodynamic Consequences. C.R. Acad. Sci. Paris, 325, 791-797.<br />

COSTAMAGNA L. G. (2000). - Analisi <strong>di</strong> facies della successione triassico-giurassica <strong>di</strong> Porto<br />

Pino (Sardegna sud-occidentale). Atti Tic. Sci. Terra, 41, 65-82.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L. G. (2000). - Il bacino paleogenico del Sulcis-Iglesiente<br />

(Sardegna SW): nuovi dati stratigrafico-strutturali per un modello geo<strong>di</strong>namico nell'ambito<br />

dell'orogenesi pirenaica.Boll. Soc. Geol. It., 119, 497-515.<br />

COSTAMAGNA L. G., BARCA S., DEL RIO M. & PITTAU P. (2000) - Stratigrafia, analisi <strong>di</strong><br />

facies deposizionale e paleogeografia del Trias del Sarcidano-Gerrei (Sardegna SE). Boll.<br />

Soc. Geol. It.., 119, 473-496.<br />

ANNINO E., BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2000) - Lineamenti stratigrafico-strutturali<br />

dell'Arburese (Sardegna sud-occidentale). In: Atti Sem. Fac.. Sci. Univ. <strong>Cagliari</strong>, 70, 403-426.<br />

BARCA S., ANNINO E. & COSTAMAGNA L.G. (2002a) - Evoluzione stratigraficostrutturale<br />

del Basamento Ercinico del Sulcis (Sardegna sud-occidentale). In: Atti Sem.<br />

Fac. Sci. Univ. <strong>Cagliari</strong>, 65-120.<br />

BARCA S., ANNINO E. & COSTAMAGNA L.G. (2002b) - Evoluzione stratigrafica e<br />

tettonica delle coperture tardopaleozoiche e meso-cenozoiche del Sulcis (Sardegna<br />

sud-occidentale). In: Atti Sem. Fac. Sci. Univ. <strong>Cagliari</strong>, 121-148.<br />

COSTAMAGNA L.G. & BARCA S. (2002) - The "Germanic" Triassic of Sar<strong>di</strong>nia (Italy): a<br />

stratigraphic, depositional and paleogeographic review. Riv. Ital. Paleont. Strat., 108-1,<br />

67-100.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2002) – Analisi <strong>di</strong> facies e stratigrafia della<br />

successione permo?-triassica <strong>di</strong> Campumari-Coremò (Iglesiente, Sardegna SW). Boll.<br />

Soc. Geol. It., 122, 25-45.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2003) - The Upper Carboniferous S. Giorgio<br />

succession (Iglesiente, SW Sar<strong>di</strong>nia): stratigraphy, depositional setting and evolution<br />

of a Post-Hercynian molassic basin. Boll. Soc. Geol. It., <strong>Volume</strong> Speciale n°2, Special<br />

Procee<strong>di</strong>ng of the Scientific Meeting “Late Palaeozoic to Early Mesozoic events of<br />

Me<strong>di</strong>terranean Europe, and ad<strong>di</strong>tional regional reports” (Siena, April 30 - May 7 2001),<br />

89-98.<br />

COSTAMAGNA L.G. & BARCA S. (2004) - Stratigrafia, analisi <strong>di</strong> facies, paleogeografia<br />

ed inquadramento regionale del Giurassico dell'area dei Tacchi (Sardegna centroorientale).<br />

Boll. Soc. Geol. It., 123, 477-495.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2005) – Stratigrafia, analisi <strong>di</strong> facies ed architettura<br />

deposizionale della successione permiana <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Pisano (Sulcis, Sardegna SW). In corso<br />

<strong>di</strong> referaggio presso Boll. Soc. Geol. It..<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2005) – Stratigrafia ed analisi <strong>di</strong> facies dei depositi<br />

permiani del Lago Mulargia (Sardegna sud-orientale):primi risultati. In corso <strong>di</strong> referaggio<br />

presso Geol. Rom...<br />

ABSTRACTS<br />

APONTE F., BONI M. BALASSONE G. COSTAMAGNA L. & DI MAIO G. (1987) -The<br />

hercynian skarn ores in SW Sar<strong>di</strong>nia: their relationships with the Lower Paleozoic MVT<br />

deposits. Ricerca scientifica ed educazione permanente, Convegno "Granites and their<br />

surroun<strong>di</strong>ngs", Programme-<strong>Abstract</strong>, 43-44.<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G. & DEL RIO M. (1994) - Triassic Succession of Scivu -Is<br />

Arenas (Southwestern Sar<strong>di</strong>nia, Italy). 15° Congr. IAS, Ischia, April 1994, Vol. Abs., 44-45.<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G. & DEL RIO M. (1995) - Palynology of the Triassic<br />

sequences of Scivu-Is Arenas. 6°Paleobenthos Symposium, Alghero October 1995, Vol. Abs.,<br />

57-58.<br />

COSTAMAGNA L.G. (1995) - Stratigraphic and Paleogeographic Evolution of the Carbonatic<br />

Cambrian Platform in the Oridda area (Iglesiente, SW Sar<strong>di</strong>nia) 6°Paleobenthos Symposium ,<br />

Alghero October 1995, Vol. Abs., 61-62.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (1996a) - The Meso-Cenozoic Porto Pino succession (SW<br />

Sar<strong>di</strong>nia): evidences for a new stratigraphic-structural framework. 78° Congresso della della<br />

S.G.I. - Riunione estiva - Geologia delle Dolomiti - San Cassiano, 16-18/09/1996, Riassunti<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (1996b) - Analisi stratigrafico-strutturale della successione<br />

meso-cenozoica <strong>di</strong> Porto Pino (Sardegna SW): evidenze <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio tettonico <strong>di</strong> fase<br />

laramico-pirenaica. Atti centenario Ass. Min. Sarda, Riassunti.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (1997a) - The "Triassic" successions of Campumari and<br />

Scivu-Is Arenas (SW Sar<strong>di</strong>nia, Italy): analogies, correlations and some remarks. 18° IAS<br />

Meeting, Heidelberg, Septempber 1997, <strong>Abstract</strong>s Book, 60.<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G. , DEL RIO M. & PITTAU P. (1997) - The Triassic of<br />

Southeast Sar<strong>di</strong>nia (Italy): stratigraphic and se<strong>di</strong>mentological outlines.18° IAS Meeting,<br />

Heidelberg, Septempber 1997, <strong>Abstract</strong>s Book, 61.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (1997b) - Significato paleoambientale e paleogeografia dei<br />

depositi clastici basali del bacino del Sulcis (Sardegna sud-occidentale). Atti Conv. "La fossa<br />

sarda", 19-22 Giugno 1997, Villanovaforru, 67-69.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (1997c) - Il bacino eocenico del Sulcis (Sardegna<br />

sudoccidentale): nuove evidenze tettoniche ed inquadramento geo<strong>di</strong>namico. Atti Conv. "La<br />

fossa sarda", 19-22 Giugno 1997, Villanovaforru, 70-71.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L. G. (1998a) - Il Trias della Sardegna centro-meri<strong>di</strong>onale:<br />

stratigrafia, analisi <strong>di</strong> facies ed inquadramento paleogeografico. 79° Congresso della della<br />

S.G.I. - riunione estiva - Palermo, 20-23/09/1998, Riassunti, 131-133.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L. G. (1998b) -Il ciclo tettonico-se<strong>di</strong>mentario paleogenico della<br />

Sardegna sud-occidentale. 79° Congresso della della S.G.I. - riunione estiva - Palermo, 20-<br />

23/09/1998, Riassunti, 128-130.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L. G. (1998c) -La "Formazione <strong>di</strong> Riu Is Corras" (Permiano?-<br />

Trias me<strong>di</strong>o, Campumari, Sardegna SW): litostratigrafia <strong>di</strong> dettaglio ed ipotesi deposizionale.<br />

79° Congresso della della S.G.I. - riunione estiva - Palermo, 20-23/09/1998, Riassunti, 125-<br />

127.<br />

COSTAMAGNA L. G. (1998d) - La successione triassico-giurassica <strong>di</strong> Porto Pino (Sardegna<br />

SW): stratigrafia, paleogeografia ed analisi <strong>di</strong> facies. 79° Congresso della della S.G.I. -<br />

riunione estiva - Palermo, 20-23/09/1998 Riassunti, 359-362.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (1999a) - Nuovi dati stratigrafico-se<strong>di</strong>mentologici sul<br />

Giurassico me<strong>di</strong>o del SE Sardegna: l'area <strong>di</strong> Perdasdefogu-Escalaplano. Geoitalia 1999, 2°<br />

Forum Italiano <strong>di</strong> Scienze della Terra, Riassunti, Fasc.1, Bellaria 1999, pag. 103-105.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (1999b) - Riattivazione perio<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> linee tettoniche<br />

erciniche come fattore <strong>di</strong> controllo sui cicli se<strong>di</strong>mentari meso-cenozoici nella Sardegna centromeri<strong>di</strong>onale.<br />

Geoitalia 1999, 2° Forum Italiano <strong>di</strong> Scienze della Terra, Riassunti, Fasc.1,<br />

Bellaria 1999, pag. 309-311.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2000) - Facies analysis of the "Dorgali Dolostone"<br />

formation (Middle Jurassic, Central Sar<strong>di</strong>nia, Italy): preliminary data. Convegno<br />

"Evoluzione geologica e geo<strong>di</strong>namica dell'Appennino" in memoria del Prof. Giampaolo<br />

Pialli; Perugia, 16-17-18 Febbraio 2000, <strong>Abstract</strong>-book, 19-20.


BARCA S., COSTAMAGNA L.G., LODDO R. & MAZZAROLO R. (2000a) -<br />

Evoluzione se<strong>di</strong>mentologico-stratigrafica della successione giurassica del<br />

"Tacco" <strong>di</strong> Seui (Sardegna centrale) 80° Congresso della S.G.I. - riunione estiva -<br />

Trieste, 20-23/09/2000, Riassunti, 52-53.<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G., LODDO R. & MAZZAROLO R. (2000b) - Prima<br />

segnalazione delle formazioni <strong>di</strong> Monte Tului e <strong>di</strong> Monte Bar<strong>di</strong>a nell'area dei "Tacchi"<br />

(Sardegna centrale): caratteristiche se<strong>di</strong>mentologiche e conseguenze<br />

paleogeografiche. 80° Congresso della S.G.I. - riunione estiva - Trieste, 20-23/09/2000,<br />

Riassunti, 54-55.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2001a) - The San Giorgio Late Carboniferous<br />

succession (Iglesiente, SW Sar<strong>di</strong>nia): stratigraphy, depositional frame and evolution of<br />

a post-hercynian molassic basin. International Field Conference on the: "Stratigraphic<br />

and structural evolution of the Late Carboniferous to Triassic continental and marine<br />

successions in Tuscany (Italy): Regional reports and general correlations. Apr.30-May<br />

7 2001, Abs. Vol., 19-20.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2001b) - The Germanic Triassic of Sar<strong>di</strong>nia: a<br />

general review. International Field Conference on the: "Stratigraphic and<br />

structural evolution of the Late Carboniferous to Triassic continental and marine<br />

successions in Tuscany (Italy): Regional reports and general correlations.<br />

Apr.30-May 7 2001, Abs. Vol., 21-22.<br />

COSTAMAGNA L.G. & BARCA S. (2001c) - Thinning and deepening of the<br />

Cambrian Gonnesa carbonate Platform towards a siliciclastic basin in the SE<br />

Sulcis (SW Sar<strong>di</strong>nia). FIST - Geoitalia 2001, 3° Forum Italiano <strong>di</strong> Scienze della<br />

Terra, Riassunti, Fasc.2, Chieti 2001, pag. 210-212.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2001d) Principali caratteristiche stratigraficose<strong>di</strong>mentologiche<br />

e lineamenti paleogeografici della successione giurassica<br />

dell'area dei "Tacchi" (Sardegna centrale) - FIST - Geoitalia 2001, 3° Forum<br />

Italiano <strong>di</strong> Scienze della Terra, Riassunti, Fasc.X, Chieti 2001, pag. 202-203.<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G., JANSSEN S. & VON DER HANDT A. (2001) - I<br />

bacini permiani tardo-ercinici della Sardegna centrale: nuove osservazioni<br />

paleogeografiche e tettoniche. FIST - Geoitalia 2001, 3° Forum Italiano <strong>di</strong> Scienze<br />

della Terra, Riassunti, Fasc.X, Chieti 2001, pag. 203-204.<br />

COSTAMAGNA L. G., BARCA S. & NERVO R. (2002) - Analisi <strong>di</strong> facies della<br />

successione carbonatica me<strong>di</strong>otriassica del Dominio Brianzonese fra le valli<br />

Stura e Maira (Alpi occidentali, Cuneo, Italia): la sezione del Vallone del Preit. 81°<br />

Congresso della S.G.I., “Cinematiche collisionali: tra esumazione e<br />

se<strong>di</strong>mentazione” - Riunione estiva - Torino, 10-13/09/2002, Riassunti, 110-111.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2002) - The Posada (NE Sar<strong>di</strong>nia) Middle to<br />

Upper Jurassic stratigraphic section: a reappraisal. Intern. Jurassic Congress,<br />

Palermo, 12-22/09/2002, <strong>Abstract</strong>-Book, 9-10.<br />

COSTAMAGNA L.G. & LECCA L. (2002) - Preliminary facies analysis and<br />

evidence of aggradation/progradation in the drowning Jurassic of Eastern<br />

Sar<strong>di</strong>nia. Intern. Jurassic Congress, Palermo, 12-22/09/2002, <strong>Abstract</strong>-Book, 41-<br />

42.<br />

COSTAMAGNA L.G. & BARCA S. (2002) - Continental to marine se<strong>di</strong>mentation<br />

during Middle-Upper Jurassic in the “Tacchi” area (Central Sar<strong>di</strong>nia). Intern.<br />

Jurassic Congress, Palermo, 12-22/09/2002, <strong>Abstract</strong>-Book, 40-41.<br />

BARCA S., COSTAMAGNA L.G. & RUCHER M. (2003) – Ricerche<br />

se<strong>di</strong>mentologiche sulla formazione paleogenica del Cixerri (Sardegna centromeri<strong>di</strong>onale).<br />

Atti del convegno GEOSED, Alghero, 28/09-2/10/2003, 275-276.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2003) – Stratigrafia e se<strong>di</strong>mentologia del<br />

Giurassico dell’area dei tacchi (Sardegna centrale). Atti del convegno GEOSED,<br />

Alghero, 28/09-2/10/2003, 277-280.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2004a) - Analisi <strong>di</strong> facies deposizionale del<br />

Permiano <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Pisano (Sulcis, SW Sardegna). Atti del convegno GEOSED,<br />

Roma, 22-28 settembre 2004, Riassunti, 19-20.<br />

BARCA S. & COSTAMAGNA L.G. (2004b) - Stratigrafia ed analisi <strong>di</strong> facies dei depositi<br />

permiani del Lago Mulargia (Sardegna centro-meri<strong>di</strong>onale). Atti del convegno<br />

GEOSED, Roma, 22-28 settembre 2004, Riassunti, 21-23.<br />

34


Assegnista: Walter Cuccu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie<br />

Ambientali<br />

ABSTRACT: Il waterjet nella bonifica dei siti contaminati: risultati attuali e prospettive <strong>di</strong><br />

sviluppo<br />

Presso il DIGITA – Dipartimento <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie Ambientali è in corso<br />

un programma <strong>di</strong> ricerca finalizzato alla definizione dell’applicabilità e delle potenzialità<br />

del waterjet quale tecnologia <strong>di</strong> bonifica in situ <strong>di</strong> suoli inquinati.<br />

La considerevole energia cinetica sviluppata dal waterjet può infatti essere impiegata<br />

per realizzare fratture o <strong>di</strong>scontinuità nel sottosuolo aumentandone così la permeabilità<br />

e quin<strong>di</strong> migliorando l’efficienza <strong>di</strong> pozzi estrazione o iniezione nel contesto <strong>di</strong><br />

trattamenti <strong>di</strong> bonifica della porzione insatura e satura.<br />

Il waterjet può essere anche visto come una vera e propria tecnologia <strong>di</strong> bonifica<br />

perché può rimuovere selettivamente le particelle più fini dove maggiormente si<br />

concentrano le frazioni contaminate, può separare gli inquinanti dalla superficie dei<br />

grani e, attraverso l’iniezione <strong>di</strong> miscele acqua/polimeri, promuovere processi <strong>di</strong><br />

degradazione <strong>degli</strong> idrocarburi. L’articolo mostra una descrizione panoramica sulla<br />

tecnologia waterjet, le con<strong>di</strong>zioni applicative rispetto alle quali può essere impiegata<br />

nella bonifica dei suoli contaminati e i risultati delle prove sperimentali sino ad ora<br />

condotte.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Walter Cuccu è nato ad Iglesias il 19 <strong>di</strong>cembre 1971 e si è laureato in Ingegneria per<br />

l’Ambiente e il Territorio nel luglio 1999.<br />

Ha conseguito il titolo <strong>di</strong> dottore <strong>di</strong> ricerca in Geoingegneria nel 2002 presso il DIGITA -<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie Ambientali dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, dove<br />

attualmente, in qualità <strong>di</strong> assegnista <strong>di</strong> ricerca, si occupa del progetto “Utilizzo della<br />

tecnologia waterjet per la decontaminazione in situ <strong>di</strong> suoli inquinati e caratterizzazione<br />

del trasporto dei contaminanti me<strong>di</strong>ante modelli numerico – matematici”, sotto la<br />

supervisione del Prof. Raimondo Ciccu. Si tratta <strong>di</strong> parte <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> ricerca<br />

multi<strong>di</strong>sciplinare ampio e articolato, finalizzato complessivamente alla in<strong>di</strong>viduazione ed<br />

alla sperimentazione <strong>di</strong> nuove tecnologie per la bonifica dei suoli contaminati, settore in<br />

forte crescita che richiede notevoli sforzi in termini <strong>di</strong> continuo apporto <strong>di</strong> ricerca e<br />

sperimentazione. Dal punto <strong>di</strong> vista sperimentale sono già stati ottenuti buoni risultati, i<br />

quali costituiscono una ottima piattaforma <strong>di</strong> partenza, destinata a focalizzare<br />

l'attenzione sui problemi fondamentali della materia, e conseguentemente presentare<br />

una lunga serie <strong>di</strong> possibili strade da percorrere nel proseguimento del progetto.<br />

I suoi interessi <strong>di</strong> ricerca comprendono, tra l’altro, lo sviluppo <strong>di</strong> procedure e<br />

metodologie per la caratterizzazione e bonifica dei siti inquinati, il recupero e la<br />

valorizzazione dei siti minerari <strong>di</strong>messi nonché lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei <strong>di</strong>versi strumenti informatici<br />

<strong>di</strong>sponibili per la gestione e la quantificazione del rischio associato alla presenza <strong>di</strong><br />

contaminanti nei vari comparti ambientali.<br />

Ha fatto parte e lo è tuttora <strong>di</strong> numerosi gruppi <strong>di</strong> ricerca nazionali ed europei tra i quali<br />

si possono citare BRITE – EURAM CRAFT “Improvement of Efficiency, Availability, and<br />

Quality of AWSY”, Italia/Rep. Ceca Team Reaserch “Water jet assisted mechanical<br />

breackage of rocks and coal”, UE Research “e–Ecorisk, a Regional Enterprise Network<br />

Decision– Support System for Enviromental Risk and Disaster Management of Large –<br />

Scale Industrial Spills, Italia/Rep. Ceca Team research “High energy water jet<br />

assistance hard rocks cutting”.<br />

E’ autore e coautore <strong>di</strong> oltre 15 pubblicazioni scientifiche, molte delle quali presentate a<br />

congressi internazionali.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. M. Agus, A. Bortolussi, R. Ciccu, W. Cuccu, B. Grosso “L’estrazione in<br />

sotterraneo <strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> granito con tecnologie avanzate” – Atti del<br />

Convegno “Le cave <strong>di</strong> pietre ornamentali” – Torino, Italia 28/29 Novembre<br />

2000.<br />

2. W. Cuccu, A. <strong>di</strong> Gregorio, G. Lecca, P. ,Madau, G. Piras “ Heavy metal<br />

pollution in Genna Luas mine site (South Western Sar<strong>di</strong>nia) “ –<br />

Procee<strong>di</strong>ngs of Tenth International Symposium on Water-Rock<br />

Interaction, – Villasimius, Italy, June 10 –15, 2001; A.A. Balkema<br />

Publishers.<br />

3. W. Cuccu, A. <strong>di</strong> Gregorio, P.P. Manca, G. Madau, G. Piras, N. Porcu “<br />

Landfill closure strategies: the case of Acqua sa Canna ( Sar<strong>di</strong>nia, Italy)<br />

“– Procee<strong>di</strong>ngs of Sar<strong>di</strong>nia 2001, Eighth International Waste Management<br />

and Landfill Symposium, S. Margherita <strong>di</strong> Pula, <strong>Cagliari</strong>, Italy; October 1-<br />

5, 2001; T.H. Christensen, R. Cossu, R. Stegman E<strong>di</strong>tors by CISA, Italy.<br />

4. W. Cuccu, G. Lecca, G. Madau, G. Piras. L. Volpe “ Reme<strong>di</strong>ation and<br />

Rehabilitation of the Genna Luas mine site (SW Sar<strong>di</strong>nia)” – Procee<strong>di</strong>ngs<br />

of Sar<strong>di</strong>nia 2001, Eighth International Waste Management and Landfill<br />

Symposium, S. Margherita <strong>di</strong> Pula, <strong>Cagliari</strong>, Italy; October 1-5, 2001; T.H.<br />

Christensen, R. Cossu, R. Stegman E<strong>di</strong>tors by CISA, Italy.<br />

5. W. Cuccu, A. <strong>di</strong> Gregorio, G. Madau “ Disinquinamento e messa in<br />

sicurezza dei siti contaminati da attività minerarie” – Atti del Convegno<br />

Nazionale “Per il Parco Geominerario” – Pau (OR), Italy, 17 Dicembre<br />

2001.<br />

6. P. Arru, W. Cuccu, G. Piras, “Funtana Raminosa mine (Gadoni,<br />

Central Sar<strong>di</strong>nia, Italy): proposal of reme<strong>di</strong>ation and valorisation”,<br />

Congrès International Environment et Identité en Me<strong>di</strong>terranée, Corte<br />

(France), 3 – 5 Juillet 2002.<br />

7. W. Cuccu “Site assessment before reclamation”, Procee<strong>di</strong>ngs of Swemp<br />

2002, Seventh International Conference on Environmental Issues and<br />

Waste Management in Energy and Mineral Production; <strong>Cagliari</strong>, Italy;<br />

October 7 – 10, 2002; R. Ciccu E<strong>di</strong>tor by DIGITA, Italy.<br />

8. W. Cuccu, G. Madau, P.P. Manca, G. Piras “ Inclinometer monitoring<br />

system in the Acqua sa Canna Landfill ( Sar<strong>di</strong>nia, Italy), Procee<strong>di</strong>ngs of<br />

Swemp 2002, Seventh International Conference on Environmental Issues<br />

and Waste Management in Energy and Mineral Production; <strong>Cagliari</strong>, Italy;<br />

October 7 – 10, 2002; R. Ciccu E<strong>di</strong>tor by DIGITA, Italy.<br />

9. R. Ciccu, W. Cuccu, F. <strong>di</strong> Gregorio, P. Madau, P.P. Manca “Reclamation<br />

and environmental rehabilitation of a mine site: the case of Genna Luas<br />

(South Western Sar<strong>di</strong>nia), Procee<strong>di</strong>ngs of Swemp 2002, Seventh<br />

International Conference on Environmental Issues and Waste<br />

Management in Energy and Mineral Production; <strong>Cagliari</strong>, Italy; October 7<br />

– 10, 2002; R. Ciccu E<strong>di</strong>tor by DIGITA, Italy.<br />

10. W. Cuccu, G. Piras “Archaelogical industrial sites in Sar<strong>di</strong>nia: the<br />

mines of “Filone argentifero del Sarrabus”, Procee<strong>di</strong>ngs of Swemp<br />

35<br />

2002, Seventh International Conference on Environmental Issues and<br />

Waste Management in Energy and Mineral Production; <strong>Cagliari</strong>, Italy;<br />

October 7 – 10, 2002; R. Ciccu E<strong>di</strong>tor by DIGITA, Italy.<br />

11. A. Bortolussi, R. Ciccu, W. Cuccu, A. Marcus, G. Massacci, S. Usala<br />

“Acoustic emissions of plain waterjets” – Procee<strong>di</strong>ngs of 2003 WJTA<br />

American Waterjet Conference, Houston. Texas, August 17-19, 2003.<br />

12. W. Cuccu, P. Madau, E. Cossu “Absorption of heavy metals in vegetables<br />

grown near landfill sites” – Procee<strong>di</strong>ngs of Sar<strong>di</strong>nia 2003, Ninth<br />

International Waste Management and Landfill Symposium, S. Margherita <strong>di</strong><br />

Pula, <strong>Cagliari</strong>, Italy; October 6-10, 2003; T.H. Christensen, R. Cossu, R.<br />

Stegman E<strong>di</strong>tors by CISA, Italy.<br />

13. W. Cuccu, O. Mancini, M. Molinari “Landfarming and Phytoreme<strong>di</strong>ation in<br />

urban area: a case study” – <strong>Abstract</strong> accettato presso il The Eighth<br />

International Symposium - In Situ and On Site Bioreme<strong>di</strong>ation , Baltimore,<br />

Maryland, 6-9 Giugno 2005, by Battelle<br />

14. W. Cuccu, P.Madau, S. Artizzu “Management of dredged se<strong>di</strong>ments: the<br />

project of S. Antioco harbor (Sar<strong>di</strong>nia – Italy)”. – <strong>Abstract</strong> inoltrato al<br />

Sar<strong>di</strong>nia 2005, Tenth International Waste Management and Landfill<br />

Symposium, S. Margherita <strong>di</strong> Pula, <strong>Cagliari</strong>, Italy; October 3-7, 2005.<br />

15. W. Cuccu, P.Madau, S. Artizzu “Groundwater pollution modeling: a case<br />

study”. <strong>Abstract</strong> inoltrato al Sar<strong>di</strong>nia 2005, Tenth International Waste<br />

Management and Landfill Symposium, S. Margherita <strong>di</strong> Pula, <strong>Cagliari</strong>, Italy;<br />

October 3-7, 2005.


Assegnista: Maria Giorgia Cutrufello<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Chimiche<br />

ABSTRACT:Steam reforming del bio-etanolo per la produzione <strong>di</strong> idrogeno per celle a<br />

combustibile<br />

La limitazione delle riserve <strong>di</strong> combustibili fossili e la necessità <strong>di</strong> ridurre le emissioni <strong>di</strong><br />

gas serra (in particolare <strong>di</strong> CO2) rendono <strong>di</strong> fondamentale importanza la ricerca <strong>di</strong> fonti<br />

<strong>di</strong> energia alternative e rinnovabili. A tale scopo l’uso <strong>di</strong> celle a combustibile alimentate<br />

ad idrogeno appare estremamente promettente, sia per applicazioni stazionarie che<br />

mobili.<br />

In una cella a combustibile, l’idrogeno viene ossidato dall’ossigeno dell’aria, con la sola<br />

formazione <strong>di</strong> acqua. In questo senso, si tratta <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> energia pulita. È<br />

necessario però considerare anche il processo utilizzato per la produzione<br />

dell’idrogeno. Lo steam reforming del gas naturale, attualmente in uso per produrre<br />

idrogeno, non permette la soluzione definitiva dei problemi legati all’uso <strong>di</strong> combustibili<br />

fossili e alla produzione <strong>di</strong> gas serra. Una interessante e promettente alternativa è la<br />

produzione <strong>di</strong> idrogeno a partire dal bio-etanolo. Viene così chiamato l’etanolo ottenuto<br />

me<strong>di</strong>ante fermentazione <strong>di</strong> prodotti agricoli (in particolare cereali e canna da zucchero)<br />

o a partire da biomasse <strong>di</strong> tipo cellulosico. Si tratta dunque <strong>di</strong> una fonte <strong>di</strong> energia<br />

rinnovabile, non legata ai combustibili fossili; inoltre le emissioni <strong>di</strong> anidride carbonica<br />

sono virtualmente nulle, in quanto la quantità <strong>di</strong> CO 2 emessa durante la produzione <strong>di</strong><br />

idrogeno è bilanciata da quella assorbita dalle piante nella fase <strong>di</strong> crescita.<br />

In futuro si prevede <strong>di</strong> alimentare le automobili <strong>di</strong>rettamente con idrogeno. Attualmente<br />

alcuni problemi tecnologici (mancanza <strong>di</strong> infrastrutture per la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> H 2,<br />

eccessivo ingombro dei serbatoi, insod<strong>di</strong>sfacente <strong>di</strong>stanza percorsa con un pieno) ne<br />

permettono l’applicazione solo su alcuni autobus citta<strong>di</strong>ni o prototipi non<br />

commercializzati. Allo stato attuale risulta più conveniente progettare e costruire un<br />

motore elettrico costituito da una cella a combustibile affiancata da un piccolo reattore<br />

dove un altro combustibile viene trasformato in idrogeno, che poi alimenta la cella<br />

stessa. Il bio-etanolo, liquido facilmente maneggiabile e poco tossico, risulta<br />

particolarmente adatto allo scopo.<br />

La produzione <strong>di</strong> idrogeno a partire da etanolo, così come da altri combustibili<br />

(idrocarburi e ossigenati), avviene attraverso la reazione <strong>di</strong> steam reforming. Si tratta<br />

della reazione con acqua in fase vapore, che porta alla formazione <strong>di</strong> una miscela<br />

gassosa contenente H 2, CO e CO 2. A seconda delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> reazione e del<br />

catalizzatore utilizzato si ottengono quantità più o meno significative <strong>di</strong> sottoprodotti<br />

(CH4, CH3CHO, CH3COOH...), la cui presenza <strong>di</strong>minuisce l’efficienza della cella a<br />

combustibile e deve quin<strong>di</strong> essere limitata il più possibile. È inoltre fondamentale che la<br />

concentrazione <strong>di</strong> CO nella miscela gassosa sia estremamente bassa, in quanto il<br />

monossido <strong>di</strong> carbonio rappresenta un veleno per l’elettrocatalizzatore delle celle a<br />

combustibile.<br />

Per questi motivi, è in<strong>di</strong>spensabile uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o approfon<strong>di</strong>to della reazione <strong>di</strong> steam<br />

reforming dell’etanolo, che porti ad in<strong>di</strong>viduare i migliori sistemi catalitici, in grado cioè<br />

<strong>di</strong> produrre selettivamente idrogeno, minimizzando la formazione <strong>di</strong> qualunque altro<br />

prodotto (oltre all’inevitabile CO2). I sistemi catalitici vengono valutati, oltre che in base<br />

alla loro attività e selettività, anche rispetto ad altri fattori, quali la facilità e i costi <strong>di</strong><br />

produzione e <strong>di</strong> rigenerazione, la loro stabilità e vita me<strong>di</strong>a, le con<strong>di</strong>zioni sperimentali<br />

nelle quali forniscono le migliori prestazioni. Inoltre è <strong>di</strong> fondamentale importanza<br />

determinare le proprietà chimico-fisiche dei campioni e metterle in relazione con la loro<br />

preparazione e con le loro prestazioni catalitiche, così come <strong>stu<strong>di</strong></strong>are i meccanismi <strong>di</strong><br />

reazione e le specie interme<strong>di</strong>e che si formano. È in questo modo possibile ottimizzare<br />

la formulazione del catalizzatore e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> reazione.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca, svolta principalmente presso il Laboratorio <strong>di</strong> Chimica Industriale del<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche, si sviluppa nell’ambito della catalisi eterogenea.<br />

Diversi campioni soli<strong>di</strong> (in particolare ossi<strong>di</strong>ci) vengono preparati, caratterizzati<br />

me<strong>di</strong>ante l’uso combinato <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> indagine (analisi chimica,<br />

<strong>di</strong>ffrazione <strong>di</strong> raggi X, adsorbimento fisico <strong>di</strong> azoto, microcalorimetria <strong>di</strong> adsorbimento <strong>di</strong><br />

molecole sonda, analisi spettroscopiche) e quin<strong>di</strong> testati come catalizzatori in reazioni<br />

<strong>di</strong> interesse industriale. Le loro prestazioni vengono espresse e valutate in termini <strong>di</strong><br />

conversione e selettività in funzione del tempo <strong>di</strong> reazione. Oltre all’aspetto più<br />

applicativo legato alla ricerca – per ciascuna reazione – <strong>di</strong> un buon catalizzatore,<br />

grande interesse è rivolto alla correlazione tra l’attività catalitica dei campioni e le loro<br />

proprietà chimico-fisiche, che a loro volta <strong>di</strong>pendono dalle variabili preparative. Solo<br />

una attenta analisi <strong>di</strong> tale correlazione permette <strong>di</strong> ottimizzare le con<strong>di</strong>zioni preparative<br />

e quelle <strong>di</strong> reazione e <strong>di</strong> ottenere informazioni sui meccanismi delle reazioni coinvolte.<br />

In particolare, gli argomenti <strong>di</strong> ricerca sviluppati nel corso del primo biennio<br />

dell’Assegno <strong>di</strong> Ricerca hanno riguardato:<br />

− analisi microcalorimetrica <strong>di</strong> adsorbimento <strong>di</strong> piri<strong>di</strong>na per la determinazione delle<br />

proprietà superficiali <strong>di</strong> alcuni campioni <strong>di</strong> titania, precedentemente preparati e<br />

testati come fotocatalizzatori presso il centro <strong>di</strong> ricerca “Instituto de Ciencia de<br />

Materiales” <strong>di</strong> Siviglia (Spagna);<br />

− preparazione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> catalizzatori <strong>di</strong> zirconia solfatata, caratterizzazione<br />

(analisi elementare, XRD, adsorbimento fisico <strong>di</strong> azoto, XPS) e <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della<br />

attività catalitica nella reazione <strong>di</strong> isomerizzazione del n-butano; tale lavoro è<br />

stato svolto presso il laboratorio <strong>di</strong> Catalisi del prof. Richard D. Gonzalez,<br />

Chemical and Biomolecular Engineering Department, Tulane University, New<br />

Orleans (LA, USA), (01/05/2003 – 30/04/2004);<br />

− analisi e confronto delle proprietà acide <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi catalizzatori zeolitici, utilizzati<br />

nella reazione <strong>di</strong> isopropilazione del naftalene, determinate me<strong>di</strong>ante<br />

microcalorimetria <strong>di</strong> adsorbimento <strong>di</strong> piri<strong>di</strong>na;<br />

− proprietà catalitiche <strong>di</strong> ossi<strong>di</strong> misti nella nitrossidazione dell’1-metilnaftalene;<br />

− proprietà catalitiche per la reazione <strong>di</strong> deidrogenazione del propano e proprietà<br />

acide, determinate me<strong>di</strong>ante microcalorimetria <strong>di</strong> adsorbimento <strong>di</strong> ammoniaca, <strong>di</strong><br />

sistemi <strong>di</strong> cromia supportata.<br />

Attualmente gli interessi <strong>di</strong> ricerca sono rivolti a:<br />

− messa a punto della strumentazione per l’analisi spettroscopica FTIR <strong>di</strong><br />

molecole sonda adsorbite su catalizzatori soli<strong>di</strong>; l’uso combinato <strong>di</strong> tale tecnica e<br />

<strong>di</strong> quella microcalorimetrica permette <strong>di</strong> ottenere una descrizione completa e<br />

37<br />

dettagliata delle proprietà dei siti aci<strong>di</strong> e basici presenti sulla superficie dei catalizzatori;<br />

− <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della reazione catalitica <strong>di</strong> steam reforming dell’etanolo; l’interesse per tale<br />

reazione è legato alla possibilità <strong>di</strong> produrre in modo rinnovabile l’idrogeno, che<br />

rappresenta una importante fonte alternativa <strong>di</strong> energia, soprattutto come<br />

alimentazione delle celle a combustibile.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Acid-base properties and catalytic activity of nanophase ceria-zirconia catalysts<br />

for 4-methylpentan-2-ol dehydration<br />

M.G. Cutrufello, I. Ferino, V. Solinas, A. Primavera, A. Trovarelli, A. Auroux and<br />

C. Picciau, Phys. Chem. Chem. Phys., 1 (1999) 3369.<br />

2. 4-Methylpentan-2-ol dehydration over zirconia catalysts prepared by sol-gel<br />

I. Ferino, M.F. Casula, A. Corrias, M.G. Cutrufello, R. Monaci and G. Paschina,<br />

Phys. Chem. Chem. Phys., 2 (2000) 1847.<br />

3. Metal Supported Catalysts Prepared by Mechanical Alloying Processes<br />

G. Mulas, S. Deledda, M. Monagheddu, G. Cocco, M.G. Cutrufello, I. Ferino and<br />

V. Solinas, Mater. Sci. Forum, 343-346 (2000) 889.<br />

4. Hydroxylation of benzene to phenol with nitrous oxide on Fe-silicalites<br />

R. Monaci, E. Rombi, M.G. Cutrufello, V. Solinas, and G. Berlier, G. Spoto, Stud.<br />

Surf. Sci. Catal., 130 (2000) 1679.<br />

5. Conversion of 4-Methylpentan-2-ol over Powder Catalysts Prepared by Ball Milling<br />

G. Mulas, M. Monagheddu, G. Cocco, M.G. Cutrufello, I. Ferino and E. Rombi, J.<br />

Mater. Synth. Process., 8 (2000) 385.<br />

6. CeO 2-La 2O 3 catalytic system. Part II. Acid-base properties and catalytic activity for<br />

4-methylpentan-2-ol dehydration<br />

M.G. Cutrufello, I. Ferino, R. Monaci, E. Rombi, G. Colón and J.A. Navío, Phys.<br />

Chem. Chem. Phys., 3 (2001) 2928.<br />

7. Doped zirconia catalysts for the dehydration of 4-methylpentan-2-ol<br />

M.G. Cutrufello, I. Ferino, R. Monaci, E. Rombi, V. Solinas, Stud. Surf. Sci. Catal.,<br />

140 (2001) 175.<br />

8. Acid-base properties of zirconium, cerium and lanthanum oxides by calorimetric<br />

and catalytic investigation<br />

M.G. Cutrufello, I. Ferino, R. Monaci, E. Rombi and V. Solinas, Top. Catal., 19<br />

(2002) 225.<br />

9. Liquid-phase alkylation of naphthalene by isopropanol over zeolites. Part III.<br />

Mordenites<br />

M.G. Cutrufello, I. Ferino, R. Monaci, E. Rombi, V. Solinas, P. Magnoux, M.<br />

Guisnet, Appl. Catal. A: Gen., 241 (2003) 91.<br />

10. Acid-base properties of a ceria-lanthana catalytic system. An adsorption<br />

microcalorimetry study<br />

M.G. Cutrufello, I. Ferino, E. Rombi, V. Solinas, G. Colón and J.A. Navío, J.<br />

Therm. Anal. Calorim., 72 (2003) 223.<br />

11. Catalytic activity of a ceria-lanthana system for the 4-methylpentan-2-ol<br />

dehydration<br />

M.G. Cutrufello, I. Ferino, E. Rombi, V. Solinas, G. Colón and J.A. Navío,<br />

React. Kinet. Catal. Lett., 79 (2003) 93.<br />

12. Preparation, characterisation and activity of CeO2-ZrO2 catalysts for alcohol<br />

dehydration<br />

V. Solinas, E. Rombi, I. Ferino, M.G. Cutrufello, G. Colón, J.A. Navío, J. Mol.<br />

Catal. A: Chem., 204-205 (2003) 629.<br />

13. Effects of potassium ad<strong>di</strong>tion on the aci<strong>di</strong>ty and reducibility of<br />

chromia/alumina dehydrogenation catalysts<br />

E. Rombi, M.G. Cutrufello, V. Solinas, S. De Rossi, G. Ferraris, A. Pistone,<br />

Appl. Catal. A: Gen., 251 (2003) 255.<br />

14. Preparation, Characterisation and Activity of Chromia-Zirconia Catalysts for<br />

Propane Dehydrogenation<br />

M.G. Cutrufello, S. De Rossi, I. Ferino, R. Monaci, E. Rombi, V. Solinas,<br />

Thermochim. Acta, in press.<br />

15. Optimization of synthesis variables in the preparation of active sulfated<br />

zirconia catalysts<br />

M.G. Cutrufello, U. Diebold and R.D. Gonzalez, Catal. Lett., in press.


Assegnista: Roberto De Leo<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Fisica<br />

ABSTRACT: Superfici Perio<strong>di</strong>che e Frattali<br />

Come spesso avviene in matematica, strutture complesse come i frattali, intesi come<br />

figure autosomiglianti (tali cioe' che un qualunque loro sottoinsieme, una volta<br />

ingran<strong>di</strong>to, ha lo stesso aspetto dell'intera figura), possono essere generate da “ricette”<br />

molto semplici.<br />

Un interessante tipo <strong>di</strong> frattale scoperto <strong>di</strong> recente e' quello che descrive il carattere<br />

topologico delle intersezioni tra alcune particolari superfici perio<strong>di</strong>che e fasci <strong>di</strong> piani<br />

paralleli.<br />

In questo seminario, dopo un breve accenno alle figure frattali piu' note in matematica,<br />

mostreremo e commenteremo i nostri risultati numerici relativi al caso <strong>di</strong> un semplice<br />

poliedro perio<strong>di</strong>co, ottenuto estendendo per perio<strong>di</strong>cita' un ottaedro tronco, ed infine<br />

accenneremo al legame <strong>di</strong> questo problema con la fisica dei metalli.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

1. Solitoni nella <strong>di</strong>namica del DNA<br />

In collaborazione con G. Gaeta (U. <strong>di</strong> Milano) mi occupo, dal 2004, dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong><br />

modelli <strong>di</strong> replicazione del DNA. Il meccanismo tramite cui il DNA si apre<br />

per la replicazione ed il suo moto lungo l'elica richiede una notevole concentrazione <strong>di</strong><br />

energia in una regione spaziale molto ristretta ed e' ancora largamente ignoto.<br />

Vari modelli solitonici sono stati introdotti per spiegare il moto <strong>di</strong> questa perturbazione<br />

lungo l'elica. Come primo tentativo <strong>di</strong> estensione <strong>di</strong> questi risultati stiamo attualmente<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>ando la possibilita' <strong>di</strong> metter assieme questi due modelli <strong>stu<strong>di</strong></strong>ando i mo<strong>di</strong> principali<br />

del modello in cui le basi possono sia allontanarsi dalla posizione <strong>di</strong> equilibrio che<br />

ruotare una rispetto all'altra.<br />

2. Magnetoresistenza nei metalli normali<br />

Questo tema e' la prosecuzione del lavoro cominciato nel 1999 presso la University of<br />

Maryland (USA) sotto la guida <strong>di</strong> S.P. Novikov, medaglia Field per la matematica nel<br />

1970.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista matematico, il problema e' equivalente allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del comportamento<br />

asintotico delle sezioni piane <strong>di</strong> superfici perio<strong>di</strong>che e porta, nei casi piu' interessanti,<br />

alla costruzione <strong>di</strong> frattali. Nel periodo dell'assegno mi sono occupato, da una parte,<br />

allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o numerico del frattale associato ad un semplice poliedro perio<strong>di</strong>co ottenuto<br />

estendendo lungo le <strong>di</strong>rezioni coor<strong>di</strong>nate l'ottaedro tronco; dall'altra, allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o analitico<br />

delle proprieta' <strong>di</strong> tali frattali.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

[1] R. De Leo, Existence and measure of ergo<strong>di</strong>c leaves in Novikov's problem on the<br />

semiclassical motion of an electron, Russian Math Surveys, 56(6), 1999<br />

[2] R. De Leo, “Numerical analysis of the Novikov problem of a normal metal in a<br />

strong magnetic field”, SIADS, 2(4), 2003<br />

[3] R. De Leo, “A characterization of ergo<strong>di</strong>c regime <strong>di</strong>rections in the Novikov<br />

problem of a normal metal in a strong magnetic field”, Uspekhi Mat. Nauk V58<br />

(2003) no.5<br />

[4] R. De Leo, "Topological effects in the magnetoresistance of Au and Ag",<br />

Physics Letters A, 332, 2004<br />

[5] R. De Leo, "Proof of a Dynnikov conjecture on the Novikov problem of plane<br />

sections of perio<strong>di</strong>c surfaces", accettato per pubblicazione sui Russian Math<br />

Surveys, 2005.<br />

[6] R. De Leo, "First-principles generation of Stereographic Maps for high-field<br />

magnetoresistance in normal metals: an application to Au and Ag", condmat/0409383,<br />

accettato per pubblicazione su Physica B, 2005<br />

[7] R. De Leo, "Topology of plane sections of perio<strong>di</strong>c polyhedra with an<br />

application to the Truncated Octahedron", math.DG/0502219, proposto per<br />

pubblicazione al Journal of Experimental Mathematics, 2005.<br />

[8] R. De Leo, "Self-Hosting Movies with MoviX", Linux Journal, 7 Aprile 2003<br />

[9] R. De Leo, "An invitation to SETL", Linux Journal, 28 Dicembre 2004<br />

[10] R. De Leo, "Making Perl bin<strong>di</strong>ngs for C++ libraries", proposto per<br />

pubblicazione al Linux Journal, 2004.<br />

39


Assegnista: Maria Antonietta De Luca<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Tossicologia<br />

ABSTRACT: Sensibilizzazione crociata tra caffeina ed amfetamina: mo<strong>di</strong>ficazioni<br />

neuroplastiche nei neuroni striatali <strong>di</strong> ratto<br />

MA De Luca, N Simola, E Tronci, AR Carta e M Morelli<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Tossicologia, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

Numerosi <strong>stu<strong>di</strong></strong> sperimentali concordano nel ritenere la sensibilizzazione motoria nel<br />

ratto come un fenomeno correlabile alla tossico<strong>di</strong>pendenza nell’uomo ed attribuiscono<br />

ad una aumentata trasmissione dopaminergica (DA) nel sistema mesolimbico la<br />

capacità <strong>di</strong> sensibilizzazione agli psicostimolanti e agli oppiacei. I farmaci d’abuso<br />

stimolano preferenzialmente la trasmissione DA nella shell del nucleus accumbens<br />

(NAc) e la sensibilizzazione ai farmaci d’abuso e agli psicostimolanti sono considerate<br />

intercambiabili (sensibilizzazione crociata). La caffeina è un potente stimolante del<br />

sistema nervoso centrale ma ha deboli capacità <strong>di</strong> indurre stati <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza fisica o<br />

psicologica sulle persone. Per capire se la caffeina sia in grado <strong>di</strong> influenzare le<br />

proprietà dei farmaci d’abuso, abbiamo valutato la correlazione tra gli effetti motori<br />

indotti dalla somministrazione ripetuta ed intermittente <strong>di</strong> caffeina (sensibilizzazione) e<br />

le mo<strong>di</strong>ficazioni nei livelli <strong>di</strong> mRNA per il recettore adenosinico A 2A, <strong>di</strong> cui la caffeina è<br />

un antagonista, e del gene precoce zif-268 nello striato e nel NAc. Abbiamo inoltre<br />

valutato i livelli <strong>di</strong> dopamina nella shell e nel core del NAc. Ai ratti sensibilizzati alla<br />

caffeina è stata somministrata l’amfetamina per valutare la correlazione tra gli effetti<br />

motori, la risposta della trasmissione DA nella shell e nel core del NAc e le<br />

mo<strong>di</strong>ficazioni nei livelli <strong>di</strong> mRNA per lo zif-268 nello striato e nel NAc indotti dal<br />

farmaco. I risultati ottenuti hanno <strong>di</strong>mostrato che la caffeina, somministrata in modo<br />

ripetuto ed intermittente, induce sensibilizzazione ai suoi effetti stimolanti motori. Tale<br />

sensibilizzazione è caratterizzata da mo<strong>di</strong>ficazioni a lungo termine a livello postsinaptico<br />

che coinvolgono una riduzione del recettore A 2A e una alterata funzionalità dei<br />

neuroni striatali efferenti con riduzione dei livelli <strong>di</strong> mRNA per lo zif-268. Inoltre, la<br />

caffeina è in grado <strong>di</strong> indurre sensibilizzazione agli effetti motori dell’amfetamina;<br />

questo effetto non sembra associato ad un aumento del rilascio <strong>di</strong> dopamina nello<br />

striato, ma è correlato ad un aumento della responsività dei neuroni striatali<br />

all’amfetamina stessa, deducibile da un aumento dei livelli <strong>di</strong> mRNA per lo zif-268.<br />

Questi dati, in combinazione con altri <strong>stu<strong>di</strong></strong> che hanno rivelato la capacità della caffeina<br />

<strong>di</strong> potenziare le proprietà <strong>di</strong> rinforzo <strong>di</strong> sostanze come la nicotina, <strong>di</strong>mostrano che la<br />

caffeina è in grado <strong>di</strong> potenziare gli effetti dell’amfetamina, suggerendo che<br />

l’assunzione dei farmaci d’abuso possa essere influenzata dal consumo <strong>di</strong> caffeina.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Responsabile del Progetto: Prof.ssa Micaela Morelli<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Tossicologia, via Ospedale 72, tel 070 6758660, fax 070 6758665<br />

Area <strong>di</strong>sciplinare BIO/14-SCIENZE BIOLOGICHE<br />

Titolo del progetto: SENSITIZZAZIONE CROCIATA TRA CAFFEINA E SOSTANZE<br />

D’ABUSO: STUDI COMPORTAMENTALI E DI BIOLOGIA MOLECOLARE NEL<br />

RATTO<br />

Con i nostri <strong>stu<strong>di</strong></strong> abbiamo voluto capire se la caffeina sia in grado <strong>di</strong> influenzare le<br />

proprietà dei farmaci d’abuso, abbiamo <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato la correlazione tra gli effetti motori<br />

indotti dalla somministrazione ripetuta ed intermittente <strong>di</strong> caffeina e le mo<strong>di</strong>ficazioni nei<br />

livelli del neurotrasmettitore dopamina (DA), dell’mRNA per il recettore adenosinico A2A,<br />

<strong>di</strong> cui la caffeina è antagonista e del gene precoce zif-268 nello striato e nel nucleo<br />

accumbens (NAc). Questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato eseguito su ratti maschi Sprague-Dawley<br />

(Charles River Calco Italia)<br />

Durante il primo anno <strong>di</strong> ricerche abbiamo valutato la potenzialità d’abuso della caffeina<br />

e <strong>di</strong> altri antagonisti adenosinici (CPT, CPFPX, DPCPX). In seguito alla<br />

somministrazione <strong>di</strong> questi farmaci è stata valutata l’attività motoria e comportamentale<br />

nonché l’effetto sulla trasmissione DA del NAc. Per la misurazione della DA è stata<br />

utilizzata la meto<strong>di</strong>ca della micro<strong>di</strong>alisi cerebrale. La micro<strong>di</strong>alisi è effettuata su animali<br />

liberi <strong>di</strong> muoversi ed è accoppiata a sofisticate tecniche cromatografiche. Durante gli<br />

esperimenti <strong>di</strong> micro<strong>di</strong>alisi la DA contenuta nei campioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>alizzato viene quantificata<br />

me<strong>di</strong>ante cromatografo liquido ad alta risoluzione (HPLC).<br />

Durante il secondo anno abbiamo <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato gli effetti comportamentali e sulla<br />

tramissione DA della sensitizzazione alla caffeina. La sensitizzazione è stata ottenuta<br />

me<strong>di</strong>ante somministrazioni ripetute ed intermittenti <strong>di</strong> caffeina. Alcuni ratti sono stati<br />

sacrificati e i loro cervelli sono stati utilizzati per gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> ibri<strong>di</strong>zzazione in situ<br />

(biologia molecolare) mentre altri sono stati impiantati con sonde da micro<strong>di</strong>alisi per il<br />

monitoraggio dei livelli basali <strong>di</strong> dopamina ed eventuali mo<strong>di</strong>ficazioni in seguito alla<br />

somministrazione <strong>di</strong> amfetamina. Le misurazioni dell’mRNA per lo zif-268 e per il<br />

recettore A2A sono state effettuate a livello della porzione laterale (lCPu) e me<strong>di</strong>ale<br />

(mCPu) dello striato e nella shell e nel core del NAc. I risultati ottenuti, in combinazione<br />

con altri <strong>stu<strong>di</strong></strong> che hanno rivelato la capacità della caffeina <strong>di</strong> potenziare le proprietà <strong>di</strong><br />

rinforzo <strong>di</strong> sostanze come la nicotina, <strong>di</strong>mostrano che la caffeina è in grado <strong>di</strong><br />

potenziare gli effetti dell’amfetamina, suggerendo che l’assunzione dei farmaci d’abuso<br />

possa essere influenzata dal consumo <strong>di</strong> caffeina.<br />

Durante il biennio <strong>di</strong> ricerca la Dott.ssa Maria Antonietta De Luca ha soggiornato presso<br />

le seguenti strutture italiane ed estere per approfon<strong>di</strong>re le ricerche svolte per conto<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> ed ha partecipato ai seguenti congressi dove ha esposto alcuni<br />

dei risultati <strong>di</strong> questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o:<br />

• 15-21 Maggio 2003 Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Siena<br />

• 24-27 Giugno 2003. Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, Karolinska Institutet<br />

(Stoccolma, Svezia), congresso “Monitoring Molecules in Neuroscience<br />

Conference 2003”<br />

• Novembre 2003-Gennaio 2004 National Institute on Drug Abuse<br />

(Baltimore, USA)<br />

• 10-14 Luglio 2004 congresso “Fens 2004” (Lisbona, Portogallo)<br />

• 23-27 Ottobre 2004 congresso della “Society for Neuroscience 2004”<br />

(San Diego, USA)<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

su rivista<br />

1. V. Bassareo, M.A. De Luca and G. Di Chiara Differential expression of<br />

motivational stimulus properties by dopamine in nucleus accumbens shell<br />

versus core and prefrontal cortex. The Journal of Neuroscience June 1,<br />

2002, 22 (11): 4709-4719. Publisher: Society for Neuroscience. pISSN:<br />

0270-6474<br />

2. V. Bassareo, M.A. De Luca, M. Aresu, A. Aste, T. Ariu and G. Di<br />

Chiara Differential adaptive properties of accumbens shell dopamine<br />

41<br />

response to ethanol as a drug and as a motivational stimulus. The<br />

European Journal of Neuroscience (2003): 17, Issue 7, 1465-69. Publisher:<br />

Blackwell Science. pISSN: 0953-816X<br />

3. J.C. Gozales-Gomez, L. Santana, E. Uriarte, J. Brea, M. Villazon, I. Loza,<br />

M.A. De Luca, M.E. Rivas, G.Y. Montenegro and J.A. Fontenla Novel series<br />

of arylpiperazines with high affinity for alfa 1A, D 2 and 5-HT 2A receptors.<br />

Biorganich and Me<strong>di</strong>cinal Chemistry Letters, 13 (2003) 175-178. Publisher:<br />

Elsevier Science Ltd. pISSN: 0960-894X<br />

4. G Di Chiara, V Bassareo, S Fenu, M.A. De Luca, L. Spina, C. Cadoni, E.<br />

Acquas and E. Carboni Dopamine and drug ad<strong>di</strong>ction : the nucleus<br />

accumbens shell connection Neuropharmacology (2004),47 Suppl 1:227-<br />

41. Review. Publisher: Pergamon Press pISSN: 0028-3908<br />

<strong>Abstract</strong>s<br />

1. V. Bassareo, M.A. De Luca e G. Di Chiara: Mo<strong>di</strong>ficazioni della trasmissione<br />

dopaminergica mesolimbica e mesocorticale in risposta a stimoli gustatori dolci<br />

e amari. XII Congresso della Società Italiana <strong>di</strong> Neuropsicofarmacologia. La<br />

Neuropsicofarmacologia nel terzo millennio: un tributo a Gianluigi Gessa (2000).<br />

2. M.A. De Luca, V.Bassareo e G. Di Chiara: Effetto della morfina e della cocaina<br />

nella shell e nel core del nucleus accumbens in ratti sottoposti a “chronic<br />

unpre<strong>di</strong>ctable mild stress”. XII Congresso della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Neuropsicofarmacologia. La Neuropsicofarmacologia nel terzo millennio: un<br />

tributo a Gianluigi Gessa (2000).<br />

3. V. Bassareo, M.A. De Luca e G. Di Chiara Responsiveness of mesolimbic and<br />

mesocortical dopamine transmission to bitter/aversive and sweet/palatale<br />

gustatory stimuli in fed ad libitum rats. E J N forum for european neuroscience<br />

2000 vol 12 suppl.11 (2000).<br />

4. V. Bassareo, M.A. De Luca e G. Di Chiara Mo<strong>di</strong>ficazioni della trasmissione<br />

dopaminergica mesolimbica e mesocorticale dopo esposizione al foot-shock.<br />

(2000). VII Convegno Nazionale dei Giovani Cultori delle Neuroscienze, Pisa 5-<br />

7 <strong>di</strong>cembre.<br />

5. V Bassareo, M.A. De Luca, M. Aresu e G. Di Chiara Differential responsiveness<br />

of shell/core/prefrontal dopamine transmission to taste stimuli (2001). Monitoring<br />

molecules in neuroscience, Dublin June 16-19.<br />

6. G. Di Chiara., M.A. De Luca e V. Bassareo Dopamine transmission and<br />

aversive motivation (2001). Monitoring molecules in neuroscience, Dublin June<br />

16-19.<br />

7. M.A. De Luca, V. Bassareo, M. Aresu e G. Di Chiara Responsiveness of<br />

prefrontal-shell-core dopamine transmission to taste stimuli (2001). Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Neuroscienze, Congresso Nazionale, Torino 8-11 Settembre.<br />

8. Bassareo V., M.A. De Luca e G. Di Chiara Differential responsiveness of<br />

shell/core/prefrontal dopamine transmission to motivational stimuli (2002).<br />

International Behavioral Neuroscience Society, Capri June 19-23.<br />

9. Bassareo V., M.A. De Luca , M. Aresu e G. Di Chiara Differential changes in the<br />

responsiveness of dopamine in the nucleus accumbens shell/core to gustatory<br />

stimuli in rats sensitized to morphine (2002). FENS Forum, Paris July 13-17.<br />

10. M.A. De Luca, V Bassareo, M. Aresu e G. Di Chiara Differential responsiveness<br />

of shell/core/prefrontal dopamine transmission to footshock (2002). FENS<br />

Forum, Paris July 13-17.<br />

11. M.A. De Luca, V Bassareo, M. Aresu e G. Di Chiara Dopamine release in<br />

the accmbens shell by con<strong>di</strong>tioned olfactory stimuli: <strong>di</strong>fferential effects in<br />

morphine con<strong>di</strong>tioned and un-con<strong>di</strong>tioned rats (2003). Monitoring<br />

molecules in neuroscience, Stockolm June 24-27.<br />

12. M.A. De Luca, V Bassareo, M. Aresu O. Cauli and G. Di Chiara Caffeine and<br />

accumbens shell dopamine transmission (2004) FENS Forum, Lisbon July<br />

10-14.<br />

13. V Bassareo, M.A. De Luca, M. Aresu and G. Di Chiara Dysadaptive drugcon<strong>di</strong>tioned<br />

pavlovian learning: <strong>di</strong>fferential sequelae on dopamine<br />

responsiveness in the accumbens shell and core and in the prefrontal<br />

cortex (2004) FENS Forum, Lisbon July 10-14.<br />

14. P. Caboni, M.A. De Luca, P. Cabras and M.Morelli Role of metabolism in<br />

rotenone neurotoxicity (2004) FENS Forum, Lisbon July 10-14.<br />

15. V Bassareo, M.A. De Luca, M. Aresu, V. Tronci and G. Di Chiara Differential<br />

effects of morphine-con<strong>di</strong>tioned and food-con<strong>di</strong>tioned stimuli on<br />

dopamine release in the rat accumbens shell and core and in the<br />

prefrontal cortex (2004) Society for Neuroscience, San Diego (USA)<br />

October 23-27.<br />

16. M.A. De Luca, V Bassareo, M. Aresu, V. Tronci and G. Di Chiara Nicotin-<br />

and food- con<strong>di</strong>tioned stimuli <strong>di</strong>fferentially affect dopamine release in the<br />

accumbens and prefrontal cortex (2004) Society for Neuroscience, San<br />

Diego (USA) October 23-27 (presentazione orale).


Assegnista: Chiara de Luzenberger Milnernsheim<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Filosofia e Teoria Scienze Umane<br />

ABSTRACT: L’ambiguità dei «<strong>di</strong>ritti umani». Alcune considerazioni su<br />

persona e collettività<br />

Il lavoro affronta il tema dei <strong>di</strong>ritti umani, attraverso la lettura che ne fa Hanna Arendt ne<br />

Le origini del totalitarismo. e più specificamente della parte de<strong>di</strong>cata al “tramonto dello<br />

stato nazionale e la fine dei <strong>di</strong>ritti umani”. In questo testo Arendt evidenzia in modo<br />

inequivocabile la connessione tra <strong>di</strong>ritti umani e nazionalità, lasciando emergere come i<br />

<strong>di</strong>ritti fondamentali spettino solo a coloro che sono inseriti per nascita o adozione in una<br />

comunità che li riconosce come propri membri, come citta<strong>di</strong>ni, e che al contrario coloro<br />

che non sono altro che uomini non sembrano possedere alcun <strong>di</strong>ritto che non possa<br />

essere alienato, poiché non vi è nessuna istituzione che li tuteli. Lo scacco che i <strong>di</strong>ritti<br />

umani subirono al termine della prima guerra mon<strong>di</strong>ale, quando una enorme massa <strong>di</strong><br />

apoli<strong>di</strong> si riversò per l’Europa, appare ai dati <strong>di</strong> fatto incontestabile. E<br />

contemporaneamente non si può evitare <strong>di</strong> riconoscere l’attualità <strong>di</strong> tali problematiche.<br />

Dobbiamo dunque rinunziare ad uno <strong>degli</strong> ideali più alti dell’era moderna, e ritenere i<br />

<strong>di</strong>ritti umani una seppur nobile, mera astrazione? In questa <strong>di</strong>rezione ho tentato una<br />

ricostruzione del concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità umana nelle sue <strong>di</strong>fferenti declinazioni<br />

novecentesche. Gli autori da me fino a questo momento considerati hanno fondato in<br />

maniera del tutto <strong>di</strong>fferente l’intrinseco valore della persona umana. Autori come Simon<br />

Weil, Jacques Maritain o Emmanuel Levinas <strong>di</strong>fendono la sacralità della persona<br />

umana e l’esistenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti a priori, in<strong>di</strong>pendenti dalla forza, appellandosi ad un<br />

principio trascendente. Tali posizioni, certamente convincenti per le conclusioni<br />

raggiunte, richiedono però un passaggio, un salto non del tutto giustificabile<br />

razionalmente. Il tentativo allora è quello <strong>di</strong> rintracciare e analizzare sistemi <strong>di</strong><br />

affermazione dell’esistenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto a priori dei soggetti evitando <strong>di</strong> forare l’ambito<br />

dell’immanenza. In tale <strong>di</strong>rezione ho approfon<strong>di</strong>to le posizioni <strong>di</strong> Ernst Bloch, che<br />

invece tenta <strong>di</strong> ancorare il concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità umana attraverso l’utopia, ripensando il<br />

soggetto come qualcosa che sia ancora da venire in tutta la sua pienezza.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Nel primo anno <strong>di</strong> lavoro la definizione dell’ambito della ricerca, il reperimento e lo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> una bibliografia dettagliata hanno costituito la parte più rilevante del lavoro da<br />

me svolto. In primo luogo il tentativo è stato quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le incrinature che il<br />

concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti umani, baluardo apparentemente inconfutabile delle società<br />

democratiche occidentali, presenta ogni qual volta <strong>di</strong> esso non si debba fare soltanto<br />

solenne proclamazione, bensì debba nella pratica servire a tutelare i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutti coloro<br />

che non hanno altro <strong>di</strong>ritto cui appellarsi, se non quello derivante esclusivamente dalla<br />

loro semplice umanità. In questa <strong>di</strong>rezione la ricerca da me svolta ha tentato una<br />

ricostruzione del concetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità umana nelle sue <strong>di</strong>fferenti declinazioni<br />

novecentesche.<br />

La ricerca ha inoltre evidenziato la necessità <strong>di</strong> un’analisi più approfon<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> ciò che<br />

debba intendersi per umano, spostando così l’attenzione sul piano dell’antropologia<br />

filosofica, <strong>di</strong> cui mi sto interessando attualmente.<br />

In questa <strong>di</strong>rezione sono stati anche pensati i seminari da me svolti presso il<br />

<strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Filosofia e Teoria delle Scienza Umane dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, per il semestre estivo 2002/2003, per il corso <strong>di</strong> Antropologia filosofica, sul<br />

testo <strong>di</strong> Martha Nussbaum Diventare persone; e quello svolto per il semestre estivo<br />

2003/2004, sempre nell’ambito del corso <strong>di</strong> Antropologia filosofica sul Multiculturalismo,<br />

in particolare attraverso l’analisi del testo <strong>di</strong> Charles Taylor e Jürgen Habermas,<br />

Multiculturalismo. Lotte per il riconoscimento.<br />

Nel secondo anno <strong>di</strong> attività, oltre a proseguire il lavoro <strong>di</strong> ricerca, ho elaborato in due<br />

articoli in corso <strong>di</strong> pubblicazione la parte <strong>di</strong> lavoro già svolta.<br />

Altri lavori che mi hanno visto impegnata in questi due anni sono: la collaborazione al<br />

lavoro <strong>di</strong> redazione e correzione bozze del volume Il sapere poetico e gli universali<br />

fantastici. La presenza <strong>di</strong> Vico nella riflessione contemporanea, Alfredo Guida E<strong>di</strong>tore,<br />

Napoli, 2004; e la collaborazione alla realizzazione <strong>di</strong> due convegni, organizzati dal<br />

<strong>di</strong>partimento <strong>di</strong> Filosofia e Teoria delle Scienze Umane dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Il<br />

primo, dal titolo Poesia e Filosofia. Antigone si è svolto a <strong>Cagliari</strong> e a Roma dal 20 al 25<br />

maggio del 2004; il secondo, titolato Il corpo e le sue facoltà. G. B. Vico si è svolto a<br />

Napoli dal 3 al 6 novembre 2004. Di quest’ultimo sto attualmente curando una<br />

recensione.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI:<br />

1. Tesi <strong>di</strong> dottorato: “La <strong>di</strong>gnità dell’uomo tra <strong>di</strong>ritto naturale e utopia nel pensiero <strong>di</strong><br />

Ernst Bloch”<br />

2. Recensione: Natura e Cultura: riflessione filosofica e teoria delle scienze umane<br />

tra XVIII e XX secolo, pubblicato su “rivista <strong>di</strong> storia della filosofia”, 4, 2000,<br />

Milano, Franco Angeli.<br />

3. Articolo: Linguaggio ed arte nel pensiero <strong>di</strong> Ernst Bloch, pubblicato nel volume<br />

contenente gli atti del convegno “Politica, Arte e Religione nel pensiero <strong>di</strong> Ernst<br />

Bloch” tenutosi a Eboli il 29/30/31 luglio 2000, in Quaderni del Centro Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Filosofia e Teoria delle Scienze Umane “Maurizio Mangrella” a cura <strong>di</strong> Giuseppe<br />

Cantillo e Giovanni Mangrella, Fuorni (Sa), 2002.<br />

4. Articolo: Diritto naturale, utopia e storia nel pensiero <strong>di</strong> Ernst Bloch, in “Atti<br />

dell’Accademia <strong>di</strong> Scienze Morali e Politiche”, Napoli, volume CXIII, 2002.<br />

5. <strong>Volume</strong>: Narrazione e Utopia. Saggio su Ernst Bloch, pubblicato presso Ler<br />

E<strong>di</strong>zioni, Marigliano (Na), 2002.<br />

6. Articolo: L’ambiguità dei “<strong>di</strong>ritti umani”. Alcune considerazioni su persona e<br />

collettività, in un volume collettaneo del CRIE (Centro <strong>di</strong> Ricerca sulle Istituzioni<br />

Europee) dell’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa <strong>di</strong> Napoli. [In corso <strong>di</strong><br />

stampa].<br />

7. Articolo: La <strong>di</strong>gnità dell’uomo come <strong>di</strong>ritto e come dovere in Ernst Bloch, in “Atti<br />

della Accademia <strong>di</strong> Scienze Morali e Politiche”, Napoli, volume CXV, 2005. [In<br />

corso <strong>di</strong> stampa].<br />

8. Recensione: AA.VV., Il <strong>di</strong>ritto naturale della socialità. Tra<strong>di</strong>zioni antiche ed<br />

antropologia moderna nel XVII secolo, Giappichelli E<strong>di</strong>tore, Torino, 2004; in<br />

“Diritto e Cultura”, ESI, Napoli, II, 2002. [In corso <strong>di</strong> stampa].<br />

9 Recensione: AA.VV., Ricostruzione della soggettività, Liguori E<strong>di</strong>tore, Napoli,<br />

2004; in “Iride”, [In corso <strong>di</strong> stampa].<br />

43


Assegnista: Jo De Waele<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze della Terra<br />

ABSTRACT: Ricostruzioni paleoclimatiche attraverso l’analisi <strong>degli</strong> speleotemi in<br />

Sardegna<br />

Gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> sul paleoclima sono <strong>di</strong>ventati tra i più importanti temi <strong>di</strong> interesse <strong>degli</strong> ultimi<br />

anni nel campo geologico-applicativo, questo soprattutto alla luce <strong>degli</strong> attuali problemi<br />

del riscaldamento del pianeta per l'effetto serra ed il relativo apparente innalzamento<br />

del livello me<strong>di</strong>o del mare. Attraverso la ricerca sui climi del passato si tenta <strong>di</strong> capire<br />

come avvengono i cambiamenti climatici, con quale frequenza e con quali effetti<br />

sull'ambiente per poter ipotizzare gli eventuali scenari futuri.<br />

Nelle aree carsiche questo tipo <strong>di</strong> analisi risulta molto agevolato per la presenza <strong>di</strong><br />

sistemi "conservativi" quali le grotte, con interessanti "testimoni" <strong>di</strong> depositi fisici e<br />

chimici che possono, talvolta, consentire una ricostruzione delle con<strong>di</strong>zioni ambientali<br />

durante la loro messa in posto (temperatura, piovosità) che, combinato ad una loro<br />

datazione assoluta con varie misure ra<strong>di</strong>ometriche, consentono <strong>di</strong> ricostruire il clima del<br />

passato. In pratica per effettuare un'analisi paleoclimatica sod<strong>di</strong>sfacente servono un<br />

"orologio geologico" ed un "paleotermometro", ed ambedue questi strumenti sono<br />

rappresentati dalla composizione isotopica presente nella calcite, nell’aragonite o nella<br />

dolomite delle concrezioni <strong>di</strong> grotta. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> isotopi nelle stalagmiti <strong>di</strong> varie<br />

grotte in tutto il mondo ha già portato a importanti risultati negli ultimi anni.<br />

Gli isotopi più utilizzati nelle ricerche del paleoclima sono l'ossigeno (O 16 e O 18 ) per la<br />

paleotemperatura, il Carbonio (C 13 e C 12 ) per il paleoambiente, mentre per le datazioni<br />

assolute si utilizzano gli isotopi del Carbonio (C 12 e C 14 ) e dell'Uranio-Torio (U 234 e<br />

Th 230 ).<br />

Gli isotopi dell'Ossigeno negli speleotemi vengono utilizzati dalla fine <strong>degli</strong> anni '70 per<br />

risalire alle temperature <strong>di</strong> epoche ed avvenimenti passati. Infatti, durante vari processi<br />

fisici (evaporazione, condensazione, congelamento, scioglimenti, ecc.) i vari isotopi<br />

vengono frazionati in quelli leggeri e quelli pesanti. Questo fatto si rispecchia anche<br />

nella composizione isotopica delle calciti <strong>di</strong> grotta: più era alta la temperatura durante la<br />

deposizione della calcite (cioè la temperatura della grotta e quin<strong>di</strong> quella me<strong>di</strong>a<br />

dell'area in cui si apre la cavità), più risulta alta la concentrazione <strong>di</strong> O 18 . Questi <strong>stu<strong>di</strong></strong>,<br />

combinati con quelli eseguiti su depositi carbonatici marini, sono particolarmente<br />

importanti per la ricostruzione climatica durante le glaciazioni, durante le quali le<br />

temperature ambientali variavano molto anche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> poche decine <strong>di</strong> anni.<br />

Nell'ambito <strong>di</strong> questi <strong>stu<strong>di</strong></strong>, che vedono coinvolti <strong>di</strong>verse <strong>Università</strong> (<strong>Cagliari</strong>, Bologna,<br />

Modena, Parma, Pisa, Trieste, Berna (Svizzera)), enti <strong>di</strong> ricerca (Soprintendenza dei<br />

Beni Archeologici delle Province <strong>di</strong> SS e NU, Associazione per l’<strong>Università</strong> del Sulcis-<br />

Iglesiente, Museo Tridentino <strong>di</strong> Scienze Naturali <strong>di</strong> Trento) e società (Interventi Geo-<br />

Ambientali – IGEA Iglesias), sono state campionate oramai <strong>di</strong>versi speleotemi tra cui<br />

una stalagmite alta 1,60 metri nella grotta <strong>di</strong> Su Palu (Sistema carsico della Codula<br />

Ilune) ad Urzulei, <strong>di</strong>verse stalagmiti e stalattiti in varie grotte sommerse della zona <strong>di</strong><br />

Capo Caccia-Punta Giglio (Alghero) ed alcune carote prelevate nelle grotte <strong>di</strong> miniera<br />

<strong>di</strong> Santa Barbara 1 e 2 ad Iglesias.<br />

Le operazioni <strong>di</strong> campionamento hanno talvolta impiegato gruppi <strong>di</strong> speleologi<br />

altamente qualificati, appartenenti a <strong>di</strong>verse associazioni speleologiche (Gruppo<br />

Archeo Speleo Ambientale Urzulei, Gruppo Speleo Ambientale Sassari, Gruppo<br />

Speleo-Archeologico Giovanni Spano, Unione Speleologica <strong>Cagliari</strong>tana, Grupo<br />

Espeleologic Alguerès, Speleo Club Domusnovas).<br />

I risultati <strong>di</strong> queste ricerche, in parte ancora in pieno svolgimento, consentiranno <strong>di</strong><br />

ricostruire il clima che ha regnato in Sardegna durante gli ultimi 400.000 anni e <strong>di</strong><br />

restituire una curva dell’innalzamento del livello del mare durante gli ultimi 20,000 anni.<br />

Tali conoscenze saranno <strong>di</strong> grande utilità per tutta una serie <strong>di</strong> branche delle Scienze,<br />

dalla Biologia, la Geologia, la Geografia all’Archeologia.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Sede <strong>di</strong> lavoro<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze della Terra, Via Trentino 51 - 09127 <strong>Cagliari</strong>. E-mail:<br />

geoam@unica.it<br />

Responsabile della Ricerca<br />

Prof. Felice Di Gregorio<br />

Titolo del progetto<br />

Stu<strong>di</strong>o, valorizzazione e monitoraggio delle aree carsiche costiere della Sardegna<br />

Breve descrizione dell’attività svolta<br />

L’obiettivo principale del Progetto <strong>di</strong> ricerca è quello <strong>di</strong> definire un quadro conoscitivo il<br />

più ampio e completo possibile del patrimonio carsico della Sardegna e del suo stato <strong>di</strong><br />

conservazione. Tale attività <strong>di</strong> ricerca è la naturale prosecuzione <strong>di</strong> ricerche portate<br />

avanti dal sottoscritto nell'ambito del carsismo sardo negli ultimi 10 anni. Le ricerche<br />

hanno riguardato in particolare i monumenti geologici e geomorfologici, l'idrogeologia<br />

carsica in ambiente costiero, l’evoluzione geomorfologica e paleogeografica dei sistemi<br />

carsici, le testimonianze paleoclimatiche riscontrabili in aree carsiche costiere (risalita<br />

del livello me<strong>di</strong>o del mare e la paleotemperatura della superficie del mare), la<br />

biogeografia e l'impatto umano sulle aree carsiche.<br />

Parallelamente all'attività <strong>di</strong> ricerca sopra in<strong>di</strong>cata il sottoscritto ha tenuto alcuni<br />

seminari e lezioni che riguardavano l'ambiente e il paesaggio carsico, l'idrogeologia e la<br />

geologia delle aree carsiche e la ricerca speleologica, coa<strong>di</strong>uvando il titolare Prof.<br />

Felice Di Gregorio nel corso "Geologia Ambientale" per gli studenti dei Corsi <strong>di</strong> Laurea<br />

in Scienze Naturali e in Scienze Geologiche.<br />

Ha seguito, inoltre, cinque studenti sia <strong>di</strong> Scienze Naturali sia <strong>di</strong> Scienze<br />

Geologiche, nel loro svolgimento della Tesi <strong>di</strong> Laurea.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

CONGRESSI NAZIONALI (In lingua italiana)<br />

1. Ardau F., Bianco L., De Waele J., Vernier A. (1993) - Stu<strong>di</strong>o dell'idrogeologia e<br />

caratterizzazione idrochimica delle acque del Tacco <strong>di</strong> Ulàssai (Sardegna<br />

centro-orientale). Atti 3° Congr. Naz. dei Giov. Ric. <strong>di</strong> Geol. Appl., Potenza 28-30<br />

ottobre 1993, Geologia Applicata e Idrogeologia, Vol. 27, pp. 27-34.<br />

2. Atzeni W., Balia R., Bianco L., Deidda G.P., De Waele J., Vernier A. (1994) -<br />

Prime ipotesi sulla continuità idrogeologica tra il massiccio del Monte Marganai e<br />

gli affioramenti carbonatici della piana del Cixerri (Iglesias, Sardegna<br />

sudoccidentale). Atti 2° Congr. Naz. dei Giov. Ric. <strong>di</strong> Geol.Appl. , Viterbo 28-31<br />

ottobre 1992, Geologica Romana, Vol. 30, pp. 239-244.<br />

3. Chessa L., De Waele J., Trogu A. (1994) - Il Sistema carsico <strong>di</strong> Corongiu de<br />

Mari (Iglesias, Sardegna sud-occidentale). Atti del XVII Congresso Nazionale <strong>di</strong><br />

Speleologia, Castelnuovo Garfagnano, 8-11 settembre 1994, pp. 145-153.<br />

4. De Waele J., Pisano M. (1998) - Interazione fra attività mineraria ed un acquifero<br />

carsico: l'esempio <strong>di</strong> Barraxiutta (Sardegna sud-occidentale). Convegno<br />

Nazionale sull'Inquinamento delle Grotte e <strong>degli</strong> Acquiferi carsici e possibili<br />

45<br />

ricadute sulla collettività (a cura <strong>di</strong> Michela Crema e Giovanni Ferrarese), Ponte <strong>di</strong><br />

Brenta 26-27 settembre 1998. Imprimitur e<strong>di</strong>trice Padova, pp. 195-209.<br />

5. De Waele J., Pisano M. (1998) - Implicazioni ambientali legate alla presenza <strong>di</strong> sterili<br />

minerari in aree carsiche ad alta permeabilità: il caso <strong>di</strong> Barraxiutta (Domusnovas,<br />

Sardegna sudoccidentale). Giornate <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sull'inquinamento da metalli e possibilità<br />

<strong>di</strong> risanamento, <strong>Cagliari</strong> 9-11 ottobre 1998, in Atti della Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria Vol. 42,<br />

n.27, pp. 63-71.<br />

6. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F. (1999) - Paesaggio minerario <strong>di</strong> Barraxiutta-Sa<br />

Duchessa (Sardegna SW): valenze naturali e culturali e proposte <strong>di</strong> recupero e<br />

valorizzazione - Atti del Convegno Internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o "Paesaggio Minerario"-<br />

<strong>Cagliari</strong>, 7-10 Ottobre 1999.<br />

7. De Waele J., Forti P., Naseddu A. (1999) - Le "Grotte <strong>di</strong> Miniera": patrimonio scientifico<br />

e risorsa turistica. Atti del Convegno Internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o "Paesaggio Minerario"-<br />

<strong>Cagliari</strong>, 7-10 Ottobre 1999.<br />

8. De Waele J. (1999) - Il Catasto delle grotte della Sardegna: strumento per la gestione e<br />

la tutela dei territori carsici. Atti della III Conferenza Nazionale ASITA, Napoli 9-12<br />

novembre 1999, pp. 695-700.<br />

9. Ardau F., De Waele J., Di Gregorio F. (2001) - Lo sviluppo turistico nella<br />

Sardegna centro-orientale: l’esempio del Tacco <strong>di</strong> Ulassai (NU). Atti del V<br />

Convegno Internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Geografici “La Sardegna nel Mondo<br />

Me<strong>di</strong>terraneo” Turismo e Ambiente. Sassari 28-30 Ottobre 1998, pp. 341-352.<br />

10. De Waele J., Di Gregorio F. (2001) - Le grotte turistiche della Sardegna:<br />

necessita’ <strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> monitoraggio ambientale per una corretta<br />

fruizione. Atti del V Convegno Internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Geografici “La Sardegna<br />

nel Mondo Me<strong>di</strong>terraneo” Turismo e Ambiente. Sassari 28-30 Ottobre 1998, pp.<br />

303-310.<br />

11. De Waele J., Gillono A. (2001) - Brevi cenni sulla geologia della riserva naturale<br />

<strong>di</strong> Capo Figari (Golfo Aranci, SS). Atti del V Convegno Internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Geografici “La Sardegna nel Mondo Me<strong>di</strong>terraneo” Turismo e Ambiente. Sassari<br />

28-30 Ottobre 1998, pp. 319-326.<br />

12. De Waele J., Di Gregorio F., Piras G. (2001) - I siti carsici nel parco geominerario<br />

dell’Iglesiente-Sulcis: proposta <strong>di</strong> uno sviluppo turistico sostenibile. Atti del 18°<br />

Convegno Nazionale <strong>di</strong> Speleologia, Chiusa Pesio, 29-31 ottobre 1998, pp. 51-56.<br />

13. De Waele J., Grafitti G. (2001) - Proposta <strong>di</strong> partizione della Sardegna in gruppi<br />

oro-geografici per la creazione del Catasto Regionale delle Aree Carsiche. Atti<br />

del 18° Convegno Nazionale <strong>di</strong> Speleologia, Chiusa Pesio, 29-31 ottobre 1998, pp.<br />

241-248<br />

14. De Waele J., Pisano M. (2001) - L’area carsica del Tacco <strong>di</strong> Tertenia: cenni sulla<br />

geologia, la geomorfologia e l’evoluzione carsica. Atti del 18° Convegno<br />

Nazionale <strong>di</strong> Speleologia, Chiusa Pesio, 29-31 ottobre 1998, pp. 139-143.<br />

15. De Waele J., Murgia F. (2001) - Le sorgenti e gli acquiferi carsici profon<strong>di</strong> della<br />

Sardegna. in "Water, Stakeholders, Territory: IV European Seminar on<br />

Geography of Water, Conflicts on water use in the Me<strong>di</strong>terranean Area, <strong>Cagliari</strong><br />

4-11 settembre 1999, pp. 131-136.<br />

16. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Follesa R. (2002) - I geositi<br />

nell’identità del territorio del Parco Geominerario. In : "Per il Parco<br />

Geominerario", Pau (Or) 17 <strong>di</strong>cembre 2001, Atti del Convegno, a cura <strong>di</strong> Di<br />

Gregorio F., Castelli P., Cauli B., Usai C., pp. 173-180.<br />

17. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Follesa R. (2002) - Proposta <strong>di</strong><br />

un modello <strong>di</strong> sviluppo sostenibile per le spiagge e le aree costiere dell'Isola <strong>di</strong><br />

San Pietro (Sardegna SW, Italia). Convegno Internazionale "Sviluppo Economico<br />

e Sostenibilità: il turismo ambientale e culturale occasione <strong>di</strong> nuova<br />

occupazione", Anacapri 2-5 novembre 2000, pp. 411-423.<br />

18. De Waele J., Di Gregorio F., Follesa R., Piras G. (2002) - Carta dei beni naturali e<br />

culturali del Sulcis (Sardegna sud-occidentale). Atti della VI Conferenza<br />

Nazionale ASITA, Perugia 5-8 novembre 2002, pp. 981-986.<br />

19. Calaforra J.M., Pulido Bosch A., De Waele J., Di Gregorio F., Sánchez Martos F.,<br />

Fernández Cortés A. (2002) - Esempi <strong>di</strong> gestione, monitoraggio e tutela <strong>di</strong> cavità<br />

carsiche in Andalusia e in Sardegna. Atti del Convegno <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Il Carsismo e la<br />

Ricerca speleologica in Sardegna, <strong>Cagliari</strong> 23-25 novembre 2001, a cura <strong>di</strong> Jo De<br />

Waele, Anthèo 6, pp. 125-142.<br />

20. De Waele J., Frau F., Lorrai M. (2002) - Geochimica delle acque e minerogenesi<br />

nella grotta <strong>di</strong> Is Zuddas (Santa<strong>di</strong>, Sardegna sud-occidentale). Atti del Convegno<br />

<strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Il Carsismo e la Ricerca speleologica in Sardegna, <strong>Cagliari</strong> 23-25<br />

novembre 2001, a cura <strong>di</strong> Jo De Waele, Anthèo 6, pp. 163-183.<br />

21. De Waele J. (2002) - Geomorfologia ed idrogeologia carsica ipogea ed epigea<br />

nella zona <strong>di</strong> Su Canale (Baunei, Sardegna centro-orientale). Atti del Convegno <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong>o Il Carsismo e la Ricerca speleologica in Sardegna, <strong>Cagliari</strong> 23-25<br />

novembre 2001, a cura <strong>di</strong> Jo De Waele, Anthèo 6, pp. 61-70.<br />

22. De Waele J., Di Gregorio F., Follesa R., Piras G. (2002) - I geositi dell'uomo nel<br />

Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna: alcuni esempi del<br />

Sulcis-Iglesiente (Sardegna sud-occidentale). Atti del Convegno Nazionale "La<br />

Geologia Ambientale: strategie per il nuovo millennio", Genova 27-29 giugno<br />

2002, Geologia dell'Ambiente 11(1), pp. 192-197.<br />

23. Di Gregorio F., Talbi M., Melis M.T., Piras G., Gasmi N., Marini A., De Waele J.,<br />

Follesa R. (2002) - Progetto <strong>di</strong> Ricerca per l'inventario, la tutela e la<br />

valorizzazione dei geositi in ambiente arido e semiarido nella regione <strong>di</strong> Tozeur e<br />

<strong>di</strong> Gafsa (Tunisia). Atti del Convegno Nazionale "La Geologia Ambientale:<br />

strategie per il nuovo millennio", Genova 27-29 giugno 2002, Geologia<br />

dell'Ambiente 11(1), pp. 198-203.<br />

24. De Waele J., Melis M.T. (2003) - Nuovi dati sull'idrogeologia del Supramonte <strong>di</strong><br />

Baunei ottenuti me<strong>di</strong>ante la ricerca speleologica e l'analisi <strong>di</strong> immagini<br />

telerilevate. Atti del 2° Incontro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> "Il Carsismo nell'area me<strong>di</strong>terranea",<br />

Castro Marina 14-16 settembre 2001, E<strong>di</strong>zioni del Grifo, Lecce, supll. Thalassia<br />

Salentina 26, pp. 285-294.<br />

25. De Waele J. (2003) - Inventario delle aree carsiche della Sardegna. Atti del XIX<br />

Congresso Nazionale <strong>di</strong> Speleologia, Bologna 27-31 agosto 2003, pp. 87-96.<br />

26. De Waele J. (2003) - I paesaggi carsici in Sardegna: tipologia, valenza e<br />

vulnerabilità. Atti del XIX Congresso Nazionale <strong>di</strong> Speleologia, Bologna 27-31<br />

agosto 2003, pp. 97-104.<br />

27. De Muro S., De Waele J., Longinelli A., Iacumin P. (2003) – Holocene sea-level<br />

changes and palaeoclimatic reconstruction in Central-North Sar<strong>di</strong>nia :<br />

preliminary results. Atti del Convegno GeoSed, Alghero 28 settembre-2 ottobre<br />

2003, pp. 125-131.<br />

28. Asunis G., Pittau G., Vinelli R., Cilloccu F., Cabrai F., Corona A., De Waele J., Di<br />

Gregorio F., Ferrucci I., Pala A. (2003) – Costruzione <strong>di</strong> un CIS (Coastal<br />

Information System) per la pianificazione territoriale e la VAS. Atti della VII<br />

Conferenza Nazionale ASITA, Verona 28-31 ottobre 2003, pp. 121-126.<br />

29. Corona A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Pala A. (2003) –<br />

Trasformazione del paesaggio nella piana costiera <strong>di</strong> Pula (Sardegna SW)


nell’ultimo secolo. Atti della VII Conferenza Nazionale ASITA, Verona 28-31<br />

ottobre 2003, pp. 825-830.<br />

30. Cavallo C., Dal Molin L., De Waele J., Mietto P., Piccini L., Preziosi E.,<br />

Ruggieri R., Sivelli M., Zorzin R. (2003) – Il censimento delle sorgenti<br />

carsiche d’Italia. Atti del XIX Congresso Nazionale <strong>di</strong> Speleologia, Bologna<br />

27-31 agosto 2003, pp. 29-34.<br />

31. De Waele J. (2003) – I Paesaggi carsici in Sardegna: tipologia, valenza e<br />

vulnerabilità. Atti <strong>di</strong> 2° Convegno Internazionale “L’Ossi<strong>di</strong>ana del Monte<br />

Arci nel Me<strong>di</strong>terraneo”, Pau 28-30 novembre 2003, pp. 91-98.<br />

CONGRESSI INTERNAZIONALI (In lingua Inglese)<br />

32. De Waele J., Di Gregorio F., Piras G. (1998) - Geosites inventory in the<br />

Paleozoic karst region of Sulcis-Iglesiente (South-West Sar<strong>di</strong>nia, Italy).<br />

International Congress PROGE0 ‘98, 7-13 june 1998, Belogradchik, Bulgaria. In<br />

Geologica Balcanica 28(3-4), pp. 173-179.<br />

33. Ardau F., De Waele J. (1999) - Geosites of the Tacchi area (central-east<br />

Sar<strong>di</strong>nia, Italy). In "Towards the Balanced Management and Conservation of the<br />

Geological Heritage in the New Millenium", Barettino D., Vallejo M. & Gallego E.<br />

(Eds.), pp. 87-93, Madrid.<br />

34. De Waele J., Di Gregorio F., Piras G. (1999) - The twenty most important karstic<br />

geosites of Sar<strong>di</strong>nia. In "Towards the Balanced Management and Conservation<br />

of the Geological Heritage in the New Millenium", Barettino D., Vallejo M. &<br />

Gallego E. (Eds.), pp. 155-161, Madrid.<br />

35. De Waele J., Muntoni A. (1999) - Geology, geomorphology, tectonics and<br />

geological map of the cave of Riomurtas (Narcao, Southwest Sar<strong>di</strong>nia). in<br />

"Contribuciòn del e<strong>stu<strong>di</strong></strong>o cientifico de las cavidades kàrsticas al conocimiento<br />

geològico", B. Andrea, F. Carrasco y J.J. Duràn (Eds.), Patronato de la Cueva<br />

de Nerja , Nerja, Malaga, pp. 289-295.<br />

36. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F. (2000) - Natural and Scientific Valence of<br />

the Gulf of Orosei Coast (Central-East Sar<strong>di</strong>nia) and its Carrying Capacity with<br />

Particular Regard to the Pocket-Beaches. Period. Biol., 102, suppl.1, pp. 595-<br />

603.<br />

37. De Waele J., Di Gregorio F., Piras G. (2000) - A monitoring project for Sar<strong>di</strong>nian<br />

show caves. Procee<strong>di</strong>ngs III° Congress ISCA: Show Caves: where, how, why.<br />

Santa<strong>di</strong>, 19-25 Ottobre 1998, Cigna A. A. (E<strong>di</strong>tore), pp. 117-120.<br />

38. De Waele J., Grafitti G. (2000) - Show caves in Sar<strong>di</strong>nia: geologic and biologic<br />

aspects. Procee<strong>di</strong>ngs III° Congress ISCA: Show Caves: where, how, why.<br />

Santa<strong>di</strong>, 19-25 Ottobre 1998, Cigna A. A. (E<strong>di</strong>tore), pp. 77-91.<br />

39. De Waele J., Di Gregorio F., Sulas A., Sulas G. (2000) - New microclimatic<br />

measurements in the Is Zuddas cave (Santa<strong>di</strong>, <strong>Cagliari</strong>, Italy). Procee<strong>di</strong>ngs<br />

International Symposium of Show caves Protection and Restoration, Yaolin,<br />

Tonglu, Zhejiang, China, 20-24 October 2000, pp. 12-21.<br />

40. De Waele J., Muntoni A. (2001) - Cover Collapse Sinkhole Risk in the<br />

<strong>Cagliari</strong> province (Sar<strong>di</strong>nia, Italy): location, genesis and forecasting. in<br />

Procee<strong>di</strong>ngs of the XIIIth International Congress of Speleology, Brasilia 15-<br />

22 July 2001, pp. 1-4.<br />

41. De Waele J., Forti P., Perna G. (2001) - Hyperkarstic phenomena in the<br />

Iglesiente mining <strong>di</strong>strict (SW-Sar<strong>di</strong>nia). In "Water-Rock Interaction 2001",<br />

R. Cidu (Ed.), A.A.Balkema Publishers, Lisse, pp. 619-622.<br />

42. De Muro S., De Waele J., Di Gregorio F. (2001) - The coastal Karst of<br />

Sar<strong>di</strong>nia: a scientific and touristic resource. In "Medcoast 01: Procee<strong>di</strong>ngs<br />

of the Fifth International Conference on the Me<strong>di</strong>terranean Coastal<br />

Environment, 23-27 Ottobre 2001, Hammamet, Tunisia", E. Ozhan (Ed.),<br />

Middle East Technical University, Ankara, Turkey, Vol. 1, pp. 291-302.<br />

43. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Follesa R. (2001) -<br />

Geosites and touristic development of the karstic coastline of Southwest<br />

Sar<strong>di</strong>nia. In "Medcoast 01: Procee<strong>di</strong>ngs of the Fifth International<br />

Conference on the Me<strong>di</strong>terranean Coastal Environment, 23-27 Ottobre<br />

2001, Hammamet, Tunisia", E. Ozhan (Ed.), Middle East Technical<br />

University, Ankara, Turkey, Vol. 1, pp. 302-314.<br />

44. Arba P., Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrara C., Follesa R., Piras<br />

G., Pranzini E. (2002) - Environmental impact of artificial nourishment of<br />

the beaches of Cala Gonone (Central-East Sar<strong>di</strong>nia). VI International<br />

Conference Littoral 2002, The Changing Coast, Eurocoast/EUCC, Porto 22-<br />

26 september 2002, Vol. 3, pp. 465-468.<br />

45. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Follesa R., Piras G. (2004)<br />

- The Human Factor in Natural and Cultural Landscapes: the Geomining<br />

Park of Sar<strong>di</strong>nia. Procee<strong>di</strong>ngs of the International Conference on "Natural<br />

and Cultural Landscapes the Geological Foundation", Dublin, 9-11<br />

settembre 2002, pp. 287-290.<br />

46. De Waele J., Grafitti G. (2004) - Geo<strong>di</strong>versity and Bio<strong>di</strong>versity of karst<br />

landscapes: the example of Sar<strong>di</strong>nia. Procee<strong>di</strong>ngs of the International<br />

Conference on "Natural and Cultural Landscapes the Geological<br />

Foundation", Dublin, 9-11 settembre 2002, pp. 69-72.<br />

RIVISTE SCIENTIFICHE<br />

47. De Waele J., Pisano M. (1997) - Osservazioni geologiche, geomorfologiche ed<br />

idrogeologiche sul Supramonte <strong>di</strong> Baunei (Sardegna centro-orientale). Rend.<br />

Sem. Fac. Sci. Univ. <strong>Cagliari</strong>, Vol. 67(1), pp. 83-97.<br />

48. De Waele J., Frau F. (2001) - Some examples of karst phenomena in the<br />

Sulcis region. In: Frau, F. (Ed.), "WRI-10 - Guide-book to the field trips in<br />

Sar<strong>di</strong>nia", Rend. Sem. Fac. Sc. Univ. <strong>Cagliari</strong>, vol. 71(2), pp. 125-148.<br />

49. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Follesa R., Piras G. (2002)<br />

- Proposta <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> sviluppo sostenibile per le spiagge e le aree<br />

costiere dell'Isola <strong>di</strong> Sant'Antioco (Sardegna SO, Italia). Stu<strong>di</strong> Costieri 5,<br />

pp. 59-75.<br />

50. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci C., Follesa R. (2003) -<br />

Geoenvironmental analysis in coastal zone management: a case study in<br />

Southwest Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Journal of Coastal Research 19(4), pp. 963-970.<br />

51. Cidu R., De Waele J., Follesa R., Di Gregorio F. (2003) - Geochemistry of<br />

groundwater in an intensely urbanised karst area (Lusaka, Zambia).<br />

GeoActa, vol. 2 , pp. 35-42.<br />

52. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci C., Follesa R. (2003) -<br />

Integrated, sustainable touristic development of the karstic coastline of<br />

SW Sar<strong>di</strong>nia. Journal of Coastal Conservation, 9(1), pp. 81-90.<br />

53. Grafitti G., De Waele J., Blondé P. (2003) – Biospeleological researches in<br />

some caves of Zambia (Central South Africa). Subterranean Biology, 1,<br />

Tome 56, pp. 65-72.<br />

54. De Waele J., Follesa R. (2004) - Human impact on karst: the example of<br />

Lusaka (Zambia). International Journal of Speleology 32, pp. 71-84.<br />

46<br />

55. De Waele J., Di Gregorio F., El Wartiti M., Fadli D., Marini A., Melis M.T., Careddu<br />

M.B. (2004) - Geo-environmental risk in the upper valley of the Oued Sebou (Fès,<br />

Central Morocco). Journal of African Earth Sciences, 39(3-5), pp. 491-500.<br />

56. De Waele J., Nyambe I.A., Di Gregorio A., Di Gregorio F., Simasiku S., Follesa R.,<br />

Nkemba S. (2004) - Urban waste landfill planning and management of<br />

groundwater resources in developing countries: the example of Lusaka<br />

(Zambia). Journal of African Earth Sciences, 39(3-5), pp. 501-508.<br />

57. De Waele J. (2004) – Geomorphologic evolution of a coastal karst: the Gulf of<br />

Orosei (Central-East Sar<strong>di</strong>nia, Italy). Acta Carsologica, 33(2), pp. 37-54.<br />

LIBRI<br />

58. De Waele J. (e<strong>di</strong>tore) (1996) - Su Marmuri: quando la grandezza ha un nome. 32 p.<br />

59. Bartolo G., Concu P., Deidda D., De Waele J., Grafitti G., Salis T. (1999) - Taccu<br />

d'Ogliastra. Ulàssai, Osini, Gairo, Ussassài. E<strong>di</strong>trice s'Alvure Oristano, 269 p.<br />

GUIDE AD ESCURSIONI SCIENTIFICHE<br />

60. De Waele J., Frau F. (2001) - Karst in the Sulcis region. Field Guide to the<br />

Excursion during the Water Rock Interaction Congress, 10-15 th June 2001, 38 p.<br />

ARTICOLI IN VOLUMI O LIBRI<br />

61. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Follesa R. (2001) - Proposta per<br />

la gestione sostenibile della fascia costiera tra Portixeddu e San Nicolò<br />

(Buggerru-Fluminimaggiore). In "Modelli territoriali sostenibili per gli spazi<br />

litoranei del me<strong>di</strong>terraneo", Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato agli<br />

Enti Locali, Finanze ed Urbanistica (110 p.), pp. 45-64, 5 carte, 4 foto, 1 fig.<br />

62. De Waele J., Forti P. (2003) - Estuari sotterranei. In "Grotte Marine: cinquant'anni<br />

<strong>di</strong> ricerca in Italia", a cura Cicogna F., Nike Bianchi C., Ferrari G. & Forti P.,<br />

finanziato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, pp. 91-104.<br />

63. De Waele J. (2003) - Sardegna. in "Le aree carsiche gessose d'Italia", a cura <strong>di</strong><br />

Madonia G. & Forti P., Memorie dell'Istituto Italiano <strong>di</strong> Speleologia, Serie II vol.<br />

14, pp. 279-285.<br />

CURATORE DI VOLUMI<br />

64. Bianco L., De Waele J. (a cura <strong>di</strong>) (1992) - Il Monte Tisiddu e il Tacco <strong>di</strong> Ulassai.<br />

Monografia <strong>di</strong> Anthéo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano”<br />

<strong>Cagliari</strong>) 1, 24 p.<br />

65. Bianco L., De Waele J., Vacca D., Vacca M. (a cura <strong>di</strong>) (1992) - Speleologia nel<br />

Supramonte <strong>di</strong> Orgosolo. Monografia <strong>di</strong> Anthéo (Bollettino del Gruppo Speleo-<br />

Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 2, 20 p.<br />

66. De Waele J., Spiga R. (a cura <strong>di</strong>) (1995) - Attuali conoscenze speleologiche nel<br />

Supramonte <strong>di</strong> Baunei. Monografia <strong>di</strong> Anthéo (Bollettino del Gruppo Speleo-<br />

Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 4, 88 p.<br />

67. De Waele J., Pisano M. (a cura <strong>di</strong>) (1996) - Le grotte e il carsismo <strong>di</strong> Corongiu de Mari<br />

Iglesias, Sardegna sud-occidentale. Monografia <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, 88p.<br />

68. De Waele J. (a cura <strong>di</strong>) (2001) - Atti del Convegno <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o Il Carsismo e la<br />

Ricerca speleologica in Sardegna, <strong>Cagliari</strong> 23-25 novembre 2001, Anthèo 6, 384<br />

p.<br />

ABSTRACTS<br />

69. De Waele J., Sanna F., Vernier A. (1994) - Il carsismo e le potenzialità turistiche<br />

nell'altopiano carsico del supramonte <strong>di</strong> Urzulei. Atti Conv. sulle Aree Carsiche:<br />

prospettive sulla tutela e lo sviluppo economico dei territori carsici. Nuoro, 28 aprile- 1<br />

maggio 1994.<br />

70. Bianco L., De Waele J., Sanna F., Vernier A. (1994) - Le aree carsiche della Sardegna.<br />

Atti del Convegno sulle Aree Carsiche: prospettive sulla tutela e lo sviluppo economico<br />

dei territori carsici. Nuoro 28 aprile- 1 maggio 1994.<br />

71. Ardau F., Bianco L., De Waele J. (1994) - Proposta <strong>di</strong> valorizzazione turistica del Tacco<br />

<strong>di</strong> Ulassai (Sardegna centro-orientale). Atti del Convegno sulle Aree Carsiche:<br />

prospettive sulla tutela e lo sviluppo economico dei territori carsici. Nuoro, 28 aprile- 1<br />

maggio 1994.<br />

72. De Waele J., Di Gregorio F. (1998) - I paesaggi carsici in Sardegna: tipologia, valenza<br />

e vulnerabilità. I° Conferenza Regionale sul Paesaggio, <strong>Cagliari</strong> 4 aprile 1998.<br />

73. De Waele J. (1999) - il catasto regionale delle grotte: architettura informatica,<br />

cartografia, rilievi e statistiche. Convegno Il Catasto Speleologico Sardo: strumento <strong>di</strong><br />

conoscenza e valorizzazione del patrimonio carsico. Oliena 17 aprile 1999.<br />

74. Arisci A., De Waele J., Di Gregorio F., Ferrucci I., Follesa R. (2001) -<br />

Geoenvironmental analysis of the littoral of Portixeddu (Fluminimaggiore-<br />

Buggerru, Sw-Sar<strong>di</strong>nia). Procee<strong>di</strong>ngs Vth International Conference on the<br />

Environmental Management of Enclosed Coastal Seas, Kobe (Japan) 19-22<br />

november 2001, Emecs 2001 <strong>Abstract</strong>s, p. 241.<br />

75. Grafitti G., De Waele J., Blondé P. (2002) - Biospeleological researches in some<br />

caves of Zambia (Central South Africa). International Congress on<br />

Biospeleology, Verona 12 september 2002.<br />

76. De Waele J., Di Gregorio F., El Wartiti M., Fadli D., Malaki A., Melis M.T. (2003) –<br />

Geomorphosites and Geo<strong>di</strong>versity of the Ifrane region (Middle Atlas, Morocco).<br />

Workshop "Geomorphological Sites assessment and mapping", <strong>Cagliari</strong> 1-5<br />

ottobre 2003.<br />

77. De Waele J., Panizza V., Manca P. (2004) – Thematic itinerary among the<br />

geomorphosites of Supramonte (Central-East Sar<strong>di</strong>nia, Italy). 32 nd International<br />

Geological Congress, Florence August 20-28, 2004, <strong>Abstract</strong> <strong>Volume</strong> Part 1,<br />

p.140.<br />

78. De Waele J., Frau F., Forti P., Galli E., Rossi A. (2004) – The scientific and<br />

<strong>di</strong>dactic importance of the mine caves of Mount San Giovanni (Southwest<br />

Sar<strong>di</strong>nia, Italy). 32 nd International Geological Congress, Florence August 20-28,<br />

2004, <strong>Abstract</strong> <strong>Volume</strong> Part 2, p.1015.<br />

79. De Muro S., De Waele J., Longinelli A., Iacumin P., Selmo E. (2004) – Late<br />

Pleistocene palaeoclimate reconstruction from a large stalagmite (Central East<br />

Sar<strong>di</strong>nia, Italy). 32 nd International Geological Congress, Florence August 20-28,<br />

2004, <strong>Abstract</strong> <strong>Volume</strong> Part 2, pp.1307-1308.<br />

80. De Waele J., Forti P., Frau F., Galli E., Naseddu A., Rossi A. (2004) – Le grotte <strong>di</strong><br />

miniera del Monte San Giovanni (Iglesiente, Sardegna sud-occidentale): una<br />

risorsa scientifica e turistica <strong>di</strong> inestimabile valore. Atti del II Convegno<br />

Nazionale “Geologia e Turismo”, Bologna 3-4 novembre 2004, <strong>Volume</strong> delle<br />

Relazioni, pp. 106-108.<br />

81. De Waele J., Di Gregorio F., Gasmi N., Melis M.T., Talbi M. (2004) – Geomorfositi<br />

della Regione <strong>di</strong> Tozeur (Tunisia Sudoccidentale) Atti del II Convegno Nazionale<br />

“Geologia e Turismo”, Bologna 3-4 novembre 2004, <strong>Volume</strong> delle Sessioni<br />

Poster, pp. 210-212.


82. De Waele J., Di Gregorio F., Panizza V. (2004) – Dune e geomorfositi nel<br />

litorale <strong>di</strong> Buggerru: nuove opportunità per il geoturismo. Atti del II<br />

Convegno Nazionale “Geologia e Turismo”, Bologna 3-4 novembre 2004,<br />

<strong>Volume</strong> delle Sessioni Poster, pp. 67-69.<br />

Ha presentato i seguenti lavori scientifici in corso <strong>di</strong> stampa:<br />

CONGRESSI NAZIONALI IN STAMPA (In lingua Italiana)<br />

83. De Waele J., Di Gregorio F., Follesa R., Piras G. (2002) - Geosites and<br />

landscape evolution of the "Tacchi": an example from central-East<br />

Sar<strong>di</strong>nia. Workshop "Geomorphological Sites research, assessment and<br />

improvement", Modena 19-22 giugno 2002 (in stampa).<br />

84. De Waele J., Di Gregorio F., Gasmi N., Melis M.T., Talbi M. (2003) –<br />

Geomorphosites of Tozeur Region (South-West Tunisia). Workshop<br />

"Geomorphological Sites assessment and mapping", <strong>Cagliari</strong> 1-5 ottobre<br />

2003 (in stampa).<br />

85. De Waele J., Di Gregorio F., Pala A.. (2003) – Karstic geomorphosites of<br />

Monte Albo (North-East Sar<strong>di</strong>nia). Workshop "Geomorphological Sites<br />

assessment and mapping", <strong>Cagliari</strong> 1-5 ottobre 2003 (in stampa).<br />

86. Piccini L., Sauro U., De Waele J., Mietto P. (2003) – The Italian register of<br />

natural hypogean geosites: a preliminary report. Workshop<br />

"Geomorphological Sites assessment and mapping", <strong>Cagliari</strong> 1-5 ottobre<br />

2003 (in stampa).<br />

87. Frau F., De Waele J. (2004) – Geochimica delle acque nelle grotte <strong>di</strong><br />

miniera del Monte San Giovanni, Iglesias. Atti del Convegno “Le Grotte <strong>di</strong><br />

Miniera: tra economia mineraria ed economia turistica”, Iglesias 1-5<br />

novembre 2004, Memorie dell’Istituto Italiano <strong>di</strong> Speleologia (in stampa).<br />

88. De Waele J., Frau F. (2004) – Le grotte <strong>di</strong> miniera nelle aree del Parco<br />

Geominerario Storico ed Ambientale della Sardegna. Atti del Convegno<br />

“Le Grotte <strong>di</strong> Miniera: tra economia mineraria ed economia turistica”,<br />

Iglesias 1-5 novembre 2004, Memorie dell’Istituto Italiano <strong>di</strong> Speleologia (in<br />

stampa).<br />

CONGRESSI INTERNAZIONALI IN STAMPA (In lingua Inglese)<br />

89. De Waele J., Muntoni A. (1999) - On some volcanic caves of Sar<strong>di</strong>nia (Italy).<br />

Atti del IX International Symposium on Vulcanospeleology of the I.U.S.,<br />

Catania 11-19 settembre (in stampa).<br />

90. De Waele J., Sanna G. (1999) - Metodologia <strong>di</strong> rilievo della grotta Is<br />

Angurtidorgius (Villaputzu-Ulassai, Sardegna centro-orientale). III<br />

European Speleological Congress, Lisbona 1-3 ottobre 1999 (in stampa).<br />

91. De Waele J., Di Gregorio F., Panizza V. (2003) – Geomorphosites at risk:<br />

some examples from Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Procee<strong>di</strong>ngs of the Regional<br />

Geomorphology Conference Mexico 2003, Mexico City, 27 October - 2<br />

November 2003 (in stampa)<br />

Ha pubblicato oltre 70 lavori nel campo speleologico in riviste internazionali, nazionali e<br />

regionali <strong>di</strong> cui segue l’elenco:<br />

RIVISTE INTERNAZIONALI<br />

1. De Waele J. (1993) - Speleologie in Sar<strong>di</strong>nie. Spelerpes (rivista della<br />

Federazione Fiamminga <strong>di</strong> Speleologia) 72, pp. 3-9 (in fiammingo).<br />

2. De Waele J. (1993) - Speleologie in Sar<strong>di</strong>nie: de grot “Su Palu”. Spelerpes<br />

(rivista della Federazione Fiamminga <strong>di</strong> Speleologia) 73, pp. 3-10 (in<br />

fiammingo).<br />

3. De Waele J. (1993) - Speleologie in Sar<strong>di</strong>nie: Is Angurtidorgius. Spelerpes<br />

(rivista della Federazione Fiamminga <strong>di</strong> Speleologia) 74, pp. 14-20 (in<br />

fiammingo).<br />

4. De Waele J. (1995) - De grot Su Bentu (Sar<strong>di</strong>nie). Spelerpes (rivista della<br />

Federazione Fiamminga <strong>di</strong> Speleologia) 76, pp. 13-19 (in fiammingo).<br />

5. De Waele J., Herbots I. (1995) - Speleologie in Sar<strong>di</strong>nie: exploraties in de<br />

Codula <strong>di</strong> Luna: de Su Spiria grot (Nuoro, Sar<strong>di</strong>nie, Italie). Spelerpes (rivista<br />

della Federazione Fiamminga <strong>di</strong> Speleologia) 77, pp. 3-21 (in fiammingo).<br />

6. De Waele J. (1997) - Complesso sotterraneo <strong>di</strong> Codula Ilune. International<br />

Caver (Aven International Publications England) 20, pp. 3-10 (in inglese).<br />

7. De Waele J., Onnis C., Robin Y. (2002) - Lovettecannas un an d'exploration<br />

à la cote mille. Spelonca (rivista della Federation Française de Spéléologie)<br />

88, pp. 21-38.<br />

RIVISTE NAZIONALI<br />

8. Bianco L., Chessa L., De Waele J., Naseddu A., Sanna F. (1992) - Le tentazioni<br />

<strong>di</strong> San Giovanni. Speleologia (rivista della Società Speleologica Italiana) 26, pp.<br />

16-21.<br />

9. Bianco L., De Waele J. (1992) - I Tacchi dell’Ogliastra. Speleologia (rivista della<br />

Società Speleologica Italiana) 26, pp. 65-66.<br />

10. Bianco L., De Waele J. (1992) - Supramonte <strong>di</strong> Baunei. Speleologia (rivista della<br />

Società Speleologica Italiana) 26, 66-67.<br />

11. Bianco L., De Waele J. (1992) - Il Sistema carsico <strong>di</strong> Corongiu de Mari.<br />

Speleologia (rivista della Società Speleologica Italiana) 26, pp. 67-68.<br />

12. De Waele J. (1993) - Le sorprese della Grotta Businco. Speleologia (rivista della<br />

Società Speleologica Italiana) 28, p.84.<br />

13. Bianco L., De Waele J., Vacca D. (1993) - In attesa dei “gran<strong>di</strong> numeri”: Su<br />

Disterru Orgolesu! Speleologia (rivista della Società Speleologica Italiana) 28,<br />

pp. 16-19.<br />

14. Bianco L., De Montis M., De Waele J. (1994) - La Grotta <strong>di</strong> Su Strexiu.<br />

Speleologia (rivista della Società Speleologica Italiana) 30, pp. 119-120.<br />

15. Bianco L., De Waele J. (1995) - Attività del G.S.A.”G.Spano” (Ca): 1993-1995.<br />

Speleologia (rivista della Società Speleologica Italiana) 32, p.110<br />

16. De Waele J. (1995) - Su Spiria ‘94-Su Palu ‘95. Speleologia (rivista della Società<br />

Speleologica Italiana) 32, pp.110-111.<br />

17. De Waele J. (1995) - Su Strexiu “la <strong>di</strong>sponibile”. Speleologia (rivista della<br />

Società Speleologica Italiana) 32, pp.111-112.<br />

18. De Waele J. (1995) - I nuovi tasselli <strong>di</strong> un incre<strong>di</strong>bile puzzle. Speleologia (rivista<br />

della Società Speleologica Italiana) 33, pp. 5-13.<br />

19. De Waele J. (1995) - Storie dell’altro mondo: Su Strexiu. Speleologia (rivista<br />

della Società Speleologica Italiana) 33, pp. 44-50.<br />

20. De Waele J. (1996) - Alla scoperta <strong>di</strong> Tertenia. Speleologia (rivista della Società<br />

Speleologica Italiana) 34, pp. 113-114<br />

21. De Waele J., Pappacoda M. (1996) - Il fantastico universo sotterraneo della<br />

Codula Ilune. Speleologia 35, pp. 13-24.<br />

22. Chessa L., De Waele J. (1997) - Seguendo le tracce dei tagliatori. Speleologia<br />

(rivista della Società Speleologica Italiana) 36, pp. 25-36.<br />

47<br />

23. De Waele J., Scema L. (1997) - -140 sul Tacco <strong>di</strong> Ulassai. Speleologia (rivista della<br />

Società Speleologica Italiana) 36, p.119.<br />

24. De Waele J. (1999) - Complesso carsico della Codula Ilune (Urzulei, Nu): 37575 metri!.<br />

Speleologia (rivista della Società Speleologica Italiana) 40, p.113.<br />

25. De Waele J. (1999) - Nel freatico fossile <strong>di</strong> Su Palu. Complesso carsico della Codula<br />

Ilune Sardegna centro-orientale. Speleologia (rivista della Società Speleologica<br />

Italiana) 41, pp.17-24.<br />

26. De Waele J., Pani G. (1999) - Inghiottitoio <strong>di</strong> Orbisi Supramonte <strong>di</strong> Urzulei, Sardegna<br />

centro-orientale. Speleologia (rivista della Società Speleologica Italiana) 41, pp.25-32.<br />

27. Onnis C., De Waele J. (2000) - Esplorazioni a Su Canale (NU). Speleologia, 43, p. 80.<br />

28. De Waele J., Onnis C. (2001) - Novità da Su Canale (NU). Speleologia, 44, p. 88-<br />

89.<br />

29. De Waele J., Onnis C., Robin Y. (2001) - Lovettecannas, dove le dolomie<br />

incontrano i graniti. Speleologia 45, pp. 16-29.<br />

30. De Waele J. (a cura <strong>di</strong>) (2003) – La nuova era <strong>di</strong> S’Edera. Speleologia 48, pp. 12-<br />

33.<br />

RIVISTE REGIONALI<br />

31. Bianco L., De Waele J. (1992) - Il Monte Tisiddu e il Tacco <strong>di</strong> Ulassai. Monografia <strong>di</strong><br />

Anthèo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 1, 24 p.<br />

32. Bianco L., De Waele J., Vacca D., Vacca M. (1992) - Speleologia nel Supramonte <strong>di</strong><br />

Orgosolo. Monografia <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni<br />

Spano” <strong>Cagliari</strong>) 2, 20 p.<br />

33. Bianco L., De Waele J. (1992) - La sorgente <strong>di</strong> Caput Acquas. Sardegna Speleologica<br />

(Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 2, pp. 24-25.<br />

34. Bianco L., De Waele J. (1992) - G.S.A.G.S.<strong>Cagliari</strong>, Attività 1992. Sardegna<br />

Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 2, p.38.<br />

35. De Waele J. (1993) - Maledetto Pireddu! Sardegna Speleologica (Rivista della<br />

Federazione Speleologica Sarda) 2, pp. 19-20.<br />

36. Bianco L., De Waele J. (1993) - Speleologia nel territorio <strong>di</strong> Ulassai. Bollettino <strong>di</strong><br />

Anthèo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 1, pp. 7-<br />

9.<br />

37. Casale A., De Waele J., Grafitti G., Scema L. (1993) - La grotta <strong>di</strong> Su Mamucone.<br />

Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 4, pp. 12-18.<br />

38. De Waele J. (1994) - La grotta Nino Businco. Sardegna Speleologica (Rivista della<br />

Federazione Speleologica Sarda) 5, pp. 11-15.<br />

39. De Waele J. (1994) - Un ramo nuovo a Su Spiria. Sardegna Speleologica (Rivista della<br />

Federazione Speleologica Sarda) 5, pp. 34-35.<br />

40. De Waele J., Fancello L. (1994) - Le grotte più... della Sardegna. Sardegna<br />

Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 5, pp. 3-6.<br />

41. Deidda D., De Waele J., Marini G.C. (1995) - Attività biospeleologica. Bollettino <strong>di</strong><br />

Anthèo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 2, p.29.<br />

42. De Waele J. (1995) - Spiriamo che... Bollettino <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 2, pp. 18-19.<br />

43. De Waele J., Pani G. (1995) - La grotta <strong>di</strong> Lecorci ad Ulassai. Bollettino <strong>di</strong> Anthèo<br />

(Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 2, pp. 15-17.<br />

44. De Waele J. (1995) - No Male a No Buono. Sardegna Speleologica (Rivista della<br />

Federazione Speleologica Sarda) 8, pp. 10-12.<br />

45. De Waele J. (1995) - La biblioteca della Federazione. Sardegna Speleologica (Rivista<br />

della Federazione Speleologica Sarda) 8, p. 48.<br />

46. De Waele J., Grafitti G., Locci C., Pisano M., Spiga R. (1995) - Attuali conoscenze<br />

speleologiche nel Supramonte <strong>di</strong> Baunei. Monografia <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 4, 88 p.<br />

47. De Waele J. (1996) - Speleo-statistiche sarde. Sardegna Speleologica (Rivista della<br />

Federazione Speleologica Sarda) 10, pp. 29-30<br />

48. De Waele J., Pisano M. (a cura <strong>di</strong>) (1996) - Le grotte e il carsismo <strong>di</strong> Corongiu de Mari<br />

Iglesias, Sardegna sud-occidentale. Monografia <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, 88p.<br />

49. De Waele J., Puddu A. (1997) - Due grotte nel Cambrico <strong>di</strong> Masainas: S'Ega sa Grutta<br />

e la Grotta <strong>di</strong> Ses Flores. Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione<br />

Speleologica Sarda) 12, pp. 50-57.<br />

50. De Waele J., Pisano M. (1998) - Il carsismo miocenico <strong>di</strong> Isili (Sardegna centromeri<strong>di</strong>onale):<br />

note geologiche, archeologiche, biologiche e speleologiche. Sardegna<br />

Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 13, pp. 18-29.<br />

51. De Waele J. (1999) - Spulciando nel cassetto dei rilievi. Bollettino <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino<br />

del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 3, pp. 58-60.<br />

52. De Waele J., Lai F., Pusceddu L., Scema L. (1999) - Ancora scoperte speleologiche<br />

sul tacco <strong>di</strong> Ulassai. Bollettino <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico<br />

“Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 3, pp. 42-52.<br />

53. De Waele J., Spiga R. (1999)- Lo Spano e il Catasto. Bollettino <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino<br />

del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 3, pp. 76-80.<br />

54. De Waele J., Spiga R. (1999)- Pubblicazioni dei soci. Bollettino <strong>di</strong> Anthèo (Bollettino<br />

del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 3, pp. 81-85.<br />

55. De Waele J. (1999) - Censimento delle cavità con rischi ambientali in Sardegna.<br />

Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 15, pp. 15-16.<br />

56. De Waele J., Meli C., Muzzetto G.F., Gillono A., Curreli I., Melis G.L., Mucedda M.,<br />

Pusceddu L., Contu M., Grafitti G. (1999) - Campo <strong>di</strong> Federazione Pasqua 1999 a<br />

Monte Albo. Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda)<br />

15, pp. 20-35.<br />

57. De Waele J. (1999) - Speleo-statistiche sarde. Sardegna Speleologica (Rivista della<br />

Federazione Speleologica Sarda) 15, pp. 48-49.<br />

58. De Waele J., Melis G.L., Seddone E. (1999) - Su Palu-Rami Fossili. Resoconto delle<br />

esplorazioni. Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda)<br />

15, pp. 56-66.<br />

59. De Waele J. (2000) - Le meraviglie del Buco del Diavolo: inquadramento geografico e<br />

geologico. Anthèo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano”<br />

<strong>Cagliari</strong>) 4, pp. 7-9.<br />

60. De Waele J., Scema L. (2000) - Le grotte <strong>di</strong> Girove Longu e Coilecciu. Anthèo<br />

(Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 4, pp. 23-29.<br />

61. De Waele J. (2000) - La risorgente <strong>di</strong> Su Pressiu. Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 4, pp. 30-32.<br />

62. De Waele J. (2000) - Nuove esplorazioni a Su Canale. Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 4, p. 52.<br />

63. De Waele J., Onnis C. (2001) - Un anno a Su Canale. Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, pp. 6-21.<br />

64. Blondé P., De Waele J., Grafitti G. (2001) - Indagine geologico-ambientale e faunistica<br />

in alcune grotte dello Zambia. Anthèo (Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico<br />

“Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, pp. 28-33.<br />

65. De Waele J., Mereu L. (2001) - Alcune piccole grotte <strong>di</strong> Buggerru. Anthèo<br />

(Bollettino del Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, p. 34-<br />

37.


66. De Waele J., Masala P., Mura R., Setzu L. (2001) - Speleologia nel<br />

Supramonte <strong>di</strong> Urzulei. Gli stimoli <strong>degli</strong> speleologi. Anthèo (Bollettino del<br />

Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, pp. 38-44.<br />

67. De Waele J. (2001) - Lavori sul tacco <strong>di</strong> Tertenia. Anthèo (Bollettino del<br />

Gruppo Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, pp. 45-47.<br />

68. De Waele J., Marini G.C., Ritzu V., Schirru R. (2001) - Iglesias-Domusnovas.<br />

Le grotte <strong>di</strong> Conca Margiani e <strong>di</strong> Cea Manna. Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 5, pp. 48-50.<br />

69. De Waele J., Onnis C. (2001) - La grotta <strong>di</strong> Su Canale superiore (Baunei).<br />

Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 18,<br />

pp. 2-9.<br />

70. De Waele J., Onnis C., Solinas P. (2001) - Storie <strong>di</strong> Sas Ballas e <strong>di</strong> altre<br />

grotte (Oliena). Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione<br />

Speleologica Sarda) 18, pp. 28-37.<br />

71. De Waele J. (2001) - Convegno "Il carsismo e la ricerca speleologica in<br />

Sardegna. Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione Speleologica<br />

Sarda) 18, pp. 64-65.<br />

72. Puddu M., Serri F., De Waele J. (2002) - Le nuove esplorazioni alla Grotta<br />

Voragine <strong>di</strong> Tiscali e alla Grotta Biseddu (Oliena). Sardegna Speleologica<br />

(Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 19, pp. 32-39.<br />

73. De Waele J. (2002) - Speleo-statistiche sarde 2002. Sardegna Speleologica<br />

(Rivista della Federazione Speleologica Sarda) 19, pp. 55-57.<br />

74. De Waele J., Messina M., Naseddu A., Papinuto S., Sanna F., Sotgia S.<br />

(2003) – Le grotte <strong>di</strong> miniera in Sardegna. Anthèo (Bollettino del Gruppo<br />

Speleo-Archeologico “Giovanni Spano” <strong>Cagliari</strong>) 7, pp. 46-52.<br />

75. De Waele J., Muntoni A., Villani M. (2003) – I “Sinkhole” della provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>: alcuni esempi. Sardegna Speleologica (Rivista della Federazione<br />

Speleologica Sarda) 20, pp. 33-41.<br />

48


Assegnista: Olga Denti<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ricerche Aziendali<br />

ABSTRACT: L’immagine della Sardegna nel <strong>di</strong>scorso turistico inglese<br />

Il turismo ha una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> per sé interculturale. Da una parte troviamo la ricerca <strong>di</strong><br />

nuovi territori e nuovi spazi e il desiderio <strong>di</strong> conquistarli, che presuppongono una<br />

volontà <strong>di</strong> scoprire nuovi mon<strong>di</strong>, nuove lingue e nuovi linguaggi. Dall’altra, i promotori<br />

delle destinazioni turistiche che anticipano e allo stesso tempo partecipano a questa<br />

scoperta attraverso la descrizione <strong>di</strong> aspetti particolari della loro identità culturale.<br />

Come ben sappiamo, nella mente del turista l’immagine <strong>di</strong> una destinazione viene a<br />

coincidere con la destinazione stessa.<br />

Al fine <strong>di</strong> analizzare il <strong>di</strong>scorso turistico, siamo partiti dalla descrizione che Stuart Hall fa<br />

delle rappresentazioni interculturali (Hall 2002), considerata ‘a signifying practice’, in cui<br />

i significati culturali vengono costruiti e trasmessi, e dalla necessità della presenza <strong>di</strong><br />

un co<strong>di</strong>ce linguistico comune, esso stesso sistema <strong>di</strong> rappresentazione, i cui elementi<br />

(suoni, parole, gestualità, espressioni, immagini, ecc.) costruiscono e trasmettono<br />

significato.<br />

Questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ha lo scopo <strong>di</strong> analizzare quali significati culturali vengano costruiti nelle<br />

guide turistiche sulla Sardegna in lingua inglese e in alcuni siti web, e come questi<br />

significati vengano trasmessi e quin<strong>di</strong> rappresentati.<br />

A tal fine è stato analizzato un corpus composto da sei guide turistiche (Lonely Planet,<br />

Landscapes, Rough Guide, Insight Guide, Rother e Cadogan Guide) e da tre siti web<br />

(www.regione.sardegna.it, www.esit.net, e www.hellosar<strong>di</strong>nia.com). Ciascun elemento<br />

del corpus è stato osservato nei seguenti elementi chiave: struttura, strategie<br />

comunicative, linguaggio, strategie linguistiche, pubblico obiettivo, rapporto tra scrittore<br />

e lettore, modello semiotico rappresentato: mare, sole e sabbia soltanto, o anche gli<br />

aspetti peculiari dell’identità e della unicità della Sardegna e dei suoi abitanti?<br />

Va da sé che un’analisi <strong>di</strong> questo tipo non può prescindere dalla <strong>di</strong>mensione<br />

interculturale che si crea allorquando una cultura utilizza caratteristiche linguistiche<br />

specifiche (stereotipi, paragoni, cliché, l’ironia, ecc.) per presentarsi ad un’altra cultura<br />

e per rappresentare una <strong>di</strong>versa cultura.<br />

Questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, inoltre, cerca <strong>di</strong> definire il genere guida turistica e <strong>di</strong> stabilire se i siti web<br />

siano un genere a parte o un sotto-genere della categoria guida turistica. Infatti,<br />

dall’analisi dell’interazione tra i vari partecipanti del <strong>di</strong>scorso turistico, la <strong>di</strong>mensione<br />

sociale del linguaggio, influenzata del pubblico obiettivo, e della comunicazione in<br />

generale risulta centrale. I generi vengono identificati secondo il loro scopo<br />

comunicativo e secondo le strutture convenzionalmente adottate dagli specialisti<br />

(Bon<strong>di</strong>, 1999). Quin<strong>di</strong>, così come variano gli obiettivi dei lettori, allo stesso modo<br />

variano i corrispondenti testi, i loro generi e sotto-generi. Seguendo Halliday (1978),<br />

questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o metterà in evidenza gli aspetti contestuali che influenzano l’uso del<br />

linguaggio turistico inglese.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

In qualità <strong>di</strong> assegnista, Olga Denti porta avanti l’attività <strong>di</strong> ricerca sul progetto dal titolo<br />

“L’immagine della Sardegna nel <strong>di</strong>scorso turistico in lingua inglese” e tiene esercitazioni<br />

<strong>di</strong> lingua inglese per gli studenti del secondo anno della Facoltà <strong>di</strong> Economia.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Denti, O. “Multilinguismo, interculturalità e comunicazione” I TEMI, Dicembre 2000 –<br />

Anno<br />

VI – N. 22. <strong>Cagliari</strong>: Istituto <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Mezzogiorno d’Europa – I.S.M.E., 114-120.<br />

Denti, O. “Marketing e Pubblicità: un approccio linguistico e impren<strong>di</strong>toriale”, 2000.<br />

Annali della Facoltà <strong>di</strong> Economia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, vol. XVI, Anno Accademico 1999/2000.<br />

Milano: Franco Angeli, 517-540.<br />

Denti, O. “Lingua, cultura e identità nel <strong>di</strong>scorso turistico”, 2003. Annali della Facoltà <strong>di</strong><br />

Economia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Nuova Serie, vol. XIX – Anno Accademico 2002/2003. Milano:<br />

Franco Angeli, 547-567.<br />

Denti, O., Fodde, L., DeLisa, R., Lemme, F. “New Economy, Communication and<br />

Corpus-based research: a multi-<strong>di</strong>sciplinary approach to <strong><strong>di</strong>gita</strong>l economic texts”, 2003.<br />

Atti del Convegno “Second International Conference on Discourse,<br />

Communication and Enterprise”, 12-14 Novembre 2003, Vigo (Spagna). (in corso <strong>di</strong><br />

stampa)<br />

Denti, O., Fodde, L., “Cross-cultural representations in tourist <strong>di</strong>scourse: the image of<br />

Sar<strong>di</strong>nia in English tourist guides”, Cross-cultural encounters: Linguistic perspectives,<br />

volume a cura <strong>di</strong> M. Bon<strong>di</strong> e N. Maxwell, E<strong>di</strong>zioni Officina, Roma. (in corso <strong>di</strong> stampa)<br />

Denti, O. “English Morphological Typology”, 2004. Annali della Facoltà <strong>di</strong> Economia <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, Nuova Serie, vol. XX – Anno Accademico 2003/2004. Milano: Franco Angeli,<br />

631-650.<br />

Denti, O. “The representation of Sar<strong>di</strong>nia in its tourism websites: a multimodal<br />

analysis”, 2005. Annali della Facoltà <strong>di</strong> Economia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Nuova Serie, vol. XXI –<br />

Anno Accademico 2004/2005. Milano, Franco Angeli. (paper presented at the<br />

Conference “The Association of Business Communication 6th European Convention:<br />

Business Communication around the World: Strategies and perspectives on Research,<br />

Pedagogy and Practice, Milano, 20-22 Maggio 2004) (in corso <strong>di</strong> stampa)<br />

Denti, O., Fodde, L. “Ideology, Involvement and Control in Tourist Discorse”, Atti<br />

del Convegno “International Conference on Discourse, Ideology and Ethics in<br />

Specialized Communication”. Milano, 11-13 Novembre 2004 (in corso <strong>di</strong> stampa)<br />

49


Assegnista: Valentina Dentoni<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie<br />

Ambientali<br />

ABSTRACT: Vibrazioni trasmesse all’intero corpo dalle macchine operatrici utilizzate<br />

nei cantieri <strong>di</strong> scavo <strong>di</strong> gallerie stradali<br />

V. Dentoni, G. Massacci, A. Contini<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie Ambientali<br />

P. Mura, V. Presicci<br />

INAIL – Direzione Regionale Sardegna<br />

Nel settore della produzione mineraria e nei cantieri <strong>di</strong> scavo dell’ingegneria civile le<br />

vibrazioni meccaniche trasmesse dalle macchine <strong>di</strong> scavo e movimento terra<br />

rappresentano un importante fattore <strong>di</strong> rischio igienistico per gli addetti alla conduzione<br />

dei mezzi. L’esposizione prolungata alle vibrazioni trasmesse all’intero corpo attraverso<br />

il se<strong>di</strong>le può causare infatti importanti <strong>di</strong>sturbi ed alterazioni, soprattutto a carico della<br />

colonna vertebrale.<br />

La valutazione del rischio <strong>di</strong> esposizione per il conducente è basata sui risultati delle<br />

misure <strong>di</strong> vibrazione effettuate <strong>di</strong>rettamente sul campo o su dati <strong>di</strong> letteratura<br />

riconducibili alle specifiche con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro osservate in cantiere, inclusi i dati forniti<br />

dal costruttore della macchina (Direttiva Europea 44/2002/CE).<br />

Considerata la varietà delle con<strong>di</strong>zioni riscontrabili in cantiere, sia in relazione alle<br />

con<strong>di</strong>zioni del mezzo <strong>di</strong> scavo (usura e stato <strong>di</strong> manutenzione) sia in relazione alle<br />

specifiche lavorazioni effettuate, il dato fornito dal costruttore, sebbene consentito dalle<br />

norme, <strong>di</strong>fficilmente può essere rappresentativo dell’effettiva con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> esposizione<br />

del conducente. Risulta pertanto <strong>di</strong> notevole utilità <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> dati <strong>di</strong> letteratura, <strong>di</strong>stinti<br />

per le <strong>di</strong>verse tipologie <strong>di</strong> macchine e riferibili alle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro tipiche del settore<br />

lavorativo considerato.<br />

Il presente lavoro raccoglie i risultati <strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong> misura delle vibrazioni<br />

trasmesse dai mezzi meccanici utilizzati per lo scavo in roccia <strong>di</strong> gallerie stradali (si<br />

tratta <strong>di</strong> macchine operatrici impegnate in <strong>di</strong>versi cantieri stradali attualmente operanti<br />

in Sardegna).<br />

I dati acquisiti durante il campionamento sul campo sono stati elaborati per valutare gli<br />

in<strong>di</strong>catori rappresentativi dell’esposizione alle vibrazioni. In particolare, per ogni misura<br />

sono stati elaborati i valori ponderati delle accelerazioni quadratiche me<strong>di</strong>e lungo i tre<br />

assi <strong>di</strong> riferimento (x, y e z), corretti con i fattori <strong>di</strong> ponderazione in<strong>di</strong>cati dalle norme per<br />

tener conto della maggiore sensibilità dell’uomo alle accelerazioni trasmesse lungo gli<br />

assi orizzontali (per ragioni <strong>di</strong> spazio non sono riportati i risultati).<br />

Dal confronto tra i dati <strong>di</strong> accelerazione combinata sui tre assi, valutata per ogni mezzo<br />

campionato, è emerso che le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esposizione più critiche sono associate alle<br />

fasi in cui l’escavatore dotato <strong>di</strong> martellone è utilizzato per lo scavo <strong>di</strong> roccia dura.<br />

I valori <strong>di</strong> accelerazione, peraltro, sono risultati in generale piuttosto elevati per tutte le<br />

macchine e le fasi operative esaminate (sempre superiori al valore d’azione 0,5 m/s 2 e<br />

spesso superiori al valore limite 1,15 m/s 2 ).<br />

La campagna <strong>di</strong> misura ha evidenziato la variabilità dei risultati, anche per uno stesso<br />

mezzo, in relazione alla specifica fase <strong>di</strong> lavoro osservata e in funzione delle con<strong>di</strong>zioni<br />

d’uso e manutenzione della macchina e dei suoi componenti (se<strong>di</strong>le), confermando<br />

l’utilità <strong>di</strong> una banca <strong>di</strong> dati rilevati nelle effettive con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> utilizzo dei mezzi. Il<br />

presente lavoro costituisce un contributo in tale <strong>di</strong>rezione.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

progetto intitolato “Sicurezza e igiene del lavoro e dell’ambiente nella geoingegneria”<br />

• Applicazione dei modelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del rumore nelle cave in fossa<br />

Facendo seguito all’attività svolta nell’ambito del dottorato <strong>di</strong> ricerca, l’attività <strong>di</strong> ricerca<br />

in qualità <strong>di</strong> assegnista è stata avviata sperimentando sul campo l’applicazione dei<br />

modelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione del rumore già definiti nella tesi <strong>di</strong> dottorato (intitolata: Il rumore<br />

come agente <strong>di</strong> rischio igienistico e infortunistico nelle attività <strong>di</strong> estrazione dei lapidei<br />

ornamentali).<br />

Sulla base dei rilievi strumentali effettuati sul campo (fotografici, topografici e<br />

fonometrici), attraverso l’applicazione <strong>di</strong> un software <strong>di</strong> simulazione del campo sonoro<br />

in ambiente confinato, è stato definito il modello geometrico-acustico <strong>di</strong> una cava in<br />

fossa, utilizzabile per la valutazione a priori del livello <strong>di</strong> esposizione giornaliera al<br />

rumore dei lavoratori in relazione all’evoluzione della configurazione geometrica della<br />

cava e alle <strong>di</strong>verse ipotesi organizzative considerate.<br />

• Vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio e al corpo intero<br />

Facendo seguito all’attività già avviata dal DIGITA in collaborazione con l’INAIL,<br />

me<strong>di</strong>ante il proseguimento della campagna <strong>di</strong> misura delle vibrazioni trasmesse dai<br />

martelli pneumatici e dalle macchine <strong>di</strong> movimento terra, è stata ampliata la banca dati<br />

relativa alle caratteristiche delle vibrazione trasmesse dalle varie tipologie <strong>di</strong><br />

attrezzature e macchinari <strong>di</strong>sponibili sul mercato ed ancora utilizzati perché conformi<br />

alla normativa vigente.<br />

• Valutazione dell’impatto visivo associato alle attività estrattive a cielo<br />

aperto e alle <strong>di</strong>scariche<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca in materia <strong>di</strong> impatto visivo è stata avviata nel corso del primo<br />

biennio. La prosecuzione dell’attività ha portato alla definizione <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>catore<br />

d’impatto visivo attraverso il quale è possibile misurare in modo oggettivo l’estensione<br />

della zona alterata dallo scavo e il contrasto cromatico generato dalla roccia messa a<br />

nudo.<br />

Il criterio <strong>di</strong> valutazione sfrutta le possibilità offerte dalle fotocamere <strong><strong>di</strong>gita</strong>li, attraverso<br />

le quali è possibile associare all’immagine <strong>di</strong> un paesaggio alterato un valore numerico<br />

rappresentativo dell’angolo solido <strong>di</strong> visibilità dell’alterazione e un coefficiente<br />

moltiplicativo che tiene conto dell’intensità del contrasto cromatico tra la roccia nuda e il<br />

paesaggio circostante.<br />

Il criterio è stato applicato a svariati casi <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e potrebbe essere efficacemente utilizzato<br />

nell’ambito delle procedure <strong>di</strong> Valutazione <strong>di</strong> Impatto Ambientale delle cave e delle miniere a<br />

cielo aperto.<br />

51<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. MASSACCI, G., et al.: Lavorare in sicurezza. CD-ROM prodotto per la<br />

formazione a <strong>di</strong>stanza nell’ambito del progetto Sicurezza nei luoghi <strong>di</strong> lavoro,<br />

inserito nell’Iniziativa Comunitaria ADAPT (0739/a2/Reg.). Produzione:<br />

VideoMemory srl, Nuoro, 1999. La scrivente ha collaborato alla redazione del<br />

Cap. 8 - Legislazione vigente e ha curato <strong>di</strong>rettamente la redazione dei seguenti<br />

capitoli: Cap. 2 - Rischi specifici (Macchine e apparecchiature; Ambienti <strong>di</strong><br />

lavoro e strutture; Rischio incen<strong>di</strong>o); Cap. 6 - Gestione delle emergenze<br />

(Emergenza incen<strong>di</strong>o e evacuazione).<br />

2. MASSACCI, G., DENTONI, V., CAMBONI, A.: Acoustic warning signals and<br />

design of restricted working areas in noisy environment. Proc. “Mine Planning<br />

and Equipment Selection”, A.A.Balkema, Athens, 6-9 november 2000, 931-934.<br />

3. DENTONI, V., MASSACCI, G.: Segnali acustici <strong>di</strong> pericolo e progettazione <strong>degli</strong><br />

spazi <strong>di</strong> lavoro nelle attività estrattive. Atti del convegno nazionale su “Le cave <strong>di</strong><br />

pietre ornamentali”, GEAM (Associazione Georisorse e Ambiente - Politecnico <strong>di</strong><br />

Torino), Torino, 28-29 novembre 2000, 311-315.<br />

4. CICCU, R., DENTONI, V., MASSACCI, G., MULAS, I.: Personal noise exposure<br />

in <strong>di</strong>mension stone quarries: the role of quarrying technology and quarry design.<br />

Proc. “Mine Planning and Equipment Selection 2002”, Kebo, Farana, Smutny &<br />

Strakos, VSB-TUO, Ostrava, 9-11 September 2002, 87-92.<br />

5. CAMBIAGGIO, P., CIRINA, I., DENTONI, V., MASSACCI, G., MURA, P.,<br />

PRESICCI, V.: Vibrazioni trasmesse al sistema mano–braccio da martelli<br />

pneumatici. Atti del convegno “dBA 2002”, Nicolini, Nataletti, Peretti & Ferrari,<br />

Modena, 25-27 settembre 2002, 223-252.<br />

6. CADEDDU, I., DENTONI, V., MASSACCI, G., MURA, P., PRESICCI, V.: Il<br />

rischio da wbv (whole body vibration) in attività <strong>di</strong> scavo <strong>di</strong> gallerie stradali:<br />

monitoraggio me<strong>di</strong>ante telemisure basate su tecnologia wireless. Atti del terzo<br />

seminario ConTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione)<br />

su “La prevenzione che cambia: i ruoli le strategie e le sinergie <strong>degli</strong> attori<br />

coinvolti”, Napoli, 24-26 marzo 2004, 363-369.<br />

7. DENTONI, V., MASSACCI, G., MELONI, R.: Landscape and visual impact<br />

assessment of opencast mining. Atti dell’ottavo simposio SWEMP (International<br />

symposium on environmental issue and waste management in energy and<br />

mineral production), A.G. Paşamehmetoğlu, A. Özgenoğlu & A.Y.Yeşilay, 17-20<br />

May 2004, 113-118.<br />

8. DENTONI, V., MASSACCI, G., CONTINI, A., MURA, P., PRESICCI, V., PERRA,<br />

A.: Whole body vibration in road tunnel excavation. Proc. “Mine Planning and<br />

Equipment Selection 2004”, M. Hardygóra, G. Paszkowska, M. Sikora, 1-3<br />

September 2004, 767-771.<br />

9. CONTINI, A., D’ANGELO, R., DENTONI, V., MASSACCI, G., MURA, P.,<br />

PERRA, A., PIGA, C., PRESICCI, V.: La valutazione del rischio da vibrazioni al<br />

corpo intero: nuovi strumenti <strong>di</strong> analisi. Atti del 67° congresso nazionale SIMLII<br />

(Società Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro e Igiene Industriale). Pubblicato su<br />

GIMLE (Giornale Italiano <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del Lavoro e Ergonomia), G Ital Med Lav<br />

Erg 2004; 26:4, suppl. PI-ME, Pavia 2004.


Assegnista: Silvia Doratiotto<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: I noduli rigenerativi nel modello <strong>di</strong> ripopolamento epatico della retrorsina<br />

Silvia Doratiotto, Marianna Greco, Stefania Montisci, Daniela Pasciu, Sabrina Pitzalis,<br />

Giovanna Porcu, Paolo Pani, Sergio Laconi and Ezio Laconi.<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie: Sezione <strong>di</strong> Patologia<br />

Sperimentale<br />

Nel nostro laboratorio abbiamo sviluppato un modello <strong>di</strong> ripopolamento epatico basato<br />

sulla retrorsina (RS), un alcaloide pirrolizi<strong>di</strong>nico naturale, che è noto inibire la<br />

proliferazione epatocitaria. L’ipotesi <strong>di</strong> lavoro sulla quale è stato sviluppato il modello è<br />

che l’esposizione alla RS, determinando un blocco del ciclo cellulare <strong>degli</strong> epatociti<br />

endogeni, permette la proliferazione selettiva <strong>degli</strong> epatociti trapiantati e quin<strong>di</strong> il<br />

ripopolamento del fegato ospite. In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo voluto caratterizzare la<br />

durata del blocco proliferativo analizzando la risposta del fegato ad uno stimolo<br />

rigenerativo come l’epatectomia parziale (EP).<br />

Ratti maschi Fisher 344 sono stati trattati con due iniezioni <strong>di</strong> RS a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 2<br />

settimane l’una dall’altra (secondo il modello da noi sviluppato) cui a fatto seguito l’EP;<br />

gli animali sono stati quin<strong>di</strong> sacrificati 2, 5, 8, 16 settimane dopo EP.<br />

Il peso del fegato, il contenuto <strong>di</strong> DNA e <strong>di</strong> proteine sono risultati significativamente<br />

inferiori nei ratti trattati rispetto ai controlli durante tutto il periodo sperimentale,<br />

in<strong>di</strong>cando quin<strong>di</strong> che la RS inibisce la rigenerazione in maniera persistente<br />

Un ulteriore dato interessante è emerso dall’analisi istologica del fegato esposto a RS<br />

per la presenza <strong>di</strong> noduli epatici composti da epatociti <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte, noti in<br />

letteratura come “noduli <strong>di</strong> rigenerazione”.<br />

Due settimane dopo EP le <strong>di</strong>mensioni dei noduli occupano dal 5 al 10% della sezione<br />

totale del fegato raggiungendo il 50-60% 16 settimane dopo EP.<br />

L’analisi immunoistochimica evidenzia una netta positività nucleare per il PCNA nelle<br />

cellule dei noduli rigenerativi, mentre è stato osservato che la ciclina D1, essenziale per<br />

la proliferazione epatocitaria normale, è totalmente assente nei noduli rigenerativi.<br />

Questi risultati in<strong>di</strong>cano che gli epatociti dei noduli rigenerativi riescono a sfuggire al<br />

blocco imposto dalla RS e ad attraversare la fase G1 del ciclo cellulare in modo ciclina<br />

D1-in<strong>di</strong>pendente.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Il nostro progetto <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le potenzialità <strong>di</strong> epatociti isolati<br />

nello sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie applicative nel trattamento <strong>di</strong> patologie epatiche, acute<br />

e croniche. Nel nostro laboratorio abbiamo messo a punto un modello sperimentale <strong>di</strong><br />

ripopolamento quasi totale del fegato attraverso il trapianto <strong>di</strong> epatociti nel ratto. L'idea<br />

base è stata quella <strong>di</strong> ottenere una proliferazione selettiva <strong>di</strong> epatociti trapiantati<br />

bloccando preventivamente la capacità proliferativa del fegato residente. In tali<br />

con<strong>di</strong>zioni sperimentali abbiamo osservato oltre il 90% <strong>di</strong> ripopolamento del fegato<br />

ricevente da parte <strong>degli</strong> epatociti trapiantati entro pochi mesi dal trapianto. Questi<br />

risultati suggeriscono la possibilità <strong>di</strong> una strategia generale attraverso cui epatociti<br />

danneggiati endogeni possano essere rimpiazzati da cellule normali e/o geneticamente<br />

"ingegnerizzate". Il nostro modello offre inoltre la possibilità <strong>di</strong> espandere<br />

indefinitamente popolazioni <strong>di</strong> epatociti, anche umani, trapiantati in un contesto <strong>di</strong><br />

xenotrapianto.<br />

Il punto car<strong>di</strong>ne del nostro modello è costituto dal fatto che il trattamento con retrorsina<br />

(RS) determina nel fegato dell'ospite con<strong>di</strong>zioni favorenti la crescita <strong>di</strong> epatociti<br />

trapiantati bloccando la proliferazione delle cellule endogene. Nostri <strong>stu<strong>di</strong></strong> precedenti<br />

hanno suggerito che tale blocco coinvolga sia la fase S tar<strong>di</strong>va che la fase G2 del ciclo<br />

cellulare. Tuttavia, nulla si conosce sui meccanismi molecolari che ne stanno alla base.<br />

E’ verosimile che tale blocco persistente scateni nell'ospite una serie <strong>di</strong> alterazioni<br />

tendenti a superarlo e tali reazioni costituiscano una componente importante per la<br />

crescita delle cellule trapiantate, non bloccate dalla RS. Inoltre gli epatociti bloccati<br />

dalla RS vengono quasi interamente eliminati e sostituiti da cellule normali trapiantate.<br />

E’ possibile che tale morte cellulare selettiva costituisca <strong>di</strong> per sé uno stimolo per le<br />

cellule trapiantate. Una maggiore conoscenza sulla natura <strong>di</strong> tale blocco potrebbe<br />

perciò fornire informazioni importanti su possibili meccanismi generali che stanno alla<br />

base del ripopolamento epatico. Il nostro progetto <strong>di</strong> ricerca ha fra gli obiettivi la<br />

caratterizzazione dei meccanismi biochimici e molecolari alla base dell'esteso<br />

ripopolamento epatico nel modello <strong>di</strong> trapianto basato sulla retrorsina (RS), messo a<br />

punto dal nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Silvestri R., Artico M., De Martino G., Novellino E., Greco G., Lavecchia<br />

A., Massa S., Loi A. G., Doratiotto S., La Colla P. Computer-Assisted<br />

Design, Synthesis and Biological Evaluation of Novel Pyrrolyl Heteroaryl<br />

Sulfones Targeted at HIV-1 Reverse Transcriptase as Non-Nucleside<br />

Inhibitors. Bioorganic & Med. Chem. 8, 2305-2309 (2000).<br />

2. Quaglia M. G., Mai A., Sbardella G., Artico M., Ragno R., Massa S., Del<br />

Piano D., Setzu G., Doratiotto S., and Cotichini V. Chiral Resolution and<br />

Molecular Modeling Investigation of rac-2-Cyclopentylthio-6-[1-(2,6<strong>di</strong>fluorophenyl)<br />

ethyl] -3,4-<strong>di</strong>hydro-5-methylpyrimi<strong>di</strong>n-4(3H)-one (MC-<br />

1047), a Potent Anti-HIV-1 Reverse Transcriptase Agent of the DABO<br />

class. Chirality 13, 75-80 (2001).<br />

3. Latini V., Sole G., Doratiotto S., Pod<strong>di</strong>e D., Memmi M., Varesi L., Vona<br />

G., Cao A. and Ristal<strong>di</strong> MS. Genetic isolates in Corsica (France): linkage<br />

<strong>di</strong>sequilibrium extension analysis on the Xq13 region. Eur J Hum Genet.<br />

2004 Aug;12(8):613-9.<br />

4. Pitzalis S., Doratiotto S., Greco M., Montisci S., Pasciu D, Porcu D., Pani<br />

P, Laconi S.and Ezio Laconi. Cyclin D1 is up-regulated in hepatocytes in<br />

vivo following cell-cycle block induced by retrorsine. (submitted)<br />

<strong>Abstract</strong><br />

1. Costanzo A., Ciciani G., Guerrini G., Bruni F., Selleri S., Musiu C., Milia<br />

C., Costorella A., Doratiotto S., and La Colla P. 3,7 and 8-Substituted<br />

pyrazolo[5,1-c] [1,2,4] benzotriazines and 5—oxide derivatives:<br />

antimycobacterial, antiproliferative evaluation and SAR <strong>stu<strong>di</strong></strong>es. First<br />

italian-swiss meeting on me<strong>di</strong>cinal chemistry. Italian Chemical Society,<br />

University of Turin, New Swiss Chemical Society. Torino 23-26 settembre<br />

1997. Pag. 205.<br />

2. Tramontano E., Artico M., Massa S., Di Santo R., Costi R., Musiu C.,<br />

Doratiotto S., and La Colla P. Curcumin-like derivatives: new inhibitors of<br />

53<br />

the HIV-1 multiplication that inhibit the HIV-1 integrase. The national research<br />

program on AIDS (1997): progress report. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità. Roma 22-<br />

26 giugno 1998. Pag. 206.<br />

3. Silvestri R., Artico M., De Martino G., Massa S., De Montis F., Doratiotto S.,<br />

Marceddu T., and La Colla P. 2-Idrossietilcarbossami<strong>di</strong> e 2idrossietilcarbossidrazi<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> indolil aril solfoni derivate dai potenti inibitori della<br />

HIV-1 RT RS 1226 e L-737,126. Second national program on AIDS: progress<br />

report. Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità. Roma 12-16 luglio 1999. Pag. 176.<br />

4. Sbardella L., Mai A., Artico M., Massa S., Musiu C., Doratiotto S., Murtas P., and<br />

La Colla P. 2-Alkylthio-and 2-alkylamino-6-[1-82,6-<strong>di</strong>fluorophenyl) ethyl]-and 6-<br />

(2,6-<strong>di</strong>fluorophenylmethyl)-3,4-<strong>di</strong>hydropyrimi<strong>di</strong>n-4(3H)-ones: Recent<br />

development in DABO research. Italian-hungarian-polish joint meeting on<br />

me<strong>di</strong>cinal chemistry. Divisione <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica. Giar<strong>di</strong>ni Naxos -<br />

Taormina Ramada Hotel. 28 settembre-1 ottobre 1999. Pag.126.<br />

5. Silvestri R., Artico M., De Martino G., Massa S., De Montis F., Marceddu T.,<br />

Doratiotto S., and La Colla P. Diarylmethoxyethylmethylnitroimidazole(DAMNI)<br />

derivatives, novel potent inhibitors of the anti-HIV-1 reverse transcriptase.Italianhungarian-polish<br />

joint meeting on me<strong>di</strong>cinal chemistry. Divisione <strong>di</strong> Chimica<br />

Farmaceutica. Giar<strong>di</strong>ni Naxos -Taormina Ramada Hotel. 28 settembre-1 ottobre<br />

1999. Pag. 128.<br />

6. Marongiu M.E., Serra I., Doratiotto S., and La Colla P. Inhibition of HIV-1<br />

integrase by native oligodeoxynucleotides. Italian-hungarian-polish joint meeting<br />

on me<strong>di</strong>cinal chemistry. Divisione <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica. Giar<strong>di</strong>ni Naxos -<br />

Taormina Ramada Hotel. 28 settembre-1 ottobre 1999. Pag. 135.<br />

7. Boido V., Canu C., Sparatore F., Doratiotto S., Delpiano D., and La Colla P.<br />

Arylazoenamines endowed with antiproliferative activity. XVIth International<br />

symposium on me<strong>di</strong>cinal chemistry. Bologna Palazzo della Cultura e dei<br />

Congressi. 18-22 settembre 2000. Pag. 463<br />

8. Boido V., Mina L., Sparatore F., Paglietti G., Doratiotto S., Setzu M.G., Delpiano<br />

D., and La Colla P. Antiproliferative activities of variously substituted 2-Phenyland<br />

2-Benzyl-Bezimidazoles. XVIth International symposium on me<strong>di</strong>cinal<br />

chemistry. Italian Chemical Society Division of Me<strong>di</strong>cinal Chemistry. Bologna<br />

Palazzo della Cultura e dei Congressi. 18-22 settembre 2000. Pag. 464.<br />

9. Diurno M.V., Campiglia P., Correale G., Gatta G., Gomez-Monterry I., Mazzoni<br />

O., Sanna L., Setzu M.G., Serra I., Delpiano D., Doratiotto S., and La Colla P.<br />

Benzoisoquinolinquinone and cyclobutennaphtoquinone derivatives: synthesis<br />

and antiproliferative activity. XVIth International symposium on me<strong>di</strong>cinal<br />

chemistry. Italian Chemical Society Division of Me<strong>di</strong>cinal Chemistry. Bologna<br />

Palazzo della Cultura e dei Congressi. 18-22 settembre 2000. Pag. 474.<br />

10. Silvestri R., Artico M., De Martino G., Ragno R., Massa S., Serra I., Demontis F.,<br />

Brunatte G., Doratiotto S., and La Colla P. Synthesis, anti-HIV RT activity and<br />

bin<strong>di</strong>ng mode of 1-[2-(<strong>di</strong>arylmethoxy)ethyl]-2-methyl-5-nitroimidazoles (DAMNI s).<br />

XVIth International symposium on me<strong>di</strong>cinal chemistry. Italian Chemical Society<br />

Division of Me<strong>di</strong>cinal Chemistry. Bologna Palazzo della Cultura e dei Congressi.<br />

18-22 settembre 2000. Pag. 584.<br />

11. Sbardella G., Mai A., Artico M., Massa S., Vargiu L., Doratiotto S., Mura M., and<br />

Marceddu T. N,N-<strong>di</strong>substituted <strong>di</strong>hydro-alkylamino-benzyl-oxopyrimi<strong>di</strong>nes, a new<br />

class of potent and selective anti-HIV-1 agents belonging to DABOS. Third<br />

national research program on AIDS: progress report. Istituto Superiore <strong>di</strong><br />

Sanità. Roma 26 febbraio-2 marzo 2001. Pag. 159.<br />

12. Boido V., Mina L., Sparatore F., Doratioto S., La Colla M. and P. La Colla.<br />

Variously substituted 2-(4-homolupinanoylaminophenyl) benzimidazoles as<br />

possible cytotoxic and antiviral agents. Hungarian-german-italian-polish joint<br />

meeting on me<strong>di</strong>cinal chemistry. September 2-6, 2001. Budapest, Hungary. Pag<br />

49.<br />

13. Paolo La Colla, Silvia Doratiotto, Massimiliano La Colla, Alessandra Caredda,<br />

Bruno Marongiu and Silvia Porcedda. Biological activity of extracts of juniperus<br />

oxycedrus and of juniperus phoenicea obtained by means of supercritical carbon<br />

<strong>di</strong>oxide. Hungarian-german-italian-polish joint meeting on me<strong>di</strong>cinal chemistry.<br />

September 2-6, 2001. Budapest, Hungary. Pag 108.<br />

14. Romano Silvestri, Marino Artico, Gabriella De Martino, Gianluca Sbardella,<br />

Giovanni De Martino, Rino Ragno, Silvio Massa, Silvia Doratiotto, Ilaria Serra,<br />

Chiara Murgioni, Bernadetta Busonera, Antonella Uras and Paolo La Colla. 4-<br />

Arylthiazole-2-(N-Arylalkyl)carboxamides, novel potent HIV-1 reverse<br />

transcriptase inhibitors. Hungarian-german-italian-polish joint meeting on<br />

me<strong>di</strong>cinal chemistry. Budapest, Hungary.2-6 september 2001. Pag 161.<br />

15. Sole G., Balaci L., Altea D., Olla N., Spada C., Maschio A., Mocci E., Doratiotto<br />

S., Devoto M., Cao A., Pilia G. Extent of linkage <strong>di</strong>sequilibrium in Sar<strong>di</strong>nian<br />

population. European Human Genetics Conference. Strasbourg 25-28 maggio<br />

2002. Pag.178, P0497.<br />

16. Latini V., Pod<strong>di</strong>e D., Vona G., Varesi L., Memmi M., Sole G., Doratiotto S. Cao<br />

A. and Ristal<strong>di</strong> M.S. Linkage Disequilibrium extension in Corsica. Looking for<br />

genetic isolates. The American Society of Human Genetics. 52 nd Annual<br />

Meeting. October 15-19,2002. Baltimore, Maryland. 1173.<br />

17. G. Pilia, C. Spada, N. Olla, L. Balaci, M. Fattori, L. Crisponi, S. Pilia, D. Altea, G.<br />

Sole, S. Doratiotto, M. Devoto, A. Cao. Genome-wide search for asthma<br />

susceptibility loci in Sar<strong>di</strong>nian population. Comitato Telethon Fondazione Onlus.<br />

Scientific Convention. November 24-26, 2002. Riva del Garda- Palazzo dei<br />

Congressi. Pag 356.<br />

18. S. Laconi, S. Doratiotto, M. Greco, S. Montisci, D. Pasciu, G. Porcu, S.<br />

Pitzalis, P. Pani, E. Laconi. Cell terapy of liver. Anticancer Res. Vol. 24, pag<br />

4265-70. (2004).


Assegnista: Daniela Pasciu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Il microambiente del fegato del ratto vecchio favorisce la crescita clonale<br />

Daniela Pasciu, Silvia Doratiotto, Marianna Greco, Stefania Mentisci, Sabrina Pitzalis,<br />

Giovanna Porcu, Paolo Pani, Sergio Laconi and Ezio Laconi<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie Sez. Patologia Sperimentale<br />

E’ stato proposto che l’invecchiamento porti all’aumento dello sviluppo <strong>di</strong> cancro anche<br />

attraverso mo<strong>di</strong>ficazioni indotte nel microambiente tissutale. Nonostante le <strong>di</strong>verse<br />

ipotesi considerate, attualmente non sono ancora del tutto noti i meccanismi che<br />

portano a questi effetti.<br />

In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo voluto confrontare il microambiente del fegato <strong>di</strong> ratti giovani<br />

e vecchi nella loro capacità relativa <strong>di</strong> sostenere la crescita <strong>di</strong> epatociti normali<br />

trapiantati. Ratti Fisher 344 giovani (quattro mesi <strong>di</strong> età) e vecchi (<strong>di</strong>ciotto mesi <strong>di</strong> età)<br />

sono stati iniettati attraverso la vena porta, con epatociti normali prelevati da un<br />

donatore adulto singenico.<br />

Come riceventi sono stati utilizzati animali deficienti per l’enzima <strong>di</strong>pepti<strong>di</strong>l-peptidasi <strong>di</strong><br />

tipo IV (DPPIV).Questo ci ha permesso <strong>di</strong> seguire il destino delle cellule trapiantate<br />

(DPPIV+) e della loro progenie attraverso una semplice colorazione istochimica. Gli<br />

animali (dai 3 ai 4 per gruppo) sono stati sacrificati a 2 settimane, a 2 mesi e a 6 mesi<br />

dal trapianto (Tx).<br />

A 2 settimane dal Tx sono state osservate rare e isolate cellule DPPIV+ sia negli<br />

animali trapiantati a 4 mesi <strong>di</strong> età che in quelli trapiantati a 18 mesi, con nessuna<br />

<strong>di</strong>fferenza tra i due gruppi.<br />

Tuttavia la crescita successiva delle cellule trapiantate è stata <strong>di</strong>versa nei due gruppi<br />

sperimentali. Nel fegato <strong>di</strong> ratti ripopolati a 18 mesi è stata osservata una significativa<br />

espansione delle cellule derivate dal donatore: clusters <strong>di</strong> oltre 10 cellule DPPIV+ per<br />

sezione erano presenti a 3 mesi dal Tx e aumentavano notevolmente sia <strong>di</strong> numero<br />

che <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni (fino a 120 cellule per cluster per sezione) a 6 mesi dal Tx. Nel fegato<br />

dei ratti <strong>di</strong> 4 mesi, invece, non è stata osservata nessuna crescita <strong>di</strong> epatociti DPPIV+<br />

né a 3 né a 6 mesi dal Tx. Questi risultati in<strong>di</strong>cano che il microambiente dei fegati <strong>di</strong><br />

animali vecchi favorisce l’espansione clonale <strong>di</strong> epatociti normali trapiantati più <strong>di</strong><br />

quanto riesca a fare il fegato <strong>di</strong> un animale giovane, contrariamente a quanto sarebbe<br />

intuitivo pensare. Questo potenziale clonogenico potrebbe essere sfruttato nell’ambito<br />

della rigenerazione epatica in campo clinico. D’altro canto, lo stesso potenziale<br />

potrebbe contribuire anche alla crescita selettiva <strong>di</strong> cellule alterate durante la<br />

cancerogenesi.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Il nostro progetto <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le potenzialità <strong>di</strong> epatociti isolati<br />

nello sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie applicative nel trattamento <strong>di</strong> patologie epatiche, acute<br />

e croniche. Nel nostro laboratorio abbiamo messo a punto un modello sperimentale <strong>di</strong><br />

ripopolamento quasi totale del fegato attraverso il trapianto <strong>di</strong> epatociti nel ratto. L'idea<br />

base è stata quella <strong>di</strong> ottenere una proliferazione selettiva <strong>di</strong> epatociti trapiantati<br />

bloccando preventivamente la capacità proliferativa del fegato residente. In tali<br />

con<strong>di</strong>zioni sperimentali abbiamo osservato oltre il 90% <strong>di</strong> ripopolamento del fegato<br />

ricevente da parte <strong>degli</strong> epatociti trapiantati entro pochi mesi dal trapianto. Questi<br />

risultati suggeriscono la possibilità <strong>di</strong> una strategia generale attraverso cui epatociti<br />

danneggiati endogeni possano essere rimpiazzati da cellule normali e/o geneticamente<br />

"ingegnerizzate". Il nostro modello offre inoltre la possibilità <strong>di</strong> espandere<br />

indefinitamente popolazioni <strong>di</strong> epatociti, anche umani, trapiantati in un contesto <strong>di</strong><br />

xenotrapianto.<br />

Il punto car<strong>di</strong>ne del nostro modello è costituto dal fatto che il trattamento con retrorsina<br />

(RS) determina nel fegato dell'ospite con<strong>di</strong>zioni favorenti la crescita <strong>di</strong> epatociti<br />

trapiantati bloccando la proliferazione delle cellule endogene. Nostri <strong>stu<strong>di</strong></strong> precedenti<br />

hanno suggerito che tale blocco coinvolga sia la fase S tar<strong>di</strong>va che la fase G2 del ciclo<br />

cellulare. Tuttavia, nulla si conosce sui meccanismi molecolari che ne stanno alla base.<br />

E’ verosimile che tale blocco persistente scateni nell'ospite una serie <strong>di</strong> alterazioni<br />

tendenti a superarlo e tali reazioni costituiscano una componente importante per la<br />

crescita delle cellule trapiantate, non bloccate dalla RS. Inoltre gli epatociti bloccati<br />

dalla RS vengono quasi interamente eliminati e sostituiti da cellule normali trapiantate.<br />

E’ possibile che tale morte cellulare selettiva costituisca <strong>di</strong> per sé uno stimolo per le<br />

cellule trapiantate. Una maggiore conoscenza sulla natura <strong>di</strong> tale blocco potrebbe<br />

perciò fornire informazioni importanti su possibili meccanismi generali che stanno alla<br />

base del ripopolamento epatico. Il nostro progetto <strong>di</strong> ricerca ha fra gli obiettivi la<br />

caratterizzazione dei meccanismi biochimici e molecolari alla base dell'esteso<br />

ripopolamento epatico nel modello <strong>di</strong> trapianto basato sulla retrorsina (RS), messo a<br />

punto dal nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

“Cyclin D1 is up-regulated in hepatocytes in vivo following cell-cycle block induced by<br />

retrorsine.” (submitted) Pitzalis S., Doratiotto S., Greco M., Montisci S., Pasciu D, Porcu<br />

D., Pani P, Laconi S.and Ezio Laconi.<br />

“A growth-constrained environment drives tumor progression in vivo” S. Laconi, P.<br />

Pani, S. Pillai, D. Pasciu, D.S.R. Sarma, and E. Laconi 7806-7811 PNAS July 3, 2001<br />

vol. 98 no. 14<br />

“Liver regeneration in response to partial hepatectomy in rats treated with retrorsine: a<br />

kinetic study” S.Laconi, F. Curreli, S. Diana, D. Pasciu, G. De Filippo, D. S. R. Sarma,<br />

P. Pani and E. Laconi. 1069-1074 Journal of Hepatology 1999, 31<br />

“Terapia Anticoagulante Orale Interferenze farmacologiche e note <strong>di</strong>etetiche seconda<br />

e<strong>di</strong>zione” Settembre 2001 Porcu A., Porcu A., Loy A.M., Lochi M.F., Mulas R., Pasciu<br />

D., Porcu P.P.<br />

<strong>Abstract</strong>s Congressi<br />

Laconi, S. Doratiotto, M. Greco, S. Montisci, D. Pasciu, G. Porcu, S. Pitzalis, P.<br />

Pani, E. Laconi. Cell terapy of liver. Anticancer Res. Vol. 24, pag 4265-70. (2004).<br />

Congresso American association for cancer research 10-14 aprile 1999 Philadelphia<br />

:”Differential effects of a <strong>di</strong>rect liver mitogen, lead nitrate, and partial hepatectomy on<br />

proliferation of oval cells in rat liver “(Pani P, Laconi S, De Filippo G, Tavera ML, Pasciu<br />

D and Laconi E)<br />

XXIX Congresso Nazionale Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) Rimini<br />

12-15 settembre 2000: “Valutazione della sensibilita` agli antibiotici <strong>di</strong> stafilococchi<br />

aurei e stafilococchi coagulasi negativi” (Podda R., Aresu M.G., Porcu P.P., Pasciu<br />

D.)<br />

55<br />

XXIX Congresso Nazionale Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) Rimini 12-15<br />

settembre 2000: “Incidenza <strong>di</strong> infezioni vaginali in una popolazione infertile” (Podda R.,<br />

Aresu M.G., Porcu P.P., Pasciu D.)<br />

XXIX Congresso Nazionale Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) Rimini 12-15<br />

settembre 2000: “Frequenza <strong>di</strong> infezioni in pazienti trapiantati. Un anno <strong>di</strong> osservazione”<br />

(Podda R., Aresu M.G., Porcu P.P., Pasciu D.)<br />

Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Laboratorio (SIMeL) Santa Margherita <strong>di</strong> Pula<br />

(CA) 26-28 Ottobre 2000: “Significato <strong>di</strong>agnostico <strong>degli</strong> isoenzimi della fosfatasi alcalina in<br />

soggetti affetti da carcinoma mammario” (R. Podda, M.G. Aresu, G. Manunza, P.P. Porcu,<br />

D. Pasciu)<br />

XVII Congress of the Italian Society of the study on Hemostasis and Thrombosis (SISET) 9-12<br />

Maggio 2002 Roma: “Moniroring of PT-INR with the help of a portable coagulomete”r (Porcu<br />

A., Porcu A., Lochi M.F., Pasciu D., Mulas R., Porcu P.P., Sanna M.)<br />

Congresso Società italiana <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> laboratorio (SIMeL) 28-30 Novembre 2002 Milano:<br />

“Point of care in emocoagulazione - determinazione del PT-INR tramite coagulometro<br />

portatile” (Porcu A., Porcu A., Loy A.M., Lochi M.F., Pasciu D., Mulas R., Porcu P.P., Sanna<br />

M.)<br />

Liver cell transplantation therapeutic strategies International meeting 7-8 ottobre 1999<br />

<strong>Cagliari</strong>: “Driving the growth of transplanted normal hepatocytes”. (Laconi E, Pillai S, Greco M,<br />

Curreli F, Scintu F, Pasciu D, De Filippo G, Diana S, Pani P and Laconi S)<br />

2° Congresso Regionale Sardo <strong>di</strong> Microbiologia Clinica 5 Maggio 2000 <strong>Cagliari</strong>: “Micosi<br />

vaginali e sensibilità agli antimicogrammi” (R. Podda, M.G. Aresu, G. Manunza, P.P. Porcu,<br />

D. Pasciu, Melis MD)<br />

2° Congresso Regionale Sardo <strong>di</strong> Microbiologia Clinica 5 Maggio 2000 <strong>Cagliari</strong>: “Infezioni<br />

vaginali da Micoplasmi in una popolazione asintomatica” (R. Podda, M.G. Aresu, G. Manunza,<br />

P.P. Porcu, D. Pasciu, Melis MD)<br />

5th Postgraduate Course on hepatobiliary Surgery 30 Novembre-2 Dicembre 2000 Padova:<br />

“Replacement of the host liver by transplanted normal hepatocytes” (Laconi S., Pillai S.,<br />

Pasciu D., Shafritz D.A., Pani P. and Laconi E.)


Assegnista: Natascia Erriu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria Meccanica<br />

ABSTRACT: Sviluppo <strong>di</strong> sistemi innovativi: un impianto <strong>di</strong> conversione dell’energia del<br />

moto ondoso con turbina wells<br />

Presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Meccanica <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (DIMECA) sono in corso da<br />

anni <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> sui sistemi <strong>di</strong> captazione dell’energia del moto ondoso, che hanno<br />

portato alla realizzazione <strong>di</strong> un simulatore OWC (Oscillating Water Column) da<br />

laboratorio sul quale svolgere indagini sperimentali attraverso la schiera rotorica della<br />

turbina ad aria Wells. Il sistema a colonna d'acqua oscillante con turbina ad aria <strong>di</strong><br />

Wells è composto da un sistema <strong>di</strong> captazione dell'energia, che risultando aperto<br />

superiormente ed inferiormente immerso parzialmente nell’acqua, intrappola al suo<br />

interno una colonna <strong>di</strong> aria al <strong>di</strong> sopra del pelo libero dell’acqua. Quando l’onda<br />

s’infrange contro la camera, il flusso d'acqua innalza il pelo libero al suo interno<br />

spingendo la colonna d’aria sovrastante verso l'esterno attraverso l'apertura superiore,<br />

mentre quando il livello si abbassa, l'aria esterna viene richiamata all'interno della<br />

stessa sempre attraverso l’apertura superiore. Si realizza in tal modo un flusso d’aria<br />

bi<strong>di</strong>rezionale che viene utilizzato per azionare una turbina posta alla sommità del<br />

sistema <strong>di</strong> captazione.<br />

Gli impianti OWC rappresentano pertanto dei veri e propri impianti <strong>di</strong> potenza perché,<br />

convertendo l'energia dell’onda in energia pneumatica <strong>di</strong> bassa pressione, possono<br />

produrre energia elettrica collegando un generatore elettrico alla turbina.<br />

Il <strong>di</strong>spositivo sperimentale per la simulazione del moto ondoso si compone <strong>di</strong> una<br />

sezione idraulica che ha il compito <strong>di</strong> generare il moto ondoso e <strong>di</strong> una sezione <strong>di</strong><br />

conversione dell’energia pneumatica in energia meccanica. L'impianto oleo<strong>di</strong>namico<br />

che controlla il movimento <strong>di</strong> un cilindro idraulico solidale ad un pistone che scorre<br />

all’interno <strong>di</strong> una campana cilindrica simula il movimento dell’onda, mentre una turbina<br />

ad aria Wells posta alla sommità della campana realizza la conversione <strong>di</strong> energia<br />

pneumatica in energia meccanica. Il pistone che scorre all’interno della campana<br />

cilindrica, pertanto, spinge e richiama aria dall’esterno attraverso la turbina che trascina<br />

a sua volta in rotazione un generatore elettrico.<br />

In questo lavoro si vuole descrivere la tecnologia <strong>di</strong> estrazione dell’energia dal moto<br />

ondoso me<strong>di</strong>ante turbina <strong>di</strong> Wells e l'apparecchiatura realizzata ed utilizzata presso il<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Meccanica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Si vogliono inoltre<br />

illustrare i primi risultati ottenuti dalla modellazione fluido<strong>di</strong>namica del flusso attorno alla<br />

turbina Wells me<strong>di</strong>ante il co<strong>di</strong>ce commerciale Fluent e il confronto <strong>di</strong> questi risultati con<br />

quelli sperimentali.<br />

DESCRIZIONE ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

L’attività dell'Ing. Natascia Erriu va inquadrata nell’ambito della tematica dell’utilizzo<br />

delle Energie Rinnovabili con particolare riferimento ad un sistema innovativo per la<br />

conversione dell’energia del moto ondoso in energia elettrica me<strong>di</strong>ante turbina Wells.<br />

La turbina Wells è una turbina ad aria uni<strong>di</strong>rezionale costituita, come noto, da profili<br />

simmetrici <strong>di</strong>sposti a 90° rispetto alla <strong>di</strong>rezione assiale, la cui caratteristica principale<br />

consiste, appunto, nel fornire una potenza me<strong>di</strong>amente positiva anche se interessata<br />

da un flusso d’aria che ciclicamente si inverte, senza necessitare <strong>di</strong> palettature<br />

<strong>di</strong>stributrici. Presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Meccanica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> è<br />

stato realizzato un simulatore <strong>di</strong> moto ondoso dotato <strong>di</strong> un pistone che si muove <strong>di</strong><br />

moto sinusoidale, grazie ad un azionamento oleo<strong>di</strong>namico, all’interno <strong>di</strong> un cilindro alla<br />

cui sommità è <strong>di</strong>sposta la turbina ad aria con girante Wells. La girante aziona un<br />

generatore elettrico a sua volta collegato ad un carico ohmico. L’apparecchiatura è<br />

opportunamente strumentata al fine <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>are gli aspetti <strong>di</strong> base dell'estrazione <strong>di</strong><br />

potenza e la sua conversione meccanico-elettrica.<br />

Il lavoro si articola secondo due linee: quella sperimentale e quella teorico-numerica. In<br />

particolare si possono in<strong>di</strong>viduare come principali le attività <strong>di</strong> seguito elencate:<br />

a) Perfezionamento del prototipo presente presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria<br />

Meccanica al fine <strong>di</strong> consentire un suo trasferimento al Parco Scientifico e<br />

Tecnologico della Sardegna. Il <strong>di</strong>spositivo sperimentale infatti necessita <strong>di</strong><br />

ulteriori affinamenti che consentano <strong>di</strong> organizzare campagne <strong>di</strong> prove<br />

sistematiche e un posizionamento funzionale nei locali <strong>di</strong> I3Lab. In particolare in<br />

questa prima fase del lavoro sono stati affrontati i problemi <strong>di</strong> instabilità <strong>di</strong><br />

funzionamento determinati dal sistema <strong>di</strong> controllo del simulatore <strong>di</strong> moto<br />

ondoso e quello della sostituzione del generatore elettrico con uno<br />

maggiormente adatto agli elevati regimi <strong>di</strong> rotazione della turbina Wells e in<br />

grado <strong>di</strong> fornire una potenza elettrica adeguata.<br />

b) Simulazione <strong>di</strong>namica dell’impianto sperimentale <strong>di</strong> generazione del moto<br />

ondoso al fine <strong>di</strong> caratterizzarne il comportamento, sia in fase <strong>di</strong> avviamento che<br />

durante il funzionamento in con<strong>di</strong>zioni nominali, in relazione all’evoluzione<br />

dell’onda all’interno del <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> captazione. E' stato implementato un<br />

modello matematico in ambiente Simulink <strong>di</strong> Matlab, utilizzando una<br />

<strong>di</strong>scretizzazione a parametri concentrati per descrivere il comportamento dei<br />

singoli componenti dell’impianto me<strong>di</strong>ante applicazione delle relazioni <strong>di</strong><br />

conservazione della massa, della quantità <strong>di</strong> moto e dell’energia.<br />

Stu<strong>di</strong>o e modellazione fluido<strong>di</strong>namica della turbina <strong>di</strong> Wells per la sua caratterizzazione<br />

nelle <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro. Si è affrontato lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del flusso attraverso una<br />

schiera con calettamento γ = 90°, costituita da profili NACA 0015 aventi una soli<strong>di</strong>tà σ =<br />

0.73 ed un angolo del flusso relativo in ingresso 1 = 81.75°. Tale <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato<br />

condotto me<strong>di</strong>ante il metodo delle singolarità secondo la formulazione proposta da<br />

Martensen, mentre è attualmente in corso <strong>di</strong> sviluppo uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della stessa schiera<br />

me<strong>di</strong>ante l’uso del software commerciale Fluent.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

- N. Erriu, N. Mandas, P. Puddu, Alcune considerazioni sulla valutazione dell’incertezza<br />

nelle misure con anemometro a filo caldo, MIS-MAC VII, <strong>Cagliari</strong>, Aprile 2001.<br />

- N. Erriu, P. Puddu, Un'indagine sperimentale in galleria a vento a valle della velatura<br />

<strong>di</strong> una imbarcazione oceanica, MIS-MAC VIII, Firenze, Maggio 2004.<br />

- G. Delussu, N. Erriu, R.J.G. Flay, M. Mulas, P.Puddu, M. Talice, Evaluation of<br />

Reynolds NumberEffects on the CFD Simulation of Downwind Sails,Third<br />

International Conference on Computational Fluid Dinamycs,Toronto, July 2004.<br />

57<br />

- F. Nurzia, N. Erriu, P. Puddu, S. Cabitza, R. Masala, Experimental and Theoretical analysis<br />

of three <strong>di</strong>mensional flow in <strong>di</strong>fferent axial flow fans,59° Congresso ATI, Genova, Settembre<br />

2004.


Assegnista: Daniela Fadda<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Biome<strong>di</strong>che<br />

ABSTRACT: Clonazione, espressione e purificazione del gene della <strong>di</strong>visione cellulare<br />

<strong>di</strong>vIVA dello Streptococcus pneumoniae<br />

Durante il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione cellulare batterica un complesso proteico, composto da<br />

almeno nove proteine <strong>di</strong>fferenti, denominate Fts, partecipa alla formazione <strong>di</strong> un setto<br />

trasverso, necessario perché da una cellula madre originino, per scissione binaria, due<br />

cellule figlie identiche. Tuttavia una corretta formazione del setto non è un evento<br />

sufficiente a garantire una corretta <strong>di</strong>visione e ulteriori fattori sono necessari perché il<br />

setto venga posizionato nel punto giusto (regolazione spaziale) al momento giusto<br />

(regolazione temporale), coor<strong>di</strong>natamente con altri eventi della vita cellulare, come la<br />

replicazione del cromosoma e la separazione dei nucleoi<strong>di</strong>. A <strong>di</strong>fferenza delle proteine<br />

Fts che risultano conservate nella maggior parte dei batteri, sia come sequenza che<br />

come funzione, le proteine coinvolte nella regolazione del corretto posizionamento del<br />

setto appaiono scarsamemente conservate, suggerendo che i meccanismi alla base <strong>di</strong><br />

questo processo si siano evoluti <strong>di</strong>fferentemente nei <strong>di</strong>versi batteri. In Escherichia coli il<br />

corretto posizionamento del setto viene attuato attraverso l’azione coor<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> tre<br />

proteine, denominate MinC, MinD e MinE. In Bacillus subtilis la funzione del MinE,<br />

assente in questi batteri, sembra essere sostituita da una nuova proteina, denominata<br />

DivIVA, che sembra però svolgere anche un ruolo nella corretta segregazione del<br />

nucleoide durante la fase <strong>di</strong> sporulazione. Recentemente abbiamo identificato in<br />

Streptococcus pneumoniae un gene che co<strong>di</strong>fica l’omologo del gene <strong>di</strong>vIVA del B.<br />

subtilis. Mutanti <strong>di</strong> S. pneumoniae in cui il gene <strong>di</strong>vIVA è stato inattivato (<strong>di</strong>vIVA::cat)<br />

mostravano, rispetto al ceppo parentale, un’inibizione della crescita, una morfologia<br />

alterata e la presenza <strong>di</strong> lunghe catene <strong>di</strong> cellule, spesso prive <strong>di</strong> nucleoide, con setti<br />

centrali, sebbene incompleti. Il fenotipo peculiare osservato nei mutanti <strong>di</strong>vIVA::cat,<br />

rispetto a quello osservato in B. subtilis durante la vita vegetativa, non consente <strong>di</strong><br />

stabilire con esattezza quale sia l’esatta funzione del DivIVA in S. pneumoniae, vista<br />

anche l’assenza dei geni min dal genoma <strong>di</strong> S. pneumoniae e <strong>degli</strong> altri cocchi Grampositivi.<br />

Per chiarire il ruolo <strong>di</strong> questa proteina nella <strong>di</strong>visione cellulare <strong>di</strong> S. pneumoniae<br />

abbiamo inserito una copia del gene <strong>di</strong>vIVA in un plasmide <strong>di</strong> E. coli, sotto il controllo <strong>di</strong><br />

un promotore inducibile, allo scopo <strong>di</strong> valutare gli effetti della sua iperespressione sulla<br />

<strong>di</strong>visione cellulare in un microorganismo nel quale questo processo è, almeno in parte,<br />

noto. La proteina è stata inoltre clonata in un vettore <strong>di</strong> espressione specifico,<br />

iperprodotta in E. coli, purificata e utilizzata per la produzione <strong>di</strong> anticorpi policlonali<br />

specifici per la sua localizzazione e la sua quantizzazione in cellule <strong>di</strong> S. pneumoniae.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

La dott.ssa Daniela Fadda è titolare dal 16 aprile 2003 <strong>di</strong> un assegno <strong>di</strong> ricerca presso<br />

il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Biome<strong>di</strong>che, Sezione Microbiologia Me<strong>di</strong>ca, per<br />

un progetto <strong>di</strong> ricerca dal titolo: “Caratterizzazione <strong>di</strong> bersagli della <strong>di</strong>visione cellulare<br />

dello Streptococcus pneumoniae per lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi farmaci antibatterici attivi nei<br />

confronti <strong>di</strong> batteri patogeni”, sotto la responsabilità scientifica della dott.ssa Orietta<br />

Massidda. Durante questo periodo, si è occupata dei problemi relativi alla <strong>di</strong>visione<br />

cellulare dello Streptococcus pneumoniae, e ha svolto <strong>stu<strong>di</strong></strong> incentrati in particolare sulla<br />

proteina DivIVA per caratterizzarne il ruolo in questo processo, in vista dell’allestimento <strong>di</strong><br />

saggi per l’identificazione <strong>di</strong> inibitori specifici, attraverso l’applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong><br />

fisiologia e biochimica batterica e <strong>di</strong> genetica molecolare. Ha inoltre collaborato alla<br />

realizzazione <strong>di</strong> lavori scientifici sviluppati nell’ambito del Progetto “SANITAS”, inserito nel<br />

V Programma Quadro della Comunità Europea.<br />

PUBBLICAZIONI<br />

Massidda O. , Mingoia M., Montanari M.P., Fadda D., e Varaldo P.E. 2002. Marcatori<br />

molecolari della resistenza borderline alla meticillina e alle altre penicilline<br />

antistafilococciche in Staphylococcus aureus. GIMMOC, 2: 86-95.<br />

Fadda D., Pischedda C., Caldara F., Whalen M.B., Anderluzzi D., Domenici E.,<br />

Massidda O. Characterization of <strong>di</strong>vIVA and other genes located in the<br />

chromosomal region downstream of the dcw cluster in Streptococcus<br />

pneumoniae. J Bacteriol. 185: 6209-6014, 2003.<br />

O. Massidda, M. Mingoia, M. P. Montanari, D. Fadda and P. E. Varaldo. Analysis of<br />

the β-lactamase plasmid of borderline methicillin-susceptible Staphylococcus<br />

aureus: focus on bla complex genes and cadmium resistance determinants cadD<br />

and cadX. Antimicrob. Agents Chemother, inviato per la pubblicazione.<br />

Riassunti <strong>di</strong> comunicazioni a congressi e poster<br />

Artico M., Di Santo R., Costi R., Massa S., Tramontano E., Putzolu M., Fadda D., La<br />

Colla P.<br />

Synthesis of curcumin-like derivatives with potent activity against the HIV-1 integrase.<br />

Abs. in First italian-swiss meeting on me<strong>di</strong>cinal chemistry. Torino, September 1997.<br />

Desideri N., Sestili I., Stein M.L., Tramontano E., Fadda D., La Colla P.<br />

Synthesis and anti HIV-1 integrase activity of flavonoles 3-galloyl and 3-caffeoyl esters.<br />

Abs. in First italian-swiss meeting on me<strong>di</strong>cinal chemistry. Torino, September 1997.<br />

O. Massidda, M.Mingoia, M.P. Montanari, D. Fadda, P.E. Varaldo. Associazione dei<br />

determinanti <strong>di</strong> resistenza al cadmio, cadD e cadX, in ceppi <strong>di</strong> Staphylococcus aureus<br />

che mostrano bassi livelli <strong>di</strong> resistenza alla meticillina. 29° Congresso Nazionale della<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Microbiologia, Genova, Novembre 2001.<br />

D. Fadda, M.C. Pischedda, F. Caldara, D. Anderluzzi , , O. Massidda. Identificazione e<br />

caratterizzazione <strong>di</strong> cinque nuovi geni coinvolti nel processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione cellulare in<br />

Streptococcus pneumoniae. 29° Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Microbiologia, Genova, Novembre 2001.<br />

S. Petruzzelli, D.Fadda, C. Pischedda and O.Massidda. Characterization of S.<br />

pneumoniae ftsA and ftsZ genes in E. coli . SANITAS project. First Team Meeting and<br />

Second Group Leaders Meeting, Puerto de la Cruz, 28 February- 1 March, 2002.<br />

C. Pischedda, D.Fadda, S. Petruzzelli and O. Massidda. Validation of essentiality of S.<br />

pneumoniae ftsA and ftsZ genes and transcriptional relationships. SANITAS project.<br />

First team meeting and Second Group Leaders Meeting, Puerto de la Cruz, 28<br />

February- 1 March, 2002.<br />

M.C. Pischedda, D. Fadda, S. Petruzzelli, M.A. Marcialis, O. Massidda. Relazione<br />

trascrizionale tra i geni della <strong>di</strong>visione cellulare ftsA e ftsZ e i geni localizzati nella<br />

regione cromosomica a<strong>di</strong>acente in Streptococcus pneumoniae. 30° Congresso<br />

Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Microbiologia, Catania, Ottobre 2002.<br />

S. Petruzzelli, D. Fadda, M.C. Pischedda, M.A. Marcialis e O. Massidda. Clonazione,<br />

espressione e purificazione del gene della <strong>di</strong>visione cellulare ftsZ dello Streptococcus<br />

pneumoniae. 30° Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Microbiologia. Catania,<br />

Ottobre 2002.<br />

Fadda D, Pischedda C, Caldara F., Anderluzzi D, Massidda O. Characterization of<br />

59<br />

<strong>di</strong>vIVA and other genes located in the chromosomal region downstream of the dcw cluster in<br />

Streptococcus pneumoniae. Workshop on Manufacturing Bacteria: Design, Production And<br />

Assembly Of Cell Division Components. Madrid , 16-18 December, 2002.<br />

D. Fadda, A. Santona, C. Pischedda, S. Petruzzelli and O. Massidda. An update on cell<br />

<strong>di</strong>vision work in Streptococcus pneumoniae. SANITAS project. Closing Workshop and<br />

Coor<strong>di</strong>nating Commitee Meeting, Bruxelles 25-26 September, 2003.<br />

D. Fadda, A. Santona, M.B. Whalen e O. Massidda.<br />

Stu<strong>di</strong>o dei meccanismi che regolano il corretto posizionamento del setto <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione<br />

cellulare in Streptococcus pneumoniae. 31° Congresso Nazionale della Società Italiana<br />

<strong>di</strong> Microbiologia. Roma, Ottobre 2003.


Assegnista: Gianfranco Fancello<br />

Struttura: Dip. Ingegneria Territorio sez. Trasporti<br />

ABSTRACT: Sicurezza stradale per conducenti anziani: un’analisi comparativa<br />

sperimentale fra conducenti anziani italiani e statunitensi<br />

Nel campo delle analisi sulla sicurezza attiva, da alcuni anni si registra una grande<br />

attenzione verso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei comportamenti <strong>di</strong> guida dei conducenti al <strong>di</strong> sopra dei 65<br />

anni d’età. Da un lato, infatti, l’aumento delle aspettative <strong>di</strong> vita, i progressi in campo<br />

me<strong>di</strong>co, la maggior offerta <strong>di</strong> servizi (lavorativi e non) verso ampie fasce della<br />

popolazione, hanno determinato un incremento, assoluto e percentuale, del numero <strong>di</strong><br />

anziani attivi e quin<strong>di</strong>, conseguentemente, delle loro esigenze <strong>di</strong> spostarsi anche in<br />

maniera autonoma.<br />

Dall’altra, però, <strong>di</strong>versi <strong>stu<strong>di</strong></strong> hanno <strong>di</strong>mostrato come la con<strong>di</strong>zione psicofisica,<br />

l’abitu<strong>di</strong>ne alla guida ed il comportamento nell’effettuare alcune manovre siano<br />

<strong>di</strong>fferenti al variare dell’età: in particolare si è visto come, per i conducenti al <strong>di</strong> sopra<br />

dei 65 anni, si verifichi un deca<strong>di</strong>mento più repentino delle facoltà psico-fisiche e del<br />

livello <strong>di</strong> concentrazione alla guida, con un conseguente aumento della probabilità che<br />

avvenga un evento ledente a causa <strong>di</strong> un errore. Questo, nonostante i conducenti<br />

anziani assumano spesso un comportamento <strong>di</strong> guida “più prudente”, dovuto alla<br />

esperienza maturata ed alla maggiore consapevolezza dei potenziali pericoli.<br />

L’obiettivo della comunicazione è quello sia <strong>di</strong> identificare quali manovre e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

guida risultino più a rischio per gli automobilisti anziani, sia <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare il legame fra<br />

le manovre più significative ed i fattori umani, in particolare nella percezione <strong>degli</strong><br />

stimoli provenienti dall’esterno ed alle decisioni <strong>di</strong> guida. In precedente lavoro sui<br />

conducenti anziani in Italia ha posto in luce come le manovre che creano maggiori<br />

<strong>di</strong>fficoltà risultino quelle relative alle svolte a sinistra negli incroci, ai cambi <strong>di</strong> corsia od<br />

alle immissioni in correnti veicolari, alla guida <strong>di</strong> notte, od in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ridotta<br />

visibilità (es. pioggia). Partendo da quelle conoscenze, si è voluto indagare<br />

specificatamente su tali manovre, al fine <strong>di</strong> evidenziarne le <strong>di</strong>fficoltà nella loro<br />

effettuazione e gli eventuali legami con elementi inerenti i fattori umani; si è perciò<br />

in<strong>di</strong>viduato un campione significativo (160 persone) <strong>di</strong> conducenti con età superiore ai<br />

65 anni, ai quali, per conoscerne il comportamento <strong>di</strong> guida, è stato sottoposto un<br />

questionario contenente 70 domande. Le informazioni erano <strong>di</strong> tipo generale, me<strong>di</strong>co e<br />

<strong>di</strong> descrizione dei comportamenti assunti nelle <strong>di</strong>verse manovre.<br />

Le stesse informazioni sono state richieste, me<strong>di</strong>ante questionario, ad un analogo<br />

campione <strong>di</strong> anziani americani, con lo scopo <strong>di</strong> valutare le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> comportamento<br />

fra conducenti italiani e statunitensi.<br />

I dati sono stati analizzati con tecniche sia tra<strong>di</strong>zionali che <strong>di</strong> tipo multi<strong>di</strong>mensionale<br />

(analisi corrispondenze multiple e cluster), al fine <strong>di</strong> evidenziare le relazioni fra le<br />

variabili più significative. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ha messo in luce le caratteristiche <strong>di</strong> ogni singola<br />

manovra che, a giu<strong>di</strong>zio <strong>degli</strong> stessi intervistati, aveva determinato le maggiori <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Tali conoscenze costituiranno la base <strong>di</strong> lavoro per le successive applicazioni <strong>di</strong> ricerca<br />

al simulatore <strong>di</strong> guida, al fine <strong>di</strong> valutare gli accorgimenti progettuali da assumere per<br />

attenuarne i rischi <strong>di</strong> errore da parte dei conducenti anziani.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Le attività <strong>di</strong> ricerca sviluppate nel triennio 2001-2004 hanno prevalentemente<br />

riguardato l’analisi delle relazioni fra la componente “sicurezza” ed il sistema <strong>di</strong><br />

gestione delle infrastrutture, soprattutto per quanto concerne l’aspetto <strong>di</strong> natura<br />

operativo/gestionale. Esse, in particolare, hanno riguardato tre <strong>di</strong>fferenti applicazioni:<br />

(1) nell’ambito del trasporto stradale, il comportamento dei conducenti anziani (oltre i<br />

65 anni d’età) durante la guida, al fine <strong>di</strong> valutare gli aspetti che maggiormente<br />

con<strong>di</strong>zionano le scelte durante l’effettuazione delle <strong>di</strong>verse manovre; (2) nel trasporto<br />

marittimo, gli aspetti legati ai sistemi <strong>di</strong> gestione del lavoro portuale per quel che<br />

concerne le attività <strong>di</strong> movimentazione dei container da nave a banchina, con lo scopo<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le movimentazioni a maggior rischio <strong>di</strong> incidente; (3) sempre nell’ambito<br />

del trasporto marittimo, l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un sistema per la gestione delle emergenze<br />

in mare, nel caso in cui avvenga un incidente con conseguente sversamento <strong>di</strong><br />

sostanze inquinanti.<br />

Nel primo caso, la ricerca ha messo in luce come per alcune manovre (marcia su<br />

corsie parallele, svolta a sinistra, immissione da destra in correnti veicolari) e per la<br />

marcia notturna gli anziani trovino maggiori <strong>di</strong>fficoltà, aumentando la probabilità che<br />

possa avvenire un evento ledente. L’analisi ha inoltre messo in luce come molti autisti<br />

preferiscano variare abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita piuttosto che affrontare la guida notturna o in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> scarsa visibilità: in tali con<strong>di</strong>zioni, infatti, si hanno delle alterazioni nel<br />

campo visivo che determinano un aumento delle probabilità che possa avvenire un<br />

evento ledente per un’errata interpretazione visiva.<br />

Nel secondo caso sonno state in<strong>di</strong>viduate le tipologie <strong>di</strong> incidente significative, con lo<br />

scopo <strong>di</strong> poter definire in dettaglio le caratteristiche delle mansioni e <strong>di</strong> valutare il<br />

corretto svolgimento “in sicurezza” delle stesse, con l’obiettivo <strong>di</strong> definire il ciclo<br />

operativo ed il sistema <strong>di</strong> gestione del terminal portuale“ottimale”. Tali manovre sono<br />

state poi testate me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> un simulatore <strong>di</strong>namico per gru <strong>di</strong> manovre dove si è<br />

potuto verificare in dettaglio le caratteristiche della stessa mansione, i principali errori<br />

commessi dagli operatori, le <strong>di</strong>fficoltà rilevate rispetto agli elementi esterni. Nel terzo<br />

caso è stato realizzato un primo modulo del sistema complessivo, denominato S.A.M.<br />

(Sicurezza Ambiente Marino), specifico proprio per la gestione delle situazioni <strong>di</strong><br />

emergenza e strutturato al suo interno per poter operare anche a livello<br />

sopranazionale. Me<strong>di</strong>ante l’integrazione fra supporto informatico e sistema <strong>di</strong><br />

localizzazione satellitare, esso consente, in tempo reale, <strong>di</strong> associare ai mezzi in<br />

navigazione ed a quelli in fase <strong>di</strong> carico e scarico <strong>di</strong> prodotti pericolosi, informazioni<br />

inerenti il prodotto trasportato, il suo grado <strong>di</strong> pericolosità, le modalità operative in<br />

grado <strong>di</strong> migliorare gli interventi in caso <strong>di</strong> incidente, le operazioni più in<strong>di</strong>cate atte a<br />

mitigare gli impatti derivanti da un eventuale incidente, i dati identificativi del natante<br />

Le attività <strong>di</strong> ricerca dell’ultimo anno 2004-2005 hanno riguardato, oltre al<br />

completamento <strong>degli</strong> argomenti sopra esposti, lo sviluppo <strong>di</strong> una metodologia per<br />

analisi <strong>di</strong> sicurezza da attuare me<strong>di</strong>ante l’ausilio <strong>di</strong> un simulatore: in particolare (attività<br />

in corso) si sta verificando che tipo <strong>di</strong> dati raccogliere, in che modo e con quale<br />

frequenza, che tipo <strong>di</strong> analisi effettuare e che risultati sono attesi. Le principali<br />

sperimentazioni verranno in seguito effettuate presso un simulatore <strong>di</strong> gru <strong>di</strong> banchina.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

61<br />

Le pubblicazioni (libri e paper) dell’intervallo temporale 2005-2001 sono quelle relative al<br />

periodo dell’assegno.<br />

13. Libri e monografie<br />

2005 G. Fancello<br />

“Distribuzione commerciale e trasporti in Italia – Metodo e manuale per le previsioni <strong>di</strong><br />

mobilità” ISBN 88-464-6162- 2, Franco Angeli, Milano, pp.340.<br />

2004 P. Fadda, G. Fancello, S. Loi, L. Piludu, F. Sulis<br />

“Ottimizzazione dal punto <strong>di</strong> vista dei fattori umani dell’interfaccia operatore/terminale in un<br />

sistema <strong>di</strong> gestione delle emergenze in mare”<br />

Progetto STIMA (LEM – Min. Infrastrutture) – E<strong>di</strong>zioni Debatte, Livorno, pp.112<br />

2002 in P. Fadda “Concezione dei progetti <strong>di</strong> trasporto in ambiente sistemico” ISBN 88-498-<br />

0364-8, Rubbettino E<strong>di</strong>tore, Soveria Mannelli (Catanzaro), pp.928<br />

- P. Fadda, G. Fancello, R. Sundas “L’approccio sistemico. La scienza e la teoria dei<br />

sistemi” 71-102;<br />

- P. Fadda, G. Fancello, R. Sundas “L’approccio sistemico. Il pensiero sistemico in<br />

ingegneria” 103-208;<br />

- P. Fadda, G. Fancello “La relazione fra uso del suolo e trasporti. I modelli <strong>di</strong><br />

microemissione ” 277-307;<br />

- P. Fadda, G. Fancello “La relazione fra trasporti ed ambiente. Procedure aggregate <strong>di</strong><br />

analisi: cenni sul calcolo <strong>degli</strong> effetti” 456-492.<br />

- P. Fadda, G. Fancello, M. Coghe “Il processo decisionale politico” 770-785.<br />

- P. Fadda, G. Fancello, M. Coghe“Il problema della valutazione e della scelta <strong>degli</strong><br />

investimenti” 786-796.<br />

- P. Fadda, G. Fancello, M. Coghe “L’analisi multicriteri” 800-835.<br />

14. Paper<br />

2004 P. Fadda, G. Fancello<br />

“An experimental evaluation of the variables “accessibility” and “quality” of service<br />

provided by the transport system in planning all inclusive holiday packages” - European<br />

Transport Conference 2004 – Strasburgo 4-6 ottobre 2004<br />

2004 P. Fadda, G. Fancello, S. Secci<br />

“Il Sistema informativo integrato sui trasporti” in D’Elia S., Festa D.C. (a cura <strong>di</strong>)<br />

“L’innovazione tecnologica e dei sistemi gestionali per lo sviluppo dei trasporti” Interreg IIIB -<br />

Trasporti – Progetto ACE – Centro E<strong>di</strong>toriale librario <strong>Università</strong> della Calabria, Rende(CS) –<br />

ISBN 88-7458-018-5, p.208-230.<br />

2004 P. Fadda, G. Fancello, F. Sollai<br />

“Una valutazione sperimentale della variabile affidabilità nella definizione della funzione<br />

costo del trasporto delle merci” – Convegno Nazionale e Seminario Scientifico SIDT 2004<br />

“Limiti e prospettive <strong>di</strong> sviluppo del trasporto ferroviario” Roma 23-24 settembre 2004<br />

2004 G. Fancello, S. Secci, S. Loi, P. Fadda<br />

“Analisi <strong>di</strong> impatto da traffico delle gran<strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta: una proposta <strong>di</strong> linee<br />

guida” in “Conoscenza, Innovazione e Sviluppo Territoriale” Atti della XXV Conferenza Italiana<br />

<strong>di</strong> Scienze Regionali – Novara 6-8 Ottobre 2004 – ISBN 88-87788-05-7.<br />

2004 G.Fancello, N.Stamatia<strong>di</strong>s, E.Pani, P.Fadda<br />

“A multi<strong>di</strong>mensional analysis of driving behavior of older drivers in United States and Italy” –<br />

(sottoposta ad una rivista americana per valutazione).<br />

2004 G. Fancello<br />

“Analisi sperimentale <strong>degli</strong> incidenti causati da guidatori anziani: un approccio<br />

multi<strong>di</strong>mensionale”, Ingegneria Ferroviaria, 59(1), 47-56.<br />

2003 G. Fancello, E. Pani, P. Fadda<br />

“Road safety on elderly drivers: an experimental human factors analysis” XXII nd PIARC<br />

World Road Congress, Durban 19-25 October (su cd, memoria depositata).<br />

2003 G. Fancello, F. Sollai<br />

“La complessità dei trasporti – Dall’approccio monosettoriale a quello multi<strong>di</strong>sciplinare”<br />

Terra, Mare, Cielo, 53, 18-26.<br />

2002 G. Fancello, S. Loi, S. Capasso, P. Fadda<br />

“Container handling operator safety and training: analysis of data from crane operator<br />

training simulator” in A.G. Bruzzone, Y. Merkuryev, R. Mosca (eds) “Harbour, Maritime &<br />

Multimodal Logistics Modelling and Simulation International Conference Procee<strong>di</strong>ngs –<br />

Bergeggi (I) 3-5 October”, Genoa (I) ISBN 88-900732-9-2, 84-93.<br />

2002 G. Fancello, P. Fadda, S. Loi<br />

“Container handling in docks: safety and human factors” in R.J. Cox (eds) “30th PIANC-<br />

AIPCN Congress Procee<strong>di</strong>ngs - Sydney (Australia) 23-26 September” ISBN 1877040-096-<br />

S8D1 P123 - 1484-1494.<br />

2002 G. Fancello, P. Fadda<br />

“Shopping centre traffic impact: a traffic forecasting model for me<strong>di</strong>um-sized towns in Italy” in<br />

K.C.P. Wang, G. Xiao, L.Nie, H. Yang (eds) “Traffic and Transportation Stu<strong>di</strong>es –<br />

Procee<strong>di</strong>ngs of ICTTS ‘02”, American Society of Civil Engineers (ASCE), Reston (USA)<br />

ISBN 0-7844-0630-8 - vol.1, 650-657.<br />

2001 P. Fadda, G. Fancello<br />

“Maritime transport safety: critical state of the art review” – in J.Olivella Puig, R. Rodriguez-<br />

Martos Dauer, R. Gonzalez Blanco. J.M. Mallofré (eds) “Maritime Transport 2001<br />

Procee<strong>di</strong>ngs”, ISBN 84-7653-796-4, 373-385.<br />

1998 P.Fadda, G.Fancello<br />

“A methodology and a proposal for retail trip attraction model” in C. Borrego, L. Sucharov<br />

(eds) “Urban Transport and the Environment for the 21st Century IV” ISBN 1-85312-5970<br />

Computational Mechanics Publications WIT Press, Southampton, 169-178.<br />

1998 P.Fadda, G.Fancello, G.Lanzara<br />

“Collective urban transport system “high density grid”: compatibility of transport system<br />

with pedestrianization and quality of urban land-use” in Z. Yang, K.C.P. Wang, B. Mao (eds)<br />

“Traffic and Transportation Stu<strong>di</strong>es – Procee<strong>di</strong>ngs of ICTTS ’98”, ISBN 0-7844-0352-X,<br />

American Society of Civil Engineers (ASCE) USA, 581-590.<br />

1998 P.Fadda, G.Fancello<br />

“Le limitazioni della normativa dei Piani Urbani <strong>di</strong> Traffico: definizione <strong>di</strong> linee guida per<br />

ambiti conurbati” in M. De Luca V. Astarita (a cura <strong>di</strong>) “I Piani Urbani del Traffico”, ISBN 88-<br />

464-0883-7, Franco Angeli, Milano, 109-120.<br />

1997 P.Fadda, G.Fancello<br />

“La mobilità attratta da generatori <strong>di</strong> tipo commerciale: la definizione <strong>di</strong> una metodologia<br />

per il caso italiano” in S.Amoroso A Crotti (a cura <strong>di</strong>) “Il trasporto pubblico nei sistemi urbani e<br />

metropolitani”, ISBN 88-464-0252-9, Franco Angeli, Milano, 45-64.


1997 P.Fadda, I.Meloni, E.Cherchi, G.Fancello<br />

“Un sistema <strong>di</strong> supporto alle decisioni per la pianificazione dei sistemi <strong>di</strong> trasporto<br />

a scala regionale” in S.Amoroso A Crotti (a cura <strong>di</strong>) “Il trasporto pubblico nei sistemi<br />

urbani e metropolitani”,ISBN 88-464-0252-9, Franco Angeli, Milano, 508-532.<br />

1997 P.Fadda, G.Fancello<br />

“Gli effetti dell’apertura <strong>di</strong> un ipermercato su una porzione del centro storico <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>” Seminario 1997 S.I.D.T. Bologna, Giugno 1997 (atti non pubblicati).<br />

1997 P.Fadda, G.Fancello<br />

“Vecchi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasporto per le città del futuro” Seminario 1997 S.I.D.T. Bologna,<br />

Giugno 1997 (atti non pubblicati).<br />

1996 P.Fadda, G.Fancello<br />

“Choice factor analysis in food shopping travel behaviour” in J.M. Baldasano Recio,<br />

L.J. Sucharov (eds) “Urban Transport and the Environment II” ISBN 1-85312-451-6<br />

Computational Mechanics Publications, Southampton,. 481-491.<br />

1996 P.Fadda, G.Fancello<br />

“Il nuovo in<strong>di</strong>rizzo della pianificazione del trasporto delle merci” Il Forum del Trasporto<br />

Merci – Some<strong>di</strong>a, Milano (memoria pubblicata).<br />

1995 P.Fadda, G.Fancello, F.Sulis<br />

"Stu<strong>di</strong>o dell'impatto sulla mobilità e il territorio dei generatori <strong>di</strong> tipo commerciale"<br />

in P.Fadda e I. Meloni (a cura <strong>di</strong>) "Metodologie ed applicazioni per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei<br />

trasporti: esempi per l'area metropolitana <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>" E<strong>di</strong>zioni LithosGrafiche, <strong>Cagliari</strong>,<br />

31-43.<br />

1995 P.Fadda, I.Meloni, E.Cherchi, G.Fancello<br />

“A Decision Support System for supply policy realization on Sar<strong>di</strong>nia transport<br />

framework”-3rd International Congress “Energy, Environment and Technological<br />

Innovations” Caracas, 6-11 November (memoria pubblicata).<br />

1995 P.Fadda, I.Meloni, E.Cherchi, G.Fancello<br />

“A model of the transport system on a regional scale” in R. Wyatt, H. Hossain<br />

(eds) “Procee<strong>di</strong>ngs of IV International Conference on Computers in Urban Planning and<br />

Urban “Management” ISBN 0-7325-1200-X, Department of Geography and<br />

Environmental Stu<strong>di</strong>es, University of Melbourne, Parkville,.245-254.<br />

1995 P.Fadda, G.Fancello<br />

“Disaggregation level and variables choice in retail trips: comparison between Italy<br />

and England” in L.J. Sucharov “Urban Transport and the Environment for the 21st<br />

Century” ISBN 1-85312-323-4 Computational Mechanics Publications, Southampton,<br />

375-383.<br />

1994 G.Fancello, F.Sulis<br />

“Localizzazione <strong>degli</strong> attrattori commerciali e mobilità generata: alcune in<strong>di</strong>cazioni<br />

sperimentali” - 41° Convegno Internazionale delle Comunicazioni “Città anni 90:<br />

Comunicazioni, Trasporti e Informazione nell'area metropolitana” Genova, 9-11<br />

Novembre (atti non pubblicati- memoria depositata)<br />

1994 V.Cossu, P.Fadda, G.Fancello, F.Sulis, S.Tagliagambe, M.Vargiu<br />

“Il ruolo dei trasporti nella programmazione del Mezzogiorno – Area <strong>di</strong> Nuoro” in<br />

E.Borgia e A.Cappelli (a cura <strong>di</strong>) “Il ruolo dei trasporti nella programmazione del<br />

Mezzogiorno” ISBN 88-204-8167-7 Franco Angeli, Milano, 516-561.<br />

1993 I.Meloni, E.Cherchi, G.Fancello, F.Sulis<br />

“Specificazione delle variabili significative nell'interpretazione del fenomeno della<br />

mobilità non sistematica” Atti della XIV Conferenza <strong>di</strong> Scienze Regionali, Bologna,<br />

1420-1434..<br />

1993 I.Meloni, E.Cherchi, G.Fancello, F.Sulis<br />

“La generazione – attrazione della mobilità: un approccio comportamentale agli<br />

spostamenti per motivo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o universitario “ XIV Conferenza <strong>di</strong> Scienze Regionali,<br />

Bologna,. 1270-1283.<br />

62


Assegnista: Angelo Frongia<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Chimiche<br />

ABSTRACT: Utilizzo <strong>di</strong> sistemi carbociclici tensionati per la sintesi <strong>di</strong> composti naturali<br />

Angela Maria Bernard, Angelo Frongia, Pier Paolo Piras, Francesco Secci, Marco Spiga<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Complesso Universitario <strong>di</strong><br />

Monserrato, S.S. 554, Bivio per Sestu, 1-09042 Monserrato, <strong>Cagliari</strong>.<br />

I composti ciclici a tre e a quattro membri sono oggetto <strong>di</strong> importanti <strong>stu<strong>di</strong></strong> in chimica<br />

organica, e richiamano molta attenzione sia dal punto <strong>di</strong> vista teorico che preparativo.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista preparativo, la sintesi <strong>di</strong> sistemi con un anello ciclopropanico o<br />

ciclobutanico è particolarmente importante, poiché molti composti con tali sistemi ciclici<br />

non solo sono presenti in natura, ma sono anche interme<strong>di</strong> chiave nella sintesi <strong>di</strong> altri<br />

derivati carbociclici ed eterociclici biologicamente importanti.<br />

Utilizzando derivati ciclopropanici opportunamente funzionalizzati, è stato possibile<br />

sintetizzare: il Gran<strong>di</strong>solo 2 , feromone <strong>di</strong> aggregazione sessuale maschile<br />

dell’Anthonomus Gran<strong>di</strong>s; il Fragranolo 2 , che viene ottenuto per estrazione delle ra<strong>di</strong>ci<br />

della Artemisia Fragrans; la Muricatacina 1 ; la Capsorubina etc.<br />

1) Unexpected Stereochemistry in the Lithium Salts Catalyzed Ring Expansion of<br />

1<br />

(+)-gran<strong>di</strong>solo<br />

OH<br />

Nonracemic Oxaspiropentanes. Formal Synthesis of (-)-(4R,5R)-Muricatacin and the<br />

pheromone (R)-Japonilure. A. M. Bernard, A. Frongia, P.P. Piras and F. Secci. Org.<br />

Lett. 2003, 5, 2923.<br />

2) Stereospecific palla<strong>di</strong>um(0)-catalyzed reduction of 2-Cyclobutylidenepropyl Esters. A<br />

versatile preparation of <strong>di</strong>astereomeric monoterpenoids: (±)- Fragranol and (±)-<br />

Gran<strong>di</strong>sol. A.M.Bernard, A. Frongia, F. Secci, G. Delogu, J. Ollivier, P.P.Piras and J.<br />

Salaun. Tetrahedron, 2003, 9433.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Le ricerche del Dott. Angelo Frongia sono tutte <strong>di</strong> Chimica Organica e <strong>di</strong> carattere<br />

sperimentale, eseguite presso il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, in collaborazione col gruppo <strong>di</strong> Chimica Organica del suddetto <strong>di</strong>partimento e<br />

col gruppo <strong>di</strong> ricerca del Dott. J. Salaun del CNRS dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Paris-sud.<br />

Durante il periodo dell’assegno il Dott. Angelo Frongia si è interessato <strong>di</strong> alcuni aspetti<br />

della chimica <strong>di</strong> sistemi tensionati quali ciclopropani e ciclobutani. In particolare la sua<br />

ricerca può considerarsi articolata nella seguente maniera: a) <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> nuovi meto<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

sintesi <strong>di</strong> alchilideneciclopropani, che costituiscono una famiglia particolarmente reattiva<br />

e versatile all’interno della già vasta famiglia dei ciclopropani; b) uso <strong>di</strong> derivati<br />

ciclopropanici, opportunamente sostituiti, per la sintesi <strong>di</strong> nuovi sistemi carbociclici ed<br />

eterociclici; c) sintesi <strong>di</strong> derivati naturali, biologicamente attivi, utilizzando derivati<br />

ciclopropanici.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

2<br />

fragranolo<br />

OH OH<br />

1) One pot synthesis of cyclobutanols by ring expansion of oxaspiropentanes<br />

induced by Grignard reagents. A.M.Bernard, C. Floris, A. Frongia, P.P.Piras Synlett,<br />

1998, 668.<br />

2) Synthesis of tertiary cyclobutanols through stereoselective ring expansion of<br />

oxaspiropentanes induced by Grignard reagents. A.M.Bernard, C.Floris, A.Frongia,<br />

P.P.Piras Tetrahedron, 2000, 56, 4555.<br />

3) The First Facile Synthesis of Some 1,2a,3,8b-Tetrahydro-2H-<br />

Cyclobuta[c]Chromenes Through Intramolecular Alkilation of an Aromatic Ring by a<br />

Cyclobutanone. A.M.Bernard, C. Floris, A. Frongia, P.P.Piras Synlett, 796, 2002.<br />

4) Sinthesis of New Heterocycles through a Cation- Driven Tandem Ring-<br />

Enlargement- Annulation reaction. A.M.Bernard, E. Cadoni, A. Frongia, P.P.Piras<br />

and F. Secci. Org. Lett. 2002, 4, 15, 2565 .<br />

5) A new entry to alkylidenecyclopropanes through a Ramberg-Backlund<br />

rearrangement of cyclopropylsulfones. A. M. Bernard, A. Frongia, P. P. Piras.<br />

Synth.Commun. 2003, 33, 801-817.<br />

6) Unexpected Stereochemistry in the Lithium Salts Catalyzed Ring Expansion of<br />

Nonracemic Oxaspiropentanes. Formal Synthesis of (-)-(4R,5R)-Muricatacin and the<br />

pheromone (R)-Japonilure. A. M. Bernard, A. Frongia, P.P. Piras and F. Secci. Org.<br />

Lett. 2003, 5, 2923.<br />

7) Stereospecific palla<strong>di</strong>um(0)-catalyzed reduction of 2-Cyclobutylidenepropyl Esters. A<br />

versatile preparation of <strong>di</strong>astereomeric monoterpenoids: (±)- Fragranol and (±)-<br />

Gran<strong>di</strong>sol. A.M.Bernard, A. Frongia, F. Secci, G. Delogu, J. Ollivier, P.P.Piras and J.<br />

Salaun. Tetrahedron, 2003, 9433.<br />

8) Use of cyclobutyl derivatives as interme<strong>di</strong>ates in the synthesis of 1,2,3,8b-<br />

tetrahidro-2H-cyclobuta[c]chromenes. A..M. Bernard, C. Floris, A. Frongia, P.P.Piras<br />

and F. Secci. Tetrahedron, 2004, 449.<br />

9) A New Synthesis of Alkylidenecyclopropanes by Using the Julia-Lythgoe Olefination.<br />

Angela M. Bernard, Angelo Frongia, Pier Paolo Piras, Francesco Secci. Synlett 2004,<br />

1064.<br />

3<br />

O<br />

O<br />

OH<br />

4 C11H23 muricatacina<br />

63


Assegnista: Maria Elena Ghiani<br />

Struttura: Dip. Biologia Sperimentale Sez. <strong>di</strong><br />

Antropologia<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o genetico, genealogico e demografico <strong>di</strong> un villaggio (Escalaplano)<br />

attraverso l’analisi <strong>di</strong> alcuni STRs del cromosoma Y e i registri parrocchiali<br />

Saba G.**, Del Zompo M.**, Squassina A.**,Severino G.**, Serio S.**, Calò CM.*, Vona<br />

G.*, Ghiani ME.*<br />

*Sezione <strong>di</strong> antropologia Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Sperimentale, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

** Sezione <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze Dipartimento <strong>di</strong><br />

Neuroscienze, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

La popolazione della Sardegna e i suoi villaggi, per la peculiarità della struttura<br />

genetica e dell’isolamento, sono stati spesso utilizzati per il mappaggio <strong>di</strong> geni coinvolti<br />

nelle malattie multifattoriali. La popolazione sarda è caratterizzata da un’alta variabilità<br />

dovuta: a) barriere geografiche e culturali; b) alto tasso <strong>di</strong> consanguineità; c) presenza<br />

della malaria che ha esercitato una forte pressione selettiva. L’identificazione <strong>degli</strong><br />

isolati in Sardegna sarebbe <strong>di</strong> grande utilità per la <strong>di</strong>scriminazione tra un’identità<br />

genetica casuale e una vera identità per <strong>di</strong>scendenza nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> loci coinvolti in<br />

malattie complesse. Allo scopo <strong>di</strong> stimare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una popolazione dell’interno<br />

della Sardegna (Escalaplano) per futuri <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> linkage <strong>di</strong>sequilibrium su malattie<br />

complesse, abbiamo raccolto dati <strong>di</strong> tipo genetico, storico e demografico.<br />

Per stabilire l’ipotetica omogeneità genetica della popolazione o<strong>di</strong>erna <strong>di</strong> Escalaplano<br />

abbiamo effettuato un’analisi genetica e filogenetica sulla base <strong>degli</strong> aplotipi dei<br />

microsatelliti del cromosoma Y.<br />

Dall'analisi dell'albero filogenetico (NMJ) costruito sugli aplotipi risultanti dai campioni<br />

analizzati sono emersi due <strong>di</strong>versi cluster <strong>di</strong>stinti da molti passi <strong>di</strong> mutazione l’uno<br />

dall’altro. Il che ci fa presupporre che <strong>di</strong>scendano da antenati non comuni. Osservando<br />

l’albero genealogico <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui utilizzati per l’analisi genetica, è apparso che i<br />

soggetti che nella loro genealogia hanno antenati sempre <strong>di</strong> Escalaplano si trovano<br />

clusterizzati su una parte ben <strong>di</strong>fferenziata dell’albero filogenetico, mentre nell’altro<br />

cluster del NMJ sono raccolti in<strong>di</strong>vidui che hanno presentato nella loro genealogia<br />

antenati provenienti da altri villaggi, in ogni caso <strong>di</strong>stanti non più <strong>di</strong> 30 chilometri da<br />

Escalaplano.<br />

Attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei registri ecclesiastici matrimoniali, oltre ai normali parametri che<br />

è possibile ricavare, quali l'endogamia e l'inincrocio, in questo lavoro è stata ricostruita<br />

anche la storia genealogica della popolazione <strong>di</strong> Escalaplano utilizzando solamente i<br />

registri <strong>di</strong> matrimonio.<br />

La popolazione è caratterizzata da un'alto tasso <strong>di</strong> endogamia unito, contrariamente a<br />

quanto era possibile attendersi, ad una bassa consanguineità. Questi dati sono<br />

probabilmente da porre in relazione con la <strong>di</strong>mensione demografica del villaggio. I<br />

risultati congiunti genealogici e genetici ottenuti hanno permesso <strong>di</strong> evidenziare una<br />

omogeneità genetica del campione.<br />

ABSTRACT: Struttura genetica delle popolazioni del Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale<br />

attraverso l’analisi <strong>degli</strong> aplotipi del cromosoma Y<br />

Ghiani ME*, Vona G.*<br />

*Sezione <strong>di</strong> antropologia Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Sperimentale, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

Gli eventi preistorici che hanno portato alla formazione delle popolazioni attuali trovano<br />

interessanti informazioni negli <strong>stu<strong>di</strong></strong> genetici. Questi <strong>stu<strong>di</strong></strong> si avvalgono dell’analisi del<br />

DNA: sia a ere<strong>di</strong>tà biparentale, che viene trasmesso alla generazione successiva da<br />

entrambi i genitori, che a ere<strong>di</strong>tà uniparentale, che vengono trasmessi da uno solo dei<br />

due genitori. Questi ultimi sono rappresentati dal DNA del cromosoma Y, che viene<br />

trasmesso dal padre ai figli maschi, e dal DNA mitocondriale, che è trasmesso solo per<br />

via materna. La variazione del DNA a ere<strong>di</strong>tà uniparentale è dovuta solo alle mutazioni<br />

che si sono accumulate sequenzialmente durante e dopo il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione<br />

umana nelle varie aree geografiche, determinando linee maschili e femminili <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scendenza da singoli DNA ancestrali<br />

Nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle popolazioni moderne, potendo analizzare separatamente i<br />

cambiamenti avvenuti nella linea femminile (mtDNA) da quelli avvenuti nella linea<br />

maschile (cromosoma Y), sarà possibile non solo stabilire il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>versità fra<br />

popolazioni, ma eventualmente datarne il tempo <strong>di</strong> separazione dall’antenato comune.<br />

Sarà anche possibile rintracciare più chiaramente segni <strong>di</strong> passate migrazioni e<br />

colonizzazioni e far luce su particolari della storia demografica e delle abitu<strong>di</strong>ni sociali<br />

<strong>di</strong> una popolazione. Le proprietà uniche dei microsatelliti associate alla peculiare<br />

modalità <strong>di</strong> trasmissione della zona non ricombinante del cromosoma Y (NRPY),<br />

rendono questa unione uno strumento utilissimo per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della composizione<br />

genetica delle popolazioni e dei meccanismi con i quali le popolazioni si evolvono.<br />

Le complesse vicende storiche e culturali che le popolazioni della Sardegna, Corsica e<br />

Sicilia hanno vissuto nonché l’isolamento geografico che le caratterizzata, ci hanno<br />

stimolato nel tentare <strong>di</strong> chiarire la storia biologica <strong>di</strong> queste popolazioni, spesso<br />

intricata e complessa.<br />

Su queste popolazioni sono state condotte molte indagini genetiche, la maggior<br />

parte delle quali sui marcatori classici, ma recentemente anche su marcatori del DNA<br />

autosomici e del DNA mitocondriale. In questo lavoro ci proponiamo, attraverso l’analisi<br />

dei microsatelliti della NRPY, <strong>di</strong> contribuire all’incremento della conoscenza della<br />

variazione genetica interna delle popolazioni abitanti queste tre isole e le relazioni che<br />

esse hanno e che hanno avuto con altre popolazioni del Me<strong>di</strong>terraneo e dell’Europa.<br />

Dall’analisi interna delle tre isole è emersa una eterogeneità interna che le caratterizza<br />

e in particolare <strong>di</strong>stingue il nord-est dal sud-est della Sicilia; il nord della Sardegna dal<br />

centro e dal sud; e il nord e il sud della Corsica separato da una barriera genetica.<br />

La Sardegna mostra una <strong>di</strong>fferenziazione genetica dalle altre popolazioni del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo e dell’Europa dovuta a fenomeni <strong>di</strong> deriva genetica e effetto fondatore,<br />

ma mostra un certo grado <strong>di</strong> affinità con la popolazione del sud Corsica, riaffermando<br />

osservazioni <strong>di</strong> precedenti lavori. La parte nord e centro Corsica e la Sicilia sonoi<br />

spesso associate ad altre popolazioni dell’Italia continentale. La Sicilia con<strong>di</strong>vide alcuni<br />

aplotipi tipici delle popolazioni Nord Africane confermando il contributo genetico che le<br />

popolazioni Berbere hanno lasciato durante la loro espansione nel Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

La Dott.ssa Ghiani Maria Elena è titolare dell’Assegno <strong>di</strong> Ricerca dal 01/01/02, facente<br />

parte del progetto dal titolo: ”Toponimi e genetica molecolare nelle popolazioni delle tre<br />

65<br />

maggiori isole del Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale: Sardegna, Sicilia e Corsica” sotto la tutela del<br />

Prof. G. Vona.<br />

La sua attività <strong>di</strong> Ricerca è centrata particolarmente sullo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> microsatelliti (STRs) della<br />

zona non ricombinante del cromosoma Y (NPRY) <strong>di</strong> popolazioni del Me<strong>di</strong>terraneo (per es.:<br />

Sardegna, Sicilia, Corsica, Baleari, Turchia). L’importanza <strong>di</strong> questo lavoro, è quella <strong>di</strong><br />

implementare le conoscenze genetiche delle popolazioni del Me<strong>di</strong>terraneo e non solo, ed<br />

eventualmente <strong>di</strong> verificare sia la struttura genetica interna a ciascuna <strong>di</strong> esse sia le possibili<br />

relazioni fra loro, attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> STRs della NRPY, che si sono <strong>di</strong>mostrati <strong>di</strong><br />

rilevante importanza nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o molecolare dell’evoluzione umana e della <strong>di</strong>scriminazione <strong>di</strong><br />

popolazioni vicine, lo scopo <strong>di</strong> questo lavoro è anche quello <strong>di</strong> implementare le conoscenze<br />

sul popolamento europeo. Le particolari caratteristiche che conferiscono agli STRs della<br />

NRPY, <strong>di</strong> essere un potente mezzo nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell’evoluzione dell’uomo e nell’analisi delle<br />

sue migrazioni, per gli stessi motivi lo rendono estremamente utile negli <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

forense e nei test <strong>di</strong> paternità.<br />

All’interno <strong>di</strong> una collaborazione fra il nostro laboratorio e il Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Animale e<br />

dell’Uomo dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Barcellona ha analizzato la struttura genetica, attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

<strong>di</strong> 9 STRs del cromosoma Y, <strong>di</strong> un campione <strong>di</strong> soggetti in<strong>di</strong>geni, proveniente dall’Isola <strong>di</strong><br />

Pasqua (Oceano Pacifico) e ha cooperato all’analisi molecolare delle popolazioni del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo attraverso 11 inserzioni Alu.<br />

Collabora al progetto MIUR PRIN, ex 40% (2004): Evoluzione dei caratteri biodemografici<br />

delle reclute sarde nel corso <strong>di</strong> un secolo: 1880-1980.<br />

Nell’ambito della sua attività <strong>di</strong> ricerca, pubblica articoli scientifici nelle più autorevoli riviste<br />

internazionali. Partecipa a congressi nazionali e internazionali, durante i quali ha ricevuto dei<br />

riconoscimenti per i lavori presentati: vincita del premio per il miglior poster al XIII Congresso<br />

dell’Associazione Antropologica Europea; vincita <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> viaggio (biglietto aereo, vitto,<br />

alloggio e iscrizione al congresso) per la partecipazione al XIX Congresso Internazionale <strong>di</strong><br />

Genetica svoltosi a Melbourne (Australia).<br />

Partecipa a progetti <strong>di</strong> rilevante interesse nazionale ed internazionale (MIUR, Progetti<br />

INTERREG, Azione Integrata Italia-Spagna) e alle attività <strong>di</strong>dattiche del Laboratorio <strong>di</strong><br />

Biologia delle Popolazioni Umane. Collabora attivamente con <strong>Università</strong> straniere: <strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> Barcellona (Spagna), <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Corte (Francia), La Trobe University (Melbourne,<br />

Australia) oltre che Italiane.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Genetic structure of western Sicily. Int. J. of Anthrop., 13, 2: 137-147, 1998<br />

(Vona G., Calò C.M., Autuori L., Mameli G.E., Lixi M.F., Ghiani M.E., Di<br />

Gaetano C.). (Florence, Italy)<br />

2. An investigation on the genetic structure of the Corsican population. In: La<br />

Corsica: aspetti antropologici. Antropologia Contemporanea. Ed. Varesi L. e<br />

Vona G. (Vona G., Ghiani ME., Mameli G.E.)<br />

3. Estrucutra genetica de la Isla de Cerdena: <strong>di</strong>stribucion de 14 polimorfismos en<br />

57 localidades insulares. Investigationes en Bio<strong>di</strong>versidad Humana pp.823-829<br />

E<strong>di</strong>cion a cargo de Tito A. Varela. (Vona G., Mameli G.E., Succa V., Latini V.,<br />

Vacca L., Ghiani M.E., Calò C.M., Lopez A., Moral P.)<br />

4. Distribucion del polimorfismo de las ApoE y del haplotipo ApoE-CI-CII en la<br />

poblacion sarda Investigationes en Bio<strong>di</strong>versidad Humana pp.687-693. E<strong>di</strong>cion<br />

a cargo de Tito A. Varela. (Calò C.M., Moral P., Mameli G.E., Ghiani M.E., Vona<br />

G.)<br />

5. Genetic Structure of Sicily: A Review, Biennial Book of EAA, 2000, vol. 1:69-84,<br />

C. Susanne and E. Bodzsar Ed., Eotvos University Press Budapest (Vona G.,<br />

Chiarelli B., Ghiani M.E. and Sineo L.)<br />

6. Mithocondrial DNA sequence analysis in Sicily. Am.J. Hum. Biol. 2001, 13: 576-<br />

589 (Vona G., Ghiani M.E., Calò C.M., Memmì M., Varesi L.)<br />

7. New data on the genetic structure of the population of Sicily: Analysis of<br />

Alia population (Palermo, Italy). Am.J.Hum.Biol. 2002, 14:289-299 (Ghiani<br />

M.E., Calò C.M.,Autuori L., Mameli G.E., Succa V., Vacca L., Cerutti N.,<br />

Rabino Massa E., Vona G.)<br />

8. Distribution of the ApoE polymorphism and ApoE-ApoCI-ApoCII haplotype<br />

in the Sar<strong>di</strong>nian population. Rivista <strong>di</strong> Antropologia (Calò M.C., Ghiani<br />

M.E., Mameli G.E., Vacca L., Moral P., Memmì M., Varesi L., Vona G.)<br />

9. The genetic structure of the Corsican population: new data. Actes du<br />

Congrès Environnement et identité en Mé<strong>di</strong>terranée, Corte (France) 13-16<br />

Juin 2000. (Vona G., Mameli G.E., Vacca L., Memmì M., Varesi L., Ghiani<br />

M.E.)<br />

10. Apolipoprotein polymorphisms in Corsican and Sar<strong>di</strong>nian Populations.<br />

Actes du Congrès Environnement et identité en Mé<strong>di</strong>terranée, Corte<br />

(France) 13-16 Juin 2000 (Calò C.M., Ghiani M.E., Memmì M. Varesi L., Vona<br />

G.)<br />

11. Microsatelliti del cromosoma Y nel Me<strong>di</strong>terraneo. Processi microevolutivi<br />

nelle popolazioni umane. Monserrato-<strong>Cagliari</strong> Cittadella Universitaria 12-13<br />

Ottobre 2001 (Ghiani M.E)<br />

12. Genetic structure of the Corsican population (France): A Review. Recent<br />

Res Devel Hu Genet. 2002, 1: 147-164; ISBN:81-7736-107-4 (Vona G.,<br />

Memmì M, Calò MC, Latini V, Vacca L, Succa V, Ghiani ME, Moral P, Varesi<br />

L.)<br />

13. Y-Crhomosome-Specific Microsatellite Variation in a population sample<br />

from Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Coll.Antropol. 26 (2): 387-401 (Ghiani M.E., Vona G.)<br />

14. Sardegna: lingua e geni. Sardegna antica, 2002. 22:4-7 (Ghiani M.E., Vona<br />

G.)<br />

15. Alia: alcune considerazioni <strong>di</strong> antropologia molecolare. Alia antropologia<br />

<strong>di</strong> una comunità dell’entroterra siciliano 2002,43-50, ISBN 88-8453-036-9,<br />

Firenze University Press (Vona G., Ghiani M.E., Vacca L., Mameli G.E.,<br />

Succa V., Calò C.M.)<br />

16. Peopling of three Me<strong>di</strong>terranean islands (Corsica, Sar<strong>di</strong>nia and Sicily)<br />

inferred by Y-chromosome biallelic variability. Am J Phys Anthr, 2003. 121:<br />

279 (Francalacci P., Morelli L., Underhill P.A., Passarino G., Paoli G.,<br />

Tofanelli S., Calò C.M., Ghiani M.E., Varesi L., Memmi M., Vona G., Cavalli-<br />

Sforza L.L.)<br />

17. The Corsican population (France) and its genetic structure inferred by<br />

classical genetic markers. Am J Hum Bio, 2003. 15(2):151-63. (Vona G,<br />

Moral P, Memmì M, Ghiani ME, Varesi L)<br />

18. Genetic variability of 5 STRs Y-chromosome polymorphisms in Sicilian<br />

population (Italy). XII Congresso SEAB Bellaterra Barcellona (Spagna) 10-<br />

13 Luglio 2001 (Ghiani M.E., Latini V., Mitchell J., Vona G.)<br />

19. Y-Chromosome 10 locus STR haplotypes in a population sample from<br />

Sicily (Italy). Legal Me<strong>di</strong>cine (in press) (Ghiani M.E., Piras I.S., Mitchell R.J.,<br />

Vona G.)<br />

20. Differenziazione genetica della popolazione Corsa attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong><br />

STRs del cromosoma Y. Actes Congres Environment Et Identitè En


Me<strong>di</strong>terranee, Corte (Francia) 03-05 Luglio 2002,vol 2: 49-62 ( Ghiani<br />

ME, Varesi L, Memmì M, Vona G) (in press)<br />

21. Corsican population (France) and its genetic structure inferred by<br />

classic genetic markers and mtDNA. Actes Congres Environment Et<br />

Identitè En Me<strong>di</strong>terranee, Corte (Francia) 03-05 Luglio 2002, vol 2:<br />

63-76. (Vona G, Moral P., Calò MC, Vacca L., Falchi A., Ghiani M.E.,<br />

Memmì M. Varesi L.)<br />

22. Carloforte comunità alloglotta: struttura genetica attraverso l’analisi<br />

dei cognomi e dei marcatori genetici. Atti del congresso Irgoli 400<br />

anni <strong>di</strong> storia, Biodemografia e Genetica viste attraverso l’analisi dei<br />

cognomi, Irgoli (Nuoro) 11-12 marzo 2000. (Latini v., Calò C.M.,<br />

Mameli G.E., Ghiani M.E., Vona G.)<br />

23. Bimodal allele frequency <strong>di</strong>stribution at the Y-STR loci DYS392 and<br />

DYS438 in Corsica. Actes IV° Congres International Environment<br />

Identitè Me<strong>di</strong>terranee, Corte (Francia) 19-25 Luglio 2004 (Ghiani ME,<br />

Varesi L, Memmì M, Vona G)<br />

LAVORI IN CORSO DI STAMPA<br />

1. Migration and isolation effects on the Rapanui population (Easter<br />

Island) through the analysis of STRs on the Y chromosome.<br />

Molecular Phylogenetic and Evolution (in press) (Ghiani M.E., Moral<br />

P., Hernández M., Garcίa-Moro C., Vona G)<br />

2. Analisi molecolare delle popolazioni del Me<strong>di</strong>terraneo attraverso 11<br />

inserzioni Alu. Antropo (in press) (Calò CM, Piras IS, Moral P, Falchi<br />

A, Ghiani ME, Varesi L, Vona G.)<br />

ABSTRACT<br />

1. Estrucutra genetica de la Isla de Cerdena: <strong>di</strong>stribucion de 14<br />

polimorfismos en 57 localidades insulares. XI Congreso de la S.E.A.B.,<br />

Santiago de Compostela, 20 -24 Septiembre 1999 (Vona G., Mameli<br />

G.E., Succa V., Latini V., Vacca L., Ghiani M.E., Calò C.M., Lopez A.,<br />

Moral P.)<br />

2. Distribucion del polimorfismo de las ApoE y del haplotipo ApoE-CI-CII en<br />

la poblacion sarda XI Congreso de la S.E.A.B., Santiago de Compostela,<br />

20 -24 Septiembre 1999 (Calò C.M., Moral P., Mameli G.E., Ghiani M.E.,<br />

Vona G.).<br />

3. An investigation on the genetic strucuture of the Corsican population.<br />

Congrès Environnement et identité en Mé<strong>di</strong>terranée, Corte (France) 13-<br />

16 Juin 2000. (Varesi L., Memmì M., Mameli G.E., Succa V., Vacca L.,<br />

Ghiani M.E., Vona G.)<br />

4. Apoliprotein polymorphism in Corsican and Sar<strong>di</strong>nian populations.<br />

Congrès Environnement et identité en Mé<strong>di</strong>terranée, Corte (France) 13-<br />

16 Juin 2000. (Calo C.M., Varesi L., Memmì M., Ghiani M.E., Mameli<br />

G.E., Vona G. )<br />

5. Carloforte comunità alloglotta: struttura genetica attraverso l’analisi dei<br />

cognomi e dei marcatori genetici. Irgoli 400 anni <strong>di</strong> storia, Biodemografia<br />

e Genetica viste attraverso l’analisi dei cognomi, Irgoli (Nuoro) 11-12<br />

marzo 2000. (Latini V., Calò C.M., Mameli G.E., Ghiani M.E., Vona G.)<br />

6. Analysis of apolipoprotein genes in Sar<strong>di</strong>nian and Corsican populations.<br />

XII Congress of the European Anthropological Associaton, Cambridge 8-<br />

11 settembre 2000. (Calò C.M., Ghiani M.E., Memmì M., Varesi L., Vona<br />

G.)<br />

7. Genetic variability of 5 STRs Y-chromosome polymorphisms in Sicilian<br />

population (Italy). XII Congresso SEAB Bellaterra Barcellona (Spagna)<br />

10-13 Luglio 2001 (Ghiani M.E., Latini V., Mitchell J., Vona G.)<br />

8. Struttura genetica della popolazione <strong>di</strong> Alia (Palermo): Analisi <strong>di</strong> 8<br />

microsatelliti del cromosoma Y. XIV Congresso Degli Antropologi Italiani<br />

Cosenza 25-28 Settembre 2001 (Ghiani M.E., Mitchell J., Latini V., Calò<br />

C.M., Vacca L., Sineo L., Vona G.)<br />

9. Epidemics and their effects on population genetics in some<br />

Me<strong>di</strong>terranean Islands. III European Conference on Travel Me<strong>di</strong>cine<br />

Firenze 15-18 Maggio 2002 (Calò C.M., Ghiani M.E., Falchi A., Vacca<br />

L., Sanna E., Vona G.)<br />

10. Differenziazione genetica della popolazione Corsa attraverso lo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> STRs del cromosoma Y. Congres Environment Et Identitè<br />

En Me<strong>di</strong>terranee, Corte (Francia) 03-05 Luglio 2002. (Ghiani M.E.,<br />

Varesi L., Memmì M., Vona G.)<br />

11. Corsican population (France) and its genetic structure inferred by<br />

classic genetic markers and mtDNA. Congres Environment Et<br />

Identitè En Me<strong>di</strong>terranee, Corte (Francia) 03-05 Luglio 2002. (Vona G,<br />

Moral P., Calò MC, Vacca L., Falchi A., Ghiani M.E., Memmì M. Varesi<br />

L.)<br />

12. Y-Crhomosome-Specific Microsatellite Variation in a population<br />

sample from Sar<strong>di</strong>nia (Italy). XIII Congress of the European<br />

Anthropological Association, Zagreb (Croatia) 30 Agosto-3<br />

Settembre 2002. (Ghiani M.E., Vona G.)<br />

13. Sar<strong>di</strong>nia: a genetic isolate or a group od isolates? On the genetic<br />

homogeneity of Sar<strong>di</strong>nians. Genetics of complex and Isolated<br />

populations. Tortolì (Sardegna-Italia) 23-30 Maggio 2003. (Vona G.,<br />

Falchi A., Ghiani M.E., Vacca L., Calò C.)<br />

14. Migration and isolation effects on the Rapanui population (Easter<br />

Island) through the analysis of STRs on the Y chromosome. Pre-<br />

Session of XV Congress of ICAES: Bio-cultural interactionsin the<br />

phenomenaof isolation and migration of the human populations.<br />

Ravenna (Italy) 4-7 luglio 2003. (Ghiani M.E., Vacca L., Hernàdez M.,<br />

Garcia-Moro C., Moral P., Vona G.)<br />

15. Evolution of matrimonial structure in some isolates of Sar<strong>di</strong>nia<br />

(Italy). Pre-Session of XV Congress of ICAES: Bio-cultural<br />

interactionsin the phenomenaof isolation and migration of the<br />

human populations. Ravenna (Italy) 4-7 luglio 2003. (Falchi A.,<br />

Ghiani M.E., Piras I.S., Vacca L., Vona G.)<br />

16. The human settlements of the Easter Island through the analysis of<br />

the STRs of Y chromosome. XIX International Congress of Genetics,<br />

Melbourne (Australia) 6-11 luglio 2003. (Ghiani M.E., Vona G.,<br />

Hernàdez M., Garcia-Moro C., Moral P.)<br />

17. Polimorfismi STR del cromosoma Y in una popolazione isolata:<br />

l’Isola <strong>di</strong> Pasqua. XV Congresso Associazione Antropologica Italiana<br />

66<br />

Chieti (Italia) 28-30 Settembre 2003. (Ghiani M.E., Hernandez M., Garcià-<br />

Moro C., Moral P., Vona G.)<br />

18. Analisi delle frequenze <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci inserzioni Alu nelle isole del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Occidentale. XV Congresso Associazione Antropologica Italiana Chieti<br />

(Italia) 28-30 Settembre 2003. (Calò C., Piras I., Vacca L., Ghiani<br />

M.E.,Gonzales-Perez E., Varesi L., Moral P., Vona G.)<br />

19. Analysis of genetic polymorphisms in elitè Sar<strong>di</strong>nian (Italy) athletes. 37th<br />

European Human Genetics Conference (EHGC) 7-10 Maggio 2005 Praga<br />

(Ghiani M.E., Calò C.M., Piras I.S.,Cireddu M.I., Massidda M., Vona G.)


Assegnista: Riccardo Guarino<br />

Struttura: Dip. Scienze Botaniche<br />

ABSTRACT: Contributo alla conoscenza della flora terofitica della Sardegna<br />

Riccardo Guarino & Luigi Mossa<br />

<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Botaniche, viale S. Ignazio da<br />

Laconi 13, I-09123 <strong>Cagliari</strong>.<br />

L’abbondanza <strong>di</strong> terofite contribuisce largamente al valore naturalistico della Sardegna.<br />

Molte delle specie annuali che compongono la flora dell’Isola possiedono inoltre un<br />

valore storico-culturale, poiché hanno seguito l’uomo nelle sue migrazioni e<br />

rispecchiano tutt’ora i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> utilizzo tra<strong>di</strong>zionale del territorio da parte dell’uomo.<br />

Lo sviluppo tecnologico agricolo-pastorale, ha infatti progressivamente incrementato<br />

numero e frequenza delle terofite presenti sull’isola.<br />

Attualmente le specie annuali abbondano in molteplici habitat della Sardegna e<br />

possiedono un ruolo ecologico <strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne, sia per la produzione <strong>di</strong> biomassa, sia<br />

per la protezione del suolo dall’erosione durante la stagione piovosa, in contesti ove le<br />

con<strong>di</strong>zioni ambientali non consentono una densa copertura da parte <strong>di</strong> specie perenni.<br />

Nel quadro <strong>di</strong> una ricerca finalizzata all’incremento delle conoscenze sulla flora e<br />

vegetazione effimera della Sardegna, viene presentata una check-list aggiornata delle<br />

terofite presenti sull’Isola, ottenuta integrando i dati bibliografici con i risultati <strong>di</strong> indagini<br />

condotte sul campo.<br />

Come dati <strong>di</strong> sintesi, verranno presentati <strong>di</strong>agrammi relativi a corologia, forme <strong>di</strong><br />

crescita, strategie <strong>di</strong> <strong>di</strong>sseminazione, periodo <strong>di</strong> fioritura e colorazioni antesiche delle<br />

specie annuali dell’Isola, sia in relazione alla flora nazionale, sia in relazione alle classi<br />

fitosociologiche Tuberarietea guttatae, Saginetea maritimae, Cakiletea maritimae,<br />

Thero-Suaedetea, Isoeto-Nanojuncetea, Polygono arenastri-Poetea annuae,<br />

Stellarietea me<strong>di</strong>ae.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Riccardo Guarino, sotto la guida del Prof. Luigi Mossa, del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Scienze Botaniche, ha da poco ultimato il terzo anno <strong>di</strong> fruizione <strong>di</strong> un assegno <strong>di</strong><br />

ricerca sul tema “La <strong>di</strong>versità terofitica come in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse culture e tra<strong>di</strong>zioni:<br />

uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o multi<strong>di</strong>sciplinare integrato delle variazioni nella vegetazione annuale della<br />

Sardegna in relazione ai cambiamenti nello sfruttamento delle risorse ambientali da<br />

parte dell’uomo”.<br />

L’attività svolta finora si è concentrata sul rilevamento della flora e vegetazione<br />

terofitica del territorio sardo, così come sulla messa a punto <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> statistici<br />

inferenziali per correlare le variazioni della vegetazione alle variabili ambientali che le<br />

determinano.<br />

Il rilevamento floristico ha consentito <strong>di</strong> pubblicare una check-list aggiornata<br />

sulla flora terofitica sarda, frutto dell’integrazione dei dati <strong>di</strong>sponibili in letteratura con<br />

quelli rilevati sul campo. Per consentire il costante aggiornamento delle conoscenze<br />

floristiche relative alla flora terofitica sarda, è in corso la realizzazione <strong>di</strong> un software,<br />

che oltre a contenere schede descrittive ed immagini relative alle specie presenti nella<br />

check-list suddetta, renderà agevole la determinazione dei campioni raccolti me<strong>di</strong>ante<br />

l’ausilio <strong>di</strong> innovative chiavi <strong>di</strong> determinazione politomiche. Questo strumento, infatti,<br />

vuole essere non solo un archivio <strong>di</strong> immagini e dati, ma anche uno strumento<br />

<strong>di</strong>dattico, utile per rendere meno ostico l’approccio con la classificazione delle piante<br />

superiori.<br />

Il rilevamento della vegetazione, condotto con metodo fitosociologico, ha<br />

consentito <strong>di</strong> rilevare innumerevoli tipologie la cui elaborazione, attualmente in corso, è<br />

svolta in collaborazione con il Prof. Salvatore Brullo, <strong>di</strong>rettore del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Botanica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Catania.<br />

Riguardo ai meto<strong>di</strong> statistici utili per l’analisi della vegetazione, sono stati ultimati<br />

due sottoprogetti relativi allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei micropattern spaziali osservabili all’interno delle<br />

comunità terofitiche ed all’in<strong>di</strong>cizzazione del valore funzionale delle fitocenosi in <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />

multi<strong>di</strong>sciplinari integrati. Il primo ha consentito <strong>di</strong> pubblicare due contributi: uno sul<br />

“Berichte der Reinhold-Tüxen Gesellschaft” ed uno su “Plant Ecology”. Il secondo ha<br />

consentito <strong>di</strong> pubblicare cinque contributi: quattro su “Stu<strong>di</strong> Trentini <strong>di</strong> Scienze Naturali<br />

– Acta Geologica” ed uno su “Quaderni <strong>di</strong> Geologia applicata”. Attualmente sono in<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o le possibilità <strong>di</strong> applicazione della statistica bayesiana in fitosociologia, al fine <strong>di</strong><br />

determinare i “cre<strong>di</strong>bility limits” dei syntaxa.<br />

Per dare maggiore visibilità alle osservazioni compiute, è stata organizzata in Sardegna<br />

l’escursione annuale dell’Institut für Geobotanik dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Hannover, svoltasi dal<br />

15 al 22 Maggio 2004. La ricerca in corso ha inoltre fornito numerosi temi che sono<br />

stati trattati nei corsi in “Me<strong>di</strong>terranean Ecosystems” e “Me<strong>di</strong>terranean Environmental<br />

Policy”, rivolti a studenti universitari americani ed organizzati presso il Me<strong>di</strong>terranean<br />

Centre For Arts and Sciences, un’istituzione fondata quattro anni fa a Siracusa ed<br />

affiliata alla Fairfield University.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

ARTICOLI SU RIVISTE E MONOGRAFIE SCIENTIFICHE<br />

R. GUARINO, 1995: Piante nuove o interessanti rinvenute lungo la sponda occidentale<br />

del lago <strong>di</strong> Garda. – Arch. Geobot. Vol. 1 (1): 71-75.<br />

S. BRULLO & R. GUARINO, 1998: The forest vegetation from the Garda lake. –<br />

Phytocoenologia 28(3): 319-355.<br />

S. BRULLO & R. GUARINO, 1999: Syntaxonomy of the Parietarietea judaicae class in<br />

Europe. – Annali <strong>di</strong> Botanica 54 (1): 109-146.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO & G. SIRACUSA, 1999: Revisione tassonomica delle querce<br />

caducifoglie della Sicilia. – Webbia 53 (2): 265-306.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO, P. MINISSALE, G. SIRACUSA & G. SPAMPINATO, 1999:<br />

Syntaxonomical analysis of the beech forests from Sicily. – Annali <strong>di</strong> Botanica<br />

56: 121-132.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO & G. RONSISVALLE, 2000: La vegetazione del litorale <strong>di</strong> Manfria,<br />

presso Gela (Sicilia), area soggetta a vincolo archeologico. – Archivio<br />

Geobotanico 4 (1): 91-107.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO & P. MINISSALE, 2000: Taxonomical and phytogeographycal<br />

remarks on Trifolium savianum Guss., a misappreciated species of the Italian<br />

flora. – Botanische Jahrbücher Syst. 122 (4): 469-480.<br />

67<br />

S. BRULLO & R. GUARINO, 2000: Contribution to the knowledge of flora and vegetation of Krissi<br />

islet (Crete, SE Me<strong>di</strong>terranean sea). – Flora Me<strong>di</strong>terranea 10: 265-282.<br />

R. GUARINO, 2001: Considerazioni sull'in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Mitrakos e proposta per una<br />

parametrizzazione dei fattori stazionali. – Ecologia Me<strong>di</strong>terranea 27 (1): 33-54.<br />

S. BRULLO & R. GUARINO, 2001: Festuca humifusa (Gramineae), a new species from Sicily. –<br />

Bocconea 13: 409-412.<br />

S. BRULLO, G. GIUSSO DEL GALDO & R. GUARINO 2001: “The orophilous communities of the<br />

Pino-Juniperetea class in the Central and Eastern Me<strong>di</strong>terranean area”. – Feddes<br />

Repertorium 112 (3-4): 261-308.<br />

S. PIGNATTI, P. BIANCO, G. FANELLI, R. GUARINO, J. PETERSEN & P. TESCAROLLO, 2001:<br />

Reliability and effectiveness of Ellenberg’s in<strong>di</strong>ces in checking flora and vegetation<br />

changes induced by climatic variations. – In: Walther J.R., Burga C.A., Edwards P.J.<br />

(eds.) “Fingerprints of climate changes: adapted behaviour and shifting species<br />

ranges”. Kluwer Academic / Plenum Publishers, New York & London, pp. 281-304.<br />

S. BRULLO & R. GUARINO, 2002: La classe Parietarietea judaicae Oberd. 1977 in Italia. –<br />

Fitosociologia 39 (1), Suppl. 2: 5-27.<br />

S. BRULLO, G. GIUSSO DEL GALDO & R. GUARINO, 2002: Phytosociological notes on the<br />

Lygeum spartum grasslands from Crete. – Lazaroa, 23: 65-72.<br />

A. ZUCCA, F. COMELLI, C. MICHELOTTI , R. GUARINO, M. DE AMICIS, G. CROSTA & A. ZANCHI,<br />

2003: Stu<strong>di</strong>o geoambientale dei Biotopi “Foci dell’Avisio”, “La Rupe” e “La<br />

Rocchetta” finalizzato alla Valutazione <strong>di</strong> Impatto Ambientale. – Stu<strong>di</strong> Trentini <strong>di</strong><br />

Scienze Naturali - Acta Geologica, 78: 119-131.<br />

F. COMELLI, R. GUARINO, M. DE AMICIS, D. ALKEMA & A. ZANCHI, 2003: Note illustrative alla<br />

carta geomorfologica e della vegetazione del conoide dell’Avisio. – Stu<strong>di</strong><br />

Trentini <strong>di</strong> Scienze Naturali - Acta Geologica, 78: 173-179.<br />

C. MICHELOTTI, R. GUARINO, M. DE AMICIS, D. ALKEMA & A. ZANCHI, 2003: Note illustrative<br />

alla carta geomorfologica e della vegetazione dell’area della Rupe. – Stu<strong>di</strong><br />

Trentini <strong>di</strong> Scienze Naturali - Acta Geologica, 78: 181-186.<br />

A. ZUCCA, R. GUARINO, M. DE AMICIS, D. ALKEMA & A. ZANCHI, 2003: Note illustrative alla<br />

carta geomorfologica e della vegetazione dell’area della Rocchetta. – Stu<strong>di</strong><br />

Trentini <strong>di</strong> Scienze Naturali - Acta Geologica, 78: 187-192.<br />

R. GUARINO & L. MOSSA, 2003: Plant-ant interaction in xerophilous ephemeral vegetation<br />

of S.E. Sar<strong>di</strong>nia. - Berichte der Reinhold Tüxen Gesellschaft, 15: 105-113.<br />

A. ZUCCA, G. CROSTA, M. DE AMICIS, F. DE FRANCESCH, R. GUARINO, A. MOLTRER & A.<br />

ZANCHI, 2004: Cartografia tematica geologica, geomorfologica e vegetazionale<br />

nella valutazione <strong>di</strong> impatto ambientale. Analisi del progetto della<br />

circonvallazione <strong>di</strong> Mezzolombardo (TN) e del suo imbocco nella Val <strong>di</strong> Non. –<br />

Quaderni <strong>di</strong> Geologia Applicata, 1 (2003): 159-186.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO, P. MINISSALE, F. SCELSI & G. SPAMPINATO, 2004: Contributo alla<br />

conoscenza della vegetazione forestale dell’Egeo. – Colloques<br />

Phytosociologiques 28: 401-466.<br />

R. GUARINO, FERRARIO E. & L. MOSSA, 2004: A stochastic model of seed <strong>di</strong>spersal pattern<br />

to essay the seed predation by ants in annual dry grasslands. – Plant Ecology<br />

(in stampa).<br />

G. BACCHETTA, BRULLO S., GIUSSO DEL GALDO G. & GUARINO R.: Indagine fitosociologica<br />

sulle praterie a Brachypo<strong>di</strong>um retusum (Pers.) Beauv. della Sardegna. –<br />

Parlatorea (in stampa).<br />

R. GUARINO & L. MOSSA: Floristic, phenological and chorological <strong>di</strong>fferences in the<br />

annual vegetation of Sar<strong>di</strong>nia. – Bocconea (in corso <strong>di</strong> revisione).<br />

S. BRULLO, G. GIUSSO DEL GALDO & R. GUARINO: The orophilous dwarf-scrub vegetation<br />

of Mt. Troodos (Cyprus). – Botanika Chronika (in corso <strong>di</strong> revisione).<br />

C. ANGIOLINI, G. BACCHETTA, S. BRULLO, M. CASTI, G. GIUSSO DEL GALDO & R. GUARINO:<br />

The vegetation of mining dumps in SW-Sar<strong>di</strong>nia. – Feddes Repertorium (in corso<br />

<strong>di</strong> revisione).<br />

MONOGRAFIE<br />

R. GUARINO, A. BERNARDINI, 2002: Indagine sulla <strong>di</strong>versità floro-vegetazionale del<br />

comprensorio del cuoio (Toscana centro-settentrionale). 181 pp. – Pubblicazione<br />

finanziata dalla Provincia <strong>di</strong> Pisa, e<strong>di</strong>ta dalla Tipografia Bongi, S. Miniato.<br />

R. GUARINO, S. SGORBATI, 2004: Guida Botanica al Parco Alto Garda Bresciano. 394 pp.<br />

– Pubblicazione finanziata dalla Regione Lombar<strong>di</strong>a, e<strong>di</strong>ta dalla Tipografia<br />

Bongi, S. Miniato.<br />

L. MOSSA, R. GUARINO & FOGU M.C. 2004: La componente terofitica della flora della<br />

Sardegna. Forme <strong>di</strong> crescita, ecologia, corologia e sinsistematica –<br />

Ren<strong>di</strong>conti del Seminario della Facoltà <strong>di</strong> Scienze dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

73, Suppl. 2: 1- 209.<br />

ARTICOLI SU RIVISTE DIVULGATIVE<br />

S. BRULLO, R. GUARINO & G. SIRACUSA, 1998: Considerazioni tassonomiche sulle querce<br />

caducifoglie della Sicilia. - Monti e Boschi 2: 33-40.<br />

R. GUARINO, 2004: Un viaggio botanico nell’Alto Garda Bresciano. – Natura e Montagna<br />

(in stampa).<br />

S. ARMIRAGLIO, R. GUARINO & C. RAVAZZI, 2004: Due itinerari nell’Alto Garda Bresciano. –<br />

Natura e Montagna (in stampa).<br />

PUBBLICAZIONI IN ATTI DI CONVEGNI E RESOCONTI DI ATTIVITÀ SOCIALI<br />

R. GUARINO, 1996: Effetti dell'attività antropica sulla flora spontanea delle coste benacensi. –<br />

Giornale Botanico Italiano 130 (1): 455.<br />

R. GUARINO & G.A. RONSISVALLE, 1996: Intervento <strong>di</strong> ripristino della copertura arborea su<br />

un'area del parco dell'Etna interessata da colata lavica recente. – S.It.E., Atti 17: 815-<br />

818.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO & P. MINISSALE, 1996: Taxonomical remarks on Trifolium savianum<br />

Guss. and its relationship with T. uniflorum L. – Giornale Botanico Italiano 130 (1):<br />

450.<br />

R. GUARINO, 1997: Bio<strong>di</strong>versità e stenocoria all’interno delle <strong>di</strong>verse classi <strong>di</strong> vegetazione dei<br />

monti Peloritani: l’effetto dell’azione umana sugli spettri biologici e corologici<br />

ponderati. –Atti del 93° Congresso della Società Botanica Italiana: 131.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO & G. GIUSSO DEL GALDO, 2000: Bio<strong>di</strong>versity of the orophilous<br />

communities of Pino-Juniperetea class in the Central and Eastern Me<strong>di</strong>terranean<br />

area. – Rintelner Symposium VI, Book of <strong>Abstract</strong>s: 46-47.<br />

S. SGORBATI, R. GUARINO & E. BANFI, 2000: 41 a Escursione Sociale, Parco Alto Garda<br />

Bresciano, 23-26 Giugno 1999. – Informatore Botanico Italiano 10: 245-247.


S. BRULLO, R. GUARINO & G. GIUSSO DEL GALDO, 2002: Caratteristiche ecologiche e<br />

biogeografiche della flora alto-montana delle isole me<strong>di</strong>terranee. – Antologia<br />

dell’Orto Botanico Bergomense, 4: 12-13.<br />

R. GUARINO & L. MOSSA, 2003: Contribution to the knowledge of the therophytic<br />

flora of Sar<strong>di</strong>nia. – VI Jornadas de Taxonomia Vegetal, Book of <strong>Abstract</strong>s:<br />

56.<br />

M. LABRA, F. GRASSI, S. IMAZIO, R. BRONTINI, R. GUARINO, F. SALA, S. CITTERIO & S.<br />

SGORBATI, 2003: Stato <strong>di</strong> conservazione e <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> popolazione <strong>di</strong> Vitis<br />

vinifera ssp. sylvestris e sue relazioni con la sottospecie coltivata (Vitis<br />

vinifera ssp. sativa). – Atti del 98° Congresso della Società Botanica<br />

Italiana: 168.<br />

S. BRULLO, R. GUARINO & G. GIUSSO DEL GALDO, 2004: The orophilous dwarf shrub<br />

vegetation of Mt. Troodos (Cyprus). – 13th EVS Workshop, Book of<br />

<strong>Abstract</strong>s: 59.<br />

S. PIGNATTI & R. GUARINO, 2004: Gli OGM e la flora italiana. Ricerche sugli OGM in<br />

Agricoltura - Lavori in Corso, riassunti delle relazioni: 27-35.<br />

R. GUARINO & E. BONA, 2004: Check-list della flora vascolare del Parco Alto Garda<br />

Bresciano (Lombar<strong>di</strong>a Orientale). – In: Società Botanica Italiana - Gruppo<br />

<strong>di</strong> lavoro per la floristica (ed.): Aggiornamento delle conoscenze<br />

floristiche d’Italia, riassunti delle comunicazioni: 25-26.<br />

R. GUARINO, A. BERNARDINI & M. LA ROSA, 2004: Check-list della flora vascolare del<br />

Comprensorio del Cuoio (Toscana Centro-Settentrionale). – In: Società<br />

Botanica Italiana - Gruppo <strong>di</strong> lavoro per la floristica (ed.): Aggiornamento<br />

delle conoscenze floristiche d’Italia, riassunti delle comunicazioni: 25-26.<br />

68


Assegnista: Giuseppe Ibba<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: DIAGNOSI GENETICA PREIMPIANTO: ESPERIENZA IN SARDEGNA<br />

Ibba G 1 , Faa V 2 , Incani F 1* , Rosatelli MC 1<br />

1<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, Ospedale Regionale per le<br />

Microcitemie, <strong>Cagliari</strong>.<br />

2<br />

Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Farmacologia CNR, <strong>Cagliari</strong><br />

La <strong>di</strong>agnosi preimpianto <strong>di</strong> malattie genetiche richiede un approccio molecolare e<br />

tecniche <strong>di</strong> indagine altamente sensibili ed affidabili in grado <strong>di</strong> determinare <strong>di</strong>fetti<br />

molecolari presenti nel DNA <strong>di</strong> una singola cellula. La <strong>di</strong>agnosi preimpianto viene<br />

richiesta da coppie che hanno già avuto un’esperienza <strong>di</strong> uno o più figli affetti o da<br />

coppie che hanno una storia riproduttiva negativa a causa <strong>di</strong> numerose interruzioni <strong>di</strong><br />

gravidanza dopo <strong>di</strong>agnosi prenatale <strong>di</strong> feto affetto. La PGD deve seguire un approccio<br />

molecolare in grado <strong>di</strong> garantire rapi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> analisi in quanto gli embrioni, dopo che<br />

viene eseguita la biopsia del blastomero, devono essere trasferiti nelle successive 24-<br />

36 ore. L’indagine molecolare prevede l’estrazione del DNA dal blastomero e due<br />

successive reazioni <strong>di</strong> amplificazione enzimatica. E’ sempre opportuno includere oltre i<br />

campioni da analizzare dei controlli negativi riguardanti la soluzione <strong>di</strong> lisi, le miscele <strong>di</strong><br />

amplificazione e il terreno <strong>di</strong> crescita <strong>degli</strong> embrioni. La prima reazione <strong>di</strong> PCR<br />

(multiplex PCR) utilizza coppie <strong>di</strong> primers che permettono l’amplificazione <strong>di</strong> frammenti<br />

<strong>di</strong> DNA <strong>di</strong> grandezza maggiore rispetto alla seconda reazione (nested PCR) che usa<br />

coppie <strong>di</strong> primers interne a questi segmenti. La multiplex PCR contiene la regione che<br />

include la mutazione da ricercare e due polimorfismi del DNA <strong>di</strong> tipo STR (short tandem<br />

repeat) necessari per monitorare eventuali contaminazioni e la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> allele (ADO).<br />

Il prodotto <strong>di</strong> amplificazione viene quin<strong>di</strong> analizzato in un sequenziatore automatico <strong>di</strong><br />

tipo ABI PRISM 3100 DNA sequencer utilizzando il metodo chiamato ddNTP Primer<br />

extension (SnaPshot) o minisequenza oppure me<strong>di</strong>ante il sequenziamento della<br />

regione da analizzare. Le problematiche che si devono affrontare nella <strong>di</strong>agnosi<br />

preimpianto sono: il possibile fallimento dell’amplificazione, la contaminazione del DNA<br />

e l’eventuale per<strong>di</strong>ta casuale <strong>di</strong> uno dei due alleli (ADO), tutte riconducibili alla esigua<br />

quantità <strong>di</strong> DNA da analizzare. Nel nostro lavoro abbiamo eseguito 42 applicazioni<br />

cliniche <strong>di</strong> Diagnosi Genetica Preimpianto in 23 coppie a rischio <strong>di</strong> Beta-Talassemia.<br />

Complessivamente sono stati prelevati 420 ovociti, 272 dei quali si sono fertilizzati, <strong>di</strong><br />

questi 202 in terza giornata, hanno raggiunto lo stato pre-embrionario (6-8 cellule) e<br />

sono stati sottoposti a biopsia per il prelievo della singola cellula. Il successo della<br />

biopsia si è avuto in 192 preembrioni i quali sono stati sottoposti all’analisi molecolare.<br />

La presenza delle mutazioni è stata determinata tramite minisequenziamento o<br />

SnapShot utilizzando il sequenziatore automatico a 16 capillari ABI PRISM 3100. Sono<br />

stati geneticamente <strong>di</strong>agnosticati 150 blastomeri. Dei 150 embrioni <strong>di</strong>agnosticati, 52<br />

sono risultati affetti, 33 normali e 65 eterozigoti. Gli embrioni geneticamente trasferibili<br />

sono stati 98, ma morfologicamente adatti al trasferimento in utero 75. Il programma <strong>di</strong><br />

PGD, all’inizio della nostra esperienza è stato applicato a pazienti con problemi <strong>di</strong><br />

sterilità e in questo gruppo <strong>di</strong> 12 pazienti abbiamo eseguito 27 cicli che hanno prodotto<br />

18 embrio-transfert e 2 gravidanze biochimiche (11.1% per transfert).<br />

Successivamente, sono state inserite nel programma 11 pazienti fertili che hanno<br />

effettuato 15 cicli con il risultato <strong>di</strong> 13 embrio-transfert e 4 gravidanze cliniche (30.8%<br />

per transfert). Confrontando questi due gruppi <strong>di</strong> pazienti, noi abbiamo verificato che la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sterilità può avere un effetto dannoso per il risultato finale; mentre le<br />

coppie fertili che si sottopongono a questo approccio possono avere un'opportunità <strong>di</strong><br />

successo <strong>di</strong> gravidanza più alta rispetto alla maggior parte delle coppie sterili che<br />

utilizzano la IVF-PGD, evitando, così, il ricorso all’interruzione della gravidanza nel<br />

caso <strong>di</strong> un risultato <strong>di</strong> feto affetto. Quin<strong>di</strong> è necessario che la PGD debba essere<br />

riservata a casi limitati e selezionati, soprattutto per le conseguenze che ne possono<br />

derivare; occorre valutare attentamente i pro e i contro, ponendo in primo piano la<br />

gravità, la prognosi e le possibilità terapeutiche dell’eventuale patologia.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Il progetto <strong>di</strong> cui faccio parte ha l’obiettivo <strong>di</strong> standar<strong>di</strong>zzare a livello nazionale <strong>di</strong>versi<br />

test genetici utilizzati nei <strong>di</strong>versi laboratori e in<strong>di</strong>viduare quei test e quei protocolli che<br />

siano in grado <strong>di</strong> essere i più affidabili e funzionali.<br />

Sono stati realizzati durante questo periodo <strong>di</strong> attività dei protocolli standard da<br />

utilizzare nella <strong>di</strong>agnostica dei sospetti e nei portatori <strong>di</strong> Beta talassemia e Fibrosi<br />

Cistica. Le meto<strong>di</strong>che utilizzate sono state gli ARMS e Riverse dot Blot per la betatalassemia<br />

e il DGGE e la Riverse Dot Blot per la Fibrosi Cistica<br />

Sono stati eseguiti in questi primi tre anni tre cicli <strong>di</strong> controlli <strong>di</strong> qualità; il nostro centro<br />

ha attivamente partecipato alla valutazione dei test genetici riguardanti: Fibrosi Cistica,<br />

Beta talassemia e X-fragile e alla formulazione dei giu<strong>di</strong>zi da inviare ai singoli<br />

partecipanti. Altro obiettivo è stato quello <strong>di</strong> proporre e standar<strong>di</strong>zzare nuove tecnologie<br />

<strong>di</strong> biologia molecolare altamente avanzate. Queste nuove metodologie potranno essere<br />

utilizzate nella Diagnosi Genetica Preimpianto per la ricerca <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti molecolari<br />

presenti nel DNA <strong>di</strong> una singola cellula e per l’in<strong>di</strong>viduazione e lo screening <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti<br />

molecolari in soggetti a rischio <strong>di</strong> Fibrosi Cistica. E’ stato messo a punto un protocollo<br />

valido e riproducibile per poter eseguire la Diagnosi Preimpianto su singola cellula<br />

utilizzando tecniche <strong>di</strong> biologia molecolare molto sensibili quali il minisequenziamento o<br />

Snap-Shot. Sono state eseguiti 42 cicli <strong>di</strong> Diagnosi Preimpianto in coppie a rischio <strong>di</strong><br />

beta talassemia. Inoltre abbiamo sviluppato un protocollo <strong>di</strong> screening molecolare delle<br />

mutazioni del gene CFTR basato sulla tecnica DHPLC ( Denaturing Higth-<br />

Performance Liquid Chromatography).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

“A novel silent β-thalassemia mutation in the <strong>di</strong>stal CACCC box affect the<br />

bin<strong>di</strong>ng and responsiveness to EKLF” British Journal of Haematology 2004; 126:<br />

881-884.<br />

“Preimplantation genetic <strong>di</strong>agnosis for β-thalassemia: the Sar<strong>di</strong>nian experience”<br />

Prenatal Diagnosis 2004; 24: 949-954.<br />

Elenco <strong>Abstract</strong><br />

Analisi del DNA fetale nel plasma materno: prospettive per la <strong>di</strong>agnosi prenatale <strong>di</strong><br />

malattie genetiche.<br />

3° Congresso Nazionale S.I.G.U. Società Italiana <strong>di</strong> Genetica Umana 29-30 Novembre-<br />

1 Dicembre 2000<br />

69<br />

Diagnosi Genetica Prenatale e Preimpianto.<br />

1° Corso AOGOI <strong>di</strong> Aggiornamento in Me<strong>di</strong>cina Embrio-Fetale e Perinatale 10-16 Giugno<br />

2001<br />

ADVANCES IN PREIMPLANTATION GENETIC DIAGNOSIS: “MINISEQUENCING<br />

ANALYSIS” OF β THALASSEMIA MUTATIONS IN SINGLE CELLS.<br />

4th International Symposium on Preimplantation Genetics. Limassol, Cyprus, 10-13<br />

April 2002<br />

“Diagnostica molecolare Prenatale e Preimpianto”<br />

2° Corso AOGOI <strong>di</strong> Aggiornamento in Me<strong>di</strong>cina Embrio-Fetale e Perinatale 14-19<br />

Maggio 2002<br />

“Use of DHPLC in mutational screening of frequent <strong>di</strong>seases-gene”<br />

Sib (Società Italiana <strong>di</strong> Biochimica) XIV E<strong>di</strong>zione Giugno 2002<br />

“Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Espressione del gene beta globinico in portatori <strong>di</strong> sindromi beta<br />

talassemiche non causate da <strong>di</strong>fetti del gene”<br />

5° Congresso Nazionale S.I.G.U. Società Italiana <strong>di</strong> Genetica Umana 24-27 Settembre<br />

2002<br />

“Analisi molecolare Prenatale e Preimpianto”<br />

3° Corso AOGOI <strong>di</strong> Aggiornamento in Me<strong>di</strong>cina Embrio-Fetale e Perinatale 24-31<br />

Maggio 2003<br />

“Diagnosi genetica preimpianto in coppie a rischio per beta talassemia”<br />

6° Congresso Nazionale S.I.G.U. Società Italiana <strong>di</strong> Genetica Umana 24-27 Settembre<br />

2003<br />

“Identificazione <strong>di</strong> una nuova mutazione localizzata nel CACCC box <strong>di</strong>stale del gene<br />

Beta globinico: <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> espressione in vivo e in vitro”<br />

7° Congresso Nazionale S.I.G.U. Società Italiana <strong>di</strong> Genetica Umana 13-15 Settembre<br />

2004


Assegnista: Maria Adele Ibba<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Archeologiche e Storico-<br />

Artistiche<br />

ABSTRACT: La ‘Casa dei Mosaici’<br />

Scoperta alla fine <strong>degli</strong> anni ’60 la c.d. Casa dei Mosaici sorge sulla Punta Sud<br />

dell’antica isola <strong>di</strong> Iasos nella regione Caria in Turchia. Dopo una prima campagna <strong>di</strong><br />

scavo condotta negli anni ’70-71 l’e<strong>di</strong>ficio è stato oggetto <strong>di</strong> indagini sistematiche a<br />

partire dal 1996 ad opera <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> archeologi dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> <strong>di</strong>retti<br />

dalla Prof.ssa Simonetta Angiolillo. A seguito <strong>di</strong> questi scavi si sono potuti chiarire<br />

alcuni punti relativi alle fasi cronologiche dell’e<strong>di</strong>ficio che adattatosi alla conformazione<br />

del terreno e a strutture preesistenti nell’area ebbe almeno tre <strong>di</strong>versi momenti <strong>di</strong> vita<br />

che da un primo nucleo costituito da una pastas, da tre vani a nord e forse dal peristilio<br />

portò all’ampliamento a ovest con l’annessione <strong>di</strong> alcuni vani già esistenti e con la<br />

costruzione <strong>di</strong> nuovi. Successivamente per varie vicende legate anche a eventi naturali<br />

(smottamenti e terremoti), l’abitazione subì, nel corso della sua lunga vita, numerosi<br />

interventi dapprima <strong>di</strong> ristrutturazione e poi <strong>di</strong> restauro. La cronologia <strong>di</strong> queste fasi<br />

viene ora definendosi sulla base dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei materiali rinvenuti e sull’analisi<br />

stilistica dei mosaici e delle pitture parietali i cui risultati saranno presto pubblicati nel<br />

volume collettaneo Iasos, la villa dei mosaici: scavi 1970-71, 1996-97 e 2003.<br />

L’approfon<strong>di</strong>mento dell’analisi dei materiali, in particolare dei bracieri <strong>di</strong> età ellenistica,<br />

ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare tipologie ceramiche poco note tra cui un elemento <strong>di</strong><br />

fornello relativo a un tipo finora attestato solo da pochi esemplari frammentari rinvenuti<br />

nell’isola <strong>di</strong> Delo. Questo tipo detto “à sole” si <strong>di</strong>fferenzia da quello su alto piede <strong>di</strong>ffuso<br />

in epoca ellenistica in tutto il bacino del Me<strong>di</strong>terraneo, oltre che per la morfologia e per<br />

una semplicità della decorazione costituita da linee incise, per una certa rozzezza<br />

nell’esecuzione che in<strong>di</strong>cano una destinazione ad un uso domestico, adatto per<br />

cucinare e riscaldare. Il riconoscimento <strong>di</strong> un esemplare <strong>di</strong> tali utensili domestici a Iasos<br />

è, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> notevole interesse per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle relazioni commerciali che<br />

intercorrevano tra il centro cario e le isole greche.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Descrizione attività svolta<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca, iniziata il 1-07-1999, è giunta al terzo biennio <strong>di</strong> assegno che si<br />

concluderà nel giugno 2005. Essa ha avuto come obiettivo principale lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della<br />

Casa dei Mosaici situata nell’antica isola <strong>di</strong> Iasos in Caria (Turchia) e dei suoi rapporti<br />

con le strutture circostanti.<br />

La ricerca ha preso inizio dalla sistemazione e catalogazione dei materiali provenienti<br />

dalle campagne <strong>di</strong> scavo effettuate subito dopo la scoperta nella c.d. Casa dei Mosaici,<br />

negli anni ‘70-’71 che ne misero in luce la struttura e dal completamento <strong>di</strong> quelli delle<br />

successive campagne del 1996-1997 condotte dalla Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in<br />

Archeologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> sotto la Direzione Scientifica della Prof. Angiolillo<br />

e alle quali l’assegnista aveva preso parte in qualità <strong>di</strong> allieva della Scuola. L’attività è<br />

proseguita nel corso <strong>di</strong> tre bienni <strong>di</strong> contratto con la documentazione e lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei<br />

materiali e dei dati emersi nelle prospezioni effettuate negli anni 2000, 2001 e nella<br />

nuova campagna <strong>di</strong> scavo condotta nel 2003 che hanno chiarito alcuni punti relativi alle<br />

fasi cronologiche dell’e<strong>di</strong>ficio e permesso una nuova lettura della planimetria del<br />

complesso che risulta ben più ampio e articolato <strong>di</strong> quanto si credesse. L’analisi dei<br />

materiali provenienti da tali scavi ha permesso alla dott.ssa Ibba <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

un’interessante frammento <strong>di</strong> braciere ellenistico, “à sole”, relativo a un tipo finora noto<br />

solo nell’isola <strong>di</strong> Delo. Tutto il lavoro <strong>di</strong> schedatura e <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei materiali e della<br />

struttura è stata effettuata da parte <strong>di</strong> alcuni allievi ed ex-allievi della Scuola <strong>di</strong><br />

Specializzazione e dalla dott.ssa Ibba che ha coor<strong>di</strong>nato tutte le fasi <strong>di</strong> documentazione<br />

e <strong>di</strong> pubblicazione, in accordo con la Prof.ssa Angiolillo. I risultati del progetto <strong>di</strong> ricerca<br />

sono in fase <strong>di</strong> e<strong>di</strong>zione nel volume collettaneo ‘Iasos, la Casa dei mosaici: scavi 1970-<br />

71, 1996-97 e 2003’, del quale la dott.ssa Ibba ha avuto la curatela e che conterrà due<br />

suoi contributi su ‘Le terrecotte e i bracieri <strong>di</strong> età ellenistica’ e ‘La villa e le sue fasi <strong>di</strong><br />

vita’.<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca è stata svolta principalmente nel Dipartimento <strong>di</strong> Scienze<br />

archeologiche e storico-artistiche dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, in alcune biblioteche<br />

specializzate <strong>di</strong> Roma e durante i mesi estivi nella sede della Missione<br />

Archeologica Italiana a Iasos <strong>di</strong> Caria in Turchia.<br />

Nell’ambito delle iniziative della cattedra <strong>di</strong> Archeologia e Storia dell’Arte Greca e<br />

Romana, parallelamente al progetto <strong>di</strong> ricerca e subor<strong>di</strong>natamente ad esso, inoltre,<br />

l’assegnista ha tenuto, per i laurean<strong>di</strong> in Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana<br />

e per gli allievi della Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Archeologia dell’Ateneo cagliaritano,<br />

seminari su “Le tecniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno archeologico”; e, per il Laboratorio <strong>di</strong> Archeologia<br />

Classica dei corsi <strong>di</strong> Laurea in Beni Archeologici e in Beni Culturali della stessa<br />

<strong>Università</strong>, su “Le classi ceramiche <strong>di</strong> età romana”, “Tecniche <strong>di</strong> schedatura della<br />

ceramica romana” e “Tecniche e<strong>di</strong>lizie <strong>di</strong> età romana”.<br />

Nel corso dei sei anni <strong>di</strong> assegno la dott.ssa Ibba ha avuto modo <strong>di</strong> ampliare i suoi<br />

interessi <strong>stu<strong>di</strong></strong>ando, sempre a Iasos, una fontana arcaica monumentale con i suoi<br />

numerosi materiali ceramici e, in Sardegna, alcuni monumenti e materiali dell’area<br />

cagliaritana in età romana: il teatro-tempio <strong>di</strong> via Malta, le aree <strong>di</strong> culto a <strong>Cagliari</strong>,<br />

l’hinterland cagliaritano. Ha effettuato prospezioni a <strong>Cagliari</strong> sul Capo S. Elia e a<br />

Settimo S.Pietro, dove ha coor<strong>di</strong>nato e <strong>di</strong>retto i cantieri <strong>di</strong>dattici nelle aree <strong>di</strong> Cuccuru<br />

Nuraxi e <strong>di</strong> S. Giovanni che, in quest’ultimo sito, hanno portato alla scoperta <strong>di</strong> un<br />

interessante mosaico policromo. Ha inoltre svolto attività <strong>di</strong> tutorato, guidando gli<br />

studenti in seminari, nelle attività <strong>di</strong> scavo e in alcune tesi <strong>di</strong> laurea.<br />

In qualità <strong>di</strong> Cultore della materia è membro effettivo <strong>di</strong> commissione negli esami <strong>di</strong><br />

Archeologia e Storia dell’Arte Greca e Romana dei Corsi <strong>di</strong> Laurea in Lettere, Beni<br />

Archeologici, Beni Storico-Artistichi e Beni Culturali.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

MARIA ADELE IBBA, Testimonianze <strong>di</strong> età romana: La Barbagia-Mandrolisai, in<br />

Consorzio Archeosystem: Progetto I Nuraghi - Ricognizione archeologica<br />

in Ogliastra, Barbagia, Sarcidano: il territorio, II vol., Milano 1991, pp. 128-<br />

129;<br />

MARIA ADELE IBBA, La ceramica a figure rosse e sovrad<strong>di</strong>pinte della Collezione Gorga<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> in Annali della Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, n.s. XII (XLIX), 1991, pp. 23-60;<br />

71<br />

MARIA ADELE IBBA, La ceramica in bucchero, etrusco-corinzia e il“Dot-Wreath Plates Group”<br />

della Collezione Gorga dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, in Annali della Facoltà <strong>di</strong><br />

Lettere e Filosofia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, n.s. XIII (L) - 1992/1994, pp. 5-20;<br />

MARIA ADELE IBBA, Il teatro-tempio <strong>di</strong> Via Malta a <strong>Cagliari</strong>: i bracieri <strong>di</strong> età ellenistica, in<br />

“Annali della Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>”, n.s. XVII (LIV) - 1999,<br />

pp. 139-170;<br />

MARIA ADELE IBBA, Materiali archeologici dal territorio comunale <strong>di</strong> Sinnai (<strong>Cagliari</strong>), in<br />

Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le provincie <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> e<br />

Oristano, 18, 2002, pp. 65-114;<br />

MARIA ADELE IBBA, Bracieri ellenistici da Iasos, in Bollettino dell’Associazione Iasos <strong>di</strong><br />

Caria, 9, 2003, pp. 11-14.<br />

MARIA ADELE IBBA, Nota sulle testimonianze archeologiche, epigrafiche e agiografiche<br />

delle aree <strong>di</strong> culto <strong>di</strong> Karalì punica e <strong>di</strong> Carales romana, in Aristeo -<br />

Quaderni del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze archeologiche e storico-artistiche, 1,<br />

pp. 93-124, 2004.<br />

SIMONETTA ANGIOLILLO, MARCO GIUMAN, ALFONSO STIGLITZ, MARIA ADELE IBBA, La terza<br />

campagna <strong>di</strong> scavo nella ‘Casa dei Mosaici’, in Bollettino dell’Associazione<br />

Iasos <strong>di</strong> Caria, 10, 2004, pp. 13-16.<br />

MARIA ADELE IBBA, La fontana arcaica dell’agorà <strong>di</strong> Iasos e i suoi materiali, in Iasos tra<br />

VI e IV sec. a.C. Miscellanea storico-archeologica, suppl. al volume 81 <strong>degli</strong><br />

Atti dell’Accademia delle Scienze <strong>di</strong> Ferrara, A.A. 181° 2003-2004, pp. 73-99.<br />

SIMONETTA ANGIOLILLO, MARCO GIUMAN, ALFONSO STIGLITZ, MARIA ADELE IBBA, La ‘Casa<br />

dei Mosaici’, in Atti del Convegno internazionale ‘Leggere un territorio: La<br />

Caria attraverso le recenti indagini archeologiche’ (Napoli 23-25 ottobre<br />

2003), La Parola del Passato, c.s.<br />

MARIA ADELE IBBA, L’arca <strong>di</strong> Kypselos: un omaggio agli dei <strong>di</strong> Olimpia, in Quaderni della<br />

Scuola <strong>di</strong> Specializzazione in Archeologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, I, c.s.


Assegnista: Gianluca Iiriti<br />

Struttura: Dip. Scienze Botaniche<br />

ABSTRACT: Ricerche floristiche e vegetazionale su “capi” e “piccole isole” della<br />

Sardegna<br />

Gianluca Iiriti<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Botaniche – <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

Viale S. Ignazio 13, 09123 <strong>Cagliari</strong>. E-mail: lucaiiriti@tiscali.it<br />

Lungo la costa sarda le isole con una superficie maggiore <strong>di</strong> 300 m 2 sono 399 per una<br />

superficie totale <strong>di</strong> circa 279 Km 2 [1], mentre i capi riportati nelle tavolette dell’I.G.M.<br />

sono 36 [2]. Attualmente è conosciuta la flora <strong>di</strong> circa 80 isole, 11 capi e 2 promontori.<br />

In questi ultimi anni sono stati eseguiti <strong>stu<strong>di</strong></strong> su capi e promontori sconosciuti da un<br />

punto <strong>di</strong> vista botanico e su isole in passato già indagate e per le quali sono state<br />

evidenziate le mo<strong>di</strong>ficazioni della componente floristica. Le ricerche hanno interessato<br />

Capo Malfatano (Sardegna sud occidentale) nel quale i taxa identificati sono stati 255<br />

tra i quali alcuni <strong>di</strong> interesse fitogeografico, come Bellium crassifolium Moris, pianta<br />

endemica della provincia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> [3]; il promontorio <strong>di</strong> Teccu (Sardegna centro<br />

orientale) nel quale sono state censite 401 entità in un territorio esteso 7 Km 2 , un<br />

numero elevato dovuto a fattori zooantropici responsabili del degrado della copertura<br />

vegetale [4]. Sul Capo Coda Cavallo (Sardegna nord orientale) gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> si sono<br />

concentrati sui rapporti tra flora alloctona e taxa endemici in un territorio con vari<br />

inse<strong>di</strong>amenti turistici che interrompono ecosistemi <strong>di</strong> elevato valore naturalistico [5].<br />

L’attività relativa alle piccole isole ha interessato quella Rossa <strong>di</strong> Trinità D’Agultu e<br />

quella <strong>di</strong> Molara entrambe localizzate lungo le coste della Sardegna settentrionale. Per<br />

l’Isola Rossa <strong>di</strong> Trinità d’Agultu è stata definita l’attuale composizione floristica e<br />

paragonata con quella <strong>di</strong> cinquant’anni ad<strong>di</strong>etro allo scopo <strong>di</strong> verificarne le <strong>di</strong>fferenze<br />

nel paesaggio vegetale dopo l’ingresso <strong>di</strong> 23 nuove entità tra le quali Lavatera arborea<br />

L. [6]. Anche la flora dell’ Isola <strong>di</strong> Molara venne in precedenza <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata da vari botanici i<br />

quali nel complesso in<strong>di</strong>carono un contingente floristico <strong>di</strong> 402 entità, mentre gli <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />

attuali hanno permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarne 384. Dal paragone della flora attuale con quella<br />

del passato emerge che 86 taxa sono nuovi per l’isola, 285 risultano confermati e 104<br />

non sono stati osservati. Tali mo<strong>di</strong>fiche sono da relazionare con un <strong>di</strong>fferente utilizzo<br />

dell’isola in passato interessata dalla pratica dell’agricoltura e del pascolo.<br />

Questi <strong>stu<strong>di</strong></strong>, che proseguono con regolarità, spesso interessano territori nei quali<br />

convergono numerose iniziative locali, regionali, nazionali e comunitarie, non ultima la<br />

delibera n. 33/1 del 10 agosto 2004 che la Giunta regionale ha emanato allo scopo <strong>di</strong><br />

salvaguardare la fascia costiera nei 2 Km dalla battigia marina. Allo scopo <strong>di</strong> pianificare<br />

gli interventi sono necessarie risorse economiche volte al finanziamento <strong>di</strong> progetti<br />

attraverso i quali si possono ottenere dati <strong>di</strong> base in<strong>di</strong>spensabili per confrontare le<br />

scelte <strong>di</strong> valorizzazione, utilizzazione e conservazione <strong>di</strong> questi habitat.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

[1] ARRIGONI P. V., BOCCHIERI E. , 1994 – Caratteri fitogeografici della flora delle<br />

isole circumsarde. Biogeographia, 18: 157-184.<br />

[2] BOCCHIERI E., 1998 – Ricerche sulla flora e sul paesaggio vegetale <strong>di</strong> Capo<br />

Bellavista (Sardegna centro-orientale). Rend. Sem. Fac. Sci. Univ. <strong>Cagliari</strong> 68:<br />

107-138.<br />

[3] BOCCHIERI E. , IIRITI G., 2004a – Flora of Capo Malfatano (S-Sar<strong>di</strong>nia, Italy). Fl.<br />

Me<strong>di</strong>t. 14: 81-108.<br />

[4] BOCCHIERI E., IIRITI G. , 2003 – Flora <strong>di</strong> Teccu, un promontorio basaltico della<br />

Sardegna centro orientale. Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, 110: 35-53.<br />

[5] BOCCHIERI E., IIRITI G., 2004b – Stu<strong>di</strong>o della flora <strong>di</strong> Capo Coda Cavallo (Sardegna<br />

nord orientale) e problematiche per la sua conservazione. Atti IV e Congrès<br />

international Environnement et Identité en Mé<strong>di</strong>terranéè (Corte 19-25 juillet<br />

2004).<br />

[6] BOCCHIERI E., IIRITI G., 2003 – Varation of the floristic inventory and vegetation<br />

cover observer, after 50 years, on the Isola Rossa of Trinità d’Agultu (Centralnorthern<br />

Sar<strong>di</strong>nia). Bocconea, 16(2): 883-888.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

L’attività svolta dal Dott. Gianluca Iiriti, assegnista <strong>di</strong> ricerca presso il Dipartimento <strong>di</strong><br />

Scienze Botaniche dal 12 giugno 2003, il cui responsabile scientifico è il Prof.<br />

Emanuele Bocchieri, riguarda ricerche floristiche e vegetazionali su piccole isole, capi e<br />

promontori presenti lungo le coste della Sardegna. Le ricerche finora svolte hanno<br />

permesso <strong>di</strong> pubblicare 11 lavori scientifici e <strong>di</strong> presentare i risultati, parziali o definitivi,<br />

<strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> eseguiti in occasione <strong>di</strong> 12 tra convegni, workshop e congressi sia nazionali<br />

che internazionali presentando 3 comunicazioni e 13 poster.<br />

Altre attività riguardano la realizzazione <strong>di</strong> un data-base relativo alle segnalazioni<br />

floristiche della flora sarda riportate nelle principali riviste botaniche, l’aggiornamento dei<br />

dati relativi alla flora endemica della Sardegna, in particolare delle entità <strong>di</strong>stribuite<br />

lungo la fascia costiera.<br />

Collabora con altre <strong>Università</strong> italiane e straniere, in particolare con il Dipartimento <strong>di</strong><br />

Biologia vegetale dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza” nel progetto nazionale sul<br />

“Completamento delle Conoscenze Naturalistiche <strong>di</strong> Base” (CCNB). Inoltre svolge delle<br />

attività per gli studenti <strong>di</strong> Botanica del primo anno <strong>di</strong> Scienze Naturali il cui docente è il<br />

Prof. Emanuele Bocchieri e relative ad esercitazioni <strong>di</strong> laboratorio, seminari, escursioni<br />

e visite guidate all’Orto Botanico dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

PUBBLICAZIONI<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2000 - Mo<strong>di</strong>ficazioni e strategie competitive osservate nella<br />

flora dell’isola Rossa <strong>di</strong> Teulada (Sardegna sud occidentale). Rend. Sem. Fac. Sci.<br />

Univ. <strong>Cagliari</strong>, supplemento Vol. 70: 293-332.<br />

PINNA F., IIRITI G., 2001 – La qualità negli interventi <strong>di</strong> ammodernamento e<br />

sistemazione della viabilità or<strong>di</strong>naria extraurbana. Atti XI Convegno Nazionale S.I.I.V.<br />

Verona, 28-30 Novembre 2001.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2002 – Resèarch on the changes in the flora and vegetation<br />

cover on “Isola Rossa” of Trinità d’Agultu (Central-northern Sar<strong>di</strong>nia). Lagascalia 22:<br />

103-117.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2003 – Varation of the floristic inventory and vegetation<br />

cover observer, after 50 years, on the Isola Rossa of Trinità d’Agultu (Centralnorthern<br />

Sar<strong>di</strong>nia). Bocconea, 16(2): 883-888.<br />

73<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2003 – Flora <strong>di</strong> Teccu, un promontorio basaltico della<br />

Sardegna centro orientale. Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, 110: 35-53.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., MOSSA L., PONTECORVO C., SERRA G., 2004 – A<br />

phytosociological study of Ostrya carpinifolia Scop. woods in Sar<strong>di</strong>nia (Italy).<br />

Fitosociologia 41(1): 67-75.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2004 – Flora of Capo Malfatano (S-Sar<strong>di</strong>nia, Italy). Fl. Me<strong>di</strong>t. 14:<br />

81-108.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2004 – Stu<strong>di</strong>o della flora <strong>di</strong> Capo Coda Cavallo (Sardegna nord<br />

orientale) e problematiche per la sua conservazione. Atti del IV e Congrès EIM.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., PONTECORVO C., 2004 – Analisi comparativa della flora<br />

vascolare endemica e subendemica <strong>di</strong> Corsica (Francia) e Sardegna (Italia). Atti del IV e<br />

Congrès EIM.<br />

BOCCHIERI E., MANNINI D., IIRITI G., 2004 – Flora endemica della Codula <strong>di</strong> Luna<br />

(Golfo <strong>di</strong> Orosei, Sardegna centro orientale). Bocconea, in stampa.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., MOSSA L., 2004 – La flora endemica del Sarrabus-Gerrei: un<br />

patrimonio da tutelare e gestire. Atti del Convegno “Analisi e sistemi <strong>di</strong> gestione del<br />

territorio”, Sinnai, 30 - 31 Gennaio 2004, in stampa.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2004 – Flora and vegetation landscape of Molara Island (North-<br />

Eastern Sar<strong>di</strong>nia). Lagascalia, in stampa.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2005 – Changes in land use and in the ruderal plant<br />

component as observed over the past 80 years on the Island of Molara (north-eastern<br />

Sar<strong>di</strong>nia). Bocconea, in stampa.<br />

BACCHETTA G., BOCCHIERI E., IIRITI G. (Autori per la Sardegna) in CONTI F., ABBATE<br />

G., ALESSANDRINI A., BLASI C. (Edt.), 2005 - An annotated checklist of the italian<br />

vascular flora, in stampa.<br />

COMUNICAZIONI<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., MOSSA L., 2004 – La flora endemica del Sarrabus-Gerrei: un<br />

patrimonio da tutelare e gestire. Convegno “Analisi e sistemi <strong>di</strong> gestione del territorio”<br />

tenutosi a Sinnai tra il 30 e il 31 Gennaio 2004.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G. e PONTECORVO C., 2004 – Checklist della flora vascolare<br />

endemica e subendemica della Sardegna e relative misure <strong>di</strong> protezione.<br />

“Aggiornamento delle conoscenze floristiche d’Italia” Gruppo <strong>di</strong> lavoro per la floristica<br />

della S.B.I. Roma, Orto Botanico 11-12 novembre 2004.<br />

IIRITI G., BOCCHIERI E., 2004 – La <strong>di</strong>versità floristica delle aree costiere e microinsulari<br />

della Sardegna. Workshop “Bio<strong>di</strong>versità in Sardegna”, sede centrale <strong>di</strong> Polaris – Pula,<br />

17 <strong>di</strong>cembre 2004.<br />

POSTER<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2001 - Changes in the floristic makeup and vegetation cover<br />

observed on the Isola Rossa <strong>di</strong> Trinità d’Agultu (central-northen Sar<strong>di</strong>nia). Congresso<br />

internazionale “X Optima”. Palermo 13-19 Settembre 2001.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2001 - Prime indagini sulla flora e sul paesaggio vegetale <strong>di</strong> capo<br />

Malfatano (Sardegna meri<strong>di</strong>onale). 96°Congresso della Società Botanica Italiana. Varese, 26-<br />

28 settembre 2001.<br />

IIRITI G., 2002 - Prima sintesi delle conoscenze floristiche e della copertura vegetale del<br />

bosco <strong>di</strong> Pixinortu localizzato nella pianura del Campidano (Sardegna centro meri<strong>di</strong>onale).<br />

97° Congresso della Società Botanica Italiana. Lecce, 24-27 Settembre 2002.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., 2002 – Aproximaciòn al e<strong>stu<strong>di</strong></strong>o de la flora endèmica del Sarrabus<br />

(Cerdena suroriental, Italia). 1er Congreso de la Biologia de la Conservaciòn de plantas.<br />

Valencia, 2-5/10/2002.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2002 - Ricerche preliminari su flora e paesaggio vegetale <strong>di</strong> Teccu,<br />

un promontorio basaltico della Saedegna centro orientale. 97° Congresso della Società<br />

Botanica Italiana. Lecce, 24-27 Settembre 2002.<br />

BOCCHIERI E., CONGIU A., IIRITI G., 2002 - Note sulla flora vascolare della Sardegna<br />

segnalata nell’Informatore Botanico Italiano dal 1969 al 2001. 97° Congresso della Società<br />

Botanica Italiana. Lecce 24-27 Settembre 2002.<br />

BOCCHIERI E., MANNINI D., IIRITI G., 2003 – Ricerche floristiche e vegetazionali nelle<br />

Codule della Sardegna centro orientale. I°. Codula <strong>di</strong> Luna. VI° Conference on Plant<br />

Taxonomy. Alghero, June 2003.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., PONTECORVO C., SERRA G., 2003 – E<strong>stu<strong>di</strong></strong>o fitosociologico<br />

de los bosques de Ostrya carpinifolia Scop. en Cerdeña (Italia). Congreso internacional<br />

de Fitosociologia e XIX Jornadas de Fitosociologia. La Laguna, 16 - 19/09/2003.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2003 – Ricerche floristiche e vegetazionali nelle Codule della<br />

Sardegna centro orientale. II°: <strong>di</strong>fferenze del paesaggio vegetale tra Codula <strong>di</strong> Luna e<br />

Codula <strong>di</strong> Sisine. 98° Congresso della Società Botanica Italiana. Catania, 24 - 26<br />

Settembre 2003.<br />

IIRITI G., PONTECORVO C., BOCCHIERI E., 2003 – Ricerche sulla flora e sul paesaggio<br />

vegetale del Capo <strong>di</strong> Monte Santu (Sardegna centro orientale). 98° Congresso della<br />

Società Botanica Italiana. Catania, 24 - 26 Settembre 2003.<br />

BOCCHIERI E., BACCHETTA G., CONGIU A., IIRITI G., 2003 – La flora vascolare della<br />

Sardegna riportata nei lavori più significativi pubblicati su Webbia dal 1960 al 2000. 98°<br />

Congresso della Società Botanica Italiana. Catania, 24 - 26 Settembre 2003.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., PONTECORVO C., 2004 – Cheklist of the endemic and<br />

subendemic vascular flora of Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Congresso internazionale “Plant


Evolution in Me<strong>di</strong>terranean Climate Zone”, IX th IOPB Meeting 2004 Valencia<br />

(Spagna), 16 – 19 maggio 2004.<br />

MOSSA L., IIRITI G., PONTECORVO C., 2004 – Paesaggi Geobotanici dell’Alto Tell<br />

Tunisino. Megaliti, Dolmen e Maqābir: storia dei paesaggi preistorici e<br />

protostorici nell’Alto Tell Tunisino. Mostra organizzata dal C.I.P.P.M., Cittadella<br />

dei Musei – <strong>Cagliari</strong>, 15 - 30 Maggio 2004.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2004 – Analisi dell’Ambiente naturale <strong>di</strong> Capo Coda<br />

Cavallo (Sardegna nord orientale) attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della flora e problematiche<br />

per la sua conservazione. IV e Congrès international “Environnement et Identité<br />

en Mé<strong>di</strong>terranée”. CORTE (Corsica, Francia), 19-24 juillet 2004.<br />

BACCHETTA G., IIRITI G., PONTECORVO C., 2004 – Analisi comparativa della<br />

flora vascolare endemica e subendemica <strong>di</strong> Corsica (Francia) e Sardegna (Italia).<br />

IV e Congrès international “Environnement et Identité en Mé<strong>di</strong>terranée”. CORTE<br />

(Francia), 19-24 juillet 2004.<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2004 – Changes observed in the flora and vegetation<br />

landscape of Molara island (North-Eastern Sar<strong>di</strong>nia). XI OPTIMA Meeting.<br />

BELGRADO (Serbia e Montenegro), 5-11. IX. 2004.<br />

SERRA G., BACCHETTA G., IIRITI G., PONTECORVO C., VACCA A., 2004 –<br />

Relationships between soils, climate and vegetation in Ostrya carpinifolia Scop.<br />

woods of Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Eurosoil 2004, Freiburg (Germany), September 4 th to<br />

12 th .<br />

BOCCHIERI E., IIRITI G., 2004 – Piante endemiche e <strong>di</strong> interesse fitogeografico<br />

ritrovate a Capo Figari (Sardegna nord orientale). 99° Congresso Nazionale della<br />

Società Botanica Italiana. TORINO, 22-24 settembre 2004.<br />

BOCCHIERI E., BACCHETTA G., CONGIU A., IIRITI G., 2004 – Note sulla flora<br />

vascolare della Sardegna riportata nei lavori pubblicati sul Giornale Botanico<br />

Italiano. 99° Congresso Nazionale della Società Botanica Italiana. TORINO, 22-24<br />

settembre 2004.<br />

74


Assegnista: Federica Incani<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: ANALISI DEL DNA FETALE NEL PLASMA MATERNO: PROSPETTIVE<br />

PER LA DIAGNOSI PRENATALE DI MALATTIE GENETICHE<br />

Incani F 1 , Faa V 2 , Ibba G 1 *, Rosatelli MC 1<br />

1<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, Ospedale Regionale per le<br />

Microcitemie, <strong>Cagliari</strong><br />

2<br />

Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Farmacologia CNR, <strong>Cagliari</strong><br />

*Assegnista<br />

La <strong>di</strong>agnosi prenatale delle malattie genetiche e delle anomalie cromosomiche viene<br />

eseguita con l’analisi <strong>di</strong> cellule fetali ottenute attraverso amniocentesi, villocentesi o<br />

cordocentesi. A tutte queste tecniche invasive è legato un rischio <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta fetale che<br />

varia dall’1 al 3%. Per tale motivo sono in via <strong>di</strong> sviluppo metodologie alternative che<br />

consentono <strong>di</strong> ottenere un numero <strong>di</strong> cellule fetali sufficienti per la <strong>di</strong>agnosi prenatale<br />

senza ricorrere a meto<strong>di</strong> invasivi <strong>di</strong> prelievo, che non costituiscano un rischio per il feto.<br />

Una <strong>di</strong> queste si basa sull’osservazione recente che quantità rilevanti <strong>di</strong> DNA fetale<br />

sono state trovate nel plasma e nel siero <strong>di</strong> prelievi venosi <strong>di</strong> donne gravide. Come<br />

modello abbiamo eseguito l’analisi <strong>di</strong> sequenze del cromosoma Y, me<strong>di</strong>ante PCR, nelle<br />

gravidanze con feto <strong>di</strong> sesso maschile, essendo questo il sistema più semplice per<br />

<strong>di</strong>scriminare una sequenza <strong>di</strong> DNA fetale da quello materno. Abbiamo selezionato 30<br />

donne, in circa 11 settimane <strong>di</strong> gravidanza, pervenute nel nostro Istituto per analisi del<br />

cariotipo. Il plasma contenente il DNA è stato amplificato me<strong>di</strong>ante due PCR: la prima<br />

amplifica un frammento Y-specifico <strong>di</strong> 239 bp; la seconda amplifica un frammento <strong>di</strong><br />

198 bp, interno al frammento <strong>di</strong> 239 bp. Contemporaneamente abbiamo amplificato 3<br />

pg del DNA genomico <strong>di</strong> un maschio (controllo positivo) e <strong>di</strong> una femmina (controllo<br />

negativo). Per ridurre i rischi <strong>di</strong> contaminazione, tutti i reagenti sono stati sottoposti a<br />

<strong>di</strong>gestione enzimatica con l’enzima Hinf I, prima della reazione <strong>di</strong> PCR, e le zone <strong>di</strong> pre<br />

e post amplificazione erano separate. Abbiamo avuto un segnale <strong>di</strong> PCR in 8 campioni<br />

su 30 analizzati. Questi risultati sono stati confermati dall’analisi del cariotipo: gli 8<br />

campioni <strong>di</strong> plasma che hanno dato risultato positivo appartenevano ad altrettante<br />

donne gravide con feti <strong>di</strong> sesso maschile. Abbiamo quin<strong>di</strong> applicato l’esperienza<br />

acquisita allo sviluppo del progetto <strong>di</strong> analisi del DNA fetale presente nel plasma <strong>di</strong><br />

donne gravide con feti a rischio per due <strong>di</strong>fferenti mutazioni beta talassemiche, per la<br />

ricerca della mutazione paterna. Nel presente lavoro abbiamo <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato 12 donne<br />

gravide, sottoposte a <strong>di</strong>agnosi prenatale <strong>di</strong> β-talassemia me<strong>di</strong>ante villocentesi, in cui la<br />

mutazione paterna era stata accertata nel feto. A causa della ridotta quantità <strong>di</strong> DNA<br />

fetale presente nel plasma, anche per il gene beta i nostri campioni sono stati<br />

sottoposti a 2 reazioni <strong>di</strong> amplificazioni enzimatiche successive. Le miscele per le<br />

amplificazioni del gene beta globinico sono state <strong>di</strong>gerite con l’enzima Hae III. L’analisi<br />

molecolare ha messo in evidenza la mutazione paterna in 10 casi su 12. In due casi<br />

non è stato possibile mettere in evidenza la mutazione paterna, probabilmente per<br />

assenza <strong>di</strong> DNA fetale analizzabile nel plasma materno.<br />

I risultati ottenuti confermano che il plasma costituisce una sorgente naturalmente<br />

arricchita <strong>di</strong> materiale genetico fetale.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Il progetto <strong>di</strong> cui mi sono occupata durante l’anno è stato quello <strong>di</strong> analizzare, a livello<br />

molecolare 10 soggetti con fenotipo beta talassemico eterozigote non causato da <strong>di</strong>fetti<br />

del gene beta globinico né da delezioni nella cluster dei geni beta-globinici. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è<br />

stato eseguito sia sui casi in<strong>di</strong>ce che sui loro familiari. Obiettivo finale del progetto è<br />

l’identificazione <strong>di</strong> geni, gruppi <strong>di</strong> geni o vie metaboliche la cui espressione giustifichi il<br />

fenotipo beta talassemico nei nostri pazienti. Abbiamo così iniziato <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> espressione<br />

genica con l’intento <strong>di</strong> caratterizzare geni che chiariscono i processi regolatori implicati<br />

nella mancata produzione delle catene beta globiniche.<br />

Con l’intento <strong>di</strong> chiarire se l’RNA messaggero relativo all’allele non mutato venga<br />

prodotto in quantità normali, abbiamo intrapreso <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> espressione dei geni beta<br />

globinici attraverso l’analisi quantitativa <strong>di</strong> mRNA citoplasmatico estratto dai reticolociti.<br />

Abbiamo eseguito l’analisi attraverso PCR quantitiva real-time me<strong>di</strong>ante l’uso<br />

dell’apparecchio ABI PRISM 7000 Sequence Detection System (Applied Biosystems).<br />

Da questa analisi è emerso che tutti i nostri pazienti <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati presentano una riduzione<br />

dell’espressione dei geni globinici <strong>di</strong> circa il 65-70%.<br />

Questo risultato ci permette <strong>di</strong> escludere il coinvolgimento dei processi <strong>di</strong> traduzione<br />

come causa della ridotta espressione dei geni beta globinici e <strong>di</strong> circoscrivere ai<br />

processi trascrizionali e post- trascrizionali i meccanismi responsabili del fenotipo beta<br />

talassemico.<br />

Elenco Lavori<br />

“Tigraye hemoglobin (β 79 Asp→His):Functional properties and their physiological<br />

implications”<br />

”The Italin Journal of Biochemistry”(2000) 49: 80-81.<br />

“Genetic compound β°(cd5-ct), Hb Siirt (β 27 Ala→Gly) triple α-globin gene<br />

(ααα/αα):structural and functional <strong>stu<strong>di</strong></strong>es.<br />

The Italin Journal of Biochemistry”(2001).<br />

“Preimplantation genetic <strong>di</strong>agnosis for β-thalassemia: the Sar<strong>di</strong>nian experience”<br />

Prenatal Diagnosis 2004; 24: 949-954.<br />

Elenco <strong>Abstract</strong><br />

“L’elettroforesi capillare zonale per l’analisi <strong>di</strong> mappe triptiche dell’emoglobina”.<br />

“La Parola ai giovani, prima e<strong>di</strong>zione”(2000)23-24.<br />

“Identificazione e caratterizzazione <strong>di</strong> emoglobine varianti.<br />

“La Parola ai giovani, seconda e<strong>di</strong>zione”(2001)19.<br />

“ Use of DHPLC in mutational screening of frequent <strong>di</strong>seases gene.”<br />

Sib (Società Italiana <strong>di</strong> Biochimica) XIV E<strong>di</strong>zione Giugno (2002)<br />

“Analisi molecolare del gene AIRE in un paziente affetto da poliendocrinopatia<br />

autoimmune <strong>di</strong> tipo 1,eterozigote per la mutazione R139X.”<br />

5° Congresso Nazionale Sigu-Società Italiana <strong>di</strong> Genetica Umana (2002)<br />

75<br />

“Stu<strong>di</strong>o del gene dell’acquaporina in un paziente affetto da <strong>di</strong>abete insipido<br />

nefrogenico non X-linked.<br />

6° Congresso Nazionale Sigu-Società Italiana <strong>di</strong> Genetica Umana (2003)<br />

“Diagnosi genetica preimpianto in coppie a rischio per β talassemia”<br />

6° Congresso Nazionale Sigu-Società Italiana <strong>di</strong> Genetica Umana (2003)<br />

“Molecular <strong>di</strong>agnosis of autoimmune polyendocrinopathytype I (APS)”<br />

35° Congresso Nazionale Società Italiana <strong>di</strong> Biochimica Clinica e Biologia Molecolare<br />

Clinica. CCLM Clinical Chemistry and Laboratori Me<strong>di</strong>cine


Assegnista: Francesco Lai<br />

Struttura: Dip. Farmaco Chimico Tecnologico<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o dell’incorporazione dell’olio essenziale <strong>di</strong> Artemisia arborescens in<br />

nanoparticelle lipi<strong>di</strong>che per applicazioni in agricoltura<br />

In questo lavoro è stata <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata la veicolazione dell’olio essenziale <strong>di</strong> Artemisia<br />

arborescens all’interno <strong>di</strong> nanoparticelle lipi<strong>di</strong>che (solid lipid nanoparticles o SLN) per<br />

applicazioni in agricoltura. L’Artemisia arborescens è un arbusto sempreverde, usata<br />

nella me<strong>di</strong>cina popolare per le sue proprietà contraccettive e abortive e le sue attività<br />

antinfiammatoria, antipiretica e antivirale [1]. Inoltre il suo olio essenziale ha <strong>di</strong>mostrato<br />

proprietà pesticide nei confronti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi insetti ed afi<strong>di</strong>.<br />

Le nanoparticelle lipi<strong>di</strong>che (solid lipid nanoparticles o SLN) sono delle particelle con un<br />

<strong>di</strong>ametro, <strong>di</strong> circa 50-1000 nanometri determinato con la tecnica della photon correlation<br />

spectroscopy (PCS). I lipi<strong>di</strong> usati per la loro preparazione sono soli<strong>di</strong> a temperatura<br />

ambiente ed includono trigliceri<strong>di</strong>, aci<strong>di</strong> grassi, steroi<strong>di</strong> e cere. Sviluppate all’inizio <strong>degli</strong><br />

anni 90 le SLN costituiscono dei carrier alternativi in campo farmaceutico e cosmetico.<br />

Esse combinano i vantaggi dei liposomi e delle emulsioni (materiali non tossici o a<br />

tossicità molto bassa, facilità nella produzione a livello industriale tramite la<br />

omogeneizzazione ad alta pressione) e delle micro e nanoparticelle (matrice solida per il<br />

rilascio controllato e la protezione dei principi attivi incorporati) e contemporaneamente<br />

risolvono alcuni svantaggi <strong>di</strong> questi carrier “tra<strong>di</strong>zionali” (problemi <strong>di</strong> stabilità e tossicità)<br />

[2]. I principali meto<strong>di</strong> per la preparazione delle SLN sono l’omogenizzazione ad alta<br />

pressione [3] e la tecnica della microemulsione. Le nanoparticelle lipi<strong>di</strong>che sono state<br />

ampiamente <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate sia per la somministrazione parenterale e orale <strong>di</strong> farmaci [4] sia<br />

per l’applicazione topica.<br />

Durante questo lavoro sono state preparate <strong>di</strong>verse formulazioni <strong>di</strong> SLN utilizzando l’olio<br />

essenziale <strong>di</strong> Artemisia arborescens, Compritol 888 ATO come fase lipi<strong>di</strong>ca e<br />

Poloxamer 188 o Miranol Ultra C32 come emulsionanti.<br />

L’estrazione dell’olio essenziale è stata effettuata per <strong>di</strong>stillazione in corrente <strong>di</strong> vapore<br />

utilizzando un <strong>di</strong>stillatore da 200 l in acciaio dotato <strong>di</strong> recupero dell’acqua. L’analisi dei<br />

principali costituenti l’olio essenziale è stata determinata tramite GC/ITMS.<br />

La stabilità fisica delle <strong>di</strong>verse formulazioni è stata monitorata per due mesi <strong>stu<strong>di</strong></strong>ando le<br />

variazioni <strong>di</strong>mensionale (PCS e LD) e del potenziale Z. Durante il lavoro inoltre è stata<br />

<strong>di</strong>mostrata la riduzione della velocità <strong>di</strong> evaporazione e la maggiore stabilità chimica<br />

dell’olio essenziale in seguito all’incorporazione all’interno delle SLN.<br />

[1] Sinico C., De Logu A., Lai F., Valenti D., Manconi M., Loy G., Bonsignore L., Fadda<br />

A. M.: Liposomal incorporation of Artemisia arborescens L. essential oil and in vitro<br />

antiviral activity. European Journal of Pharmaceutics and Biopharmaceutics, 59(1) 161-<br />

8 (2005)<br />

[2] Mehnert W., Mader K.: Solid lipid nanoparticles: Production, characterization and<br />

applications. Advanced Drug Delivery Reviews 47: 165–196 (2001).<br />

[3] Müller R.H., Lucks J.S.: Arzneistofftrager aus festen Lipid-teilchen, Feste<br />

Lipidnanospharen (SLN). European Patent 0605497 (1996).<br />

[4] Lai F., Wissing S. A.: Peroral administration of SLN. Acta Technologiae et Legis<br />

Me<strong>di</strong>camenti, XIV, (2003).<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca svolta a partire dal febbraio 2004 è stata rivolta principalmente allo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell’incapsulazione dell’olio essenziale <strong>di</strong> Artemisia arborescens in <strong>di</strong>versi<br />

carriers. L’estrazione dell’olio essenziale è stata effettuata per <strong>di</strong>stillazione in corrente<br />

<strong>di</strong> vapore utilizzando un <strong>di</strong>stillatore da 200 l in acciaio dotato <strong>di</strong> recupero dell’acqua.<br />

L’analisi dei principali costituenti l’olio essenziale è stata determinata tramite GC/ITMS.<br />

Allo scopo <strong>di</strong> veicolare l’olio essenziale nel terreno questo è stato incapsulato in beads<br />

<strong>di</strong> So<strong>di</strong>o Alginato utilizzando come agenti reticolanti il Calcio Cloruro e la Glutaraldeide.<br />

Le beads sono state caratterizzate da un punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>mensionale, è stata <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata<br />

l’efficienza <strong>di</strong> incapsulazione e la velocità <strong>di</strong> rilascio in funzione della concentrazione e<br />

del tempo <strong>di</strong> esposizione al reticolante utilizzato. Sono stati inoltre effettuati <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />

sulla velocità <strong>di</strong> essiccamento e quella <strong>di</strong> reidratatzione delle <strong>di</strong>verse formulazioni.<br />

Lo stesso olio è stato incapsulato in <strong>di</strong>verse formulazioni liposomiali al fine <strong>di</strong><br />

valutare la capacità <strong>di</strong> tali carrier <strong>di</strong> promuovere l’attività antivirale dell’olio. I liposomi<br />

preparati sono stati caratterizzati dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>mensionale utilizzando la tecnica<br />

del light scattering mentre la struttura è stata <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata con la microscopia in<br />

trasmissione (TEM). La percentuale <strong>di</strong> incapsulazione è stata determinata all’UV dopo<br />

purificazione per gel cromatografia. Sono stati eseguiti <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> stabilità sulle<br />

<strong>di</strong>verse formulazioni per valutare la variazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni dei liposomi e <strong>di</strong><br />

incapsulazione dell’olio. L’attività antivirale dell’olio libero e delle <strong>di</strong>verse formulazioni è<br />

stato eseguito in vitro su cellule Vero (African green monkey kidney cells) utilizzando il<br />

saggio MTT.<br />

L’olio essenziale <strong>di</strong> Artemisia arborescens è stato inoltre incapsulato in nanoparticelle<br />

lipi<strong>di</strong>che (solid lipid nanoparticles o SLN). Le SLN sono state preparate utilizzando la<br />

tecnica dell’omogenizzazione ad alta pressione utilizzando il Compritol 888 ATO come<br />

fase lipi<strong>di</strong>ca e Poloxamer 188 o Miranol Ultra C32 come emulsionanti. La stabilità fisica<br />

delle <strong>di</strong>verse formulazioni è stata monitorata per due mesi <strong>stu<strong>di</strong></strong>ando le variazioni<br />

<strong>di</strong>mensionale (PCS e LD) e del potenziale z. Stu<strong>di</strong> alla DSC sono stati utilizzati per<br />

valutare le variazioni dello stato cristallino del lipide.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Pubblicazioni in riviste internazionali<br />

Maria Manconi, Donatella Valenti, Chiara Sinico, Francesco Lai, Giuseppe Loy, Anna<br />

Maria Fadda: Niosomes as carriers for tretinoin: Influence of vesicular incorporation on<br />

tretinoin photostability. International Journal of Pharmaceutics, 260 (2) 261-272 (2003).<br />

Francesco Lai, Sylvia A. Wissing: Peroral administration of SLN. Acta Technologiae et<br />

Legis Me<strong>di</strong>camenti, XIV (2003).<br />

77<br />

Francesco Lai, Donatella Valenti, Chiara Sinico, Maria Manconi, José Blanco Mendez, Anna<br />

Maria Fadda: Phospholipid vesicles as carriers in aquaculture: preparation and stability study<br />

of thiamine hydrochloride-loaded liposomes. Current Drug Delivery, 1 (2) (2004).<br />

Chiara Sinico, Maria Manconi, Marcello Peppi, Francesco Lai, Donatella Valenti, Anna<br />

Maria Fadda: Liposomes as carriers for dermal delivery of tretinoin: in vitro evaluation<br />

of drug permeation and vesicle-skin interaction. Journal of Controlled Release, 103 (1)<br />

123-136 (2005).<br />

Chiara Sinico, Alessandro De Logu, Francesco Lai, Donatella Valenti, Maria Manconi,<br />

Giuseppe Loy, Leonardo Bonsignore, Anna Maria Fadda: Liposomal incorporation of<br />

Artemisia arborescens L. essential oil and in vitro antiviral activity<br />

European Journal of Pharmaceutics and Biopharmaceutics, 59(1) 161-8 (2005).<br />

Francesco Lai, Sylvia A. Wissing, Anna M. Fadda, Rainer H. Müller: SLN in agriculture<br />

as new delivery systems for ecological pesticides. The AAPS Journal, inviato, 2005.<br />

Comunicazioni orali a congressi nazionali ed internazionali<br />

Microsfere <strong>di</strong> alginato per il rilascio prolungato <strong>di</strong> fitofarmaci<br />

La Parola ai Giovani, Cittadella <strong>di</strong> Monserrato, <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, 23-24 Aprile<br />

2001<br />

Stabilizzazione <strong>di</strong> vescicole fosfolipi<strong>di</strong>che per l’alimentazione in acquacoltura<br />

Scuola dottorale in Tecnologia Farmaceutica, Arcavacata <strong>di</strong> Rende, <strong>Università</strong> della Calabria,<br />

Settembre 2001<br />

Rosmarinus Officinalis essential oil-loaded beads: preparation and characterization<br />

2 nd Advanced School for Pharmaceutical Technology Ph. D Students, Arcavacata <strong>di</strong> Rende,<br />

<strong>Università</strong> della Calabria, luglio 2002<br />

Artemisia arborescens essential oil-loaded beads: preparation and characterization<br />

Proceed. 30th Annual Meeting & Exposition of the Controlled Release Society, 45, Glasgow,<br />

luglio 2003<br />

Incorporazione dell’olio essenziale <strong>di</strong> Artemisia arborescens in nanoparticelle lipi<strong>di</strong>che<br />

per applicazioni in agricoltura<br />

XIII congresso italo-latino americano <strong>di</strong> etnome<strong>di</strong>cina, Roma 21 Settembre, Salerno 22-25<br />

settembre 2004<br />

Comunicazioni a congressi nazionali ed internazionali<br />

Donatella Valenti, Francesco Lai, Chiara Sinico, Anna Maria Maccioni, Maria Manconi,<br />

Bianca Baroli, Josè BlancoMendez, Anna Maria Fadda: Vescicole fosfolipi<strong>di</strong>che quali carriers<br />

per l’alimentazione in acquacoltura. Atti 24° Congresso Internaz. Soc. Farm. Me<strong>di</strong>terraneo<br />

Latino, Assisi, 82 (2000)<br />

Maria Manconi, Chiara Sinico, Donatella Valenti, Francesco Lai, Anna Maria Fadda<br />

Liposomes and niosomes as carriers for topical application of tretinoin. Atti 2nd Me<strong>di</strong>terranean<br />

Meeting, Atene, 194 (2001)<br />

Maria Manconi, Chiara Sinico, Donatella Valenti, Francesco Lai, Anna Maria Fadda: Vesicleforming<br />

ability of polyalkyl polyglucosides. Atti 2nd Me<strong>di</strong>terranean Meeting, Atene, 196 (2001)<br />

Maria Manconi, Chiara Sinico, Donatella Valenti, Francesco Lai, Anna Maria Fadda: Liposomi<br />

e niosomi come carriers per l’applicazione topica della tretinoina . Atti 42° Simposio AFI,<br />

Montecatini, 125 (2001)<br />

Francesco Lai, Maria Manconi, Giuseppe Loy, Laura Casu, Anna Maria Fadda: Preparation of<br />

controlled release formulations of Rosmarinus Officinalis essential oil as natural pesticide.<br />

Proceed. 4th World meeting on pharmaceutics Biopharmaceutics Pharmaceutical<br />

Technology, Firenze (2002)<br />

Chiara Sinico, Alessandro De Logu, Donatella Valenti, Maria Manconi, Francesco Lai,<br />

Giuseppe Loy, Laura Casu, Anna Maria Fadda: In vitro antiviral activity of liposomal Artemisia<br />

Arborescens essential oil. Proceed. 4th World meeting on pharmaceutics Biopharmaceutics<br />

Pharmaceutical Technology, Firenze (2002)<br />

Maria Manconi, Donatella Valenti, Chiara Sinico, Francesco Lai, Anna Maria Fadda: Selfassembly<br />

properties of Alkylmonoglucosides and fatty alcohol mixture . Proceed. 4th World<br />

meeting on Pharmaceutics Biopharmaceutics Pharmaceutical Technology, Firenze (2002)<br />

Donatella Valenti, Chiara Sinico, Maria Letizia Manca, Marco Zaru, Francesco Lai, Maria<br />

Manconi, Anna Maria Fadda: Stu<strong>di</strong>o in vitro sulla promozione dell’assorbimento percutaneo<br />

del <strong>di</strong>clofenac. Proceed. XXV Congrès International De La Société De Pharmacie De La<br />

Mé<strong>di</strong>terranée Latine (2002)<br />

C. Sinico, A. De Logu, D. Valenti, F. Lai, M. Manconi, G. Loy, L. Casu, A.M. Fadda:<br />

Liposomes as carrier for Artemisia arborescens essential oil: Preparation, characterisation<br />

and antiviral activity. Atti 42° Simposio AFI 2002, Perugia (2002)<br />

Anna Maria Fadda, A.O. Vila, Francisco Molina, Maria Manconi, Chiara Sinico, Francesco Lai:<br />

Preparation and thermodynamical considerations of decylpolyglucoside vesicles. Proceed.<br />

30th Annual Meeting & Exposition of the Controlled Release Society, Glasgow, 291 (2003)


Francesco Lai, Sylvia A. Wissing, Anna M. Fadda, Rainer H. Müller: SLN for<br />

agricultural application loaded with natural pesticide. Proceed. International meeting on<br />

Pharmaceutics, Biopharmaceutics and Pharmaceutical Technology, Nuremberg (2004)<br />

Chiara Sinico, Francesco Lai, Maria Manconi, Laura Casu, Filippo Cottiglia, Leonardo<br />

Monsignore, Giuseppe Loy, Anna M. Fadda: Phospholipid vesicles as carrier for<br />

Melissa officinalis L. essential oil: preparation and stability study. Proceed. International<br />

meeting on Pharmaceutics, Biopharmaceutics and Pharmaceutical Technology,<br />

Nuremberg (2004)<br />

Maria Letizia Manca, Francesco Lai, Donatella Valenti, Marco Zaru, Anna Maria Fadda.<br />

Solid lipid nanoparticles as controlled release systems in apitherapy. Proceed.<br />

European Conference on Drug Delivery and Pharmaceutical Technology, Sevilla (2004)<br />

Chiara Sinico, Francesco Lai, Donatella Valenti, Maria Manconi, Anna Maria<br />

Fadda: Beads <strong>di</strong> alginato <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o per applicazioni in agricoltura. XIII congresso<br />

italo-latino americano <strong>di</strong> etnome<strong>di</strong>cina, Roma-Salerno (2004)<br />

78


Assegnista: Nathascia Lampis<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Fisica<br />

ABSTRACT: Confronto sulle proprietà elettroniche e magnetiche delle perovskiti<br />

complesse PbFe 1/2Ta 1/2O 3 and PbFe 1/2Nb 1/2O 3<br />

NATHASCIA LAMPIS<br />

DIPARTIMENTO DI FISICA, STRADA PR.LE MONSERRATO-SESTU KM.0.700, 09042<br />

MONSERRATO (CAGLIARI) ITALY<br />

Tra le perovskiti ferroelettriche della famiglia PbB’ 1/2 3+ B’’1/2 5+ O3, PbFe 1/2Ta 1/2O 3 (PFT) e<br />

PbFe 1/2Nb 1/2O 3 (PFN) sono le uniche che possono essere ottenute con una struttura<br />

completamente <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata a lungo raggio in sito B.<br />

Tuttavia, l’esistenza <strong>di</strong> regioni or<strong>di</strong>nate <strong>di</strong> scala nanometrica non è mai stata<br />

definitivamente esclusa. A riguardo l’analisi sperimentale delle proprietà magnetiche ha<br />

dato informazioni fondamentali: PFT e PFN presentano due transizioni<br />

antiferromagnetiche a circa 160 K e 9 K, quest’ultima in<strong>di</strong>cata da un’anomalia nella<br />

polarizzazione indotta dal campo magnetico.<br />

Data la debolezza dei segnali magnetoelettrici riportati sotto i 9 K, è stata formulata<br />

l’ipotesi che essi implicassero solo una piccola percentuale <strong>di</strong> cluster or<strong>di</strong>nati in sito B,<br />

in cui lunghi cammini <strong>di</strong> superscambio del tipo Fe-O-Ta(Nb)-O-Fe possono giustificare<br />

le temperature <strong>di</strong> Néel più basse.<br />

Al fine <strong>di</strong> analizzare il legame tra le proprietà magnetiche e l’or<strong>di</strong>ne cristallografico in<br />

sito B, abbiamo realizzato calcoli ab-initio, usando l’approssimazione LSD+U, su due<br />

superstrutture cristallografiche or<strong>di</strong>nate della fase <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata Pm-3m <strong>di</strong> PFT e PFN.<br />

Tra le possibili superstrutture antiferromagnetiche delle celle cristallografiche abbiamo<br />

scelto quattro modelli antiferromagnetici su cui realizzare i calcoli.<br />

La valutazione <strong>degli</strong> integrali <strong>di</strong> scambio dalle <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> energia totale tra gli stati<br />

ferromagnetici e antiferromagnetici ha permesso <strong>di</strong> stimare le temperature <strong>di</strong> Néel<br />

calcolate da formule <strong>di</strong> campo molecolare, attraverso un mapping sul modello <strong>di</strong><br />

Heisenberg in approssimazione <strong>di</strong> campo me<strong>di</strong>o. L’esistenza <strong>di</strong> due temperature <strong>di</strong><br />

Néel, evidenziate sperimentalmente, è spiegata in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti cammini <strong>di</strong><br />

superscambio introdotti da or<strong>di</strong>ni cristallografici locali.<br />

Abbiamo trovato che le strutture antiferromagnetiche sono stabili e sono compatibili con<br />

<strong>di</strong>storsioni ferroelettriche tetragonali sia in PFT che in PFN.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Dal 1 ottobre 2001 sono Assegnista <strong>di</strong> Ricerca presso il Dipartimento <strong>di</strong> Fisica<br />

dell'<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> sotto la supervisione della Dott.ssa Alessandra<br />

Geddo Lehmann.<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca svolta in qualità <strong>di</strong> Assegnista <strong>di</strong> ricerca nei primi anni<br />

si è concentrata sullo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle connessioni tra proprietà strutturali e or<strong>di</strong>ne<br />

magnetico nelle perovskiti PbFe1/2Nb1/2O3 e PbFe1/2Ta1/2O3, composti particolarmente<br />

interessanti per la coesistenza <strong>di</strong> magnetismo e ferroelettricità. Le proprietà magnetiche<br />

<strong>di</strong> tali composti sono state <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate per mezzo misure <strong>di</strong> suscettività statica e<br />

magnetizzazione effettuate tramite magnetometria SQUID in collaborazione con il Dott.<br />

A. Falqui del Dipartimento <strong>di</strong> Chimica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> e la Dott.ssa A. Geddo<br />

Lehmann. Sono state evidenziate per ciascun composto due temperature critiche<br />

in<strong>di</strong>cative <strong>di</strong> due successive transizioni <strong>di</strong> fase magnetiche. Al lavoro <strong>di</strong> interpretazione<br />

dei risultati <strong>di</strong> tali esperimenti (che verranno a breve inviati per pubblicazione) sono stati<br />

affiancati calcoli ab initio su possibili superstrutture cristallografiche or<strong>di</strong>nate dei<br />

campioni oggetto <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o. Ho quin<strong>di</strong> acquisito esperienza sull’utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong><br />

accurati <strong>di</strong> calcolo da principi primi basati sul funzionale densità per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong><br />

proprietà elettroniche per soli<strong>di</strong> complessi contenenti metalli <strong>di</strong> transizione ed ho<br />

approfon<strong>di</strong>to il problema del magnetismo nelle perovskiti. I calcoli sono stati realizzati in<br />

stretta collaborazione con il Prof. S. Massidda, il Dott. C. Franchini, il Dott. G. Satta e la<br />

Dott.ssa A. Geddo Lehmann del Dipartimento <strong>di</strong> Fisica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Tali<br />

calcoli hanno permesso la comprensione delle proprietà strutturali, elettroniche e<br />

magnetiche dei campioni reali. I risultati ottenuti per la perovskite multiferroica<br />

PbFe 1/2Ta 1/2O 3, pubblicati su rivista scientifica internazionale, hanno come risultato<br />

rilevante la spiegazione della presenza <strong>di</strong> due <strong>di</strong>verse temperature <strong>di</strong> Néel, evidenziate<br />

sperimentalmente, in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi cammini <strong>di</strong> superscambio dovuti a <strong>di</strong>fferenti<br />

or<strong>di</strong>ni cristallografici presenti localmente nei campioni reali. Si è evidenziato quin<strong>di</strong> il<br />

legame tra coor<strong>di</strong>nazione cationica a breve raggio e proprietà magnetiche in tale<br />

materiale. Al presente sono in fase <strong>di</strong> completamento lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e l’interpretazione dei<br />

risultati <strong>di</strong> un analogo lavoro <strong>di</strong> ricerca svolto sulla perovskite PbFe 1/2Nb 1/2O 3.<br />

Dal maggio del 2004 ho svolto la mia attività <strong>di</strong> ricerca principalmente sul<br />

tema: "Caratterizzazione strutturale con tecniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffrazione <strong>di</strong> raggi X ad alta<br />

risoluzione <strong>di</strong> film sottili <strong>di</strong> manganiti" con la partecipazione attiva ad un progetto <strong>di</strong><br />

ricerca (PRIN 2002) per la caratterizzazione strutturale e magnetica <strong>di</strong> film sottili <strong>di</strong><br />

perovskiti magnetoresistive. Sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati film sottili <strong>di</strong> La 2/3Sr 1/3MnO 3 con spessori<br />

<strong>di</strong> qualche decina <strong>di</strong> nanometri, depositati con tecnica Molecular Beam Epitaxy (MBE)<br />

su <strong>di</strong>versi substrati (SrTiO 3, LaAlO 3, GaNdO 3) all’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Salerno. La<br />

caratterizzazione strutturale dei film è stata realizzata con un <strong>di</strong>ffrattometro D8-<br />

Discover (Bruker-AXS) acquistato nell’ambito del progetto inter<strong>di</strong>partimentale LIMINA.<br />

Si sono effettuate misure <strong>di</strong> riflettività per la determinazione dello spessore e della<br />

densità dei film, misure ad alta risoluzione per la determinazione dei parametri reticolari<br />

e per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei <strong>di</strong>fetti, del grado <strong>di</strong> rilassamento e <strong>degli</strong> effetti <strong>di</strong> deformazione che i<br />

<strong>di</strong>fferenti substrati possono indurre sui film, ed ancora misure Grazing Incidence<br />

Diffraction (GID) utili per la determinazione dei parametri reticolari nel piano <strong>di</strong> crescita.<br />

I dati relativi alla caratterizzazione strutturale insieme ai risultati <strong>di</strong> caratterizzazione<br />

magnetica SQUID effettuata in collaborazione con il Dott. F. Congiu e il Dott. G.<br />

Concas verranno presto inviati a una rivista scientifica internazionale.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

• M. Cannas, L. Garbato, A. Geddo Lehmann, N. Lampis, F. Ledda,<br />

“Structural Polymorphism in MnGa2Se4” Crystal Research and<br />

Technology, Vol. 33 (1998) pag. 417<br />

• N. Lampis, Ph. Sciau, A. Geddo Lehmann, “Rietveld refinement of the<br />

paraelectric and ferroelectric structures of PbFe 0.5Nb 0.5O 3” Journal of<br />

Physics: Condensed Matter, Vol. 11 (1999) pag. 3489<br />

• Philippe Sciau, Nathascia Lampis, Alessandra Geddo Lehmann,<br />

“Structure des phases ferroelectriques de PbFe0.5Nb0.5O3 et<br />

79<br />

PbFe 0.5Ta 0.5O 3 etude comparative”, Poster contribution, 8 èmes Journées de la<br />

Diffusion Neutronique, La Grande Motte, Montpellier (Francia), 19-21 maggio<br />

1999<br />

• Alessandra Geddo Lehmann, Nathascia Lampis, Philippe Sciau, “Understan<strong>di</strong>ng<br />

relaxor ferroelectrics: a comparison between PbFe 0.5Nb 0.5O 3 and<br />

PbSc 0.5Nb 0.5O 3” , Poster contribution, 9 th European Meeting on Ferroelectricity,<br />

Praga (Repubblica Ceca), 12-16 luglio 1999<br />

• N. Lampis, Ph. Sciau, A. Geddo Lehmann “Rietveld refinement of the<br />

paraelectric and ferroelectric structures of PbFe0.5Ta0.5O3” Journal of Physics:<br />

Condensed Matter, Vol. 12 (2000) pag. 2367<br />

• Ph. Sciau, N. Lampis, A. Geddo Lehmann “An investigation on the structural<br />

evolution of Pb 2YbTaO 6” Solid State Communication, Vol. 116 (2000) pag. 225<br />

• N. Lampis, “Cambiamenti strutturali <strong>di</strong> perovskiti complesse a base <strong>di</strong> piombo<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nate e or<strong>di</strong>nate in sito ottaedrico: PbFe 1/2Nb 1/2O 3, PbFe 1/2Ta 1/2O 3 e<br />

Pb 2YbTaO 6.”, Tesi <strong>di</strong> dottorato, <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, (2001)<br />

• Cesare Franchini, Nathascia Lampis, Guido Satta, Sandro Massidda,<br />

Alessandra Geddo Lehmann, “Structural, electronic and magnetic<br />

properties of the complex perovskite PbFe1/2Ta1/2O3”, Poster contribution,<br />

HLCS - Euroconference: XII Workshop on Computational Materials<br />

Science (CMS2002), Villasimius (Ca), 23-29 Settembre 2002<br />

• Cesare Franchini, Nathascia Lampis, Guido Satta, Alessandra Geddo<br />

Lehmann, Sandro Massidda, “Ab initio study of the multiferroic<br />

ferromagnetoelectric complex perovskite PbFe1/2Ta1/2O3”, Poster<br />

contribution, INFMeeting, Genova, 23-25 Giugno 2003<br />

• Nathascia Lampis, Guido Satta, Cesare Franchini, Sandro Massidda,<br />

Alessandra Geddo Lehmann, “Experimental and theoretical study of the<br />

structural and magnetic properties of the Pb-based complex perovskite<br />

PbFe 1/2Ta 1/2O 3”, Poster contribution, INFMeeting, Bari, 24-28 Giugno 2002<br />

• Nathascia Lampis, Alessandra Geddo Lehmann, Cesare Franchini, Guido<br />

Satta, Sandro Massidda, “B-site ordering and antiferromagnetism in the<br />

multiferroic perovskite PbFe1/2Ta1/2O3” Poster contribution, 10 th European<br />

Meeting on Ferroelectricity, Cambridge, 3-8 August 2003<br />

• N. Lampis, C. Franchini, G. Satta, A. Geddo Lehmann, S. Massidda<br />

“Electronic Structure of PbFe 1/2Ta 1/2O 3: Crystallographic Ordering and<br />

Magnetic Properties” Physical Review B, Vol. 69 (2004) pag. 064412<br />

• Cesare Franchini, Nathascia Lampis, Guido Satta, Alessandra Geddo<br />

Lehmann, Sandro Massidda, “B-site ordering and antiferromagnetism in<br />

the multiferroic perovskites PbFe1/2Ta1/2O3 and PbFe1/2Nb1/2O3” , Poster<br />

contribution, INFMeeting 2004, Genova, 8-10 Giugno 2004<br />

• Andrea Falqui, Nathascia Lampis e Alessandra Geddo Lehmann “Spinglass<br />

behaviour and chemical ordering in the perovskites PbFe 1/2Ta 1/2O 3<br />

and PbFe 1/2Nb 1/2O 3” , in fase <strong>di</strong> preparazione<br />

• C. Franchini, N. Lampis, A. Geddo Lehmann, S. Massidda “Magnetic and<br />

electronic structure of the complex perovskite of PbFe1/2Nb1/2O3” , in fase<br />

<strong>di</strong> preparazione


Assegnista: Gian Peppino Ledda<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Chirurgiche e Trapianto<br />

d’Organo Sez. Otorinolaringoiatrica<br />

ABSTRACT: Risultati funzionali dopo trattamento endoscopico con Laser a CO2 per<br />

carcinoma glottico in sta<strong>di</strong>o iniziale<br />

Ledda G.P., Cocco D., Pelagatti C.L., Pusceddu Z., Puxeddu R.<br />

Il trattamento endoscopico del carcinoma glottico in sta<strong>di</strong>o iniziale me<strong>di</strong>ante laser a<br />

CO2 rappresenta oramai una valida alternativa alla chirurgia tra<strong>di</strong>zionale ed alla<br />

ra<strong>di</strong>oterapia. Il grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfonia conseguente alla cordectomia endoscopica è<br />

estremamente variabile e, generalmente, riconducibile alla sede <strong>di</strong> exeresi ed alla<br />

entità <strong>di</strong> tessuto cordale sacrificato. Gli Autori riportano la loro esperienza su una<br />

casistica <strong>di</strong> 112 pazienti (età me<strong>di</strong>a: 63,7 anni), 109 uomini (97,3%) e 3 donne (2,7%),<br />

affetti da carcinoma glottico in sta<strong>di</strong>o iniziale (Tis, T1a, T1b e casi selezionati <strong>di</strong> T2),<br />

sottoposti ad intervento endoscopico me<strong>di</strong>ante laser a CO2 presso la Sezione<br />

Otorinolaringoiatrica del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chirurgiche e Trapianti d'Organo<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, nel periodo compreso tra il mese <strong>di</strong> Ottobre<br />

1993 e il mese <strong>di</strong> Gennaio 2003. Il follow-up me<strong>di</strong>o è <strong>di</strong> 4,25 anni con un massimo <strong>di</strong><br />

11,2 anni ed un minimo <strong>di</strong> 2 anni. In accordo col sistema TNM, secondo le<br />

in<strong>di</strong>cazioni dell’ ”American Joint Committee on Cancer” (AJCC, 1997), i tumori sono<br />

classificati in: carcinoma “in situ” (Tis): 16 pazienti (14,2%), T1a: 70 pazienti<br />

(62,5%), T1b: 17 pazienti (15,2%) e T2 con riduzione della motilità cordale: 9<br />

pazienti (8,1%). Dopo un accurato esame endoscopico intraoperatorio, avvalendosi<br />

anche <strong>di</strong> ottiche Storz con angolazione 0°, 70° e 120°, e sulla base della sede e<br />

della estensione della neoplasia, sono stati eseguiti 5 <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> cordectomia in<br />

accordo con la proposta classificativa suggerita nel 2000 dalla European<br />

Laryngological Society al fine <strong>di</strong> assicurare una migliore definizione dei risultati<br />

postoperatori. L’analisi elettroacustica della voce è stata eseguita me<strong>di</strong>ante<br />

spettrografo computerizzato Kay CSL 4300 con ausilio del software Multi-<br />

Dimensional Voice Program (MDVP).<br />

I risultati funzionali, derivanti sia dalla valutazione obiettiva (elettroacustica) che dalla<br />

valutazione stroboscopica e percettiva, <strong>di</strong>mostrano che i pazienti sottoposti a<br />

cordectomia subepiteliale (Tipo I) presentano una qualità vocale statisticamente<br />

sovrapponibile (Test <strong>di</strong> Mann-Whitney) a quella ottenuta nei pazienti sottoposti a<br />

cordectomia subligamentosa (Tipo II). Inoltre la qualità vocale dei pazienti sottoposti a<br />

cordectomie <strong>di</strong> tipo I e II è statisticamente superiore (Test <strong>di</strong> Mann-Whitney; Test <strong>di</strong><br />

Kruskal-Wallis) rispetto a quella ottenuta nei pazienti sottoposti a cordectomia <strong>di</strong> tipo III,<br />

IV e V (transmuscolare, totale ed estesa). In nessuno dei 112 pazienti si sono<br />

verificate complicanze intraoperatorie o postoperatorie correlate alla procedura<br />

chirurgica. Il tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> ricovero per la procedura endoscopica è stato <strong>di</strong> 2,6<br />

giorni. In tutti i pazienti è stata preservata la laringe (112/112). Secondo la meto<strong>di</strong>ca<br />

<strong>di</strong> Kaplan Meier, il controllo locale a 5 anni con la sola chirurgia endoscopica laser è<br />

del 98,11% (E.S. 0,0187) e la sopravvivenza libera dalla malattia è del 97,18% (E.S.<br />

0,0161).<br />

I vantaggi principali derivanti dall’impiego dell’approccio endoscopico sono<br />

rappresentati dagli ottimi risultati oncologici, l’esecuzione dell’intervento per le vie<br />

naturali con il rispetto dell’integrità dello scheletro cartilagineo e il ridotto trauma<br />

chirurgico, la non necessarietà della tracheotomia, la bassa incidenza <strong>di</strong><br />

complicanze, il rapido decorso postoperatorio con un ridotto periodo <strong>di</strong> ricovero<br />

ospedaliero, la rilevante riduzione dei costi sanitari e i buoni risultati funzionali<br />

fonatori.<br />

ABSTRACT: Laser-chirurgia delle lesioni benigne delle corde vocali<br />

Ledda G.P., Cocco D., Pelagatti C.L., Aste C., Puxeddu R.<br />

Il ripristino della normale funzione vocale rappresenta un importante obiettivo del<br />

trattamento chirurgico delle lesioni benigne delle corde vocali. Il continuo progresso<br />

tecnologico dei laser e l’impostazione ottimale dei parametri <strong>di</strong> potenza (inferiore al<br />

Watt), tempo <strong>di</strong> esposizione (millisecon<strong>di</strong>) e modalità <strong>di</strong> emissione (superpulsato), cui<br />

consegue un ridotto danno termico dei tessuti, hanno permesso una più sicura<br />

applicazione delle tecniche laser alla fonochirurgia. La nostra esperienza sull’utilizzo<br />

dell’approccio fonochirurgico con ausilio <strong>di</strong> laser CO2 ha avuto come presupposti un<br />

atteggiamento <strong>di</strong> massima prudenza nel rispetto dell’ultrastruttura multistrato delle<br />

corde vocali al fine <strong>di</strong> mantenere o ricostituire uno stato anatomico e funzionale quanto<br />

più possibile prossimi a quelli normali.<br />

L’indagine è stata eseguita su 213 pazienti (età me<strong>di</strong>a: 46 anni), 99 uomini (46,5%) e<br />

114 donne (53,5%), sottoposti ad intervento <strong>di</strong> fono-microchirurgia con ausilio <strong>di</strong> laser<br />

CO2 in microlaringoscopia <strong>di</strong>retta, presso la Sezione Otorinolaringoiatrica del<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chirurgiche e Trapianti d'Organo dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, nel periodo <strong>di</strong> tempo compreso tra Gennaio 1994 e Dicembre 2002. Il work-up<br />

<strong>di</strong>agnostico pre- e post-operatorio è stato rappresentato da: esame obiettivo laringeo;<br />

registrazione videolaringostroboscopica; analisi elettroacustica della voce; valutazione<br />

percettiva (psicoacustica) della voce. L’esame obiettivo laringeo è stato eseguito con<br />

fibroscopio flessibile o ottiche rigide. La registrazione videolaringostroboscopica ha<br />

permesso <strong>di</strong> valutare i parametri morfologici delle corde vocali (morfologia dell’onda<br />

mucosa, entità della chiusura glottica e sua morfologia, profilo cordale e motilità delle<br />

false corde). L’analisi elettroacustica della voce è stata eseguita me<strong>di</strong>ante spettrografo<br />

computerizzato Kay CSL 4300. La successiva analisi, me<strong>di</strong>ata da un software (Multi-<br />

Dimensional Voice Program), ha permesso la identificazione dei principali valori <strong>di</strong>: Fo<br />

(frequenza fondamentale me<strong>di</strong>a), Jitter, Shimmer e N/H (Rumore/Armonica). Il tempo<br />

me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> degenza è stato <strong>di</strong> 3,1 giorni. Il follow-up me<strong>di</strong>o è stato <strong>di</strong> 4,5 anni (Max 11<br />

anni; Min 2 anni).<br />

Nel nostro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo valutato le variazioni <strong>di</strong> F0 (frequenza fondamentale), Jitter,<br />

Shimmer e N/H (rumore/armonica) tra il preoperatorio ed il postoperatorio. I risultati<br />

ottenuti sono stati raffrontati con i dati (F0, Jitter, Shimmer, N/H) relativi ad un gruppo <strong>di</strong><br />

controllo costituito da 130 soggetti (100 M e 30 F), non <strong>di</strong>sfonici e non affetti da<br />

patologia a carico delle corde vocali, reclutati con criterio <strong>di</strong> casualità. La valutazione<br />

statistica dei risultati funzionali ottenuti è stata realizzata me<strong>di</strong>ante il Test dei Ranghi <strong>di</strong><br />

Wilcoxon e ha <strong>di</strong>mostrato:<br />

miglioramento statisticamente significativo (P


9. Puxeddu R., Ledda G.P., Argiolas F., Puxeddu P.: La fonochirurgia<br />

laringea con ausilio del Laser a CO2: Relazione Ufficiale del LXXXVIII<br />

Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Otorinolaringologia e<br />

Chirurgia Cervico-Facciale, pp. 287-299, Genova, 2001.<br />

10. Puxeddu R, Pirri S., Bacchi P., Ledda G.P.: Trattamento endoscopico del<br />

carcinoma sopraglottico in sta<strong>di</strong>o iniziale: epiglottectomia ed<br />

epiglottectomia allargata. Atti del LXXXVIII Congresso Nazionale della<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale, p. 284,<br />

Genova, 2001.<br />

11. Ledda G.P., Argiolas F., Bacchi P., Pirri S., Salis G., Puxeddu R.:<br />

Fonochirurgia laringea con ausilio <strong>di</strong> Laser CO2. Atti del II° Convegno<br />

Regionale Sardo della Società Polispecialistica Italiana Giovani Chirurghi,<br />

<strong>Cagliari</strong> (Chia Laguna), 12-13 Ottobre 2001.<br />

12. Salis G., Pelagatti C. L., Ledda G.P., Pirri S., Bacchi P., Puxeddu P.:<br />

Risultati funzionali nel trattamento chirurgico dell’otosclerosi: 1016 casi.<br />

Atti del II° Convegno Regionale Sardo della Società Polispecialistica<br />

Italiana Giovani Chirurghi, <strong>Cagliari</strong> (Chia Laguna), 12-13 Ottobre 2001.<br />

13. Pirri S., Ledda G.P., Bacchi P., Salis G., Ruju C., Puxeddu R.: L’impiego<br />

del lembo libero <strong>di</strong> cresta iliaca nel carcinoma del cavo orale: nostra<br />

esperienza. Atti del II° Convegno Regionale Sardo della Società<br />

Polispecialistica Italiana Giovani Chirurghi, <strong>Cagliari</strong> (Chia Laguna), 12-13<br />

Ottobre 2001.<br />

14. Bacchi P., Ledda G.P., Pirri S., Salis G., Puxeddu R.: Trattamento<br />

endoscopico del carcinoma sovraglottico in sta<strong>di</strong>o iniziale: esperienza<br />

preliminare. Atti del II° Convegno Regionale Sardo della Società<br />

Polispecialistica Italiana Giovani Chirurghi, <strong>Cagliari</strong> (Chia Laguna), 12-13<br />

Ottobre 2001.<br />

15. Peretti G., Puxeddu R., Ledda G.P., Piazza C., Baruffal<strong>di</strong> C., Colombo A.:<br />

La valutazione dei risultati del trattamento logope<strong>di</strong>co della <strong>di</strong>sfonia nelle<br />

lesioni cordali precancerose. Relazione Ufficiale del XXXVI Congresso<br />

Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Foniatria e Logope<strong>di</strong>a, pp. 290-303,<br />

Modena, 2002.<br />

16. Puxeddu R., Zucca I., Ledda G.P., Bacchi P., Serra A.:<br />

Dacriocistorinoscopia endoscopica endonasale primaria e <strong>di</strong> revisione:<br />

esperienza personale. Atti del Congresso Nazionale Primavera 2002 della<br />

Società Oftalmologica Italiana, p. 51. Napoli, 11-13 Aprile 2002.<br />

17. Zucca I., Puxeddu R., Ledda G.P., Pirri S., Serra A.: Il ruolo della<br />

<strong>di</strong>afanoscopia delle vie lacrimali negli interventi <strong>di</strong> dacriocistorinostomia<br />

endonasale endoscopica primaria e <strong>di</strong> revisione. Atti del Congresso<br />

Nazionale Primavera 2002 della Società Oftalmologica Italiana, p. 51.<br />

Napoli, 11-13 Aprile 2002.<br />

18. Puxeddu R., Ledda G.P., Argiolas F., Pusceddu Z., Aste C., Puxeddu P.:<br />

Risultati funzionali dopo trattamento endoscopico con Laser a CO2 per<br />

carcinoma glottico in sta<strong>di</strong>o iniziale. Atti del 89° Congresso Nazionale della<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale. P. 90.<br />

San Benedetto del Tronto (AP), 22-25 Maggio 2002.<br />

19. Puxeddu R., Pirri S., Bacchi P., Salis G., Ledda G.P.: Laringectomia<br />

orizzontale sopraglottica endoscopica con laser a CO2: tecnica chirurgica<br />

personale. Atti del 89° Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale. P. 343. San Benedetto<br />

del Tronto (AP), 22-25 Maggio 2002.<br />

20. Puxeddu R., Ledda G.P., Bacchi P.C., Pirri S., Salis G., Puxeddu P.:<br />

Carbon <strong>di</strong>oxide laser microsurgery for selected cases of supraglottic<br />

carcinomas. Atti del 12° World Congress for Bronchology (WCB), pp. 361-<br />

368. Boston, MA USA. 16-19 Giugno 2002.<br />

21. Puxeddu R., Piazza C., Ledda G.P., Argiolas F., Peretti G.: CO2 Laser<br />

treatment of recurrent glottic carcinoma. Atti del Annual Meeting of the<br />

American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery<br />

Foundation, p. 196. San Diego, 22-25 Settembre 2002.<br />

22. Puxeddu R., Ledda G.P., Pelagatti C.L., Argiolas F., Bacchi P.C., Pirri S.,<br />

Salis G.. Carbon <strong>di</strong>oxide laser microsurgery for Tis, T1, and selected<br />

cases of T2 glottic carcinoma. In: Atti del XII Congresso Nazionale<br />

Associazione Italiana <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oterapia Oncologica. <strong>Cagliari</strong> 13-16 Ottobre<br />

2002, pp.35-40.<br />

23. Puxeddu P., Pelagatti C.L., Ledda G.P., Salis G., Puxeddu R. La<br />

patologia barotraumatica dell’orecchio: aspetti particolari nella<br />

pratica subacquea. In: Balli R. Patologia ORL da turismo e da<br />

migrazioni. Acta Otorhinolaryngologica Italica. Vol. 22 (6), pp.327-<br />

330. Dicembre 2002.<br />

24. Puxeddu R., Piazza C., Mensi M.C., Ledda G.P., Rossini M., Peretti G.<br />

Approccio endoscopico con Laser CO2 nel trattamento del<br />

carcinoma glottico rT1-rT2 dopo fallimento <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>oterapia. Atti del<br />

90° Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Otorinolaringologia<br />

e Chirurgia Cervico-Facciale. Roma, 28-31 Maggio 2003. pag. 74.<br />

25. Ledda G.P., Armas G.L., Salis G., Puxeddu P. Fattori prognostici<br />

clinici nel trattamento del carcinoma del cavo orale. Atti del 90°<br />

Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Otorinolaringologia e<br />

Chirurgia Cervico-Facciale. Roma, 28-31 Maggio 2003. pag. 169.<br />

26. Puxeddu R., Pusceddu Z., Aste C., Ledda G.P., Pirri S., Anelli G.<br />

L’impiego del lembo libero <strong>di</strong> cresta iliaca nelle ricostruzioni<br />

man<strong>di</strong>bolari dopo man<strong>di</strong>bolectomia segmentale per carcinoma<br />

squamocellulare del cavo orale. Atti del 90° Congresso Nazionale<br />

82<br />

della Società Italiana <strong>di</strong> Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale.<br />

Roma, 28-31 Maggio 2003. pag. 263.<br />

27. Ledda G.P., Bacchi P.C., Pirri S., Salis G., Armas G.L., Puxeddu R. Risultati<br />

funzionali dopo trattamento endoscopico del carcinoma glottico in sta<strong>di</strong>o<br />

iniziale. Tumori. Supplemento al <strong>Volume</strong> 89. Num. 3. Maggio – Giugno 2003,<br />

pp. 145-146.<br />

28. Pirri S., Ledda G.P., Bacchi P.C., Salis G., Puxeddu R. Trattamento<br />

endoscopico dei carcinomi sovraglottici: Risultati oncologici. Tumori.<br />

Supplemento al <strong>Volume</strong> 89. Num. 3. Maggio – Giugno 2003, pp. 150-151.<br />

29. Puxeddu R., Ledda G.P. Anatomia e fisiologia dell’orecchio e delle vie<br />

acustiche. Atti del: Corso <strong>di</strong> aggiornamento tecnologico e strumentale.<br />

Riabilitazione protesica e applicazione ausili <strong><strong>di</strong>gita</strong>li. 28 Settembre 2003.<br />

Nuoro, pp. 5-14.<br />

30. Ledda G.P. Au<strong>di</strong>ometria tonale e vocale. Atti del: Corso <strong>di</strong> aggiornamento<br />

tecnologico e strumentale. Riabilitazione protesica e applicazione ausili<br />

<strong><strong>di</strong>gita</strong>li. 28 Settembre 2003. Nuoro, pp. 15-20.<br />

31. Puxeddu R., Ledda G.P., Pirri S., Salis G., Puxeddu P. Endoscopic CO2 laser<br />

treatment of supraglottic carcinoma. Acta Otorhinolaryngologica Italica. 6:<br />

459-466, 2003.<br />

32. Puxeddu R., Piazza C., Mensi M.C., Ledda G.P., Argiolas F., Peretti G.,<br />

Carbon <strong>di</strong>oxide laser salvage surgery after ra<strong>di</strong>otherapy failure in T1 and T2<br />

glottic carcinoma. Otolaryngology Head Neck Surgery. 130: 84-88, 2004.<br />

33. Puxeddu R., Ledda G.P., Siotto P., Pirri S., Salis G., Pelagatti C.L., Puxeddu<br />

P.: Free-flap iliac crest in man<strong>di</strong>bular reconstruction following segmental<br />

man<strong>di</strong>bulectomy for squamous cell carcinoma of the oral cavity. European<br />

Archives Oto-Rhino-Laryngology, 261: 202-207, 2004.<br />

34. Ledda G.P., Salis G., Pirri S., Armas G., Puxeddu R.: Endoscopic CO2 laser<br />

treatment of supraglottic and glottic-supraglottic carcinoma. Procee<strong>di</strong>ngs<br />

of 5th European Congress of Oto-Rhino-Laryngology Head Neck Surgery,<br />

p. 150; Rodos Hellas, September 11-16, 2004.<br />

35. Puxeddu R., Ledda G.P.: CO2 laser microsurgery for Tis, T1 and selected<br />

cases of T2 glottic carcinoma. Procee<strong>di</strong>ngs of the Annual Meeting of the<br />

American Academy of Otolaryngology Head Neck Surgery Foundation, New<br />

York, September 19-22, 2004. Otolaryngology Head Neck Surgery, Special<br />

Issue, p. 130, 2004.<br />

36. Cocco D., Ledda G.P., Salis G., Anelli G., Puxeddu R. Le tumefazioni laterocervicali<br />

in età pe<strong>di</strong>atrica: revisione <strong>di</strong> 116 casi. Atti del XVIII Congresso<br />

Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Otorinolaringologia Pe<strong>di</strong>atrica. 14-16<br />

Ottobre 2004, Pavia.<br />

37. Puxeddu R., Berlucchi M., Ledda G.P., Nicolai P.: Lobular capillary<br />

hemangioma of the nose: a retrospective study on 40 patients. Accettato<br />

come Comunicazione al American Rhinologic Society - COSM Meeting,<br />

Boca Raton - Florida, May 13-14 2005.


Assegnista: Barbara Lepori<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: SVILUPPO DI APPROPRIATE STRATEGIE E METODI PER L’ANALISI<br />

MUTAZIONALE NEL GENE ATP7B<br />

Lepori MB 1 , Zappu A 1* , Lovicu M 3 , Dessì V 1 , Dessì V 2 . Madeddu GP 1 , Zancan L 4 ,<br />

Giacchino R 5 , Iorio R 6 , Vajro P 6 Maggiore G 7 , Marcellini M 8 ,Barbera C 9 , Pellecchia<br />

MT 10 , Simonetti R 11 , De Virgiliis S 1 , Cao A 3 , Lou<strong>di</strong>anos G 2 .<br />

1) Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie - USC, <strong>Cagliari</strong><br />

2) Ospedale Regionale per le Microcitemie – ASL 8, <strong>Cagliari</strong><br />

3) Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Neurofarmacologia – CNR, <strong>Cagliari</strong><br />

4) Dipartimento <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padova, Padova<br />

5) Divisione Malattie Infettive, Istituto Gaslini, Genova<br />

6) Dipartimento <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria, <strong>Università</strong> Federico II, Napoli<br />

7) Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina della Procreazione e dell’Età Evolutiva, Pisa<br />

8) Ospedale Pe<strong>di</strong>atrico Bambin Gesù, Roma<br />

9) Clinica Pe<strong>di</strong>atrica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Torino<br />

10) Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Neurologiche, <strong>Università</strong> Federico II, Napoli<br />

11) Divisione <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale, Azienda Ospedaliera V.Cervello, Palermo<br />

La malattia <strong>di</strong> Wilson (WD) è un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne autosomico recessivo del metabolismo del<br />

rame che determina un accumulo <strong>di</strong> questo metallo con conseguente danno tessutale.<br />

Qui noi riportiamo i risultati dell’analisi delle mutazioni in un gruppo <strong>di</strong> 127 famiglie WD<br />

<strong>di</strong> varie origini. I pazienti Sar<strong>di</strong> sono stati inizialmente analizzati per le sei mutazioni più<br />

comuni in Sardegna usando il metodo della Reverse Dot Blot accoppiato a quello della<br />

Multiplex PCR. I pazienti provenienti dalla Serbia sono stati inizialmente analizzati con il<br />

metodo dell’SSCP per i 4 esoni nei quali in questa popolazione risiede la maggior parte<br />

delle mutazioni note. I campioni <strong>di</strong> DNA dei Sar<strong>di</strong> e dei Serbi che non sono stati<br />

completamente caratterizzati nella prima fase dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e quelli provenienti da altre<br />

popolazioni, sono stati successivamente analizzati con il metodo dell’SSCP per i 10<br />

esoni dove in precedenti <strong>stu<strong>di</strong></strong> abbiamo identificato la maggior parte delle mutazioni.<br />

Infine sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati i rimanenti esoni del gene ATP7B usando il metodo dell’SSCP.<br />

Con questo approccio abbiamo caratterizzato l’ 87,4% dei cromosomi analizzati e<br />

identificato 64 mutazioni causa <strong>di</strong> malattia. La ricerca delle sei mutazioni più comuni nei<br />

Sar<strong>di</strong> e lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> esoni 14, 8, 5 e 13 nei Serbi ha portato rispettivamente alla<br />

caratterizzazione dell’ 76% e del 76,7% dei cromosomi analizzati. L’analisi me<strong>di</strong>ante<br />

SSCP dei 10 esoni nei rimanenti campioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse etnie ci ha permesso <strong>di</strong><br />

caratterizzare il 72,4% dei cromosomi analizzati. Nel gruppo <strong>degli</strong> Italiani, in alcun casi,<br />

è stato possibile mettere in evidenza una specificità regionale nella <strong>di</strong>stribuzione delle<br />

mutazioni. Sulla base dei risultati ottenuti, conclu<strong>di</strong>amo che è possibile adottare una<br />

strategia <strong>di</strong> analisi mutazionale mirata all’identificazione delle mutazioni più comuni nelle<br />

popolazioni omogenee, mentre in aree con eterogeneicità genetica o con popolazioni<br />

miste riteniamo necessario combinare lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> esoni dove più frequentemente si<br />

verificano le mutazioni e quelli in cui risiedono le mutazioni regione-specifiche o<br />

popolazione-specifiche.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Titolare <strong>di</strong> assegno <strong>di</strong> ricerca dal 11/11/04 mi occupo della ricerca mutazionale nel<br />

gene ATP7B, responsabile della malattia <strong>di</strong> Wilson. Tale malattia è un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne<br />

ere<strong>di</strong>tario del metabolismo del rame trasmesso come carattere autosomico recessivo e<br />

caratterizzata da <strong>di</strong>fettosa escrezione del rame attraverso le vie biliari e da una sua<br />

ridotta incorporazione nella ceruloplasmina.<br />

Il progressivo accumulo <strong>di</strong> tale metallo, prima nel fegato e successivamente in altri<br />

tessuti come il cervello, la cornea ed il rene determina dei danni tessutali dovuti agli<br />

effetti tossici del rame.<br />

Il gene ATP7B è costituito da 21 esoni ma le strategie e i meto<strong>di</strong> per l’analisi<br />

mutazionale è <strong>di</strong>versa in base all’origine del paziente poiché è stato osservato che<br />

alcune mutazioni hanno una prevalenza regionale. Attualmente i campioni in <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

appartengono a pazienti provenienti da <strong>di</strong>verse aree geografiche.<br />

L’incidenza della malattia nel mondo è <strong>di</strong> 1:50-100.000 nati vivi , mentre in<br />

Sardegna è <strong>di</strong> circa 1:5-10.000 circa nati vivi, quin<strong>di</strong> tra le più alte nel mondo. I<br />

campioni provenienti da pazienti sar<strong>di</strong> vengono inizialmente analizzati per le 6<br />

mutazioni più frequenti, facendo uso dei metos<strong>di</strong> della multiplex PCR per<br />

l’amplificazione delle regioni contenenti le mutazioni e della Reverse dot blot per<br />

l’identificazione delle stesse. I campioni non caratterizzati in questa prima fase dello<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o saranno successivamente analizzati, insieme a quelli provenienti dalle altre aree<br />

geografiche, per i 10 esoni dove risiedono le mutazioni più frequenti nelle popolazioni<br />

me<strong>di</strong>terrane e in seguito per il resto del gene e del suo promotore.<br />

I meto<strong>di</strong> usati per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sono quelli della PCR, dell’ SSCP e del<br />

sequenziamento. Con la PCR vengono amplificati gli esoni e le regioni introniche ad<br />

essi a<strong>di</strong>acenti. I prodotti <strong>di</strong> amplificazione vengono in seguito analizzati con il metodo<br />

SSCP e quelli che confrontati con i campioni normali presentano un pattern anomalo <strong>di</strong><br />

elettroforesi vengono sottoposti a sequenziamento per la ricerca della variazione<br />

nucleoti<strong>di</strong>ca responsabile <strong>di</strong> tale pattern.<br />

E’ stato osservato che esiste una elevata eterogeneità allelica della malattia <strong>di</strong><br />

Wilson nelle popolazioni <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>terranea.<br />

La ricerca delle mutazioni nel gene ATP7B è molto importante perché ci<br />

permette:<br />

⎯ Una maggiore conoscenza delle basi molecolari della malattia e la possibilità <strong>di</strong><br />

comprendere meglio i meccanismi che regolano l’omeostasi del rame nell’uomo.<br />

⎯ Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del rapporto tra la struttura del gene e il funzionamento della proteina<br />

co<strong>di</strong>ficata.<br />

⎯ La correlazione genotipo-fenotipo nella malattia.<br />

⎯ La conoscenza del <strong>di</strong>fetto o dei <strong>di</strong>fetti molecolari presenti in famiglie con malattia<br />

<strong>di</strong> Wilson che potrà essere usata per l’identificazione dei portatori.<br />

Di sviluppare nuove strategie <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o.<br />

83<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

ABSTRACT<br />

1) Neurological Aspects of Wilson Disease .<br />

Symposium,Miami Beach,Florida Four Points Sheraton Hotel,November 14-15,2002, Abs<br />

Book pag.8-9.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos,V.Dessì,M.lovicu,F.Usai,P.Solinas, A.Zappu∗, S.Diana, M. B.Lepori, A.Cao.<br />

2)Molecular Pathology and <strong>di</strong>agnosis of Wilson Disease.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos,V.Dessì,M.lovicu,F.Usai,P.Solinas, A.Zappu∗, S.Diana, M. B.Lepori, A.Cao.<br />

International Symposium on Here<strong>di</strong>tary Ataxias –II Carribean Meeting on Dementias<br />

Holguin – Cuba ,November 15-17 2002,Abs Book pag.38.<br />

3) Stu<strong>di</strong>o del Gene ATP7B in pazienti con la malattia <strong>di</strong> Wilson provenienti dalla Yugoslavia.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos,M.Lovicu,P.Solinas,V.Dessì,M.B.Lepori,A.Zappu∗,T.Major,M.Svetel,V.Kostic,<br />

S.De Virgiliis,A.Cao.<br />

6° Congresso Nazionale SIGU,VERONA,Palazzo della Gran Guar<strong>di</strong>a,24-27 Settembre<br />

2003,Abs Book pag.399.<br />

3) Mutation analysis of ATP7B gene in Wilson <strong>di</strong>sease patients of Turkish origin.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos, M.Lovicu, V.Dessì, M.B.Lepori, A.Zappu∗, V.Dessì, B.Altuntas, A.Yuce,<br />

N.Kocak, S.Ozsoylu, H.Kayseril, N.Akar, S. De Virgiliis, M. Pirastu, A.Cao.<br />

European Journal of Human Genetics, June 12-15, 2004, Munich, Germany, Abs Book<br />

pag.228.<br />

4)Sviluppo <strong>di</strong> appropriate strategie e meto<strong>di</strong> per l’analisi mutazionale nel gene ATP7B.<br />

M.B.Lepori, A.Zappu∗, V. Dessì, G.P.Madeddu, L.Zancan, R.Giacchino, R.Iorio,<br />

P.Vajro,G.Maggiore, M. Marcellini, C.Barbera, M.T.Pellecchia, R.Simonetti, S.DeVirgiliis,<br />

A.Cao, G.Lou<strong>di</strong>anos.<br />

7 ° Congresso Nazionale S.I.G.U., PISA, Palazzo dei Congressi,13-15 Ottobre 2004,<br />

Abs Book pag.513.<br />

PUBBLICAZIONI<br />

1) Argon laser treatment for spontaneous hyphema associated with unilateral retinal<br />

microvascular abnormalities in Rendu-Osler-Weber syndrome (ORW2). 2005<br />

E.Peiretti, S.Galantuomo,M.B.Lepori, G.Lou<strong>di</strong>anos, M.Fossarello.<br />

Archives of Ophthalmology (Submited ).<br />

2) The canine copper toxicosis gene MURR1 is not implicated in the pathogenesis of<br />

Wilson <strong>di</strong>sease. 2005<br />

M. Lovicu, V. Dessì, M.B. Lepori, A. Zappu ∗ , L.Zancan, R.Giacchino, R.Iorio,A. Vegnente,<br />

P.Vajro, G.Maggiore, M.Marcellini, C. Barbera, V.Kostic, A.M.G. Farci, A.Solinas, B. Altuntas,<br />

A.Yuce, N. Kocak, S. De Virgiliis, A. Cao, G. Lou<strong>di</strong>anos.<br />

Journal of Hepatology (Submited).<br />

3) A new mutation of Wilson <strong>di</strong>sease P-Type Atpase gene in a patient with cirrhosis and<br />

coombs-positive haemolytic anemia.2005<br />

L.Leggio, G.Addolorato, G.Lou<strong>di</strong>anos, L.Abenavoli, M.B.Lepori. F.M.Vecchio, G.L.Rapaccini,<br />

S.De Virgiliis, G.Gasbarrini.<br />

Gastroenterology ( Submited)


Assegnista: Paola Ligas<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> geoingegneria e Tecnologie<br />

Ambientali<br />

ABSTRACT: APPLICAZIONE INTEGRATA DI METODOLOGIE GEOFISICHE<br />

ELETTROMAGNETICHE E CHIMICO-MINERALOGICHE NELL’ESPLORAZIONE DEI<br />

GIACIMENTI DI MINERALI INDUSTRIALI.<br />

Paola Ligas*<br />

* Dipartimento <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie Ambientali, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Piazza<br />

d’Armi 19, 09123 <strong>Cagliari</strong> (Italy), e-mail: pligas@unica.it<br />

LA VALUTAZIONE DELLA POTENZIALITÀ ECONOMICA DEI GIACIMENTI DI<br />

MINERALI INDUSTRIALI, OLTRE ALLA CARATTERIZZAZIONE CHIMICO-FISICA<br />

DEI MATERIALI, DIPENDE DA UNA STIMA PRECISA DELLE RISORSE<br />

COLTIVABILI CHE È, A SUA VOLTA, FORTEMENTE VINCOLATA AD<br />

UN’APPROFONDITA CONOSCENZA DELLE CARATTERISTICHE GEOMETRICO-<br />

GIACITURALI DEI CORPI MINERARI. INFATTI, DAI DATI DI SUPERFICIE<br />

DIFFICILMENTE È POSSIBILE EFFETTUARE UNA VALUTAZIONE REALISTICA<br />

DELLE RISORSE. LA RICERCA, IN ARGOMENTO, RAPPRESENTA, PERTANTO,<br />

UN CONTRIBUTO ALLA SOLUZIONE DI QUESTE PROBLEMATICHE MEDIANTE<br />

L’INTEGRAZIONE DI INDAGINI GEOLOGICO-STRUTTURALI CON METODOLOGIE<br />

GEOFISICHE SPEDITIVE, ACCURATE E A BASSO COSTO. I DATI SPERIMENTALI,<br />

ACQUISITI IN NUMEROSI SITI “TEST”, HANNO CONSENTITO UN NOTEVOLE<br />

MIGLIORAMENTO NELLA STIMA DELLE RISORSE DEI GIACIMENTI STUDIATI.<br />

IN QUESTA NOTA, SONO RIPORTATI I RISULTATI RELATIVI ALLO STUDIO<br />

EFFETTUATO SU UN DEPOSITO BENTONITICO NELLA SARDEGNA<br />

MERIDIONALE (LIGAS E PALOMBA, 2005). NELLA FASE PRELIMINARE DELLA<br />

RICERCA, SONO STATI EFFETTUATI LO STUDIO GEOLOGICO-STRUTTURALE<br />

DELL’AREA INDAGATA, L’ANALISI DEI RAPPORTI TRA ROCCE INCASSANTI E<br />

MINERALIZZAZIONE NONCHÉ LA CARATTERIZZAZIONE CHIMICO-FISICA DEI<br />

MATERIALI. DAI RISULTATI DI QUESTE INDAGINI È EMERSO CHE IL DEPOSITO<br />

DI BENTONITE, PER QUANTO COSTITUITO DA MATERIALI DI BUONA QUALITÀ<br />

PER DIVERSI IMPIEGHI INDUSTRIALI, ERA CARATTERIZZATO DA<br />

UN’ESTENSIONE LIMITATA IN AFFIORAMENTO. INOLTRE, I RAPPORTI TRA<br />

ROCCE INCASSANTI E MINERALIZZAZIONE, NONCHÉ IL COMPLESSO ASSETTO<br />

GEO-STRUTTURALE DELL’AREA, RENDEVANO DIFFICILE EFFETTUARE UNA<br />

STIMA REALISTICA DELLE RISORSE COLTIVABILI. PERTANTO, AL FINE DI<br />

RISOLVERE QUESTI ASPETTI PROBLEMATICI, È STATO APPLICATO IL METODO<br />

ELETTROMAGNETICO VLF (VERY LOW FREQUENCY), UNA TECNICA SPEDITIVA,<br />

ACCURATA E A BASSO COSTO SCELTA PER L’ELEVATO POTERE RISOLUTIVO<br />

NELLA RILEVAZIONE DI CORPI CONDUTTIVI NEL SOTTOSUOLO. INFATTI, IL<br />

TARGET MINERARIO DELL’INDAGINE ERA RAPPRESENTATO DA UN DEPOSITO<br />

ARGILLOSO, CONDUTTIVO, OSPITATO NELLE FORMAZIONI CALCAREE<br />

MIOCENICHE E NEGLI SCISTI PALEOZOICI, NORMALMENTE RESISTIVI.<br />

L’INTERPRETAZIONE DEI DATI VLF È STATA EFFETTUATA APPLICANDO LA<br />

TECNICA DI FILTRAGGIO LINEARE DI KAROUS-HJELT CHE HA CONSENTITO DI<br />

OTTENERE LE PSEUDOSEZIONI DI DENSITÀ DI CORRENTE IN<br />

CORRISPONDENZA DEI PROFILI ELETTROMAGNETICI REALIZZATI NELL’AREA<br />

OGGETTO DI INDAGINE. LE PSEUDOSEZIONI RAPPRESENTANO LA<br />

DISTRIBUZIONE DELLA DENSITÀ DI CORRENTE IN PROFONDITÀ E, PERTANTO,<br />

HANNO FORNITO IMPORTANTI INFORMAZIONI SULLA DISTRIBUZIONE<br />

SPAZIALE DEL CORPO MINERARIO. DALL’ANALISI DI TUTTI I DATI ACQUISITI<br />

SONO STATE, INOLTRE, RICAVATE INDICAZIONI SULLA QUALITÀ DELLE<br />

BENTONITI. INFATTI, L’INTERPRETAZIONE DEI DATI VLF INTEGRATI CON<br />

QUELLI DELLA CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI, HA EVIDENZIATO CHE GLI<br />

ELEVATI VALORI DI CONDUCIBILITÀ SONO DA METTERE IN RELAZIONE CON<br />

UN’ARGILLIFICAZIONE PIÙ SPINTA DEI MATERIALI. NELLA FASE CONCLUSIVA<br />

DELLA RICERCA, DALL’INTEGRAZIONE DI TUTTI I DATI SONO STATI ACQUISITI<br />

IMPORTANTI ELEMENTI CONOSCITIVI CHE HANNO CONSENTITO DI<br />

INCREMENTARE LA STIMA DELLE RISORSE DEL 400% RISPETTO ALLA<br />

VALUTAZIONE BASATA UNICAMENTE SUI DATI GEOLOGICO-STRUTTURALI DI<br />

SUPERFICIE.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

Ligas, P., Palomba, M., 2005. AN INTEGRATED APPLICATION OF GEOLOGICAL-<br />

GEOPHYSICAL METHODOLOGIES AS A COST-EFFICIENT TOOL IN IMPROVING<br />

THE ESTIMATION OF THE CLAY DEPOSIT POTENTIAL. A CASE STUDY FROM<br />

SOUTH-CENTRAL SARDINIA (ITALY). ORE GEOLOGY REVIEWS, IN STAMPA.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

La scrivente si occupa, dal 1990, anno in cui si è laureata, delle problematiche relative<br />

all’applicazione integrata <strong>di</strong> tecniche geofisico-geologiche in <strong>di</strong>versi settori <strong>di</strong> ricerca tra<br />

i quali, prevalentemente, la prospezione dei minerali industriali e la caratterizzazione<br />

dei materiali lapidei ornamentali. Attività svolte, peraltro, nell’ambito del Dottorato in<br />

Prospezione Geomineraria, del post-Dottorato e <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi contratti (ex art. 37) tra cui<br />

alcuni svolti nell’ambito <strong>di</strong> collaborazioni tra <strong>Università</strong> e Aziende operanti nel settore<br />

estrattivo. Più recentemente, anche sulla base dell’esperienza maturata nel settore<br />

della caratterizzazione dei materiali, si è occupata, in qualità <strong>di</strong> Assegnista del<br />

raggruppamento GEO/10, della <strong>di</strong>agnostica non-<strong>di</strong>struttiva per la valutazione dello stato<br />

<strong>di</strong> conservazione delle strutture monumentali. Nell’ambito <strong>di</strong> questa tematica <strong>di</strong> ricerca,<br />

ha partecipato alla stesura <strong>di</strong> progetti presentati in ambito nazionale (Piani Operativi<br />

Nazionali - PON) e in ambito internazionale (CEE e Azioni Integrate Italia-Spagna).<br />

Inoltre, tra le attività legate al predetto tema <strong>di</strong> ricerca, è rilevante quella legata alla<br />

costituzione <strong>di</strong> un Gruppo <strong>di</strong> Interesse Territoriale (GIT) sui Beni Culturali, <strong>di</strong> cui sono<br />

stati promotori la Prof. Silvana Fais, l’APRE (Agenzia per la Promozione della Ricerca<br />

Europea) e il Consorzio 21. Nell’ambito del GIT-<strong>Cagliari</strong>, la scrivente ha operato in<br />

qualità <strong>di</strong> membro del Comitato <strong>di</strong> Gestione.<br />

In particolare, l’attività <strong>di</strong> ricerca svolta nell’ambito dell’Assegno si è focalizzata<br />

sull’applicazione delle tecniche acustiche non-<strong>di</strong>struttive (ND) nella <strong>di</strong>agnostica dello<br />

stato <strong>di</strong> degrado dei materiali (lapidei, laterizi, intonaci, ecc.) che costituiscono gli<br />

elementi costruttivi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> interesse artistico-architettonico. In tale settore, le<br />

ricerche svolte hanno portato un contributo efficace alla soluzione delle numerose<br />

problematiche legate alla <strong>di</strong>agnostica dei materiali <strong>di</strong>somogenei come quelli<br />

normalmente impiegati nell’e<strong>di</strong>lizia storica. L’approccio metodologico inter<strong>di</strong>sciplinare<br />

con il quale è stata sviluppata la ricerca, ha consentito <strong>di</strong> ottenere informazioni <strong>di</strong><br />

fondamentale importanza ai fini del conseguimento dell’obiettivo ossia quello <strong>di</strong> definire<br />

85<br />

una procedura “cost-effective” basata sull’uso <strong>di</strong>ffuso e tempestivo delle tecniche acustiche<br />

nella <strong>di</strong>agnostica non <strong>di</strong>struttiva. La stessa procedura è stata testata con successo anche<br />

nell’analisi dell’efficacia <strong>degli</strong> interventi <strong>di</strong> restauro e/o risanamento dei materiali costruttivi.<br />

Uno <strong>degli</strong> aspetti più interessanti e promettenti della ricerca riguarda, inoltre, l’ampia<br />

potenzialità <strong>di</strong> applicazione delle tecniche precedentemente menzionate, nella <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong><br />

gran<strong>di</strong> strutture (<strong>di</strong>ghe, viadotti, ecc.), nei controlli in galleria e nei controlli sui lapidei negli<br />

impianti <strong>di</strong> segagione. I risultati della ricerca in argomento sono stati oggetto <strong>di</strong> comunicazioni<br />

scientifiche a convegni internazionali e <strong>di</strong> pubblicazioni su volumi monografici.<br />

Dall’Anno Accademico 96-97 è Tutor dei <strong>di</strong>versi corsi tenuti nell’ambito dei SSD GEO/10 e<br />

GEO/11 (Facoltà <strong>di</strong> Scienze MM.FF.NN., <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> – <strong>Cagliari</strong>). Inoltre, ha svolto<br />

attività seminariali negli argomenti <strong>di</strong> sua specifica competenza.<br />

Partecipazioni attive a Convegni nazionali ed internazionali, relative al periodo in cui la<br />

scrivente ha usufruito dell’Assegno <strong>di</strong> Ricerca:<br />

5 th International Symposium on the Conservation of Monuments in the Me<strong>di</strong>terranean<br />

Basin, Seville (Spain), 5 th -8 th April 2000, con la nota: “Characterization of buil<strong>di</strong>ng materials by<br />

integrated ND acoustic techniques and mineralogical study in evaluating the conservation state of monumental<br />

buil<strong>di</strong>ngs: a case history”.<br />

7 th International Symposium on Environmental Issues and Waste Management in Energy<br />

and Mineral Products, <strong>Cagliari</strong> (Italy), 7-10 ottobre 2002, con la nota: “Integrated interpretation<br />

of geological and geophysical data for improving the estimation of the clay deposit potential”.<br />

Euroclay Conference, Modena (Italy), 22-22 June 2003, con la nota: “Application of integrated<br />

EM geophysical and mineralogical-chemical methodologies as useful tool in clay mining<br />

exploration”.<br />

La ricerca scientifica nel campo delle Scienze della Terra, il contributo <strong>degli</strong> Assegnisti<br />

dal 1999 ad oggi”, <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Dip. Sc. della Terra, <strong>Cagliari</strong>, 26<br />

Gennaio 2004, con la nota: “Ottimizzazione delle tecniche non <strong>di</strong>struttive <strong>di</strong> tipo sismico e<br />

microsismico per la caratterizzazione dei materiali lapidei ornamentali”.<br />

European Geosciences Union (EGU) General Assembly, Vienna (Austria), 24-29 April<br />

2005,. con la nota: “Acoustic techniques for the evaluation of the buil<strong>di</strong>ng materials of<br />

monumental structures”.<br />

Tenth International Waste Management and Landfill Symposium, S. Margherita <strong>di</strong> Pula<br />

– <strong>Cagliari</strong> (Sar<strong>di</strong>nia), Italy, 3-7 October 2005, con la nota: “Physical and structural<br />

characterisation of an old landfill site by a multimethodological geophysical approach”.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Fais, S., Ligas, P., Palomba, M., Tamanini, M., Uras I., 1993. Stu<strong>di</strong>o geogiacimentologico e<br />

applicazione <strong>di</strong> metodologie geofisiche su un giacimento <strong>di</strong> bentonite nella Sardegna centromeri<strong>di</strong>onale.<br />

Plinius, 10, (1993), 144-147.<br />

Ligas, P., 1994. Stu<strong>di</strong>o geogiacimentologico e applicazione <strong>di</strong> metodologie geofisiche su alcuni<br />

adunamenti <strong>di</strong> caolino del Logudoro (Sardegna nord-occidentale). In: “Giornata <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o in<br />

ricordo del Prof. Stefano Zucchetti ”, 12 Maggio 1994; Politecnico <strong>di</strong> Torino (Dip- Georisorse e<br />

Territorio), 157-160.<br />

Ligas, P., Meloni, P., 1995. Impiego <strong>di</strong> metodologie geofisiche nella prospezione dei minerali<br />

industriali. Plinius, 14, 1995, 187-188.<br />

Ligas, P., 1995. The kaolin deposits of the Romana <strong>di</strong>strict (North-Western Sar<strong>di</strong>nia). Chemical and<br />

mineralogical features of the materials and their prospection with the application of geophysical<br />

survey. Comparison with other deposit of kaolin in Sar<strong>di</strong>nia. Plinius, 13, 1995, 123-126.<br />

Ligas, P., Padalino, G., Palomba, M., Tamanini, M., Uras I., 1996. I depositi <strong>di</strong> caolino associati al<br />

vulcanismo calcalcalino oligo-miocenico della Sardegna. Caratteristiche geogiacimentologiche,<br />

geochimiche e prospettive tecnico-economiche. In: Atti del Congresso Internazionale per il<br />

Centenario dell’Associazione Mineraria Sarda, Iglesias, 12-13 ottobre 1996, 99-114.<br />

Cara, S., Carcangiu, G., Ligas, P., Palomba, M., Tamanini, M., 1996. Possibilità <strong>di</strong> impiego delle<br />

bentoniti sarde nel campo delle argille sanitarie. In: Atti Convegno “Argille Curative”, Salice<br />

Terme/PV, ottobre 1996, 103-109.<br />

Ligas, P., Uras, I., Don<strong>di</strong>, M., Marsigli, M., 1997. Kaolinitic materials from Romana (north-west<br />

Sar<strong>di</strong>nia, Italy) and their ceramic properties. Appl. Cl. Sc., 12, 145-163.<br />

Cincotti, F., Fais, S., Ligas, P., Uras, I., 1997. An application of geostructural and seismic<br />

investigations in a granite quarry in Sar<strong>di</strong>nia, Italy. In: Mine Planning and Equipment Selection,<br />

1997, Strakos, Kebo, Farana & Smutny (Eds.), 3-9 September 1997, Balkema, Rotterdam, 15-<br />

18.<br />

Fais, S., Ligas, P., Palomba, M., 1999. Integrated application of geophysical and geological methodologies<br />

in studying clay ore deposits: An example from southern Sar<strong>di</strong>nia (Italy). In: Procee<strong>di</strong>ng of<br />

EUG 10, 4 (1), March 28 th –1 st April, Strasbourg, 494.<br />

Cincotti, F., Padalino, G., Ligas, P., Palomba M., 2000. Il deposito <strong>di</strong> bentonite <strong>di</strong> “S’Abba de sa<br />

Pedra” (Chiaramonti, Sardegna nord-orientale). G.E.A.M., XXXVIII, n° 2-3, 77-80.<br />

Fais, S., Ligas, P., Palomba, M., Tocco, R.,. 2000. Characterization of buil<strong>di</strong>ng materials by integrated ND acoustic<br />

techniques and mineralogical study in evaluating the conservation state of monumental buil<strong>di</strong>ngs: a case<br />

history. In: Lectures, Short Papers and Enlarged Abstacts of 5 th International Symposium<br />

on the Conservation of Monuments in the Me<strong>di</strong>terrenean Basin, 5 th -8 th April 2000 Seville<br />

(Spain), Emilio Galan (Edt.), 2000, 172-174.<br />

Don<strong>di</strong>, M., Guarini, G., Ligas, P., Palomba, M., Raimondo, M., 2001. Chemical, mineralogical<br />

and ceramic properties of kaolinitic materials from the Tresnuraghes mining <strong>di</strong>strict<br />

(Western Sar<strong>di</strong>nia, Italy). Appl. Cl. Sc., 18 (3-4), 145-155.<br />

Fais, S., Ligas, P., Palomba, M., Tocco A., 2002. Evaluation of preservation state of<br />

monumental buil<strong>di</strong>ngs by ND acoustic techniques and mineralogical <strong>stu<strong>di</strong></strong>es. In:<br />

Protection and Conservation of the Cultural Heritages of the Me<strong>di</strong>terranean Cities, Emlio<br />

Galan and Fulvio Zezza (Eds.), Balkema Pub., 2002, 307-314.<br />

Ligas, P., Fais, S., Palomba, M., 2002. Integrated interpretation of geological and geophysical<br />

data for improving the estimation of the clay deposit potential. In: Proceed. of 7 th<br />

International Symposium on Environmental Issues and Waste Management in Energy<br />

and Mineral Products, <strong>Cagliari</strong>, 7-10 ottobre 2002, Raimondo Ciccu (Edt.), 2002, 977-981.<br />

Ligas, P., Fais, S., Palomba, M., 2003. Application of integrated EM geophysical and<br />

mineralogical-chemical methodologies as useful tool in clay mining exploration. In:<br />

Proceed of Euroclay Conf. 22-22 June 2003, Modena (Italy), 173-174.<br />

Ligas P., 2004. Ottimizzazione delle tecniche non <strong>di</strong>struttive <strong>di</strong> tipo sismico e microsismico<br />

per la caratterizzazione dei materiali lapidei ornamentali. In: La ricerca scientifica nel<br />

campo delle Scienze della Terra, il contributo <strong>degli</strong> Assegnisti dal 1999 ad oggi -<br />

<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Dip. Sc. della Terra, <strong>Cagliari</strong>, 26/01/04, 24-25.<br />

Fais, S., Ligas, P., 2005. Meto<strong>di</strong> geofisici nella ricerca delle acque sotterranee. In: Convegno<br />

L’Acqua, L’Uomo e L’Ambiente, Coe<strong>di</strong>sar (Ed.), 2005, 80-98.<br />

Ligas, P., Palomba, M., 2005. An integrated application of geological-geophysical<br />

methodologies as a cost-efficient tool in improving the estimation of the clay deposit<br />

potential. A case study from south-central Sar<strong>di</strong>nia (Italy). Ore Geology Reviews, in<br />

stampa.<br />

Fais, S., Ligas P., Tocco, R., 2005. Acoustic techniques for the evaluation of the buil<strong>di</strong>ng<br />

materials of monumental structures. In: Geophysical Research <strong>Abstract</strong>s, Vol.7, 09762,<br />

2005, European Geosciences Union (EGU), 2005.<br />

Cossu, R., Di Maio R., Fais, S., Fraghí, A., Ligas, P., Menghini, A., 2005. Physical and<br />

structural characterisation of an old landfill site by a multimethodological geophysical


approach. In: SARDINIA 2005: Tenth International Waste Management and Landfill<br />

Symposium, “Waste characterisation as a tool for waste management strategies”,<br />

T.H.Christensen, R.Cossu and R.Stegmann (Eds), 2005, S. Margherita <strong>di</strong> Pula -<br />

<strong>Cagliari</strong> (Italy), accettato per la stampa.<br />

86


Assegnista: Fabio Lilliu<br />

Struttura: Dip. Ingegneria Territorio<br />

ABSTRACT: SISTEMA TELEMATICO DI GESTIONE DELLA MOBILITA’<br />

Il progetto <strong>di</strong> ricerca prevede la realizzazione e lo sviluppo <strong>di</strong> un sistema<br />

integrato per il controllo e la gestione della mobilità nell’area vasta <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>; tale<br />

sistema, attraverso la conoscenza in tempo reale dello stato <strong>di</strong> esercizio dei veicoli, il<br />

controllo <strong>degli</strong> accessi, la centralizzazione semaforica, la gestione dei parcheggi<br />

automatici, ecc., permette la razionalizzazione e l’ottimizzazione dell’impiego delle<br />

risorse, realizzando una riduzione del traffico e <strong>degli</strong> impatti negativi ad esso correlati,<br />

quali: la congestione, l’inquinamento atmosferico e acustico, l’incidentalità, le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong><br />

tempo a bordo e alle fermate dei mezzi, gli eccessivi consumi energetici, ecc.<br />

L’architettura generale della piattaforma telematica <strong>di</strong> controllo della mobilità<br />

è articolata in una serie <strong>di</strong> sottosistemi, i quali fanno capo a due aree <strong>di</strong>stinte e nel<br />

contempo tra loro interagenti, ovvero: area A) GESTIONE DELLA FLOTTA, area B)<br />

COORDINAMENTO DELLA MOBILITÀ.<br />

L’integrazione tra questi due sistemi principali in cui risulta sud<strong>di</strong>viso il<br />

progetto, viene garantita da una struttura <strong>di</strong> supervisione, la quale rileva, grazie alla<br />

cooperazione dei vari sottosistemi, l’andamento del traffico, prevede la mobilità, tutela<br />

le esigenze ambientali e formula le strategie <strong>di</strong> intervento sui trasporti ed il traffico in<br />

genere.<br />

Le tecnologie telematiche applicate ai trasporti, note col termine ITS<br />

(Intelligent Transport System), vengono utilizzate per equipaggiare i mezzi <strong>di</strong> trasporto<br />

e, le rispettive infrastrutture e, attraverso l’interazione con una centrale <strong>di</strong><br />

coor<strong>di</strong>namento, consentono <strong>di</strong> conseguire importanti risultati, quali: risparmio <strong>di</strong> tempo,<br />

riduzione della congestione, aumento <strong>di</strong> comfort e della sicurezza del viaggio, aumento<br />

e facilitazione dell’accessibilità ai mezzi, riduzione dei consumi <strong>di</strong> energia e dell’impatto<br />

ambientale.<br />

L’obiettivo finale è quello <strong>di</strong> realizzare un progetto relativo alla messa in<br />

opera <strong>di</strong> un sistema telematico integrato <strong>di</strong> controllo e gestione della mobilità nell’area<br />

vasta <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> il quale nasce, dunque, dall’esigenza <strong>di</strong> fornire soluzioni ad una serie<br />

<strong>di</strong> problematiche relative alla gestione <strong>di</strong> flotte <strong>di</strong> veicoli sia pubblici che privati e <strong>di</strong><br />

proporre servizi innovativi per la pubblica amministrazione e per il singolo citta<strong>di</strong>no.<br />

Tale proposta progettuale sarà realizzata nell’ambito <strong>di</strong> un finanziamento<br />

POR Sardegna, in sinergia tra il Comune <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> ed il Consorzio Techno Mobility,<br />

soggetto operante nel settore della ricerca e pianificazione del servizio <strong>di</strong> trasporto<br />

pubblico locale a cui fanno capo i seguenti partner: CTM S.p.A. (Consorzio Trasporti e<br />

Mobilità – <strong>Cagliari</strong>); CRF S.p.A. (Centro Ricerche Fiat – Torino); <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>; SARTEC (gruppo SARAS); FST (gruppo BNL).<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

SISTEMA TELEMATICO DI GESTIONE DELLA MOBILITA’ (A)<br />

La realizzazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> trasporto integrato, che sod<strong>di</strong>sfi contemporaneamente<br />

le esigenze <strong>di</strong> mobilità dei citta<strong>di</strong>ni e quelle <strong>di</strong> una vita urbana sostenibile, è possibile,<br />

anche attraverso l’impiego <strong>di</strong> sistemi telematici <strong>di</strong> monitoraggio governo e controllo.<br />

Le tecnologie telematiche applicate ai trasporti, note col termine ITS (Intelligent<br />

Transport System), sono, pertanto, finalizzate sia al governo del traffico privato, sia al<br />

miglioramento delle prestazioni <strong>degli</strong> esistenti sistemi <strong>di</strong> trasporto collettivo, nell’intento<br />

<strong>di</strong> pervenire ad una gestione integrata e centralizzata dell’intero sistema urbano.<br />

L’architettura generale della piattaforma telematica <strong>di</strong> controllo della mobilità è<br />

articolata in una serie <strong>di</strong> sottosistemi, i quali fanno capo a due aree <strong>di</strong>stinte e nel<br />

contempo tra loro interagenti, ovvero:<br />

area A)- GESTIONE DELLA FLOTTA, area B)- COORDINAMENTO DELLA MOBILITÀ.<br />

In particolare, nell’ambito del presente progetto, l’attività <strong>di</strong> ricerca svolta ha riguardato<br />

lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, l’analisi, la messa a punto e il confronto delle caratteristiche tecniche delle<br />

tecnologie connesse ai sistemi <strong>di</strong> supporto all’esercizio, alla gestione e al controllo del<br />

servizio <strong>di</strong> trasporto pubblico; in breve, la ricerca si inserisce nell’ambito dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei<br />

sottosistemi in cui risulta articolata l’area A) – “gestione della flotta”, del progetto<br />

generale.<br />

Gli ITS che permettono la gestione della flotta sono anche noti come SAE (Sistemi <strong>di</strong><br />

Ausilio all’Esercizio), i quali sono dei <strong>di</strong>spositivi telematici che consentono<br />

l’acquisizione, la gestione e l’elaborazione, in tempo reale, dei dati relativi allo stato <strong>di</strong><br />

una flotta <strong>di</strong> veicoli e che premettono <strong>di</strong> intervenire sul servizio al fine <strong>di</strong> aumentare<br />

l’efficienza, la velocità commerciale e la regolarità della rete <strong>di</strong> trasporto.<br />

I dati <strong>di</strong> esercizio acquisibili, in tempo reale, da un tale sistema, possono essere<br />

inerenti la posizione del mezzo lungo la rete, i tempi <strong>di</strong> percorrenza, il numero <strong>di</strong><br />

passeggeri trasportati, ecc.. Il corretto utilizzo <strong>di</strong> questi dati interessa tutte le fasi della<br />

catena <strong>di</strong> produzione del servizio, ovvero: programmazione, controllo e gestione.<br />

I campi <strong>di</strong> applicazione <strong>degli</strong> ITS, relativamente alla gestione della flotta, possono<br />

essere riassunti nelle seguenti componenti: centrale operativa, apparato <strong>di</strong> bordo, rete<br />

<strong>di</strong> comunicazione e sistema <strong>di</strong> localizzazione, infrastrutture <strong>di</strong> terra, gestione parcheggi,<br />

monetica e tariffazione, integrazione modale con altri vettori <strong>di</strong> Trasporto Pubblico<br />

Locale;<br />

Il progetto nasce, dunque dall’esigenza <strong>di</strong> fornire soluzioni ad una serie <strong>di</strong><br />

problematiche relative alla gestione <strong>di</strong> flotte <strong>di</strong> veicoli sia pubblici che privati e <strong>di</strong><br />

proporre servizi innovativi per la pubblica amministrazione e per il singolo citta<strong>di</strong>no. A<br />

tal fine, si procederà dapprima con una fase realizzativa <strong>di</strong> sperimentazione su una<br />

porzione della rete, che condurrà ad un Testing. delle tecnologie e <strong>degli</strong> standard <strong>di</strong><br />

comunicazione scelti per lo scambio <strong>di</strong> dati/informazioni. La progettazione e la<br />

realizzazione della piattaforma telematica pilota verrà utilizzata per la validazione<br />

successiva e per l’estensione dei risultati ottenuti all’intero sistema. Successivamente,<br />

dopo la fase <strong>di</strong> validazione che verrà effettuata utilizzando veicoli telematici prototipo, la<br />

piattaforma verrà implementata e progressivamente estesa fino al suo completamento.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

F. Lilliu, C. Poledrini, “Valutazione <strong>di</strong> un progetto per la realizzazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong><br />

telelocalizzazione <strong>di</strong> una flotta <strong>di</strong> veicoli me<strong>di</strong>ante analisi multicriteri”. - Convegno<br />

Nazionale AIRO 95 sul tema Gestione e Cambiamento Tecnologico ed Organizzativo<br />

nei Sistemi <strong>di</strong> Impresa, Ancona, settembre 95<br />

F. Lilliu, C. Poledrini, “La qualità Percepita quale In<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> Efficacia del Servizio:<br />

una applicazione al Trasporto Collettivo”. - AIRO 96: La ricerca operativa al servizio<br />

della società, Perugia, Settembre 96.<br />

87<br />

E. Cecere, F. Lilliu, “La crescita della mobilità complessiva e settoriale in relazione ad<br />

in<strong>di</strong>catori socioeconomici e <strong>di</strong> spesa” - a cura <strong>di</strong> S. Amoroso e A. Crotti, Franco Angeli<br />

E<strong>di</strong>tore, <strong>Volume</strong> primo, pp.19-44..<br />

G. Corona, R. Devoto, E. Cecere, F. Lilliu – Elementi <strong>di</strong> supporto alle analisi ed alle<br />

valutazioni ambientali nella fase <strong>di</strong> pianificazione e programmazione CNR PFT2. Taormina<br />

10-12 Novembre 1997<br />

G. Corona, R. Devoto, E. Cecere, F. Lilliu,“ Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> impatto ambientale nei Piani Urbani<br />

del Traffico”. Convegno nazionale SIDT, Napoli, Giugno 1996. Lo Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Impatto<br />

Ambientale nei Piani Urbani <strong>di</strong> Traffico, ne “I Piani Urbani del Traffico” a cura <strong>di</strong> M. De Luca e<br />

V. Astarita, Franco Angeli E<strong>di</strong>tore, pp.688-698<br />

Corona G., Devoto R., Cecere E., F. Lilliu(1999), Elementi <strong>di</strong> supporto alle analisi e alle<br />

valutazioni ambientali nelle fasi <strong>di</strong> pianificazione e programmazione, CNR - PFT2 – 4°<br />

Convegno Nazionale, 3-5 Novembre 1999, Roma.<br />

Corona G., Devoto R., Cecere E., Lilliu F. (2001), Articolazione <strong>degli</strong> SIA Piani e programmi in<br />

“Stu<strong>di</strong> d’impatto ambientale nel settore dei trasporti” a cura <strong>di</strong> Prof. Eugenio Borgia, CNR -<br />

PFT2 – Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio – Servizio Valutazione Impatto<br />

Ambientale, pp.85-108<br />

F.Lilliu, S. Salis – Tecnologie per la gestione del traffico urbano, XXII Convegno Mon<strong>di</strong>ale<br />

AIPCR, Le strade Durban 2003<br />

G. Corona, F.Lilliu, A. Ventura - Ciclo <strong>di</strong> Lezioni sul tema: Elementi per la redazione del<br />

Regolamento Viario , Le caratteristiche infrastrutturali e gli spazi per il Trasporto Pubblico<br />

Locale, Desenzano Novembre 2003<br />

“Tecnologie per la gestione del traffico urbano: un esempio applicativo nell’area vasta <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>”; quaderno AIPCR, XXIV Convegno Nazionale stradale, Saint Vincent (AO).<br />

Corona G., Tilocca P., Cecere E., Lilliu F. et alii (2003) MAVC: una metropolitana<br />

automatizzata per l’area vasta <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> - XXXIII Incontro <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong>o, <strong>Cagliari</strong><br />

G. Corona, F.Lilliu, G. Gasparini, S. Porcu - Tecniche per la sicurezza in ambito urbano:<br />

“Linee guida per la gestione delle strade in presenza <strong>di</strong> cantieri stradali” - CANTIERI<br />

STRADALI E TRASPORTO PUBBLICO Desenzano Novembre 2004


Assegnista: Emanuela Locci<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Chimiche<br />

ABSTRACT: Caratterizzazione strutturale e <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> complessi <strong>di</strong> inclusione della<br />

β-ciclodestrina preparati con la CO 2 supercritica attraverso la spettroscopia NMR del H-<br />

1 e del C-13<br />

E. Locci, A. Piras*, B. Marongiu, A. Lai<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Cittadella Universitaria <strong>di</strong><br />

Monserrato, 09042 Monserrato (CA), Italy. E-mail: manu@mvcch3.unica.it<br />

I complessi <strong>di</strong> inclusione della β-ciclodestrina con <strong>di</strong>verse molecole organiche quali<br />

imazalil, carvacrolo, timolo ed eugenolo sono stati preparati con la CO 2 supercritica e<br />

sono stati caratterizzati dal punto <strong>di</strong> vista strutturale e <strong>di</strong>namico attraverso la<br />

spettroscopia NMR del H-1 in soluzione acquosa e quella del C-13 allo stato solido.<br />

L’imazalil è un pesticida utilizzato in agricoltura, per esempio nel trattamento <strong>degli</strong><br />

agrumi dopo la raccolta. Il carvacrolo, il timolo e l’eugenolo, che sono i componenti<br />

maggioritari <strong>degli</strong> oli essenziali <strong>di</strong> timo e chio<strong>di</strong> <strong>di</strong> garofano, hanno anch’essi proprietà<br />

battericide e fungicide. Queste molecole presentano lo svantaggio <strong>di</strong> essere<br />

scarsamente solubili in acqua e/o altamente reattive. L’inclusione in β-ciclodestrina<br />

(βCD) permette <strong>di</strong> migliorare la solubilità <strong>di</strong> queste molecole in acqua e ne aumenta la<br />

stabilità favorendo <strong>di</strong> conseguenza la loro bio<strong>di</strong>sponibilità. La βCD è un oligosaccaride<br />

ciclico costituito da sette unità <strong>di</strong> D-glucopiranosio che possiede una cavità idrofoba in<br />

grado <strong>di</strong> includere delle molecole organiche <strong>di</strong> opportune <strong>di</strong>mensioni e una superficie<br />

idrofila che la rende solubile in acqua. E’ una matrice biocompatibile e <strong>di</strong>sponibile<br />

commercialmente.<br />

I meto<strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> preparazione dei complessi <strong>di</strong> inclusione prevedono l’utilizzo <strong>di</strong><br />

solventi organici come veicolanti del principio attivo verso l’oligosaccaride che possono<br />

restare come residuo indesiderato nel prodotto finito. La preparazione attraverso la<br />

CO 2 supercritica non presenta questo svantaggio, conduce ad un prodotto finito con<br />

alto grado <strong>di</strong> purezza e presenta inoltre la possibilità <strong>di</strong> essere utilizzata a livello<br />

industriale<br />

La formazione dei complessi <strong>di</strong> inclusione βCD-imazalil e βCD-derivati monoterpenici è<br />

stata monitorata attraverso la spettroscopia NMR del H-1 in soluzione acquosa e del C-<br />

13 allo stato solido. Tecniche NMR bi<strong>di</strong>mensionali (ROESY) hanno permesso <strong>di</strong><br />

determinare l’arrangiamento della molecola ospite nella cavità dell’oligosaccaride. I<br />

complessi <strong>di</strong> inclusione sono stati caratterizzati anche da un punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>namico<br />

attraverso l’analisi dei tempi <strong>di</strong> rilassamento del H-1 e dl C-13 nel sistema <strong>di</strong> riferimento<br />

rotante.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

La Dott.ssa Emanuela Locci è titolare <strong>di</strong> un assegno <strong>di</strong> ricerca da marzo<br />

2003 e svolge la sua attività <strong>di</strong> ricerca presso il Laboratorio NMR del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Scienze Chimiche sotto la <strong>di</strong>rezione del Prof. Adolfo Lai.<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca svolta dalla Dott.ssa Locci nel primo biennio <strong>di</strong> assegno ha<br />

riguardato principalmente la messa a punto e l’utilizzazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che d’indagine<br />

NMR innovative che hanno permesso la caratterizzazione a livello chimico-fisico <strong>di</strong><br />

molte proprietà strutturali e <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> sistemi polimerici, complessi <strong>di</strong> inclusione e<br />

matrici solide con <strong>di</strong>verso grado <strong>di</strong> porosità. I risultati ottenuti sono stati pubblicati su<br />

riviste scientifiche <strong>di</strong> livello internazionale e presentati a <strong>di</strong>versi congressi nazionali ed<br />

internazionali. Una parte dell’attività <strong>di</strong> ricerca è svolta in stretta collaborazione con i<br />

laboratori del Prof. M. Luhmer della Faculté des Sciences e della Prof. K. Bartik della<br />

Faculté des Sciences Appliquées dell’<strong>Università</strong> Libera <strong>di</strong> Bruxelles. Da aprile 2004 la<br />

Dott.ssa Locci è Collaboratrice Scientifica alla Faculté des Sciences Appliquées<br />

dell'<strong>Università</strong> Libera <strong>di</strong> Bruxelles. La collaborazione verrà portata avanti nel 2005-<br />

2006 grazie anche al finanziamento <strong>di</strong> un progetto congiunto <strong>di</strong> ricerca ottenuto<br />

nell’ambito del VII Programma Esecutivo <strong>di</strong> Collaborazione Scientifica.<br />

.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. “Probing Proteins in Solution by 129 Xe NMR Spectroscopy”<br />

E. Locci, Y. Dehouck, M. Casu, G. Saba, A. Lai, M. Luhmer, J. Reisse, K. Bartik.<br />

Journal of Magnetic Resonance, 2001, 150, 167–174.<br />

2. “Origin of life: the role of water in the transition from non-living to living matter”<br />

E. Locci, K. Bartik, J. Reisse.<br />

Chimie Nouvelle, 2002, 78, 58-62.<br />

3. “The potential of 129 Xe NMR relaxation measurements for the study of heme<br />

proteins”<br />

E. Locci, M. Casu, G. Saba, A. Lai, J. Reisse, K. Bartik.<br />

ChemPhysChem, 2002, 3 (9), 812-814.<br />

4. “The Potential of the Xenon "Spin-Spy" Methodology for the Study of<br />

Configurational Equilibria in Solution”<br />

E. Locci, J. Reisse, K. Bartik.<br />

ChemPhysChem, 2003, 4 (3), 305-308.<br />

5. “Solid-State 13 C and 129 Xe NMR Study of Poly(Vinyl Alcohol) and<br />

Poly(Vinyl Alcohol)/Lactosilated Chitosan Gels”<br />

S. Lai, E. Locci, G. Saba, I. Husu, G. Masci V. Crescenzi, A. Lai.<br />

Journal of Polymer Science Part A - Polymer Chemistry, 2003, 41 (20),<br />

3123-3131.<br />

6. “Imazalil-cyclomaltoheptaose ( -cyclodextrin) inclusion complex:<br />

preparation by supercritical carbon <strong>di</strong>oxide and 13 C CPMAS and 1 H NMR<br />

characterization”<br />

S. Lai, E. Locci, A. Piras, S. Porcedda, A. Lai, B. Marongiu.<br />

Carbohydrate Research, 2003, 338 (21), 2227-2232.<br />

7. “Stereochemical Stu<strong>di</strong>es by Molecular Palpation”<br />

E. Locci, K. Bartik, N. Segebarth, M. Luhmer, J. Reisse.<br />

Journal of Physical Organic Chemistry, 2004, 17 (9), 787-792.<br />

8. “ 13 C CPMAS and 1 H NMR Study of the Inclusion Complexes of<br />

-Cyclodextrin with Carvacrol, Thymol and Eugenol Prepared by<br />

89<br />

Supercritical Carbon Dioxide”<br />

E. Locci, S. Lai, A. Piras, B. Marongiu, A. Lai<br />

Chemistry & Bio<strong>di</strong>versity, 2004, 1 (9), 1354-1366.<br />

9. “Xenon NMR as a probe for microporous and mesoporous solids, amorphous<br />

polymers, solutions, proteins, imaging, etc.”<br />

K. Bartik, A. Costantinesco, J. Fraissard, G. E. Pavlovskaya, J. Jokisaari, E.<br />

Locci, T. J. Lowery, M. Luhmer, T. Meersmann, I.L. Moudrakovski, K. L. Pierce,<br />

A. Pines, J. Ripmeester, V.-V. Telkki, W. S. Veeman<br />

Review - Société Française de Chimie – manoscritto in fase <strong>di</strong> pubblicazione


Assegnista: Silvia Longu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Applicate ai Biosistemi<br />

ABSTRACT: AMINO OSSIDASI, PEROSSIDASI, CALMODULINA: TRIADE DI ENZIMI VEGETALI<br />

BIOCHIMICAMENTE CORRELATI?<br />

LONGU S., MURA A., PINTUS F., MEDDA R., PADIGLIA A., FLORIS G.<br />

Data l’importanza centrale del calcio come messaggero intracellulare, non dovrebbe<br />

sorprendere che nella cellula esistano complessi meccanismi per gestire e controllare<br />

la sua concentrazione. Il calcio può mo<strong>di</strong>ficare l’attività <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong> proteine<br />

legandosi <strong>di</strong>rettamente ad esse allo stato <strong>di</strong> ione libero, ma più frequentemente svolge<br />

la sua funzione attraverso la calmodulina (CaM). La CaM è presente nel lattice <strong>di</strong><br />

Euphorbia characias insieme ad una perossidasi (ELP) che, si è rivelata essere una<br />

proteina la cui attività enzimatica è modulata fortemente dagli ioni calcio. L’ELP<br />

contiene un gruppo prostetico che è stato identificato come protoporfirina IX e uno ione<br />

Ca 2+ endogeno, fortemente legato, che rappresenta un fattore essenziale per il<br />

mantenimento della struttura proteica in corrispondenza della tasca dell’eme. Un<br />

secondo ione calcio, <strong>di</strong>stale, può inoltre legarsi alla proteina. Questo ione calcio, che<br />

presenta una ridotta affinità <strong>di</strong> legame, è necessario affinché l’enzima esplichi la sua<br />

attività catalitica in modo ottimale. Gli esperimenti <strong>di</strong> clonaggio genico condotti sull’ELP<br />

ci hanno consentito <strong>di</strong> ricostruire per intero la struttura primaria della proteina e <strong>di</strong><br />

identificare un potenziale motivo IQ (VESIIQKELKKLFKKDV) comune a tutte le<br />

calmodulin bin<strong>di</strong>ng-proteins. Questi risultati, insieme a risultati ottenuti da esperimenti<br />

<strong>di</strong> clonaggio genico condotti sulla CaM, potrebbero essere la prima <strong>di</strong>mostrazione della<br />

attivazione <strong>di</strong> una perossidasi resa cataliticamente più efficiente dal legame con una<br />

calmodulina. Abbiamo inoltre ipotizzato che un’interessante correlazione biochimica<br />

potrebbe stabilirsi tra una <strong>di</strong>amino ossidasi presente nel lattice (ELAO) ed il complesso<br />

CaM-Perossidasi da noi ipotizzato. Nelle piante, come in tutte gli organismi viventi, una<br />

importante sorgente <strong>di</strong> perossido <strong>di</strong> idrogeno è rappresentata dalle reazioni <strong>di</strong><br />

deaminazione ossidativa che vedono gli enzimi amminossidasi e le amine biogene<br />

come principali protagonisti. Un aumento citosolico <strong>di</strong> amine biogene, può portare ad<br />

un incremento dei livelli <strong>di</strong> perossido <strong>di</strong> idrogeno, che attivando i canali specifici,<br />

promuovono il rilascio <strong>di</strong> calcio citosolico. Il sistema accoppiato ELP/ioniCa 2+ da un<br />

lato, ELAO/amine biogene dall’altro, potrebbe essere una valida ipotesi per il controllo<br />

dei livelli fisiologici <strong>di</strong> H 2O 2 e calcio, ai fini dell’omeostasi cellulare.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Nell’ambito del progetto “Sequenziamento del gene che co<strong>di</strong>fica per un amino ossidasi<br />

vegetale e comparazione con la sequenza <strong>di</strong> amino ossidasi animali e vegetali”,<br />

l’assegnista <strong>di</strong> ricerca Silvia Longu si è occupata della caratterizzazione biochimicomolecolare<br />

del gene co<strong>di</strong>ficante per una Cu/TPQ amino ossidasi presente nel lattice <strong>di</strong><br />

Euphorbia characias (ELAO). Gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> erano volti a chiarire la sequenza genica<br />

co<strong>di</strong>ficante per il sito attivo dell’amino ossidasi e la sequenza genica delle porzioni<br />

dell’enzima che subiscono la mo<strong>di</strong>ficazione post-traduzionale per glicosilazione.<br />

Parallelamente a <strong>stu<strong>di</strong></strong> volti alla caratterizzazione biochimica della ELAO, ha intrapreso<br />

uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o mirato all’isolamento del gene co<strong>di</strong>ficante per ottenere utili informazioni sul<br />

comportamento catalitico <strong>di</strong> questo enzima. Rispetto alle altre amino ossidasi vegetali<br />

questo enzima infatti presenta delle peculiari caratteristiche sopratutto per quanto<br />

riguarda la specificità del substrato. In seguito ha esteso la sua ricerca anche a una<br />

perossidasi estratta dal lattice dell’ Euphorbia characias (ELP) correlando i risultati<br />

ottenuti nel corso <strong>di</strong> uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> caratterizzazione biochimica e molecolare condotta<br />

su enzimi amino ossidasi e perossidasi presenti entrambi nel lattice <strong>di</strong> Euphorbia<br />

characias.<br />

La presenza <strong>di</strong> una elevata concentrazione <strong>di</strong> ioni calcio riscontrata nel lattice <strong>di</strong><br />

Euphorbia characias (3 µM ), ci ha indotto ad ipotizzare un meccanismo <strong>di</strong> attivazione<br />

dell’ELP me<strong>di</strong>ato dalla calmodulina, (CaM) una delle proteine citosoliche più importanti<br />

nel sequestrare e modulare la concentrazione del calcio intracellulare. Il lavoro è<br />

proseguito con la caratterizzazione molecolare della Ca 2+ /CaM da Euphorbia<br />

characias, attraverso l’isolamento del gene co<strong>di</strong>ficante. I risultati scientifici ottenuti sono<br />

oggetto <strong>di</strong> pubblicazioni su riviste internazionali e comunicazioni a Congressi.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. -Fadda M.E, Meloni V., Pisano B., Longu S., Palmas F. Importanza del<br />

controllo micologico nelle industrie lattiero-casearie. Atto del IX Congresso<br />

Internazionale: Alimenti, Nutrizione e Cosmetici: Problematiche Scientifiche e<br />

Prospettive Professionali. Or<strong>di</strong>ne Nazionale dei Biologi. Grado (GO), 10-13 Ottobre<br />

1996. Pag. 391-398.<br />

2. -Paola Barraja, Patrizia Diana, Antonino Lauria, Alessandra Passannanti,<br />

Anna Maria Almerico, Carla Minnei, Silvia Longu, Donatella Congiu, Chiara Musiu,<br />

and Paolo La Colla. Indolo[ 3,2-b]cinnolines with Antiproliferative, Antifungal and<br />

Antibacterial Activity. Bioorganic & Me<strong>di</strong>cine Chemistry. Pag.1591-1596 (1999).<br />

3. -Costanzo A.,Ciciani G., Guerrini G., Bruni F., Selleri S., Donato R., Sacco<br />

C., Musiu C., Milia C., Longu S., Minnei C., La Colla P. Antiproliferative and<br />

antimicrobial activities of pyrazolo [5,1-c][ 1,2,4] benzotriazine 5-oxides and their 5deoxyderivatives.<br />

Me<strong>di</strong>cinal chemistry research. Pag.223-238 (1999).<br />

4. -Giulia Menozzi, Luisa Mosti, Olga Bruno, Eleonora Lo Presti, Chiara<br />

Musiu, Silvia Longu, Paolo La Colla, Walter Filippelli, Giuseppe Falcone, Brunella<br />

Piucci. Syntesis and biological evaluation of [ -(1,5-<strong>di</strong>substituted 1H-pyrazol-4yl)benzyl]azoles,<br />

analogues of bifonazole Il Farmaco. Pag.416-422 (1999).<br />

5. -Patrizia Diana, Paola Barraia, Antonino Lauria, Anna Maria Almerico,<br />

Girolamo Cirrincione, Carla Minnei, Silvia Longu., Donatella Congiu, Chiara Musiu,<br />

and Paolo La Colla. Syntesis and Antiproliferative Activity of 2-Triazeno thiophenes.<br />

Anticancer Research 19, pag. 2127-2132 (1999).<br />

6. -S.M.Sondhi, R.P. Verma, Nidhi Singhal, V.K. Sharma, C. Husiu, L.<br />

Vargiu, S. Longu and P. La Colla. Anti HIV, Antibacterial and Antifungal potential of a<br />

variety of heterocyclic compounds containing nitrogen and/or sulphur. In<strong>di</strong>an Journal of<br />

Pharmaceutical Sciences. Pag. 71-76 (2000)<br />

91<br />

7. -Pa<strong>di</strong>glia A, Medda R., Scanu T., Longu S., Rossi A. Floris G. Structure and<br />

Nucleotide Sequence of Euphorbia characias copper/TPQ-containing amine oxidase<br />

gene. Journal of Protein Chemistry (2002) Pag. 435-441<br />

8. -Pa<strong>di</strong>glia A, Medda R., Longu S., Pedersen JZ., Floris G. Uric acid a main<br />

electron donor to peroxidases in human blood plasma. Me<strong>di</strong>cal Science Monitor.<br />

(2002). Pag 454-459<br />

9.<br />

osaria Medda, Alessandra Pa<strong>di</strong>glia, Silvia Longu, Andrea Bellelli, Alessandro Arcovito,<br />

Stefano Cavallo, Jens Z. Pedersen, and Giovanni Floris. The critical role of Ca 2+ ions in<br />

the reaction mechanism of Euphorbia characias peroxidase. Biochemistry. ( 2003) Pag.<br />

8909-8918 Vol 42.<br />

10. Alessandra Pa<strong>di</strong>glia, Giovanni Floris, Silvia Longu, M.Eugenia Schininà,<br />

Jens Z. Pedersen, Francesco De Angelis, Alessandro Finazzi Agrò, and Rosaria Medda.<br />

Inhibition of lentil Copper/TPQ Amine Oxidase by the mechanism-based inhibitor<br />

derived from tyramine. Biol. Chem. (2004).Pag 323-329 Vol 385.<br />

11. Silvia Longu, Rosaria Medda, Alessandra Pa<strong>di</strong>glia, Jens Z. Pedersen,<br />

Giovanni Floris. The reaction mechanism of plant peroxidases. The Italian Journal of<br />

Biochemistry (2004) Pag 41-45.<br />

12. R.Medda, S. Longu, E. Agostinelli, L. Dalla Vedova, J.Z. Pedersen, Giovanni<br />

Floris, A. A. Moosavi-Movahe<strong>di</strong> and A. Pa<strong>di</strong>glia. Copper/Topaquinone-containing amine<br />

oxidase from lentil seedlings and bovine plasma: catalytic mechanism and energetic<br />

domains. Journal of the Iranian Chemical Society (2004) Pag 89-98 Vol 1.<br />

13. Lamplot Z, Sebela M, Frycak P, Longu S, Pa<strong>di</strong>glia A, Medda R, Floris G and<br />

Pec P Reactions of N 6 -aminoalkyl adenines with plant amine oxidases. J. Enzym. Inhib.<br />

Med. Chem. In press (2005).<br />

14. Silvia Longu, Alessandra Pa<strong>di</strong>glia, Jens Z. Pedersen, Alessandro Finazzi<br />

Agrò, Anna Mura, Paola Maccioni, Giovanni Floris, and Rosaria Medda. Nitric oxide<br />

covalently labels 6–hydroxydopa–derived free ra<strong>di</strong>cal interme<strong>di</strong>ate in the catalytic cycle<br />

of copper/quinone containing amine oxidase from lentil seedlings. Biol. Chem. In press<br />

(2005).<br />

15. M. Amani, 1 A.A. Moosavi-Movahe<strong>di</strong>, 1, * G. Floris, 3 S. Longu, 3 A. Mura, 3 S.Z.<br />

Moosavi-Nejad, 1,2 A.A. Saboury, 1 and F. Ahmad 4 . Comparative Study of Conformational<br />

Lock, Dissociative Thermal Inactivation and Stability of Euphorbia Latex and Lentil<br />

Seedling Amine Oxidases. The protein journal In press (2005).


Assegnista: Giorgia Maria Lopez<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Fisica<br />

ABSTRACT: Comprensione e controllo della mobilita' <strong>di</strong> impurezze droganti in Si su<br />

scala nanometrica<br />

Collaboratori: P. Alippi, C. Melis, P. Schirra, G. Impellizzeri, S. Mirabella, L. Romano.<br />

Esiste un consenso generale sul fatto che la <strong>di</strong>ffusione delle impurita` droganti in silicio<br />

sia criticamente influenzata da una sovrasaturazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti nativi: gli autointerstiziali<br />

e le vacanze in eccesso aumentano in maniera anomala la <strong>di</strong>ffusivita` dei droganti (in<br />

prima approssimazione, rispettivamente accettori e donori). Tale aumento transiente<br />

anomalo della <strong>di</strong>ffusivita`, noto come “Transient Enhanced Diffusion” (TED), limita<br />

fortemente la realizzazione <strong>di</strong> giunzioni ultrasottili nei nano-<strong>di</strong>spositivi a base silicio.<br />

Presenteremo una descrizione completa e dettagliata dei meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione<br />

assistita da vacanze e autointerstiziali <strong>degli</strong> accettori appartenenti al gruppo III: B, Al<br />

[1], Ga[2] e In in Si. Esporremo i risultati che riguardano le energie <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong><br />

legame dei complessi <strong>di</strong>fetti-nativi/accettore piu` rilevanti per la <strong>di</strong>ffusione,e le energie<br />

<strong>di</strong> attivazione, valutate in funzione dell'energia <strong>di</strong> Fermi. In tutti i casi, e per qualunque<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> drogaggio, il meccanismo assistito dagli autointerstiziali e`<br />

energeticamente favorito, sebbene i due meccanismi <strong>di</strong>vengano competitivi<br />

all'aumentare delle <strong>di</strong>mensioni atomiche dell'impurezza. I nostri risultati costituiscono<br />

un utile data-base per i co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> modellizzazione dei <strong>di</strong>spositivi elettronici. Nel tentativo<br />

<strong>di</strong> trovare nuove strategie che consentano <strong>di</strong> limtare i fenomeni indesiderati <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ffusione ed aumentare l'efficienza <strong>di</strong> drogaggio, verranno presentati inoltre i risultati<br />

che riguardano il co-drogaggio del Si con specie chimiche <strong>di</strong>verse. Il primo caso che<br />

presenteremo, piu` rilevante, riguarda il co-impianto boro-fluoro. Recentissimi<br />

esperimenti mostrano che il F sopprime efficamente la TED del B [3], ma quale sia<br />

l'interazione microscopica (fluoro-impurezza o fluoro-<strong>di</strong>fetto nativo) alla base <strong>di</strong> tale<br />

fenomeno e` ancor oggi materia controversa. Presenteremo una completa<br />

interpretazione teorica dei risultati sperimentali, basata sul nostro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o teorico da<br />

principi primi della fisica del F in Si[4]. Il meccanismo <strong>di</strong> interazione dominante e`<br />

l'accoppiamento fluoro-vacanze. Tali complessi agiscono efficacemente come trappole<br />

per gli autointerstiziali in eccesso , responsabili della TED del B. L'interazione fluoroboro<br />

risulta invece marginale e non giuoca un ruolo significativo. I nostri risultati sono<br />

consistenti con altre osservazioni sperimentali sulla formazione <strong>di</strong> bolle e sull<br />

'intrappolamento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti nativi. Vista l' efficacia della mutua interazione fluorovacanze,<br />

i nostri risultati suggeriscono che il fluoro potrebbe essere usato in generale<br />

per ridurre e/o sopprimere la <strong>di</strong>ffusione assistita da vacanze.<br />

Il secondo caso riguarda l'accoppiamento accettore-isovalente, in particolare B e Ge.<br />

La formazione <strong>di</strong> complessi accettore-isovalente in Si dovrebbe ridurre la energia <strong>di</strong><br />

ionizzazione dell'accettore ed aumentarne la concentrazione. I nostri risultati<br />

confermano l'idea generale, anche se l'efficacia del metodo <strong>di</strong>pende dalle specie<br />

chimiche considerate.<br />

[1] P. Schirra, G. M. Lopez, and V. Fiorentini, Phys. Rev. B 70, 245201 (2004).<br />

[2] C. Melis, G. M. Lopez and V. Fiorentini, Appl. Phys. Lett. 85, 4902 (2004).<br />

[3] G. Impellizzeri, J. H. R. dos Santos, S. Mirabella, F. Priolo, E. Napolitani and A.<br />

Carnera, Appl. Phys. Lett. 84, 1862 (2004).<br />

[4] G. M. Lopez, V. Fiorentini, G. Impellizzeri, S. Mirabella and E. Napolitani, Phys. Rev.<br />

B. in press (2005).<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Uno dei problemi cruciali nell'industria dei circuiti largamente integrati a base silicio e` il<br />

controllo del profilo <strong>di</strong> concentrazione dei droganti. Nei prossimi anni i <strong>di</strong>spositivi<br />

microelettronici saranno caratterizzati da strutture aventi <strong>di</strong>mensioni nanometriche [1].<br />

La comprensione dei meccanismi che a livello microscopico governano la <strong>di</strong>ffusione dei<br />

droganti risulta quin<strong>di</strong> cruciale nello sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie volte a superare i limiti<br />

tecnologici attuali. La <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> impurita` droganti e atomi del reticolo ospite e` stata<br />

oggetto <strong>di</strong> intensi <strong>stu<strong>di</strong></strong> teorici e sperimentali negli ultimi anni [2]. Le impurita` droganti<br />

sostituzionali possono migrare isolatamente o in forma <strong>di</strong> complesso impurezza-<strong>di</strong>fetto<br />

nativo (vacanze ed autointerstiziali). Non esiste pero` un consenso generale che<br />

riguar<strong>di</strong> i contributi relativi dei vari meccanismi alla <strong>di</strong>ffusivita'. Certe reazioni <strong>di</strong><br />

superficie durante la produzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elettronici alterano la concentrazione<br />

d'equilibrio dei <strong>di</strong>fetti nativi nel Si (l'ossidazione inietta autointerstiziali in eccesso,<br />

mentre la nitridazione inietta vacanze in eccesso [3]) e questi influenzano criticamente<br />

la <strong>di</strong>ffusione delle impurezze. Le teorie sottostanti l'interpretazione <strong>di</strong> tali fenomeni sono<br />

incomplete. Negli ultimi anni si e' accertato che la <strong>di</strong>ffusione anomala del boro, il<br />

principale accettore nel silicio (nota come TED, transient enhanced <strong>di</strong>ffusion), e` dovuta<br />

alla sovrasaturazione <strong>di</strong> interstiziali [4], effetto del processo <strong>di</strong> impiantazione ionica; la<br />

<strong>di</strong>ffusione dell'arsenico sembrerebbe dominata da un meccanismo interstiziale, cosi'<br />

come l'antimonio sembra <strong>di</strong>ffondere pricipalmente via vacanze. I meccanismi che<br />

dominano la <strong>di</strong>ffusione del fosforo sono, invece, ancor oggi materia controversa, cosi'<br />

come poco o quasi nulla esiste in letteratura per quel che riguarda il Gallio. In questo<br />

quadro si inserisce il nostro progetto <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o teorico da principi primi sui meccanismi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle specie droganti piu` comuni nel Si (B, P, As, Ga, In e Sb) in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio e non, volta ad in<strong>di</strong>viduare un trend comune per specie donori e<br />

accettori (energetica statica e una selezione dei percorsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione me<strong>di</strong>ata da <strong>di</strong>fetti<br />

nativi) e i relativi contributi alla <strong>di</strong>ffusivita` dei due principali meccanismi.<br />

Ingegnerizzando opportunamente l'accoppiamento <strong>di</strong> droganti con atre impurezze <strong>di</strong><br />

specie chimica <strong>di</strong>versa (co-drogaggio), e` possibile migliorarne la solubilta` e la<br />

ionizzazione, aumentando quin<strong>di</strong> la densita` dei portatori per alcuni droganti. Ad<br />

esempio, recenti risultati sperimentali [5], sulla co-impiantazione <strong>di</strong> boro e fluoro in<br />

silicio, mostrano una efficace riduzione fino a completa soppressione della TED del B,<br />

all'aumentare della dose <strong>di</strong> F. La nostra attivita` <strong>di</strong> ricerca, svolta in stretta connessione<br />

con i gruppi <strong>di</strong> ricerca dei laboratori MATIS dell'universita` <strong>di</strong> Catania, ha permesso <strong>di</strong><br />

dare una completa interpretazione teorica dei meccanismi che stanno alla base <strong>di</strong> tale<br />

fenomeno [6]. La metodologia che utilizziamo si basa sul formalismo della teoria del<br />

funzionale densita` (DFT) e <strong>degli</strong> pseudopotenziali, implementata nel co<strong>di</strong>ce a onde<br />

piane VASP (Vienna ab-initio simulation package). Con tali tecniche, siamo in grado <strong>di</strong><br />

valutare energie <strong>di</strong> formazione, livelli <strong>di</strong> ionizzazione, energie <strong>di</strong> legame e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ssociazione <strong>di</strong> numerose configurazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti in <strong>di</strong>versi stati <strong>di</strong> carica. Per <strong>stu<strong>di</strong></strong>are<br />

la <strong>di</strong>ffusione, dopo aver in<strong>di</strong>viduato i percorsi <strong>di</strong> minima energia, vengono calcolate le<br />

barriere energetiche <strong>di</strong> migrazione, attraverso il metodo della NEB (nudged-elastic<br />

band method). I risultati cosi` ottenuti permettono <strong>di</strong> calcolare le energie <strong>di</strong> attivazione<br />

per la <strong>di</strong>ffusione dei vari meccanismi considerati.<br />

Bibliografia<br />

93<br />

[1] International Technology Roadmap for Semiconductor Industry Association, (2003).<br />

[2] MRS Bulletin 25, (2000); S. C. Jain, W. Schoenmaker, R. Lindsay, P. A. Stolk, S.<br />

Decoutere, M Willander and H. E. Maes, J. Appl. Phys. 91, 8919 (2002); P. Schirra, G. M.<br />

Lopez, and V. Fiorentini, Phys. Rev. B 70, 245201 (2004); C. Melis, G. M. Lopez and V.<br />

Fiorentini, Appl. Phys. Lett. 85, 4902 (2004);L. Romano, A. M. Piro, M. G. Grimal<strong>di</strong> and V.<br />

Fiorentini, Phys. Rev. B. in press (2005).<br />

[3] P. M. Fahey, P. B. Griffin, and J. D. Plummer, Rev. Mod. Phys. 61, 289 (1989).<br />

[4] P. Alippi, L. Colombo, P. ruggerone, A. Sieck, G. Seifert and Th. Frauenheim, Phys. Rev.<br />

B 64, 075207 (2001); B. Sa<strong>di</strong>gh, T. J. Lenosky, S. K. Theiss, M. J. Caturla, T. Diaz de la<br />

Rubia and M. A. Foad, Phys. Rev. Lett. 83, 4341 (1999); W. Windl, M.M. Bunea, R. Stumpf,<br />

S. T. Dunnham and M. P. Masquellier, Phys. Rev. Lett. 83, 4345 (1999); M. Hakala, M. J .<br />

Puska, and R. Nieminen, Phys. Rev, B 61, 8155 (2000).<br />

[5] G. Impellizzeri, J. H. R. dos Santos, S. Mirabella, F. Priolo, E. Napolitani and A. Carnera,<br />

Appl. Phys. Lett. 84, 1862 (2004).<br />

[6] G. M. Lopez, V. Fiorentini, G. Impellizzeri, S. Mirabella and E. Napolitani, Phys. Rev. B. in<br />

press (2005);<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Vibrational modes of three-membered self-interstitial clusters in silicon.<br />

G.M. Lopez and V. Fiorentini, J. Phys. Condens. Matter. 15, 7851 (2003).<br />

2. Structure, energetics, and extrinsic levels of small self-interstitial clusters in silicon.<br />

G. M. Lopez and V. Fiorentini, Phys. Rev. B 69, 155206 (2004).<br />

3. Anomalous energetics and defect-assisted <strong>di</strong>ffusion of Ga in silicon.<br />

C. Melis, G. M. Lopez and V. Fiorentini, Appl. Phys. Lett. 85, 4902 (2004).<br />

4. Complexes, clustering, and native-defects-assisted <strong>di</strong>ffusion of aluminum in silicon.<br />

P. Schirra, G. M. Lopez, and V. Fiorentini, Phys. Rev. B 70, 245201 (2004).<br />

5. Influence of point defects injection on the stability of supersaturated Ga-Si Solid solution.<br />

L. Romano, A. M. Piro, M. G. Grimal<strong>di</strong>, G. M. Lopez and V. Fiorentini, Phys. Rev. B. in<br />

press (2005).<br />

6. Fluorine in Si: native--defect complexes and the suppression of impurity <strong>di</strong>ffusion.<br />

G. M. Lopez, V. Fiorentini, G. Impellizzeri, S. Mirabella and E. Napolitani, Phys. Rev. B. in<br />

press (2005).<br />

7. Trends and Fermi-level effects on the native--defects--assisted <strong>di</strong>ffusion of acceptors in<br />

silicon.<br />

G. M. Lopez, P. Alippi and V. Fiorentini, in preparation.<br />

8. Co-doping concepts for p--type silicon.<br />

P. Alippi, G. M. Lopez and V. Fiorentini, in preparation.


Assegnista: Francesco Loy<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Citomorfologia<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o ultrastrutturale sulla secrezione in vitro della ghiandola<br />

sottoman<strong>di</strong>bolare umana dopo trattamento con <strong>di</strong>versi farmaci, anche secretagoghi<br />

Loy F., Riva A., Testa Riva F.<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Citomorfologia, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

Lo scopo <strong>di</strong> questa ricerca è stato quello <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>are, su frammenti <strong>di</strong> ghiandola<br />

sottoman<strong>di</strong>bolare umana, le mo<strong>di</strong>ficazioni morfologiche indotte negli acini sierosi dalla<br />

stimolazione operata da <strong>di</strong>verse sostanze, quali il carbacolo e l’SNI-2011, agonisti<br />

muscarinici, l’isoproterenolo, agonista β-adrenergico, e <strong>di</strong> confrontarle sia tra loro che<br />

con quelle provocate da un particolare farmaco, la clozapina.<br />

La clozapina è un antipsicotico atipico derivato dalla <strong>di</strong>benzo<strong>di</strong>azepina, usato nei casi<br />

<strong>di</strong> schizofrenia resistente ai normali trattamenti. Tra i suoi numerosi effetti collaterali si<br />

annovera frequentemente l’ipersalivazione lamentata da più del 30% dei pazienti e<br />

sebbene sia oggetto <strong>di</strong> numerosi <strong>stu<strong>di</strong></strong>, il meccanismo d’azione <strong>di</strong> questo farmaco che<br />

determina la scialorrea resta tuttora ancora poco conosciuto.<br />

Ai fini <strong>di</strong> una più completa comprensione dei meccanismi secretivi delle ghiandole<br />

salivari stimolate con farmaci secretagoghi, abbiamo anche pre-trattato alcuni campioni<br />

con i rispettivi inibitori.<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato condotto al microscopio ottico (MO), che ci ha permesso <strong>di</strong> ottenere<br />

una visione generale delle strutture esaminate, ed al microscopio elettronico a<br />

trasmissione (MET), il quale ci ha consentito <strong>di</strong> osservarne l’ultrastruttura. E’ stato<br />

usato anche il microscopio elettronico a scansione (MES) che, abbinato alla tecnica <strong>di</strong><br />

macerazione osmica, ha consentito <strong>di</strong> osservare nella loro tri<strong>di</strong>mensionalità le superfici<br />

interne del plasmalemma, dopo l’estrazione <strong>di</strong> tutti gli organuli cellulari.<br />

Le mo<strong>di</strong>ficazioni morfologiche osservate nei preparati incubati con i <strong>di</strong>versi<br />

secretagoghi e correlabili alla secrezione (quali <strong>di</strong>latazione dei lumi, comparsa <strong>di</strong><br />

vacuoli e <strong>di</strong> quadri <strong>di</strong> esocitosi, riduzione del numero dei granuli), <strong>di</strong>fferiscono tra loro e<br />

da quelle che caratterizzano le cellule stimolate con clozapina. Dalle immagini ottenute<br />

al MES inoltre abbiamo quantificato alcuni aspetti delle <strong>di</strong>verse stimolazioni, misurando<br />

il numero dei microvilli dei canalicoli secretori tra le cellule sierose (correlabile ai<br />

processi <strong>di</strong> esocitosi) e quello delle microvescicole presenti sulla superficie<br />

citoplasmatica <strong>degli</strong> stessi canalicoli (associabili alle vescicole rivestite tipiche dei<br />

fenomeni <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> membrana).<br />

Le <strong>di</strong>fferenti risposte delle cellule sierose ai vari secretagoghi ed alla clozapina trovano<br />

spiegazione nella <strong>di</strong>versa azione stimolante, operata da ciascuno <strong>di</strong> essi, sulla<br />

secrezione delle cellule salivari nella ghiandola sottoman<strong>di</strong>bolare umana.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Il dott. Francesco Loy, laureato in Scienze Naturali, ha svolto attività <strong>di</strong> ricerca nel<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Citomorfologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> dal 1997 come titolare <strong>di</strong> un<br />

contratto <strong>di</strong> ricerca e successivamente ha conseguito il Dottorato <strong>di</strong> Ricerca in Scienze<br />

Morfologiche presso il Laboratorio <strong>di</strong> Microscopia Elettronica dello stesso Dipartimento.<br />

In questo periodo il dott. Loy ha acquisito competenza nel campo della microscopia<br />

ottica ed elettronica, sia a trasmissione che a scansione e padronanza delle principali<br />

tecniche <strong>di</strong> allestimento dei preparati.<br />

Il settore <strong>di</strong> ricerca del dott. Loy riguarda principalmente l’esame morfologico<br />

ultrastrutturale <strong>degli</strong> epiteli esocrini dell’uomo e nello specifico delle ghiandole salivari<br />

sia maggiori che minori.<br />

Nel 2003 il dott. Loy è risultato vincitore della selezione attinente all’Assegno <strong>di</strong> Ricerca<br />

sul tema: ”Le giunzioni intercellulari negli epiteli esocrini dell’uomo. Stu<strong>di</strong>o<br />

tri<strong>di</strong>mensionale al microscopio elettronico ad alta risoluzione”, del quale si sta tuttora<br />

occupando. In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o in particolare ha esaminato la morfologia, al microscopio<br />

elettronico a scansione (MES) me<strong>di</strong>ante una specifica tecnica <strong>di</strong> macerazione osmica<br />

elaborata nel Laboratorio <strong>di</strong> Microscopia Elettronica del Dipartimento <strong>di</strong> Citomorfologia,<br />

del complesso <strong>di</strong> giunzione presente nelle cellule sierose della ghiandola<br />

sottoman<strong>di</strong>bolare umana. Il MES si è rivelato essere lo strumento ideale per una<br />

migliore comprensione della loro architettura, visto che consente <strong>di</strong> visualizzare in<br />

maniera tri<strong>di</strong>mensionale i tessuti osservati con una risoluzione e con un potere <strong>di</strong><br />

ingran<strong>di</strong>mento estremamente elevato. Attualmente la ricerca si è rivolta all’esame <strong>di</strong> tali<br />

tessuti anche dopo stimolazione o inibizione della secrezione salivare ottenuta<br />

me<strong>di</strong>ante un trattamento in vitro con farmaci secretagoghi e non (quali ad es. il<br />

carbacolo, l’isoproterenolo, l’atropina, l’SNI, la clozapina), alcuni dei quali<br />

correntemente usati in me<strong>di</strong>cina.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Pubblicazioni<br />

1) Spiga S., Lallai L., Mulargia C., Loy F., Orrù F., Sid<strong>di</strong> A., Argiolas<br />

M., Serra G.P.: Application of the Cajal-De Castro method to the<br />

Laser Scanning Confocal Microscope in studying the peripheral<br />

nervous system. Italian Journal of Anatomy and Embryology, 102<br />

(3): 179-193, 1997<br />

2) Riva A., Puxeddu R., Uras L., Loy F., Serreli S., Testa Riva F.: A<br />

High Resolution SEM study of human minor salivary glands.<br />

European Journal of Morphology, 38 (4): 219-226, 2000<br />

3) Riva A., Puxeddu R., Loy F., Testa Riva F.: Morphofunctional<br />

Stu<strong>di</strong>es on Human Labial Salivary Glands. European Journal of<br />

Morphology, 40 (4): 227-233, 2002<br />

4) Testa Riva F., Serreli S., Loy F., Riva A.: Junctional complex<br />

revisited by high-resolution scanning electron microscopy.<br />

Microscopy Research and Technique, 62: 225-231, 2003<br />

5) Castagnola M., Cabras T., Inzitari R., Zuppi C., Rossetti D.V.,<br />

Petruzzelli R., Vitali A., Loy F., Testa Riva F., Fadda M.B.:<br />

Determination of the post-translational mo<strong>di</strong>fications of<br />

salivary aci<strong>di</strong>c proline-rich proteins. European Journal of<br />

Morphology, 41 (2): 93-98, 2003<br />

6) Riva A., Puxeddu R., Loy F., Isola M., Cabras T., Testa-Riva F.:<br />

Serous and mucous cells of human subman<strong>di</strong>bular salivary<br />

gland stimulated in vitro by isoproterenol, carbachol and<br />

95<br />

clozapine. An LM, TEM and HRSEM study. European Journal of<br />

Morphology, 41 (2): 83-87, 2003<br />

7) Loy F., Puxeddu R., Isola M., Loffredo F., Riva A., Testa Riva F.:<br />

Morphological alteration induced by Cytochalasin D on serous cells<br />

of human subman<strong>di</strong>bular gland in basal and stimulated con<strong>di</strong>tions.<br />

Italian Journal of Anatomy and Embryology: “Morphodynamics of<br />

cells and tissues. A book in memory of Pietro M. Motta”. Vol. 9,<br />

(accepted, in press).<br />

Elenco abstracts a congressi<br />

a) Spiga S., Car<strong>di</strong>nale Ciccotti F., Argiolas M., Loy F., Serra G.P.: Il nervo<br />

ottico in Hydromantes (Speleomantes) Genei. (Temm e Schl.) Unione<br />

Zoologica Italiana Atti 56° Congresso pag. 293-294, Reggio Calabria 2-7<br />

Ott. 1995<br />

b) Riva A., Faa G., Loffredo F., Piludu M., Loy F., Testa Riva F.: An<br />

improved maceration method for the analytical study of human bioptic<br />

samples by HRSEM. LII Congresso nazionale della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Anatomia; Italian Journal of Anatomy and Embryology, 103 (Suppl.): 16,<br />

1998<br />

c) Riva A., Uras L., Serreli S., Loy F., Faa G.: A technique for the<br />

visualization at HR-SEM of cytoplasmic structures in human tissues. 28°<br />

Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Istochimica, Camerino 2-4<br />

Giugno 1999; European Journal of Histochemistry, 43 (Suppl. 2): 11,<br />

1999.<br />

d) Riva A., Loffredo F., Loy F., Serreli S., Testa Riva F.: An HR SEM study<br />

of human minor salivary glands. XV Congress of the International<br />

Federation of Associations of Anatomists and 4 th International Malpighi<br />

symposium, Roma 11-16 Sept 1999. Italian Journal of Anatomy and<br />

Embryology, 104 (Suppl. 1): 582, 1999.<br />

e) Riva A., Serreli S., Loy F., Loffredo F., Testa Riva F.: Cell-cell junction:<br />

from TEM to HRSEM. XV International Symposium on Morphological<br />

Sciences. 18-21 Settembre 2000, Kyoto, Giappone. pag. 28, 2000.<br />

f) Testa Riva F., Serreli S., Loy F., Loffredo F., Riva A.: An HRSEM study<br />

of intercellular junctions. LIV Congresso Società <strong>di</strong> Anatomia Firenze 21-<br />

24 Sett. 2000. Italian Journal of Anatomy and Embryology, 105 (Suppl.<br />

1, Fasc. 2): 236, 2000.<br />

g) Loy F., Serreli S., Loffredo F., Testa Riva F.: Morphological investigation<br />

on slices of human subman<strong>di</strong>bular glands incubated with Cytochalasin.<br />

55° Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Ascoli Piceno; Italian<br />

Journal of Anatomy and Embryology, 106 (Suppl. 1, Fasc. 3): 157, 2001<br />

h) Serreli S., Loy F., Testa Riva F.: Morphometric study of intercellular<br />

junctions seen by HRSEM in some human exocrine epithelia. 55°<br />

Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Ascoli Piceno; Italian Journal of<br />

Anatomy and Embryology, 106 (Suppl. 1, Fasc. 3): 240, 2001.<br />

i) Riva A., Loffredo F., Puxeddu R., Ban<strong>di</strong>nu A., Loy F., Testa Riva F.: In<br />

vitro stimulation of human labial glands. A correlative HRSEM – TEM<br />

study. XVII International symposium on morphological sciences.<br />

Timisoara, Romania; pag. 267, September 11-15, 2002.<br />

j) Ban<strong>di</strong>nu A., Loy F., Puxeddu R., Loffredo F., Riva A.: Stu<strong>di</strong>es on human<br />

labial salivary glands stimulated in vitro with SNI 2011. 56° Congresso<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Pisa 20-23 Settembre 2002; Italian Journal<br />

of Anatomy and Embryology, 107 (Suppl. 1, Fasc. 3): 146, 2002<br />

k) Loy F., Puxeddu R., Loffredo F., Testa Riva F., Riva A.: Alteration<br />

induced by Cytochalasin D on human subman<strong>di</strong>bular glands stimulated<br />

in vitro by secretagogues agents. 56° Congresso Società Italiana <strong>di</strong><br />

Anatomia, Pisa 20-23 Settembre 2002; Italian Journal of Anatomy and<br />

Embryology, 107 (Suppl. 1, Fasc. 3): 147, 2002<br />

l) Riva A., Puxeddu R., Loy F., Isola M., Cabras T., Testa Riva F.:<br />

Morphological changes in serous and mucous cells of human<br />

salivary glands upon stimulation in vitro by specific receptor<br />

agonists. A correlative LM, TEM and HRSEM study. 5° International<br />

Malpighi Symposium, Roma 11-13 Settembre 2003; Italian Journal<br />

of Anatomy and Embryology, 108 (Suppl. 1, Fasc. 3): 115, 2003<br />

m) Castagnola M., Cabras T., Inzitari R., Zuppi C., Rossetti D.V.,<br />

Petruzzelli R., Vitali A., Loy F., Testa Riva F., Fadda M.B.:<br />

Determination of the post-translational mo<strong>di</strong>fications of salivary<br />

aci<strong>di</strong>c proline-rich proteins. 5° International Malpighi Symposium,<br />

Roma 11-13 Settembre 2003; Italian Journal of Anatomy and<br />

Embryology: 108 (Suppl. 1, Fasc. 3): 49, 2003<br />

n) Loy F., Puxeddu R., Conti G., Testa Riva F., Riva A.: Effects of<br />

clozapine on human labial salivary glands. An ultrustructural study.<br />

57° Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Lipari 14-18 Settembre<br />

2003; Italian Journal of Anatomy and Embryology: 108 (Suppl. 2,<br />

Fasc. 3): 115, 2003<br />

o) Riva A., Loffredo F., Loy F., Isola M., Conti G., Testa Riva F.:<br />

Morphofunctional <strong>stu<strong>di</strong></strong>es on human salivary glands stimulated in<br />

vitro by receptor-specific secretagogue drugs. Workshop: Cell<br />

surface: from molecules to shape. European Journal of<br />

Histochemistry 47 (3): 268, 2003<br />

p) Loy F., Conti G., Perra A., Solinas P., Riva A., Testa Riva F.: Human<br />

subman<strong>di</strong>bular glands stimulated with clozapine and carbachol. An<br />

ultrastructural study. 58° Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia,


Chieti 17-19 Settembre 2004; Italian Journal of Anatomy and<br />

Embryology, 109 (Suppl. 1, Fasc. 3): 285, 2004<br />

q) Riva A., Puxeddu R., Loy F., Cabras T., Loffredo F., Testa-Riva<br />

F.: The in vitro secretory response of human salivary glands<br />

as seen by LM, TEM, and HRSEM. 16 th International Congress<br />

of IFAA; Anatomical Science International, 79 (Suppl.): 126,<br />

2004<br />

96


Assegnista: Giuliano Malloci<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Fisica<br />

ABSTRACT: Molecole dallo spazio ... ai nostri computer<br />

Le osservazioni astronomiche condotte con i telescopi ottici, i ra<strong>di</strong>otelescopi ed i<br />

telescopi spaziali per l'infrarosso hanno in<strong>di</strong>viduato nello spazio più <strong>di</strong> 120 molecole<br />

anche molto complesse. Di recente è stato scoperto che perfino gli amminoaci<strong>di</strong>, i<br />

mattoni della vita, si formano in con<strong>di</strong>zioni ritenute proibitive quali le fredde e inospitali<br />

nebulose che riempiono lo spazio interstellare. Nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della fisica e chimica del<br />

materiale interstellare, l'insieme <strong>di</strong> gas e polveri <strong>di</strong>stribuito fra le stelle, un ruolo cruciale<br />

è svolto dalle simulazioni al computer. E' evidente infatti che i fenomeni fisici dominanti<br />

in ambienti interstellari, caratterizzati da densità e temperature bassissime nonché da<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> irraggiamento del tutto peculiari, sono molto <strong>di</strong>fficili da riprodurre e<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>are <strong>di</strong>rettamente nei laboratori terrestri in con<strong>di</strong>zioni simili. Si rende necessario<br />

pertanto il ricorso a modelli teorici e computazionali adeguati, che consentano <strong>di</strong><br />

simulare le con<strong>di</strong>zioni chimico-fisiche rilevanti per il caso astrofisico.<br />

In questo seminario vengono presentate sinteticamente alcune delle attività in cui è<br />

coinvolto il Gruppo <strong>di</strong> Astrochimica dell'Osservatorio Astronomico <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> - INAF. In<br />

particolare, vengono presentati i recenti risultati relativi alla simulazione della fotofisica<br />

<strong>di</strong> molecole interstellari complesse quali idrocarburi aromatici policiclici (dal C 10H 8 al<br />

C 48H 20), e fullereni (C 60, C 70). Le simulazioni al computer forniscono <strong>degli</strong> spettri<br />

sintetici, in assorbimento nel visibile-ultravioletto ed in emissione nell'infrarosso, da<br />

confrontare con osservazioni astronomiche multifrequenza. Tali spettri sintetici<br />

rapprestentano delle vere e proprie “impronte <strong><strong>di</strong>gita</strong>li” delle molecole in <strong>stu<strong>di</strong></strong>o,<br />

consentendo <strong>di</strong> stabilire se queste siano presenti o meno nell'ambiente simulato e, in<br />

caso affermativo, quali siano le con<strong>di</strong>zioni fisiche (temperatura, densità) a cui si<br />

trovano. Le implicazioni dei risultati ottenuti vengono <strong>di</strong>scusse nel contesto<br />

internazionale, specie in relazione alla futura missione spaziale Herschel prevista<br />

dall'Agenzia Spaziale Europea per il 2007, ed al progetto dell'Istituto Nazionale <strong>di</strong><br />

Astrofisica Sar<strong>di</strong>nia Ra<strong>di</strong>o Telescope, il ra<strong>di</strong>odelescopio in fase <strong>di</strong> costruzione a San<br />

Basilio, la cui ultimazione dei lavori è prevista per il 2007.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Da agosto 2004 sono titolare <strong>di</strong> un assegno <strong>di</strong> ricerca presso il Gruppo <strong>di</strong> Astrochimica<br />

dell’Osservatorio Astronomico <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (OAC) (http://astrochemistry.ca.astro.it). La<br />

mia attività <strong>di</strong> ricerca costituisce un proseguimento del lavoro intrapreso nel corso del<br />

dottorato, conseguito nel febbraio 2003 presso il Dipartimento <strong>di</strong> Fisica dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> con una tesi in astrofisica. Nell’ambito delle attività del gruppo <strong>di</strong><br />

astrochimica svolgo un lavoro <strong>di</strong> carattere teorico-computazionale volto alla<br />

simulazione dei processi chimico-fisici <strong>di</strong> molecole e polveri interstellari. Lo spazio fra<br />

stelle nella Via Lattea e nelle galassie dell’Universo non è vuoto ma è caratterizzato<br />

dalla presenza <strong>di</strong> nubi <strong>di</strong> gas e polveri: la materia interstellare. Allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della materia<br />

interstellare si de<strong>di</strong>ca da oltre quin<strong>di</strong>ci anni il Gruppo <strong>di</strong> Astrochimica dell’OAC, sia<br />

attraverso osservazioni astronomiche, sia me<strong>di</strong>ante l’elaborazione <strong>di</strong> modelli fisici che<br />

ne descrivono il comportamento. In particolare, il mio contributo è stato centrale nella<br />

realizzazione <strong>di</strong> un approccio teorico capace <strong>di</strong> produrre spettri sintetici, in<br />

assorbimento nel visibile-ultravioletto ed in emissione nell’infrarosso, con l’intento <strong>di</strong><br />

interpretare osservazioni astronomiche effettuate con telescopi da Terra e dallo spazio.<br />

Questo ha richiesto l’impiego <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> calcolo <strong>di</strong> chimica quantistica per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

delle proprietà spettroscopiche delle specie molecolari in <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, in collaborazione col<br />

Sar<strong>di</strong>nian Laboratory for Computational Materials Science (http://www.slacs.it), nonchè<br />

la stretta interazione col “Centre d’Etudes Spatiales des Rayonnements” (CESR)<br />

(http://www.cesr.fr) <strong>di</strong> Tolosa, uno dei più importanti centri <strong>di</strong> ricerca coinvolti nel<br />

settore. L’attività svolta in collaborazione con i ricercatori del CESR costituisce<br />

un’importante lavoro <strong>di</strong> preparazione in vista del lancio dell’osservatorio spaziale<br />

Herschel, previsto dall’Agenzia Spaziale Europea per la fine del 2007. Questa missione<br />

spaziale consentirà finalmente <strong>di</strong> fare luce, in maniera definitiva, sulla complessità<br />

molecolare del mezzo interstellare, sede <strong>di</strong> una chimica talmente ricca da portare ad<br />

esempio alla formazione <strong>di</strong> idrocarburi aromatici policiclici, fullereni, glici<strong>di</strong> e<br />

amminoaci<strong>di</strong>. Nello stesso contesto si inserisce anche il progetto Sar<strong>di</strong>nia Ra<strong>di</strong>o<br />

Telescope (SRT - http://www.ca.astro.it/srt), un ra<strong>di</strong>otelescopio <strong>di</strong> 64 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro<br />

la cui realizzazione è gestita dall'Istiuto Nazionale <strong>di</strong> Astrofisica. SRT, operativo nel<br />

2007 e già in fase <strong>di</strong> costruzione nell'area nota come “Pranu Sanguni” in prossimità <strong>di</strong><br />

San Basilio (CA), costituisce il terzo e piú importante nodo della rete italiana <strong>di</strong><br />

ra<strong>di</strong>otelescopi e sarà un potente strumento per la scoperta <strong>di</strong> nuove specie interstellari.<br />

La nostra attività <strong>di</strong> ricerca si inserisce pertanto in un contesto internazionale <strong>di</strong> alto<br />

profilo, caratterizzato da un approccio multi-<strong>di</strong>sciplinare che coinvolge astrofisici,<br />

chimici e biologi. All’astrochimica infatti, è strettamente connessa l’astrobiologia, una<br />

<strong>di</strong>sciplina sorta relativamente <strong>di</strong> recente, che indaga sia sulla possibile presenza <strong>di</strong><br />

forme <strong>di</strong> vita in altri sistemi planetari simili al nostro, sia sui processi che hanno portato<br />

alla formazione della vita sulla Terra.<br />

Oltre all’attività <strong>di</strong> ricerca sopra descritta sono impegnato da tre anni in attività <strong>di</strong>dattica<br />

come tutor <strong>di</strong> Fisica presso le Facoltà <strong>di</strong> Scienze MM FF NN e <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Convinto della necessità <strong>di</strong> una maggiore interazione fra chi<br />

fa ricerca universitaria e società, sono inoltre impegnato sul fronte della <strong>di</strong>vulgazione e<br />

comunicazione della cultura scientifica. In tale contesto ho svolto incontri <strong>di</strong><br />

orientamento con gli studenti <strong>di</strong> alcuni istituti superiori, e collaboro al coor<strong>di</strong>namento<br />

delle attività culturali e <strong>di</strong>vulgative organizzate dal Dipartimento <strong>di</strong> Fisica in occasione<br />

dell’Anno Internazionale della Fisica (http://www.dsf.unica.it/~wyp05).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

9. The HST Science Data Archive as a Discovery Tool: First Experiment,<br />

Micol A, Durand D, Schade D, Gaudet S, Stetson P, Pirenne B, Benvenuti<br />

P, Malloci G & Raviv G, Astronomical Data Analysis Software and<br />

Systems IX, ASP Conference Procee<strong>di</strong>ngs, Vol. 216, e<strong>di</strong>ted by Na<strong>di</strong>ne<br />

Manset, Christian Veillet, and Dennis Crabtree, Astronomical Society of the<br />

Pacific, ISBN 1-58381-047-1, p.223, 2000;<br />

10. Ab initio study for possible DIBs carriers, Malloci G, Mulas G, Cappellini<br />

G, Satta G, Porceddu I & Benvenuti P, Procee<strong>di</strong>ngs of the Workshop<br />

Solids and Molecules in Space, Vol. 77, e<strong>di</strong>ted by Santi Aiello, Bruno<br />

Barsella and Cesare Cecchi–Pestellini, Società Italiana <strong>di</strong> Fisica, ISBN 88-<br />

7438-001-1, p.157, 2001;<br />

11. Agile, una missione spaziale tutta italiana, Malloci G, pubblicazione web su<br />

www.tiscali.it (canale Scienza – Astrofisica – 2001);<br />

12. Un mondo a <strong>di</strong>eci <strong>di</strong>mensioni è ancora lontano, Podda S & Malloci G,<br />

pubblicazione web su www.tiscali.it (canale Scienza – Fisica – 2001);<br />

97<br />

13. Telescopi ``stereo'' per cercare nuove Terre, Podda S & Malloci G, pubblicazione<br />

web su www.tiscali.it (canale Scienza – Astronomia – 2001);<br />

14. Testing the ``strong'' PAHs proposal I: profile invariance of electronic<br />

transitions of interstellar PAH cations, Malloci G, Mulas G & Benvenuti P,<br />

Astronomy & Astrophysics, 410, 623-637, 2003;<br />

15. Testing the ``strong'' PAHs proposal II: a quantitative link between DIBs and<br />

far-IR emission features, Mulas G., Malloci G. & Benvenuti P., Astronomy &<br />

Astrophysics, 410, 639-648, 2003;<br />

16. Photoluminescence from small particles I: general formalism and a simple<br />

reference implementation, Malloci G., Mulas G. & Benvenuti P., Astronomy<br />

& Astrophysics, 420, 809-820, 2004;<br />

17. Photoluminescence form small particles II: implications for dust rotation<br />

and the Extended Red Emission, Mulas G, Malloci G & Benvenuti P,<br />

Astronomy & Astrophysics, 420, 921-927, 2004;<br />

18. Rotational profiles of molecular absorption bands in astrophysically<br />

relevant con<strong>di</strong>tions: ab-initio approach, Malloci G, Mulas G, Cappellini G,<br />

Satta G, Porceddu I & Benvenuti P, Computational Materials Science, 30,<br />

92-97, 2004;<br />

19. Electronic absorption spectra of PAHs up to vacuum UV - Towards a<br />

detailed model of interstellar PAH photophysics, Malloci G, Mulas G &<br />

Joblin C, Astronomy & Astrophysics, 426, 105-117, 2004;<br />

20. The astrochemistry of <strong>di</strong>ffuse interstellar clouds, Casu S, Congiu E, Malloci<br />

G, Mulas G, Porceddu I & Urru A, Memorie della Società Astronomica<br />

Italiana Supplement, Vol. 5, p.131, 2004;<br />

21. Synthetic rotational profiles of emission and absorption bands of<br />

interstellar PAHs, Malloci G, Mulas G, Joblin C, Toublanc D & Porceddu I,<br />

The Dusty and Molecular Universe: A Prelude to Herschel and ALMA, ESA<br />

Conference Series., p. 196, 2004;<br />

22. An atlas of synthetic far-IR emission spectra of specific PAHs for<br />

comparison with Herschel data, Mulas G, Malloci G, Joblin C, Toublanc D &<br />

Porceddu I, The Dusty and Molecular Universe: A Prelude to Herschel and<br />

ALMA, ESA Conference Series, p. 203, 2004;<br />

23. Quasiparticle effects and optical absorption in small fullerene-like GaP<br />

clusters, Malloci G, Cappellini G, Mulas G & Satta G, Physical Review B 70,<br />

205429, 2004;<br />

24. Electronic excitations of stable fullerene-like GaP clusters, Malloci G,<br />

Cappellini G, Mulas G & Satta G, Procee<strong>di</strong>ngs of the MRS Fall 2004, Vol.<br />

854E, Stability of Thin Films and Nanostructures, 2004;<br />

25. Theoretical electron affinities of PAHs and electronic absorption spectra of<br />

their mono-anions, Malloci G, Mulas G, Cappellini G, Fiorentini V &<br />

Porceddu I, Astronomy & Astrophysics, in press 2005;<br />

26. Theoretical spectral properties of PAHs: towards a detailed model of their<br />

photophysics in the ISM, Malloci G, Mulas G & Porceddu I, Journal of<br />

Physics Conference Series, in press 2005;<br />

27. Identifying specific interstellar polycyclic aromatic hydrocarbons, Mulas G,<br />

Malloci G & Porceddu I, Journal of Physics Conference Series, in press<br />

2005;<br />

28. Modelling photoluminescence from interstellar dust, Malloci G, Mulas G &<br />

Useli F, Journal of Physics Conference Series, in press 2005;


Assegnista: Antonio Manca<br />

Struttura: Dip. Ingegneria Territorio sez. Idraulica<br />

ABSTRACT:Scenario Optimization and Decomposition Methods: an Application to Air<br />

Traffic Flow Management<br />

Many dynamic planning and management problems are typically characterised by a<br />

level of uncertainty regar<strong>di</strong>ng the value of data input. Deterministic models are<br />

inadequate for the representation of these problems where the most crucial parameters<br />

are either unknown or are based on an uncertain future. Scenario analysis can model<br />

many real problems in which decisions are based on an uncertain future, whose<br />

uncertainty is described by means of a set of possible future outcomes, called<br />

"scenarios". In this paper we present a scenario analysis approach to air traffic delay<br />

congestion problem. In 2003, 45% of the total ATFM delay in the ECAC region was<br />

due to regulations put in place to protect airports because of lack of capacity, parking<br />

problems, low visibility, etc. Compared with last year, the amount of delay due to these<br />

regulations went up by almost half a million minutes, an increase of 7%. Weather<br />

accounted for 40% of airport-related ATFM delay, followed by airport capacity (31%)<br />

and ATC staffing issues (7%), but the main real increase was in the delay due to Airport<br />

Capacity congestion. The first way to reduce the congestion of the ATC System was to<br />

mo<strong>di</strong>fy the structure of the airspace in order to increase its capacity and to adopt new<br />

technology instruments, but this is a long range option due to the cost involved by new<br />

facilities. For short-term decision making, to reduce congestion, a tactical optimization<br />

model suggests mo<strong>di</strong>fying flight plans, in order to adapt the demand to the available<br />

capacity. So, the ATFM tries to reduce the number of aircrafts waiting at each single<br />

facility, fin<strong>di</strong>ng a good trade off between airborne hold and air ground delay. In this<br />

context, scenario approach may be trustworthy because it permits decision makers to<br />

select the scenarios, and useful because it quickly provides a good solution,<br />

considering a future <strong>di</strong>stribution of probability regar<strong>di</strong>ng runway capacity which is<br />

unknown in practice. We focused on the ground delay problem and we present a<br />

lagrangian decomposition approach to scenario optimization based on a dynamic<br />

space-time network flow model where some arcs have uncertainty capacity<br />

representing <strong>di</strong>fferent choices of the same runway capacity at a given time.<br />

References:<br />

Glockner, G. D., 1996. Effects of air traffic congestion delays under several flow<br />

management policies. Transportation Research Record 1517, 29-36.<br />

Glockner, G. D., Nemhauser G. L., 2000. A dynamic network flow problem with<br />

uncertain arc capacity: formulation and problems structure. Operations<br />

Research 48 (2), 233-242.<br />

Rockafellar, R. T., Wets, R. J. B., 1991. Scenarios and policy aggregation in<br />

optimisation under uncertainty. Mathematics of Operations Research 16,<br />

119-147.<br />

Ruszczynski, A., 1997. Decomposition methods in stochastic programming.<br />

Mathematical Programming 79, 333-353.<br />

La ricerca <strong>di</strong> Ottimizzazione su reti svolta in questi ultimi anni ha prodotto una gran<br />

mole <strong>di</strong> algoritmi per problemi <strong>di</strong> base e per problemi reali legati alle reti, in particolare<br />

nei settori dei trasporti, delle reti idriche e delle telecomunicazioni. Lo sviluppo <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> calcolo per tali algoritmi ( produzione <strong>di</strong> software ) è una fase altrettanto importante<br />

per renderli fruibili alla ricerca e alle aziende ( porting ). Obiettivo principale del mio<br />

assegno <strong>di</strong> ricerca è quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare, sviluppare e standar<strong>di</strong>zzare co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> calcolo<br />

evoluti al fine <strong>di</strong> renderli effettivamente fruibili sia alla comunità scientifica che a quella<br />

impren<strong>di</strong>toriale, contribuendo a ridurre la <strong>di</strong>stanza tra il mondo della ricerca e il mondo<br />

reale. Il rilascio del software deve essere preceduto da una adeguata fase <strong>di</strong><br />

standar<strong>di</strong>zzazione e validazione che ne garantisca l'efficienza computazionale, la<br />

portabilità, la facilità d'uso e la verificabilità. Svolgo tale lavoro sostenuto dai membri del<br />

CRIFOR (Centro <strong>di</strong> RIcerca e Formazione per l'Ottimizzazione su Reti) dell'<strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, che ha fra i suoi obiettivi la raccolta e <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> software per la<br />

Ricerca Operativa. Fin dagli inizi del primo anno <strong>di</strong> lavoro si è dunque iniziato a<br />

sviluppare il porting per quei problemi <strong>di</strong> Ottimizzazione su Reti, che hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

avere rilevante utilizzo, sia nella ricerca che in campo applicativo e per il quale esistono<br />

<strong>di</strong>versi approcci risolutivi efficienti. In particolare ho lavorato alla standar<strong>di</strong>zzazione <strong>di</strong> 2<br />

algoritmi efficienti per problemi strutturati su reti, messi ora a <strong>di</strong>sposizione della<br />

comunità scientifica. Il software e il materiale <strong>di</strong> supporto (istruzioni d'uso e <strong>di</strong><br />

compilazione) sviluppato è raccolto e messo a <strong>di</strong>sposizione me<strong>di</strong>ante<br />

l'implementazione <strong>di</strong> un sito web, al quale è possibile accedere attraverso un generico<br />

internet browser che è in continuo aggiornamento, l'in<strong>di</strong>rizzo del sito è: sorsa.unica.it.<br />

Il sito sorsa.unica.it gestito dal CRIFOR raccogliere e <strong>di</strong>stribuisce risolutori, generatori<br />

e interfacce "open source", riguardanti l'area della Ricerca Operativa sviluppati dai vari<br />

gruppi <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>stribuiti in tutto il territorio nazionale.<br />

La fase della ricerca sta interessando anche lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> problemi decisionali in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> incertezza, ad esempio problemi <strong>di</strong> produzione dove il parametro <strong>di</strong><br />

incertezza è la domanda futura da cui <strong>di</strong>pende il red<strong>di</strong>to e la gestione delle scorte,<br />

attraverso l'uso dello strumento dell'analisi <strong>di</strong> scenario, allo scopo <strong>di</strong> rendere fruibili<br />

politiche <strong>di</strong> gestione e pianificazione, che siano <strong>di</strong> supporto al "Decision Maker" al<br />

momento <strong>di</strong> dover fare le scelte.<br />

Nei limiti del regolamento dell'assegno <strong>di</strong> ricerca, insieme al lavoro <strong>di</strong> ricerca, svolgo<br />

attività <strong>di</strong> tutoraggio per studenti e laurean<strong>di</strong>, seminari <strong>di</strong> strutture dati per studenti dei<br />

corsi <strong>di</strong> Ingegneria, esercitazioni per gli studenti <strong>di</strong> Ingegneria nei corsi <strong>di</strong> Ricerca<br />

Operativa.<br />

Ho presentato lavori a numerosi workshops sia a livello nazionale che internazionale,<br />

ho inoltre trascorso soggiorni <strong>di</strong> ricerca presso centri <strong>di</strong> ricerca in Canada e Norvegia e<br />

partecipo a progetti <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> interesse nazionale.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Elenco pubblicazioni svolte durante il periodo da assegnista<br />

A. Manca, G.M. Sechi, A. Podda, P. Zuddas.<br />

The Network Simplex Equal Flow Algorithm In Dynamic Water Resources<br />

Management.<br />

Procee<strong>di</strong>ngs of the 6 th Congress SIMAI. Chia Laguna 2002.<br />

99<br />

A. Manca, A. Frangioni.<br />

A Computational Study of Cost Reoptimization for Min Cost Flow Problems. Technical Report<br />

TR-03-07. Faculty of Computer Science, University of Pisa. <strong>Volume</strong> 17, INFORMS JOC (<br />

Journal On Computing), 2005 (USA).<br />

A. Manca, G.M. Sechi, A.Sulis, P. Zuddas<br />

Complex Water Resources System Optimization Tool Aided By Graphical Interface. 6 th<br />

international conference on hydroinformatic, Liong, Phoon & Babovic (eds). ©2004 World<br />

Scientific Publishing Company, ISBN:981-238-787-0.<br />

A. Manca, G.M. Sechi, P. Zuddas<br />

Scenario Reoptimization under Data Uncertainty. Pahl-Wostl, C., Schmidt, S., Rizzoli, A.E.<br />

and Jakeman, A.J.(eds), Complexity and Integrated Resources Management. iEMSs<br />

Transactions, Vol. 1, 771-776, 2004. ISBN:88-900787-1-5 (Switzerland).<br />

A. Manca A. Olivo, M. Di Francesco, , P. Zuddas. An operational model for empty container<br />

management, submitted to Marittime Economics & Logistic, 2004.<br />

A. Manca, G.M. Sechi, P. Zuddas<br />

Scenario Reoptimization under Data Uncertainty. Procee<strong>di</strong>ngs of IFAC congress<br />

(International Federation of Automatic Control), 29 th September- 31 th October 2004, Venice.(<br />

in print by Elsevier).


100


Assegnista: Gian Luca Marcialis<br />

Struttura: Dip. Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT: Fusione dati multi-sensoriale nei sistemi biometrici<br />

Due grossi problemi <strong>degli</strong> attuali sistemi <strong>di</strong> autenticazione personale sono: il grado <strong>di</strong><br />

prestazione ottenibile, solitamente non alto soprattutto rispetto a requisiti stringenti in<br />

termini <strong>di</strong> false accettazioni e/o falsi rigetti, e la possibilità, da parte <strong>di</strong> utenti molto<br />

motivati, <strong>di</strong> ingannare gli attuali sistemi <strong>di</strong> acquisizione spacciando un timbro recante<br />

l’impronta <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo per una impronta “vera”. Ad abbassare le prestazioni del<br />

sistema contribuiscono il rumore intrinseco nei sistemi <strong>di</strong> acquisizione, la scarsa<br />

cooperazione dell’utente nel posizionamento del <strong>di</strong>to e relativa pressione sul sensore,<br />

ma anche <strong>di</strong>fetti fisiologici <strong>di</strong> cui l’utente spesso non è responsabile, perché <strong>di</strong>pendono<br />

dal suo stato <strong>di</strong> salute o dall’umore: eccessiva umi<strong>di</strong>tà o secchezza delle <strong>di</strong>ta, presenza<br />

<strong>di</strong> graffi ed escoriazioni, e così via. Quest’ultimo aspetto rende spesso <strong>di</strong>fficilmente<br />

elaborabile l’impronta <strong><strong>di</strong>gita</strong>le della persona con un certo tipo <strong>di</strong> sensore (es. <strong>di</strong>to umido<br />

con sensore capacitivo).<br />

L’approccio proposto, completamente nuovo rispetto a quelli riscontrati in letteratura, è<br />

costituito dalla fusione <strong>di</strong> informazioni prodotte da sensori <strong>di</strong>versi. Nella fattispecie,<br />

sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati un sensore ottico e un sensore capacitivo. Si è constatato infatti che<br />

essi presentano una certa complementarità <strong>di</strong> funzionamento, in <strong>di</strong>pendenza delle<br />

caratteristiche fisiologiche del <strong>di</strong>to e del livello <strong>di</strong> cooperazione della persona. Inoltre<br />

non sono facilmente elu<strong>di</strong>bili da <strong>di</strong>ta finte fatte con lo stesso materiale.<br />

La Figura seguente evidenzia lo schema <strong>di</strong> fusione:<br />

Claimed<br />

Identity<br />

Optical sensor<br />

Capacitive sensor<br />

Pre-processing<br />

and minutiae<br />

extraction<br />

Pre-processing<br />

and minutiae<br />

extraction<br />

String<br />

Matching<br />

O<br />

so<br />

Score<br />

transformation<br />

sc<br />

String<br />

Matching<br />

C<br />

s<br />

Template<br />

Database<br />

Decision<br />

Threshold<br />

Genuine/Impostor<br />

Template<br />

Database<br />

Le sperimentazioni sono state condotte sia su data set prodotti nel laboratorio <strong>di</strong><br />

Riconoscimento <strong>di</strong> Forme e Applicazioni dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, sia data set <strong>di</strong><br />

“benchmark” riconosciuti dalla comunità internazionale. Tale ricerca ha condotto allo<br />

sviluppo <strong>di</strong> un sistema in grado <strong>di</strong> utilizzare i punteggi prodotti separatamente dai due<br />

sensori per produrre un nuovo punteggio, più robusto dei precedenti, ma anche in<br />

grado <strong>di</strong> garantire prestazioni sensibilmente superiori a quelle offerte dai singoli<br />

sensori, facendo emergere la capacità del sistema <strong>di</strong> “recuperare” errori <strong>di</strong> verifica<br />

dell’identità compiuti dai sistemi singoli.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Il Dott. Marcialis sta svolgendo la sua attività <strong>di</strong> ricerca su tematiche <strong>di</strong> “Pattern<br />

Recognition”, in particolare: applicazione <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> fusione <strong>di</strong> classificatori per il<br />

riconoscimento <strong>di</strong> impronte <strong><strong>di</strong>gita</strong>li e volti per il riconoscimento personale.<br />

In generale i sistemi che sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati e sviluppati dal Dott. Marcialis sono<br />

finalizzati a sostituire gli attuali sistemi <strong>di</strong> autenticazione basati su password o PIN, con<br />

le biometrie impronte <strong><strong>di</strong>gita</strong>li e volto. Una persona che tenta <strong>di</strong> accedere ad un sistema<br />

protetto da verifica biometrica deve <strong>di</strong>chiarare la propria identità e permettere<br />

l’acquisizione della biometria richiesta dal sistema. Il sistema confronta la biometria<br />

acquisita con quella memorizzata all’interno del proprio data base (e precedentemente<br />

rilasciata dall’utente), o su una smartcard inserita dall’utente, e calcola un punteggio. Il<br />

punteggio (es. un numero reale tra 0 e 1) è un valore che esprime il grado <strong>di</strong> similarità<br />

tra la biometria in ingresso e quella memorizzata nel data base. Se tale biometria<br />

eccede una certa soglia, allora l’utente viene “accettato”, altrimenti viene “rigettato”,<br />

ovvero gli viene negato l’accesso al sistema. In funzione della soglia, il sistema può<br />

commettere due tipi <strong>di</strong> errore: accettare un utente non autorizzato (falsa accettazione)<br />

o rigettare un utente autorizzato (falso rigetto). Le probabilità <strong>di</strong> un errore dell’uno e<br />

dell’altro tipo sono espresse con i nomi <strong>di</strong> “False Acceptance Rate” (FAR) e “False<br />

Rejection Rate” (FRR).<br />

Putroppo, allo stato attuale i punteggi che si ottengono dall’analisi delle caratteristiche<br />

delle varie biometrie non sono sufficientemente <strong>di</strong>scriminanti nei confronti delle due<br />

classi <strong>di</strong> utenti. L’attività del Dott. Marcialis si è perciò focalizzata sul miglioramento<br />

delle prestazioni <strong>degli</strong> attuali sistemi sulla base della “combinazione” dei punteggi <strong>di</strong> più<br />

sistemi biometrici. In generale, quello che si vuole ottenere da un insieme <strong>di</strong> punteggi<br />

s 1, .., s N forniti da N sistemi, è una funzione che calcoli un nuovo punteggio s che<br />

permetta <strong>di</strong> separare agevolmente utenti autorizzati da utenti non autorizzati.<br />

In questo campo, i contributi del Dott. Marcialis allo stato dell’arte sono stati i seguenti:<br />

1) Fusione mono-modale multi-algoritmica, ovvero la fusione <strong>di</strong> sistemi biometrici<br />

basati su un’unica biometria ma su algoritmi <strong>di</strong> elaborazione <strong>di</strong>fferenti. Sono stati<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>ati separatamente volti e impronte. Per i primi è stata proposta la<br />

combinazione <strong>di</strong> punteggi provenienti da due meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> estrazione <strong>di</strong><br />

caratteristiche complementari ma non precedentemente esaminate in letteratura;<br />

per le seconde è stata proposta un’innovativa funzione <strong>di</strong> combinazione dei<br />

punteggi basata su una funzione <strong>di</strong> costo esplicitamente finalizzata a “separare”<br />

le classi <strong>di</strong> utenti autorizzati e utenti non autorizzati.<br />

2) Fusione multi-sensore, ovvero la fusione <strong>di</strong> sistemi biometrici basati su un’unica<br />

biometria ma utilizzanti sistemi <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong>fferenti. Questi sistemi possono<br />

essere anche multi-algoritmici (per ogni dato sorgente può essere applicato uno<br />

o più algoritmi <strong>di</strong> elaborazione). E’ stata proposta la fusione multi-sensoriale <strong>di</strong><br />

punteggi provenienti da immagini <strong>di</strong> impronte <strong><strong>di</strong>gita</strong>li acquisite con sensori<br />

elettronici basati su principi fisici <strong>di</strong>fferenti. Nella fattispecie, sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati un<br />

sensore con tecnologia ottica e un sensore a stato solido.<br />

101<br />

3) Fusione multi-modale, ovvero la fusione <strong>di</strong> sistemi biometrici basati su <strong>di</strong>verse<br />

biometrie, in particolare impronte <strong><strong>di</strong>gita</strong>li e volti. Questa fase è ancora allo sta<strong>di</strong>o<br />

preliminare, e ha come scopo quello <strong>di</strong> indagare sperimentalmente il comportamento <strong>di</strong><br />

vari algoritmi <strong>di</strong> fusione al variare <strong>degli</strong> algoritmi <strong>di</strong> elaborazione delle due biometrie,<br />

onde poter fornire delle linee guida pratiche al progetto <strong>di</strong> questi sistemi.<br />

In tutti questi settori gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> condotti dal Dott. Marcialis hanno portato alla pubblicazione <strong>di</strong><br />

articoli su riviste e atti <strong>di</strong> conferenze internazionali <strong>di</strong> prestigio.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Capitoli <strong>di</strong> Libri<br />

[L01] G.L. Marcialis and F. Roli, Fusion of face recognition algorithms for video-based<br />

surveillance systems, in G.L. Foresti, C. Regazzoni, P. Varshney Eds., Multisensor<br />

Surveillance Systems: The Fusion Perspective, Kluwer Academic Publishers, pp. 235-<br />

249, 2003.<br />

Riviste scientifiche internazionali<br />

[R05] G.L. Marcialis and F. Roli, Decision-level fusion of PCA and LDA-based face<br />

recognition algorithms, International Journal of Image and Graphics, in press.<br />

[R04] G.L. Marcialis and F. Roli, Fusion of multiple fingerprint matchers by single-layer<br />

perceptron with class-separation loss function, Pattern Recognition Letters, in press.<br />

[R03] G.L. Marcialis and F. Roli, Fingerprint verification by fusion of optical and capacitive<br />

sensors, Pattern Recognition Letters, 25 (11) 1315-1322, 2004.<br />

[R02] G.L. Marcialis and F. Roli, Fusion of appearance-based face recognition algorithms,<br />

Pattern Analysis and Applications, 7 (2) 151-163, 2004.<br />

[R01] Y. Yao, G.L. Marcialis, M. Pontil, P. Frasconi, F. Roli, Combining flat and structural<br />

representations for fingerprint classification with recursive neural networks and support<br />

vector machine, Pattern Recognition, 36 (2) 397-406, 2003.<br />

Atti <strong>di</strong> conferenze nazionali e internazionali<br />

[C13] A. Serrau, G.L. Marcialis, H. Bunke, F. Roli, An experimental comparison of fingerprint<br />

classification methods using graphs, Fifth International Workshop on Graph-based<br />

Representation (GBR’05), April, 2005, Poitiers (France), L. Brun and M. Vento Eds.,<br />

Springer Verlag LNCS 3434, pp. 281-290.<br />

[C12] G.L. Marcialis and F. Roli, High security fingerprint verification by perceptron-based<br />

fusion of multiple matchers, Proc. of 5 th Int. Workshop on Multiple Classifiers Systems<br />

MCS04, June, 9-11, 2004, <strong>Cagliari</strong> (Italy), F. Roli, J. Kittler and T. Windeatt Eds.,<br />

Springer Verlag LNCS 3077, pp. 364-373.<br />

[C11] G.L. Marcialis and F. Roli, Fingerprint verification by decision-level fusion of optical<br />

and capacitive sensors, Proc. of Int. Workshop on Biometric Authentication BioAW04,<br />

May, 15, 2004, Prague (Czech Republich), D. Maltoni and A.K. Jain Eds., Springer<br />

Verlag LNCS 3087, pp. 307-317.<br />

[C10] G.L. Marcialis and F. Roli, Perceptron-based fusion of multiple fingerprint matchers,<br />

First Int. Workshop on Artificial Neural Networks in Pattern Recognition ANNPR’03,<br />

Settembre, 12-13, 2003, Firenze (Italy), M. Gori and S. Marinai Eds., Centro E<strong>di</strong>toriale<br />

Fiorentino s.a.s., ISBN: 88-7957-221-0, pp. 92-99.<br />

[C09] G.L. Marcialis and F. Roli, Experimental results on fusion of multiple fingerprint<br />

matchers, 4th Int. Conf. on Au<strong>di</strong>o- and Video-Based Person Authentication, Giugno, 9-<br />

11, 2003, Guildford (U.K.), J. Kittler and M.S. Nixon Eds., Springer LNCS 2688, pp.<br />

814-820.<br />

[C08] G.L. Marcialis, F. Roli and A. Serrau, Fusion of statistical and structural fingerprint<br />

classifiers, 4th Int. Conf. on Au<strong>di</strong>o- and Video-Based Person Authentication, Giugno, 9-<br />

11, 2003, Guildford (U.K.), J. Kittler and M.S. Nixon Eds., Springer LNCS 2688, pp.<br />

310-317.<br />

[C07] G.L. Marcialis and F.Roli, Fusion of LDA and PCA for face recognition, Workshop su<br />

Percezione e Visione delle Macchine, 8vo Convegno dell’Associazione Italiana per<br />

l’Intelligenza Artificiale (AI*IA), 10-13 Settembre, Siena (Italy), 2002 (<strong>di</strong>sponibile<br />

all’URL: http://www-<strong>di</strong>i.ing.unisi.it/aiia2002).<br />

[C06] G.L. Marcialis, F. Roli and P. Loddo, Fusion of multiple matchers for fingerprint<br />

verification, Workshop su Percezione e Visione delle Macchine, 8vo Convegno<br />

dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AI*IA), 10-13 Settembre, Siena<br />

(Italy), 2002 (<strong>di</strong>sponibile all’URL: http://www-<strong>di</strong>i.ing.unisi.it/aiia2002).<br />

[C05] F. Roli, S. Raudys and G.L. Marcialis, An experimental comparison of fixed and trained<br />

fusion rules for crisp classifiers outputs, 3 rd Int. Workshop on Multiple Classifier<br />

Systems (MCS 2002), Giugno 2002, <strong>Cagliari</strong> (Italy), F.Roli and J.Kittler Eds., Springer<br />

LNCS 2364, pp. 232-241.<br />

[C04] G.L.Marcialis and F.Roli, Fusion of PCA and LDA for face verification, Post-ECCV<br />

Workshop on Biometric Authentication (BIOMET2002), M. Tistarelli, J. Bigun and A.K.<br />

Jain Eds., 1 Giugno 2002, Copenhagen (Danimarca), Springer LNCS 2359, pp. 30-37.<br />

[C03] Y.Yao, G.L.Marcialis, M.Pontil, P.Frasconi, F.Roli, A new machine learning approach to<br />

fingerprint classification, 7mo Congresso dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza<br />

Artificiale (Bari, Settembre 2001), F. Esposito Ed., Springer LNAI 2175, pp.57-63.<br />

[C02] L.I. Kuncheva, F. Roli, G.L. Marcialis and C.A. Shipp, Complexity of data subsets<br />

generated by the random subspace method: an experimental investigation, 2nd Int.<br />

Workshop on Multiple Classifier Systems (MCS 2001), Cambridge, UK, Giugno 2001,<br />

J.Kittler and F. Roli Eds., Springer LNCS 2096, pp. 349-358.<br />

[C01] G.L. Marcialis, F. Roli, P. Frasconi, Fingerprint classification by combination of flat and<br />

structural approaches, 3rd International Conference on Au<strong>di</strong>o- and Video- Based Biometric<br />

Person Authentication AVBPA'01 (Halmstad, Svezia, 3-5 Giugno 2001), J.Bigun and<br />

F.Smeral<strong>di</strong> Eds, Springer LNCS 2091, pp. 241-246.


102


Assegnista: Andrea Maschio<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Estensione del Linkage Disequilibrium nella popolazione Sarda.<br />

A. Maschio 1 , G. Sole 1 , L. Balaci 2 , D. Altea 2 , N. Olla 1 , C. Spada 2* ,S. Rassu 2* , E. Mocci<br />

1 1 3 1,2 1,2<br />

, S. Doratiotto , M. Devoto , A. Cao ., G. Pilia<br />

1) Istituto <strong>di</strong> Ricerca sulle Talassemie ed Anemie Me<strong>di</strong>terranee, CNR,<br />

<strong>Cagliari</strong>, Italy<br />

2) Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>, Italy<br />

3) Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, Biologia e Genetica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Genova,<br />

Genova, Italy<br />

Il linkage <strong>di</strong>sequilibrium (LD), l’associazione non casuale <strong>di</strong> alleli in loci strettamente<br />

associati, è ancora scarsamente compreso nel genoma umano; ci sono prove che<br />

l’andamento del LD vari tra le popolazioni. Visto che la fattibilità <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong><br />

mappatura sono criticamente <strong>di</strong>pendenti dalla estensione del linkage <strong>di</strong>sequilibrium,<br />

abbiamo esaminato il modello <strong>di</strong> LD per 24 polimorfismi in un campione proveniente da<br />

una popolazione Sarda. L’insieme <strong>degli</strong> aplotipi dei fondatori sono stati identificati con il<br />

programma Simwalk 2 in un campione <strong>di</strong> 100 famiglie.<br />

I marcatori microsatellite provengono da tre regioni genomiche - 118 Kb sul<br />

cromosoma 12q14, 10 Mb sul cromosoma 13q14.2-q21.1 e 128 Kb sul cromosoma<br />

16p12.1-p11.2. Per ciascuna coppia <strong>di</strong> marcatori viene misurata la forza della<br />

associazione attraverso il test del chi-quadro e viene calcolato il D’ multiallelico<br />

standar<strong>di</strong>zzato. Una misura largamente utilizzata è la metà della lunghezza del LD - la<br />

<strong>di</strong>stanza in cui il D’ me<strong>di</strong>o si abbassa sotto lo 0,5.<br />

Come atteso, il LD tendeva ad essere più significativo tra marcatori vicini, ma alcune<br />

volte i marcatori <strong>di</strong>stanti 6 - 6,5 Mb mostravano un p


104


Assegnista: Sebastiana Mele<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Archeologiche e Storico<br />

Artistiche<br />

ABSTRACT:Una rilettura dell’iconografia isiaca sulle stele funerarie attiche <strong>di</strong> periodo<br />

romano<br />

Il lavoro che presento in questa sede, sotto forma <strong>di</strong> poster, evidenzia fin dal titolo una<br />

sua peculiarità: quella, cioè, <strong>di</strong> porsi come una rivisitazione critica della bibliografia<br />

scientifica che da lungo tempo – i primi <strong>stu<strong>di</strong></strong> sull’argomento risalgono infatti alla fine<br />

dell’Ottocento – legge le stele funerarie isiache nella sola ottica <strong>di</strong> monumenti de<strong>di</strong>cati a<br />

defunte devote della dea egiziana Isis. Quest’ultima, venerata in Egitto in associazione<br />

al suo sposo e fratello Osiris, giunse in Attica verso la metà del IV secolo a.C., come ci<br />

attesta un’iscrizione che ne ricorda l’e<strong>di</strong>ficazione del tempio presso il Pireo. Dea<br />

benevola e amante <strong>degli</strong> uomini, ai quali aveva fatto dono delle leggi e dell’agricoltura<br />

(similmente alla greca Demetra, con cui la si associerà), Isis è anche la <strong>di</strong>vinità che<br />

protegge i legami affettivi e parentali e, soprattutto, si pone come custode del vincolo<br />

matrimoniale. Questi ultimi aspetti, in modo particolare, ne fecero una dea<br />

particolarmente cara alle donne che venivano <strong>di</strong> frequente iniziate al suo culto e<br />

prendevano parte ai rituali ad esso legati (si veda, tra tutti, Apuleio met.). Per questo<br />

non ci stupisce ritrovare l’iconografia isiaca, ossia lo schema adottato in Attica per la<br />

statua <strong>di</strong> culto della dea, riprodotto su 108 stele funerarie (che ammontano ad un 1/6<br />

della produzione complessiva nota a tutt’oggi), a significare il profondo impatto che Isis<br />

ebbe sulle donne. Ciò che però appare importante sottolineare è che, a prescindere<br />

dallo stretto legame delle donne con la dea, non sia azzardato pensare ad un utilizzo<br />

anche maschile <strong>di</strong> tale iconografia. Infatti, in seno ad una società dai connotati<br />

fortemente maschilisti, quale fu quella greca (benché in maniera meno accentuata col<br />

passare del tempo), le donne menzionate sui monumenti funerari vedevano il proprio<br />

nome inscin<strong>di</strong>bile da quello <strong>di</strong> almeno un personaggio maschile, sposo, padre o fratello<br />

che fosse. Pertanto è verosimile che <strong>di</strong>etro la scelta <strong>di</strong> essere rappresentate secondo lo<br />

schema isiaco si celi non solo la volontà delle donne <strong>di</strong> evidenziare la propria<br />

appartenenza al culto in esame, ma anche il “compiacimento” <strong>degli</strong> uomini nel<br />

sottolineare che la propria compagna, figlia o sorella fosse associabile ad Isis in<br />

rapporto a quelle virtù – de<strong>di</strong>zione alla famiglia e fedeltà, tra le altre – che costituivano<br />

l’ideale femminile nel mondo antico.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

La mia attività <strong>di</strong> ricerca ha come oggetto lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle stele funerarie prodotte in<br />

Attica in epoca imperiale. All’interno <strong>di</strong> tale produzione, che ammonta a circa 600<br />

esemplari noti a tutt’oggi, mi sono soffermata su due iconografie specifiche, che<br />

costituiscono un’importante novità a livello contenutistico. Tali iconografie sono quella<br />

dei defunti rappresentati in abito da lavoro, e con attributi ed iscrizioni che ad esso<br />

fanno riferimento, e quella delle defunte in abito isiaco. Prodotte tra il I e il III secolo<br />

d.C. le stele in esame si presentano dense <strong>di</strong> significato dal punto <strong>di</strong> vista del<br />

mutamento <strong>di</strong> mentalità che, in piena età romana, si verifica in seno alla società attica e<br />

del quale esse costituiscono una testimonianza importante, benché a lungo<br />

deprezzata.<br />

Dopo un primo lavoro <strong>di</strong> documentazione bibliografica, condotto nelle biblioteche locali,<br />

e <strong>di</strong> acquisizione dei dati riguardanti i monumenti in esame, ho potuto avvalermi <strong>di</strong> un<br />

lungo e proficuo soggiorno <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o svoltosi in Germania, nell’ambito del Progetto<br />

“Erasmus”, presso l’Institut für Klassische Archäologie della Eberhard-Karls-Universität<br />

<strong>di</strong> Tübingen da Aprile a Settembre 2002 e ad Agosto 2003. (Frutto <strong>di</strong> tali ricerche sono i<br />

contributi elencati in calce).<br />

Parallelamente all’attività <strong>di</strong> ricerca e ad essa subor<strong>di</strong>nata, in attinenza alle <strong>di</strong>rettive del<br />

responsabile scientifico e nell’ambito della Cattedra <strong>di</strong> Archeologia delle Province<br />

Romane, <strong>di</strong> cui è titolare la prof.ssa A. Comella, ho tenuto delle esercitazioni in<strong>di</strong>rizzate<br />

agli studenti biennalisti <strong>di</strong> Archeologia delle Province Romane e finalizzate alla<br />

conoscenza e all’utilizzo dei basilari strumenti bibliografici in vista del lavoro <strong>di</strong> tesi <strong>di</strong><br />

laurea. Nel corso <strong>di</strong> tali esercitazioni, gli studenti hanno prodotto <strong>degli</strong> elaborati scritti la<br />

cui stesura è stata da me costantemente seguita e la <strong>di</strong>scussione dei quali ha avuto<br />

luogo nel corso vari seminari.<br />

Inoltre è da segnalare la partecipazione ai convegni Iconografia 2001 e Iconografia<br />

2005, svoltisi il primo a Padova nel 2001 e il secondo a Venezia nel 2005, ai quali ho<br />

partecipato con due contributi in forma <strong>di</strong> poster (pubblicati o <strong>di</strong> imminente<br />

pubblicazione negli Atti dei Convegni) e alle due e<strong>di</strong>zioni della mostra Ricerca in<br />

Cittadella, tenutasi nel 2004 e attualmente in corso presso la sala mostre della<br />

Cittadella dei Musei, nell’ambito delle quali, oltre alla presentazione <strong>di</strong> contributi ancora<br />

sotto forma <strong>di</strong> poster, ho tenuto una conferenza che è in corso <strong>di</strong> stampa nei<br />

supplementi della rivista Aristeo.<br />

Attualmente la ricerca si sta concentrando sui rilievi funerari ispanici con riferimenti<br />

iconografici al lavoro, argomento che costituisce l’oggetto <strong>di</strong> ricerca del Dottorato che<br />

attualmente frequento presso l’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Sassari (XIX Ciclo, “Il Me<strong>di</strong>terraneo in età<br />

classica: storia e culture”).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

• “Forme <strong>di</strong> autorappresentazione nelle stele funerarie<br />

attiche <strong>di</strong> epoca imperiale”, in Iconografia 2001. Stu<strong>di</strong><br />

sull’immagine, “Atti del Convegno” (Padova 2001), Roma<br />

2002, pp. 355-364;<br />

• “La rappresentazione del lavoro nelle stele funerarie<br />

attiche <strong>di</strong> epoca imperiale”, in Aristeo I, 2004, pp. 215-<br />

241;<br />

• “Tra<strong>di</strong>zione e innovazione nella cultura artistica<br />

dell’Attica romana: le stele funerarie con defunti in abito<br />

da lavoro”, in Aristeo I Suppl., in corso <strong>di</strong> stampa;<br />

• “Una rilettura dell’iconografia isiaca sulle stele funerarie<br />

attiche <strong>di</strong> periodo romano”, in Iconografia 2005. Immagini<br />

e immaginari dall’antichità classica al mondo moderno, “Atti<br />

del Convegno” (Venezia 2005), in corso <strong>di</strong> stampa;<br />

• “Elaborazione e lettura <strong>di</strong> un’immagine”, in Aristeo II, in<br />

corso <strong>di</strong> stampa.<br />

105


106


Assegnista: Nicola Melis<br />

Struttura: Dip. Storico Politico Internazionale<br />

dell’Età Moderna e Contemporanea<br />

ABSTRACT: ELEMENTI DI ETNO-POLITICA: LE MINORANZE NELL’ATTUALE<br />

REPUBBLICA DI TURCHIA<br />

Uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o che intenda illustrare le caratteristiche dei <strong>di</strong>versi gruppi minoritari<br />

nell’attuale contesto turco, si trova ad affrontare una questione alquanto delicata e<br />

controversa.<br />

La Repubblica <strong>di</strong> Turchia ha basato e basa la propria esistenza sul principio<br />

car<strong>di</strong>ne del Nazionalismo e la sua nascita fu sicuramente determinata da un<br />

processo violento imposto dall’alto.<br />

Per comprendere la peculiarità del nazionalismo turco è necessario richiamare due<br />

concetti ampiamente illustrati nel primo capitolo:<br />

• il Potere è un servizio che colui che detiene l’autorità usa per il benessere<br />

<strong>di</strong> tutto il corpo sociale.<br />

• la Forza è lo strumento in<strong>di</strong>spensabile al Potere per garantire la sicurezza<br />

e la stabilità all’interno del corpo sociale e per provvedere alla <strong>di</strong>fesa da<br />

attacchi esterni.<br />

Per ciò stesso, eliminare o almeno ridurre al minimo ogni alternativa socioculturale<br />

al proprio modello nazionale, è in perfetta coerenza con i principi testé<br />

ricordati<br />

Le conseguenze <strong>di</strong> tale visione hanno determinato, e determinano tuttora, uno stato <strong>di</strong><br />

conflittualità continuo, con dei risvolti pratici non in<strong>di</strong>fferenti.<br />

Si pensi, per esempio, ai dati relativi alla consistenza demografica dei <strong>di</strong>versi gruppi<br />

etnici, linguistici e/o religiosi: da un lato, le fonti ufficiali turche tenderanno a fornire cifre<br />

(qualora le forniscano) che sminuiscano l’entità <strong>di</strong> quella data minoranza; dall’altro lato,<br />

le organizzazioni dei gruppi minoritari avranno interesse a gonfiare il numero <strong>di</strong><br />

appartenenti che risiedono nel territorio della Repubblica <strong>di</strong> Turchia, per esigenze <strong>di</strong><br />

autoaffermazione e propagan<strong>di</strong>stiche.<br />

Tutto il presente <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, perciò, è basato, più che su dati statistici certi e reali, su<br />

stime. Va tenuto conto, infatti, che l’ultimo censimento con i dati relativi alla<br />

consistenza etnica, linguistica e religiosa del Paese risale al 1965<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Assegnista <strong>di</strong> Ricerca presso il Di.S.P.I. (Dip. Storico Politico Internazionale – Facoltà<br />

<strong>di</strong> Scienze Politiche, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>).con un progetto sulle relazioni <strong>di</strong> viaggio <strong>di</strong><br />

autori ottomani del periodo XVI-XVIII secolo.<br />

Membro della Redazione della rivista "Cooperazione Me<strong>di</strong>terranea", <strong>di</strong>retta dal Prof.<br />

Antonio Sassu.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

(in grassetto quelle prodotte durante lo svolgimento della ricerca ex Assegno).<br />

Monografie:<br />

Trattato sulla guerra. Il Kitab al-gihad <strong>di</strong> Molla Hüsrev, Aipsa, <strong>Cagliari</strong> 2002<br />

Curatele:<br />

M. Contu – N. Melis - G. Pinna (a cura <strong>di</strong>) “Ebraismo e rapporti con le culture del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo nei secoli XVIII-XX”, Giuntina, Firenze 2003<br />

Saggi e Articoli:<br />

1. Gli ebrei nel Vicino e Me<strong>di</strong>o Oriente, in “Orientalia Karalitana”, 3 (1997).<br />

2. Lo sviluppo del concetto <strong>di</strong> hijra nelle sue <strong>di</strong>fferenti pratiche storiche, in<br />

“Orientalia Karalitana”, 4 (1998)<br />

3. L'importanza <strong>degli</strong> Archivi Ottomani per la storia della Sardegna; in “Bollettino<br />

Bibliografico e Rassegna Archivistica e <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici della Sardegna”, N.S., 23,<br />

XIV (1997).<br />

4. Viaggiatori del XVI secolo in Sardegna; in BBRASSS, 25-I (1999).<br />

5. Legittimazione dell’autorità politica e <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> resistenza in al-Mâwardî, in<br />

“Me<strong>di</strong>terranean Stu<strong>di</strong>es”, Hen Kai Pan ,<strong>Cagliari</strong> 2002.<br />

6. Diritti umani e Me<strong>di</strong>terraneo. La Turchia contemporanea e l’ere<strong>di</strong>tà<br />

ottomana, in AA.VV. “Storia del Mare <strong>di</strong> Tutti”, Aipsa, <strong>Cagliari</strong> 2002.<br />

7. Le tecnologie marittime <strong>degli</strong> Ottomani, in “Cooperazione Me<strong>di</strong>terranea”,<br />

AM&D, <strong>Cagliari</strong>, 1/2, (2003).<br />

8. “Lo statuto giuri<strong>di</strong>co <strong>degli</strong> ebrei dell’Impero Ottomano”, in M. Contu – N.<br />

Melis - G. Pinna (a cura <strong>di</strong>), Ebraismo e rapporti con le culture del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo nei secoli XVIII-XX, Giuntina, Firenze 2003.<br />

9. A Hanafi treatise on rebellion and gihad in the Ottoman age (XVII c.), in<br />

“Eurasian Stu<strong>di</strong>es”, Istituto per l’Oriente / Cambridge University, Roma-<br />

Napoli-Cambridge, <strong>Volume</strong> II; Number 2 (December 2003).<br />

10. “Il hajj in epoca ottomana”, in A. M. Baldussi - P. Manduchi – N. Melis, Le<br />

mille e una strada. Il hajj, Franco Angeli, Milano 2004.<br />

Recensioni:<br />

1. Muhammad Kenbib, Les Jews en Maroc 1859-1948, in “Orientalia<br />

Karalitana” (OK), 3 (1997).<br />

2. Nicola Vatin, Sultan Djem, in “Me<strong>di</strong>oevo: Saggi e Rassegne” (1999).<br />

3. Nicola Vatin, Sultan Djem, in Roma e Rinascimento (2002).<br />

4. Roger Owen-Sevket Pamuk, An Economical History of Middle East, in<br />

“Oriente Moderno”, 3-1999.<br />

5. Ömer Turan, The Turkish Minority of Bulgaria, in “Oriente Moderno”, 3-<br />

1999.<br />

6. Moralı Seyyid Efen<strong>di</strong> – Seyyid Abdürrahim Muhibb Efen<strong>di</strong> Deux Ottomans<br />

a Paris sous le Directoire et l'Empire, in “Oriente Moderno”, 3-1999.<br />

7. Olsson-Özdalga, Alevi Identity, in “Oriente Moderno”, 3-1999.<br />

8. Actes de la Ière Table Ronde Arabe-Turque, in “Oriente Moderno”, 3-<br />

1999.<br />

107


108


Assegnista: Francesca Mocci<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Chimiche<br />

ABSTRACT: Simulazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>namica molecolare e spettroscopia NMR del 23 Na: un<br />

approccio congiunto per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del DNA oligomerico<br />

Francesca Mocci § , Aatto Laaksonen°, Alexander Lyubartsev°, Giuseppe Saba §<br />

§ Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

° Physical Chemistry Division, Stockholm University<br />

Le spettroscopia NMR e le tecniche <strong>di</strong> modellazione molecolare sono ampiamente<br />

utilizzate per <strong>stu<strong>di</strong></strong>are le proprietà strutturali e <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> numerose classi <strong>di</strong> molecole<br />

e materiali. Spesso queste tecniche vengono usate in combinazione: da un lato la<br />

modellazione permette <strong>di</strong> razionalizzare le informazioni sperimentali e <strong>di</strong> ottenere<br />

informazioni non accessibili per via sperimentale; dall'altro la vali<strong>di</strong>tà delle informazioni<br />

ottenute dalle simulazioni deve essere valutata confrontando i dati ottenuti dalla<br />

modellazione con il maggior numero possibile <strong>di</strong> proprietà misurabili.<br />

Nell'ambito <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> relativi al DNA, recentemente è stato rivolto notevole interesse<br />

alle interazioni <strong>di</strong>rette tra DNA e controioni monovalenti e alle possibili implicazioni<br />

strutturali <strong>di</strong> tali interazioni. Questi <strong>stu<strong>di</strong></strong> hanno rimesso in <strong>di</strong>scussione l'idea che i<br />

cationi monovalenti si leghino al DNA senza perdere molecole <strong>di</strong> idratazione e che il<br />

legame col DNA sia in<strong>di</strong>pendente dalla sequenza <strong>di</strong> basi nucleoti<strong>di</strong>che. Tra le tecniche<br />

sperimentali più adeguate per <strong>stu<strong>di</strong></strong>are le interazioni DNA-controioni in soluzione vi è<br />

quella NMR del rilassamento magnetico quadrupolare. Una piena interpretazione delle<br />

misure sperimentali ottenibili tramite questa tecnica NMR richiede la conoscenza <strong>di</strong><br />

alcuni parametri determinabili solo per via teorica; d'altro canto anche le tecniche <strong>di</strong><br />

modellazione molecolare non sono state ancora del tutto validate nella loro capacità <strong>di</strong><br />

riprodurre le interazioni con i controioni. In questo contesto è nato il presente <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>namica molecolare classica <strong>di</strong> una soluzione acquosa <strong>di</strong> Na-DNA; i parametri NMR<br />

<strong>di</strong> rilassamento quadrupolare <strong>di</strong> questo controione fisiologico del DNA sono stati<br />

ampiamente utilizzati per <strong>stu<strong>di</strong></strong>are le proprietà strutturali e <strong>di</strong>namiche del DNA e le sue<br />

interazioni con controioni e leganti <strong>di</strong> varia natura e in particolare sono stati<br />

recentemente utilizzati per <strong>stu<strong>di</strong></strong>are la <strong>di</strong>pendenza dalla sequenza delle sue interazioni<br />

con il DNA. La <strong>di</strong>namica molecolare è stata effettuata utilizzando un programma <strong>di</strong><br />

modellazione appositamente mo<strong>di</strong>ficato per calcolare i parametri del rilassamento <strong>di</strong><br />

ioni monoatomici quadrupolari. Nel complesso è stato ottenuto un buon accordo tra i<br />

parametri calcolati e quelli sperimentali e su questa base sono state ricavate<br />

informazioni utili per l'interpretazione delle misure sperimentali. In particolare è stato<br />

stimato l'effetto del DNA sui parametri <strong>di</strong> rilassamento del controione, sia statici che<br />

<strong>di</strong>namici, in funzione della <strong>di</strong>stanza dalla superficie del DNA e, per gli ioni <strong>di</strong>rettamente<br />

legati, in funzione del sito <strong>di</strong> legame (minor e major groove, backbone). Questa analisi<br />

ha mostrato che per spiegare le misure sperimentali devono esistere interazioni <strong>di</strong>rette<br />

tra ione e DNA e che i parametri del rilassamento variano fortemente in <strong>di</strong>pendenza del<br />

sito <strong>di</strong> legame; inoltre, dal confronto dei dati sperimentali con quelli teorici, risulta che i<br />

siti locati nel minor groove <strong>di</strong> particolari sequenze nucleoti<strong>di</strong>che (A-tracts) nei quali il<br />

so<strong>di</strong>o mostra i maggiori tempi <strong>di</strong> permanenza, devono essere relativamente poco<br />

popolati, al contrario <strong>di</strong> quanto risulta dalla <strong>di</strong>namica molecolare.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

L'attività scientifica della Dott.ssa Mocci è volta principalmente allo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o della struttura <strong>di</strong> molecole <strong>di</strong> varia natura e delle loro interazioni con altre<br />

molecole o ioni, me<strong>di</strong>ante tecniche computazionali <strong>di</strong> modellazione molecolare basate<br />

sulla meccanica sia classica che quantistica. Tali tecniche, quando possibile, vengono<br />

combinate con quelle <strong>di</strong> risonanza magnetica nucleare.<br />

Durante l'attività <strong>di</strong> Assegnista <strong>di</strong> Ricerca, e nell'ambito <strong>di</strong> un progetto<br />

volto alla preparazione e alla caratterizzazione <strong>di</strong> principi attivi in matrici biocompatibili,<br />

la Dott.ssa Mocci ha applicato le tecniche <strong>di</strong> simulazione della Dinamica Molecolare<br />

classica allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei complessi <strong>di</strong> inclusione <strong>di</strong> principi attivi in β-ciclodestrina; questi<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>, insieme alle misure <strong>di</strong> NOE-NMR interprotonico, hanno condotto ad una completa<br />

caratterizzazione dei complessi <strong>di</strong> inclusione <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati e hanno evidenziato un possibile<br />

ruolo del solvente nel favorire certe orientazioni delle molecole incluse all'interno della βciclodestrina.<br />

Durante lo stesso periodo <strong>di</strong> attività la Dott.ssa Mocci ha proseguito gli<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong> teorici, iniziati durante il dottorato, della struttura e della <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> oligomeri del<br />

DNA, sia duplex che quadruplex, e delle loro interazioni con i controioni e col solvente.<br />

Nell'ambito <strong>di</strong> questi <strong>stu<strong>di</strong></strong>, in collaborazione con il gruppo del Prof. Laaksonen<br />

dell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Stoccolma, ha combinato la tecnica della <strong>di</strong>namica molecolare classica<br />

con il rilassamento NMR <strong>di</strong> ioni quadrupolari, per ottenere una migliore comprensione<br />

dei fenomeni microscopici che determinano i parametri NMR misurabili e per validare i<br />

risultati della <strong>di</strong>namica molecolare.<br />

Parallelamente a questi <strong>stu<strong>di</strong></strong> la Dott.ssa Mocci ha proseguito una<br />

collaborazione con il gruppo del Prof. Cerioni, del Dipartimento Farmaco-Chimico-<br />

Tecnologico dell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, nell'ambito della quale ha utilizzato tecniche<br />

computazionali quantistiche per razionalizzare le informazioni ottenute attraverso la<br />

spettroscopia NMR dell'O-17 su una classe <strong>di</strong> composti organici (λ 3 iodani) al fine <strong>di</strong><br />

caratterizzarne la struttura in soluzione.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Giovanni Cerioni, Antonio Plumitallo, Francesca Mocci, Zvi Rappoport and Mordecai<br />

R. Rubin. "Conformation of vicinal-triketones: A theoretical and 17-O NMR approach".<br />

J. Chem. Soc., Perkin Trans 2, (5), 774-777, 2001<br />

Francesca Mocci, Giuseppe Saba. "MD simulations of A T rich oligomers: sequencespecific<br />

bin<strong>di</strong>ng of Na + in the minor groove of B-DNA". Biopolymers, Vol. 68, 471-485<br />

(2003).<br />

Francesca Mocci, Aatto Laaksonen, Alexander Lyubartsev, Giuseppe Saba. “A<br />

molecular dynamics investigation of 23 Na relaxation in oligomeric DNA aqueous<br />

solution”, Journal of Physical Chemistry B, Vol. 108(41), 16295 - 16302, 2004<br />

Giovanni Cerioni, Francesca Mocci. “ 17 O NMR spectroscopy of organic<br />

compounds containing the -O-O- group”, Chapter 5 in “The Chemistry of<br />

Peroxides”(Ed. Z. Rappoport), Wiley, 2005<br />

109<br />

Francesca Mocci, Luca Fusaro, Giuseppe Saba. “MD simulations of Gquadruplex:<br />

interactions with alkaline ions”, manoscritto in<br />

preparazione<br />

Francesca Mocci, Giuseppe Saba. “Inclusion Complexes of essential oil<br />

components with β-cyclodextrin: a molecular dynamics study”,<br />

manoscritto in preparazione<br />

Giovanni Cerioni, Francesca Mocci, Gianluca Uccheddu. “Solution<br />

Structure of some λ 3 Iodanes”, manoscritto in preparazione


110


Assegnista: Costantino Motzo<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Neuroscienze<br />

ABSTRACT:Rischio <strong>di</strong> contrarre il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 nella popolazione sarda attraverso<br />

l’analisi congiunta dei genotipi ai loci <strong>di</strong> malattia HLA-IDDM1 e INS-IDDM2: approccio<br />

all’uso delle reti neurali artificiali per pre<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> patologie<br />

Motzo C. 1 , Contu D. 1 , Lampis R. 1 , Angius E. 2 , Frongia P. 2 , Galassi S. 2 , Chessa M. 2 ,<br />

Ricciar<strong>di</strong> R. 2 , Maioli M. 3 , Pacifico A. 3 , Tonolo G. 3 , Zedda M.A. 4 , Devoto M. 5 , Zavattari<br />

P. 1 , Cucca F. 1<br />

1<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>,<br />

<strong>Cagliari</strong><br />

2<br />

Servizio <strong>di</strong> Diabetologia Pe<strong>di</strong>atrica, Azienda Ospedaliera “G.Brotzu”, <strong>Cagliari</strong><br />

3<br />

Istituto <strong>di</strong> Clinica Me<strong>di</strong>ca, Servizio <strong>di</strong> Diabetologia, Universitá <strong>di</strong> Sassari, Sassari<br />

4<br />

Prima Clinica Pe<strong>di</strong>atrica, Unità Operativa <strong>di</strong> Diabetologia dell’Età Evolutiva, <strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong><br />

5<br />

<strong>Cagliari</strong> Genetic Epidemiology Research Laboratory Nemours Children's Clinic,<br />

Wilmington USA<br />

E’ stato <strong>di</strong>mostrato che particolari forme alleliche dei geni HLA-DQB1-DRB1 sul<br />

cromosoma 6p21 e del promoter del gene del insulina (INS) sul cromosoma 11p15,<br />

sono inequivocabilmente associate con il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1. In questo lavoro abbiamo<br />

valutato l’impatto dei genotipi HLA-IDDM1 e INS-IDDM2 nel determinare il rischio <strong>di</strong><br />

contrarre il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 nella popolazione sarda. A tal fine abbiamo considerato un<br />

campione composto da 944 pazienti <strong>di</strong>abetici, 313 fratelli sani e 1023 controlli. Abbiamo<br />

inizialmente sud<strong>di</strong>viso i numerosi genotipi HLA-DQB1-DRB1 in tre categorie principali <strong>di</strong><br />

rischio: alto, interme<strong>di</strong>o e basso. Analogamente, i genotipi INS-IDDM2 sono stati<br />

sud<strong>di</strong>visi in genotipi ad alto e basso rischio. Abbiamo quin<strong>di</strong> analizzato l’effetto<br />

congiunto dei genotipi HLA-IDDM1 e INS-IDDM2 sul rischio <strong>di</strong> malattia. Nell’ambito della<br />

popolazione generale esiste un continuum <strong>di</strong> rischio che va da valori pari al 4.46% per<br />

in<strong>di</strong>vidui con genotipi <strong>di</strong> suscettibilità per la malattia ad entrambi i loci a 0.017% per<br />

in<strong>di</strong>vidui con genotipi <strong>di</strong> protezione ad entrambi i loci. Esistono quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> oltre<br />

250 volte (P =5.9x10 -104 ) fra gli in<strong>di</strong>vidui ad altissimo rischio (che rappresentano il 4.7%<br />

della popolazione sarda) e quelli con il minore rischio <strong>di</strong> sviluppare la malattia (che<br />

rappresentano il 19.6% della popolazione sarda). Abbiamo anche analizzato il<br />

contributo relativo dell’analisi congiunta dei loci HLA-IDDM1 e INS-VNTR/IDDM2 nel<br />

determinare il rischio <strong>di</strong> malattia nei fratelli dei malati. A fronte <strong>di</strong> un rischio empirico del<br />

6% circa, in in<strong>di</strong>vidui non caratterizzati da un punto <strong>di</strong> vista genetico, si va da un rischio<br />

pari al 24% per fratelli con genotipi <strong>di</strong> rischio per la malattia ad entrambi i loci a 0,1% per<br />

fratelli con genotipi <strong>di</strong> protezione ad entrambi i loci. Queste Questi dati forniscono stime<br />

suscettibilità accurate per il rischio assoluto <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 nella popolazione sarda.<br />

Parallelamente a questa analisi ne abbiamo sviluppato un'altra <strong>di</strong> tipo bioinformatico,<br />

elaborando un sistema <strong>di</strong> reti neurali artificiali. Queste non sono altro che modelli<br />

matematici che simulano le proprietà delle reti neurali naturali. Infatti hanno la capacità<br />

<strong>di</strong> apprendere elaborare e soprattutto produrre risultati. Nel nostro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo<br />

messo in evidenza come i dati elaborati statisticamente coincidano con quelli prodotti<br />

con l’uso delle reti neurali artificiali. Questo potrebbe essere nel prossimo futuro lo<br />

strumento essenziale per poter valutare il rischio <strong>di</strong> una patologia multifattoriale con<br />

implicazioni genetiche ad ambientali.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Sia il Diabete Mellito <strong>di</strong> Tipo 1 (T1D) che la Sclerosi Multipla (MS) sono malattie<br />

croniche autoimmuni causate da una combinazione <strong>di</strong> geni pre<strong>di</strong>sponenti in presenza <strong>di</strong><br />

fattori ambientali permissivi ancora sconosciuti. Queste mostrano un’alta incidenza nella<br />

popolazione sarda (35 per T1D e 1,5 per MS per 100.000 nati vivi) rispetto alle altre<br />

popolazioni e in particolare all’Italia peninsulare. In Sardegna le due malattie tendono a<br />

co-segregare nelle stesse famiglie in quanto il rischio <strong>di</strong> MS in famiglie con pregressi<br />

casi <strong>di</strong> T1D e <strong>di</strong> T1D in famiglie con casi <strong>di</strong> MS è superiore alla prevalenza delle due<br />

malattie nella popolazione. Questo dato non è stato riscontrato nella altre popolazione.<br />

Lo scopo della mia ricerca è quello <strong>di</strong> capire il motivo <strong>di</strong> questa co-segregazione nella<br />

popolazione sarda e l’eventuale in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> un gene comune che controlli queste<br />

due patologie. Analisi sistematiche <strong>di</strong> linkage, (per linkage si intende l’identificazione <strong>di</strong><br />

regioni cromosomiche che, all’interno delle famiglie, tendono ad essere co-ere<strong>di</strong>tate<br />

dagli in<strong>di</strong>vidui affetti e che, quin<strong>di</strong> , tendono a co-segregare con il tratto in esame) hanno<br />

cominciato a chiarire il modello <strong>di</strong> ere<strong>di</strong>tarietà delle malattie. Per quanto concerne T1D<br />

esiste una regione principale <strong>di</strong> suscettibilità che comprende specifici aplotipi<br />

pre<strong>di</strong>sponenti contenuti nella regione maggiore <strong>di</strong> istocompatibilità (MHC) (IDDM1). Un<br />

ulteriore contributo è apportato da varie combinazioni <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> suscettibilità, cosiddetti<br />

minori, che includono varianti polimorfiche del promoter del gene dell’insulina sul<br />

braccio corto del cromosoma 11(IDDM2).<br />

Nell’ambito delle cosiddette malattie complesse, il T1D rappresenta uno fra i tratti più<br />

accessibili all’analisi genetica per la sua <strong>di</strong>agnosi clinica inequivocabile, per il suo<br />

esor<strong>di</strong>o giovanile, che rende possibile la raccolta e lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei DNA parentali, e per la<br />

sua marcata tendenza a segregare nelle famiglie. Il rischio <strong>di</strong> T1D è infatti più alto in<br />

famiglie con casi pregressi rispetto alla popolazione generale. Il contributo relativo della<br />

componente ambientale e <strong>di</strong> quella genetica si potrà stabilire <strong>di</strong>rettamente confrontando<br />

il rischio <strong>di</strong> ricorrenza, rispettivamente in fratelli naturali e adottati <strong>di</strong> pazienti con il tratto<br />

in esame. Questo tipo <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> è stato applicato anche alla MS. L’evidenza supporta la<br />

conclusione che l’aumentato rischio <strong>di</strong> ricorrenza nei fratelli dei malati è dovuto a fattori<br />

genetici. Il rischio dei fratelli adottati, ma non <strong>di</strong> quelli naturali, era infatti sovrapponibile<br />

a quello della popolazione generale. Nonostante queste osservazioni suggerissero un<br />

ruolo importante della componente genetica nella pre<strong>di</strong>sposizione all’ MS, fino ad oggi 3<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> linkage estesi a tutto il genoma non hanno identificato regioni maggiori <strong>di</strong><br />

suscettibilità. L’unica regione consistentemente coinvolta nella MS è la regione HLA che<br />

avrebbe un ruolo minore nel determinismo del rischio <strong>di</strong> contrarre la MS. Nel caso del<br />

T1D, il rischio <strong>di</strong> contrarre la malattia è perfino più elevato in in<strong>di</strong>vidui nati e viventi in<br />

regioni a basso rischio, ma originari <strong>di</strong> regioni ad alta incidenza <strong>di</strong> malattia. Attraverso lo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> emigranti, si è infatti visto che figli nati da genitori sar<strong>di</strong> (la Sardegna ha la<br />

più alta incidenza <strong>di</strong> T1D al mondo) che si erano trasferiti in altre aree dell’Italia<br />

continentale (più precisamente nella Regione del Lazio, dove l’incidenza della malattia è<br />

molto più bassa che in Sardegna) presentano tassi <strong>di</strong> incidenza della malattia simili a<br />

quelli dei bambini residenti in Sardegna. Nel loro insieme queste osservazioni in<strong>di</strong>cano il<br />

ruolo fondamentale della componente genetica nell’eziopatogenesi del T1D. Un<br />

contributo maggiore nella definizione del modello <strong>di</strong> trasmissione dei geni <strong>di</strong><br />

suscettibilità è venuto da una serie <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> linkage estesi a tutto il genoma umano e<br />

murino. Queste analisi confermano la natura poligenica del T1D. Si possono anche<br />

calcolare i valori λs per specifici loci (i.e. il contributo dei vari loci al rischio <strong>di</strong> ricorrenza<br />

nei fratelli). Ad esempio, il contributo della regione HLA e del VNTR al 5' del gene<br />

dell’insulina spiega rispettivamente circa il 40% e il 10% <strong>di</strong> tale rischio <strong>di</strong> ricorrenza della<br />

111<br />

malattia. Il rimanente 50% è dovuto a geni <strong>di</strong> suscettibilità non ancora identificati. Nell’uomo<br />

negli ultimi 7 anni sono state identificate circa venti regioni cromosomiche che esibiscono vari<br />

gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> linkage con la malattia e, come tali, potrebbero contenere detti geni <strong>di</strong> suscettibilità.<br />

Comunque, per nessuna <strong>di</strong> queste regioni, l’evidenza a supporto del loro coinvolgimento nel<br />

T1D appare conclusiva. Questi risultati evidenziano le <strong>di</strong>fficoltà nella localizzazione e sublocalizzazione<br />

dei geni <strong>di</strong> suscettibilità attraverso strategie <strong>di</strong> mappaggio genico convenzionali.<br />

Queste <strong>di</strong>fficoltà, in particolare quelle derivanti dalla eterogeneità genetica interlocus, potranno<br />

essere parzialmente alleviate da analisi <strong>di</strong> linkage da effettuarsi su larghe famiglie<br />

multigenerazionali provenienti da popolazioni isolate.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Motzo C, Contu D, Cordell H.J, Lampis R, Congia M, Marrosu<br />

MG,Todd JA, Devoto M, Cucca F<br />

Heterogeneity in the magnitude of the insulin gene effect on HLA risk in type 1 <strong>di</strong>abetes<br />

Diabetes. 2004 Dec;53(12):3286-91<br />

Marrosu MG, Motzo C, Murru R, Lampis R, Costa G, Zavattari P, Contu D, Fadda E,<br />

Cocco E, Cucca F.<br />

The co-inheritance of Type 1 Diabetes and Multiple Sclerosis in Sar<strong>di</strong>nia cannot be<br />

explained by genotype variation in the HLA region alone.<br />

Hum Mol Genet. 2004 Dic 1; 13 (23): 2919-24<br />

Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Moi L, Lampis R, Contu D, Motzo C, Frongia P,<br />

Angius E, Maioli M, Todd JA, Cucca F.<br />

No Association Between Variation of the FOXP3 Gene and Common Type 1 Diabetes in<br />

the Sar<strong>di</strong>nian Population.<br />

Diabetes. 2004 Jul;53(7):1911-4.<br />

Ueda H, Joanna M.M. Howson J, Esposito L, Heward J, Snook H, Chamberlain G,<br />

Rainbow D.B, Kara M.D. Hunter K, Smith A, DiGenova G, Herr M, Dahlman I, Payne F,<br />

Smyth D, Lowe C, Twells R, Howlett S, Healy B, Smink L, Lam A, Cordell H, Walzer N,<br />

Bor<strong>di</strong>n C, Hulme J, Motzo C, Cucca F, Hess F, Metzker M, Rogers J, Gregory S,<br />

Allahaba<strong>di</strong>a A, Nithiyananthan R, Tuomilehto-Wolf E, Tuomilehto J, Bingley P,<br />

Gillespie K, Undlien D, Rønningen K, Savane D, Carson D, Maxwell P, Patterson C,<br />

Franklyn J, Clayton D, Peterson L, Wicker L, Todd J, Gough S. Regulation of splicing of<br />

the T lymphocyte-inhibitory receptor CTLA-4 gene is associated with protection from<br />

autoimmune <strong>di</strong>sease in humans and mice.<br />

Nature 2003 May 29; 423: 506-11<br />

Zavattari P, Lampis R, Motzo C, Loddo M, Mulargia A, Whalen M, Maioli M, Angius E,<br />

Todd JA, Cucca F.<br />

Con<strong>di</strong>tional linkage <strong>di</strong>sequilibrium analysis of a complex <strong>di</strong>sease superlocus, IDDM1 in<br />

the HLA region, reveals the presence of independent mo<strong>di</strong>fying gene effects<br />

influencing the type 1 <strong>di</strong>abetes risk encoded by the major HLA-DQB1, -DRB1 <strong>di</strong>sease<br />

loci.<br />

Hum Mol Genet. 2001 Apr 1;10(8):881-9.<br />

Sanna E, Motzo C, Usala M, Serra M, Dazzi L, Maciocco E, Trapani G, Latrofa A, Liso G,<br />

Biggio G.<br />

Characterization of the electrophysiological and pharmacological effects of 4-iodo-2,6<strong>di</strong>isopropylphenol,<br />

a propofol analogue devoid of sedative-anaesthetic properties.<br />

Br J Pharmacol. 1999 Mar;126(6):1444-54.<br />

Sanna E, Motzo C, Usala M, Pau D, Cagetti E, Biggio G.<br />

Functional changes in rat nigral GABA(A) receptors induced by degeneration of the<br />

striatonigral GABAergic pathway: an electrophysiological study of receptors incorporated into<br />

Xenopus oocytes.<br />

J Neurochem. 1998 Jun;70(6):2539-44.<br />

Motzo C, Porceddu ML, Dazzi L, Sanna A, Serra M, Biggio G.<br />

Enhancement by flumazenil of dopamine release in the nucleus accumbens of rats repeatedly<br />

exposed to <strong>di</strong>azepam or imidazenil.<br />

Psychopharmacology (Berl). 1997 May;131(1):34-9.<br />

Sanna E, Motzo C, Murgia A, Amato F, Deserra T, Biggio G.<br />

Expression of native GABAA receptors in Xenopus oocytes injected with rat brain<br />

synaptosomes.<br />

J Neurochem. 1996 Nov;67(5):2212-4.<br />

Serra M, Ghiani CA, Motzo C, Porceddu ML, Biggio G.<br />

Antagonism of isoniazid-induced convulsions by abecarnil in mice tolerant to <strong>di</strong>azepam.<br />

Pharmacol Biochem Behav. 1995 Oct;52(2):249-54.<br />

Motzo C, Porceddu L, Maira G, Flore G, Concas A, Dazzi L, Biggio G.<br />

Inhibition of basal and stress-induced dopamine release in the cerebral cortex and nucleus<br />

accumbens of freely moving rats by the neurosteroid allopregnanolone. J of<br />

Psychopharmacology 1996; 10(4): 266-272<br />

Serra M, Ghiani CA, Motzo C, Biggio G.<br />

Pharmacological evidence for full agonist activity of abecarnil at certain GABAA receptors.<br />

Psychopharmacology series 11. Anxiolytic beta-carbolines: from molecular biology to the<br />

clinic. E<strong>di</strong>ted by Stephens D.N. Springer-Verlag 1995.<br />

Dazzi L, Motzo C, Maira G, Sanna A, Serra M, Biggio G.<br />

Enhancement of acetylcholine release by flumazenil in the hippocampus of rats chronically<br />

treated with <strong>di</strong>azepam but not with imidazenil or abecarnil.<br />

Psychopharmacology (Berl). 1995 Sep;121(2):180-5.<br />

Dazzi L, Motzo C, Imperato A, Serra M, Gessa GL, Biggio G.<br />

Modulation of basal and stress-induced release of acetylcholine and dopamine in rat brain by<br />

abecarnil and imidazenil, two anxioselective gamma-aminobutyric acidA receptor modulators.<br />

J Pharmacol Exp Ther. 1995 Apr;273(1):241-7.<br />

Dazzi L, Motzo C, Concas A, Biggio G.<br />

Effect of A1 receptor agonists and antagonists on hippocampal acetylcholine release in freely<br />

moving rats.<br />

Research Communications in Molocular Pathology and Pharmacology. 1995; 87(1) 97-98<br />

Serra M, Ghiani CA, Motzo C, Porceddu ML, Biggio G.<br />

Long-term treatment with abecarnil fails to induce tolerance in mice.


Eur J Pharmacol. 1994 Jun 23;259(1):1-6.<br />

Serra M, Ghiani CA, Motzo C, Cuccheddu T, Floris S, Giusti P, Biggio G.<br />

Imidazenil, a new partial agonist of benzo<strong>di</strong>azepine receptors, reverses the inhibitory<br />

action of isoniazid and stress on gamma-aminobutyric acidA receptor function.<br />

J Pharmacol Exp Ther. 1994 Apr;269(1):32-8.<br />

Serra M, Ghiani CA, Fod<strong>di</strong> MC, Motzo C, Biggio G.<br />

NMDA receptor function is enhanced in the hippocampus of aged rats.<br />

Neurochem Res. 1994 Apr;19(4):483-7.<br />

Ghiani CA, Serra M, Motzo C, Giusti P, Cuccheddu T, Porceddu ML, Biggio G.<br />

Chronic administration of an anticonvulsant dose of imidazenil fails to induce tolerance<br />

of GABAA receptor function in mice.<br />

Eur J Pharmacol. 1994 Mar 21;254(3):299-302.<br />

Serra M, Ghiani CA, Fod<strong>di</strong> MC, Galici R, Motzo C, Giusti P, Cuccheddu T, Porceddu<br />

ML, Biggio G.<br />

Failure of flumazenil to precipitate a withdrawal syndrome in cats chronically treated<br />

with the new anxioselective β-carboline derivate abecarnil.<br />

Behavioural Pharmacology . 1993; 4: 529-533.<br />

Serra M, Fod<strong>di</strong> MC, Ghiani CA, Melis MA, Motzo C, Concas A, Sanna E, Biggio G.<br />

Pharmacology of gamma-aminobutyric acidA receptor complex after the in vivo<br />

administration of the anxioselective and anticonvulsant beta-carboline derivative<br />

abecarnil.<br />

J Pharmacol Exp Ther. 1992 Dec;263(3):1360-8<br />

Serra M, Ghiani CA, Fod<strong>di</strong> MC, Motzo C, Biggio G.<br />

The degeneration of the excitatory climbing fibers enhances [ 3 H]MK-801 and [ 3 H]CGP<br />

39653 bin<strong>di</strong>ng sites in the rat cerebellar cortex.<br />

Neuroscience Letter . 1992; 146:45-47<br />

Congressi<br />

10/11-Dicembre 2004 Villanovaforru Riunione Scientifica Annuale Associazione<br />

Me<strong>di</strong>ci Diabetologi – Società Italiana <strong>di</strong> Diabetologia<br />

Rischio <strong>di</strong> contrarre il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 nella popolazione sarda attraverso<br />

l’analisi congiunta dei genotipi ai loci <strong>di</strong> malattia HLA-IDDM1 e INS-IDDM2<br />

23/30-Maggio 2003 Tortolì (<strong>Cagliari</strong>) Genetics of complex <strong>di</strong>seases and isolated<br />

populations<br />

The joint analysis of the IDDM1 and IDDM2 loci supports an HLA-preproinsulin-<br />

TCR affinity model in human type 1 <strong>di</strong>abetes<br />

14/15 Dicembre 2001 Alghero (Sassari) Riunione scientifica integrata<br />

Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologi Società Italiana <strong>di</strong> Diabetologia<br />

26/29-Maggio 1999 <strong>Cagliari</strong>, XIICongresso Nazionale Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologi<br />

Prevalenza <strong>di</strong> autoanticorpi correlati al <strong>di</strong>abete tipo 1 in donne sarde affette da <strong>di</strong>abete<br />

gestazionale<br />

17/21-Maggio 1996 <strong>Cagliari</strong>, European Behavioural Pharmacology Society<br />

Inhibition of basal and stress-induced dopamine relase in the cerebral cortex and<br />

nucleus accumbens of freely moving rats by the neurosteroid<br />

12/14-Dicembre 1996 Pisa, V Convegno Nazionale Giovani Cultori delle Neuroscienze<br />

Espressione <strong>di</strong> recettori GABA(A) nativi in oociti <strong>di</strong> Xenopus iniettati con sinaptosomi<br />

del cervello <strong>di</strong> topo<br />

16/21-Novembre 1996 Washington, DC Sociaty for Neuroscience<br />

Enhancement by flumazenil of dopamine and acetylcholine release in the brain of rats<br />

repeatedly exposed to <strong>di</strong>azepam imidazenil and abecarnil.<br />

24/28-Maggio 1995 Villasimius 8° Sar<strong>di</strong>nian conference on neuroscience<br />

Changes in hippocampal acetylcholine release elicited by chronic administration of<br />

<strong>di</strong>azepam, abecarnil or imidazenil in freely moving rats<br />

10/16-Novembre 1995 San Diego, California Sociaty for Neuroscience<br />

Allopregnanolone reduces basal stress-induced release of acetylcholine and dopamine<br />

in <strong>di</strong>fferent brain areas of freely moving rats<br />

17/22-Giugno 1995 Steamboat Springs, Colorado Research Society on alcoholism<br />

meeting<br />

Hippocampal acetylcoline release is dramatically enhanced uring ethanol withdrawal<br />

reversal by <strong>di</strong>azepam and GABA<br />

1995 7° Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Psichiatria Biologica<br />

Dosi non sedative <strong>di</strong> abecarnil e <strong>di</strong> imidazenil antagonizzano gli effetti dello stress sul<br />

release <strong>di</strong> acetilcolina ippocampale e <strong>di</strong> dopamina corticale<br />

1995 7° Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Psichiatria Biologica<br />

L’abecarnil e l’imidazenil due nuovi ansiolitici modulano con <strong>di</strong>fferente efficacia il<br />

release basale <strong>di</strong> acetilcolina ippocampale e <strong>di</strong> dopamina corticale. Confronto con il<br />

<strong>di</strong>azepam<br />

19/21 Settembre 1994 Poznan’ IV Joint Meeting of Hungarian Italian and Polish<br />

Pharmacological Societies<br />

Diazepam imidazenil and abecarnil <strong>di</strong>splayed <strong>di</strong>fferent intrinsic activity of GABA<br />

receptor and on the dopamine in <strong>di</strong>fferent areas of the rat brain<br />

11-15 Settembre 1994 Berlin, Germany 5° European Behavioural Pharmacology<br />

Society<br />

Abecarnil antagonizes convulsions in mice tolerant to partial and full agonist of<br />

benzo<strong>di</strong>azepine receptors<br />

22-23-Giugno 1994 Montreal Canada XII International Congress of Pharmacology<br />

Effect of acute and chronic administration of abecarnil and imidazenil on the function of<br />

<strong>di</strong>fferent neuronal populations of the mouse and rat brain<br />

13/18-Novembre 1994 Miami Beach, Florida Society for Neuroscience<br />

112<br />

Imidazenil and Abecarnil two anxioselective GABA(A) receptor modulators reduce stressinduced<br />

release of acetylcholine and dopamine in the rat brain<br />

7/12-Novembre 1993 Washington, DC Sociaty for Neuroscience<br />

The efficacy of imidazenil on isoniazid-induced downregulation of GABAergic tranmission<br />

20-21 Settembre 1993 Ille et Vilaine France Anxiete<br />

Pharmacological activity of imidazenil a new partial positive modulator of GABA(A) receptor<br />

function<br />

25-30 Ottobre 1992 Anaheim California Sociaty for Neuroscience<br />

Anxiolytic and anticonvulsant doses of abecarnil fail to induce tolerance and dependence in<br />

mice and cats


Assegnista: Giovanna Mura<br />

Struttura: Dip. Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT: Failure Analysis <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elettronici me<strong>di</strong>ante la Microscopia<br />

Elettronica in Trasmissione (TEM).<br />

G.Mura, M.Vanzi DIEE-INFM <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> piazza D’Armi<br />

La vertiginosa evoluzione della tecnologia dei circuiti integrati nel corso dell’ultimo<br />

decennio ha portato i <strong>di</strong>spositivi ai limiti imposti al loro funzionamento dalle leggi fisiche<br />

fondamentali.<br />

L’affidabilità dei <strong>di</strong>spositivi elettronici si è sviluppata molto rapidamente come risposta<br />

alla necessità <strong>di</strong> garantire il funzionamento <strong>di</strong> componenti e sistemi sempre più<br />

complessi, e <strong>di</strong> testare tecnologie sempre più avanzate a causa della drastica e<br />

continua miniaturizzazione microelettronica.<br />

In tale contesto il compito dell’affidabilista è quello <strong>di</strong> identificare le cause <strong>di</strong> guasto e<br />

<strong>di</strong>agnosticare i meccanismi che lo hanno prodotto fornendo risultati fondamentali per la<br />

determinazioni delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> processo ottimali, per lo sviluppo <strong>di</strong> nuovi processi<br />

tecnologici e per il miglioramento dei layout <strong>di</strong> progetto.<br />

Per ogni <strong>di</strong>spositivo elettronico, una volta in<strong>di</strong>viduato il modo <strong>di</strong> guasto, la preparazione<br />

del campione <strong>di</strong>venta il fulcro attorno al quale si sviluppa la Failure Analysis che dovrà<br />

permettere <strong>di</strong> localizzare, osservare e analizzare microscopicamente danneggiamenti e<br />

anomalie e proporre soluzioni tecnologiche.<br />

Nonostante, finora, la maggior parte delle analisi poteva essere svolta con un SEM,<br />

vista la sistematica <strong>di</strong>minuzione delle <strong>di</strong>mensioni dei <strong>di</strong>spositivi elettronici, è <strong>di</strong>ventata<br />

sempre più importante la caratterizzazione <strong>di</strong> microfasi ed interfacce, sia per l’analisi<br />

dei <strong>di</strong>fetti che per il controllo del processo produttivo e la necessità <strong>di</strong> ottenere<br />

informazioni sui parametri reticolari dei materiali e immagini in risoluzione atomica.<br />

Grazie al suo elevato potere risolutivo, la microscopia in trasmissione (TEM) è una<br />

delle tecniche più utilizzate per l’analisi <strong>di</strong> microstrutture e per la caratterizzazione dei<br />

materiali. L’analisi TEM <strong>di</strong> un campione permette inoltre <strong>di</strong> ottenere informazioni<br />

morfologiche, cristallografiche e composizionali.<br />

Verranno illustrati i primi tentativi condotti a <strong>Cagliari</strong> <strong>di</strong> preparativa campioni e analisi<br />

me<strong>di</strong>ante microscopia TEM <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong>spositivi elettronici a semiconduttore.<br />

Il recente acquisto <strong>di</strong> un TEM JEOL 2010 presso il LIMINA della Cittadella Universitaria<br />

<strong>di</strong> Monserrato permetterà <strong>di</strong> portare avanti un nuovo filone <strong>di</strong> ricerca forse esten<strong>di</strong>bile<br />

anche a nuove tipologie <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi come per esempio quelli organici.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Proseguendo nell’attività svolta durante il dottorato <strong>di</strong> ricerca ha condotto <strong>di</strong>verse<br />

analisi <strong>di</strong> guasto su <strong>di</strong>spositivi commerciali e forniti da gran<strong>di</strong> aziende del settore,<br />

<strong>di</strong>spositivi vergini e degradati, fotonici e non. Tale attività ha richiesto lo sviluppo o<br />

l’ottimizzazione delle tecniche <strong>di</strong> deprocessing.<br />

In collaborazione con l’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Padova ha, inoltre, continuato a <strong>stu<strong>di</strong></strong>are<br />

l’Affidabilità <strong>degli</strong> emettitori ottici in GaN (Prin ex 40%).<br />

I Led in GaN, emettitori <strong>di</strong> luce blu allo stato solido, sono caratterizzati da alta<br />

luminosità e alta efficienza ed hanno già trovato molteplici applicazioni. La<br />

caratterizzazione tecnologica (ottica e in microscopica elettronica), la caratterizzazione<br />

elettrica e i test <strong>di</strong> degradazione sono tesi a verificare se l’affidabilità <strong>di</strong> tali <strong>di</strong>spositivi<br />

sia realmente significativamente migliore in molti aspetti rispetto alle tra<strong>di</strong>zionali<br />

sorgenti <strong>di</strong> luce tanto da renderli estremamente promettenti, anche per i sistemi <strong>di</strong><br />

illuminazione.<br />

Grazie all’acquisto <strong>di</strong> un HRTEM (Jeol 2010) da parte del Laboratorio LIMINA <strong>di</strong><br />

Monserrato, al training formativo del personale JEOL-Gatan e alla frequenza a scuole<br />

italiane ed estere ha potuto consolidare le conoscenze necessarie ad iniziare ad<br />

impiegare la caratterizzazione me<strong>di</strong>ante microscopia elettronica in trasmissione (TEM)<br />

per l’analisi <strong>di</strong> guasto <strong>di</strong> varie tipologie <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elettronici a semiconduttore.<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca si è accompagnata al tutoraggio <strong>di</strong> tesi <strong>di</strong> laurea (Vecchio e Nuovo<br />

Or<strong>di</strong>namento) con tematiche principalmente incentrate sulla microscopia elettronica:<br />

Tesi <strong>di</strong> laurea V.O:<br />

-- “Preparativa campioni per analisi TEM in Plan View” Marzo 2004<br />

-- “Tecniche <strong>di</strong> preparazione <strong>di</strong> sezioni trasversali <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elettronici per analisi<br />

microscopica T.e.m” Giugno 04<br />

-- “Microscopia SPM: tecniche e prospettive per il futuro” Ottobre 04<br />

-- “Caratterizzazione tecnologica <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elettronici me<strong>di</strong>ante tecniche<br />

microscopiche” Dicembre 04<br />

in progress (N.O, V.O)<br />

-- “Analizzatore fotocromatico per <strong>di</strong>spositivi optoelettronici” N.O<br />

-- “Caratterizzazione me<strong>di</strong>ante microscopia elettronica in trasmissione <strong>di</strong> cross section<br />

<strong>di</strong> led in GaN” V.O<br />

-- “Caratterizzazione e testing affidabilistico <strong>di</strong> fibre ottiche per telecomunicazioni” N.O<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Pubblicazioni in procee<strong>di</strong>ngs inoltre oggetto <strong>di</strong> presentazione orale/poster<br />

[1] “Are Soft-Breakdown and Hard-Breakdown of thin gate oxides actually <strong>di</strong>fferent<br />

failure mechanism?”<br />

Jor<strong>di</strong> Suñè, Giovanna Mura and Enrique Miranda<br />

Departament d’enginyeria Elettronica Universitat Autonoma de Barcelona 08193-<br />

Bellaterra (SPAIN)<br />

IEEE Electron Device Letters Vol. 21, NO.4, April 2000<br />

[2] “Backside Failure Analysis of GaAs ICs after ESD tests”<br />

G.Meneghesso, G.Mura, S.Podda, M.Vanzi<br />

Microelectronics Reliability, Vol. 42, n. 9, pp. 1293-1298, 2002<br />

[3] “ESD protection structures for 20 V and 40 V power supply suitable<br />

for BCD6 smart power technology”<br />

L.Sponton, L.Cerati, G.Croce, G. Mura, S.Podda, M.Vanzi, G. Meneghesso, E. Zanoni<br />

Microelectronics Reliability, Vol. 42, n. 9, pp. 1311-1315, 2002<br />

[4] “An automated lifetestequipment for optical emitters”<br />

M.Giglio, G.Martines, G.Mura, S.Podda, M.Vanzi <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> , DIEE-INFM<br />

113<br />

Microelectronics Reliability, Vol. 42, n. 9, pp. 1303-1306, 2002<br />

[5] “Failure Modes and Mechanisms of DC-Aged GaN LEDs”<br />

G.Meneghesso (a),S.Levada (a),E.Zanoni (a),S.Podda (b),G.Mura (b),<br />

M.Vanzi (b),A.Cavallini (c),A.Castal<strong>di</strong>ni (c),S.Du (d),and I.Eliashevich (d)<br />

(a)Department of Information Engineering,University of Padova,<br />

Via Gradenigo 6/A 35131 Padova,and INFM Padova,Italy<br />

(b)University of <strong>Cagliari</strong>,DIEE-INFM,Piazza d ’Armi,09123 <strong>Cagliari</strong>,Italy<br />

(c)Universita ’<strong>di</strong> Bologna,Dipartimento <strong>di</strong> Fisica,and INFM Bologna,via.B.Pichat,Bologna,Italy<br />

(d)GELcore LLC,6180 Halle Drive,Valley View,OH 44125<br />

Physica Status Soli<strong>di</strong> (a), Vol. 194, No. 2, pp. 389-392, 2002<br />

[6] “On the behavior of the selective Io<strong>di</strong>ne-based Gold etch for the Failure Analisys of aged<br />

optoelectronic devices”<br />

Giovanna Mura, Massimo Vanzi <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> , DIEE-INFM<br />

Mauro Ciappa, Maria Stangoni, and Wolfgang Fichtner Swiss Federal Institute of Technology<br />

(ETH) Zurich,<br />

Microelectronics Reliability, Vol. 43, n. 9, pp. 1771-1776, 2003<br />

[7] “ Reliability of visible GaN LEDs in plastic package “<br />

G. Meneghesso, S.Levada, R.Pierobon, F. Rampazzo, E. Zanoni, M. Vanzi, G. Mura, S.<br />

Podda, M. Pavesi, M. Manfre<strong>di</strong>, Shawn Du and Ivan Eliashevich<br />

Microelectronics Reliability, Vol. 43, n. 9, pp. 1737-1742, 2003<br />

[8] “Failure Analysis of RFIC Amplifiers”<br />

G.Mura, M.Vanzi DIEE-INFM <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

G.Micheletti Datalogic S.p.A Bologna<br />

Microelectronics Reliability, Vol. 44, n.9 pp. 1599-1604, 2004<br />

Articoli presentati durante conferenze che non figurano in procee<strong>di</strong>ngs<br />

[9] “Are soft-breakdown and hard- breakdown of thin gate oxides <strong>di</strong>fferent failure mechanism ?<br />

“<br />

Jor<strong>di</strong> Suñe , Giovanna Mura , Enrique Miranda<br />

Departament d’enginyeria Elettronica Universitat Autonoma de Barcelona 08193-Bellaterra<br />

(SPAIN)<br />

30 th IEEE Semiconductor Interface Specialist Conference<br />

December 1999 Charleston , South Carolina<br />

[10] Failure modes and mechanisms of DC-aged GaN LEDs<br />

G. Meneghesso, S. Levada, E. Zanoni, S. Podda, G. Mura, M. Vanzi, A. Cavallini, A.<br />

Castal<strong>di</strong>ni,<br />

S. Du, and I. Eliashevich<br />

IWN 2002, Int. Workshop on Nitride Semiconductors, Aachen, Germany, 22-25 July 2002.<br />

[11] “Electrical and structural characterization of metal contacts on Gallium Nitride”<br />

Annalisa Bonfiglio, Elisabetta Macis, Giovanna Mura, Ornella Sanna<br />

University of <strong>Cagliari</strong>, DIEE-INFM,Piazza d ’Armi,09123 <strong>Cagliari</strong>,Italy<br />

2002 MRS Fall Meeting December 2-6 Boston 2002 MA


114


Assegnista: Sergio Murgia<br />

Struttura: Dip. Scienze Chimiche<br />

ABSTRACT: Determinazione dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> poli<strong>di</strong>spersità nelle emulsioni via NMR<br />

Le emulsioni sono sistemi colloidali termo<strong>di</strong>namicamente instabili in cui un<br />

liquido è <strong>di</strong>sperso in forma <strong>di</strong> goccioline in un mezzo liquido immmiscibile. Una volta<br />

formatesi le emulsioni evolvono verso una separazione <strong>di</strong> fase come risultato<br />

dell’azione <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong> destabilizzazione. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell’evoluzione<br />

temporale <strong>di</strong> tali sistemi riveste una notevole importanza in campo tecnologico poichè<br />

un gran numero <strong>di</strong> formulazioni alimentari, cosmetiche e farmaceutiche sono costituite<br />

da emulsioni.<br />

La stabilità delle emulsioni, così come altre loro proprietà macroscopiche (ad esempio<br />

l’aspetto, la struttura e l’aroma nelle emulsioni alimentari), sono correlate alle<br />

<strong>di</strong>mensioni nonchè alla <strong>di</strong>stribuzione delle <strong>di</strong>mensioni delle goccioline. Appare dunque<br />

evidente come la conoscenza dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> poli<strong>di</strong>spersità (ξ – esprime la larghezza<br />

della <strong>di</strong>stribuzione rispetto ad un valore me<strong>di</strong>o) sia un fattore chiave nella<br />

caratterizzazione <strong>di</strong> un’emulsione.<br />

Fra le <strong>di</strong>fferenti tecniche <strong>di</strong>sponibili per la determinazione <strong>di</strong> ξ l’NMR (Nuclear Magnetic<br />

Resonance) offre <strong>di</strong>versi vantaggi (ad esempio è una tecnica non <strong>di</strong>struttiva e non<br />

invasiva per il campione) ma è tipicamente necessario formulare un’ipotesi a priori sulla<br />

forma della <strong>di</strong>stribuzione delle <strong>di</strong>mensioni delle goccioline. Sarà presentato un<br />

innovativo metodo NMR capace <strong>di</strong> superare quest’inconveniente e saranno mostrati i<br />

risultati ottenuti per emulsioni olio-in-acqua e acqua-in-olio.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Sergio Murgia, dal Gennaio 2001 a tuttora, è titolare <strong>di</strong> un Assegno <strong>di</strong><br />

Ricerca e svolge la sua attività in seno al Gruppo Colloi<strong>di</strong> ed Interfasi presso il<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Dal 1998 collabora con il<br />

C.S.G.I. (Consorzio Sistemi a Grande Interfase). In collaborazione con gruppi <strong>di</strong> ricerca<br />

nazionali ed internazionali (Svezia e Australia) si occupa <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>spersi (in<br />

particolare sistemi micellari, microemulsioni, cristalli liqui<strong>di</strong> liotropici ed emulsioni).<br />

Sebbene l’accento sia posto sull’indagine <strong>di</strong> sistemi ternari e pseudo-ternari<br />

biocompatibili con applicazioni promettenti nel campo del rilascio controllato <strong>di</strong> farmaci<br />

e la loro caratterizzazione microstrutturale via NMR, sono contemporaneamente<br />

affrontate tematiche <strong>di</strong> interesse più generale correlate alle microemulsioni e, ancora,<br />

dei sistemi micellari <strong>di</strong> tensioattivi fluorurati. Non sono state tralasciate le applicazioni<br />

più classiche dell’NMR (determinazione <strong>di</strong> strutture molecolari) che hanno consentito<br />

collaborazioni inter<strong>di</strong>sciplinari. Più recentemente si è occupato dell’indagine <strong>di</strong> sistemi<br />

modello per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle implicazioni <strong>di</strong> ioni specifici sulla struttura <strong>di</strong> microemulsioni<br />

cationiche.<br />

Dal Gennaio 2001, data della sua installazione, si occupa della gestione-manutenzione<br />

<strong>di</strong> uno strumento NMR (Bruker 300 MHz) dotato <strong>di</strong> facilities per la misura dei<br />

coefficienti <strong>di</strong> self-<strong>di</strong>ffusion presso il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>. Si impegna, inoltre, a sviluppare meto<strong>di</strong>che innovative per l’analisi NMR.<br />

Partecipa attivamente e con regolarità a congressi nazionali ed internazionali<br />

presentando comunicazioni orali e/o posters.<br />

Si occupa <strong>di</strong> seguire la formazione dei laurean<strong>di</strong> e dei dottoran<strong>di</strong> che svolgano i loro<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong> presso il Gruppo Colloi<strong>di</strong> ed Interfasi.<br />

Negli A.A. 2002-2003 e 2003-2004 ha tenuto due seminari sulle tecniche NMR per la<br />

determinazione della struttura delle proteine per il corso <strong>di</strong> Biochimica della Facoltà <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

Nell’A.A. 2003-2004 ha svolto il ruolo <strong>di</strong> coa<strong>di</strong>utore nell’ambito dei corsi “Tecnologie<br />

tra<strong>di</strong>zionali e innovative per il controllo <strong>degli</strong> alimenti” e “Laboratorio <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> strutturali<br />

e spettoscopici” per il Master <strong>di</strong> II livello in “Igiene e Sicurezza <strong>degli</strong> Alimenti” della<br />

Facoltà <strong>di</strong> Scienze MM. FF. NN. dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. S. Murgia, F. Caboi, M. Monduzzi, “Ad<strong>di</strong>tion of Hydrophilic and Lipophilic<br />

Compounds of Biological Relevance to the Monoolein/Water System II – 13 C<br />

NMR relaxation study”, Chemistry and Physics of Lipids, 2001, 110, 11-17.<br />

2. S. Murgia, F. Caboi, M. Monduzzi, H. Ljusberg-Wahren, T. Nylander, “Acyl<br />

Migration and Hydrolysis in Monoolein-Based Systems”, Progress in Colloid<br />

and Polymer Science, 2002, 120, 41-46.<br />

3. F. Caboi, S. Murgia, M. Monduzzi, P. Lazzari, “NMR Investigation on<br />

Melaleuca alternifolia Essential Oil Dispersed in the Monoolein Aqueous<br />

System: Phase Behaviour and Dynamics”, Langmuir, 2002, 18, 7916-7922.<br />

4. S. Murgia, S. Mele, M. Monduzzi, “Quantitative Characterization of<br />

Phospholipids in Milk Fat via 31 P NMR Using a Monophasic Solvent Mixture”,<br />

Lipids, 2003, 38, 585-591.<br />

5. S. Mele, S. Murgia, M. Monduzzi, “Monoolein Based Liquid Crystals to Form<br />

Long-Term Stable Emulsions”, Colloids and Surfaces A, 2003, 228, 57-63.<br />

6. M. Monduzzi, F. Caboi, S. Mele, S. Murgia, P. Baglioni, B. W. Ninham,<br />

“Microstructure and Percolation of Concentrated w/o Microemulsion”, in Self-<br />

Assembly (2003), Brian H. Robinson (ed.), pp. 251-259. IOS Press,<br />

Amsterdam, The Nederlands. ISBN: 1 58603 382 4 (IOS Press).<br />

7. A. Salis, M.C. Pinna, S. Murgia, M. Monduzzi, “Novel Mannitol Based Non-<br />

Ionic Surfactants from Biocatalysis”, Journal of Molecular Catalysis B:<br />

Enzymatic, 2004, 27, 139-146.<br />

8. G. Soddu, E. Sanjust, S. Murgia, A. Rescigno, “Interference of Some<br />

Tryptophan Metabolites in the Formation of Melanin in vitro”, Pigment Cell<br />

Research, 2004, 17, 135-141.<br />

9. P9. S. Mele, S. Murgia, F. Caboi, M. Monduzzi, “Biocompatible<br />

Lipi<strong>di</strong>c Formulations: Phase Behavior and Microstructure”, Langmuir, 2004,<br />

20, 5241-5246.<br />

115<br />

10. M. Giustini, S. Murgia, G. Palazzo, “Does the Schulman’s Titration of<br />

Microemulsions Really Provide Meaningful Parameters?”, Langmuir, 2004, 20,<br />

7381-7384.<br />

11. S. Murgia, M. Monduzzi, B. W. Ninham, “Hofmeister Effects in Cationic<br />

Microemulsions”, Current Opinion in Colloid and Interface Science, 2004, 9, 102-<br />

106.<br />

12. S. Mele, S. Murgia, M. Monduzzi, “Mixed Micelles of Homologous<br />

Perfluoropolyether Anionic Surfactants in Water”, Journal of Fluorine Chemistry,<br />

2004, 125, 261-269.<br />

13. L. Ambrosone, S. Murgia, G. Cinelli, M. Monduzzi, A. Ceglie, “Size Poly<strong>di</strong>spersity<br />

Determination in Emulsion Systems by Free Diffusion Measurements via PFG-<br />

NMR”, Journal of Physical Chemistry B, 2004, 108, 18472-18478.<br />

14. R. Angelico, A. Ceglie, G. Colafemmina, F. Lopez, S. Murgia, U. Olsson, G.<br />

Palazzo, “Biocompatible Lecithin Organogels: Structures and Phase Equilibria”,<br />

Langmuir, 2005, 21, 140-148.


116


Assegnista: Maria Elisabetta Murru<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Biologia Sperimentale<br />

ABSTRACT: Metabolismo dell’acido linoleico a <strong>di</strong>eni coniugati (CLA) nell’uomo e<br />

influenza sul profilo <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi polinsaturi (PUFA).<br />

Il CLA è un inusuale acido grasso insaturo a 18 atomi <strong>di</strong> carbonio con una struttura a<br />

<strong>di</strong>eni coniugati (CD), presente nella carne dei ruminanti e nei prodotti lattiero-caseari. In<br />

modelli sperimentali è stato mostrato che il CLA possiede <strong>di</strong>versi effetti salutari<br />

comprendenti: attività anticancerogena, anti<strong>di</strong>abetica verso il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo II,<br />

antiaterogena e determina la riduzione della massa grassa e aumento <strong>di</strong> quella magra.<br />

L’obiettivo primario <strong>di</strong> questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è verificare se il CLA possa essere metabolizzato<br />

ed incorporato nell’uomo e anche quale sia il meccanismo attraverso il quale potrebbe<br />

modulare positivamente le <strong>di</strong>verse patologie.<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è organizzato in due fasi comprendenti: un’unica somministrazione <strong>di</strong> 15g <strong>di</strong><br />

CLA (trattamento acuto) e un apporto giornaliero <strong>di</strong> 3,4g <strong>di</strong> CLA per 4 settimane<br />

(trattamento cronico). Il CLA è stato apportato sia sotto forma <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi liberi (CLA-<br />

FFA) che come trigliceri<strong>di</strong> (CLA-TG).<br />

I risultati in<strong>di</strong>cano che nel trattamento acuto il CLA-FFA è assorbito meglio nel tratto<br />

intestinale rispetto al CLA-TG, ma questa <strong>di</strong>fferenza è annullata nel trattamento<br />

cronico. Nel trattamento acuto si osserva un notevole incremento della concentrazione<br />

dei due isomeri CLA c9,t11 e CLA t10,c12 già alle 2 ore, in<strong>di</strong>cando un loro rapido<br />

assorbimento nel tratto intestinale e rilascio nel plasma. L’isomero CLA c9,t11 dopo la<br />

seconda ora dal trattamento cresce in maniera più marcata rispetto al CLA t10,c12 ,<br />

probabilmente a causa <strong>di</strong> una minore metabolizzazione. La concentrazione del<br />

18:3 c6,t10,c12 , metabolita del CLA t10,c12 , infatti è significativamente maggiore <strong>di</strong> quella<br />

dell’altro isomero, non solo per un metabolismo più efficiente col CLA t10,c12 , ma anche<br />

perché solo il 18:3 c6,c9,t11 , derivante dal CLA c9,t11 , viene elongato a CD20:3. È stato<br />

osservato inoltre che i valori del 16:2 t8,c10 , prodotto dalla β-ossidazione perossisomiale<br />

del CLA t10,c12 , sono quasi doppi <strong>di</strong> quelli ottenuti dal CLA c9,t11 . Queste <strong>di</strong>fferenze nel<br />

metabolismo dei due isomeri sono state osservate anche nel trattamento cronico, in cui<br />

il picco massimo è registrabile già alla prima settimana <strong>di</strong> somministrazione del CLA.<br />

È possibile ipotizzare che entrambi gli isomeri presentano un metabolismo efficiente,<br />

seppur <strong>di</strong>fferenziato, facendo supporre che anche nell’uomo essi possano svolgere<br />

<strong>di</strong>stinte attività biologiche.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

L’obiettivo primario del lavoro svolto è verificare se l’acido linoleico coniugato (CLA)<br />

possa essere metabolizzato ed incorporato nell’uomo e quale sia il meccanismo<br />

attraverso il quale potrebbe modulare positivamente le <strong>di</strong>verse patologie. Si è analizzato<br />

se il CLA e i suoi metaboliti si incorporino nei fosfolipi<strong>di</strong> e quale posizione (sn2 o sn1)<br />

privilegino, in particolare nella fosfati<strong>di</strong>lcolina (PC), principale frazione fosfolipi<strong>di</strong>ca nel<br />

plasma. Si è valutato, infine, se l’incorporazione del CLA nei fosfolipi<strong>di</strong> sia capace <strong>di</strong><br />

interferire con quella <strong>degli</strong> altri aci<strong>di</strong> grassi insaturi e, <strong>di</strong> conseguenza, con il loro<br />

metabolismo, poiché con<strong>di</strong>vidono lo stesso corredo enzimatico.<br />

È stata selezionata una popolazione omogenea per età, apporto <strong>di</strong>etetico e stile <strong>di</strong> vita,<br />

per ridurre le variabili dovute al numero relativamente basso <strong>di</strong> soggetti facenti parte<br />

dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o. Le persone dovrebbero presentare uno stato <strong>di</strong> salute ottimale privo <strong>di</strong> ogni<br />

<strong>di</strong>sfunzione fisiologica e metabolica per evitare ogni influenza sull’assorbimento o sul<br />

metabolismo dei lipi<strong>di</strong>. I soggetti sono alimentati con due <strong>di</strong>fferenti preparazioni <strong>di</strong> una<br />

miscela <strong>di</strong> CLA all’80% (40% <strong>di</strong> CLAc9,t11 e 40% del CLAt10,c12): in una, il CLA è<br />

somministrato sottoforma <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi liberi (CLA-FFA), nell’altra sotto forma <strong>di</strong><br />

trigliceri<strong>di</strong> (CLA-TG). Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è organizzato in due fasi comprendenti un trattamento<br />

acuto con un’unica somministrazione <strong>di</strong> CLA e un trattamento cronico in cui il CLA è<br />

apportato ogni giorno per 4 settimane. È stato fatto un primo prelievo <strong>di</strong> sangue al<br />

tempo zero al momento dell’inizio del trattamento ed i successivi dopo 1, 2, 4, 6, 8 e 24<br />

ore per monitorare l’assorbimento e l’incorporazione del CLA nell’arco della giornata;<br />

oppure dopo ogni settimana <strong>di</strong> trattamento nella fase cronica.<br />

Dal plasma i lipi<strong>di</strong> sono estratti con la meto<strong>di</strong>ca del Foch e la loro quantificazione è<br />

effettuata me<strong>di</strong>ante la meto<strong>di</strong>ca del Chiang. In seguito i campioni sono sottoposti a<br />

blanda saponificazione per l’estrazione <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi. La lettura <strong>di</strong> questi aci<strong>di</strong> grassi<br />

è stata eseguita in HPLC con un rivelatore a serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<strong>di</strong> con una colonna<br />

cromatografica a fase inversa. Gli aci<strong>di</strong> grassi insaturi non coniugati sono rilevati a<br />

200nm, mentre quelli a <strong>di</strong>eni coniugati a 234nm. La separazione in HPLC <strong>degli</strong> isomeri<br />

del CLA è eseguita con due colonne a ioni d’argento poste in serie. La separazione<br />

della PC dai lipi<strong>di</strong> totali è eseguita con una colonna cromatografica amminopropilica. I<br />

fosfolipi<strong>di</strong> sono rilevati a 205nm. Gli aci<strong>di</strong> grassi presenti nella posizione sn2 della PC<br />

sono stati tagliati con la fosfolipasi A2 (PLA2).<br />

I risultati ottenuti hanno mostrato che entrambi gli isomeri presentano un metabolismo<br />

efficiente, seppur <strong>di</strong>fferenziato, facendo supporre che anche nell’uomo essi possano<br />

svolgere <strong>di</strong>stinte attività biologiche in alcune con<strong>di</strong>zioni fisio-patologiche. Inoltre si è<br />

avuta una significativa riduzione dell’acido arachidonico in posizione sn2, con probabile<br />

ridotta sintesi <strong>degli</strong> eicosanoi<strong>di</strong>. Questo effetto potrebbe rivestire una notevole<br />

importanza sia nei processi infiammatori che nella proliferazione cellulare, attività<br />

comuni nella cancerogenesi e nell’aterogenesi.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1) S. Banni, E. Angioni, G. Carta, V. Casu, M.E. Murru, M.P. Melis, M.A. Dessì, S.<br />

Vargiolu, e F.P. Corongiu. Mo<strong>di</strong>ficazioni nel metabolismo lipi<strong>di</strong>co indotte dall'apporto<br />

alimentare dell'acido linoleico a <strong>di</strong>eni coniugati (CLA) in relazione alla sua attività anticancerogena.<br />

Progress in Nutrition 1, 3-4, 38-48, 1999.<br />

2) S. Banni, E. Angioni, G. Carta, M.P. Melis, E. Murru, P. Scanu, M.A. Dessì, S.<br />

Vargiolu and F.P. Corongiu. Modulazione del metabolismo lipi<strong>di</strong>co e dei livelli <strong>di</strong><br />

vitamina A tramite alimenti arricchiti in acido linoleico coniugato. Atti del III Convegno<br />

Nazionale Aci<strong>di</strong> Grassi Polinsaturi ω-3 e antiossidanti. Progress in Nutrition, Giornale<br />

Italiano del Metabolismo e della Nutrizione; 2/2001, vol .3:64-66;<br />

3) S. Banni, G. Carta, E. Angioni, E. Murru, P. Scanu, M.P. Melis, D.E. Bauman, S.M.<br />

Fischer and C. Ip. Distribution of conjugated linoleic acid and metabolites in <strong>di</strong>fferent<br />

lipid fractions in the rat liver. Journal of Lipid Research. 42(7):1056-1061, 2001 Jul.<br />

4) M.P. Melis, E. Angioni, G. Carta, E. Murru, P. Scanu, S. Spada and S. Banni.<br />

Characterization of Conjugated Linoleic Acid and Its Metabolites by RP-HPLC with<br />

Diode Array Detector. Eur. J. Lipid Sci. Technol. 103:594-632, 2001.<br />

117<br />

5) S. Banni, E. Angioni, G. Carta, M.A. Dessì, M.P. Melis, E. Murru, P. Scanu, S. Spada, S.<br />

Vargiolu and F.P. Corongiu. Mo<strong>di</strong>ficazioni dei livelli <strong>di</strong> acido arachidonico e vitamina A in<br />

relazione alla attività anticancerogena attribuita all'apporto alimentare <strong>di</strong> burro naturalmente<br />

arricchito in 'acido linoleico a <strong>di</strong>eni coniugati (CLA). Ren<strong>di</strong>conti del Seminario della Facoltà <strong>di</strong><br />

Scienze dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>; suppl. vol.70:27-34,2000.<br />

6) S. Banni, E. Angioni, E. Murru, G. Carta, M.P. Melis, D.E. Bauman, Y. Dong and C. Ip.<br />

Vaccenic Acid Fee<strong>di</strong>ng Increases Tissue Levels of Conjugated Linoleic Acid and Suppresses<br />

the Development of Premalignant Lesions in the Rat Mammary Gland. Nutr. Cancer 41(1-2):<br />

91-97, 2001<br />

7) E. Angioni, G. Lercker, N.G. Frega, G. Carta, M.P. Melis, E. Murru, S.Spada and S.Banni.<br />

UV spectral properties of lipids as a tool for their identification. Eur. J. Lipid Sci. Technol.<br />

104:59-64, 2002.<br />

8) E. Murru, E. Angioni, G. Carta, M.P. Melis, S. Banni. Apporto alimemtare <strong>di</strong> CLA e<br />

valutazione <strong>degli</strong> effetti della loro attività biologica in modelli animali e nell’uomo. Giornata <strong>di</strong><br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o su: Latte e carne dei ruminanti componente lipi<strong>di</strong>ca e salute umana, estratto da “I<br />

Georgofili- Quaderni, I pag:187-204, 2002<br />

9) S. Banni, E. Murru, E. Angioni, G. Carta, M.P. Melis. Conjugated linoleic acid isomers<br />

(CLA): good for everything? Sciences des aliments 22:371-380, 2002.<br />

10) G. Carta, E. Angioni, E. Murru, M.P. Melis, S. Spada, S. Banni. Modulation of lipid<br />

metabolism and vitamin A conjugated linoleic acid. Prostaglan<strong>di</strong>ns, Leukotrienes and<br />

Essential Fatty Acids 67(2-3):187-191, 2002.<br />

11) C. Ip, Y. Dong, M. Ip, S. Banni, G. Carta, E. Angioni, E. Murru, S. Spada, M.P. Melis and<br />

A. Saebo. Conjugated linoleic acid isomers and mammary cancer prevention. Nutrition and<br />

Cancer 43(1):52-58, 2002.<br />

12) E. Murru, E. Angioni, G. Carta, M.P. Melis, S. Spada and S. Banni. Reversed-phase<br />

HPLC analysis of conjugated linoleic acid and its metabolites. In “Advances in<br />

Conjugated linoleic acid research, volume 2 E<strong>di</strong>tors: Jean-Louis Sebe<strong>di</strong>o, William W.<br />

Christie, Richard Adlof, 94-100, 2003.<br />

13) M.P. Melis, E. Murru, E. Angioni, G. Carta, , and S. Banni. Does metabolism of<br />

conjugated linoleic acid play a role in its biological activities?. In “AOCS Press<br />

Champaign, Illinois. E<strong>di</strong>tors: Yung-Sheng Huang, Shing-Jong Lin, Po-Chao Huang 339-<br />

342, 2003<br />

14) S. Banni, A. Petroni, M. Blasevich, G. Carta, E. Angioni, E. Murru, B.W. Day, M.P.<br />

Melis, S. Spada and C. Ip. Detection of conjugated C16 PUFAs in rat tissues as possible<br />

partial beta-oxidation product of naturally occurring conjugated linoleic acid and its<br />

metabolites. Biochemical and Biophysical Acta. 1682:120-127, 2004<br />

15) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, M. P. Melis, E. Murru, I. Tomassini Barbarossa, S.<br />

Vargiolu, P. Muroni, M. D. Setzu and A. M. Angioy. Conjugated linoleic acid metabolism<br />

in <strong>di</strong>fferent animal species inclu<strong>di</strong>ng humans. A possible rationale for its biological<br />

activities. Trends Comp. Biochem. Physiol. 10, 83-86 2004<br />

16) S. Banni, A. Petroni, M. Blasevich, G. Carta, L. Cordeddu, E. Murru, M. P. Melis, A.<br />

Mahon and M. A. Belury. Conjugated linoleic acids (CLA) as precursors of a <strong>di</strong>stinct<br />

family of PUFAs. Lipids 39, 1143–1146 2004<br />

17) L. Lucchi, S. Banni, A. Iannone, M. P. Melis, G. Carta, E. Murru, L. Cordeddu, L.<br />

Stipo, S. Uggeri, V. Gatti, V. Malaguti and A. Albertazzi. Changes in conjugated linoleic<br />

acid and palmitoleic acid are correlated to retinol levels in chronic renal failure: both in<br />

haemo<strong>di</strong>alysis and conservative treatment patients.<br />

Artificial Organs (In Press).<br />

<strong>Abstract</strong>s:<br />

1) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, V.Casu, E.Murru, P.Scanu, M.P.Melis and F.P.Corongiu<br />

Alterations in the lipid metabolism by <strong>di</strong>etary CLA-enriched butter fat in association to its anticarcinogenic<br />

activity. CLA What's going on. European concerted action. December 1999. N°3<br />

p.3<br />

2) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, V.Casu, M.P.Melis, E.Murru, M.Ruggieri, P.Scanu, and<br />

F.P.Corongiu Characteristic UV Spectra of CLA and Its Metabolites. A Tool for Their<br />

Identification by HPLC with Diode Array Detector. 91 st AOCS Annual Meeting & Expo. San<br />

Diego, California, April 25-28, 2000; pag.S2<br />

3) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu Influence<br />

of <strong>di</strong>etary fat on CLA metabolism. 40 th International Conference on the Biochemistry of Lipids<br />

(ICBL). Dijon September 1999. CLA What's going on. Juin 2000, n°4 pag.3<br />

4) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.E. Murru, M.P.Melis, P.Scanu, and F.P.Corongiu Attività<br />

chemopreventiva dell’acido linoleico a <strong>di</strong>eni coniugati (CLA) in relazione alle mo<strong>di</strong>ficazioni nel<br />

metabolismo lipi<strong>di</strong>co indotte dal suo apporto alimentare. XXV Congresso Nazionale della<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Patologia. Bari, 07-10 Giugno 2000. p. 77<br />

5) S.Banni, G.Carta, E.Angioni, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu Detection<br />

of peroxisomal -oxidation products of CLA. 3 rd Meeting of the European Section of AOCS.<br />

Helsinki, Finland, June, 18-21 2000.<br />

6) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, V.Casu, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu<br />

Selective incorporation of CLA and its metabolites in liver lipids. 3 rd Meeting of the European<br />

Section of AOCS. Helsinki, Finland, June, 18-21 2000<br />

7) S.Banni, M.P.Melis, E.Angioni, G.Carta, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu Influence<br />

of LA/CLA ration in the <strong>di</strong>et on tissues fatty acid incorporation. 3 rd Meeting of the European<br />

Section of AOCS. Helsinki, Finland, June, 18-21 2000<br />

8) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, M.E.Murru, P.Scanu, and F.P.Corongiu<br />

Metabolism of conjugated linoleic acid in relation to its anticarcinogenic activity. 220 th ACS<br />

National Meeting. Washington, DC, August, 20-24, 2000<br />

9) S. Banni, G.Carta, M.P.Melis, E.Murru, P. canu, E.Angioni Alimenti arricchiti con acido<br />

linoleico coniugato (CLA). Attività biologiche in relazione ai suoi effetti benefici sulla salute.


Giornata <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o: “Functional Foods, Alimenti funzionali e fitoderivati: nuove<br />

prospettive per interventi salutistici e <strong>di</strong> prevenzione” Rapporti GSISR N°96. Milano,<br />

Italy, 22 novembre 2000;<br />

10) S.Banni, L.Lucchi, M.P.Melis, E.Angioni, G.Carta, E.Murru, P.Scanu, F.Olmeda,<br />

L.Stipo, F.Di Bari and A.Albertazzi CLA and chronic renal failure in humans. CLA<br />

What's going on. European concerted action. March 2001. n°6 pag. 3;<br />

11) S.Banni, E.Angioni, G.Carta, E.Murru, S.Spada, and M.P.Melis Lipid metabolism<br />

modulation by <strong>di</strong>etary CLA. 1 st. International Conference on Conjugated Linoleic Acid<br />

(CLA). Alesund, Norway. June 10-13, 2001; p.22;<br />

12) E.Angioni, G.Carta, M.P.Melis, E.Murru, S.Spada, and S.Banni Characterization of<br />

conjugated fatty acids by HPLC with <strong>di</strong>ode array detector. 1 st. International Conference<br />

on Conjugated Linoleic Acid (CLA). Alesund, Norway. June 10-13, 2001; pag.32;<br />

13) M.P. Melis, M. Murru, L. Lucchi, B. Batetta, L. Cordeddu, S. Banni. CLA<br />

accumulation and metabolism in some human pathological states. 94th AOCS Annual<br />

Meeting & Expo. Kansas City, Missouri May, 2003.<br />

14) E. Murru, M. P. Melis, E. Angioni, G. Carta, S. Banni retinol tissue levels are<br />

positively correlated to <strong>di</strong>etary conjugated linoleic acid. 12th European Meeting on Fat-<br />

Soluble Vitamins che si è tenuto a Rieti il 13-15 Marzo 2003<br />

15) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, E. Murru, M.P. Melis. Ruolo <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi<br />

polinsaturi nell’alimentazione e rischio car<strong>di</strong>ovascolare. SISA Sassari 2004<br />

16) S. Banni, M.P. Melis, E. Murru, L. Cordeddu, G. Carta I. Tomassini Barbarossa<br />

and A.M. Angioy. Modulation of lipid metabolism by <strong>di</strong>etary conjugated linoleic<br />

acid (CLA) in humans. SIF Pisa 2004<br />

17) Sebastiano Banni, Maria Paola Melis, Gianfranca Carta, Lina Cordeddu,<br />

Elisabetta Murru, Elisa Bellei e Anna Iannone. Antiossidanti come modulatori del<br />

metabolismo <strong>degli</strong> aci<strong>di</strong> grassi. Convegno “antiossidanti ed invecchiamento:<br />

realtà prospettive <strong>di</strong> impiego in dermatologia, cosmetologia e nella me<strong>di</strong>cina del<br />

benessere” che si è tenuto a Roma dal 6-8 Febbraio 2004.<br />

18) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, M.P. Melis, E. Murru. Interaction between<br />

CLA isomers and the other PUFA families. A possible rationale for their<br />

biological activities in humans. congresso su “CLA and human health” tenutosi a<br />

Winnipeg (Canada) il 21-23 Ottobre 2004.<br />

19) Sebastiano Banni, Francesca Sanna, Rosa Rita Bonatesta, Maria Paola Melis,<br />

Gianfranca Carta, Lina Cordeddu, Elisabetta Murru, e Barbara Batetta G6PD<br />

carenza: effetto sui fattori proflogogeni <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare. IV Giornata <strong>di</strong><br />

Stu<strong>di</strong>o “Update on Atherosclerosis” tenutosi a <strong>Cagliari</strong> 20 novembre 2004<br />

Cittadella Universitaria, Monserrato (CA).<br />

20) S. Banni, G. Carta, L. Cordeddu, M.P. Melis, E. Murru Metabolism of CLA<br />

isomers in humans, possible mechanism of action for their biolological activities.<br />

10th World Congress on Clinical Nutrition tenutosi dal 30 Novembre al 3<br />

Dicembre 2004 a Pearl Village, Phuket, Tailan<strong>di</strong>a.<br />

118


Assegnista: Maurizio Olla<br />

Struttura: Dip. Chimica Inorganica e Analitica<br />

ABSTRACT: Determinazione <strong>di</strong> profili <strong>di</strong> concentrazione <strong>di</strong> strati nano<strong>di</strong>mensionati <strong>di</strong><br />

ossi-idrossido sulle superfici del ferro da misure ARXPS.<br />

Maurizio Olla a , Gabriele Navarra b , Bernhard Elsener a and Antonella Rossi a*<br />

a Dip. <strong>di</strong> Chimica Inorg. e Analitica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Cittadella Universitaria, SS.<br />

554 bivio per Sestu 09042 Monserrato (CA) – ITALY, INSTM, (<strong>Cagliari</strong>)<br />

b Dip. <strong>di</strong> Scienze Chimiche, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Cittadella Universitaria 09042 SS. 554<br />

bivio per Sestu 09042 Monserrato (CA) - ITALY<br />

Il Metodo della Massima Entropia (MEM) è applicato in questo lavoro per ricavare,<br />

in maniera non <strong>di</strong>struttiva, informazioni sulla <strong>di</strong>stribuzione con la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong><br />

composizione e stato chimico nei film <strong>di</strong> ossi-idrossido che si formano naturalmente<br />

sulle superfici del ferro, da dati ottenuti applicando la tecnica della spettroscopia<br />

fotoelettronica a raggi X a variazione angolare (ARXPS).Un algoritmo MEM è stato<br />

creato e quin<strong>di</strong> testato su dati ARXPS simulati: le ricostruzioni dei profili <strong>di</strong><br />

concentrazione sono in ottimo accordo con i profili <strong>di</strong> compposizione orginali fino ad un<br />

livello <strong>di</strong> rumore Gaussiamo aggiunto ai dati del 5%.<br />

Lo stesso algoritmo è stato quin<strong>di</strong> applicato ai dati ARXPS raccolti su campioni <strong>di</strong><br />

ferro.<br />

Sono stati investigati due campioni <strong>di</strong> ferro.Il campione denominato Fe_A è stato<br />

meccanicamente pulito in etanolo e imme<strong>di</strong>atamente trasferito allo spettrometro a raggi<br />

X per l’analisi. Il campione denominato Fe_B è stato meccanicamente pulito in etanolo<br />

e lasciato in essicatore (15% <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà relativa) per 11 giorni prima <strong>di</strong> procedere<br />

all’acquisizione dei dati.<br />

Come risultato, il film superficiale <strong>di</strong> ossi-idrossido presenta, per entrambi I<br />

campioni, una complessa struttura multistrato. Nello strato più esterno sono presenti<br />

l’idrocarburo <strong>di</strong> contaminazione e una piccola quantità d’acqua adsorbita. Negli strati<br />

successivi interme<strong>di</strong> si trovano l’idrossido e l’ossido <strong>di</strong> ferro e quin<strong>di</strong> il bulk costituito dal<br />

ferro metallico.<br />

Lo spessore totale del film nel campione Fe_A è <strong>di</strong> 5.8 nm, mentre 7.0 nm<br />

vengono misurati per il campione sample Fe_B. Lo spessore dello strato dell’<br />

idocarburo <strong>di</strong> contaminazione è <strong>di</strong> 2.5 nm per il campione Fe_A e <strong>di</strong> 2.1 nm per il<br />

campione Fe_B. La regione d’acqua si estende per 1.5 nm (i.e. 5 strati <strong>di</strong> H 2O) per<br />

Fe_A ma solo per 0.7 nm (i.e. 2 – 3 strati <strong>di</strong> H2O) per Fe_B.<br />

Lo spessore dello strato <strong>di</strong> ossi-idrossido è <strong>di</strong> 3.4 nm per il campione Fe_A e <strong>di</strong><br />

5.5 nm per il campione Fe_B: lo spessore dello strato <strong>di</strong> ossi-idrossido aumenta con<br />

l’esposizione all’aria. Questo strato presenta profonde <strong>di</strong>fferenze per i due campioni:<br />

nel caso del campione Fe_A lo strato <strong>di</strong> idrossido e quello <strong>di</strong> ossido si sovrappongono<br />

e la quantita <strong>di</strong> idrossido può essere stimata <strong>di</strong> ca.15 - 20%. Nel caso del campione<br />

Fe_B c’è una netta separazione tra le due specie: l’idrossido viene trovato solo nella<br />

parte esterna dello strato mentre l’ossido viene trovato in una parte più interna dello<br />

strato.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della reattività e della caratterizzazione <strong>di</strong> superficie <strong>di</strong> minerali solfuri è<br />

<strong>di</strong> grande interesse da un punto <strong>di</strong> vista fondamentale e da un punto <strong>di</strong> vista<br />

ambientale. Sulla superficie dei materiali esaminati e’ presente uno strato ossidato,<br />

nano<strong>di</strong>mensionato, con composizione <strong>di</strong>versa da quella del bulk sia riguardo allo stato<br />

d’ossidazione <strong>degli</strong> elementi sia ai loro rapporti stechiometrici. È dunque necessario<br />

<strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> un metodo che permetta l’analisi qualitativa e quantitativa <strong>degli</strong> strati più<br />

esterni dei materiali per profon<strong>di</strong>tà ≤ 10 nm.<br />

La spettroscopia fotoelettronica a raggi X in risoluzione angolare (ARXPS) è un<br />

metodo per la valutazione della variazione delle concentrazioni atomiche con la<br />

profon<strong>di</strong>tà a partire da misure d’intensità dei segnali fotoelettronici. Questo metodo ha il<br />

vantaggio <strong>di</strong> essere non <strong>di</strong>struttivo rispetto alla tecnica dell’erosione ionica.<br />

Il calcolo delle intensità XPS attese, condotto a partire da strutture modello e<br />

iterando le stesse fin quando non vi è l’accordo con i dati sperimentali, conduce spesso<br />

a risultati sbagliati. Questo perché i dati reali contengono rumore, e può quin<strong>di</strong> esistere<br />

un gran numero <strong>di</strong> strutture, che producono dati calcolati equivalenti entro la precisione<br />

sperimentale, ma che possono <strong>di</strong>fferire significativamente una dall’altra.<br />

Il metodo della Massima Entropia (MEM) permette <strong>di</strong> trovare la ricostruzione che<br />

sod<strong>di</strong>sfa i dati sperimentali e al tempo stesso contiene la minima quantità d’or<strong>di</strong>ne<br />

strutturale necessario a fare ciò, evitando <strong>di</strong> elaborare i dettagli del rumore.<br />

Nel corso dell’attività <strong>di</strong> ricerca è stato sviluppato un algoritmo, compilato in<br />

linguaggio Fortran77, basato sul MEM per la ricostruzione dei profili <strong>di</strong> composizione da<br />

dati ARXPS.<br />

In una prima fase dell’attività <strong>di</strong> ricerca, l’algoritmo MEM è stato applicato alla<br />

determinazione <strong>di</strong> profili <strong>di</strong> composizione a partire da curve ‘sintetiche’ <strong>di</strong> dati simulati<br />

ARXPS, a cui è stato aggiunto rumore gaussiano. Le ricostruzioni MEM sono state in<br />

ottimo accordo con i profili <strong>di</strong> composizione originali, da cui sono stati generati i dati.<br />

Il MEM è stato quin<strong>di</strong> applicato a dati ARXPS raccolti su campioni <strong>di</strong> ferro per la<br />

determinazione dei profili <strong>di</strong> composizione nei film ossi-idrossido, nano<strong>di</strong>mensionati,<br />

che si formano naturalmente sulla superficie del ferro. Come risultato, il film superficiale<br />

<strong>di</strong> ossi-idrossido presenta una complessa struttura multistrato, con interfacce pseudo<br />

Gaussiane e gra<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> concentrazione all’interno <strong>di</strong> ciascuno strato. Nello strato più<br />

esterno sono presenti l’idrocarburo <strong>di</strong> contaminazione e una piccola quantità d’acqua<br />

adsorbita. Negli strati successivi interme<strong>di</strong> si trovano l’idrossido e l’ossido <strong>di</strong> ferro e<br />

quin<strong>di</strong> il bulk costituito dal ferro metallico.<br />

Come effetto dell’esposizione all’aria lo spessore del film aumenta ed inoltre la<br />

sua struttura viene mo<strong>di</strong>ficata, evolvendo da un profilo in cui l’ossido e l’idrossido<br />

formano uno strato quasi omogeneo, a un profilo in cui vi è una netta separazione tra lo<br />

strato esterno <strong>di</strong> idrossido e quello più interno <strong>di</strong> ossido. La quantità d’acqua adsorbita<br />

<strong>di</strong>minuisce come effetto dell’esposizione ad un ambiente a bassa umi<strong>di</strong>tà.<br />

Nel corso dell’attività <strong>di</strong> ricerca è stata inoltre portata a compimento la<br />

caratterizzazione del sistema DDAB/H 2O/Tetradecano. Il sistema presenta una regione<br />

<strong>di</strong> microemulsione al centro del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong> fase ternario. La modellazione dei dati<br />

sperimentali suggerisce un’evoluzione graduale della microstruttura da doppio strato a<br />

monostrato.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

M.Olla, M.Monduzzi, L.Ambrosone,“Microemulsions and Emulsions in DDAB/W/Oil<br />

Systems”<br />

Colloids and Surfaces A, 1999, 160,23-36;<br />

119<br />

M.Olla, M.Monduzzi, “DDAB Microemulsions: Influence of an Aromatic Oil on Microstructure”<br />

Langmuir, 2000, 16, 6141-6147<br />

M. Olla, A. Semmler, M. Monduzzi, S. T. Hyde, “From Monolayers to Bilayers:<br />

Mesostructural Evolution in DDAB/water/tetradecane microemulsions”<br />

Journal of Physical Chemistry B, 2004, 108,12833-12841<br />

M.Olla, G. Navarra, B. Elsener, A. Rossi “Non-destructive in-depth composition profile<br />

of<br />

nanosized oxy-hydroxide films on iron surfaces from ARXPS measurements”<br />

To be submitted


120


Assegnista: Nicola Orani<br />

Struttura: Dip. Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT:Sistemi robotici natanti<br />

Ci si è concentrati su veicoli mobili attuati me<strong>di</strong>ante propulsori mono<strong>di</strong>rezionali (come<br />

ad es. gli idrogetti o i sistemi propulsivi a reazione) un vincolo che complica<br />

notevolmente il problema <strong>di</strong> controllo e rende necessario, in presenza <strong>di</strong> incertezze <strong>di</strong><br />

modello, l’impiego <strong>di</strong> tecniche sofisticate come ad esempio il metodo del simplesso <strong>di</strong><br />

vettori. Una particolare realizzazione <strong>di</strong> tale metodologia è stata sviluppata per renderla<br />

imme<strong>di</strong>atamente applicabile per il controllo <strong>di</strong> un prototipo <strong>di</strong> natante <strong>di</strong> superficie a tre<br />

gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> libertà attuato me<strong>di</strong>ante 4 idrogetti a efflusso variabile opportunamente<br />

orientati.<br />

Attualmente sono state proposte e testate me<strong>di</strong>ante simulazioni al calcolatore soluzioni<br />

originali che combinano derivatori e controllori non lineari.<br />

E’ in avanzata fase <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione un prototipo (v. Fig. 1) che consentirà<br />

l’esecuzione <strong>di</strong> un consistente numero <strong>di</strong> test sperimentali sia per quanto riguarda le<br />

tecniche <strong>di</strong> controllo del moto basate sul metodo del simplesso che per quanto riguarda<br />

algoritmi <strong>di</strong> navigazione e localizzazione basate su <strong>di</strong>spositivi inerziali e filtraggio alla<br />

Kalman.<br />

I test sperimentali verranno condotti in un’area appositamente attrezzata sita presso gli<br />

stabilimenti del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna “POLARIS”.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca svolta durante il primo anno <strong>di</strong> attività ha avuto come oggetto la<br />

modellazione, la supervisione e il controllo <strong>di</strong> sistemi robotici non convenzionali, ed ha<br />

riguardato sia l’analisi <strong>di</strong> aspetti teorici e metodologici che la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> set up<br />

sperimentali necessari alla verifica <strong>di</strong> gran parte dei risultati teorici conseguiti.<br />

Le problematiche affrontate principalmente sono state il controllo del moto per un<br />

veicolo acquatico <strong>di</strong> superficie attuato me<strong>di</strong>ante spinte mono<strong>di</strong>rezionali ed il controllo <strong>di</strong><br />

una mano robotizzata a retroazione <strong>di</strong> forza con tecniche non lineari robuste<br />

classificabili nell’ambito del controllo “output-feedback“ me<strong>di</strong>ante sli<strong>di</strong>ng-modes <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>ne superiore.<br />

Ci si è concentrati su veicoli mobili attuati me<strong>di</strong>ante propulsori mono<strong>di</strong>rezionali (come<br />

ad es. gli idrogetti o i sistemi propulsivi a reazione) un vincolo che complica<br />

notevolmente il problema <strong>di</strong> controllo e rende necessario, in presenza <strong>di</strong> incertezze <strong>di</strong><br />

modello, l’impiego <strong>di</strong> tecniche sofisticate. Una particolare realizzazione <strong>di</strong> tale<br />

metodologia è stata sviluppata per renderla imme<strong>di</strong>atamente applicabile per il controllo<br />

<strong>di</strong> un prototipo <strong>di</strong> natante <strong>di</strong> superficie a tre gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> libertà attuato me<strong>di</strong>ante 4 idrogetti a<br />

efflusso variabile opportunamente orientati.<br />

Si è affrontato lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> un set up HW/SW per la realizzazione <strong>di</strong><br />

un sistema <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> un manipolatore robotico ad elevata destrezza. Le<br />

caratteristiche che si stanno implementando sono la teleoperazione me<strong>di</strong>ante<br />

opportuna interfaccia e la retroazione <strong>di</strong> forza (retroazione aptica).<br />

Il sistema in questione, caratterizzato da numerosi aspetti innovativi quali l’utilizzo <strong>di</strong><br />

circuiti idraulici costituiti da soffietti guidati (master/slave) me<strong>di</strong>ante tubi flessibili e una<br />

configurazione dei soffietti tale da realizzare un simplesso <strong>di</strong> vettori <strong>di</strong> forza, consente<br />

<strong>di</strong> replicare i movimenti <strong>di</strong> un operatore il quale tramite interfaccia aptica è in grado <strong>di</strong><br />

fornire dei riferimenti <strong>di</strong> posizione al sistema e nel contempo percepire le forze <strong>di</strong><br />

contatto della mano robotica con gli oggetti manipolati.<br />

Sono stati inoltre considerati i problemi della derivazione numerica <strong>di</strong> segnali<br />

campionati e della analisi <strong>di</strong> robustezza <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> controllo sli<strong>di</strong>ng mode <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

superiore nei confronti <strong>di</strong> attuatori dalla <strong>di</strong>namica non modellata.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

[1] G.Bartolini, N.Orani, A.Pisano, E.Usai, “Load Swing Suppression in Overhead<br />

Cranes by Sli<strong>di</strong>ng Modes Technique”, Proc. of the 39 th IEEE, Conference on Decision<br />

and Control (CDC2000), Sidney, Australia, December 2000<br />

[2] ANALYSIS OF NONLINEAR VARIABLE-STRUCTURE SYSTEMS WITH<br />

SECOND-ORDER SLIDING-MODES AND DYNAMIC ACTUATORS<br />

Igor Boiko . Leonid Fridman .. Nicola Orani .. Alessandro Pisano ... Elio Usai ...<br />

121


122


Assegnista: Raffaella Origa<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: TERAPIA CHELANTE COMBINATA NELLA TALASSEMIA MAJOR:<br />

RISULTATI A LUNGO TERMINE<br />

Origa Raffaella, Bina Patrizio*, Dessì Carlo, Leoni GiovanBattista, Muroni PierPaolo,<br />

Crobu Gabriella, Defraia Elisabetta, e Galanello Renzo<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie Ospedale Regionale per le<br />

Microcitemie,<br />

ASL 8 – <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> – <strong>Cagliari</strong><br />

*Servizio <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia Ospedale Regionale per le Microcitemie, ASL 8 – <strong>Cagliari</strong><br />

Una terapia efficace e bene accettata, rimane uno dei principali obiettivi nel controllo<br />

del sovraccarico <strong>di</strong> ferro del paziente talassemico. L’uso combinato della<br />

desferrioxamina e del deferiprone dovrebbe avere una maggiore efficacia chelante e<br />

consentire <strong>di</strong> ridurre le dosi e la tossicità dei farmaci, <strong>di</strong>minuire i giorni <strong>di</strong> infusione <strong>di</strong><br />

desferrioxamina, migliorando la compliance e la qualità <strong>di</strong> vita. Dopo approvazione del<br />

Comitato Etico <strong>di</strong> un protocollo specifico, abbiamo proposto il trattamento combinato a<br />

pazienti con età superiore a 10 anni e valori <strong>di</strong> ferritina maggiori <strong>di</strong> 3000 ng/ml che<br />

presentavano una ridotta compliance alla terapia chelante convenzionale e avevano<br />

rifiutato la chelazione intensiva con catetere venoso centrale. Sono stati arruolati 79<br />

pazienti, 44 F e 35 M, con età me<strong>di</strong>a 23 ± 5 anni. L’81% erano HCV positivi e la<br />

ferritina me<strong>di</strong>a all’inizio del trattamento era 5245 ± 2388 ng/ml (range 3050-16290). Il<br />

deferiprone è stato prescritto tutti i giorni a dosi comprese tra 70 e 80 mg/kg/<strong>di</strong>e in 3<br />

somministrazioni orali, la desferrioxamina alle dosi <strong>di</strong> 40 ± 10 mg/kg/<strong>di</strong>e, da 2 a 6<br />

gg/settimana, in rapporto ai livelli <strong>di</strong> ferritina. Il protocollo ha previsto i seguenti controlli:<br />

emocromo con formula leucocitaria ogni 7-10 gg, ALT ad ogni trasfusione, siderurie<br />

effettuando la terapia combinata ed il solo deferiprone.<br />

Il tempo complessivo <strong>di</strong> esposizione al farmaco è stato <strong>di</strong> 167 anni/paziente. Tre<br />

pazienti (3.8%) hanno presentato agranulocitosi (1.8/100 pazienti/anno) e 4<br />

neutropenia lieve (2.4/100 pazienti/anno). Altri effetti collaterali sono stati nausea<br />

(32%), vomito (10%), dolore addominale (9%), aumento delle ALT (18%) e artralgia<br />

(2.5%). L’efficacia della terapia combinata è stata valutata in 55 pazienti trattati per<br />

almeno 12 mesi (range 12 – 45 mesi) (“intention to treat analysis”). Cinquanta pazienti<br />

nei quali la ferritina è <strong>di</strong>minuita durante il trattamento (da 5389 ± 2410 ng/ml a 3445 ±<br />

2436 ng/ml, p


124


Assegnista: Daniela Pasciu<br />

Struttura: Dip. Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie<br />

ABSTRACT : IL MICROAMBIENTE DEL FEGATO DEL RATTO VECHIO<br />

FAVORISCE LA CRESCITA CLONALE<br />

Daniela Pasciu, Silvia Doratiotto, Marianna Greco, Stefania Mentisci, Sabrina Pitzalis,<br />

Giovanna Porcu, Paolo Pani, Sergio Laconi and Ezio Laconi<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie Sez. Patologia Sperimentale<br />

E’ stato proposto che l’invecchiamento porti all’aumento dello sviluppo <strong>di</strong> cancro anche<br />

attraverso mo<strong>di</strong>ficazioni indotte nel microambiente tissutale. Nonostante le <strong>di</strong>verse<br />

ipotesi considerate, attualmente non sono ancora del tutto noti i meccanismi che<br />

portano a questi effetti.<br />

In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo voluto confrontare il microambiente del fegato <strong>di</strong> ratti giovani<br />

e vecchi nella loro capacità relativa <strong>di</strong> sostenere la crescita <strong>di</strong> epatociti normali<br />

trapiantati. Ratti Fisher 344 giovani (quattro mesi <strong>di</strong> età) e vecchi (<strong>di</strong>ciotto mesi <strong>di</strong> età)<br />

sono stati iniettati attraverso la vena porta, con epatociti normali prelevati da un<br />

donatore adulto singenico.<br />

Come riceventi sono stati utilizzati animali deficienti per l’enzima <strong>di</strong>pepti<strong>di</strong>l-peptidasi <strong>di</strong><br />

tipo IV (DPPIV).Questo ci ha permesso <strong>di</strong> seguire il destino delle cellule trapiantate<br />

(DPPIV+) e della loro progenie attraverso una semplice colorazione istochimica. Gli<br />

animali (dai 3 ai 4 per gruppo) sono stati sacrificati a 2 settimane, a 2 mesi e a 6 mesi<br />

dal trapianto (Tx).<br />

A 2 settimane dal Tx sono state osservate rare e isolate cellule DPPIV+ sia negli<br />

animali trapiantati a 4 mesi <strong>di</strong> età che in quelli trapiantati a 18 mesi, con nessuna<br />

<strong>di</strong>fferenza tra i due gruppi.<br />

Tuttavia la crescita successiva delle cellule trapiantate è stata <strong>di</strong>versa nei due gruppi<br />

sperimentali. Nel fegato <strong>di</strong> ratti ripopolati a 18 mesi è stata osservata una significativa<br />

espansione delle cellule derivate dal donatore: clusters <strong>di</strong> oltre 10 cellule DPPIV+ per<br />

sezione erano presenti a 3 mesi dal Tx e aumentavano notevolmente sia <strong>di</strong> numero<br />

che <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni (fino a 120 cellule per cluster per sezione) a 6 mesi dal Tx. Nel fegato<br />

dei ratti <strong>di</strong> 4 mesi, invece, non è stata osservata nessuna crescita <strong>di</strong> epatociti DPPIV+<br />

né a 3 né a 6 mesi dal Tx. Questi risultati in<strong>di</strong>cano che il microambiente dei fegati <strong>di</strong><br />

animali vecchi favorisce l’espansione clonale <strong>di</strong> epatociti normali trapiantati più <strong>di</strong><br />

quanto riesca a fare il fegato <strong>di</strong> un animale giovane, contrariamente a quanto sarebbe<br />

intuitivo pensare. Questo potenziale clonogenico potrebbe essere sfruttato nell’ambito<br />

della rigenerazione epatica in campo clinico. D’altro canto, lo stesso potenziale<br />

potrebbe contribuire anche alla crescita selettiva <strong>di</strong> cellule alterate durante la<br />

cancerogenesi.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Il nostro progetto <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le potenzialità <strong>di</strong> epatociti isolati<br />

nello sviluppo <strong>di</strong> nuove strategie applicative nel trattamento <strong>di</strong> patologie epatiche, acute<br />

e croniche. Nel nostro laboratorio abbiamo messo a punto un modello sperimentale <strong>di</strong><br />

ripopolamento quasi totale del fegato attraverso il trapianto <strong>di</strong> epatociti nel ratto. L'idea<br />

base è stata quella <strong>di</strong> ottenere una proliferazione selettiva <strong>di</strong> epatociti trapiantati<br />

bloccando preventivamente la capacità proliferativa del fegato residente. In tali<br />

con<strong>di</strong>zioni sperimentali abbiamo osservato oltre il 90% <strong>di</strong> ripopolamento del fegato<br />

ricevente da parte <strong>degli</strong> epatociti trapiantati entro pochi mesi dal trapianto. Questi<br />

risultati suggeriscono la possibilità <strong>di</strong> una strategia generale attraverso cui epatociti<br />

danneggiati endogeni possano essere rimpiazzati da cellule normali e/o geneticamente<br />

"ingegnerizzate". Il nostro modello offre inoltre la possibilità <strong>di</strong> espandere<br />

indefinitamente popolazioni <strong>di</strong> epatociti, anche umani, trapiantati in un contesto <strong>di</strong><br />

xenotrapianto.<br />

Il punto car<strong>di</strong>ne del nostro modello è costituto dal fatto che il trattamento con retrorsina<br />

(RS) determina nel fegato dell'ospite con<strong>di</strong>zioni favorenti la crescita <strong>di</strong> epatociti<br />

trapiantati bloccando la proliferazione delle cellule endogene. Nostri <strong>stu<strong>di</strong></strong> precedenti<br />

hanno suggerito che tale blocco coinvolga sia la fase S tar<strong>di</strong>va che la fase G2 del ciclo<br />

cellulare. Tuttavia, nulla si conosce sui meccanismi molecolari che ne stanno alla base.<br />

E’ verosimile che tale blocco persistente scateni nell'ospite una serie <strong>di</strong> alterazioni<br />

tendenti a superarlo e tali reazioni costituiscano una componente importante per la<br />

crescita delle cellule trapiantate, non bloccate dalla RS. Inoltre gli epatociti bloccati<br />

dalla RS vengono quasi interamente eliminati e sostituiti da cellule normali trapiantate.<br />

E’ possibile che tale morte cellulare selettiva costituisca <strong>di</strong> per sé uno stimolo per le<br />

cellule trapiantate. Una maggiore conoscenza sulla natura <strong>di</strong> tale blocco potrebbe<br />

perciò fornire informazioni importanti su possibili meccanismi generali che stanno alla<br />

base del ripopolamento epatico. Il nostro progetto <strong>di</strong> ricerca ha fra gli obiettivi la<br />

caratterizzazione dei meccanismi biochimici e molecolari alla base dell'esteso<br />

ripopolamento epatico nel modello <strong>di</strong> trapianto basato sulla retrorsina (RS), messo a<br />

punto dal nostro gruppo <strong>di</strong> ricerca;<br />

Pubblicazioni<br />

“Cyclin D1 is up-regulated in hepatocytes in vivo following cell-cycle block induced by<br />

retrorsine.” (submitted) Pitzalis S., Doratiotto S., Greco M., Montisci S., Pasciu D, Porcu<br />

D., Pani P, Laconi S.and Ezio Laconi.<br />

“A growth-constrained environment drives tumor progression in vivo” S. Laconi, P.<br />

Pani, S. Pillai, D. Pasciu, D.S.R. Sarma, and E. Laconi 7806-7811 PNAS July 3, 2001<br />

vol. 98 no. 14<br />

“Liver regeneration in response to partial hepatectomy in rats treated with retrorsine: a<br />

kinetic study” S.Laconi, F. Curreli, S. Diana, D. Pasciu, G. De Filippo, D. S. R. Sarma,<br />

P. Pani and E. Laconi. 1069-1074 Journal of Hepatology 1999, 31<br />

“Terapia Anticoagulante Orale Interferenze farmacologiche e note <strong>di</strong>etetiche seconda<br />

e<strong>di</strong>zione” Settembre 2001 Porcu A., Porcu A., Loy A.M., Lochi M.F., Mulas R., Pasciu<br />

D., Porcu P.P.<br />

<strong>Abstract</strong>s Congressi<br />

Laconi, S. Doratiotto, M. Greco, S. Montisci, D. Pasciu, G. Porcu, S. Pitzalis, P.<br />

Pani, E. Laconi. Cell terapy of liver. Anticancer Res. Vol. 24, pag 4265-70. (2004).<br />

Congresso American association for cancer research 10-14 aprile 1999 Philadelphia<br />

:”Differential effects of a <strong>di</strong>rect liver mitogen, lead nitrate, and partial hepatectomy on<br />

125<br />

proliferation of oval cells in rat liver “(Pani P, Laconi S, De Filippo G, Tavera ML, Pasciu D and<br />

Laconi E)<br />

XXIX Congresso Nazionale Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) Rimini 12-15<br />

settembre 2000: “Valutazione della sensibilita` agli antibiotici <strong>di</strong> stafilococchi aurei e<br />

stafilococchi coagulasi negativi” (Podda R., Aresu M.G., Porcu P.P., Pasciu D.)<br />

XXIX Congresso Nazionale Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) Rimini 12-15<br />

settembre 2000: “Incidenza <strong>di</strong> infezioni vaginali in una popolazione infertile” (Podda R.,<br />

Aresu M.G., Porcu P.P., Pasciu D.)<br />

XXIX Congresso Nazionale Associazione Microbiologi Clinici Italiani (AMCLI) Rimini 12-15<br />

settembre 2000: “Frequenza <strong>di</strong> infezioni in pazienti trapiantati. Un anno <strong>di</strong> osservazione”<br />

(Podda R., Aresu M.G., Porcu P.P., Pasciu D.)<br />

Congresso Società Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> Laboratorio (SIMeL) Santa Margherita <strong>di</strong> Pula<br />

(CA) 26-28 Ottobre 2000: “Significato <strong>di</strong>agnostico <strong>degli</strong> isoenzimi della fosfatasi alcalina in<br />

soggetti affetti da carcinoma mammario” (R. Podda, M.G. Aresu, G. Manunza, P.P. Porcu,<br />

D. Pasciu)<br />

XVII Congress of the Italian Society of the study on Hemostasis and Thrombosis (SISET) 9-12<br />

Maggio 2002 Roma: “Moniroring of PT-INR with the help of a portable coagulomete”r (Porcu<br />

A., Porcu A., Lochi M.F., Pasciu D., Mulas R., Porcu P.P., Sanna M.)<br />

Congresso Società italiana <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> laboratorio (SIMeL) 28-30 Novembre 2002 Milano:<br />

“Point of care in emocoagulazione - determinazione del PT-INR tramite coagulometro<br />

portatile” (Porcu A., Porcu A., Loy A.M., Lochi M.F., Pasciu D., Mulas R., Porcu P.P., Sanna<br />

M.)<br />

Liver cell transplantation therapeutic strategies International meeting 7-8 ottobre 1999<br />

<strong>Cagliari</strong>: “Driving the growth of transplanted normal hepatocytes”. (Laconi E, Pillai S, Greco M,<br />

Curreli F, Scintu F, Pasciu D, De Filippo G, Diana S, Pani P and Laconi S)<br />

2° Congresso Regionale Sardo <strong>di</strong> Microbiologia Clinica 5 Maggio 2000 <strong>Cagliari</strong>: “Micosi<br />

vaginali e sensibilità agli antimicogrammi” (R. Podda, M.G. Aresu, G. Manunza, P.P. Porcu,<br />

D. Pasciu, Melis MD)<br />

2° Congresso Regionale Sardo <strong>di</strong> Microbiologia Clinica 5 Maggio 2000 <strong>Cagliari</strong>: “Infezioni<br />

vaginali da Micoplasmi in una popolazione asintomatica” (R. Podda, M.G. Aresu, G. Manunza,<br />

P.P. Porcu, D. Pasciu, Melis MD)<br />

5th Postgraduate Course on hepatobiliary Surgery 30 Novembre-2 Dicembre 2000 Padova:<br />

“Replacement of the host liver by transplanted normal hepatocytes” (Laconi S., Pillai S.,<br />

Pasciu D., Shafritz D.A., Pani P. and Laconi E.)


126


Assegnista: Enrico Peiretti<br />

Struttura: Dip. Scienze Chirurgiche e Trapianto<br />

d’Organo<br />

ABSTRACT: Il Verde <strong>di</strong> Indocianina nei Globuli Rossi “Ghosts”.<br />

Enrico Peiretti MD 1 , Robert W. Flower 2 , Maurizio Fossarello MD 1 .<br />

1 <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>,Clinica Oculistica. 2 <strong>Università</strong> del Mariland.<br />

Premesse: Valutazione della possibilità <strong>di</strong> incapsulamento del verde <strong>di</strong> indocianina<br />

(ICG) nei globuli rossi (GR) e loro utilizzo come veicolo nella fluorangiografia<br />

retinocoroideale .<br />

Materiali e meto<strong>di</strong>: Una procedura <strong>di</strong> emolisi osmotica è stata <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata per introdurre<br />

l’ICG nei GR umani.<br />

Le cellule dopo essere state prelevate da donatore sano e caricate con ICG, sono state<br />

esaminate con microscopio ottico e filtro a 805nm per una valutazione qualitativa della<br />

fluorescenza. Successivamente i GR caricati <strong>di</strong> ICG sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati con microscopia<br />

ad alta risoluzione (450 nm ).<br />

0.05 ml in bolo <strong>di</strong> eritrociti marcati,sono stati poi iniettati su coniglio ed è stata effettuata<br />

una fluorangiografia <strong>di</strong>namica .La stessa procedura è stata effettuata con normale ICG<br />

sciolta in H2O(0.05ml in bolo con concentrazione <strong>di</strong> ICG 0.25mg/ml).Ciascuna fase<br />

dell’esperimento in vitro ed in vivo è stata registrata.<br />

Risultati: La fluorangiografia con eritrociti marcati ha messo in evidenza delle <strong>di</strong>fferenze<br />

nella velocità del flusso negli strati della coroide sino ad ora non valutabili con un mezzo<br />

<strong>di</strong> contrasto sciolto in H2O.In oltre alcune cellule hanno mostrato un particolare<br />

rallentamento della loro velocità durante l’esame, presumibilmente dovuta alla riduzione<br />

del calibro dei vasi dello strato coriocapillare, sino ad ora mai visualizzato selettivamente<br />

in vivo . I conigli hanno subito in varie occasioni <strong>di</strong>verse iniezioni con la nostra soluzione.<br />

Essi non hanno mostrato nessuna reazione all’utilizzo dei GR umani e/o al mezzo <strong>di</strong><br />

contrasto e sono stati monitorizzati per la durata minima <strong>di</strong> 1 mese e massima <strong>di</strong> 3 mesi.<br />

Conclusioni:Tale meto<strong>di</strong>ca appare valida e sicura per la visualizzazione della<br />

coriocapillare nell’ uomo ed effettivamente più precisa per una analisi delle patologie<br />

vascolari della corioretina. Infine le tecniche <strong>di</strong> trattamento laser con potenziamento<br />

con ICG possono essere migliorate con questa nuova tecnica.<br />

Tale ricerca è supportata dalla Macula Foundation (NY,USA).<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Enrico Peiretti è nato a <strong>Cagliari</strong> il 17-06-1973.<br />

Il 27-10-1999 ha conseguito la laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia con voto 110/110 e lode<br />

con tesi sperimentale sul”Glaucoma Congenito in Sardegna”.<br />

Il Dott.Enrico Peiretti si è specializzato il 31-10-2003 presso la scuola <strong>di</strong> oftalmologia<br />

dell’università <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> Diretta dalla Prof.ssa A. Serra col voto <strong>di</strong> 50/50 e<br />

lode . Nel mese <strong>di</strong> settembre 2000 ha vinto una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del progetto Leonardo, 1<br />

per un soggiorno <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o all’estero, alla “Fondatiòn Ophtalmologique A. de Rothschild<br />

(Paris)” nel reparto <strong>di</strong> oftalmologia <strong>di</strong>retto dal Prof. Serge Morax .Nel Dicembre del<br />

2003 ha partecipato e vinto il concorso dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> per un<br />

assegno <strong>di</strong> ricerca della durata <strong>di</strong> 2 anni rinnovabile sul progetto <strong>di</strong> ricerca:”Terapia<br />

foto<strong>di</strong>namica dello Pterigio”, con responsabile il Prof. Maurizio Fossarello .<br />

1999:Tesi sperimentale sul”Glaucoma Congenito in Sardegna”.<br />

2000-03:Collaboratore nel lavoro sulla Terapia Foto<strong>di</strong>namica sul segmento ant. e post.<br />

della Clinica Oculistica <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. 1-2-6-7<br />

2002:Relatore al Congresso Società Oftalmologica Italiana sessione Gruppo Italiano<br />

Foto<strong>di</strong>namica;23-26 Ottobre ,Roma 2001.<br />

2001: collaboratore nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o immunoistochimico dello Pterigio in collaborazione con<br />

l’istituto <strong>di</strong> Anatomia Umana dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. 3<br />

2003: Relatore al Congresso Società Oftalmologica Italiana sessione sul Segmento<br />

Anteriore, Napoli, Maggio 2003.<br />

2003:Collaboratore nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della degenerazione maculare senile della Clinica<br />

Oculistica <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> sovvenzionato dall’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> con i fon<strong>di</strong> ex 60%.<br />

2003-4:Collaboratore nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o biochimico dello Pterigio condotto dalla Clinica<br />

Oculistica in collaborazione con l’istituto <strong>di</strong> Patologia Generale dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>. 4<br />

2004:International fellowship al Manhattan Eye and Ear and Throat Hospital <strong>di</strong> New<br />

York, USA.<br />

2004:Collaboratore della Columbia University come “Clinical Investigator” dal Maggio<br />

2004.<br />

2004:Collaboratore del Prof. Robert W. Flower sul progetto : “Indocyanine Green dye in<br />

the Red Blood Cells” che è stato sovvenzionato dalla Macula Foundation inc.<br />

2004: Relatore all’ Annual Retina Club Meeting ,Philadelphia,15 Ottobre ,USA.<br />

2004: Presentatore del poster: “Fundus Autofluorescence of Central Serous<br />

Chorioretinopathy”. American Academy of Ophthalmology, New Orleans, USA, October<br />

23-26,2004.<br />

In questi 5 anni ha partecipato a vari congressi nazionali ed internazionali come<br />

relatore e come ospite; membro della Societè Francaise des Ophtalmologistes<br />

Francaises 2001; membro della European Association for Vision and Eye Research<br />

2001-2002; attualmente membro della Società Oftalmologia Italiana dal 2001,<br />

dell’American Academy of Ophthalmology dal 2001, dell’Association of Research in<br />

Visual Science dal 2004.<br />

Riconoscimenti Pubblici,Premi,Sovvenzioni pubbliche e Private<br />

1. Best communication XII National Congress A.I.D.A.: “ Necrolisi Epidermica<br />

tossica:descrizione <strong>di</strong> un caso clinico da farmaco antipertensivo (coaprovel) e<br />

trattamento delle sequele oculari”. Chia Laguna,<strong>Cagliari</strong>, Italia ,Maggio 2003.<br />

2. Settembre 2000; vincitore <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del progetto Leonardo<br />

.Bando pubblico per la sovvenzione <strong>di</strong> perio<strong>di</strong> all’estero per studenti universitari.<br />

3. Grant della Macula Foundation inc. per il lavoro svolto come<br />

fluorangiografista presso LuEsther T. Mertz Retina Research Institute Manhattan Eye,<br />

Ear and Throat Hospital New York, USA.<br />

4. Grant <strong>di</strong> viaggio della Macula Foundation inc.per la presentazione del<br />

poster: “Fundus Autofluorescence of Central Serous Chorioretinopathy”, all’ American<br />

Academy of Ophthalmology, New Orleans, USA, October 23-26,2004.<br />

5. Grant per il progetto :”ICG and Red Blood Cells Ghosts” della Macula<br />

Foundation inc. della durata <strong>di</strong> 2 anni in collaborazione con l’Universita del Mariland .<br />

127<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Fossarello M, Peiretti E, Zucca I, Serra A. Photodynamic therapy with Verteporfin<br />

(Visudyne) for pterygium. EVER 2001. Ophthalmic Res. 33.S1.01 September 2001.<br />

2. Fossarello M, Peiretti E, Zucca I, Serra A. Photodynamic therapy of pterygium<br />

with Verteporfin (Visudyne®). 7th International Ocular Surface Society Annual Conference.<br />

Pterygium New Pathogenesis and Treatments. Fort Lauderdale, USA, May 2, 2002.<br />

3. Fossarello M, Maxia C, Perra MT, Piras F, Peiretti E, Zucca I, Sirigu P, Serra A.<br />

Immunohistochemical study of the local immune system in pterygium treated with<br />

photodynamic therapy. 7th International Ocular Surface Society Annual Conference.<br />

Pterygium New Pathogenesis and Treatments. Fort Lauderdale, USA, May 2, 2002.<br />

4. Fossarello M, Peiretti E, Zucca I, Serra A. Iperexpression of LDL in human<br />

Pterygium. ARVO,Fort Lauderdale, USA, May 5, 2003.<br />

5. Peiretti E,Atzori L,Pinna A.L., Fossarello M . Necrolisi Epidermica<br />

tossica:descrizione <strong>di</strong> un caso clinico da farmaco antipertensivo(coaprovel) e trattamento<br />

delle sequele oculari. Congresso <strong>di</strong> Dermatologia italiano a Chia Laguna,<strong>Cagliari</strong>, Italia<br />

,Maggio 2003.<br />

6. Fossarello M, Peiretti E, Zucca I, Serra A. Photodynamic therapy in corneal<br />

neovascularization .Cornea 2003;Jul;22(5):485-8.<br />

7. Fossarello M, Peiretti E, Zucca I, Serra A. Photodynamic therapy in human<br />

pterygium.A preliminar report. Cornea 2004;23:330-338.<br />

8. Peiretti E,Dessi S,Putzolu MR,Fossarello M. Hyperexpression of Low Density<br />

Lipoprotein Receptors and Hydroxy-methylgluraryl coenzyme A Reductase in Human<br />

Pinguecula and Primary Pterygium. Invest Ophthal.Vis Sci 2004;45:3982-3985.<br />

9. Klancnik JM Jr, Peiretti E,Spaide RF, Yannuzzi LA. Fundus Autofluorescence of<br />

Central Serous Chorioretinopathy. American Academy of Ophthalmology, New Orleans, USA,<br />

October 23-26,2004.<br />

10. Garuti S, Spaide RF, Sorenson JA, Slakter JS, Yannuzzi LA, Peiretti E, Wu S.<br />

Pre<strong>di</strong>ctive Factors for Visual Outcome Following Photodynamic Therapy for Choroidal<br />

Neovascularization . American Academy of Ophthalmology, New Orleans, USA, October 23-<br />

26,2004.<br />

11. Fossarello M, Peiretti E, Zucca I, Serra A. Unfavorable Effect of Photodynamic<br />

Therapy in a Multiple Detachment of Pigment Epithelium Complicated by Choroidal<br />

Neovascularization. European Journal of Ophthalmology 2004;(in press)<br />

12. Peiretti E, Fisher Y, Spaide RF, Goldberg D. Optical Coherence tomography in a<br />

case of a double macular hole . Retina 2004;(in press)<br />

13. Peiretti E, Klancnik JM Jr, Spaide RF. Choroidal Neovascularization In Sorsby’s<br />

Dystrophy Treated With Photodynamic Therapy And Intravitreal Triamcinolone. Retina<br />

2004;(in press)<br />

14. Peiretti E, Slakter JS, Wu S, Klancnik JM Jr, Yannuzzi LA. Late Effect of<br />

Irra<strong>di</strong>ation of Choroidal Circulation. Arch Ophthalmol 2004; (submitted)<br />

Peiretti E, Wu S, Iramanesh R, Yannuzzi LA. Acute Central Serous Chorioretinopathy and<br />

Fundus Autofluorescence. (in progress)


128


Assegnista: Luisa Pèrcopo<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Filologie e Letterature Moderne<br />

ABSTRACT: Nessun isola è un’isola: translatability nel contesto me<strong>di</strong>terraneo<br />

Il concetto <strong>di</strong> translatability così come proposto da Wolfang Iser si inserisce nella<br />

prospettiva culturologica dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della traduzione sviluppatosi negli anni Novanta.<br />

La particolare svolta storica e culturale verificatasi in questo decennio, con l’avvento del<br />

movimento irrefrenabile <strong>di</strong> globalizzazione, ha agevolato a livello planetario il frequente<br />

incontro/scontro <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti culture. È in questo singolare contesto che la teorizzazione<br />

relativa allo spazio comunicativo tra <strong>di</strong>fferenti culture, sviluppata da Iser, offre la sua<br />

utilità e vali<strong>di</strong>tà all’interno del contesto geografico isolano del Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

All’interno <strong>di</strong> un’ottica storico-culturale tra<strong>di</strong>zionale l’idea <strong>di</strong> isola ha sempre<br />

implicato il concetto <strong>di</strong> un luogo <strong>di</strong>stante, separato, <strong>di</strong>fficile da raggiungere e ancora più<br />

<strong>di</strong>fficile da lasciare: luogo ideale per punizioni, confino e, in ultima istanza, esilio.<br />

Gorree Island e San Tomé, l’Elba e l’isola <strong>di</strong> St. Helena, Ellis Island, Robben Island,<br />

Alcatraz, sono tutti <strong>di</strong>venuti luoghi simbolo <strong>di</strong> esilio in<strong>di</strong>viduale e collettivo.<br />

In tempi più recenti, parafrasando il poeta inglese John Donne, movimenti e<br />

associazioni da tutte le parti del mondo hanno utilizzato lo slogan comune <strong>di</strong> ‘nessun<br />

isola è un’isola’ per attirare l’attenzione mon<strong>di</strong>ale su problematiche <strong>di</strong> vario tipo con<br />

conseguenze globali: ecologiche, economiche, etiche, culturali e religiose. Dall’avere<br />

una connotazione locale e circoscritta, il concetto <strong>di</strong> ‘isola’ è <strong>di</strong>ventata metafora <strong>di</strong><br />

esperienza globale e universale.<br />

Questo intervento vuole riflettere sul concetto <strong>di</strong> ‘isola’ come sinonimo <strong>di</strong> incrocio<br />

culturale, <strong>di</strong> spazio con<strong>di</strong>viso, in cui il mare piuttosto che erodere le identità culturali<br />

locali, le rafforza e le arricchisce. È grazie al mare che le rappresentazioni dell’isola in<br />

tutte le sue sfumature <strong>di</strong>venta un porto sicuro, uno spazio ibrido-<strong>di</strong>namico, i cui bor<strong>di</strong><br />

flui<strong>di</strong> treasportano e contengono allo stesso tempo, trasmettono e suggellano,<br />

connettono ma si fanno collante dei vari strati culturali approdati e depositatisi sulle<br />

coste. In contrasto con alcune concezioni culturali <strong>di</strong> ‘isola’, come alcune dell’Oceano<br />

Pacifico per esempio, che vedono l’acqua come un elemento <strong>di</strong> incessante<br />

separazione e <strong>di</strong>slocazione culturale, la narrativa del/sul Mar Me<strong>di</strong>terraneo e le sue<br />

isole descrive uno spazio <strong>di</strong>verso ma allo stesso tempo unitario, un luogo che è stato<br />

storicamente territorio <strong>di</strong> interazione culturale ma che presenta le potenzialità per agire<br />

in modo unitario in futuro.<br />

In che modo il concetto <strong>di</strong> translatability si può applicare al Mar Me<strong>di</strong>terraneo<br />

e alle sue isole? Che relazione intercorre tra il modello <strong>di</strong> spazio comunicativo<br />

teorizzato da Iser e vecchi e nuovi concetti <strong>di</strong> ‘ibri<strong>di</strong>tà’, ‘terzo spazio’, e <strong>di</strong> ‘frontiera’,<br />

così come sono stati teorizzati da Bhabha, Gilroy e Anzaldúa? Come si relazionano<br />

queste teorie <strong>di</strong> spazi interculturali e <strong>di</strong> frontiera, teorizzati su modelli prevalentemente<br />

continentali e terrestri con il concetto <strong>di</strong> mar Me<strong>di</strong>terraneo così come concepito da<br />

Braudel? Questo intersecarsi <strong>di</strong> teorie e bor<strong>di</strong> flui<strong>di</strong> possono fornire un nuovo modello<br />

<strong>di</strong> lettura e <strong>di</strong> analisi culturale per le narrazioni contemporanee delle migrazioni da e<br />

verso il Me<strong>di</strong>terraneo?<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

Il progetto <strong>di</strong> ricerca si focalizza intorno al problema posto da Wolfang Iser<br />

della translatability ossia dell’identificazione dello ‘spazio’ che rende possibile la<br />

comunicazione tra sistemi culturali e che pertanto si apre all’esperienza dell’Altro. Il<br />

concetto <strong>di</strong> translatability, inserendosi nella prospettiva culturologica dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della<br />

traduzione sviluppatosi negli anni Novanta, si presenta come uno strumento <strong>di</strong> grande<br />

versatilità per analizzare il frequente incontro/scontro <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti culture e mettere in<br />

evidenza l’importanza delle traduzioni, transco<strong>di</strong>ficazioni, manipolazioni <strong>di</strong> testi<br />

soprattutto nel rapporto fra culture ‘dominanti’ e ‘dominate’.<br />

Il progetto ha rilevato la ricchezza <strong>di</strong> spunti e idee che si sono sviluppate<br />

nell’ambito dei rapporti tra l’Inghilterra e l’Australia nel periodo che va dal 1901, anno<br />

della creazione della Federazione <strong>di</strong> Stati australiani e il 2001, centenario <strong>di</strong> tale data.<br />

L’Australia con le sue particolarità geografiche e storiche ha da sempre sperimentato<br />

sul proprio territorio una compresenza <strong>di</strong> culture e, sebbene storicamente sede <strong>di</strong> una<br />

società biculturale e monolinguistica, ha favorito lo sviluppo <strong>di</strong> una situazione <strong>di</strong><br />

multiculturalità, in cui i rapporti tra le varie etnie sono regolati da una legislazione oggi<br />

all’avanguar<strong>di</strong>a in fatto <strong>di</strong> rispetto e tutela dei <strong>di</strong>ritti civili e religiosi. In questo contesto,<br />

ho in<strong>di</strong>viduato due aree <strong>di</strong> ricerca principali: una intra-culturale all’interno del gruppo <strong>di</strong><br />

maggioranza anglo-celtico e l’altra inter-culturale, delineata dall’interazione tra<br />

maggioranza e minoranze culturali. Le due aree presentano problematiche <strong>di</strong><br />

traduzione culturale ben <strong>di</strong>stinte.<br />

Partendo da una concezione lotmaniana del testo, che mi ha permesso <strong>di</strong><br />

includere testi non esclusivamente letterari, ma cinematografici e musicali ho analizzato<br />

il processo traduttivo non solo a livello intralinguistico ma soprattutto a livello<br />

intrasemiotico. Sulla scia <strong>di</strong> critici quali Chatman, Cohen Cartmell e Whelehan ho<br />

cercato <strong>di</strong> mettere in evidenza i problemi relativi alla trasposizione e all’adattamento <strong>di</strong><br />

un testo a un altro testo focalizzando l’attenzione sul funzionamento dei vari linguaggi<br />

coinvolti. M. Franklin, My Brilliant Career, 1901, J. Lindsay, Picnic at Hanging Rock,<br />

1967, T. Keneally The Chant of Jimmy Blacksmith, 1972, M. Marchetta Looking for<br />

Alibran<strong>di</strong> (2001).<br />

Forte delle <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> translatability messe in luce nel primo biennio ho<br />

utilizzato l’esempio australiano come trampolino <strong>di</strong> lancio per applicare le teorie e i<br />

risultati ottenuti in un contesto più ampio. In particolare ho delineato due aree <strong>di</strong><br />

interesse che intendo sviluppare nel corso del secondo biennio: (i) riscritture e riletture<br />

shakespeariane contemporanee e (ii) autobiografie fittizie e identità. Sulla scia <strong>di</strong> testi<br />

quali quelli <strong>di</strong> J. Drakakis, Alternative Shakespeares, A. Loomba e M. Orkin Post-<br />

Colonial Shakespeares e T. Cartelli, Repositioning Shakespeare, ho in<strong>di</strong>viduato nella<br />

rilettura in chiave moderna e spesso post-coloniale <strong>di</strong> alcuni drammi significativi <strong>di</strong><br />

Shakespeare la possibilità <strong>di</strong> tradurre e trasco<strong>di</strong>ficare le problematiche delineate da<br />

Shakespeare in una cultura che sebbene spesso la stessa per lingua e tra<strong>di</strong>zioni<br />

presenta tutte le <strong>di</strong>fferenze nate da contesti geografici e temporali molto <strong>di</strong>stanti. I testi<br />

shakespeariani presi in considerazione sono stati principalmente tre: Romeo and Juliet,<br />

Othello e The Tempest, affiancati da riscritture letterarie, D. Walcott, Omeros (1990), S.<br />

Rush<strong>di</strong>e The Moor’s Last Sigh (1995), C. Phillips The Nature of Blood (1998);<br />

cinematografiche: William Shakespeare’s Romeo+Juliet (1996) <strong>di</strong> B. Luhrmann; e<br />

musical-teatrali: West Side Story (1961) <strong>di</strong> L. Bernstein, Return to the Fobidden Planet<br />

(1989) <strong>di</strong> B. Carlton, Sud Side Stori (2000) <strong>di</strong> R. Torre.<br />

L’esigenza <strong>di</strong> un confronto <strong>di</strong> posizioni ha avuto luogo durante la<br />

presentazione <strong>di</strong> comunicazioni a conferenze internazionali e la <strong>di</strong>scussione in classe<br />

durante due seminari <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o: Transco<strong>di</strong>ficazioni <strong>di</strong> paesi altri: Australia (2003) e<br />

Riscritture e riletture shakespeariane contemporanee (2004).<br />

129<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

2004<br />

• ‘Oltre la siepe sarda: poetica e identità agli antipo<strong>di</strong> nell’opera <strong>di</strong> Lino<br />

Concas’ in Borderlines: Scritture della migrazione ed identità italiane, a<br />

cura <strong>di</strong> J. Burns e L. Polezzi, Quaderni dell’emigrazione, Isernia: Cosmo<br />

Iannone E<strong>di</strong>tore, 2004, pp. 63-73.<br />

• “Beyond the Sar<strong>di</strong>nian ‘siepe’: Antipodean poetics and identity in Lino<br />

Concas’ work” in Borderlines: Scritture della migrazione ed identità<br />

italiane, a cura <strong>di</strong> J. Burns e L. Polezzi, Quaderni dell’emigrazione, Isernia:<br />

Cosmo Iannone E<strong>di</strong>tore, 2004, pp. 273-281.<br />

• ‘Il noto e l’ignoto come frontiere dell’io: esperienze speculari nella<br />

letteratura delle minoranze etniche australiane’, in Il paesaggio australiano,<br />

a cura <strong>di</strong> M. Baral<strong>di</strong> e M. Turci, Bologna: Pendragon, 2004, pp.76-92.<br />

2002<br />

• ‘Tutto il mondo non é paese!’ Intervista a Lino Concas, poeta sardo in Australia’, in<br />

Letterature Straniere &, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Vol.4, 2002, pp.405-416.<br />

2001<br />

• ‘Presence and Absence: the Paradox of Ghosts. An Interview with Beth Yahp’, in<br />

Letterature Straniere &, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Vol.3, 2001, pp.367-377.<br />

• Recensione a Arnold Zable, Cafè Scheherazade (Melbourne, Text Publishing, 2001), in<br />

Meanjin, Melbourne University, Vol.60, No.2, 2001.<br />

2000<br />

• Recensione a Chandani Lokugé, If the Moon Smiled (Ringwood: Penguin, 2000), in Il<br />

Tolomeo, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Venezia, Vol.5, 1999/2000, pp.65-66.<br />

• Recensione a Making a Multicultural Australia: a Multime<strong>di</strong>a Documentary (Sydney:<br />

Univ. of Technology, 1998), in Il Tolomeo, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Venezia, Vol.5, 1999/2000,<br />

pp.66-67.<br />

1999<br />

• Recensione a Archie Weller, The Land of the Golden Clouds (Sydney: Allen & Unwin,<br />

1998), in Imago, Queensland University of Technology, Vol.11, No.1, 1999, pp.133-135.<br />

• Recensione a Beth Yahp, La furia del coccodrillo (trad. it. <strong>di</strong> R. Buffi, Milano: Tranchida,<br />

1998), in Il Tolomeo, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Venezia, Vol. 4, 1998/1999, pp.61-62.<br />

1988<br />

• Recensione a Elena Jonaitis, Elena’s Journey (Melbourne, Text Publishing, 1997), in<br />

Antipodes, Official Journal of the American Association of Australian Literary Stu<strong>di</strong>es,<br />

Vol.12, No.1, June 1988, pp.66-67.<br />

Pubblicazioni in corso <strong>di</strong> stampa<br />

• ‘Sally Morgan’ in J. Malin and V. Boynton (eds.) Encyclope<strong>di</strong>a of Women’s<br />

Autobiography, Greenwood Press, data della pubblicazione: 30/07/2005.<br />

• ‘Leprosy as a Metaphor in Australian Literature’ in M. Margaroni and E.<br />

Yiannopoulou (eds.) Intimate Transfers special issue of The European<br />

Journal of English Stu<strong>di</strong>es, Vol. 9, No. 2, June 2005.<br />

• ‘Transcultural Selves in a Post-colonial Context’ in Ø. Hestetun and C.<br />

Armstrong (eds.) Postcolonial Horizons: Transcultural Collisions and<br />

Comprehension, Oslo: Novus, January 2006.<br />

Tesi <strong>di</strong> laurea e <strong>di</strong> dottorato<br />

• Identità a confronto: narrativa delle minoranze etniche e nuovi modelli culturali nella<br />

letteratura australiana.<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Letterature e Culture <strong>di</strong> Lingua Inglese, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Bologna.<br />

Conseguito il 02.04.2001.<br />

• Koori in Post-colonial Literature, the Filling of the Void in The Day of the Dog <strong>di</strong> Archie<br />

Weller.<br />

Tesi <strong>di</strong> laurea in Lingue e Letterature Straniere, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Conseguita il<br />

24.03.1993.


130


Assegnista: Cristian Perra<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT: FACE: Fast Active-Contour Curvature-based Evolution<br />

Cristian Perra, Daniele D. Giusto, Francesco Massidda<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

Universita’ <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

I contorni attivi costituiscono, assieme alle metodologie basate sulle linee <strong>di</strong> livello, lo<br />

stato dell’arte in materia <strong>di</strong> segmentazione sia per immagini/video naturali che per<br />

immagini me<strong>di</strong>che.<br />

I contorni attivi sono modelli deformabili confinati sul piano. L’algoritmo proposto da<br />

Kass, Witkin, Terzopolous, blocca un contorno deformabile sulle caratteristiche <strong>di</strong><br />

interesse dell’immagine da segmentare. Il modello deformabile, partendo da una<br />

posizione generica, si muove verso i contorni <strong>di</strong> un oggetto, guidato da “forze esterne”,<br />

che <strong>di</strong>pendono dai contorni dell’immagine, e guidato da “forze interne”, che tendono a<br />

regolarizzare il modello della curva nello spazio e nel tempo. L’obiettivo è quello <strong>di</strong><br />

identificare il contorno che è soluzione <strong>di</strong> un problema <strong>di</strong> minimizzazione delle energie.<br />

Una scelta opportuna delle funzioni <strong>di</strong> forza dovrebbe fornire delle soluzioni<br />

corrispondenti ai contorni <strong>degli</strong> oggetti.<br />

Gli algoritmi basati sui contorni attivi forniscono tipicamente ottimi risultati. Tuttavia, l’alta<br />

complessità computazionale <strong>di</strong> tali algoritmi ne costituisce uno dei principali svantaggi.<br />

Il calcolo dei campi <strong>di</strong> forza esterni e la minimizzazione iterativa sono procedure<br />

complesse che richiede un numero <strong>di</strong> iterazioni elevato e variabili affinché vi sia<br />

convergenza. Il processo <strong>di</strong> minimizzazione ha una complessità che <strong>di</strong>pende<br />

dall’implementazione dell’algoritmo, dalle <strong>di</strong>mensioni dell’immagine, dal numero <strong>di</strong> punti<br />

<strong>di</strong> controllo utilizzati per descrivere e muovere il contorno attivo, dal metodo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scretizzazione usato per descrivere la curva in ogni iterazione e dal numero <strong>di</strong><br />

iterazioni necessarie per raggiungere una completa e stabile convergenza ai contorni<br />

desiderati.<br />

In questo lavoro viene proposto un nuovo modello del contorno attivo che introduce<br />

controlli sulla complessità computazionale e sulla procedura <strong>di</strong> minimizzazione. Tale<br />

procedura è basata sulla regolarizzazione e ottimizzazione della posizione dei punti <strong>di</strong><br />

controllo. Il compromesso tra complessità computazionale e precisione del contorno<br />

finale è basato sulla stima della curvatura. Il risultato è una veloce convergenza del<br />

contorno attivo verso i contorni <strong>degli</strong> oggetti. Questo metodo può essere combinato con<br />

quasi tutti gli approcci <strong>di</strong> segmentazione basati sui contorni attivi presenti in letteratura,<br />

grazie all’in<strong>di</strong>pendenza tra la minimizzazione della complessità computazionale e il<br />

processo <strong>di</strong> evoluzione del contorno attivo.<br />

Sono stati realizzati <strong>di</strong>versi esperimenti e i risultati mostrano miglioramenti per quanto<br />

riguarda il tempo <strong>di</strong> elaborazione (riduzione della complessità computazionale) rispetto<br />

agli altri meto<strong>di</strong> presenti in letteratura.<br />

DESCRIZIONE SINTETICA DELL'ATTIVITÀ<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca svolta ha riguardato principalmente lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> metodologie per<br />

l’estrazione <strong>di</strong> oggetti (segmentazione) presenti in immagini statiche e in sequenze<br />

video. Sono stati analizzati i <strong>di</strong>versi approcci presenti in letteratura: segmentazione<br />

manuale, semi-automatica, automatica, locale (basata sul pixel), globale (basata sulle<br />

regioni), segmentazione per sogliatura, per region-growing, basata sull’inseguimento<br />

dei contorni, segmentazione basata sui contorni attivi, basata sulle curve <strong>di</strong> livello. Sono<br />

stati inoltre analizzati i <strong>di</strong>versi approcci riguardanti l’inseguimento <strong>di</strong> oggetti e <strong>di</strong> contorni<br />

in sequenze video. L’attività <strong>di</strong> ricerca è stata poi focalizzata sulle metodologie <strong>di</strong><br />

segmentazione basate sui contorni attivi che rappresentano attualmente, assieme alle<br />

metodologie basate sulle linee <strong>di</strong> livello, lo stato dell’arte in materia <strong>di</strong> segmentazione<br />

sia per immagini/video naturali che per immagini me<strong>di</strong>che. I meto<strong>di</strong> basati sui contorni<br />

attivi richiedono molte risorse in termini <strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> calcolo e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong><br />

elaborazione. I problemi affrontati hanno quin<strong>di</strong> riguardato la ricerca <strong>di</strong> modelli<br />

matematici che potessero migliorare le prestazioni della segmentazione basata sui<br />

contorni attivi, riducendo il tempo <strong>di</strong> calcolo a parità <strong>di</strong> qualità della segmentazione<br />

ottenibile con meto<strong>di</strong> allo stato dell’arte. E’ stato proposto e implementato un nuovo<br />

modello per i contorni attivi. I risultati sperimentali mostrano significative riduzioni in<br />

termini <strong>di</strong> tempo computazione rispetto a simili modelli allo stato dell’arte. Sono state<br />

prodotte sette pubblicazioni che riportano i principali risultati dell’attività <strong>di</strong> ricerca svolta<br />

nel biennio 2003-2005.<br />

Sono state inoltre affrontate in parallelo altre tematiche <strong>di</strong> ricerca riguardanti la<br />

valutazione della qualità <strong>di</strong> immagini e video basate su modelli del sistemo visivo umano<br />

che hanno portato a tre pubblicazioni. Infine, sono state recentemente analizzate e<br />

proposte metodologie per l’autenticazione basata su immagini.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Rivista<br />

1. D.D. Giusto, F. Massidda, C. Perra, “FACE: Fast Active-Contour Curvaturebased<br />

Evolution”, Signal Processing: Image Communication, Vol. 19/6, pp. 517-<br />

538, July 2004<br />

Conferenze<br />

1. D.D. Giusto, C.Perra, M.Pinna, Bit allocation strategies for quality control, COST<br />

254 Friendly exchange through the net, March 22-24, 2000, Bordeaux, France<br />

2. C.Perra, M.Pinna, D. D. Giusto, H.263+ rate control at fixed objective quality,<br />

Packet Video Workshop, May 2000, <strong>Cagliari</strong>, Italy<br />

3. C.Perra, M.Petrou, D.D. Giusto, Retinal Image Segmentation by Watersheds,<br />

IAPR Workshop on Machine Vision Applications, November 28-30, 2000 , Tokyo,<br />

Japan<br />

4. L.Atzori, D.D. Giusto, C.Perra, A novel block-based video segmentation<br />

algorithm, International Conference on Multime<strong>di</strong>a and Exposition (ICME), August 22-<br />

25, 2001, Tokyo, Japan<br />

5. M.Ancis, L.Atzori, D.D.Giusto, C.Perra, A combined use of fractal co<strong>di</strong>ng and<br />

wavelet decomposition for video sequence zooming from key-frames, International<br />

Workshop on Content-Based Multime<strong>di</strong>a Indexing, September 19-21, 2001, Brescia,<br />

Italy<br />

6. D.D.Giusto, F.Massidda, C.Perra, Fast tracking for head-shoulder video<br />

sequences, Second COST 276 Workshop on Information and Knowledge Management<br />

for Integrated Me<strong>di</strong>a Communication, March 25-26, 2002, Firenze, Italy<br />

7. D.D.Giusto, F.Massidda, C.Perra, A fast algorithm for video segmentation and<br />

object tracking, International Conference on Digital Signal Processing, July 1-3, 2002,<br />

Santorini, Greece<br />

131<br />

8. L. Atzori, D.D. Giusto, C. Perra, Automatic Scene Change Detection In Uncompressed<br />

Video Sequences, Tyrrhenian Workshop on Digital Communications, September 8-11, 2002,<br />

Capri, Italy<br />

9. C. Perra, F. Massidda, D.D. Giusto, Active contour for automatic segmentation of<br />

video sequences, Workshop on Image Analysis for Multime<strong>di</strong>a Interactive Services,<br />

April 9-11, 2003, London, UK<br />

10. D.D. Giusto, F. Massidda, C. Perra, An active contour model for video<br />

segmentation, Workshop on Image Analysis for Multime<strong>di</strong>a Interactive Services, April<br />

21-23, 2004, Lisboa, Portugal<br />

11. F. Massidda, C. Perra, D.D.Giusto, A Human Visual System Model For No-<br />

Reference Digital Video Quality Estimation, XII Congresso Nazionale SIPF, October 9-11,<br />

2004, Alghero, Italy<br />

12. F.Massidda, C.Perra and D.D. Giusto, "A Human Visual System Model for No-<br />

Reference Digital Video Quality Estimation", Electronic Imaging 2005, San Jose,<br />

California USA, January 16-20, 2005<br />

13. F.Massidda, D.D. Giusto and C.Perra, "No-reference video quality estimation<br />

based on human visual system for 2.5/3-G devices", Electronic Imaging 2005, San Jose,<br />

California USA, January 16-20, January 2005<br />

14. C.Perra, D.D.Giusto, ”A Framework For Image Based Authentication”,<br />

International Conference on Acoustics, Speech, and Signal Processing (ICASSP), March<br />

19-23, 2005, Philadelphia, PA, USA


132


Assegnista: Luca Pilia<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Chimica Inorganica e Analitica<br />

ABSTRACT: Materiali molecolari mono- e mutifunzionali<br />

Le proprietà <strong>di</strong> un materiale a base molecolare <strong>di</strong>pendono da quelle delle molecole che<br />

lo costituiscono (buil<strong>di</strong>ng blocks), e da come queste si organizzano nell’e<strong>di</strong>ficio<br />

cristallino. Il livello <strong>di</strong> conoscenza raggiunto dalla chimica, consente oggi la<br />

progettazione e la sintesi <strong>di</strong> molecole aventi le caratteristiche richieste (forma,<br />

<strong>di</strong>mensioni, carica e proprietà fisiche) e <strong>di</strong> indurle, tramite il controllo delle interazioni<br />

intermolecolari, in una struttura “supramolecolare” atta a presentare le proprietà<br />

desiderate. In particolare, attualmente si sta sviluppando la ricerca nel campo dei<br />

materiali multifunzionali, nei quali in uno stesso reticolo, coesistano e possibilmente<br />

interagiscano due proprietà fisiche (ottiche, magnetiche ed elettriche), ciascuna dovuta<br />

ad un subreticolo <strong>di</strong> opportuni buil<strong>di</strong>ng blocks. Tra i portatori <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> conduzione<br />

(o superconduzione), sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati in modo esteso il TTF (tetratiafulvalene) ed i<br />

suoi derivati, in particolare l’ET (bis(etilene<strong>di</strong>tio) tetratiafulvalene) e il BETS<br />

(bis(etilene<strong>di</strong>tio)tetraselenafulvalene). Questi donatori presentano, rispetto al TTF, una<br />

maggiore capacità <strong>di</strong> dar luogo, tramite gli atomi <strong>di</strong> zolfo e <strong>di</strong> idrogeno periferici, a<br />

interazioni <strong>di</strong> stato solido più forti e in più <strong>di</strong>rezioni (multi<strong>di</strong>mensionalità). La maggior<br />

estensione <strong>degli</strong> orbitali del selenio rispetto a quelli dello zolfo porta a delle <strong>di</strong>fferenze,<br />

anche molto significative, nella struttura e nelle proprietà <strong>di</strong> composti omologhi <strong>di</strong> BETS<br />

ed ET.<br />

La scelta del controione del donatore organico è <strong>di</strong> cruciale importanza. L’anione infatti,<br />

non solo svolge un ruolo nel determinare, tramite interazioni secondarie, il tipo <strong>di</strong><br />

struttura supramolecolare, ma può anche fornire una proprietà fisica aggiuntiva quale,<br />

magnetismo, conduzione o fotocromismo. In quest’ottica, i complessi dei metalli <strong>di</strong><br />

transizione sono <strong>degli</strong> ottimi can<strong>di</strong>dati quali controioni dei ra<strong>di</strong>cali organici, anche per la<br />

possibilità <strong>di</strong> poterne modulare le proprietà chimiche e fisiche tramite un’opportuna<br />

scelta del metallo centrale. I metallo-<strong>di</strong>tioleni in particolare, mostrano un’elevata<br />

capacità <strong>di</strong> dare interazioni S(Se)-S e S(Se)-X (X = H, N, O) con i cationi, portando così<br />

ad un aumento della <strong>di</strong>mensionalità del sistema. Tra i risultati da noi conseguiti,<br />

verranno <strong>di</strong>scussi alcuni sali del BETS che presentano la coesistenza <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong><br />

conduzione e magnetiche ((BETS)2[Fe(tdas)2]2), e <strong>di</strong> conduzione e fotocromismo<br />

((BETS) 2[Fe(CN) 5NO]). Verrà inoltre presentato il primo esempio <strong>di</strong> preparazione <strong>di</strong><br />

questo tipo <strong>di</strong> materiali, in una forma, quella del film sottile su silicio, che ne potrebbe<br />

consentire un impiego nella preparazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elettronici.<br />

X<br />

X<br />

S<br />

S<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ SVOLTA<br />

Il progetto, dal titolo “Materiali Molecolari Funzionali”, consiste nella sintesi e nella<br />

caratterizzazione <strong>di</strong> materiali molecolari aventi proprietà <strong>di</strong> conduzione e/o ottiche e/o<br />

magnetiche, e lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell'eventuale correlazione tra le proprietà, nel caso in cui due <strong>di</strong><br />

queste coesistano. Tale progetto s’inserisce nel campo dei materiali a base molecolare;<br />

questo settore sta suscitando un interesse sempre crescente per un impiego <strong>di</strong> questi<br />

materiali nella costruzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi elettronici più efficienti e meno costosi.<br />

Lavoro svolto<br />

Il lavoro svolto si é articolato in due <strong>di</strong>rezioni principali: la prima riguarda la sintesi <strong>di</strong><br />

composti conduttori a base <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cal-cationi del donatore organico BETS<br />

(bis(etilene<strong>di</strong>tio)tetraselenafulvalene) con contro-anioni inorganici, aventi proprietà<br />

magnetiche o fotocromiche. Per quanto riguarda la coesistenza <strong>di</strong> conduzione e<br />

magnetismo, questa è stata riscontrata nei sali (BETS)2[Fe(tdas)2]2 (1) (tdas=1,2,5thia<strong>di</strong>azole-3,4-<strong>di</strong>thiolato)<br />

e BETS4[Fe(croc)3] (2) (croc=4,5-<strong>di</strong>idrossiciclopent-4-ene-<br />

1,2,3-trionato); il BETS[Ni(mnt) 2] (3) (mnt=maleonitrile<strong>di</strong>tiolato) è risultato essere un<br />

isolante. Il composto del BETS con l’anione fotocromico [Fe(CN) 5NO] 2-<br />

((BETS) 4[Fe(CN) 5NO] (4)) presenta una conduzione <strong>di</strong> tipo metallico fino a 40 K. Il sale<br />

4 è stato impiegato nella preparazione del primo film su silicio <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> composti,<br />

in vista <strong>di</strong> una loro possibile applicazione nelle moderne tecnologie.<br />

La seconda parte concerne complessi <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>tiolenico della triade Ni(II), Pd(II), Pt(II)<br />

aventi proprietà <strong>di</strong> ottica non-lineare del second’or<strong>di</strong>ne (<strong>di</strong>ssimmetrici), <strong>di</strong><br />

fotoconduzione o magnetiche (sali doppi). Tra gli altri è stato sintetizzato e<br />

caratterizzato il <strong>di</strong>tiolene <strong>di</strong>ssimmetrico Pd(dmit)(Me 2pipdt) (dmit=2-tiosso-1,3- <strong>di</strong>tiole-<br />

4,5-<strong>di</strong>tiolate; Me2pipdt=1,4-metil-piperazine-3,2-<strong>di</strong>tione), che ha le stesse caratteristiche<br />

<strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>tiolenici che presentano proprietà <strong>di</strong> ottica non-lineare. Per quanto riguarda i<br />

sali doppi [M(R2pipdt)2][M(mnt)2] (M=Pd, R=Me; M=Pt, R=Me, Et) e<br />

[Pt(Me 2pipdt) 2][Pt(dtcr) 2] (dtcr=4,5-<strong>di</strong>sulfanilciclopent-4-ene-1,2,3-trionato), sono<br />

semiconduttori. La conduzione <strong>di</strong> questi composti è stata messa in relazione con i<br />

potenziali redox dei componenti, e con l’energia <strong>degli</strong> assorbimenti nel vicino IR.<br />

Recentemente è stato sintetizzato il sale [Pt(Me2pipdt)2][Pt(mnt)2]2. Stu<strong>di</strong> magnetici<br />

preliminari hanno mostrato proprietà magnetiche molto interessanti; attualmente sono in<br />

corso misure più approfon<strong>di</strong>te volte a chiarirne la natura.<br />

I dati raccolti sono stati elaborati e, in parte, pubblicati e/o presentati a congressi<br />

nazionali e internazionali, ed in particolare nei meetings del COST, il progetto europeo<br />

che coinvolge i più importanti gruppi europei del settore.<br />

Attività <strong>di</strong>dattica<br />

o attività <strong>di</strong> tutorato per il corso Laboratorio <strong>di</strong> Chimica Inorganica II, del corso <strong>di</strong><br />

laurea in Chimica, A. A. 2002-2003.<br />

o attività <strong>di</strong> tutorato per il primo modulo del corso <strong>di</strong> Chimica Inorganica, del corso<br />

<strong>di</strong> laurea in Scienze Naturali, A. A. 2004-2005.<br />

Soggiorni all’estero<br />

S<br />

S<br />

X = S, ET;<br />

X = Se, BETS.<br />

X<br />

X<br />

N S S N<br />

S Fe<br />

S<br />

N S S N<br />

[Fe(tdas) 2]-<br />

• Stage all’ICMol dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Valencia (Spagna), presso il gruppo del Prof.<br />

Coronado, al fine <strong>di</strong> acquisire competenze sulle misure magnetiche, Luglio 2003;<br />

133<br />

Soggiorno presso il gruppo del Dott. Robertson, dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> E<strong>di</strong>mburgo (Scozia),<br />

nell’ambito <strong>di</strong> un progetto su nuovi pigmenti per celle solari finanziato dall’accordo British<br />

Council-Crui, Settembre-Ottobre 2004.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

[1] F. Bigoli, C.-T. Chen, P. Deplano, M. L. Mercuri, M. A. Pellinghelli, L. Pilia, G.<br />

Pintus, E. F Trogu,” [Ni(R2pipdt)2](BF4)2 (R2pipdt = 1,4-<strong>di</strong>substituted-piperazine-3,2-<strong>di</strong>thione) as<br />

useful precursors of mixed-ligand <strong>di</strong>thiolenes of interest for non-linear optics”. Chem.<br />

Commun., 2246, 2001; ISSN: 1359-7345.<br />

[2] S. Curreli, P. Deplano, M. L. Mercuri, L. Pilia, A. Serpe, F. Bigoli, M. A. Pellinghelli,<br />

E. Coronado, C. J. Gómez-García and E. Canadell, ”A New Conducting Molecular Solid Based<br />

on the Magnetic [Ni(DMF)6] 2 + Cation and on [Ni(dsit)2]2 2- (dsit = 1,3-<strong>di</strong>thiole-2-thione-4,5<strong>di</strong>selenolate)<br />

Showing an Unprecedented Anion Packing”, J. Solid State Chem., 168(2), 653-<br />

660, 2002; ISSN: 0022-4596.<br />

[3] F. Bigoli, P. Deplano, M. L. Mercuri, M. A. Pellinghelli, L. Pilia, G. Pintus, A.Serpe,<br />

E. F. Trogu, “Ion Pair Charge-Transfer Complexes between Anionic and Cationic Metal-<br />

Dithiolenes [M = Pd, Pt]”. Inorg. Chem., 41, 5241-5248, 2002; ISSN: 0020-1669.<br />

[4] L. Pilia, C. Faulmann, I. Malfant, V. Collière, M. L. Mercuri, P Deplano and P.<br />

Cassoux, "BETS2[Fe(tdas)2]2: a new metal in the molecular conductor family." Acta<br />

Cryst., C58, 240-m242, 2002; ISSN: 0108-2701.<br />

[5] I. Malfant, C. Faulmann, L. Kushch, M.-E. Sanchez, L. Pilia, B. Garreau de<br />

Bonneval, P. Cassoux, M.-L. Doublet, " New salts derived from organic donor molecules<br />

with long-living excited states counter-ions", Synthetic Metals, 133-134, 377-380, 2003;<br />

ISSN: 0379-6779.<br />

[6] L. Cau, P. Do, L. Marchiò, M. L. Mercuri, L. Pilia, A. Serpe and E. F. Trogu,<br />

“New powerful reagents based on <strong>di</strong>halogen, N,N’-<strong>di</strong>methyl-perhydro<strong>di</strong>azepine-2,3<strong>di</strong>thione<br />

adducts for gold <strong>di</strong>ssolution: the IBr case.” J. Chem. Soc., Dalton Trans., 1969-<br />

1974, 2003; ISSN: 0300-9246.<br />

[7] P. Deplano, L. Marchiò, M. L. Mercuri, L. Pilia, A. Serpe, E. F. Trogu, "New<br />

Nickel Dithio-/<strong>di</strong>seleno-lene Complexes Obtained by Selenation of 1,2,5-thia<strong>di</strong>azole-3,4<strong>di</strong>chloro.<br />

X-ray Structure of (Bu4N)2[Ni(C2N2S2.2Se0.8)2].", Polyhedron, 22, 2175-2181, 2003;<br />

ISSN: 0277-5387.<br />

[8] L. Pilia, I. Malfant, D. de Caro, F. Senocq, A. Zwick, and L. Valade, “Conductive<br />

Thin Films of θ-(BETS)4[Fe(CN)5NO] on Silicon Electrodes - New Perspectives on Charge<br />

Transfer Salts.” New J. Chem., 28(1),52-55, 2004; ISSN: 1144-0546.<br />

[9] S. Curreli, P. Deplano, M. L. Mercuri, L. Pilia, A. Serpe, J. A. Schluter, M. A. Whited,<br />

U. Geiser, E. Coronado, C. J. Gòmez-Garcìa, E. Canadell, “Synthesis, Crystal Structure and<br />

Physical Properties of (ET)[Ni(tdas)2]: The First Monomeric [Ni(tdas)2] - Monoanion. (tdas =<br />

1,2,5-thia<strong>di</strong>azole-3,4-<strong>di</strong>thiolate).” Inorg. Chem., 43(6),2049-2056, 2004; ISSN: 0020-1669.<br />

[10] P. Deplano, M. L. Mercuri, L. Marchiò, L. Pilia, M. Salidu, A. Serpe, E. Tronci, “Salts<br />

of Cationic Platinum Dithiolenes with Anionic Platinum Complexes. Structural Characterisation<br />

of [Pt(Me2pipdt)2][Pt(SCN)4] (Me2pipdt = N,N’-<strong>di</strong>methyl-piperazine-2,3-<strong>di</strong>thione).” Inorg. Chim.<br />

Acta, 357(5), 1608-1612, 2004; ISSN: 0020-1693.<br />

[11] M. L. Mercuri, S. Curreli, P. Deplano, L. Pilia; A. Serpe, E. F. Trogu, J. A. Schluter,<br />

E. Coronado, C. J. Gòmez-Garcìa, E. Canadell, “Molcular Materials whit conducting and<br />

Magnetic Properties based on ET and [M(tdas)2] X- Dithiolenes.” Journal de Physique IV, 114,<br />

425-430, 2004; ISSN: 1155-4339.<br />

[12] S. Curreli, P. Deplano, C. Faulmann, A. Ienco, C. Mealli, M. L. Mercuri, L. Pilia, G.<br />

Pintus, A. Serpe, E. F. Trogu, “Electronic factors affecting second-order NLO properties: Case<br />

study of four <strong>di</strong>fferent push-pull bis-<strong>di</strong>thiolene nickel complexes.” Inorg. Chem., 43(16), 5069-<br />

5079, 2004; ISSN: 0020-1669.<br />

[13] F. Artizzu, P. Deplano, L. Marchiò, M. L. Mercuri, L. Pilia, A. Serpe, F. Quochi, R.<br />

Orrù, F. Cordella, F. Meinar<strong>di</strong>, R. Tubino, A. Mura, G. Bongiovanni, “Structure and emission<br />

properties of Er3Q9 (Q = 8-quinolinolate)”. Inorg. Chem., 44(4), 840-842, 2005; ISSN: 0020-<br />

1669.<br />

[14] A. Serpe, F. Bigoli, M. C. Cabras, P. Fornasiero, M. Graziani, M. L. Mercuri, T.<br />

Montini, L. Pilia, E. F. Trogu, P. Deplano, “Pd-Dissolution through a mild and effective one-step<br />

reaction and its application for Pd-recovery from spent catalytic converters”. Chem. Commun.,<br />

1040–1042, 2005; ISSN: 1359-7345.<br />

[15] P. Deplano, M. L. Mercuri, L. Marchiò, L. Pilia, M. Salidu, A. Serpe, F. Congiu, S.<br />

Sanna, “Electro-Conducting Properties of Charge-Transfer Salts based on Cationic and<br />

Anionic Platinum Dithiolenes. Crystal Structure of [Pt(Me2pipdt)2][Pt(dtcr)2].” Eur. J. Inorg.<br />

Chem., 2005, accepted; ISSN: 0020-1669.


134


Assegnista: Alessandra Piras<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche<br />

ABSTRACT: Estrazione, caratterizzazione ed inclusione me<strong>di</strong>ante flui<strong>di</strong> supercritici <strong>di</strong><br />

oli essenziali, coloranti per uso alimentare e principi attivi da matrici naturali<br />

Il mia attività <strong>di</strong> ricerca è finalizzata alla messa a punto <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> estrazione ed<br />

isolamento <strong>di</strong> oli essenziali, principi attivi <strong>di</strong> interesse farmaceutico e coloranti per uso<br />

alimentare da matrici vegetali e loro inclusione in polimeri biocompatibili me<strong>di</strong>ante l'uso<br />

<strong>di</strong> anidride carbonica in fase supercritica. Un particolare interesse è stato rivolto alle<br />

piante endemiche della Sardegna e alle piante facilmente coltivabili nel nostro clima che<br />

contengono sostanze antiossidanti e/o conservanti; si sono <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate sostanze che<br />

consentono applicazioni in campo alimentare, cosmetico e tintorio. La crescente<br />

consapevolezza dei rischi per la salute ha accentuato l’interesse dei consumatori e<br />

produttori per prodotti ottenuti con tecnologie “pulite”, cioè con minimi trattamenti<br />

chimici, termici e <strong>di</strong> irraggiamento, e comunque senza “tracce” indesiderate del<br />

processo <strong>di</strong> trasformazione adottato nella preparazione. Queste considerazioni<br />

costituiscono la principale giustificazione dello sviluppo delle applicazioni dei flui<strong>di</strong><br />

supercritici anche nel settore agroalimentare, farmaceutico e cosmetico.<br />

Infatti dopo il passaggio attraverso la matrice che contiene le sostanze da estrarre, il<br />

fluido supercritico viene riportato a pressioni inferiori della sua Pc perdendo il suo potere<br />

solubilizzante; le sostanze estratte si separano nello stato fisico stabile (liquido o solido)<br />

alle nuove con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> temperatura e pressione, e risultano del tutto esenti da tracce<br />

del solvente, tornato allo stato <strong>di</strong> gas subcritico.<br />

La caratterizzazione chimico-fisica dei prodotti ottenuti è realizzata me<strong>di</strong>ante l'impiego<br />

della gas cromatografia accoppiata alla spettrometria <strong>di</strong> massa (GC-MS).<br />

L'identificazione chimica dei componenti la miscela, viene effettuata valutando la<br />

frammentazione caratteristica dei composti eluiti dalla colonna, me<strong>di</strong>ante confronto con<br />

spettri <strong>di</strong> massa e con i tempi <strong>di</strong> ritenzione <strong>di</strong> composti puri utilizzati come riferimento.<br />

Me<strong>di</strong>ante un processo <strong>di</strong> estrazione frazionata, talvolta sulle stesse matrici da cui è<br />

stato estratto l'olio essenziale o su matrici nuove è possibile estrarre, a pressioni più<br />

elevate, alcuni coloranti e principi attivi <strong>di</strong> interesse alimentare o farmaceutico.<br />

Al fine <strong>di</strong> meglio utilizzare i principi attivi così estratti, è stata messa a punto una<br />

procedura <strong>di</strong> preparazione <strong>di</strong> complessi d'inclusione con la β-ciclodestrina, un<br />

cicloepatamilosio commerciale a basso costo, me<strong>di</strong>ante l'utilizzo della CO 2 in fase<br />

supercritica. Infatti tra le proprietà dei flui<strong>di</strong> supercritici l'elevata <strong>di</strong>ffusività in mezzi<br />

porosi e l'abilità <strong>di</strong> rigonfiare polimeri possono essere combinate con il potere solvente<br />

per procedere all'impregnazione <strong>di</strong> materiali polimerici. La matrice viene inizialmente<br />

rigonfiata con la soluzione supercritica contenente la sostanza che deve essere inclusa<br />

e, successivamente, una brusca decompressione provoca la deposizione del soluto,<br />

mentre il solvente viene rilasciato in fase gassosa. Il principio attivo, incluso nella<br />

matrice biopolimerica atossica, viene rilasciato in ambiente acquoso lentamente ed in<br />

modo mirato con benefici ambientali, tossicologici ed economici.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Nell’ambito del progetto “Applicazioni Tecnologiche Dei Flui<strong>di</strong> Supercritici”, l’assegnista<br />

<strong>di</strong> ricerca Alessandra Piras ha svolto le seguenti attività:<br />

• Estrazione <strong>di</strong> oli essenziali me<strong>di</strong>ante FS e HD.<br />

• Estrazione <strong>di</strong> coloranti me<strong>di</strong>ante FS.<br />

• Caratterizzazione <strong>degli</strong> oli essenziali me<strong>di</strong>ante GC-MS e dei coloranti<br />

me<strong>di</strong>ante UV-Visibile ed HPLC.<br />

• Inclusioni in β-ciclodestrina.<br />

Le ricerche nel campo delle applicazioni delle tecnologie con flui<strong>di</strong> supercritici<br />

sono state sviluppate secondo due linee:<br />

Estrazione <strong>di</strong> oli essenziali da piante officinali (Helichrysum splen<strong>di</strong>dum, Pimenta<br />

<strong>di</strong>oica, Cardamomo, Schinus molle L., Melissa officinalis L. ssp. officinalis e ssp.<br />

inodora) e da piante endemiche della flora sarda (Juniperus communis L. ssp. Nana<br />

Syme e Ferula communis L.) e <strong>di</strong> coloranti per uso alimentare da matrici naturali<br />

(Kumquat). Tutti gli estratti sono stati caratterizzati dal punto <strong>di</strong> vista della composizione<br />

chimica me<strong>di</strong>ante analisi GC-MS o UV e dal punto della attività biologica: antibatterica<br />

(helicrysum), antivirale e antitumorale (juniperus), antiossidante (melissa). Dai risultati<br />

fino ad ora ottenuti è emerso che l’estratto SFE riproduce al meglio l’aroma vegetale<br />

iniziale. Confrontando i cromatogrammi <strong>di</strong> oli essenziali ottenuti per estrazione con CO2<br />

supercritica e quelli <strong>di</strong> oli essenziali ottenuti sottoponendo la matrice vegetale a<br />

idro<strong>di</strong>stillazione si possono talvolta presentare non solo <strong>di</strong>fferenze quantitative ma<br />

anche qualitative<br />

Inclusione in β-ciclodestrina <strong>di</strong> oli essenziali (Timolo, carvacrolo, citrale, eugenolo) e<br />

<strong>di</strong> principi attivi (imazalil) me<strong>di</strong>ante anidride carbonica supercritica. La formazione del<br />

complesso <strong>di</strong> inclusione è stata verificata me<strong>di</strong>ante NMR in collaborazione con il gruppo<br />

<strong>di</strong> ricerca del Prof. Lai.<br />

I risultati scientifici sono oggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse pubblicazioni su riviste internazionali<br />

e comunicazioni a Congressi.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1 M.R. De Giorgi, E. Cadoni, D. Maricca and A. Piras. Dyeing polyester<br />

fibres with <strong>di</strong>sperse dyes in supercritical CO 2. Dyes and Pigment, 45: 75-79, 2000.<br />

2 R. Congiu, D. Falconieri, B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda.<br />

Extraction and isolation of Pistacia Lentiscus L. essential oil by supercritical CO 2.<br />

Flavour and Fragrance J., 17: 239-244, 2002.<br />

3 B. Marongiu, S. Porcedda, A. Caredda, B. De Gioannis and A. Piras.<br />

Supercritical CO2 extraction of curcumin and essential oil from the rhizomes of turmeric<br />

(Curcuma Longa L.). JEOBP, 5(3): 144-153, 2002.<br />

4 N. Crabas, B. Marongiu, A. Piras, T. Pivetta and S. Porcedda. Extraction,<br />

separation and isolation of volatiles and dyes from Calendula officinalis L. and Aloysia<br />

triphilla (L’Her) Britton by supercritical CO2. J. Essent. Oil Res., 15: 272-277, 2003.<br />

5 B. Marongiu, A. Piras, E. Desogus and S. Porcedda. Analysis of the<br />

volatile concentrate of the leaves and flowers of Helichrysum italicum (Roth) Don subsp.<br />

Microphyllum (Willd.) Nyman (Asteraceae) by supercritical fluid extraction and their<br />

essential oils. J. Essent. Oil Res., 15: 120-126, 2003.<br />

6 B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda. Extraction of essential oil and<br />

carotenoids from orange and kumquat peel by supercritical carbon <strong>di</strong>oxide. JEOBP, 6:<br />

86-96, 2003.<br />

7 S. Lai, E. Locci, A. Piras, S. Porcedda, A. Lai and B. Marongiu. Imazalil–<br />

cyclomaltoheptaose (β-cyclodextrin) inclusion complex: preparation by supercritical<br />

carbon <strong>di</strong>oxide and 13 C CPMAS and 1 H NMR characterization. Carbohydrate Research,<br />

338: 2227-2232, 2003.<br />

8 B. Marongiu, A. Piras, F. Pani, S. Porcedda and M. Ballero. Extraction,<br />

separation and isolation of essential oils from natural matrixes by supercritical CO2.<br />

Flavour and Fragrance J., 18: 505-509, 2003.<br />

135<br />

9 B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda. Supercritical extraction of essential oils<br />

from natural matrices. Reserch Advances in Agricultural and Food Chemistry, 4: 53-62, 2003.<br />

10 B. Marongiu, S. Porcedda, A. Caredda, A. Piras, L. Vargiu, V. Mascia, A.<br />

Cadeddu and R. Loddo. Isolation of Juniperus phoenicea volatiles by supercritical<br />

carbon <strong>di</strong>oxide extraction and bioactivity assays. J. Essent. Oil Res., 16: 256-261, 2004.<br />

11 D. Falconieri, B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda. A comparative<br />

study of thermodynamic proprieties of binary mixtures containing alkynes.<br />

Termochimica Acta, 418: 85-93, 2004.<br />

12 E. Locci, S. Lai, A. Piras, B. Marongiu and A. Lai. 13 C CPMAS and 1 H NMR<br />

study of the inclusion complexes of β-cyclodextrin with carvacrol, thymol, and eugenol<br />

prepared in supercritical carbon <strong>di</strong>oxide. Chemistry & Bio<strong>di</strong>versity, 1(9): 1354-1366,<br />

2004.<br />

13 B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda. Comparative analysis of the oil<br />

and supercritical CO2 extract of Elettaria cardamomum With. et Maton.. J. Agric. Food<br />

Chem., 52: 6278-6282, 2004.<br />

14 B. Marongiu, S. Porcedda, A. Piras, A. Rosa, M. Deiana and M. A. Dessì.<br />

Supercritical CO 2 extraction of Lemon Balm. Phytother. Res., 18: 789-792, 2004.<br />

15 B. Marongiu, A. Piras, S. Porcedda, R. Casu and P. Pierucci.<br />

Comparative analysis of the oil and supercritical CO2 extract of Schinus molle L..<br />

Flavour and Fragrance J., 19: 554-558, 2004.<br />

16 B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda. Comparative analysis of the oil<br />

and supercritical CO 2 extract of Ferula communis L.. J. Essent. Oil Res., in press 2005.<br />

17 B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda. Comparative analysis of<br />

supercritical CO 2 extract and oil of Pimenta <strong>di</strong>oica leaves. J. Essent. Oil Res., in press<br />

2005.<br />

18 B. Marongiu, S. Porcedda, A. Piras, G. Sanna, M. Mureddu and R. Loddo.<br />

Extraction of Juniperus communis L. ssp nana Willd essential oils by supercritical<br />

carbon <strong>di</strong>oxide. Flavour and Fragrance J., in press 2005.<br />

19 B. Marongiu, A. Piras and S. Porcedda. Comparative analysis of the oil<br />

and supercritical CO 2 extract of Artemisia arborescens L. and Helichrysum splen<strong>di</strong>dum<br />

(Thunb.) Less., Natural Product Reaearch, submitted 2004.<br />

20 B. Marongiu, A. Piras, S. Porcedda and E. Tuveri. Extraction of Santalum<br />

album and Boswellia carterii Birdw. essential oil by supercritical carbon <strong>di</strong>oxide:<br />

influence of some process parameters, Food Chemistry, submitted 2005.


136


Assegnista: Franca Piras<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Citomorfologia<br />

ABSTRACT: Valore prognostico della risposta immunitaria nel melanoma maligno<br />

cutaneo<br />

F. Piras 1 , L. Minerba 2 , D. Murtas 1 , C. Maxia 1 , P. Mulas 3 , A. Corbu 1 , M.T. Perra 1 , P.<br />

Sirigu 1<br />

1Dipartimento 2<br />

<strong>di</strong> Citomorfologia e Dipartimento <strong>di</strong> Sanità Pubblica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, 3 Ospedale Oncologico “Businco”, <strong>Cagliari</strong><br />

INTRODUZIONE: La presenza <strong>di</strong> infiammazione e regressione nel tumore primario <strong>di</strong><br />

melanoma è un rilevante fattore prognostico che in<strong>di</strong>ca la presenza <strong>di</strong> un’attività<br />

antitumorale del sistema immunitario. Tumori primari <strong>di</strong> melanoma cutaneo allo sta<strong>di</strong>o I<br />

e II [AJCC (American Joint Committee on Cancer)] sono quasi sempre associati ad un<br />

infiltrato infiammatorio cronico costituito prevalentemente da linfociti.<br />

Alcuni <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi hanno in<strong>di</strong>cato, come parametri istologici <strong>di</strong> prognosi, densità e<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> linfociti infiltranti il melanoma nella fase <strong>di</strong> crescita verticale e presenza<br />

<strong>di</strong> metastasi linfonodali. Nell’attività antitumorale del sistema immune è stato <strong>di</strong>mostrato<br />

il ruolo centrale dei linfociti T e, inoltre, l’infiltrazione del tumore da parte <strong>di</strong> cellule<br />

dendritiche, così come l’espressione dell’antigene HLA-DR, sono risultati correlati ad<br />

una risposta clinica.<br />

Distribuzione e densità <strong>di</strong> cellule CD8+, CD4+, CD68+ e HLA-DR+ sono state valutate<br />

in aree selezionate della fase <strong>di</strong> crescita verticale <strong>di</strong> melanomi primari e sono state<br />

correlate statisticamente alla sopravvivenza con l’obbiettivo <strong>di</strong> stabilire il valore<br />

prognostico delle cellule del sistema immune infiltranti il tumore. Inoltre, sono state<br />

analizzate variabili cliniche come il sesso, l’età, la localizzazione, il livello <strong>di</strong> invasione <strong>di</strong><br />

Clark, l’invasione linfatico/vascolare e lo spessore del tumore primario.<br />

MATERIALI E METODI: Da un gruppo <strong>di</strong> 152 pazienti, pervenuti all’Ospedale<br />

Oncologico “Businco” <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> fra il 1995 e il 2002, sono stati selezionati 47 casi con<br />

crescita verticale del tumore, assenza <strong>di</strong> metastasi e completo follow-up all’aprile 2004.<br />

Sezioni microtomiche del melanoma primario <strong>di</strong> questi pazienti sono state trattate per la<br />

<strong>di</strong>mostrazione immunoistochimica della proteina S100, <strong>degli</strong> antigeni associati al<br />

melanoma Melan A e HMB45, dei linfociti CD4 e CD8, dei macrofagi CD68 e <strong>di</strong> cellule<br />

HLA-DR, attraverso il metodo “streptavi<strong>di</strong>n-biotin alkaline phosphatase”. Campi<br />

microscopici a<strong>di</strong>acenti, corrispondenti al fronte <strong>di</strong> avanzamento del tumore, sono stati<br />

esaminati per una valutazione quantitativa delle cellule immunitarie infiltranti. Gruppi <strong>di</strong><br />

bassa, moderata ed alta densità cellulare sono stati correlati alla sopravvivenza con il<br />

metodo <strong>di</strong> Kaplan-Meier. I dati sono stati analizzati con il software statistico SPSS v.<br />

11.5.<br />

RISULTATI E CONCLUSIONI: Le cellule CD4+ hanno mostrato nella maggior parte dei<br />

casi morfologia macrofagica, erano spesso pigmentate e co-localizzavano con<br />

macrofagi CD68+. La <strong>di</strong>stribuzione e la densità dei linfociti CD8+ è risultata<br />

significativamente <strong>di</strong>fferente all’interno della lesione e fra le <strong>di</strong>verse lesioni. Le cellule<br />

HLA-DR+ sono risultate più numerose nella periferia del tumore, in a<strong>di</strong>acenza al derma,<br />

e gradualmente <strong>di</strong>ffuse nella massa tumorale, nei noduli e nello stroma perinodulare.<br />

L’analisi <strong>di</strong> sopravvivenza ha <strong>di</strong>mostrato che la presenza e la <strong>di</strong>fferente densità <strong>di</strong> cellule<br />

CD8+ e HLA-DR+ nel melanoma primario sono statisticamente correlate alla prognosi.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Nell’insorgenza dei tumori cutanei, compreso il melanoma, il pattern <strong>di</strong> esposizione alle<br />

ra<strong>di</strong>azioni ultraviolette è uno dei fattori frequentemente considerati ad alto rischio. Per<br />

questo motivo la ricerca si è svolta su campioni bioptici <strong>di</strong> melanoma provenienti da due<br />

popolazioni, una ecuadoregna e una sarda, <strong>di</strong>stinte geograficamente e quin<strong>di</strong> sottoposte<br />

ad un <strong>di</strong>verso pattern <strong>di</strong> esposizione alle ra<strong>di</strong>azioni solari, <strong>di</strong>stinte geneticamente e per<br />

stile <strong>di</strong> vita. Variabili cliniche e patologiche dei campioni sono state analizzate e<br />

confrontate. Fra gli altri fattori coinvolti nell’insorgenza del melanoma, la riduzione o la<br />

soppressione sia <strong>di</strong> risposte immuni locali che sistemiche, possono avere effetti ad<strong>di</strong>tivi<br />

o sinergici alla ra<strong>di</strong>azione solare. Per questo fra gli obbiettivi della ricerca è presente<br />

anche lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del ruolo delle cellule del sistema immune nella progressione e<br />

aggressività del melanoma.<br />

L’applicazione <strong>di</strong> tecniche immunoistochimiche ha permesso <strong>di</strong> analizzare presenza e<br />

<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> cellule del sistema immune infiltranti il melanoma. In particolare sezioni<br />

tumorali sono state trattate secondo la meto<strong>di</strong>ca “streptavi<strong>di</strong>na-biotina alcalin-fosfatasi”<br />

con l’utilizzo <strong>di</strong> anticorpi monoclonali <strong>di</strong>retti contro antigeni specifici dei linfociti T (CD4+<br />

e CD8+), dei macrofagi (CD68+), delle antigen presenting cells (HLA-DR+) e dei<br />

mastociti (triptasi+).<br />

E’ stata valutata la densità delle cellule immunitarie sia con meto<strong>di</strong> quantitativi che<br />

semiquantitativi. I dati ottenuti sono stati elaborati statisticamente e correlati alla<br />

sopravvivenza attraverso il metodo <strong>di</strong> Kaplan-Meier con il fine <strong>di</strong> stabilire sia l’attività<br />

antitumorale che il valore prognostico delle cellule del sistema immunitario infiltranti il<br />

tumore. Le cellule infiammatorie, come i macrofagi e i mastociti, possono agire in<br />

sinergia con le cellule tumorali, e secernere fattori che conducono all’angiogenesi.<br />

Seguendo questa linea è stata valutata immunoistochimicamente e quin<strong>di</strong> con analisi<br />

statistica l’associazione fra microvasi e mastociti e, fra i fattori <strong>di</strong> secrezione, è stato<br />

esaminato il VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor).<br />

Alcuni fattori <strong>di</strong> soppressione tumorale, come la proteina p16 e la p53, potrebbero avere<br />

un ruolo importante nella progressione e nella aggressività del melanoma. Le due<br />

proteine sono state <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate nel melanoma attraverso l’applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> tipo<br />

immunoistochimico e <strong>di</strong> biologia molecolare.<br />

L’esame immunoistochimico della proteina p16, coinvolta nella regolazione del ciclo<br />

cellulare, ha permesso <strong>di</strong> valutare il suo significato prognostico nel melanoma mentre,<br />

con tecniche <strong>di</strong> biologia molecolare, sono stati analizzati i geni p16 e p53. L’analisi <strong>di</strong><br />

per<strong>di</strong>ta allelica del gene p16 (LOH) è stata <strong>di</strong>mostrata attraverso l’instabilità<br />

microsatellitare (MSI), mentre, del gene p53, sono stati sequenziati gli esoni che più<br />

frequentemente mostrano mutazioni puntiformi in altre neoplasie. I dati <strong>di</strong> LOH sono<br />

stati confrontati e confermati dai dati immunoistochimici per la presenza della proteina<br />

p16.<br />

Oltre al melanoma è stato <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato anche lo pterigio, processo degenerativo ed<br />

iperplasico della congiuntiva bulbare che mostra numerose analogie con il melanoma.<br />

Lo pterigio è il risultato <strong>di</strong> complesse interazioni tra esposizione ai raggi UV delle<br />

ra<strong>di</strong>azioni solari ed alterazioni genetiche. Esso mostra la stessa anomalia molecolare<br />

del melanoma, la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> eterozigosità (LOH) per il gene p16 e in alcuni casi presenta<br />

proliferazione melanocitaria. Inoltre, poichè la possibilità <strong>di</strong> coinvolgimento dell’HPV,<br />

potenzialmente oncogenico, nella patogenesi dello pterigio appare fondata, con<br />

tecniche <strong>di</strong> amplificazione del DNA e <strong>di</strong> sequenziamento è stata ricercata la presenza <strong>di</strong><br />

tale virus su campioni bioptici <strong>di</strong> pterigio provenienti dall’Ecuador e dalla Sardegna.<br />

Accanto all’attività <strong>di</strong> ricerca è stata svolta attività <strong>di</strong>dattica con esercitazioni pratiche <strong>di</strong><br />

Osteo-artro-miologia e Anatomia Microscopica per la <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> Anatomia Umana del<br />

Corso <strong>di</strong> Laurea in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia.<br />

137<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

(I lavori in extenso sono contrassegnati da un asterisco)<br />

1. PERRA M.T., MAXIA C., PIRAS F., ZUCCA I., SIRIGU P.Immunohistochemical<br />

study of pterygiumLII Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Palermo,<br />

1998It. J. Anat. Embryol, 103 (suppl.), 200, 1998Mozzon Giuntina S.p.A. – Il Se<strong>di</strong>cesimo,<br />

Firenze, Italy.<br />

2. Perra M.T., Maxia C., Piras F., Puxeddu R., Sirigu P.Local immune system in the<br />

human nasal mucosaXXVIII Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Istochimica,<br />

Camerino, 1999.Eur. J. Histochem., 43 (suppl. 2), 31, 1999Luigi Ponzio e figlio e<strong>di</strong>tori. Pavia,<br />

Italy.<br />

3. PERRA M.T., MAXIA C., PIRAS F., ZUCCA I., SIRIGU P.Role of immunologic<br />

mechanisms in the pathogenesis of pterygium.XV International Congress of I.F.A.A., Roma,<br />

1999It. J. Anat. Embryol, 104 (suppl. 1), 552, 1999.Mozzon Giuntina S.p.A. – Il Se<strong>di</strong>cesimo,<br />

Firenze, Italy.<br />

4. PERRA M.T., MAXIA C., PIRAS F., ZUCCA I., SIRIGU P.Effector cells of the<br />

immune response in the human lacrimal sac.LIII Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Anatomia, Milano, 1999It. J. Anat. Embryol, 104 (suppl. 2), 135, 1999Mozzon Giuntina S.p.A. –<br />

Il Se<strong>di</strong>cesimo, Firenze, Italy.<br />

5. MAXIA C., PERRA M.T., PIRAS F., SIRIGU P.Immunohistochemical study of<br />

normal and pathological human conjunctiva.The XIth International Congress of Histochemistry<br />

and Cytochemistry, York, UK, 2000<strong>Abstract</strong> booklet, 99, 2000.<br />

6 Piras F., Tavera M.L., Culurgioni F.,Sirigu P., Broccia G., Ennas M.G.- The<br />

immunolocalization of ALL-1/MLL/HRX and AF-4 antigens in resting and<br />

leukaemicmononuclear cells.The Xith International Congress of Histochemistry and<br />

Cytochemistry, York, UK, 2000<strong>Abstract</strong> booklet, 99, 2000.<br />

7. MAXIA C., ORRU’ S., PERRA M.T., PIRAS F., UGALDE PUYOL J., SIRIGU<br />

P.Local immune system in malignant melanoma.LIV Congresso Nazionale della Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Firenze, 2000It. J. Anat. Embryol., 105 (suppl. 1), 223, 2000.Mozzon<br />

Giuntina S.p.A. – Il Se<strong>di</strong>cesimo, Firenze, Italy.<br />

8. ENNAS M.G., PIRAS F., TAVERA M.L., CULURGIONI F., RONCHITTA S.,<br />

PIBIRI V.,BROCCIA G.ALL-1 and AF-4 proteins in lymphocytes and leukaemias.LIV<br />

Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Firenze, 2000It. J. Anat. Embryol.,<br />

105 (suppl. 1), 66, 2000.Mozzon Giuntina S.p.A. – Il Se<strong>di</strong>cesimo, Firenze, Italy.<br />

9.* SIRIGU P., MAXIA C., PUXEDDU R., ZUCCA I., PIRAS F., PERRA MT.The<br />

presence of a local immune system in the upper blind and lower part of the human<br />

nasolacrimal duct. Archs. Histol. Cytol., 63, 545-551, 2000Daiichi printing Co. Ltd., Niigata,<br />

Japan.<br />

10. SIRIGU P. UGALDE J., VINTIMILLA R., MAXIA C., ORRU S., PIRAS F.; PERRA<br />

M.T.Malignant melanoma: local immunological aspects.29° Congresso Nazionale della Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Istochimica, Capri, 2001Eur. J. Histochem. 45 (suppl. 1): 72, 2001Luigi Ponzio e<br />

figlio e<strong>di</strong>tori. Pavia, Italy.<br />

11. FOSSARELLO M., MAXIA C., PERRA M.T., PIRAS F., SIRIGU P., ZUCCA<br />

I.Photodynamic therapy in the treatment of pterygium: an immunohistochemical study.LV<br />

Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Ascoli Piceno, 2001It. J. Anat.<br />

Embryol., 106 (suppl. 1), 127, 2001.Mozzon Giuntina S.p.A. – Il Se<strong>di</strong>cesimo, Firenze, Italy.<br />

12. FOSSARELLO M., MAXIA C., PERRA M.T., PIRAS F., SERRA A., SIRIGU P.,<br />

ZUCCA I.Sistema immune locale nel melanoma della congiuntiva.Congresso Nazionale della<br />

Società Oftalmologica Italiana, Napoli, 2002. Atti, 2002, 59.<br />

13.* PERR PERRA M.T., MAXIA C., ZUCCA I., PIRAS F., SIRIGU<br />

P.Immunohistochemical study of human pterygium.Histol. Histopathol., 2002 17: 139-149.<br />

Murcia, Spain.<br />

14. MAXIA C., PERRA M.T., PIRAS F., FERRELI F., SERRA A., ZUCCA I., SIRIGU<br />

P.Immunohistochemical study of human conjunctival melanoma.ISMS 2002, Timisoara,<br />

Romania.<br />

15 PERRA M.T., MAXIA C., PIRAS F., CORBU A., CARTA L., BRAVO S., SIRIGU<br />

P. Relationship between the local immune system of pterygium with ethnographic<br />

andgeographical factors. LVI Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Pisa,<br />

2002It. J. Anat. Embryol., 107 (suppl. 1), 201, 2002.Mozzon Giuntina S.p.A. – Il Se<strong>di</strong>cesimo,<br />

Firenze, Italy.<br />

16. PERRA M.T., UGALDE J., MAXIA C., PIRAS F., CORBU A., FERRELI F.,<br />

SIRIGU P.Can pterygium develop into a malignant lesion?LVI Congresso Nazionale della<br />

Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Pisa, 2002It. J. Anat. Embryol., 107 (suppl. 1), 202, 2002.Mozzon<br />

Giuntina S.p.A. – Il Se<strong>di</strong>cesimo, Firenze, Italy.<br />

17.* PIRAS F., MOORE P.S., SCARPA A., SIRIGU P.Detection of Human<br />

Papilloma Virus DNA in pterygia from <strong>di</strong>fferent geographical regions.Br. J. Ophthalmol.<br />

87: 864-6, 2003. UK.<br />

18. PERRA M.T., ENNAS M.G., PIRAS F., MAXIA C., CORBU A., SIRIGU P.<br />

Immunohistochemical detection of p53 and p16 in malignant melanoma from<strong>di</strong>fferent<br />

geographical regions. 30° congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Istochimica,<br />

Rapallo (GE), 2003Eur J. Histochem, 47 (suppl. 1): 21, 2003. Mikimos, Voghera, Italy.<br />

19. SIRIGU P., ENNAS M.G., PIRAS F., PERRA M.T., MAXIA C., CORBU A.,<br />

FLORIS C.,MURILLO R., SCARPA A.Prognostic value of infiltrates linked to UV exposure<br />

patterns in human skinmelanoma.LVII Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Anatomia, Lipari, 2003It. J. Anat. Embryol., 108 (suppl. 2), 156, 2003.<br />

20.21. PIRAS F., MINERBA L., MURTAS D., MAXIA C., MULAS P., CORBU A.,<br />

PERRA M.T.,SIRIGU P.Prognostic value of immune system infiltrating cells in human<br />

skin melanomaLVIII Congresso Nazionale della Società Italiana <strong>di</strong> Anatomia, Chieti,<br />

2004It. J. Anat. Embryol., 109 (suppl. 1), 316, 2004PERRA MT, COLOMBARI R, MAXIA C,<br />

PIRAS F, CORBU A, UGALDE J, SIRIGU P.Association between pterygium and<br />

melanocytic tumors It. J. Anat. Embryol., 109 (suppl. 1), 314, 2004<br />

22.* Sirigu P., Piras F., Minerba L., Murtas D., Maxia C., Mulas P., Corbu A.,Perra<br />

M.T. Ugalde J.Prognostic pre<strong>di</strong>ction of the immunohistochemical expression of p16 and<br />

p53 in cutaneous malignant melanoma: a comparison of two populations from <strong>di</strong>fferent<br />

geographical regionsClin Can Res, 2004, submitted<br />

23.* Piras F., Colombari R, Minerba L., Murtas D., Floris C., Maxia C., Corbu<br />

A.,Perra M.T., Sirigu P.Pre<strong>di</strong>ctive Value of CD8, CD4, CD68, and HLA-DR Cells in the<br />

Prognosis of Cutaneous Malignant Melanoma with Vertical Growth Phase.Cancer, 2004<br />

submitted<br />

24.* RIBATTI D., NICO B., FLORIS C., MANGERI D., PIRAS F., ENNAS M.G.,<br />

VACCA A.,SIRIGU P.Microvascular density, vascular endothelial growth factor<br />

immunoreactivity intumor cells, vessel <strong>di</strong>ameter and intususceptive microvascular<br />

growth in primary melanoma.Oncology Reports, 2005, In press<br />

25.* PERRA M.T., COLOMBARI R., MAXIA C., ZUCCA I., PIRAS F., CORBU<br />

A.,BRAVO S., SCARPA A., SIRIGU P. Fin<strong>di</strong>ng of conjunctival melanocytic pigmented<br />

lesions within pterygium. Histopathology, 2004 submitted.<br />

26.* MAXIA C., SCANO P., MAGGIANI F.,MURTAS D., PIRAS F., CRNJAR R., LAI<br />

A., SIRIGU P. A morphological and multinuclear NMR study of the external tissue of the<br />

lower jaw of the striped dolphin (Stenella coeruleoalba). J Exp Biol 2005, submitted


138


Assegnista: Alessandro Pisano<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT: Teoria ed applicazioni del controllo me<strong>di</strong>ante sli<strong>di</strong>ng modes <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne<br />

superiore: le attività <strong>di</strong> ricerca svolte presso il DIEE<br />

Gli sli<strong>di</strong>ng-modes <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne superiore (higher-order sli<strong>di</strong>ng modes, HOSM) generalizzano<br />

il controllo a struttura variabile “tra<strong>di</strong>zionale” (o del primo or<strong>di</strong>ne) e consentono <strong>di</strong><br />

superarne il principale limite applicativo costituito dal fenomeno del chattering, che<br />

induce deleterie oscillazioni e vibrazioni indesiderate nel sistema controllato.<br />

Alcuni tra i più recenti e significativi risultati conseguiti dal gruppo <strong>di</strong> ricerca attivo presso<br />

l’università <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> hanno riguardato, per quanto attiene alla sfera teoricometodologica,<br />

i problemi della <strong>di</strong>scretizzazione, della globalità, della robustezza ai<br />

rumori <strong>di</strong> misura e dello sviluppo <strong>di</strong> schemi <strong>di</strong> controllo “output-feedback” robusti.<br />

Sono state inoltre approfon<strong>di</strong>te tematiche più prettamente applicative come la robotica,<br />

sia mobile (in particolare subacquea) che <strong>di</strong> manipolazione, la navigazione inerziale, la<br />

movimentazione <strong>di</strong> carichi sospesi, il controllo <strong>di</strong> pantografi attivi.<br />

Sono stati realizzati <strong>di</strong>versi set-up sperimentali e prototipi volti a validare le soluzioni<br />

teoriche proposte. Ricor<strong>di</strong>amo una gru a portale in scala <strong>di</strong> laboratorio, un prototipo <strong>di</strong><br />

veicolo subacqueo, una mano robotica a tre <strong>di</strong>ta, un veicolo natante a idrogetti e <strong>di</strong>versi<br />

set-up relativi al controllo <strong>di</strong> azionamenti elettrici ad elevate prestazioni.<br />

Questo articolo richiama i più significativi risultati teorici e sperimentali ottenuti negli<br />

ultimi anni ed illustra le principali ricerche in corso d’opera<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Nel novembre 2001 A. Pisano prende servizio come assegnista <strong>di</strong> ricerca presso il<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed Elettronica (DIEE) dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

nell’ambito del progetto “STUDIO E REALIZZAZIONE SPERIMENTALE DI CONTROLLI<br />

INNOVATIVI PER LA NAVIGAZIONE AUTONOMA DI ROBOT MOBILI”.<br />

Le attività svolte hanno spaziato da ricerche teoriche <strong>di</strong> base, in prevalenza relative allo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> controllo innovative per sistemi non lineari affetti da incertezze <strong>di</strong><br />

modello, a ricerche applicative nell’ambito delle quali le soluzioni ricavate per via teorica<br />

sono state sperimentate su prototipi.<br />

I risultati più significativi in ambito teorico sono stati ottenuto con riferimento alla teoria<br />

del controllo me<strong>di</strong>ante sli<strong>di</strong>ng modes <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne superiore. Sono state, in particolare,<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>ate e risolte con successo problematiche legate alla globalità, alla <strong>di</strong>scretizzazione<br />

ed alla robustezza nei confronti dei rumori <strong>di</strong> misura.<br />

Con riferimento alle attività applicative e sperimentali, nell’ambito <strong>di</strong> progetti <strong>di</strong> ricerca<br />

PRIN sono stati realizzati e posti in opera <strong>di</strong>versi prototipi <strong>di</strong>mostratori: un prototipo <strong>di</strong><br />

mano robotizzata a tre <strong>di</strong>ta, un prototipo <strong>di</strong> veicolo subacqueo, un prototipo <strong>di</strong> veicolo<br />

natante, un prototipo <strong>di</strong> gru a portale a controllo automatico. Alcune soluzioni<br />

progettuali sviluppate nell’ambito della messa in opera del prototipi <strong>di</strong> veicolo natante<br />

sono in corso <strong>di</strong> brevettazione<br />

Tra le altre problematiche <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate è possibile citare: il controllo <strong>di</strong> sistemi caotici, la<br />

derivazione numerica real-time, il controllo <strong>di</strong> pantografi attivi per l’alta velocità<br />

ferroviaria, la navigazione inerziale assistita <strong>di</strong> veicoli terrestri, il controllo robusto <strong>di</strong><br />

azionamenti elettrici asincroni ed in corrente continua.<br />

Sono state realizzate, durante il periodo dell’assegno, 10 pubblicazioni su riviste<br />

scientifiche internazionali ad alto impact factor (5 delle quali sono state selezionate<br />

dall’apposita commissione ed inoltrate al CIVR per la Valutazione dei Risultati della<br />

Ricerca 2001-2003, panel 09 - Ingegneria Industriale e della Informazione).<br />

Sempre durante il periodo dell’assegno, l’ing. Pisano è stato correlatore <strong>di</strong> 18 Tesi <strong>di</strong><br />

Laurea, a carattere sia progettuale che sperimentale, <strong>di</strong>scusse presso il DIEE.<br />

Informazioni <strong>di</strong> dettaglio sulle attività <strong>di</strong> ricerca svolte, con fotografie e filmati relativi alla<br />

maggior parte delle attività sperimentali, sono reperibili in rete all’in<strong>di</strong>rizzo<br />

http://www.<strong>di</strong>ee.unica.it/~pisano/infoit.html.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

I lavori [J5,J6,J7,J8,J10] sono stati selezionati dall’apposita commissione ed<br />

inoltrati al CIVR per la Valutazione dei Risultati della Ricerca 2001-2003 (panel 09 -<br />

Ingegneria Industriale e della Informazione) dell’’Ateneo<br />

Riviste Internazionali<br />

[J1] Bartolini G., Ferrara A., PISANO A., Usai E.<br />

"Adaptive reduction of the control effort in chattering-free sli<strong>di</strong>ng mode control of<br />

uncertain nonlinear systems" Journal of Applied Mathematics and Computer Sciences,<br />

vol. 8, n. 1, pp. 51-71, 1998.<br />

[J2] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"First and Second Derivative Estimation by Sli<strong>di</strong>ng Mode Technique"<br />

Journal of Signal Processing, vol. 4, n. 2, pp. 167-176, 2000.<br />

[J3] Bartolini G., Levant A., PISANO A., Usai E.<br />

"On the robust stabilization of nonlinear uncertain systems with incomplete<br />

state availability",<br />

ASME Journal of Dynamic Systems, Measurement and Control, vol. 122, pp.<br />

738-745, 2000.<br />

[J4] Bartolini G., Ferrara A., PISANO A., Usai E.<br />

"On the convergence properties of a 2-sli<strong>di</strong>ng control algorithm for nonlinear<br />

uncertain systems",<br />

International Journal of Control, vol. 74, n. 7, pp. 718-731, 2001.<br />

[J5] Bartolini G., PISANO A. , Usai E.<br />

"Global Stabilization for Nonlinear Uncertain Systems with Unmodeled<br />

Actuator Dynamics"<br />

IEEE Trans. on Automatic Control, vol. 46, n. 11, pp. 1826-1832, 2001.<br />

[J6] Bartolini G., PISANO A.,Usai E.<br />

"Digital Second Order Sli<strong>di</strong>ng Mode Control for Uncertain Nonlinear Systems"<br />

Automatica vol. 37, no. 9, pp. 1371-1377, 2001.<br />

[J7] Bartolini G., PISANO A..,Usai E.<br />

"Second Order Sli<strong>di</strong>ng Mode Control for Container Cranes"<br />

Automatica, vol. 38, pp. 1783-1790, 2002.<br />

[J8] Bartolini G., Damiano A., Gatto G.L., Marongiu I., PISANO A., Usai E.<br />

"Robust Speed and Torque Estimation in Electrical Drives by Second<br />

Order Sli<strong>di</strong>ng Modes"<br />

IEEE Trans. on Control Systems Technology, vol. 11, n. 1, pp. 84-90,<br />

2003.<br />

[J9] Bartolini G., PISANO A., Punta E., Usai E.<br />

"A survey of applications of second-order sli<strong>di</strong>ng mode control to<br />

mechanical systems"<br />

International Journal of Control, vol. 76, n. 9/10, pp. 875-892, 2003.<br />

[J10] Bartolini G., PISANO A., Pisu P.<br />

"A Simplified Exponentially Convergent Rotor Resistance Estimator for<br />

Induction Motors",<br />

IEEE Trans. on Automatic Control, vol. 48, n. 2, pp. 325-330, 2003.<br />

[J11] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"Output-feedback control of container cranes: a comparative analysis",<br />

Asian Journal of Control, vol. 5, n. 4, pp. 578-593, 2003.<br />

[J12] Bartolini G., PISANO A.<br />

"Global output-feedback tracking and load <strong>di</strong>sturbance rejection for<br />

electrically-driven robotic manipulators with uncertain dynamics",<br />

International Journal of Control, vol. 76, n. 12, pp.1201-1213, 2003.<br />

[J13] PISANO A. Usai E.<br />

“Output--Feedback Regulation of the Contact-Force in High--Speed Train Pantographs",<br />

ASME Journal of Dynamic Systems, Measurement and Control, vol. 126, n. 1,<br />

pp. 82-87, 2004.<br />

[J14] Damiano A.,Gatto G.L., Marongiu I., PISANO A.<br />

”Second-order sli<strong>di</strong>ng-mode control of DC drives”<br />

IEEE Trans. on Industrial Electronics,vol. 51, n. 2, pp. 364-373, 2004.<br />

[J15] PISANO A. Usai E.<br />

“Output-feedback control of an underwater vehicle prototype by higher-order sli<strong>di</strong>ng<br />

modes”,<br />

Automatica, vol. 40, n. 3, pp. 1525-1530, 2004.<br />

[J16] Bartolini G., PISANO A. Usai E.<br />

“An improved second-order sli<strong>di</strong>ng mode control scheme robust against the measurement<br />

noise”,<br />

IEEE Trans. on Automatic Control, vol. 49, n. 10, pp. 1731-1737, 2004.<br />

Capitoli su libri<br />

[L1] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

139<br />

"Variable Structure Control of Sampled Data Systems by Second Order Sli<strong>di</strong>ng Modes", in<br />

"Variable Structure Systems, Sli<strong>di</strong>ng Mode and Nonlinear Control", K.D. Young and<br />

U.Ozguner eds., Lecture Notes in Control and Information Sciences, vol. 247, pp. 43-68,<br />

Springer Verlag, 1999.<br />

[L2] Bartolini G., Pillosu S., PISANO A., Usai E.<br />

"Time-Optimal Stabilization for a Third-Order Integrator: a Robust State-Feedback<br />

Implementation"<br />

in "Dynamics, Bifurcations and Control", F. Colonius and L. Gruene eds., Lecture Notes<br />

in Control and Information Sciences, vol. 273, pp. 131-144, Springer Verlag, 2002.<br />

[L3] Bartolini G., Levant A., PISANO A., Usai E.<br />

"Higher-Order Sli<strong>di</strong>ng Modes for Output-Feedback Control of Nonlinear Uncertain<br />

Systems"<br />

in "Variable Structure Systems: Towards the 21-st century" X. Yu and J, Xu eds.,<br />

Lecture Notes in Control and Information Sciences, vol. 274, pp. 83-108, Springer<br />

Verlag, 2002.<br />

[L4] Bartolini G., PISANO A., Punta E., Usai E.<br />

"Motion Control of Underwater Objects by using Second-Order Sli<strong>di</strong>ng-Mode<br />

Techniques"<br />

in "Variable Structure Systems: from Principles to Implementation" , A. Sabanovic, L.<br />

Fridman and S. Spurgeon eds. Control Engineering Series, IEE publishing, UK, ISBN 0-<br />

86341-350-1, 2004.<br />

Congressi Internazionali<br />

[C1] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"Digital second order sli<strong>di</strong>ng mode control of SISO uncertain nonlinear systems"<br />

Proc. of the 1998 American Control Conference ACC '98, Philadelphia, USA, June<br />

1998.<br />

[C2] Bartolini G., PISANO A.,Usai E.<br />

"Digital second order sli<strong>di</strong>ng mode control with uncertainties estimation for a class of SISO<br />

nonlinear systems" Proc. of the 1998 IEEE Me<strong>di</strong>terranean Conference on Control and<br />

Systems MEDCONF '98, Alghero, June 1998<br />

[C3] Bartolini G., PISANO A., Usai E<br />

"Direct <strong>di</strong>scretization of Second Order Sli<strong>di</strong>ng Mode Control for Uncertain Nonlinear<br />

Systems"<br />

Proc of the 1998 Conference on Decision and Control CDC '98, Tampa, USA,<br />

December 1998.<br />

[C4] Bartolini G., PISANO A., Usai E<br />

"Variable structure control of nonlinear sampled data systems by second order sli<strong>di</strong>ng modes"<br />

Proc of the 1998 Workshop on Variable Structure Systems VSS '98, Tampa, USA, December<br />

1998.<br />

[C5] Bartolini G., Levant A. PISANO A., Usai E.<br />

"2-Sli<strong>di</strong>ng Mode with Adaptation"<br />

Proc. of the 1999 IEEE Me<strong>di</strong>terranean Conference on Control and Systems MEDCONF ‘99,<br />

Haifa, Israel, 1999.<br />

[C6] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"Direct Discretization of a Second Order Sli<strong>di</strong>ng Mode Control Scheme for Uncertain Nonlinear<br />

Systems"<br />

Proc. of the 1999 European Control Conference ECC`99, Kalrsruhe, Germany, August 1999.<br />

[C7] Damiano A., Gatto G.L., PISANO A., Usai E.<br />

"Rotor Speed Estimation in Electrical Drives by Second Order Sli<strong>di</strong>ng Modes"<br />

Proc. of the 1999 European Control Conference ECC `99, Kalrsruhe, Germany, August 1999.<br />

[C8] Damiano A., Gatto G.L., PISANO A., Usai E.<br />

"Second Order Sli<strong>di</strong>ng Mode Control of PM DC Motor"<br />

Proc. of the 1999 International Symposium on Industrial Electronics ISIE`99, Bled, Slovenia,<br />

June 1999.<br />

[C9] Damiano A., Gatto G.L., Marongiu I., PISANO A.<br />

"Synthesis and Digital Implementation of a Reduced Order Flux Observer for Induction Motor<br />

Drives"<br />

Proc. of the 1999 International Symposium on Industrial Electronics ISIE`99, Bled, Slovenia,<br />

June 1999.<br />

[C10] Bartolini G., Levant A., PISANO A., Usai E.<br />

"A 2-sli<strong>di</strong>ng mode observer-controller scheme for nonlinear uncertain systems"<br />

Proc of the 1999 Conference on Decision and Control CDC '99, Phoenix, USA, December<br />

1999.<br />

[C11] Bartolini G., Orani N., PISANO A., Usai E.<br />

"Load Swing Damping in Overhead Cranes by Sli<strong>di</strong>ng Mode Technique"<br />

Proc of the 39th Conference on Decision and Control CDC 2000, Sidney, AU, December 2000.<br />

[C12] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"Global Stabilization and Peaking Reduction for Nonlinear Uncertain Systems with Unmodeled<br />

Actuator Dynamics" Proc of the 39th Conference on Decision and Control CDC 2000, Sidney,<br />

AU, December 2000.<br />

[C13] Bartolini G., Murineddu A., PISANO A., Usai E.<br />

"A Combined First Order-Second Order Sli<strong>di</strong>ng Mode Control Scheme for IM Drives"<br />

Proc of the 2000 Workshop on Variable Structure Systems VSS 2000, Gold Coast, AU.<br />

[C14] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"Digital Sli<strong>di</strong>ng Mode Control with O(T 3 ) accuracy"


Proc of the 2000 Workshop on Variable Structure Systems VSS 2000, Gold Coast, AU,<br />

December2000.<br />

[C15] Bartolini G., Pillosu S., PISANO A., Usai E.<br />

"Time-Optimal Stabilization for a Third-Order Integrator: a Robust State-Feedback<br />

Implementation"<br />

Proc. of the 2001 Nonlinear Control Network Workshop NCN 2001, Irsee (DE), April<br />

2001.<br />

[C16] Bartolini G., Cisci L., PISANO A., Usai E.<br />

"Navigation and Control of AUVs via Second Order Sli<strong>di</strong>ng-Modes and Extended<br />

Kalman Filtering"<br />

Proc. of the 2001 IEEE Me<strong>di</strong>terranean Control Conference MED 2001, Dubrovnik<br />

(Croatia) June 2001.<br />

[C17] Bartolini G., PISANO A., Punta E.<br />

"Chattering-Free Sli<strong>di</strong>ng-Mode Tracking Control for Robotic Manipulators"<br />

Proc. of the 2001 IEEE European Control Conference ECC 2001, Porto (Portugal)<br />

September 2001.<br />

[C18] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"Chattering Reduction in the Variable Structure Control of Nonlinear Systems with<br />

Incomplete State Availability" Proc. of the 2001 IEEE European Control Conference<br />

ECC 2001, Porto (Portugal) September 2001.<br />

[C19] Bartolini G., PISANO A., Usai E.<br />

"Global Tracking Control for a class of Nonlinear Uncertain Systems" Proc. of the 40th<br />

Conference on Decision and Control CDC 2001, Orlando, US, December 2001.<br />

[C20] PISANO A., Usai E.<br />

"Robust control of container cranes: theory and experimental validation"<br />

Proc. of the 40th Conference on Decision and Control CDC 2001, Orlando, US,<br />

December 2001.<br />

[C21] Levant A., PISANO A., Usai E.<br />

"Output feedback contact-force control in high-speed train pantographs"<br />

Proc. of the 40th Conference on Decision and Control CDC 2001, Orlando, US,<br />

December 2001.<br />

[C22] Piga-Carboni A., PISANO A., Usai E.<br />

"Robust Control of the Contact Force of an asymmetric pantograph"<br />

Proc. of the 2002 Int. Conf. on CAD, Manifacture and Operation in the Railway<br />

System COMPRAIL 2002, Lemnos (Greece), June 2002.<br />

[C23] Bartolini G., Levant A., PISANO A., Usai E.<br />

"A Real-Sli<strong>di</strong>ng Criterion for Control Adaptation" Proc. of the 2002 Workshop on<br />

Variable Structure Systems VSS 2002, Sarajevo, YUG, July 2002.<br />

[C24] Cannas B., Cincotti S., PISANO A., Usai E.,<br />

"Robust chaos synchronisation: a comparative analysis"<br />

Proc. of the 2002 Workshop on Variable Structure Systems VSS 2002, Sarajevo,<br />

YUG, July 2002.<br />

[C25] Piga-Carboni A., PISANO A., Usai E.<br />

"VSC applied to a Brecknell-Willis high-speed pantograph"<br />

Proc. of the 2002 Workshop on Variable Structure Systems VSS 2002, Sarajevo,<br />

YUG, July 2002.<br />

[C26] Bartolini G, PISANO A., Usai E.<br />

"Output-feedback control of container cranes: a comparative analysis"<br />

Proc. of the 41th Conference on Decision and Control CDC 2002, Las Vegas, US,<br />

December 2002.<br />

[C27] Bartolini G., PISANO A., Pisu P.<br />

"Rotor Resistance Identification for an Induction Machine via Combined Adaptive<br />

and Sli<strong>di</strong>ng-Mode Technique" Proc. of the 41th Conference on Decision and<br />

Control CDC 2002, Las Vegas, US, December 2002.<br />

[C28] Cannas B., Cincotti S., PISANO A., Usai E.<br />

"Controlling Chaos via Second-Order Sli<strong>di</strong>ng Modes" Proc. of the 2003 Int.<br />

Simposium on Circuits and Systems ISCAS 2003, Bangkok, May 2003.<br />

[C29] Bartolini G, PISANO A., Usai E.<br />

"Sli<strong>di</strong>ng-Mode Control with Mild Information Demand for Relative-Degree 3<br />

Systems"<br />

Proc. of the 42nd Conference on Decision and Control CDC 2003, Maui, US,<br />

December 2003.<br />

[C30] PISANO A., Usai E.<br />

"An Improved Second-Order Sli<strong>di</strong>ng-Mode Control Scheme Robust against the<br />

Measurement Noise"<br />

Proc. of the 42nd Conference on Decision and Control CDC 2003, Maui, US,<br />

December 2003<br />

[C31] Igor Boiko, Leonid Fridman, Rafael Iriarte, Alessandro PISANO and Elio<br />

Usai<br />

"Analysis of the $\lq\lq$Sub-optimal" second-order sli<strong>di</strong>ng-mode control<br />

algorithm in the frequency domain"<br />

Proc. of the 43nd Conference on Decision and Control CDC 2004, Nassau,<br />

Bahamas, December 2004<br />

[C32] Igor Boiko, Leonid Fridman, Alessandro PISANO and Elio Usai<br />

"Fast Oscillations in Feedback Control Systems with Fast Actuators riven by the<br />

Second-Order Sli<strong>di</strong>ng Mode 'Suboptimal' Algorithm "<br />

Proc. of the 43nd Conference on Decision and Control CDC 2004, Nassau,<br />

Bahamas, December 2004<br />

[C33] Bartolini G. PISANO A., Usai E.<br />

"On a third-order sli<strong>di</strong>ng mode controller"<br />

Proc. of the 8 th Int. Workshop on Variable Structure Systems VSS 2004, Vilanova i<br />

la Geltru, SP,. Sept 2004.<br />

[C33] Bartolini G. PISANO A., Usai E.<br />

"On a third-order sli<strong>di</strong>ng mode controller"<br />

Proc. of the 8 th Int. Workshop on Variable Structure Systems VSS 2004, Vilanova i<br />

la Geltru, SP,. Sept 2004.<br />

[C34] Igor Boiko, Leonid Fridman, Alessandro PISANO and Elio Usai<br />

Shaping the amplitude and frequency of chattering in 2-SMC with dynamic<br />

actuators<br />

Proc. of the 8 th Int. Workshop on Variable Structure Systems VSS 2004, Vilanova i<br />

la Geltru, SP,. Sept 2004.<br />

[C35] Igor Boiko, Leonid Fridman, Alessandro PISANO and Elio Usai<br />

" Performance Analysis of Second-Order Sli<strong>di</strong>ng-Mode Control Systems with Fast<br />

Actuators r"<br />

Proc. of the 8 th Int. Workshop on Variable Structure Systems VSS 2004, Vilanova i<br />

la Geltru, SP,. Sept 2004.<br />

Congressi Nazionali<br />

[CN1] Corriga G., PISANO A., Usai E<br />

"Controllo robusto della forza <strong>di</strong> contatto in pantografi ferroviari"<br />

Convegno nazionale ANIPLA "Automazione 2001", Ancona, Novembre 2001.<br />

140


Assegnista: Maria Barbara Pisano<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Biologia Sperimentale<br />

ABSTRACT: Potenziali proprietà probiotiche <strong>di</strong> batteri lattici isolati da prodotti lattierocaseari<br />

ovini artigianali<br />

I batteri lattici sono un gruppo eterogeneo <strong>di</strong> microrganismi ampiamente <strong>di</strong>ffusi in<br />

natura, <strong>di</strong> estrema importanza nella trasformazione e conservazione <strong>di</strong> molti alimenti<br />

fermentati dove giocano un ruolo importante grazie alle loro proprietà aci<strong>di</strong>ficanti,<br />

aromatizzanti ed alla capacità <strong>di</strong> inibire la microflora indesiderata o patogena. Essi<br />

vengono definiti microrganismi probiotici, ovvero microrganismi che, quando ingeriti,<br />

arrecano benefici all’ospite migliorando le proprietà e le qualità della microflora<br />

contenuta nell’apparato gastro-enterico. Di recente, un crescente interesse scientifico è<br />

stato rivolto verso quegli alimenti fermentati, prodotti artigianalmente, considerati fonte<br />

<strong>di</strong> nuovi ceppi microbici dotati <strong>di</strong> potenziali caratteristiche probiotiche. Non tutti i batteri<br />

lattici associati agli alimenti artigianali fermentati hanno però le proprietà ideali in termini<br />

<strong>di</strong> adattamento all’ambiente intestinale, attività metaboliche e proprietà funzionali. Tra i<br />

requisiti essenziali, affinché un microrganismo raggiunga l’intestino in con<strong>di</strong>zioni vitali, vi<br />

è la capacità <strong>di</strong> resistere e crescere a bassi valori <strong>di</strong> pH, nonché la resistenza all’azione<br />

litica dei sali biliari.<br />

Sulla base <strong>di</strong> queste considerazioni, scopo <strong>di</strong> questo lavoro è stato quello <strong>di</strong> esaminare<br />

alcune caratteristiche funzionali, importanti nel processo <strong>di</strong> selezione <strong>di</strong> un<br />

microrganismo probiotico, in ceppi <strong>di</strong> Lactobacillus, Lactococcus ed Enterococcus,<br />

isolati da prodotti lattiero-caseari ovini artigianali. Sono state analizzate la capacità <strong>di</strong><br />

resistenza nei confronti dei bassi valori <strong>di</strong> pH e della bile, l’attività <strong>di</strong> idrolisi dei sali biliari<br />

e l’azione antagonistica nei confronti <strong>di</strong> un ampio spettro <strong>di</strong> batteri tra cui alcuni patogeni<br />

alimentari. E’ stata inoltre esaminata l’antibiotico-resistenza e la potenziale capacità <strong>di</strong><br />

produrre amine biogene.<br />

In generale, i ceppi <strong>di</strong> batteri lattici analizzati hanno mostrato una buona tolleranza nei<br />

confronti dei bassi valori <strong>di</strong> pH e <strong>di</strong> concentrazioni fisiologiche <strong>di</strong> bile. Una debole attività<br />

<strong>di</strong> idrolisi dei sali biliari, caratteristica fisiologica considerata <strong>di</strong> notevole interesse per la<br />

sua correlazione con l’abbassamento dei livelli <strong>di</strong> colesterolo nel sangue, è stata<br />

evidenziata nel 18,4% dei ceppi <strong>di</strong> enterococchi e nel 36,6% dei ceppi <strong>di</strong> lattobacilli<br />

analizzati. Lo screening preliminare sull’attività antimicrobica ha evidenziato la presenza<br />

<strong>di</strong> ceppi <strong>di</strong> lattobacilli e lattococchi dotati <strong>di</strong> una buona attività antagonistica nei confronti<br />

dei patogeni alimentari L. monocytogenes ed E. coli O157:H7. Due ceppi <strong>di</strong> lattococchi<br />

sono risultati capaci <strong>di</strong> produrre batteriocine simili alla nisina. Nessuno dei ceppi <strong>di</strong><br />

lattobacilli e <strong>di</strong> lattococchi saggiati ha mostrato attività decarbossilante nei confronti<br />

<strong>degli</strong> aminoaci<strong>di</strong> testati. Tra gli enterococchi l’unica attività decarbossilante presente è<br />

risultata quella a carico della tirosina. Fra gli antibiotici saggiati, da sottolineare<br />

positivamente la bassa resistenza dei ceppi <strong>di</strong> enterococchi verso i glicopepti<strong>di</strong><br />

vancomicina e teicoplanina,<br />

I risultati ottenuti, da cui si rileva una certa variabilità inter ed intra-specifica delle<br />

caratteristiche fisiologiche esaminate nei ceppi analizzati, evidenziano che tra la<br />

microflora autoctona dei prodotti lattiero-caseari ovini artigianali, esistono ceppi<br />

caratterizzati da interessanti proprietà funzionali <strong>di</strong> interesse probiotico che potrebbero<br />

essere utilizzati come colture integrative nella produzione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi alimenti fermentati.<br />

Ulteriori <strong>stu<strong>di</strong></strong> devono essere condotti, per confermare la potenziale capacità <strong>di</strong><br />

colonizzare il tratto intestinale attraverso sperimentazioni in vitro ed in vivo.<br />

DESCRIZIONE DELL’ATTIVITÀ<br />

L’assegnista Maria Barbara Pisano, nata a <strong>Cagliari</strong> il 29/05/1971, si è laureata in<br />

Scienze Biologiche il 27 Novembre del 1996 con la tesi sperimentale dal titolo “Proprietà<br />

antimicrobiche <strong>di</strong> oli essenziali con <strong>di</strong>fferente composizione chimica” presso l’<strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Si è specializzata in Microbiologia e Virologia nell’Ottobre del 2001, presso la<br />

medesima <strong>Università</strong> con la tesi sperimentale dal titolo: “Sorveglianza microbiologica<br />

ambientale in un CTMO”.<br />

Dall’8 Marzo 2001 svolge la sua attività <strong>di</strong> ricerca presso la sezione <strong>di</strong> Igiene del<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Sperimentale in qualità <strong>di</strong> Assegnista <strong>di</strong> Ricerca per il progetto<br />

dal titolo “Valorizzazione <strong>di</strong> alcuni prodotti ovini tipici sar<strong>di</strong>”.<br />

Nel novembre 2002 è stata titolare <strong>di</strong> un finanziamento dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>,<br />

nell’ambito del Progetto Giovani Ricercatori, per svolgere una ricerca dal titolo<br />

“Caratterizzazione fenotipica, tecnologica e molecolare <strong>di</strong> batteri lattici isolati da prodotti<br />

ovini tipici sar<strong>di</strong>”.<br />

Nel periodo Marzo-Agosto 2003 ha frequentato, come visiting researcher, i laboratori<br />

dell’Institute of Hygiene and Toxicology presso il Federal Research Centre for Nutrition<br />

and Food (Karlsruhe, Germania), dove ha svolto attività <strong>di</strong> ricerca su ceppi autoctoni <strong>di</strong><br />

batteri lattici, <strong>di</strong> cui ha <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato le caratteristiche fenotipiche, molecolari ed alcune<br />

caratteristiche funzionali importanti nel processo <strong>di</strong> selezione dei ceppi probiotici, come<br />

la capacità <strong>di</strong> sopravvivenza al passaggio nel tratto gastro-intestinale in vitro e la<br />

capacità <strong>di</strong> adesione alle cellule della mucosa intestinale attraverso il test <strong>di</strong> aderenza<br />

su colture cellulari.<br />

Nell’ambito del progetto <strong>di</strong> ricerca finalizzato alla valorizzazione <strong>di</strong> alcuni prodotti ovini<br />

tipici sar<strong>di</strong>, l’attività <strong>di</strong> ricerca ha riguardato lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle caratteristiche<br />

microbiologiche del formaggio Fiore Sardo ed in particolare l’isolamento, l’identificazione<br />

e la caratterizzazione fenotipica e genotipica della microflora autoctona <strong>di</strong> interesse<br />

caseario.<br />

Altri <strong>stu<strong>di</strong></strong> condotti nel periodo <strong>di</strong> attività come assegnista hanno riguardato: la<br />

sorveglianza microbiologica in ambiente ospedaliero; la valutazione del potere<br />

antimicrobico <strong>di</strong> oli essenziali estratti da piante aromatiche della Sardegna; la<br />

valutazione del potere antimicrobico <strong>di</strong> composti eterociclici azotati <strong>di</strong> nuova sintesi;<br />

Le linee <strong>di</strong> ricerca più recenti riguardano: lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> alcune proprietà funzionali <strong>di</strong><br />

interesse probiotico in ceppi <strong>di</strong> batteri lattici e <strong>di</strong> lieviti isolati da prodotti lattiero-caseari<br />

artigianali; lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei fattori <strong>di</strong> virulenza e la resistenza antimicrobica in ceppi <strong>di</strong><br />

enterococchi <strong>di</strong> origine alimentare; lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell’epidemiologia molecolare <strong>di</strong> infezioni<br />

sostenute da opportunisti quali enterococchi e Can<strong>di</strong>da.<br />

La Dott.ssa Pisano collabora alla attività <strong>di</strong>dattica nell’ambito dei numerosi corsi del<br />

SSD MED/42 nella Facoltà <strong>di</strong> Scienze MM. FF. NN. svolgendo attività tutoriale,<br />

seminari, esercitazioni, guidando gli studenti tirocinanti nella preparazione delle tesi <strong>di</strong><br />

laurea, e partecipando, in qualità <strong>di</strong> assegnista <strong>di</strong> ricerca alle commissioni d’esame<br />

come terzo componente.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Cosentino S., Tuberoso C. I. G., Pisano B. Cherchi A., Spanedda L.,<br />

Palmas F.<br />

“Influenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti modalità <strong>di</strong> conservazione della qualità del miele”.<br />

Riv. Sc. Alim., 3, 253-260, 1996.<br />

2. Cosentino S., Pisano B., Mulargia A. F., Sale R., Palmas F.<br />

“Valutazione delle caratteristiche igienico-sanitarie <strong>di</strong> mieli sar<strong>di</strong>”.<br />

Atti IX Congr. Int.: Alimenti Nutrizione e Cosmetici, Problematiche scientifiche e<br />

Prospettive Professionali, 10-13 Ottobre, Grado (GO), 373-379, 1996.<br />

141<br />

3. Palmas F., Tola P., Pisano B., Serra M. P., Sale R.<br />

“Influenza dell’acqua in <strong>di</strong>stribuzione negli stabilimenti lattiero-caseari sulla<br />

contaminazione dei prodotti finiti”.<br />

Atti IX Congr. Int.: Alimenti Nutrizione e Cosmetici, Problematiche scientifiche e<br />

Prospettive Professionali, 10-13 Ottobre, Grado (GO), 441-447, 1996.<br />

4. Fadda M. E., Meloni V., Pisano B., Tuveri P., Longu S., Palmas F.<br />

“Importanza del controllo micologico nelle industrie lattiero-casearie”.<br />

Atti IX Congr. Int.: Alimenti Nutrizione e Cosmetici, Problematiche scientifiche e<br />

Prospettive<br />

Professionali, 10-13 Ottobre, Grado (GO), 391-398, 1996.<br />

5. Cosentino S., Mulargia A. F., Puddu R., Pisano B., Palmas F.<br />

“Produzione <strong>di</strong> enterotossina e caratteristiche biochimiche <strong>di</strong> B. cereus isolati da <strong>di</strong>versi<br />

prodotti alimentari”.<br />

Atti Conf. Naz.: I rischi microbiologici del 2000 nel settore alimentare, 6 Maggio, Bologna,<br />

71-74, 1997.<br />

6. Cosentino S., Mulargia A. F., Pisano B., Tuveri P., Palmas F.<br />

“Incidence and biochemical characteristics of Bacillus flora in Sar<strong>di</strong>nian dairy products”.<br />

Int. J. Food Microbiol., 38, 253-238, 1997.<br />

7. Palmas F., Schivo M. L., Obino P., Sad<strong>di</strong> B., Pisano M. B.<br />

“Infezioni micotiche: indagine in pazienti ospedalizzati immunocompromessi e non<br />

immunocompromessi”.<br />

Ig. Mod., 107, 185-198, 1997.<br />

8. Cosentino S., Fadda M. E., Pisano B., Palmas F.<br />

“Microbial monitoring in a Bone Marrow Transplant Unit : a 3-year experience”.<br />

Proc. Int. Conf. Healthy Buil<strong>di</strong>ngs/IAQ 97, 1, 401-406, 1997.<br />

9. Cosentino S., Mulargia A. F., Puddu R., Pisano B., Palmas F.<br />

“Botanical and microbial characterization of Sar<strong>di</strong>nian honey”.<br />

Riv. Antr., Suppl. Vol. 76, 397-402, 1998.<br />

10. Cosentino S., Tuberoso C. G. I., Fadda M. E., Pisano B., Satta M., Mascia V.,<br />

Palmas F. “Attività antimicrobica e composizione chimica <strong>di</strong> oli essenziali della Sardegna”.<br />

Ig. Mod., 112, 1759-1771, 1999.<br />

11. Cosentino S., Tuberoso C. G. I.,. Pisano B., Satta M., Mascia V., Arze<strong>di</strong> E.,<br />

Palmas F.<br />

“In-vitro antimicrobial activity and chemical composition of Sar<strong>di</strong>nian Thymus essential<br />

oils”.<br />

Lett. Appl. Microbiol., 29, 130-135, 1999.<br />

12. Deplano M., Cosentino S., Piras C., Pisano B., Canu B., Palmas F.<br />

“Indagine sulla presenza <strong>di</strong> stipiti batterici del Gen. Clostri<strong>di</strong>um in campioni <strong>di</strong> pecorino<br />

sardo”.<br />

Atti 39° Congr. Naz. S.It.I: la promozione della salute nel terzo millennio, 24-27 Settembre,<br />

Ferrara, 272-274, 2000.<br />

13. Palmas F., Cosentino S., Pisano B., Deplano M.<br />

“Acqua in uso nell’industria alimentare e qualità dei prodotti finiti”.<br />

Atti Congr. Int.: Produzioni alimentari e qualità della vita. 4-8 Settembre, Sassari, 2, 555-<br />

561,<br />

2000.<br />

14. Pisano M. B., Cosentino S., Puddu R., Puggioni S., Palmas F.<br />

“Sorveglianza microbiologica ambientale in un centro per il trapianto <strong>di</strong> midollo<br />

osseo”.<br />

Infez. Med., 1, 19-24, 2001.<br />

15. Puddu R., Cosentino S., Pisano M. B., Deplano M., Palmas F.<br />

“Circolazione microbica e controllo microbiologico in due Unità <strong>di</strong> Terapia<br />

Intensiva”.<br />

Infez. Med., 4, 212-216, 2001.<br />

16. Pisano M. B., Puggioni S., Lobina M., Lorrai V., Cosentino S.<br />

“Valutazione dell’attività antibatterica e antifungina <strong>di</strong> oli essenziali estratti da<br />

piante aromatiche della Sardegna”.<br />

Atti XIV Congr. Int.: Salute, Sicurezza e Qualità, Obiettivi <strong>di</strong> una Professione, 11-14<br />

Ottobre, Altavilla Milicia (PA), 237-245, 2001.<br />

17. Piras C., Pisano M. B., Casu C., Palmas F., Cosentino S.<br />

“Bio<strong>di</strong>versità fenotipica <strong>di</strong> batteri lattici isolati da formaggi ovini sar<strong>di</strong>”.<br />

Atti XIV Congr. Int.: Salute, Sicurezza e Qualità, Obiettivi <strong>di</strong> una Professione, 11-14<br />

Ottobre,<br />

Altavilla Milicia (PA), 95-103, 2001.<br />

18. Fadda M. E., Cosentino S., Pisano B., Deplano M., Palmas F.<br />

“ Study of the yeasts of Fiore Sardo cheese.”<br />

Proc. Int. Conf. SFAM 2002, 101-104.<br />

19. Cosentino S., Pisano B., Piras C., Deplano M., Palmas F.<br />

“Characterization of lactic acid bacteria isolated from tra<strong>di</strong>tional Fiore Sardo<br />

cheese.”<br />

Proc. Int. Conf. SFAM 2002, 104-107.<br />

20. Pisano M. B., Fadda M. E., Mossa V., Cosentino S.<br />

“Monitoraggio microbiologico ambientale in un Centro per il Trapianto <strong>di</strong> Midollo<br />

Osseo”.<br />

Sanità e Sicurezza, Suppl. N. 1, 204-212, 2002.<br />

21. Fadda M. E., Mossa V., Pisano M. B., Deplano M., Cosentino S.<br />

“Indagine sulle caratteristiche igienico-sanitarie dei mieli della Sardegna”.<br />

Sanità e Sicurezza, Suppl. N. 1, 437-443, 2002.<br />

22. Cosentino S., Barra A., Pisano B., Cabizza M., Pirisi F. M. Palmas F.<br />

“Composition and antimicrobial properties of Sar<strong>di</strong>nian Juniperus essential oil<br />

against foodborne pathogens and spoilage microorganisms”.<br />

J. Food Prot., 66, 1288-1291, 2003.<br />

23. Savini L., Chiasserini L., Travagli V., Pellerano C., Novellino E., Cosentino<br />

S., Pisano M. B.<br />

“New α-(N)-heterocyclichydrazones: evaluation of anticancer, anti-HIV and<br />

antimicrobial activity.<br />

Eur. J. Med. Chem., 39, 113-122, 2004.<br />

24. Fadda M. E., Mossa V., Pisano M. B., Deplano M., Cosentino S.<br />

“Occurrence and characterization of yeasts isolated from artisanal Fiore Sardo<br />

cheese”.<br />

Int. J. Food Microbiol., 95, 51-59, 2004.<br />

25. Cosentino S., Pisano M. B., Corda A., Fadda M. E., Piras C.<br />

“Genotypic and technological characterization of enterococci isolated from artisanal<br />

Fiore Sardo cheese”.<br />

J. Dairy Res., 71, 444-450, 2004.<br />

<strong>Abstract</strong>s<br />

1. Cosentino S., Fadda M.E., Tinti M., Pisano B., Palmas F.<br />

“ Sorveglianza microbiologica in un CTMO “ .<br />

37° Congr. Naz. S.It.I., 25-28 Settembre, Napoli 1996.<br />

2. Cosentino S., Pisano B., Mulargia A. F., Sale R., Palmas F.<br />

“Valutazione delle caratteristiche igienico-sanitarie <strong>di</strong> mieli sar<strong>di</strong>”.


IX Congr. Int.: Alimenti Nutrizione e Cosmetici, Problematiche scientifiche e<br />

Prospettive<br />

Professionali, 10-13 Ottobre, Grado (GO)1996.<br />

3. Palmas F., Tola P., Pisano B., Serra M. P., Sale R.<br />

“Influenza dell’acqua in <strong>di</strong>stribuzione negli stabilimenti lattiero-caseari sulla<br />

contaminazione dei prodotti finiti”.<br />

IX Congr. Int.: Alimenti Nutrizione e Cosmetici, Problematiche scientifiche e<br />

Prospettive<br />

Professionali,10-13 Ottobre, Grado (GO)1996.<br />

4. Fadda M. E., Meloni V., Pisano B., Tuveri P., Longu S., Palmas F.<br />

“Importanza del controllo micologico nelle industrie lattiero-casearie”.<br />

IX Congr. Int.: Alimenti Nutrizione e Cosmetici, Problematiche scientifiche e<br />

Prospettive<br />

Professionali,10-13 Ottobre, Grado (GO)1996.<br />

5. Cosentino S., Mulargia A.F., Puddu R., Pisano B., Palmas F.<br />

“Botanical and microbial characterization of Sar<strong>di</strong>nian honey”<br />

Int. Congr.: The road of food habits in the me<strong>di</strong>terranean area, May 26-30, Naples<br />

1997.<br />

6. Cosentino S., Pisano B., Pirina G.F., Mascia V., Palmas F.<br />

“Caratterizzazione <strong>di</strong> B. cereus isolati da prodotti lattiero-caseari”.<br />

38° Congr. Naz. S.It.I., 27-30 Settembre, Fiuggi 1998.<br />

7. Palmas F., Cosentino S., Pisano B., Deplano M.<br />

“Acqua in uso nell’industria alimentare e qualità dei prodotti finiti”.<br />

Congr. Int.: Produzioni alimentari e qualità della vita. 4-8 Settembre, Sassari, 2000.<br />

8. Pisano M. B., Cosentino S., Puddu R., Puggioni S., Palmas F.<br />

“Sorveglianza microbiologica ambientale in un centro per il trapianto <strong>di</strong><br />

midollo osseo”.<br />

V Conv. Naz.: le infezioni batteriche “attualità terapeutiche”, 24-27 Gennaio,<br />

Napoli, 2001.<br />

9. Puddu R., Cosentino S., Pisano M. B., Deplano M., Palmas F.<br />

“Circolazione microbica e controllo microbiologico in due Unità <strong>di</strong> Terapia<br />

Intensiva”.<br />

V Conv. Naz.: le infezioni batteriche “attualità terapeutiche”, 24-27 Gennaio, Napoli,<br />

2001.<br />

10. Pisano M. B., Puggioni S., Lobina M., Lorrai V., Cosentino S.<br />

“Valutazione dell’attività antibatterica e antifungina <strong>di</strong> oli essenziali estratti da<br />

piante aromatiche della Sardegna”.<br />

XIV Congr. Int.: Salute, Sicurezza e Qualità Obiettivi <strong>di</strong> una Professione, 11-14<br />

Ottobre, Altavilla Milicia (PA), 2001.<br />

11. Piras C., Pisano M. B., Casu C., Palmas F., Cosentino S.<br />

“Bio<strong>di</strong>versità fenotipica <strong>di</strong> batteri lattici isolati da formaggi ovini sar<strong>di</strong>”.<br />

XIV Congr. Int.: Salute, Sicurezza e Qualità Obiettivi <strong>di</strong> una Professione, 11-14<br />

Ottobre, Altavilla Milicia (PA), 2001<br />

12. Pisano M. B., Cosentino S,. Deplano M,. Lobina M, Palmas F.<br />

“Microbiological characterization of Fiore Sardo : a tra<strong>di</strong>tional Sar<strong>di</strong>nian<br />

cheese”.<br />

X th IUMS Int. Congress of Bacteriology and Applied Microbiology, Paris 27 th<br />

July 1 st August 2002.<br />

13. Cosentino S., Piras C., Fadda M. E., Pisano M. B., Palmas F.<br />

“Genotypic and phenotypic <strong>di</strong>versity among enterococci isolated from<br />

tra<strong>di</strong>tional Fiore Sardo cheese”.<br />

X th IUMS Int. Congress of Bacteriology and Applied Microbiology, Paris 27 th<br />

July 1 st August,<br />

2002.<br />

14. Fadda M. E., Cosentino S., Mossa V., Pisano M. B., Palmas F.<br />

“Killer activity of yeasts isolated from Fiore Sardo cheese”.<br />

X th IUMS Int. Congress of Bacteriology and Applied Microbiology, Paris 27 th<br />

July 1 st August,<br />

2002.<br />

15. Palmas. F., Pisano M. B., Lobina M., Mossa V., Cosentino S.<br />

“ Monitoraggio microbiologico ambientale in un Centro per il Trapianto <strong>di</strong><br />

Midollo Osseo”.<br />

40° Congr. Naz. S.It.I., 8-11 Settembre, Cernobbio (CO), 2002.<br />

16. Cosentino S., Pisano M. B., Piras C., Corda A., Casu C.<br />

“Determinazione <strong>di</strong> potenziali fattori <strong>di</strong> virulenza in enterococchi <strong>di</strong> origine<br />

alimentare”.<br />

40° Congr. Naz. S.It.I., 8-11 Settebre, Cernobbio (CO), 2002.<br />

17. Pisano M. B., Deplano M., Fadda M. E., Senis A., Cosentino S.<br />

“Effect of the ad<strong>di</strong>tion of autochthonous starter cultures on the<br />

manufacturing of Fiore Sardo cheese”.<br />

FEMS Congress of European Microbiologists, Ljubljana, 29 th June – 3 rd July,<br />

2003.<br />

18. Cosentino S. Pisano M. B., Piras C., Corda A.<br />

“Phenotypic, genotypic and technological characteristics of lactococci<br />

isolated from Fiore Sardo cheese”.<br />

FEMS Congress of European Microbiologists, Ljubljana, 29 th June – 3 rd July,<br />

2003.<br />

19. Fadda M. E., Mossa V., Pisano M. B., Cosentino S.<br />

“Typing of Debaryomyces hansenii and Kluyveromyces lactis strains from<br />

Fiore Sardo cheese”.<br />

FEMS Congress of European Microbiologists, Ljubljana, 29 th June – 3 rd July,<br />

2003<br />

20. Pisano M. B., Murru V., Corda A., Fadda M. E., Deplano, M.,<br />

Cosentino S.<br />

“Potenziali proprietà probiotiche <strong>di</strong> lattobacilli isolati da Fiore Sardo artigianale”<br />

Conv. Naz., S.It.I, L’Igiene <strong>degli</strong> Alimenti e della Nutrizione: una scelta un<br />

campo, 29-30 Aprile, Montecatini Terme (PT), 2004.<br />

21. Corda A., Serci V., Pisano M. B., Fadda M. E., Deplano M., Cosentino<br />

S.<br />

“Fattori <strong>di</strong> virulenza, resistenza antimicrobica e produzione <strong>di</strong> ammine<br />

biogene in enterococchi isolati da prodotti lattiero-caseari”.<br />

Conv. Naz., S.It.I, L’Igiene <strong>degli</strong> Alimenti e della Nutrizione: una scelta un<br />

campo, 29-30 Aprile, Montecatini Terme (PT), 2004.<br />

22. Casula M., Vacca D., Pisano M. B., Deplano M., Fadda M. E.,<br />

Cosentino S.<br />

“Impiego <strong>di</strong> colture integrative autoctone per il miglioramento della qualità<br />

del Fiore Sardo”.<br />

Conv. Naz., S.It.I, L’Igiene <strong>degli</strong> Alimenti e della Nutrizione: una scelta un<br />

campo, 29-30 Aprile, Montecatini Terme (PT), 2004.<br />

142<br />

23. Cosentino S., Corda A., Podda G. S., Pisano M. B., Pisanu T., Fadda M. E.<br />

“Virulence factor and antimicrobial resistance in Enterococcus faecalis strains of<br />

clinical origin”.<br />

XIV th European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Disease, Prague 1 st<br />

– 4 th<br />

May 2004.<br />

24. Orrù G., Concas D., Piras V., Cosentino S., Pisano M. B., Fadda M. E.<br />

“Rapid detection of mutations in Can<strong>di</strong>da albicans by pyrosequencing technique”.<br />

XIV th European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Disease, Prague 1 st –<br />

4 th<br />

May 2004.<br />

25. Pisano M. B., Serci V., Corda M., Casula M., Cosentino S.<br />

“Valutazione <strong>di</strong> alcune caratteristiche probiotiche in enterococchi isolati da prodotti<br />

lattiero-caseari artigianali”.<br />

41° Congr. Naz. S.It.I., 20-23 Ottobre, Genova, 2004.<br />

26. Deplano M., Vacca D., Pisano M. B., Fadda M. E., Cosentino S.<br />

“Contaminazione fungina dell’aria in alcuni sugherifici sar<strong>di</strong>: risultati preliminari”.<br />

41° Congr. Naz. S.It.I., 20-23 Ottobre, Genova, 2004.<br />

27. Orrù G., Ciusa M. L., Pusceddu G., Montaldo C., Cosentino S., Pisano B.,<br />

Meroni E., Piras V., Fadda M. E.<br />

“Rilevamento <strong>di</strong> SNP nel codone 464 del gene ERG 11 in Can<strong>di</strong>da albicans, me<strong>di</strong>ante<br />

pyrosequencing”.<br />

Microbiologia Me<strong>di</strong>ca, 19, 219-220, 2004


Assegnista: Maristella Pitzalis<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Analisi <strong>di</strong> linkage su famiglie <strong>di</strong>abetiche sarde per in<strong>di</strong>viduare geni <strong>di</strong><br />

suscettibilità al <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1<br />

Pitzalis M.*(1), Deidda E.*(1), Zavattari P.*(1), Murru D.(1), Moi L.(1), Motzo C.(1), Orrù<br />

V.(1), Contu D.(1), Lampis R.(1), Porru C.(1), Nucaro A.(1), Porcedda E.(1), Porceddu<br />

R.(1), Angius E.(2), Frongia P.(2), Chessa M. (2), Ricciar<strong>di</strong> R. (2) Galassi S.(2), Pacifico<br />

A.(3), Maioli M.(3), Tonolo G.(3), Lostia S.(4), Floris R.(4), Marinaro AM.(5), Ogana<br />

A.(5), Meloni GF.(5), Pala G.(6), Lepori S.(7), Milia AF.(7), Lan<strong>di</strong>s N. (8) Zedda MA.(9),<br />

Devoto M.(10), Cucca F.(1).<br />

(1) Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. (2)<br />

Divisione Pe<strong>di</strong>atria, Ospedale G. Brotzu, <strong>Cagliari</strong>. (3) Istituto <strong>di</strong> Clinica Me<strong>di</strong>ca, Servizio<br />

<strong>di</strong> Diabetologia, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Sassari. (4) Centro Diabetologico, Ospedale G. Brotzu,<br />

<strong>Cagliari</strong>. (5) Dipartimento Pe<strong>di</strong>atrico e Neonatologico, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Sassari (6)<br />

Diabetologia dell’adulto, Ospedalo Zonchello, Nuoro. (7) Divisione Pe<strong>di</strong>atria,<br />

OspedaleS. Francesco, Nuoro. (8) Divisione Pe<strong>di</strong>atria, Ospedale Crobu, Iglesias. (9)<br />

Prima Clinica Pe<strong>di</strong>atrica, Unità Operativa <strong>di</strong> <strong>di</strong>abetologia dell’età evolutiva, <strong>Cagliari</strong>. (10)<br />

Genetic Epidemiology Research Lab. Nemours Children’s Clinic, Wilmington USA.<br />

* Titolari <strong>di</strong> assegni <strong>di</strong> ricerca<br />

P.M., D.E. e Z.P. hanno contribuito in uguale misura alla realizzazione <strong>di</strong> questo<br />

progetto.<br />

Il Diabete <strong>di</strong> tipo 1 (T1D) è una malattia autoimmune la cui suscettibilità è determinata<br />

da un’interazione tra geni e fattori ambientali. Tuttavia è sempre più evidente che<br />

l’analisi genetica del T1D può essere complicata da molti fattori. Infatti la bassa<br />

penetranza, combinata con piccoli effetti genetici in<strong>di</strong>viduali determinati da molti loci,<br />

creano maggiori limitazioni al potere <strong>di</strong> un tale <strong>stu<strong>di</strong></strong>o. Inoltre un’eterogeneità <strong>di</strong> loci e <strong>di</strong><br />

alleli e <strong>di</strong>fferenti interazioni geni-ambiente nelle <strong>di</strong>verse popolazioni, potrebbero<br />

complicare ulteriormente l’analisi. Sono stati condotti vari <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> linkage sull’intero<br />

genoma in vaste popolazioni cosmopolite che hanno portato a deboli ed inconsistenti<br />

evidenze, fatta eccezione per il locus maggiore <strong>di</strong> malattia HLA-IDDM1 che mappa sul<br />

cromosoma 6 (6p21). Un approccio alternativo, altrettanto valido e sicuramente più<br />

economico può essere rappresentato dallo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> una popolazione isolata e<br />

fondatrice, come quella sarda, dove si possono identificare pe<strong>di</strong>grees estesi con più<br />

affetti da T1D. La popolazione sarda rappresenta un antico isolato genetico che,<br />

insieme alla Finlan<strong>di</strong>a, mostra la più alta incidenza <strong>di</strong> T1D nel mondo. Il nostro obiettivo<br />

è quello <strong>di</strong> identificare fattori causali al T1D me<strong>di</strong>ante uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> linkage sull’intero<br />

genoma a cui seguirà un mappaggio fine per l’identificazione dei polimorfismi eziologici,<br />

in specifiche regioni cromosomiche che abbiano mostrato evidenza <strong>di</strong> linkage.<br />

Un’area <strong>di</strong> primaria importanza per il successo <strong>di</strong> questa ricerca è stata la raccolta dei<br />

campioni affetti da T1D e dei loro familiari. Sono stati infatti collezionati i campioni <strong>di</strong><br />

DNA <strong>di</strong> 16 famiglie multigenerazionali e 105 famiglie con almeno due figli affetti<br />

(affected sib pair, ASP). Ad oggi abbiamo completato l’analisi <strong>di</strong> linkage non parametrica<br />

per le 121 famiglie con T1D, utilizzando il software SimWalk2 (versione 2.89),<br />

confermando il linkage con la malattia per il locus HLA-IDDM1 e trovando 17 regioni<br />

cromosomiche con valore <strong>di</strong> NPL > 1 e 2 regioni con valore <strong>di</strong> NPL > 2. Inten<strong>di</strong>amo<br />

quin<strong>di</strong> completare l’analisi statistica <strong>di</strong> linkage utilizzando un approccio <strong>di</strong> tipo<br />

parametrico per identificare chiaramente le regioni cromosomiche can<strong>di</strong>date su cui<br />

proseguire con <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> associazione e conseguente identificazione dei polimorfismi<br />

eziologici.<br />

L’identificazione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione al T1D è un passaggio essenziale per la<br />

prevenzione della malattia.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Durante il primo biennio in qualità <strong>di</strong> assegnista <strong>di</strong> ricerca, ho svolto la mia attività<br />

presso il laboratorio del Prof. Francesco Cucca (Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie) nell'ambito <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> riguardanti la <strong>di</strong>ssezione delle cause genetiche del<br />

Diabete <strong>di</strong> tipo 1 (T1D).<br />

Il T1D è una malattia cronica autoimmune causata dalla selettiva <strong>di</strong>struzione T linfocita<strong>di</strong>pendente<br />

delle cellule beta pancreatiche che producono l’ormone insulina. La malattia<br />

insorge in in<strong>di</strong>vidui geneticamente pre<strong>di</strong>sposti in presenza <strong>di</strong> fattori ambientali permissivi<br />

ancora in larga parte sconosciuti. La suscettibilità genetica al <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 è<br />

determinata principalmente dal locus IDDM1, nella regione HLA sul cromosoma 6p21.3,<br />

che insieme ad altre componenti eziologiche <strong>di</strong> minor effetto come quella che è stata<br />

mappata sul cromosoma 11p15.5 con la regione polimorfica contenuta nel promoter del<br />

gene dell’insulina, pre<strong>di</strong>spongono alla malattia. Il contributo della regione HLA al rischio<br />

genetico <strong>di</strong> ricorrenza della malattia è circa il 40%. Il 10% <strong>di</strong> questo è invece da<br />

attribuirsi al VNTR al 5’ del gene dell’insulina. Il rimanente 50% è dovuto a geni <strong>di</strong><br />

suscettibilità non ancora identificati.<br />

Nel primo anno ho lavorato ad un progetto <strong>di</strong> ricerca il cui scopo era il mappaggio <strong>di</strong> un<br />

gene <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione al T1D sul cromosoma Xp22-p11. I presupposti <strong>di</strong> questo<br />

progetto si basavano su l’osservazione <strong>di</strong> una forte prevalenza <strong>di</strong> pazienti maschi, quasi<br />

esclusivamente ristretta alla categoria DR3 positivi, e su l’evidenza <strong>di</strong> linkage con il T1D<br />

nella regione cromosomica Xp22-p11, particolarmente significativa nelle coppie <strong>di</strong> fratelli<br />

affetti con genotipo DR3 positivo.<br />

Usando un approccio <strong>di</strong> mappaggio me<strong>di</strong>ante LD, abbiamo analizzato l’associazione<br />

con il T1D nell'intervallo critico in linkage con la malattia sul cromosoma X. Le analisi<br />

non hanno rilevato alcuna associazione significativa. Abbiamo anche testato l'ipotesi<br />

che un plausibile gene can<strong>di</strong>dato, quale FOXP3, potesse essere implicato nella<br />

suscettibiltà al T1D. Si tratta infatti <strong>di</strong> un gene che mappa nella banda Xp11.23 e<br />

co<strong>di</strong>fica per un membro della famiglia <strong>di</strong> proteine cosiddetta "fork head". Mutazioni<br />

severe <strong>di</strong> questo gene causano una rara malattia monogenica recessiva (IPEX o<br />

immune <strong>di</strong>sregulation, polyendocrinopathy, enteropathy, X-linked syndrome) in cui è<br />

costantemente presente una forma ad alta penetranza <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete autoimmune. L’ipotesi<br />

formulata prevedeva che mutazioni "severe" in grado <strong>di</strong> abrogare completamente<br />

l'espressione <strong>di</strong> FOXP3 o comunque <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re la sintesi <strong>di</strong> una proteina completa<br />

funzionante causino l'IPEX, mentre mutazioni "lievi" potessero influenzare i livelli <strong>di</strong><br />

espressione <strong>di</strong> FOXP3, spiegando, almeno in parte, il linkage tra T1D e Xp22-p11.<br />

Dall'analisi dei dati non abbiamo riscontrato alcuna associazione significativa fra FOXP3<br />

e T1D nella popolazione sarda. Abbiamo pertanto escluso un ruolo maggiore del gene<br />

FOXP3 nella pre<strong>di</strong>sposizione alla forma comune multifattoriale del T1D.<br />

Durante il secondo anno ho preso parte al progetto Genome Scan, ovvero un’analisi <strong>di</strong><br />

linkage estesa all’intero genoma. Il nostro approccio è rappresentato dallo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> una<br />

popolazione isolata e fondatrice, come quella Sarda, dove si possono identificare<br />

pe<strong>di</strong>grees estesi con più affetti da T1D. La popolazione Sarda infatti rappresenta un<br />

143<br />

antico isolato genetico che, insieme alla Finlan<strong>di</strong>a, mostra la più alta incidenza <strong>di</strong> T1D nel<br />

mondo. Il fattore che contrad<strong>di</strong>stingue in maniera univoca il nostro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è l’analisi<br />

contemporanea <strong>di</strong> due malattie con base autoimmunitaria. Quest’approccio ha quin<strong>di</strong> l’intento<br />

non solo <strong>di</strong> identificare un eventuale gene coinvolto nella pre<strong>di</strong>sposizione al T1D ma nello<br />

specifico <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare dei geni coinvolti nel meccanismo più esteso dell’autoimmunità<br />

generale. Esistono infatti evidenze che T1D si manifesti più frequentemente nei pazienti e nei<br />

familiari <strong>di</strong> pazienti affetti da <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni autoimmuni quali la tiroi<strong>di</strong>te autoimmune, l’artrite<br />

reumatoide e la celiachia. La patologia presa in esame in questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, insieme al T1D, è la<br />

sclerosi multipla. I risultati preliminari sono in pieno accordo con l’esistenza <strong>di</strong> geni coinvolti in<br />

entrambe le malattie e più in generale in processi <strong>di</strong> autoimmunità.<br />

E’ora necessario completare le analisi statistiche <strong>di</strong> linkage per in<strong>di</strong>viduare chiaramente le<br />

regioni cromosomiche can<strong>di</strong>date su cui proseguire con un mappaggio fine per l’identificazione<br />

dei polimorfismi eziologici. L’identificazione <strong>di</strong> geni <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione al T1D, e in maniera più<br />

ampia alle patologie a carattere autoimmunitario è un passaggio essenziale per la totale<br />

comprensione <strong>di</strong> queste malattie e quin<strong>di</strong> per la loro prevenzione.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Zavattari P., Deidda E., Pitzalis M., Zoa B., Moi L., Lampis R., Contu D., Motzo C., Frongia<br />

P., Angius E., Maioli M., Todd J. A., Cucca F.<br />

No Association Between Variation of the FOXP3 Gene and Common Type 1 Diabetes in<br />

the Sar<strong>di</strong>nian Population. Diabetes, Vol. 53, 1911-1914. JULY 2004.<br />

<strong>Abstract</strong><br />

1. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Asunis M.A, Angius<br />

E, Zavattari C, De Virgiliis S, Cao A, Todd J. A.: LINKAGE DISEQUILIBRIUM MAPPING OF A<br />

TYPE 1 DIABETES GENE ON CHROMOSOME XP22-11. Atti X Telethon Convention. Riva del<br />

Garda, 18-20 Novembre 2001.<br />

2. Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Asunis M.A, Pacifico A, Maioli<br />

M, Angius E, Frongia P, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R, Zavattari C, De Virgiliis S, Todd J. A,<br />

Cucca F. Linkage Disequilibrium Mapping of a Type I Diabetes gene on Chromosome<br />

Xp22-11; IV Riunione scientifica integrata Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologi-Societa'<br />

Italiana Diabetologia. Alghero, Dicembre 2001.<br />

3. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Contu D, Murru D, Frongia P,<br />

Lampis R, Angius E, Todd J. A.: LINKAGE DISEQUILIBRIUM MAPPING OF A TYPE 1 DIABETES<br />

GENE ON CHROMOSOME XP22-11. Atti XI Telethon Convention. Riva del Garda, 24-26<br />

Novembre 2002.<br />

4. Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Angius E, Frongia P, Todd J.A, Zavattari P,<br />

Cucca F. Linkage <strong>di</strong>sequilibrium mapping of a type 1 <strong>di</strong>abetes gene on chromosome<br />

xp22-11. Atti Congresso Genetics of Complex Diseases and Isolated Populations.<br />

Tortoli’. 23-30 Maggio 2003.<br />

5. Zavattari P, Pitzalis M, Deidda E, Murru D, Moi L, Motzo C, Murru R, Costa G,<br />

Mancosu C, Solla E, Fadda E, Schirru L, Melis C, Orrù V, Contu D, Lampis R, Porru C,<br />

Nucaro A, Porcedda E, Porceddu R, Angius E, Frongia P, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R, Galassi<br />

S, Pacifico A, Maioli M, Tonolo G, Lostia S, Floris R, Marinaro AM, Ogana A, Meloni GF,<br />

Pala G, Lepori S, Milia AF, Lan<strong>di</strong>s N, Zedda MA, Marrosu MG, Devoto M, Cucca F.<br />

Ricerca <strong>di</strong> loci per l’autoimmunità me<strong>di</strong>ante un’analisi <strong>di</strong> linkage su famiglie sarde con<br />

<strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 e sclerosi multipla. Societa' Italiana Diabetologia. Villanovaforru (CA),<br />

10-11 Dicembre 2004.<br />

6. Pitzalis M, Deidda E, Zavattari P, Murru D, Moi L, Motzo C, Orrù V, Contu D,<br />

Lampis R, Porru C, Nucaro A, Porcedda E, Porceddu R, Angius E, Frongia P, Chessa M,<br />

Ricciar<strong>di</strong> R, Galassi S, Pacifico A, Maioli M, Tonolo G, Lostia S, Floris R, Marinaro AM,<br />

Ogana A, Meloni GF, Pala G, Lepori S, Milia AF, Lan<strong>di</strong>s N, Zedda MA, Devoto M, Cucca<br />

F. Analisi <strong>di</strong> linkage su famiglie <strong>di</strong>abetiche sarde per in<strong>di</strong>viduare geni <strong>di</strong> suscettibilita’ al<br />

<strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1. Societa' Italiana Diabetologia. Villanovaforru (CA), 10-11 Dicembre<br />

2004.


144


Assegnista: Simona Podda<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT: Tecniche fotometriche innovative per il recupero della terza <strong>di</strong>mensione in<br />

Microscopia Elettronica<br />

La ben nota legge <strong>di</strong> reciprocità tra ottica e ottica elettronica ha fatto da punto comune<br />

<strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> tecniche innovative per il recupero e la metrologia della terza <strong>di</strong>mensione<br />

sia in ambito ottico che <strong>di</strong> microscopia elettronica.<br />

Sulla base <strong>di</strong> una tecnica <strong>di</strong> ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> oggetti a partire da immagini<br />

fotografiche convenzionali recentemente sviluppata, in virtù dell’analogia tra ottica<br />

geometrica e microscopia elettronica, sono state <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate tecniche che consentono la<br />

ricostruzione tri<strong>di</strong>mensionale <strong>di</strong> oggetti partendo da immagini in microscopia a<br />

scansione.<br />

L’intuizione su cui è stata portata avanti la ricerca, si basa sulla considerazione che,<br />

sotto opportune con<strong>di</strong>zioni, i modelli <strong>di</strong> ottica geometrica possono essere applicati al<br />

sistema <strong>di</strong> generazione e acquisizione dei segnali provenienti dall’interazione fasciocampione<br />

in microscopia elettronica a scansione.<br />

Si ha reciprocità tra sensori e fonti <strong>di</strong> illuminazione e fra <strong>di</strong>ffusione della luce da parte <strong>di</strong><br />

un oggetto illuminato e la retro<strong>di</strong>ffusione <strong>degli</strong> elettroni da parte del campione al SEM. Il<br />

perno teorico si basa sul fatto che il comportamento <strong>degli</strong> elettroni retro<strong>di</strong>ffusi segue le<br />

stesse leggi della luce <strong>di</strong>ffusa da un oggetto opportunamente illuminato. Il modello<br />

matematico che descrive la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> un fascio luminoso da parte <strong>di</strong> un oggetto,<br />

corrisponde a quello che spiega il comportamento <strong>degli</strong> elettroni retro<strong>di</strong>ffusi (BSE) che<br />

fuoriescono da un campione investito da un fascio elettronico. Per entrambi, il modello è<br />

dato dalla legge <strong>di</strong> Lambert che sinteticamente ipotizza che la ra<strong>di</strong>azione (luce o<br />

elettroni) riflessa punto per punto dal corpo investito da ra<strong>di</strong>azioni, non sia isotropa ma<br />

<strong>di</strong>rezionale. Questa <strong>di</strong>rezionalità viene sfruttata per la ricostruzione del profilo<br />

dell’oggetto e dunque per la conoscenza della terza <strong>di</strong>mensione.<br />

Nel poster verranno mostrati i risultati ottenuti con una breve introduzione sul teorema <strong>di</strong><br />

reciprocità e sul modello matematico utilizzato. Inoltre verranno presentate le<br />

prospettive <strong>di</strong> ricerca futura all’interno del parco tecnologico della Sardegna dove sta<br />

nascendo un polo <strong>di</strong> Microscopia Elettronica in collaborazione con Neuroscienze.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Una tecnica innovativa <strong>di</strong> recupero e metrologia della terza <strong>di</strong>mensione ha fatto da<br />

punto comune <strong>di</strong> sviluppo per applicazioni sia in ambito ottico che <strong>di</strong> microscopia<br />

elettronica, basandosi sulla ampia esperienza acquisita in precedenza, presso il<br />

Laboratorio <strong>di</strong> Microscopia Elettronica del DIEE, su tematiche specifiche <strong>di</strong> Diagnostica<br />

per la Microelettronica.<br />

Da questo punto si sono <strong>di</strong>ramate due linee, una verso la fotometria ottica, ed una verso<br />

la integrazione delle iniziative <strong>di</strong> Microscopia Elettronica <strong>di</strong> I3Lab con quelle promosse in<br />

Polaris (ente cofinanziatore dell’assegno <strong>di</strong> ricerca) da Neuroscienze, con la prospettiva<br />

imminente <strong>di</strong> un laboratorio comune <strong>di</strong> Microscopia in Scansione e Trasmissione.<br />

In particolare:<br />

Nel corso del primo anno <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> ricerca l’Ing. Simona Podda ha approfon<strong>di</strong>to lo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> tecniche fotometriche per la ricostruzione della terza <strong>di</strong>mensione.<br />

La ricerca portata avanti in prima analisi in campo ottico, ha visto la nascita <strong>di</strong> una<br />

intensa collaborazione con il CRS4 che è progre<strong>di</strong>ta fino alla ricostruzione <strong>di</strong> oggetti<br />

tri<strong>di</strong>mensionali e tessitura cromatica.<br />

Nell’ambito <strong>di</strong> interazione tra microscopia e fotometria, le tecniche <strong>di</strong> reverse<br />

engineering sviluppate, hanno trovato un analogo in microscopia elettronica e sono<br />

state applicate alla <strong>di</strong>agnostica dei <strong>di</strong>spositivi elettronici.<br />

In virtù delle future attività nell’ambito della sensoristica orientata alla acquisizione e alla<br />

elaborazione dei segnali provenienti dall’interazione fascio-campione in microscopia a<br />

scansione per l’applicazione delle tecniche <strong>di</strong> reverse engineering <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate in fotometria<br />

ottica, Simona Podda ha seguito un corso <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> microscopia a scansione <strong>di</strong> 50<br />

ore tenuto dalla FEI company presso i laboratori LIMINA <strong>di</strong> Monserrato.<br />

L’attività futura sarà incentrata sulla creazione all’interno del Parco Tecnologico <strong>di</strong> un<br />

polo <strong>di</strong> microscopia elettronica in collaborazione con Neuroscienze.<br />

Il SEM 515, che purtroppo non potrà essere installato nell’e<strong>di</strong>ficio 3 destinato ai<br />

laboratori I3Lab, permetterà in primo luogo la continuazione delle attività già avviate,<br />

ovvero gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> affidabilistici e <strong>di</strong>agnostici della microelettronica. In linea con l’attività <strong>di</strong><br />

ricerca fin ora svolta, si sperimenterà un sensore a 4 vie per gli elettroni <strong>di</strong> backscattering,<br />

strumento in<strong>di</strong>spensabile per lo sviluppo del progetto <strong>di</strong> collaborazione tra<br />

I3Lab e il CRS4 precedentemente citato.<br />

Inoltre verrà <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata la possibilità <strong>di</strong> eseguire litografia tramite tecniche <strong>di</strong> beam<br />

blanking mo<strong>di</strong>ficando i circuiti <strong>di</strong> controllo del fascio del SEM 515.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

[1] G.Meneghesso, S.Podda, M.Vanzi “Invenstigation on ESD-stressed GaN/InGaN-onsapphire<br />

blue LEDs” Microelettronics Reliability 41 (2001) 1609-1614<br />

[2] G.Meneghesso, A.Cocco, G.Mura, S.Podda, M.Vanzi “Backside Failure Analysis of<br />

GaAs ICs after ESD tests” Microelettronics Reliability 42 (2002) 1293-1298<br />

[3] L.Sponton, L.Cerati, G.Croce, G. Mura, S.Podda, M.Vanzi, G. Meneghesso, E.<br />

Zanoni “ESD protection structures for 20 V and 40 V power supply suitable for BCD6<br />

smart power technology” Microelettronics Reliability 42 (2002) 1303-1306<br />

[4] M.Giglio, G.Martines, G.Mura, S.Podda, M.Vanzi “An automated lifetest equipment<br />

for optical emitters” Microelettronics Reliability 42 (2002) 1311-1315<br />

[5] C.Caprile, I. De Munari, M.Impronta, S.Podda, A.Scorzoni, M.Vanzi “A specimencurrent<br />

branching approach for FA of long Electromigration test lines” Reliability 42<br />

(2002) 1715-1718<br />

[6] G.Meneghesso, S.Levada, E.Zanoni, S.Podda, G.Mura, M.Vanzi, A.Cavallini,<br />

A.Castal<strong>di</strong>ni, S.Du, I.Eliashevich "Failure Modes and Mechanism of DC-Aged GaN<br />

LEDs" published in Physica Status Soli<strong>di</strong> (a) 194, 389 (2002)<br />

[7] G. Meneghesso, S.Levada, E.Zanoni, G. Scamarcio, M.Vanzi, G.Mura, S.Podda,<br />

Shawn Du and Ivan Eliashevich "Reliability of visible GaN LEDs in plastic package"<br />

Microelectronics Reliability 43 (2003) 1737-1742<br />

[8] R. Pintus, S. Podda, F. Mighela and M. Vanzi “QUANTITATIVE 3D<br />

RECONSTRUCTION FROM BS IMAGING” Microelectronics Reliability 44, 2004<br />

1547,1552<br />

[9] S. Podda, G. Cassanelli, F. Fantini, M. Vanzi, “Failure Analysis of RuO 2 Thick<br />

Film Chip Resistors” Microelectronics Reliability 44, 2004 1763, 1767<br />

145


146


Assegnista: Silvia Portas<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria del Territorio<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o della compatibilità Chimica e Meccanica dello dei materiali da C&D<br />

per la costruzione dei sottofon<strong>di</strong> e delle fondazioni stradali<br />

L’utilizzo <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> risulta per la costruzione delle infrastrutture viarie aiuta a ridurre<br />

lo sfruttamento <strong>di</strong> risorse naturali non rinnovabili e, contemporaneamente limita<br />

l’espansione delle <strong>di</strong>scariche.La normativa italiana impone che per impiegare materiali<br />

<strong>di</strong> rifiuto bisogna assicurarsi della loro non nocività nei confronti dell’ambiente dove<br />

vengono impiegati, inoltre le loro caratteristiche prestazionali dal punto <strong>di</strong> vista<br />

meccanico devono uguali o migliori dei materiali naturali che si stanno sostituendo.<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questo lavoro è quello <strong>di</strong> ottenere e, quin<strong>di</strong> fornire, informazioni utili per<br />

scrivere delle linee guida sul corretto impiego <strong>di</strong> questi materiali per costruire strati <strong>di</strong><br />

sottofondo e fondazione.<br />

Per la validazione del materiale dal punto <strong>di</strong> vista meccanico sono state condotte prove<br />

<strong>di</strong> portanza sugli strati <strong>di</strong> sottofondo e fondazione <strong>di</strong> un tratto <strong>di</strong> strada sperimentale,<br />

costruita appositamente per lo svolgimento della ricerca in collaborazione con<br />

l’Assessorato alla Viabilità e Trasporti dell’Amministrazione Provinciale <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. I<br />

risultati, ottenuti sino ad ora, hanno mostrato che i materiali da C&D utilizzati per<br />

costruire strati <strong>di</strong> sottofondo e fondazione, possiedono buone caratteristiche fisiche e un<br />

sod<strong>di</strong>sfacente comportamento dal punto <strong>di</strong> vista meccanico. Inoltre sono state condotte<br />

analisi chimiche, condotte presso il laboratorio chimico dell’Amministrazione Provinciale<br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, seguendo sia le specifiche <strong>di</strong> legge, quin<strong>di</strong> eseguendo il test <strong>di</strong> “Lisciviazione<br />

a 16 giorni”, sia applicando protocolli per procedure simili, quin<strong>di</strong> eseguendo test con<br />

“acido acetico” e con “monossido <strong>di</strong> carbonio”. Questi test hanno evidenziato, per i<br />

materiali testati, la completa compatibilità ambientale per potere essere impiegati negli<br />

strati della sovrastruttura a contatto con il terreno d’appoggio, escludendo qualunque<br />

tipo <strong>di</strong> impatto nocivo sulla salute umana.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Il presente lavoro <strong>di</strong> ricerca è nato dalla necessità <strong>di</strong> contribuire con la progettazione e<br />

costruzione delle infrastrutture viarie alla salvaguar<strong>di</strong>a delle risorse ambientali non<br />

rinnovabili. In particolare, si sta cercando <strong>di</strong> scelto <strong>di</strong> dare un aiuto al problema dello<br />

smaltimento dei rifiuti validando, dal punto <strong>di</strong> vista prestazionali, l’uso <strong>di</strong> alcuni “materiali<br />

<strong>di</strong> rifiuto” per la costruzione dei soli<strong>di</strong> viari. Infatti, la necessità <strong>di</strong> reperire e introdurre<br />

nuovi ed idonei materiali per la costruzione dei soli<strong>di</strong> viari, per limitare lo sfruttamento<br />

delle risorse naturali ben si armonizza con la nuova politica ambientale in materia <strong>di</strong><br />

rifiuti. Nel campo della progettazione e della costruzione delle infrastrutture viarie,<br />

esaminando il problema sia dal punto <strong>di</strong> vista prettamente pratico, caratteristiche dei<br />

materiali e metodologie costruttive, che dal punto <strong>di</strong> vista dell’impatto ambientale, come<br />

l’apertura <strong>di</strong> cave <strong>di</strong> prestito e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scarica, è possibile in<strong>di</strong>viduare un ruolo fondamentale<br />

per questo ramo ingegneristico nel processo <strong>di</strong> prevenzione e recupero, da attuare<br />

attraverso, l’utilizzo <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> rifiuto, trattandoli come materiali alternativi, e<br />

sostituendoli, almeno in parte, agli aggregati naturali. Attualmente, nonostante le<br />

in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> carattere politico ed economico, la quantità <strong>di</strong> materiale alternativo<br />

impiegato è ridottissima. La principale causa del suo non impiego, come suddetto, va<br />

ricercata proprio nel fatto che questi materiali sono considerati “rifiuti”, e quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong><br />

qualità inferiore. Altri fattori non trascurabili che incidono negativamente sul loro<br />

sfruttamento sono la mancanza <strong>di</strong> opportune strutture per il trattamento <strong>degli</strong> inerti <strong>di</strong><br />

rifiuto e, in generale l’elevato costo del trasporto e la mancanza <strong>di</strong> normative specifiche<br />

sulle loro modalità d’impiego.<br />

Data la sentita necessità <strong>di</strong> esporre le incertezze terminologiche che caratterizzano<br />

l’argomento, in prima istanza si sono confrontati i lavori prodotti in letteratura a riguardo.<br />

Successivamente sono state trattate le linee guida comunitarie relative alla gestione dei<br />

rifiuti nonché il loro recepimento in normativa nazionale. Il passo successivo è stato<br />

quello <strong>di</strong> stimare la produzione nazionale <strong>di</strong> C&DW sia per permettere il confronto con le<br />

corrispondenti europee, sia per fornire agli operatori del settore un valore input sulla<br />

base del quale poter <strong>di</strong>mensionare gli interventi possibili, con particolare riguardo alla<br />

produzione in Sardegna.<br />

Una volta stabiliti i volumi prodotti, si è analizzata la loro composizione in relazione alla<br />

provenienza (costruzione o demolizione) e in base alla loro possibile pericolosità per<br />

l’uomo. Nella seconda parte si sono <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate le possibili procedure che permettano al<br />

rifiuto <strong>di</strong> acquistare un’utilità e un valore; i processi sono essenzialmente due: il<br />

recupero ed il riciclaggio. Si è, <strong>di</strong> seguito, analizzata l’importanza che riveste l’impianto<br />

<strong>di</strong> trattamento nel riciclaggio e si sono analizzati i protocolli e le singole fasi <strong>di</strong> recupero<br />

nonché le tecnologie adottate. Questa seconda fase si conclude quin<strong>di</strong> con la<br />

definizione delle proprietà delle materie prime seconde riciclate. Si è cercato, inoltre, <strong>di</strong><br />

definire un idoneo impiego per tali prodotti: si è verificata la loro compatibilità tecnica e<br />

ambientale come aggregati per opere stradali e, una volta assodata la rispondenza<br />

prestazionale, si sono analizzate le norme in itinere che ne legittimeranno l’impiego.<br />

Il lavoro è supportato dalla sperimentazione, in corso <strong>di</strong> svolgimento, dei materiali da<br />

costruzione e demolizione, fruibili nella provincia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. La sperimentazione sta<br />

avvenendo in collaborazione con l’Assessorato alla Viabilità e Trasporti<br />

dell’Amministrazione provinciale <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> utilizzando il materiale per la costruzione<br />

dello strato <strong>di</strong> sottofondo della Strada Provinciale n°1 <strong>Cagliari</strong> - Santa<strong>di</strong>.<br />

Infine, la presente ricerca intende essere un mezzo per sostenere, anche se in un<br />

ambiente ben definito quale quello delle infrastrutture viarie, concretamente la nuova<br />

politica europea e italiana sul trattamento dei rifiuti, cercando <strong>di</strong> offrire i mezzi operativi<br />

per la sua effettiva applicabilità.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Mauro Coni, Francesca Maltinti, A. Saba, Silvia Portas, Francesco Annunziata,,<br />

“Analisi numerica sulle mo<strong>di</strong>ficazioni idrogeologiche conseguenti alla realizzazione del<br />

corpo stradale” Atti X Convegno SIIV, Bologna 19-20 ottobre 1998;<br />

2. Silvia Portas, “Triaxial Testing in Compression and Extension”, Tesi <strong>di</strong> Master in<br />

Ingegneria Geotecnica, Glasgow 1999<br />

3. Mauro Coni, Francesca Maltinti, Silvia Portas, Francesco Annunziata,, “Criteri <strong>di</strong><br />

progettazione <strong>di</strong> una metropolitana leggera in ambito urbano: un esempio applicativo<br />

sulla valutazione <strong>degli</strong> impatti ambientali ” Atti IX Convegno SIIV, <strong>Cagliari</strong> 28-29 ottobre<br />

1999;<br />

4. Francesco Annunziata, Mauro Coni, Francesca Maltinti, Francesco Pinna, Silvia<br />

Portas, “La qualità delle opere viarie a <strong>Cagliari</strong> sconta scelte banali e manutenzione<br />

assente”, rivista “Informazione” dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>degli</strong> Ingegneri della provincia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>,<br />

n°86, anno XXI, novembre/<strong>di</strong>cembre 1999;<br />

5. Francesco Annunziata, Francesca Maltinti, Francesco Pinna, Silvia Portas, “La qualità<br />

delle opere viarie nelle “Aree Urbane””, rivista “Strade e Autostrade”, n° 4, luglio/agosto 2000;<br />

6. Mauro Coni, Silvia Portas, Francesco Annunziata, “The structural performance of road<br />

pavements made with mo<strong>di</strong>fied bituminous conglomerate”, atti del Convegno Euroasphalt &<br />

Eurobitume, Barcellona, 20-22 September 2000;<br />

7. Francesca Maltinti, Silvia Portas, Francesco Annunziata, “Soluzioni progettuali per il<br />

ripristino delle con<strong>di</strong>zioni idrogeologiche preesistenti alla costruzione <strong>di</strong> un rilevato stradale”,<br />

atti del X Convegno Nazionale S.I.I.V., Catania, 26-28 ottobre 2000;<br />

8. Mauro Coni, Francesca Maltinti, Francesco Pinna, Silvia Portas, Francesco<br />

Annunziata, “Gestione della manutenzione stradale. In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> stato e curve <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento<br />

delle prestazioni funzionali e strutturali delle sovrastrutture stradali”, INFRAVIA, Verona, 10-13<br />

maggio 2000;<br />

9. Silvia Portas, Francesco Annunziata, Federico Fele, “Risorse Disponibili e Metodologie<br />

<strong>di</strong> Recupero <strong>degli</strong> Inerti <strong>di</strong> Rifiuto nella Costruzione dei Soli<strong>di</strong> Viari” atti del XI Convegno<br />

Nazionale S.I.I.V., Verona, 28-30 ottobre 2001;<br />

10. Mauro Coni, Francesca Maltinti, Silvia Portas, Francesco Pinna, Francesco<br />

Annunziata, “Libro Bianco - Le criticità del sistema viario nazionale - analisi e proposte per il<br />

riequilibrio funzionale dell’offerta <strong>di</strong> mobilità” (Regione Sardegna), Franco Angeli E<strong>di</strong>tore 2002;<br />

11. Silvia Portas, Francesca Maltinti, Mauro Coni, Francesco Annunziata, “La<br />

progettazione integrata <strong>di</strong> una infrastruttura <strong>di</strong> trasporto”, Atti Seminario VAS, <strong>Cagliari</strong> 19 aprile<br />

2002;<br />

12. Mauro Coni, Silvia Portas, “Curve <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento delle sovrastrutture stradali –<br />

L’evoluzione delle caratteristiche funzionali e strutturali delle sovrastrutture stradali”, CUEC<br />

e<strong>di</strong>trice, aprile 2002; (Quaderno <strong>di</strong>dattico)<br />

13. Francesco Annunziata, Mauro Coni, Francesca Maltinti, Francesco Pinna, Silvia<br />

Portas, “La Progettazione stradale – I contenuti dei <strong>di</strong>fferenti livelli <strong>di</strong> progettazione”, CUEC<br />

e<strong>di</strong>trice, aprile 2002; (Quaderno <strong>di</strong>dattico).<br />

14. Silvia Portas, Francesco Annunziata, “Modalità per l’impiego delle materie prime<br />

seconde”, atti del XXIV Convegno Nazionale Stradale., Saint–Vincent, 26/29 giugno 2002;<br />

15. Silvia Portas, M. Aresu, Francesco Annunziata, “Adeguamento funzionale <strong>di</strong> una<br />

strada esistente: il caso della s.s. n°195 “<strong>Cagliari</strong>– Pula”,atti del Convegno “Riqualificazione<br />

funzionale e sicurezza del sistema viario”, Atti XII Convegno Internazionale della Società<br />

Italiana Infrastrutture Viarie Parma, 30 - 31 Ottobre 2002;<br />

16. Silvia Portas, Mauro Coni, Francesco Annunziata, “L’impiego dei materiali <strong>di</strong> risulta<br />

nell’ingegneria Civile e nelle costruzioni stradali”, rivista “Informazione” numero 98, Anno XXIV<br />

settembre/ottobre – novembre/<strong>di</strong>cembre 2002, pagg. 29-38;<br />

17. Mauro Coni, Francesca Maltinti, Silvia Portas, Francesco Pinna, Francesco<br />

Annunziata, “Criticità della rete stradale sarda”, Rivista “Informazione” dell’Or<strong>di</strong>ne <strong>degli</strong><br />

Ingegneri della Provincia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, n°99, marzo/aprile 2003, pagg. 5-16;<br />

18. Francesco Annunziata, Mauro Coni, Francesca Maltinti, Silvia Portas, , “La<br />

progettazione integrata <strong>di</strong> un’infrastruttura <strong>di</strong> trasporto”, Convegno nazionale<br />

promosso dalla provincia <strong>di</strong> Bologna, San Martino <strong>di</strong> Bentivoglio, Bologna 18/19<br />

settembre 2003;<br />

19. Silvia Portas, “Stu<strong>di</strong>o delle possibilità <strong>di</strong> impiego delle macerie <strong>di</strong> demolizione per<br />

la costruzione <strong>degli</strong> strati <strong>di</strong> sottofondo delle sovrastrutture stradali. Caso <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o:<br />

strada provinciale n°1- <strong>Cagliari</strong>”, XIII Convegno Nazionale della Società Italiana<br />

Infrastrutture Viarie Padova, 30 - 31 Ottobre 2003.<br />

20. Francesco Annunziata, Mauro Coni, Francesca Maltinti, Francesco Pinna, Silvia<br />

Portas, “La progettazione integrata <strong>di</strong> una metropolitana leggera”, Rivista<br />

quadrimestrale Trasporti e Cultura, Dicembre 2003, Anno III n°7;<br />

21. Francesco Annunziata, Mauro Coni, Francesca Maltinti, Francesco Pinna, Silvia<br />

Portas, “La Progettazione Stradale Integrata”, e<strong>di</strong>tore Zanichelli, Bologna 27 maggio<br />

2004;<br />

22. Silvia Portas, “Case Study: Mechanical Reliability Of Sub-Grade Layer Built With<br />

Demolition Waste Materials” XIIII Convegno Nazionale della Società Italiana<br />

Infrastrutture Viarie Firenze, 27 - 29 Ottobre 2004.<br />

In fase <strong>di</strong> pubblicazione<br />

1. Silvia Portas, “Chemical and Mechanical Reliability Of Sub-Grade Layer Built With<br />

Demolition Waste Materials”, ” XV Convegno Nazionale della Società Italiana<br />

Infrastrutture Viarie Bari, 22-24 Settembre 2005 .<br />

2. Mauro Coni, Silvia Portas, “ontext-Sensitive Infrastructures. Enviromental<br />

Efficiency of The Earthworks and Recycling of Quarry Scaps.”, ” XV Convegno<br />

Nazionale della Società Italiana Infrastrutture Viarie Bari, 22-24 Settembre 2005 .<br />

147


148


Assegnista: Giuseppe Puliga<br />

Struttura: Dip. Scienza della Terra<br />

ABSTRACT: Applicazioni geomorfologico - ambientali in ambito marino: Crociera<br />

oceanografica “Bocche 2003”- Bocche <strong>di</strong> Bonifacio (Sardegna sett.)<br />

La piattaforma continentale e la fascia costiera della Sardegna settentrionale, ed in<br />

particolare il settore delle Bocche <strong>di</strong> Bonifacio prospiciente Capo Testa, sono state<br />

oggetto <strong>di</strong> campagne <strong>di</strong> rilievi finalizzate allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei rapporti esistenti tra strutture<br />

geologiche, evoluzione geomorfologica e deposizionale della piattaforma continentale<br />

dell’area delle Bocche. Oltre alle campagne oceanografiche PLACERS (“Oceanografia<br />

e fon<strong>di</strong> marini – Placers-CNR, ”N/O Bannock, anni 70’-80’) molte altre sono state<br />

successivamente eseguite. Di grande interesse e notevole qualità risultano essere i dati<br />

acquisiti durante la crociera “Bocche 2003” (14-23 settembre 2003), nell’ambito del<br />

progetto “Geologia e Geomorfologia terrestre e marina dell’insieme Corsica-Sardegna e<br />

Toscana” – PIC–INTERREG III, a bordo della N\O Universitatis (Co.Ni.Sma). Le<br />

operazioni, eseguite in continuo nell’arco delle 24h, hanno previsto l’acquisizione in<br />

contemporanea dei dati dal sensore Multibeam e GeoChirp, istallati a bordo del<br />

vascello, nonché i segnali provenienti dal sensore Side Scan Sonar trainato a poppa. In<br />

totale sono stati esplorati 365 Kmq <strong>di</strong> superficie con copertura superiore al 70%.<br />

L’accuratezza del posizionamento dei dati è stata garantita da un sistema DGPS.<br />

Tramite i software de<strong>di</strong>cati installati sui supporti informatici <strong>di</strong> bordo si sono svolte le<br />

seguenti operazioni riguardanti l’acquisizione del MBS: calibrazione sensore, correzione<br />

dati tramite sonda SVP, acquisizione dati Batimetrici corretti per posizione, rollio e<br />

beccheggio nonché il postprocessing per il filtraggio dei beam provenienti da angoli<br />

improbabili e i <strong>di</strong>sturbi connessi a fenomeni <strong>di</strong> rifrazione della colonna nei confronti delle<br />

onde sonore. Con un apposito tool <strong>di</strong> Grid<strong>di</strong>ng sono stati elaborati i DTM del fondo con<br />

cella <strong>di</strong> 5m. Oltre ai dati geofisici sono stati prelevati, con l’ausilio <strong>di</strong> una benna Van<br />

Veen, 42 campioni <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mento superficiale dal fondo. I campioni sono stati sottotosti<br />

ad analisi granulometriche e calcimetria, inoltre sono stati utilizzati allo scopo <strong>di</strong><br />

calibrare la risposta delle facies superficiali al side scan sonar. La gestione dei dati<br />

multitematici relativi al modello DEM del fondo, Raster dei sonogrammi Side Scan<br />

Sonar, posizionamento puntuale <strong>degli</strong> shot del Geo-Chirp e delle analisi<br />

se<strong>di</strong>mentologiche, è stata effettuata in ambiente G.I.S.. Le operazioni <strong>di</strong> analisi e<br />

classificazione come la mappatura delle facies superficiali e delle lineazioni sono in<br />

corso <strong>di</strong> svolgimento nello stesso ambiente. L’utilizzo <strong>di</strong> tali strumenti risulta necessario<br />

a seguito dell’esigenza <strong>di</strong> conoscere e gestire, in breve tempo, tutte le informazioni<br />

relative ad una particolare zona geografica partendo da una base cartografica<br />

<strong><strong>di</strong>gita</strong>lizzata. Il G.I.S. collegherà tutte le informazioni <strong>di</strong> interesse consentendo un’analisi<br />

spaziale completa e permettendo l’osservazione <strong>di</strong>retta ed il monitoraggio continuo, a<br />

seguito dell’inserimento <strong>di</strong> nuovi dati, dell’area <strong>di</strong> interesse. Lo stesso G.I.S. rappresenta<br />

uno strumento <strong>di</strong> organizzazione dati, integra ricerche, analisi statistiche, e consente<br />

l’utilizzo <strong>di</strong> dati al fine <strong>di</strong> fornire analisi geografiche corredate da tabelle, documenti e<br />

mappe, e consente la costruzione <strong>di</strong> scenari futuri. I dati raccolti risulteranno utili allo<br />

scopo <strong>di</strong>:<br />

1)Valutare la vulnerabilità dei fondali rispetto a sversamenti accidentali <strong>di</strong> inquinanti.<br />

2)Organizzare preventivamente le strategie <strong>di</strong> intervento finalizzate alla prevenzione ed<br />

al <strong>di</strong>sinquinamento e ripristino ambientale dell’area in caso <strong>di</strong> incidente.<br />

3)Produrre supporti alle scelte gestionali delle aree marine protette attive “Parco<br />

Nazionale Arcipelago <strong>di</strong> La Maddalena” e “Parco Regionale Isola <strong>di</strong> Lavezzi e Bonifacio”<br />

ed ipotesi progettuali sull’area d’interesse del “Parco Internazionale delle Bocche”.<br />

4)Produrre del “Foglio Geologico Transfrontaliero – Bocche <strong>di</strong> Bonifacio – sc. 1:50.000<br />

(SGN – IT , BRGM – FR).<br />

Valutazione del rischio geomorfologico ed ambientale nelle aree marine e costiere della<br />

Sardegna<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca svolta durante il primo biennio è stata condotta attraverso fasi<br />

successive che hanno portato ad un incremento <strong>di</strong> dettaglio mirato a sod<strong>di</strong>sfare le<br />

aspettative e gli obiettivi scientifici preposti. La prima fase è stata mirata all’acquisizione<br />

dei dati pregressi sulle aree <strong>di</strong> interesse localizzate lungo la costa settentrionale<br />

(Bocche <strong>di</strong> Bonifacio, Arcipelago de La Maddalena) e meri<strong>di</strong>onale (Piana <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>)<br />

della Sardegna. Durante tale periodo è stato raccolto il materiale bibliografico<br />

(cartografia topografica e nautica <strong>di</strong> base a varia scala, cartografia tematica, rilievi<br />

aerofotogrammetrici, batimetrici e sismici, pubblicazioni etc.) necessario per valutare le<br />

conoscenze pregresse e procedere alle successive fasi <strong>di</strong> ricerca. Le attività <strong>di</strong> ricerca<br />

sono state focalizzate su aree <strong>di</strong> interesse localizzate lungo la costa sarda settentrionale<br />

(Bocche <strong>di</strong> Bonifacio, Arcipelago de La Maddalena) e meri<strong>di</strong>onale (Piana <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>),<br />

nonchè sui relativi settori <strong>di</strong> piattaforma continentale (compresa quella meri<strong>di</strong>onale della<br />

Corsica) ed ha toccato <strong>di</strong>fferenti aspetti relativi al tema da sviluppare. Gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> e le<br />

indagini successivamente svolte (Campagne oceanografiche, indagini a terra, ulteriori<br />

rilevamenti) hanno reso possibile la realizzazione dei primi lavori (alcuni in corso <strong>di</strong><br />

pubblicazione) relativi principalmente al settore costiero settentrionale (Bocche <strong>di</strong><br />

Bonifacio). Gli aspetti trattati risultano principalmente connessi a tematiche<br />

geomorfologico-ambientali, si è proceduto agli <strong>stu<strong>di</strong></strong> finalizzati alla valutazione dei livelli<br />

<strong>di</strong> vulnerabilità dei fondali marini delle Bocche <strong>di</strong> Bonifacio in relazione all’inquinamento<br />

da idrocarburi ed altre merci pericolose, alla produzione <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> supporto a scelte<br />

gestionali delle aree marine protette attive “Parco Nazionale dell’Arcipelago <strong>di</strong> La<br />

Maddalena” e “Parco Regionale dell’Isola <strong>di</strong> La vezzi e Bonifacio” ed alle ipotesi<br />

progettuali sulle aree <strong>di</strong> interesse del “Parco Internazionale delle Bocche”, produzione<br />

del “Foglio Geologico Transfrontaliero – Bocche <strong>di</strong> Bonifacio– sc. 1:50.000 (SGN – IT ,<br />

BRGM – FR) nonché approfon<strong>di</strong>re le indagini già effettuate per il Foglio Geologico n°<br />

412 “Isola della Maddalena”. Contemporaneamente allo svolgimento delle attività <strong>di</strong><br />

ricerca sopraccitate, l’assegnista ha svolto attività <strong>di</strong> supporto alla <strong>di</strong>dattica nell’ambito<br />

dei corsi <strong>di</strong> “Geomorfologia” e <strong>di</strong> “Geomorfologia applicata”, del corso <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> in Scienze<br />

della Terra, in aree continentali e marine. Tale attività <strong>di</strong> supporto al docente titolare del<br />

corso è stata espletata durante le lezioni, le esercitazioni, gli esami e le escursioni<br />

<strong>di</strong>dattiche (effettuate nel Supramonte <strong>di</strong> Dorgali e Oliena, nel Campidano orientale e<br />

lungo le aree costiere e pericostiere del Golfo <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>) relative ai sopraccitati corsi.<br />

Aspetto molto importante dal punto <strong>di</strong> vista della crescita formativa e scientifica, in<br />

relazione alla produzione della cartografia geologica <strong>di</strong> base delle Bocche <strong>di</strong> Bonifacio<br />

(Sardegna settentrionale – Corsica meri<strong>di</strong>onale), risulta essere l’attività <strong>di</strong><br />

collaborazione attualmente in atto tra il Dipartimento Scienze della Terra dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> ed i ricercatori dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Corte – Corsica, collaborazione alla quale lo<br />

scrivente prende parte attivamente relazionandosi e cooperando con i ricercatori corsi e<br />

con esponenti del Servizio geologico francese BRGM. In relazione ad alcune aree <strong>di</strong><br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o nella Sardegna settentrionale l’assegnista ha collaborato con la società<br />

PROGEMISA impegnata nella realizzazione del Foglio Geologico n° 412 “Isola della<br />

149<br />

Maddalena” allo scopo <strong>di</strong> integrare i dati in possesso e poter chiarire meglio il quadro<br />

geologico-geomorfologico del settore sommerso dell’area in esame.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Atti <strong>di</strong> Convegno<br />

Orru’ P. E., Pintus M., Puliga G. (2004) – Mappatura geologico-geomorfologica dei fon<strong>di</strong><br />

marini delle Bocche <strong>di</strong> Bonifacio: Proposta <strong>di</strong> base per la valutazione <strong>di</strong> vulnerabilità dei fondali<br />

per sversamento <strong>di</strong> idrocarburi e altre merci pericolose. – Procee<strong>di</strong>ngs del IV Congrès<br />

international “Environnement et Identità en Me<strong>di</strong>terranée” Corte – Corte (F) 19-25 luglio 2004.<br />

Orru’ P. E., Puliga G. (2004) - Cartografia geologica dei fon<strong>di</strong> marini alla scala 1:50.000:<br />

Foglio n°412 “Isola de La Maddalena”- Procee<strong>di</strong>ngs del IV Congrès international<br />

“Environnement et Identità en Me<strong>di</strong>terranée” Corte – Corte (F) 19-25 luglio 2004.<br />

Orru’ P. E., Ferran<strong>di</strong>ni J., Guennoc P., Ibba A., Pintus M., Puliga G., Pluquet F., Ulzega A.<br />

(2004) – Geomorfologia strutturale delle Bocche <strong>di</strong> Bonifacio - Procee<strong>di</strong>ngs del IV Congrès<br />

international “Environnement et Identità en Me<strong>di</strong>terranée” Corte – Corte (F) 19-25 luglio 2004.<br />

<strong>Abstract</strong>s<br />

Orru’ P. E., Antonioli F., Lecca C., Panizza V, Pintus M. & Puliga G. (2005) – Evoluzione<br />

olocenica della Piana costiera <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> – Convegno Nazionale AIGEO “Montagne e Pianure”<br />

– Padova 15-17 febbraio 2005


150


Assegnista: Marinella Ramazzotti<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici, Geografici e Artistici<br />

ABSTRACT: Poiché è in corso <strong>di</strong> pubblicazione la mia monografia sul compositore<br />

Luigi Nono (Venezia, 1924-1990) intendo toccare alcuni aspetti affrontati nel libro<br />

Nel panorama musicale del Secondo Novecento l'avanguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Luigi Nono consiste<br />

nell'elaborazione <strong>di</strong> un linguaggio musicale alternativo, che pone al centro il problema<br />

dell'impegno storico della musica e le questioni del suono e <strong>di</strong> nuove <strong>di</strong>namiche dell'<br />

ascolto.<br />

La poetica dei «caminantes» – termine che ricorre nelle ultime opere – è affermazione<br />

della necessità e problematicità <strong>di</strong> un cammino <strong>di</strong> ricerca assolutamente storica, che ha<br />

inizio nelle opere 'politiche' <strong>degli</strong> anni Sessanta .<br />

L'obiettivo <strong>di</strong> pervenire alla comunicazione musicale attraverso un'analisi della storia si<br />

riflette nella scelta <strong>di</strong> un percorso compositivo che procede dalle opere del passato e<br />

conduce ad un ripensamento della tecnica della variazione <strong>di</strong> Schönberg, della scrittura<br />

corale e della <strong>di</strong>mensione del suono. Il suono è espressione della storia: è segnale che<br />

documenta il presente nelle opere elettroniche <strong>degli</strong> anni Sessanta e Settanta; nelle<br />

opere <strong>degli</strong> anni Ottanta è voce del passato rivissuta e riorganizzata nello spazio. Non<br />

solo per mezzo della tecnica compositiva e della concezione sonora Nono esprime il<br />

suo rapporto <strong>di</strong>alettico con i fatti storici, ma anche attraverso una lettura aperta delle<br />

fonti poetiche e letterarie, in cui uomini e tematiche <strong>di</strong>versi, anche lontani nel tempo, si<br />

incontrano in maniera 'ricreata': Rosa Luxemburg e Cesare Pavese; Hermann Melville e<br />

Ingeborg Bachmann; Eschilo e Friedrich Hölderlin. La politica, la letteratura, l'elettronica,<br />

la tecnica compositiva servono al compositore ad affermare la «presenza storica nella<br />

musica d'oggi».<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Marinella Ramazzotti, assegnista <strong>di</strong> ricerca presso il Dipartimento <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici,<br />

Geografici e Artistici dell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, Area 10 (Scienze dell'Antichità), settore<br />

scientifico-<strong>di</strong>sciplinare L-ART/07 (Storia della musica).<br />

Data <strong>di</strong> inizio dell'attività: 11 aprile 2003.<br />

Titolo del progetto: Musica e pensiero: la ricezione <strong>di</strong> Schönberg presso i<br />

contemporanei<br />

Responsabile scientifico: Prof. Antonio Trudu<br />

L’attività <strong>di</strong> assegnista si è svolta soprattutto nell’ambito della ricerca, portando alla<br />

stesura delle pubblicazioni sotto elencate, e in parte nel settore <strong>di</strong>dattico, tenendo corsi<br />

n su: I rapporti della musica colta con la tra<strong>di</strong>zione popolare: i Folk Songs <strong>di</strong> Luciano<br />

Berio e il tango <strong>di</strong> Astor Piazzola; Il teatro musicale del Novecento: l’avanguar<strong>di</strong>a <strong>degli</strong><br />

anni Sessanta; L’Esegesi dei testi musicali.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

- La questione filologica in Luigi Nono. Stu<strong>di</strong>o su “Y entonces compren<strong>di</strong>ó”,<br />

(1969-70) e “Risonanze erranti” (1985-87), «Musica/Realtà», n. 52, 1997, pp. 83-94.<br />

- Analisi del processo creativo e problemi <strong>di</strong> metodo e d’e<strong>di</strong>zione in “Y<br />

entonces compren<strong>di</strong>ó”, in La nuova ricerca sull’opera <strong>di</strong> Luigi Nono, a cura <strong>di</strong> G. Borio,<br />

G. Morelli, V. Rizzar<strong>di</strong>, Firenze, Fondazione Cini-Olschki, 1998, pp. 109-120.<br />

- Oralità e scrittura in repertori liturgici e paraliturgici. Riflessioni<br />

metodologiche, in Il canto «patriarchino» <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione orale in area istriana e veneto<br />

friulana, a cura <strong>di</strong> P. Barzan e A. Vildera, Vicenza, Fondazione Cini-Neri Pozza E<strong>di</strong>tore,<br />

2000, pp. 311-315.<br />

- Klangfarbenverschmelzung von Stimme und Instrumenten in „Pierrot<br />

lunaire“, in Arnold Schönberg in Berlin, «Journal of The Arnold Schönberg Center», n. 3,<br />

2001, pp. 145-160.<br />

- Voci per il «New Grove Dictionary»: Bonifacio Mauro, vol. iii (p. 860);<br />

Gervasoni Stefano, vol. ix (p. 772); Lombar<strong>di</strong> Luca, vol. xv (pp. 87-88), 2001.<br />

- «No sabía si el azul era dos mares, el cielo dos azules», in Happy<br />

Birthday to Nuria Schoenberg Nono, a cura <strong>di</strong> Anna Maria Morazzoni, Venezia, Arti<br />

Grafiche Venete, 2002, pp. 154-164.<br />

- Luigi Nono, Y entonces compren<strong>di</strong>ó (1969-70), per 6 voci e nastro<br />

magnetico, a cura <strong>di</strong> Marinella Ramazzotti, Milano, Ricor<strong>di</strong> (e<strong>di</strong>zione critica in corso <strong>di</strong><br />

stampa).<br />

- L'harmonie «formante» de la fusion des timbres dans “Sirènes” de<br />

Debussy, «Cahiers Debussy», n. 62, 2002, pp. 15-29.<br />

- Le timbre de la voix dans les œuvres de Aldo Clementi et Franco<br />

Evangelisti, Actes du Symposium de Strasbourg, Paris, Millenaire III (in corso <strong>di</strong><br />

stampa).<br />

- Luigi Nono, a cura <strong>di</strong> Gianmario Borio, Palermo, L’epos (in corso <strong>di</strong><br />

stampa).<br />

- Mille e una voce: Fabrizio De André, Atti del Convegno dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, U<strong>di</strong>ne, Walter Colle E<strong>di</strong>tore (in corso <strong>di</strong> stampa).<br />

- Sequenza III: from Electronic Modulation to Natural Voice, in Berio’s<br />

Sequenzas. Essays on Composition, Performance, Analysis and Aesthetics, with<br />

an introduction by David Osmond-Smith, e<strong>di</strong>ted by Janet K. Halfyard, Birmingham<br />

Ashgate Publishing Ltd (in corso <strong>di</strong> stampa)<br />

151


152


Assegnista: Stefania Rassu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Estensione del Linkage Disequilibrium nella popolazione Sarda<br />

S. Rassu 2 A. Maschio 1* , G. Sole 1 , L. Balaci 2 , D. Altea 2 , N. Olla 1 , C. Spada 2* , E. Mocci 1<br />

, S. Doratiotto 1 , M. Devoto 3 , A. Cao 1,2 ., G. Pilia 1,2<br />

4) Istituto <strong>di</strong> Ricerca sulle Talassemie ed Anemie Me<strong>di</strong>terranee, CNR,<br />

<strong>Cagliari</strong>, Italy<br />

5) Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>, Italy<br />

6) Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, Biologia e Genetica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Genova,<br />

Genova, Italy<br />

Il linkage <strong>di</strong>sequilibrium (LD), l’associazione non casuale <strong>di</strong> alleli in loci strettamente<br />

associati, è ancora scarsamente compreso nel genoma umano; ci sono prove che<br />

l’andamento del LD vari tra le popolazioni. Visto che la fattibilità <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> mappatura<br />

sono criticamente <strong>di</strong>pendenti dalla estensione del linkage <strong>di</strong>sequilibrium, abbiamo<br />

esaminato il modello <strong>di</strong> LD per 24 polimorfismi in un campione proveniente da una<br />

popolazione Sarda. L’insieme <strong>degli</strong> aplotipi dei fondatori sono stati identificati con il<br />

programma Simwalk 2 in un campione <strong>di</strong> 100 famiglie.<br />

I marcatori microsatellite provengono da tre regioni genomiche - 118 Kb sul cromosoma<br />

12q14, 10 Mb sul cromosoma 13q14.2-q21.1 e 128 Kb sul cromosoma 16p12.1-p11.2.<br />

Per ciascuna coppia <strong>di</strong> marcatori viene misurata la forza della associazione attraverso il<br />

test del chi-quadro e viene calcolato il D’ multiallelico standar<strong>di</strong>zzato. Una misura<br />

largamente utilizzata è la metà della lunghezza del LD - la <strong>di</strong>stanza in cui il D’ me<strong>di</strong>o si<br />

abbassa sotto lo 0,5.<br />

Come atteso, il LD tendeva ad essere più significativo tra marcatori vicini, ma alcune<br />

volte i marcatori <strong>di</strong>stanti 6 - 6,5 Mb mostravano un p


154


Assegnista: Camilla Reali<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Citomorfologia<br />

ABSTRACT: Neurotossicità e Neuroprotezione: ruolo della proteina S100B nel<br />

cervello umano<br />

In molti modelli <strong>di</strong> degenerazione del sistema nervoso centrale (SNC), la patologia è<br />

caratterizzata da una reazione delle cellule gliali, in particolare astrociti e microglia, che<br />

porta, tramite produzione <strong>di</strong> molecole immunoregolatrici al danno neuronale. Le cellule<br />

gliali svolgono però un duplice ruolo: 1) mantengono il normale funzionamento del<br />

sistema nervoso sia attraverso il controllo dell’ambiente extracellulare sia fornendo<br />

metaboliti e fattori <strong>di</strong> crescita, inoltre supportano la crescita e il metabolismo neuronale e<br />

allontanano gli agenti tossici per i neuroni; 2) dopo un danno del SNC la loro attivazione<br />

è considerata come un meccanismo precoce responsabile <strong>di</strong> una conseguente<br />

degenerazione neuronale. E’ chiaro che preservare il normale rapporto tra neuroni e glia<br />

è fondamentale per il mantenimento delle funzioni del SNC. Per meglio capire il ruolo<br />

svolto dalle cellule gliali nei fenomeni <strong>di</strong> neuroprotezione e neurodegenerazione,<br />

abbiamo utilizzato colture primarie <strong>di</strong> astrociti umani e una linea <strong>di</strong> microglia umana<br />

messe a punto nel nostro laboratorio. Come modello sperimentale <strong>di</strong> neurotossicità<br />

abbiamo utilizzato il Trimetilstagno (TMT), un composto organico dello stagno<br />

ampiamente impiegato in modelli <strong>di</strong> neurodegenerazione sia in vivo che in vitro. In<br />

particolare, nella neurodegenerazione indotta dal TMT, abbiamo <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato il ruolo svolto<br />

dall’S100B una proteina legante il calcio, prodotta e secreta dagli astrociti, che esercita<br />

un’azione neurotrofica a concentrazioni nanomolari. Abbiamo esaminato come le cellule<br />

microgliali e gli astrociti umani rispondono a concentrazioni nanomolari <strong>di</strong> S100B da<br />

sola o in presenza del neurotossico TMT. La risposta cellulare è stata valutata<br />

misurando i livelli <strong>di</strong> espressione <strong>di</strong> molecole immunoregolatrici prodotte dalle cellule<br />

gliali quali TNF-α and iNOS. Per quanto riguarda la risposta delle cellule gliali all’<br />

S100B, i nostri risultati hanno <strong>di</strong>mostrato che solo gli astrociti sono il target dell’ S100B<br />

a concentrazioni fisiologiche. In particolare, la proteina potrebbe svolgere la sua azione<br />

neuroprotettiva attraverso l’inibizione dell’espressione <strong>di</strong> TNF- α. In presenza <strong>di</strong> uno<br />

stimolo infiammatorio, però la S100B modula la risposta <strong>di</strong> entrambi i tipi <strong>di</strong> cellule gliali,<br />

che si comporterebbero come me<strong>di</strong>atori della neurodegenerazione e della<br />

neuroprotezione.<br />

I risultati ottenuti dopo trattamento con TMT <strong>di</strong>mostrano che il neurotossico agisce<br />

<strong>di</strong>rettamente sulle cellule gliali inducendo la produzione <strong>di</strong> citochine, come il TNF- α, e <strong>di</strong><br />

specie ossigeno reattive, come l’iNOS, che porterebbero al danno neuronale.<br />

Il pretrattamento con S100B previene gli effetti tossici del TMT mantenendo il normale<br />

rapporto glia/glia e neuroni/glia. L’S100B impe<strong>di</strong>rebbe quin<strong>di</strong> l’innescarsi <strong>di</strong> quei<br />

meccanismi responsabili della tossicità indotta dal TMT.<br />

Visti i risultati ottenuti, abbiamo ritenuto opportuno chiarire quali potrebbero essere i<br />

meccanismi cellulari attivati dall’S100B extracellulare. Per capire quali siano questi<br />

meccanismi abbiamo <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato gli effetti dell’antiossidante pirroli<strong>di</strong>na <strong>di</strong>tiocarbammato<br />

(PDTC), un inibitore del fattore <strong>di</strong> trascrizione NF-kB e del PD98059, un inibitore della<br />

proteinchinasi MEK che fosforila le chinasi mitogeniche con regolazione extracellulare<br />

(ERK) 1/2 coinvolte nella trasduzione dei segnali <strong>di</strong> proliferazione negli astrociti. I<br />

risultati ottenuti in<strong>di</strong>cano che l’effetto protettivo dell’S100B contro la tossicità indotta dal<br />

TMT negli astrociti <strong>di</strong>pende dall’NF-kB ma non dall’attivazione <strong>di</strong> ERK1/2. I nostri<br />

risultati contribuiscono a capire il ruolo svolto dalle cellule gliali nella<br />

neurodegenerazione indotta da sostanze neurotossiche e supportano l’idea che l’S100B<br />

partecipa alla protezione del SNC in presenza <strong>di</strong> un danno.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

La dott.ssa Camilla Reali ha svolto l’attività <strong>di</strong> ricerca presso il Dipartimento <strong>di</strong><br />

Citomorfologia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. L’attività <strong>di</strong> ricerca ha riguardato<br />

principalmente lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del ruolo della microglia e <strong>degli</strong> astrociti umani come me<strong>di</strong>atori<br />

della neurotossicità e della neurodegenerazione. La dott.ssa Camilla Reali si è<br />

inizialmente occupata dell’allestimento <strong>di</strong> colture cellulari da cervello <strong>di</strong> feto umano. Di<br />

conseguenza ha acquistato le tecniche <strong>di</strong> base per le colture cellulari, quali<br />

preparazione <strong>di</strong> terreni e substrati, sterilizzazione e prove <strong>di</strong> sterilità, lavoro in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> assenza <strong>di</strong> contaminazione. Ha inoltre imparato le tecniche morfologiche <strong>di</strong> base<br />

(immunocitochimica, Western blot, ecc.) per la caratterizzazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse popolazioni<br />

cellulari, in particolare astrociti, neuroni e microglia. La dott.ssa Reali ha quin<strong>di</strong> imparato<br />

le tecniche <strong>di</strong> base per l’isolamento dell’RNA totale, per la Reverse transcriptasepolymerase<br />

chain reaction (RT-PCR) e per il Southern blot. Utilizzando queste tecniche<br />

ha ottenuto interessanti risultati che suggeriscono l’ipotesi <strong>di</strong> una <strong>di</strong>versa espressione <strong>di</strong><br />

citochine, sia quantitativamente che qualitativamente, da parte della microglia e <strong>degli</strong><br />

astrociti in rapporto a <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> stimoli.<br />

Attualmente la dott.ssa Reali affronta temi specifici <strong>di</strong> ricerca seguendo due filoni<br />

principali: a) la risposta della microglia e <strong>degli</strong> astrociti umani in coltura nei fenomeni <strong>di</strong><br />

neuroprotezione e neurodegenerazione; b) lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della <strong>di</strong>fferenziazione <strong>di</strong> cellule<br />

staminali del midollo osseo umano in cellule della linea neurale.<br />

I risultati ottenuti sono stati presentati personalmente dalla dott.ssa Reali sia a <strong>di</strong>versi<br />

congressi nazionali ed internazionali che inviati a riviste internazionali.<br />

Durante il triennio <strong>di</strong> attività ha conseguito il titolo <strong>di</strong> Dottore <strong>di</strong> ricerca in Scienze<br />

Morfologiche Molecolari presso l’<strong>Università</strong> Cattolica <strong>di</strong> Roma.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1) A.M. Angioy, P. Casula, P. Muroni, N. Pirod<strong>di</strong>, C. Reali, I. Tomassini Barbarossa<br />

- Short-term habituation of the olfacto-car<strong>di</strong>ac response in the bowfly Protophormia.<br />

Proc. 4° European Symposium on Insect Taste and Olfaction (ESITO IV), 1995.<br />

2) A.M. Angioy, P. Casula, P. Muroni, N. Pirod<strong>di</strong>, C. Reali, I.. Tomassini Barbarossa<br />

- Acquisition and retention of habituation of the olfacto-car<strong>di</strong>ac response in<br />

Protophormia terraenovae., 659.12, Soc. Neuroscience Abstr., Vol. 21 Part. 3 p. 1681,<br />

1995.<br />

3) A.M. Angioy, P. Muroni, N. Pirod<strong>di</strong>, C. Reali, I. Tomassini Barbarossa - The<br />

olfactocar<strong>di</strong>ac response as a biological model for learning and memory <strong>stu<strong>di</strong></strong>es. 06-048,<br />

Proc. International Congress of Entomology, 1996.<br />

4) A.M. Angioy, P. Casula, P. Muroni, N. Pirod<strong>di</strong>, C. Reali, I. Tomassini Barbarossa<br />

- Sensitization of the olfacto-car<strong>di</strong>ac response in Protophormia terraenovae. 553.6, Soc.<br />

Neuroscience Abstr., Vol. 22 Part. 2 p. 1403, 1996<br />

5) A.M. Angioy, P. Farano, P. Muroni, R. Nichols, C. Reali, I. Tomassini Barbarossa<br />

- Dromyosuppressin neuropeptide inhibition of fast and slow fly car<strong>di</strong>ac activities. 487.5,<br />

Soc. Neuroscience Abstr., Vol. 23 Part. 2 p. 1234, 1997.<br />

6) C. Reali, G. Palmieri, V. Sogos, M. Curto, M.G. Ennas, B. Boccar<strong>di</strong>, M.A.<br />

Marcialis, M.L. Schivo, F.Gremo - Citokine expression in human microglia induced by<br />

infection with Mycobacteria. Proc. 5 th IDNA conference, 1998.<br />

7) M. Curto, V. Sogos, C. Reali and F. Gremo - Expression of CD137, a member of<br />

the tumour necrosis factor receptor superfamily, in the developing human brain. J. of<br />

Neurochemisrty: vol. 73 suppl. S168C 1999.<br />

155<br />

8) C. Reali, M. Curto, V. Sogos, H. Schwarz and F. Gremo - Expression of CD137 and its<br />

ligand in human neurons, astrocytes and microglia. J. of Neuroimmunology Suppl. 101/1-101/2<br />

p. 7, 1999.<br />

9) F. Gremo, C. Reali, M. Curto, S. Angioni and V. Sogos - NO-synthase expression by<br />

human neurons effect of dystrophin antisense oligonucleotides, 191.11, Soc. Neuroscience<br />

Abstr., Vol. 25 Part1 p. 487, 1999.<br />

10) V. Sogos, M. Curto, F. Scintu, C. Reali and F. Gremo - Expression of CD137 and its<br />

ligand in the developing human brain. Italian Journal of Anatomy and Embriology, Vol. 105<br />

Suppl. n. 1 p. 226, 2000.<br />

11) M. Curto, C. Reali, V. Sogos, F. Scintu and F. Gremo – Upregulation of CD137 in<br />

human fetal microglia after treatment with myelin basic protein (MBP). Proc. XI Congresso<br />

nazionale A.I.N.I., 2000.<br />

12) F. Gremo, C. Reali, M. Curto, M.A. Marcialis, P. Bongioanni, and V. Sogos - Expression<br />

of cytokines and co-stimulatory molecules by activated human microglia. 398.12, Soc.<br />

Neuroscience Abstr., Vol. 26 Part1 p. 1063, 2000.<br />

13) M. Curto, G. Palmieri, C. Reali, Sogos V, Gremo F, M.A Marcialis. Aspetti morfologici<br />

funzionali della microglia fetale umana infettata con micobatteri. (Morphological and functional<br />

aspects of fetal human microglia infected with mycobacterium) Proc. A.M.C.L.I. 2° Congresso<br />

Regionale Sardo <strong>di</strong> Microbiologia Clinica pag. 13; 5 th May 2000.<br />

14) P. Bongioanni, C. Reali, M.R. Metalli, M. Tararà, B. Rossi, M.A. Marcialis, G. Palmieri,<br />

V. Sogos, M. Curto, F. Gremo: Cytokines secretion by human microglia cells infected with<br />

mycobacteria. Eur J Neurosci Vol 12 Suppl 11 p. 208, 2000.<br />

15) V Sogos, M. Curto, C. Reali, and F. Gremo: Developmental and regulated expression of<br />

dystrophin and utrophin in human fetal brain. Proc. Italian Group for Neuromorphology, p. 43,<br />

2000.<br />

16) M. Curto, F. Scintu, C. Reali, V. Sogos, G. Palmieri, M.A. Marcialis, F. Gremo,:<br />

Infezione in vitro <strong>di</strong> microglia fetale umana con micobatteri: espressione <strong>di</strong> citochine,<br />

chemochine e CD137. Bollett. SIM n.2, Soc. Ital. Microbiol, p.44, 2000.<br />

17) G. Palmieri, R Carta, M. Curto, V. Sogos, C. Reali, F. Gremo, M.A. Marcialis: Modello<br />

sperimentale in vitro <strong>di</strong> infezione <strong>di</strong> microglia fetale umana ad opera delle varianti SmT e SmD<br />

<strong>di</strong> Mycobacterium avium. Bollett SIM n.2, Soc. Ital. Microbiol, p.19, 2000.<br />

18) V Sogos, M. Curto, C. Reali, F. Scintu, G. Palmieri, M.A. Marcialis, R. Carta and F.<br />

Gremo: Cytokine and chemokine expression in human fetal microglia infected with<br />

mycobacteria. Proc. Italian Group for Neuromorphology, p. 37, 2001.<br />

19) V. Sogos, C. Reali, F. Scintu, M. Curto, V. Corvino, F. Michetti and F. Gremo –<br />

Effects of trimethyltin on human microglia and astrocytes. Italian Journal of Anatomy<br />

and Embriology, Vol. 106 Suppl. n. 1 p. 247, 2001.<br />

20) F. Scintu, C. Reali, V. Sogos, R. Donato, F. Michetti and F. Gremo – Effects of<br />

S100B and trimethyltin on human microglia and astrocytes. Proc. XII Congresso<br />

nazionale A.I.N.I p. 14, 2001.<br />

21) F. Gremo, F. Scintu, C. Reali, M. Curto and V. Sogos – Neuroprotection and<br />

neurodegeneration: effects of S-100 and trimethyltin in human microglia, Soc. Neurosci.<br />

Abstr., Vol. 27, Program No. 357.2, 2001.<br />

22) C. Reali, F. Scintu, V. Sogos, V. Corvino, R. Donato, F. Michetti and F. Gremo -<br />

Effects of S100B and trimethyltin in human microglia and astrocytes. Glia Suppl 1 p.<br />

S25, 2002.<br />

23) V. Sogos, C. Reali, M.A. Marcialis, P. Bongioanni and F. Gremo – Expression of<br />

cytokines and co-stimulatory molecules by activated human microglia, Glia Suppl 1 p.<br />

S29, 2002.<br />

24) C. Reali, F. Scintu, V. Sogos, R. Donato, F. Michetti and F. Gremo Neuroprotective<br />

effect of S100B on human microglia and astrocytes. Italian Journal of Anatomy and<br />

Embriology, Vol. 107 suppl. n. 1, p. 220, 2002.<br />

25) C. Reali, V Sogos, A. Sanna, M. Ba<strong>di</strong>ali, F. Argiolu, M. Fà, and G. Mereu – Human<br />

adult bone marrow stem cells <strong>di</strong>fferentiate into neuron-like cells in vitro. Proc. Italian<br />

Group for Neuromorphology, p. 39, 2002.<br />

26) V. Sogos, M. Curto, C. Reali and F. Gremo: Developmentally regulated<br />

expression and localization of dystrophin and utrophin in the human fetal brain. Mech<br />

Ageing Dev 123: 455-462 (2002)<br />

27) V. Sogos, C. Reali, F. Scintu, R. Pillai, M. Ba<strong>di</strong>ali, A. Sanna, F. Argiolu. In vitro<br />

<strong>di</strong>fferentiation of human adult bone marrow cells into neural cells. Neural stem cells<br />

and brain repair. Satellite Symposium to the Sixth IBRO World Congress of<br />

Neuroscience. P. 90, 2003.<br />

28) C. Reali, F. Scintu, R. Pillai, A Sanna, M. Ba<strong>di</strong>ali, F. Argiolu, E. Turnu, V. Sogos<br />

Neural <strong>di</strong>fferentiation of bone marrow stem cells. Italian Journal of Anatomy and<br />

Embriology, Vol. 108 suppl. n. 2, p. 167, 2003.<br />

29) F. Scintu, R. Pillai, C. Reali, M.S. Ristal<strong>di</strong>, M. Ba<strong>di</strong>ali A. Sanna F. Sanna F.<br />

Argiolu, V. Sogos. Role of microenviroment in neural <strong>di</strong>fferentiation of bone marrow<br />

stem cells. Proc. Italian Group for Neuromorphology, p. 13, 2003.<br />

30) V. Sogos, C. Reali, F. Scintu, R. Pillai, M. Ba<strong>di</strong>ali, A. Sanna, F. Argiolu.<br />

Trans<strong>di</strong>fferentiation of adult bone marrow stem cells into neural cells in vitro. Soc.<br />

Neurosci. Abstr., Vol. 27, Program No. 789.8. 2003.<br />

31) C. Reali, M. Curto, V. Sogos, F. Scintu, S. Pauly, H. Schwarz and F. Gremo:<br />

Expression of CD137 and its ligand in human neurons, astrocytes and microglia:<br />

modulation by FGF-2. J Neurosci Res. 74: 67-73 (2003)<br />

32) V. Sogos, C. Reali, V. Fanni, M. Curto, and F. Gremo: Dystrophin antisense<br />

oligonucleotides decrease expression of nNOS in human neurons. Mol Brain Res.<br />

118(1-2): 52-9 (2003)<br />

33) M. Curto, C. Reali, G. Palmieri, F. Scintu, M.L. Schivo, V. Sogos, M.A. Marcialis,<br />

M.G. Ennas, H. Schwarz, G. Pozzi, and F. Gremo: Inhibition of cytokines expression in<br />

human microglia infected by virulent and non virulent mycobacteria. Neurochem Int.<br />

44(6): 381-92 (2004)<br />

34) P. Bongioanni, C. Reali, V. Sogos: Ciliary neurotrophic factor (CNTF) for<br />

amyotrophic lateral sclerosis/motor neuron <strong>di</strong>sease. Cochrane Database Syst Rev.<br />

2004(3):CD004302.<br />

35) C. Reali, F. Scintu, R. Pillai, R. Donato, F. Michetti, V. Sogos: Intracellular<br />

mechanisms of glial cells-me<strong>di</strong>ated neuroprotection. Italian Journal of Anatomy and<br />

Embriology, Vol. 109 suppl. n. 3, p. 328, 2004.<br />

36) F. Scintu, C. Reali, R. Pillai, V. Sogos: Can astrocytes act like neural stem cells?<br />

Italian Journal of Anatomy and Embriology Vol. 109 suppl. n. 3, p. 351, 2004.<br />

37) V. Sogos, C. Reali, F. Scintu, R. Pillai. Human astrocytes in culture can<br />

<strong>di</strong>fferentiate in cells with neuronal phenotype. Program No. 833.16. 2004 Washington,<br />

DC: Society for Neuroscience, 2004. Online.<br />

38) C. Reali, F. Scintu, R. Pillai, V. Sogos. Astrocyte stem-like cells in vitro. Proc.<br />

Italian Group for Neuromorphology, p. 33, 2004.<br />

39) C.Reali, F. Scintu, R. Pillai, M. Curto, 1G. Palmieri, 1M.A.Marcialis, 2H. Schwarz<br />

and V. Sogos Expression of cytokines and co-stimulatory molecules by activated<br />

human microglia. Accepted in: Focus on Neurochemistry Research<br />

40) C. Reali, F. Scintu, R. Pillai, R. Donato, F. Michetti, V. Sogos: S100B counteracts<br />

effects of the neurotoxicant trimethyltin on astrocytes and microglia. Submitted


41) F. Scintu, C. Reali, R. Pillai, M. Ba<strong>di</strong>ali, M.A. Sanna, F. Argiolu, M.S. Ristal<strong>di</strong><br />

, V. Sogos. Role of the microenvironment in <strong>di</strong>fferentiation of human bone marrow<br />

stem cells into neural cells. Submitted<br />

156


Assegnista: Christian Rossi<br />

Struttura: Dipartimento Storico Politico<br />

Internazionale<br />

ABSTRACT: Gli Stati Uniti e la cooperazione allo sviluppo nel Me<strong>di</strong>terraneo, 1961-63<br />

Il 25 maggio 1961, quattro mesi e cinque giorni dopo il giuramento quale<br />

trentacinquesimo presidente <strong>degli</strong> Stati Uniti d’America, John Fitzgerald Kennedy<br />

pronunciò un <strong>di</strong>scorso straor<strong>di</strong>nario sullo Stato dell’Unione che conteneva tutte le idee<br />

politiche che l’allora senatore del Massachusetts aveva presentato sotto forma <strong>di</strong> slogan<br />

durante la campagna elettorale e che solo in minima parte aveva potuto ricomprendere<br />

nel <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento. Il programma illustrato dal presidente <strong>degli</strong> Stati Uniti al<br />

Congresso era chiaro: progresso sociale in patria e all’estero; cooperazione allo<br />

sviluppo; <strong>di</strong>sarmo; sicurezza del Paese e <strong>degli</strong> alleati; ricerca spaziale. Il <strong>di</strong>scorso non<br />

era rivolto soltanto all’America, ma anche agli alleati. L’Europa me<strong>di</strong>terranea, luogo<br />

geografico a metà strada tra l’Africa, il Me<strong>di</strong>o Oriente e le potenze mitteleuropee,<br />

doveva fare la sua parte. Alcuni paesi più <strong>di</strong> altri erano sicuramente in grado <strong>di</strong> fare da<br />

ponte con le nazioni emergenti della sponda meri<strong>di</strong>onale del Me<strong>di</strong>terraneo. Fra loro<br />

v’era certamente l’Italia, la quale, così come tutti gli altri alleati, doveva farsi carico <strong>di</strong><br />

una parte <strong>di</strong> responsabilità e intervenire fattivamente nel sostegno della cooperazione<br />

allo sviluppo. Il Paese fece però ben <strong>di</strong> più. Approfittando della nuova presidenza, il<br />

governo italiano cercò nuove formule <strong>di</strong> governo in patria e una maggiore presenza<br />

nella scena internazionale. I programmi della nuova amministrazione americana<br />

prevedevano un forte incremento nella sovvenzione della cooperazione allo sviluppo.<br />

Uno dei paesi che avrebbe dovuto impegnarsi maggiormente sarebbe stata l’Italia, per<br />

la sua posizione geo strategica e a causa della sua crescita economica. Lo stesso<br />

presidente Kennedy avrebbe proposto al presidente del Consiglio Fanfani che il Paese<br />

affiancasse e sostenesse gli sforzi statunitensi nel progetto <strong>di</strong> utilizzare il Gruppo per<br />

l’Assistenza allo Sviluppo (Development Assistence Group DAG) e il Comitato per<br />

l’assistenza allo sviluppo dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo<br />

Economico (OCSE) per incrementare e coor<strong>di</strong>nare i programmi nazionali per i paesi<br />

sottosviluppati. Le richieste che gli Stati Uniti avevano deciso <strong>di</strong> fare sia all’Italia sia agli<br />

altri paesi occidentali servivano a creare un nuovo approccio con i paesi in via <strong>di</strong><br />

sviluppo nel quale il fine ultimo sarebbe stato quello <strong>di</strong> spingere questi paesi al libero<br />

sviluppo dell’economia e della libera impresa. Risulta, da autorevoli fonti <strong>di</strong>plomatiche<br />

britanniche, che l’Italia fosse pronta a fornire maggiori contributi soltanto se questi<br />

fossero stati utilizzati soprattutto nelle zone geografiche in cui aveva maggiore<br />

interesse, come l’Africa, il bacino del Me<strong>di</strong>terraneo e l’America Latina. Gli uomini<br />

dell’entourage del presidente erano del parere che col tempo e con gli strumenti<br />

appropriati si sarebbe potuta provocare una trasformazione profonda nella società dei<br />

paesi sottosviluppati tale da rinforzare l’organizzazione sociale per renderla più<br />

resistente alla penetrazione comunista. Il processo che i paesi occidentali e, in<br />

particolare gli Stati Uniti, avrebbero voluto innescare, mirava a creare un potere<br />

d’acquisto da parte dei Paesi beneficiari <strong>degli</strong> aiuti, per aprire mercati in grado <strong>di</strong> dare<br />

nuovo sbocco alla produzione occidentale. Il presidente <strong>degli</strong> Stati Uniti si stava<br />

adoperando anche perché il Congresso desse il consenso per sviluppare relazioni più<br />

strette con la CEE nel coor<strong>di</strong>namento <strong>degli</strong> aiuti ai paesi in via <strong>di</strong> sviluppo. Il presidente<br />

era profondamente convinto dell’importanza del mercato europeo per i paesi<br />

sottosviluppati, per questo era essenziale che i membri della CEE non formassero un<br />

club esclusivo, precludendo ad altri la partecipazione; le agevolazioni non avrebbero<br />

dovuto concentrarsi soltanto verso le ex colonie escludendo dagli aiuti le altre aree<br />

sottosviluppate. Nulla ostava, comunque, che i singoli governi avessero delle preferenze<br />

ed era evidente che l’imparzialità della Comunità e dei paesi che la componevano fosse<br />

un wishful thinking del presidente <strong>degli</strong> Stati Uniti, in quanto tutti i governi europei, e<br />

soprattutto quelli che avevano avuto colonie, miravano a perpetuare le loro “relazioni<br />

speciali” con i territori che avevano amministrato.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Dopo la fine della Guerra Fredda l’interesse europeo per il Mare Me<strong>di</strong>terraneo è<br />

aumentato sensibilmente. Il Me<strong>di</strong>terraneo del post Guerra Fredda ha riconquistato un<br />

ruolo suo proprio, un’entità con cui si hanno legami d’inter<strong>di</strong>pendenza economica,<br />

sociale, <strong>di</strong> sicurezza, ma allo stesso tempo è percepito quale possibile fonte<br />

d’insicurezza perché caratterizzato da forti problemi d’instabilità politica e <strong>di</strong> ritardo nello<br />

sviluppo economico. L’area è tornata ad essere una zona d’influenza europea e<br />

l’Unione Europea sta cercando <strong>di</strong> regolamentare tutte le questioni attinenti alla<br />

sicurezza, al terrorismo e alla crescita economica dei paesi rivieraschi. La ricerca ha<br />

messo in evidenza il nuovo quadro strategico che ha portato all’adozione, nel 1995,<br />

della Partnership Euro – Me<strong>di</strong>terranea la quale ha riprogrammato la politica europea nei<br />

riguar<strong>di</strong> del bacino me<strong>di</strong>terraneo e si articola su tre livelli d’intervento: a) cooperazione<br />

politica; b) cooperazione economica; c) cooperazione sociale. Il Partenariato ha<br />

l’obiettivo d’instaurare tra l’Unione Europea e altri do<strong>di</strong>ci paesi del Me<strong>di</strong>terraneo una<br />

cooperazione che riguar<strong>di</strong> l’intero assetto delle relazioni reciproche tra le due sponde. In<br />

questo contesto, aspetti economici, politici, culturali, sociali e <strong>di</strong> sicurezza sono<br />

ricompresi entro un quadro comune <strong>di</strong> riferimento rappresentato, appunto, dal<br />

Partenariato, ampliando, <strong>di</strong> fatto, il concetto fino ad allora sostenuto <strong>di</strong> cooperazione allo<br />

sviluppo. In particolare, la ricerca si è rivolta allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della Carta per la Stabilità e la<br />

Pace nel Me<strong>di</strong>terraneo, sul piano politico uno <strong>degli</strong> obiettivi più ambiziosi, oggetto <strong>di</strong> un<br />

complesso negoziato durante la Conferenza eurome<strong>di</strong>terranea <strong>di</strong> Stoccarda (1999).<br />

L’aggravarsi della situazione me<strong>di</strong>orientale non ha consentito l’adozione della Carta né<br />

alla Conferenza <strong>di</strong> Marsiglia (2000) né a quella <strong>di</strong> Valencia (2002). Le ragioni storiche<br />

dell’impossibilità <strong>di</strong> adottare, stanti così le cose, la Carta per Stabilità sono profonde e<br />

sono da ricercare nella mancata soluzione della questione me<strong>di</strong>orientale. Per questi<br />

motivi il campo d’azione della ricerca, per ragioni <strong>di</strong> continuità storica, non si può limitare<br />

al periodo successivo al 1995 ma, deve necessariamente ripercorrere, dal 1942,<br />

l’excursus storico, dei rapporti <strong>di</strong>plomatici intercorrenti tra i paesi europei e i paesi della<br />

sponda meri<strong>di</strong>onale del Me<strong>di</strong>terraneo e del Vicino Oriente. In particolare, si vuole<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>are la questione palestinese attraverso i contatti <strong>di</strong>plomatici intercorsi tra le autorità<br />

palestinesi l’Italia, gli Stati Uniti e il Regno Unito. Per avere una visione più generale del<br />

problema e un consiglio circa l’organizzazione del lavoro il tema <strong>di</strong> ricerca è stato<br />

approfon<strong>di</strong>to in occasione <strong>di</strong> un’incontro con il Delegato Generale dell’Autorità<br />

Nazionale Palestinese in Italia il 30 ottobre 2002. La ricerca sarà svolta, in prevalenza,<br />

su fonti da reperire presso l’Archivio Storico del Ministero <strong>degli</strong> Affari Esteri, in<br />

particolare per il periodo 1942-1952 e presso l’Archivio Centrale dello Stato. Una<br />

copiosa documentazione è <strong>di</strong>sponibile presso i National Archives <strong>di</strong> Washington DC e il<br />

Public Record Office <strong>di</strong> Londra per il periodo 1942-1973. Il periodo 1974 - 1999 potrà<br />

essere coperto utilizzando gli atti parlamentari italiani, per le parti riguardanti le<br />

<strong>di</strong>scussioni avvenute alla Camera o al Senato sulla politica estera italiana, nonché la<br />

documentazione fornita dal Ministero <strong>degli</strong> Esteri per la parte attinente alla Carta per la<br />

Stabilità e la Pace. Durante l’anno 2004 sono stati effettuati numerosi viaggi <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o a<br />

Washington DC (Stati Uniti) in occasione <strong>di</strong> un semestre <strong>di</strong> ricerca come Visiting<br />

157<br />

Researcher presso il BMW Center for German and European Stu<strong>di</strong>es (E. Walsh School for<br />

Foreign Service) della Georgetown University. Il soggiorno nella capitale <strong>degli</strong> Stati Uniti ha<br />

permesso frequenti ricerche presso i National Archives <strong>di</strong> College Park (Maryland) ove è stata<br />

raccolta una buona parte dei documenti <strong>di</strong>plomatici americani dal fondo del Dipartimento <strong>di</strong><br />

Stato (Record Group 59) per il periodo 1940 - 1944; 1946-51; 1961-64; 1965-68; 1969-1973.<br />

In occasione del medesimo soggiorno sono stati consultati i cataloghi della Library of<br />

Congress e della Georgetown University Lauinger Memorial Library ove sono stati reperiti<br />

numerosi testi utili per la ricerca. Nell’ambito <strong>di</strong> uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o più organico della questione<br />

eurome<strong>di</strong>terranea si è anche tenuto conto dei rapporti tra gli Stati Uniti e i paesi del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo nei primi anni sessanta, un periodo in cui l’Italia, in particolare, ha avuto uno<br />

stretto rapporto nello sviluppo delle politiche <strong>di</strong> sostegno verso i paesi del Maghreb e del<br />

Vicino Oriente. Quest’ultimo filone <strong>di</strong> ricerca si basa, in particolare sui documenti d’archivio<br />

raccolti sia negli Stati Uniti sia a Londra. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ha inoltre tenuto conto della realtà locale,<br />

come previsto dal progetto, analizzando la posizione della Sardegna nei vari perio<strong>di</strong> storici<br />

presi in considerazione dall’attività <strong>di</strong> ricerca.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Christian Rossi – La politica <strong>di</strong> Washington verso la Sardegna nel secondo dopoguerra, in<br />

Bollettino Bibliografico e Rassegna Archivistica e <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici della Sardegna, n° 22, a. 14<br />

(1997);<br />

Christian Rossi – Una sconosciuta descrizione della Sardegna: “Para<strong>di</strong>so della flora<br />

spontanea”. La Sardegna nelle Memorie <strong>di</strong> James Rennel, barone <strong>di</strong> Rodd, in Bollettino<br />

Bibliografico e Rassegna Archivistica e <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici della Sardegna, n° 23, a. 14 (1997).<br />

Christian Rossi – L’estensione delle operazioni <strong>di</strong> guerra al Me<strong>di</strong>terraneo: i piani<br />

d’invasione della Sardegna durante la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale (1942 – 1943)(prima<br />

parte), in Bollettino Bibliografico e Rassegna Archivistica e <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici della<br />

Sardegna e delle Comunità fuori dall’Isola, n° 27/II, a. 18 (2003).<br />

Christian Rossi – “The Freedom Doctrine” e i suoi risvolti nell’Europa me<strong>di</strong>terranea. Il<br />

Caso italiano (1961-1963). In corso <strong>di</strong> stampa.


158


Assegnista: Andrea Salis<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche<br />

ABSTRACT: Produzione <strong>di</strong> Bio<strong>di</strong>esel me<strong>di</strong>ante catalisi enzimatica<br />

Andrea Salis, Marcella Pinna, Maura Monduzzi e Vincenzo Solinas<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Chimiche - <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong><br />

Il Bio<strong>di</strong>esel è un combustibile ottenuto dalla reazione tra un trigliceride (olio o grasso) ed<br />

un alcol a catena corta, solitamente metanolo. Il prodotto <strong>di</strong> tale reazione è una miscela<br />

<strong>di</strong> esteri metilici <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi (FAME). Essendo i reagenti provenienti da fonti<br />

rinnovabili, la combustione del bio<strong>di</strong>esel genera un ciclo chiuso della anidride carbonica,<br />

che non porta all’aggravarsi dell’effetto serra. Il bio<strong>di</strong>esel, inoltre, è altamente<br />

biodegradabile, è quasi privo <strong>di</strong> zolfo, riduce il particolato fine (PM10) del 50%, riduce le<br />

emissioni <strong>di</strong> CO del 40%, infine, non contiene metalli nocivi quali Cd, Pb,V. Tutto ciò lo<br />

rende un valido sostituto del gasolio <strong>di</strong> origine petrolifera, e può essere perciò utilizzato<br />

come carburante nei motori <strong>di</strong>esel o come combustibile negli impianti <strong>di</strong> riscaldamento.<br />

La produzione industriale del bio<strong>di</strong>esel avviene me<strong>di</strong>ante catalizzatori alcalini. Essa<br />

presenta <strong>di</strong>versi svantaggi: il processo avviene a pressioni e temperature elevate, si<br />

verificano reazioni indesiderate che portano alla formazione <strong>di</strong> sottoprodotti i quali<br />

devono essere rimossi attraverso <strong>di</strong>versi passaggi <strong>di</strong> purificazione. Per queste ragioni la<br />

ricerca scientifica ha rivolto la sua attenzione verso nuove vie per la produzione del<br />

Bio<strong>di</strong>esel. In particolare la biocatalisi, attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> enzimi, è <strong>di</strong>ventata una<br />

valida alternativa.<br />

Obiettivo <strong>di</strong> questo lavoro è stato lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del processo catalitico <strong>di</strong> produzione <strong>di</strong> esteri<br />

alchilici dell’acido oleico. La reazione <strong>di</strong> alcolisi tra la trioleina e l’1-butanolo è stata<br />

condotta in con<strong>di</strong>zioni solvent free eliminando così, l’inconveniente <strong>di</strong> dover rimuovere il<br />

solvente al termine della reazione.<br />

O<br />

O C R1<br />

OH R1 COOCH3<br />

O<br />

O<br />

O<br />

C<br />

O<br />

C<br />

R2<br />

R3<br />

+<br />

C4H9OH<br />

Lipasi<br />

OH<br />

OH<br />

+<br />

R2 COOCH3<br />

R 3<br />

COOCH 3<br />

Sono state utilizzate <strong>di</strong>fferenti lipasi immobilizzate commerciali provenienti dalla<br />

Can<strong>di</strong>da antarctica B, Rhizomucor miehei e Pseudomonas cepacia. La lipasi più attiva è<br />

stata quella proveniente dalla Pseudomonas cepacia, immobilizzata su terra <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>atomee.<br />

Fig. 1 Strutture ai raggi X delle lipasi da Can<strong>di</strong>da antarctica B, Rhizomucor miehei e<br />

Pseudomonas cepacia.<br />

Sono state determinate le con<strong>di</strong>zioni operative ottimali del processo <strong>di</strong>scontinuo:<br />

temperatura <strong>di</strong> reazione (40°C), velocità <strong>di</strong> scuotimento (80 osc/min), attività dell’acqua<br />

nel mezzo <strong>di</strong> reazione (aw=0,432), rapporto stechiometrico dei reagenti<br />

(trioleina:butanolo 1:3). E’ stata, infine, <strong>stu<strong>di</strong></strong>ata l’alcolisi della trioleina con <strong>di</strong>fferenti<br />

alcoli lineari e ramificati (da C 1 a C 5). Il propanolo, l’1-butanolo, l’isobutanolo e la<br />

miscela <strong>di</strong> alcoli isoamilici, reagiscono rapidamente con velocità confrontabile. Il<br />

metanolo e il 2-butanolo, invece, reagiscono più lentamente. L’utilizzo <strong>di</strong> alcoli <strong>di</strong>versi<br />

dal metanolo, in particolare <strong>di</strong> quelli ramificati, nella produzione del bio<strong>di</strong>esel migliora le<br />

proprietà a bassa temperatura della miscela finale (punto <strong>di</strong> torbi<strong>di</strong>tà e punto <strong>di</strong><br />

scorrimento).<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca dell’Assegnista Andrea Salis è in<strong>di</strong>rizzata allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle proprietà<br />

catalitiche <strong>degli</strong> enzimi, catalizzatori delle reazioni chimiche negli organismi viventi, al<br />

fine <strong>di</strong> un loro utilizzo per scopi biotecnologici. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> tali sistemi presenta un<br />

elevato interesse sia per quanto riguarda la ricerca <strong>di</strong> base che, soprattutto, per quella<br />

applicata. Particolare attenzione è rivolta allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> immobilizzazione<br />

enzimatica su supporti porosi organici ed inorganici. Di seguito sono elencate le<br />

principali tematiche <strong>di</strong> ricerca:<br />

• Utilizzo <strong>di</strong> polipropilene per l’immobilizzazione <strong>di</strong> lipasi commerciali;<br />

caratterizzazione e confronto dell’attività catalitica dei <strong>di</strong>versi biocatalizzatori.<br />

• Produzione <strong>di</strong> Bio<strong>di</strong>esel me<strong>di</strong>ante lipasi immobilizzate a partire da materie<br />

prime a basso valore aggiunto (oli <strong>di</strong> scarto e olio <strong>di</strong> flemma).<br />

159<br />

• Immobilizzazione <strong>di</strong> lipasi su silice mesoporosa (SBA-15, MCF). Confronto tra il<br />

metodo <strong>di</strong> immobilizzazione per adsorbimento fisico e per formazione <strong>di</strong> legame chimico<br />

me<strong>di</strong>ante reagenti bi-funzionali (aldeide glutarica).<br />

• Stu<strong>di</strong>o dell’attività enzimatica <strong>di</strong> lipasi in soluzioni acquose tamponate al variare<br />

della concentrazione <strong>di</strong> sali so<strong>di</strong>ci e loro correlazione col pH e la serie <strong>di</strong> Hofmeister.<br />

• Realizzazione <strong>di</strong> un biosensore potenziometrico per il dosaggio dei trigliceri<strong>di</strong> in<br />

flui<strong>di</strong> biologici e alimenti, basato sull’immobilizzazione <strong>di</strong> lipasi su supporti <strong>di</strong> silicio poroso,<br />

Collaborazioni<br />

Le tematiche <strong>di</strong> cui sopra sono sviluppate in collaborazione con:<br />

• Prof. Patrick Adlercreutz, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Lund – Svezia;<br />

• Prof. Emil Dumitriu, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Iasi – Romania;<br />

• Prof. Barry W. Ninham, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Canberra – Australia;<br />

• Dr. Mathias Boström, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Linköping - Svezia;<br />

• Prof. Enrico Sanjust, Dipartimento Scienze e Tecnologie Biome<strong>di</strong>che, <strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>;<br />

• Dr. Guido Mula, Dipartimento <strong>di</strong> Fisica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

Attività <strong>di</strong>dattica<br />

• Attività seminariale per il corso <strong>di</strong> Biochimica della Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

• Attività <strong>di</strong> tutoraggio nei corsi “Tecnologie tra<strong>di</strong>zionali e innovative per il controllo<br />

<strong>degli</strong> alimenti” e “Laboratorio <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> strutturali e spettoscopici” per il Master <strong>di</strong> II livello in<br />

“Igiene e Sicurezza <strong>degli</strong> Alimenti” della Facoltà <strong>di</strong> Scienze MM. FF. NN. dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>.<br />

• 2° Relatore della tesi <strong>di</strong> Laurea intitolata: Catalisi enzimatica nella produzione <strong>di</strong><br />

bio<strong>di</strong>esel. Sessione <strong>di</strong> Laurea del 29 aprile 2004.<br />

• Attività <strong>di</strong>dattica <strong>di</strong> tutoraggio nei confronti <strong>di</strong> studenti dei corsi <strong>di</strong> laurea in<br />

Biologia, Chimica e Fisica, dottoran<strong>di</strong> in chimica e studenti Erasmus.<br />

Ha curato l’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spense <strong>di</strong>dattiche <strong>di</strong> cinetica chimica e catalisi per l’insegnamento <strong>di</strong><br />

Chimica Fisica del Corso <strong>di</strong> Laurea in Biotecnologie Industriali dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. F. Contu, F. Demartin, F.A. Devillanova, A. Garau, F. Isaia, V. Lippolis, A. Salis<br />

and G. Verani, Conformationally locked mixed azathioether macrocycles: synthesis and<br />

structures of complexes of Pd(II), Pt(II) and Rh(II) of 2,5,8-trithia(9)(2,9)-1,10phenantrolinophane,<br />

J. Chem. Soc. Dalton Trans. 22:4401-4406 (1997).<br />

2. A. Salis, V. Solinas, M. Monduzzi, Wax esters synthesis from heavy fraction of<br />

sheep milk fat and cetyl alcohol by immobilised lipases, J. Mol. Catal. B: Enzymatic 21:167<br />

(2003).<br />

3. A. Salis, I. Svensson, M. Monduzzi, V. Solinas, P. Adlercreutz, The atypical<br />

lipase B from Can<strong>di</strong>da antarctica is better adapted for organic me<strong>di</strong>a than the typical lipase<br />

from Thermomyces lanuginosa. Biochim. Biophys. Acta - Proteins and Proteomics 1646:145<br />

(2003).<br />

4. A. Salis, E. Sanjust, V. Solinas, M. Monduzzi, Characterisation of Accurel<br />

MP1004 polypropylene powder and its use as a support for lipase immobilisation. J. Mol.<br />

Catal. B: Enzymatic 24-25:75 (2003).<br />

5. A. Salis, M.C. Pinna, S. Murgia, M. Monduzzi. Novel mannitol based nonionic<br />

surfactants from biocatalysis. J. Mol. Catal. B: Enzymatic 27 (2004) 139-146.<br />

6. M.C. Pinna, A. Salis, M. Monduzzi. Novel mannitol based non-ionic<br />

surfactants from biocatalysis – Part two – Improved Synthesis. J. Mol. Catal. B:<br />

Enzymatic 27 (2004) 233-236.<br />

7. E. Sanjust, A. Salis, A. Rescigno, N. Curreli and A. Rinal<strong>di</strong>. Note. Xylose<br />

production from durum wheat bran: enzymic versus chemical methods. Food Sci.<br />

Technol. Internat. 10 (2004) 11-14.<br />

8. V. Spano, A. Salis, S. Mele, P. Madau, M. Monduzzi. Determination of<br />

optimal con<strong>di</strong>tions for fractionation of sheep milk fat via supercritical CO2. Food Sci.<br />

Technol. Internat. 10 (2004) 421-425.<br />

9. A. Salis, E. Sanjust, V. Solinas, M. Monduzzi Immobilisation of three<br />

commercial lipases on Accurel MP1004 porous polypropylene. Biocat. Biotransform. In<br />

Press.<br />

10. A. Salis, D. Meloni, S. Ligas, M. F. Casula, M. Monduzzi, V. Solinas, E.<br />

Dumitriu. Physical and Chemical Adsorption of Mucor javanicus Lipase on SBA-15<br />

Mesoporous Silica. Synthesis, Structural Characterization and Activity Performance.<br />

Submitted in revised form to Langmuir<br />

11. M.C. Pinna, A. Salis, M. Monduzzi, B.W. Ninham. Hofmeister Series: The<br />

hydrolytic activity of Aspergillus niger lipase depends on specific anion effects.<br />

Submitted in revised form to J. Phys. Chem. B<br />

12. A. Salis, M. Monduzzi, V. Solinas. Use of enzymes in non aqueous me<strong>di</strong>a. In<br />

Biocatalysis: Chemistry and Biology. Ed. A. Trincone. Signpost. Submitted.<br />

13. M. Boström, E. Fratini, B. Lonetti, P. Baglioni, M.C. Pinna, A. Salis, M.<br />

Monduzzi, and B. W. Ninham. Specific Ion Effects: Why pH Titration in Buffer and<br />

Protein Solutions Follow a Hofmeister Series. Submitted to JACS<br />

14. A. Salis, M. Pinna, M. Monduzzi, V. Solinas. Oleic acid alkyl esters<br />

production through immobilized lipases. Submitted to J. Biotechnol.<br />

Comunicazioni a Congressi<br />

1. Comunicazione poster dal titolo: ”New encapsulating macrocycles<br />

[15]ane(PhenN 2)S 3 and [15]ane(PhenN 2)OS 2. Their coor<strong>di</strong>nating abilities towards Ni II , Pd II , Pt II<br />

and Rh III ions”. 1/4 Settembre 1997 ”XXV Congresso <strong>di</strong> Chimica Inorganica ” – Alessandria.<br />

2. Comunicazione poster dal titolo:”Wax esters production from heavy fraction of<br />

sheep milk fat and cetyl alcohol by immobilised lipases”. European meeting on lipid lipase<br />

interaction in the Öresund Region”, 27/30 Sett. 2000 - Lund (Sweden).<br />

3. Comunicazione Orale dal titolo:”Misura dell’attività specifica <strong>di</strong> lipasi<br />

immobilizzate in mezzo organico me<strong>di</strong>ante idrolisi della tributirrina" –, 23/24 Aprile 2001 -<br />

<strong>Cagliari</strong>. ”La Parola ai Giovani – II e<strong>di</strong>zione”<br />

4. Comunicazione poster dal titolo:”Specific hydrolysis activity of immobilised lipase<br />

in glyceryl tributyrate, containing solubilised water: mass transport limitations”.10th European<br />

Congress on Biotechnology: Biotechnological Challanges in the New Millennium”, Madrid<br />

(Spain), 8-11 Luglio 2001.<br />

5. Comunicazione poster dal titolo:”Xylose production from wheat bran: enzymic<br />

versus chemical method”. 10th European Congress on Biotechnology: Biotechnological<br />

Challanges in the New Millennium”, Madrid (Spain), 8-11 Luglio 2001.<br />

6. Comunicazione orale dal titolo: ” Sintesi enzimatiche <strong>di</strong> biotensioattivi per<br />

il riutilizzo <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> scarto a base lipi<strong>di</strong>ca”. Riunione Scientifica Annuale delle<br />

Unità Operative del Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande<br />

Interfase:”, Campobasso 14-15 Giugno 2002.


7. Comunicazione poster dal titolo: ”Enzymatic synthesis of<br />

biosurfactants”. convegno ”Enzymes in lipid mo<strong>di</strong>fication”, Greifswald (Germany)<br />

26-28 marzo 2003.<br />

8. Comunicazione poster dal titolo: ”Biointerfaces: physical<br />

characterisation and performance of immobilised lipases”.”17 European Colloids<br />

and Interface Society Conference”, Firenze 21-26 settembre 2003.<br />

9. Comunicazione poster dal titolo: ”Catalisi enzimatica nella<br />

produzione <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>esel”. 3 a Riunione Scientifica Annuale delle Unità Operative”,<br />

Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase<br />

Villasimius (CA) 27-29 maggio 2004.<br />

10. Comunicazione poster dal titolo: ” Immobilizzazione della lipasi da<br />

Mucor javanicus su silice mesoporosa (SBA15)”. 3 a Riunione Scientifica Annuale<br />

delle Unità Operative”, Consorzio Interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a<br />

Grande Interfase Villasimius (CA) 27-29 maggio 2004.<br />

11. Comunicazione poster dal titolo: ” The Effect of Different<br />

Nanostructures of Dodecyl Trimethyl Ammonium Bromide (DTAB) and So<strong>di</strong>um<br />

Dodecyl Sulfate (SDS) on the Enzyme Activity of Horsera<strong>di</strong>sh Peroxidase”. 3 a<br />

Riunione Scientifica Annuale delle Unità Operative”, Consorzio Interuniversitario<br />

per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase Villasimius (CA) 27-29 maggio<br />

2004.<br />

12. Comunicazione orale dal titolo: ”Immobilisation of commercial<br />

lipases on porous polypropylene”. GIC 2004 Lerici 6-10 giugno 2004.<br />

160


Assegnista: Sara Salis<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria del Territorio<br />

ABSTRACT: SISTEMA TELEMATICO DI GESTIONE DELLA MOBILITA’<br />

Il progetto <strong>di</strong> ricerca prevede la realizzazione e lo sviluppo <strong>di</strong> un sistema integrato per il<br />

controllo e la gestione della mobilità nell’area vasta <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>; tale sistema, attraverso<br />

la conoscenza in tempo reale dello stato <strong>di</strong> esercizio dei veicoli, il controllo <strong>degli</strong><br />

accessi, la centralizzazione semaforica, la gestione dei parcheggi automatici, ecc.,<br />

permette la razionalizzazione e l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse, realizzando<br />

una riduzione del traffico e <strong>degli</strong> impatti negativi ad esso correlati, quali: la congestione,<br />

l’inquinamento atmosferico e acustico, l’incidentalità, le per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo a bordo e alle<br />

fermate dei mezzi, gli eccessivi consumi energetici, ecc.<br />

L’architettura generale della piattaforma telematica <strong>di</strong> controllo della mobilità è articolata<br />

in una serie <strong>di</strong> sottosistemi, i quali fanno capo a due aree <strong>di</strong>stinte e nel contempo tra<br />

loro interagenti, ovvero: area A) GESTIONE DELLA FLOTTA, area B) COORDINAMENTO<br />

DELLA MOBILITÀ.<br />

L’integrazione tra questi due sistemi principali in cui risulta sud<strong>di</strong>viso il progetto, viene<br />

garantita da una struttura <strong>di</strong> supervisione, la quale rileva, grazie alla cooperazione dei<br />

vari sottosistemi, l’andamento del traffico, prevede la mobilità, tutela le esigenze<br />

ambientali e formula le strategie <strong>di</strong> intervento sui trasporti ed il traffico in genere.<br />

Le tecnologie telematiche applicate ai trasporti, note col termine ITS (Intelligent<br />

Transport System), vengono utilizzate per equipaggiare i mezzi <strong>di</strong> trasporto e, le<br />

rispettive infrastrutture e, attraverso l’interazione con una centrale <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento,<br />

consentono <strong>di</strong> conseguire importanti risultati, quali: risparmio <strong>di</strong> tempo, riduzione della<br />

congestione, aumento <strong>di</strong> comfort e della sicurezza del viaggio, aumento e facilitazione<br />

dell’accessibilità ai mezzi, riduzione dei consumi <strong>di</strong> energia e dell’impatto ambientale.<br />

L’obiettivo finale è quello <strong>di</strong> realizzare un progetto relativo alla messa in opera <strong>di</strong> un<br />

sistema telematico integrato <strong>di</strong> controllo e gestione della mobilità nell’area vasta <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong> il quale nasce, dunque, dall’esigenza <strong>di</strong> fornire soluzioni ad una serie <strong>di</strong><br />

problematiche relative alla gestione <strong>di</strong> flotte <strong>di</strong> veicoli sia pubblici che privati e <strong>di</strong><br />

proporre servizi innovativi per la pubblica amministrazione e per il singolo citta<strong>di</strong>no.<br />

Tale proposta progettuale sarà realizzata nell’ambito <strong>di</strong> un finanziamento POR<br />

Sardegna, in sinergia tra il Comune <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> ed il Consorzio Techno Mobility, soggetto<br />

operante nel settore della ricerca e pianificazione del servizio <strong>di</strong> trasporto pubblico<br />

locale a cui fanno capo i seguenti partner: CTM S.p.A. (Consorzio Trasporti e Mobilità –<br />

<strong>Cagliari</strong>); CRF S.p.A. (Centro Ricerche Fiat – Torino); <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>;<br />

SARTEC (gruppo SARAS); FST (gruppo BNL).<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Con l’obiettivo principale <strong>di</strong> migliorare il servizio della mobilità ed insieme la qualità della<br />

vita urbana, si inserisce il presente progetto <strong>di</strong> ricerca, nel quale sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati ed<br />

analizzati <strong>degli</strong> strumenti innovativi atti al monitoraggio e alla gestione delle reti e dei<br />

sistemi <strong>di</strong> trasporto esistenti, con la finalità ultima <strong>di</strong> conseguire significativi<br />

miglioramenti al sistema dei trasporti a servizio dell’area urbana <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Tali sistemi,<br />

noti col nome <strong>di</strong> ITS (Intelligent Transportation System) si basano sull’utilizzo integrato<br />

delle tecnologie elettronica ed informatica, delle telecomunicazioni e <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong><br />

controllo e gestione al fine <strong>di</strong> incrementare la sicurezza e l’efficienza <strong>di</strong> un qualunque<br />

sistema <strong>di</strong> trasporto.<br />

Il progetto generale prevede la realizzazione e lo sviluppo <strong>di</strong> un sistema integrato per il<br />

controllo e la gestione della mobilità nell’area vasta <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>; tale sistema, attraverso<br />

la conoscenza in tempo reale dello stato <strong>di</strong> esercizio dei veicoli, il controllo <strong>degli</strong><br />

accessi, la centralizzazione semaforica, la gestione dei parcheggi automatici, ecc.,<br />

permette la razionalizzazione e l’ottimizzazione dell’impiego delle risorse, realizzando<br />

una riduzione del traffico e <strong>degli</strong> aspetti negativi ad esso correlati, quali: congestione,<br />

inquinamento atmosferico e acustico, incidentalità, per<strong>di</strong>te <strong>di</strong> tempo a bordo e alle<br />

fermate dei mezzi, eccessivi consumi energetici, ecc.<br />

L’architettura generale della piattaforma telematica <strong>di</strong> controllo della mobilità è articolata<br />

in una serie <strong>di</strong> sottosistemi, i quali fanno capo a due aree <strong>di</strong>stinte e nel contempo tra<br />

loro interagenti, ovvero: area A): GESTIONE DELLA FLOTTA; area B): COORDINAMENTO<br />

DELLA MOBILITÀ.<br />

La ricerca svolta riguarda l’area B) - “coor<strong>di</strong>namento della mobilità” del progetto<br />

generale, e in particolare, analizza lo stato dell’arte e le esperienze a livello nazionale e<br />

internazionale relativamente alle tecnologie telematiche più utilizzate per monitorare e<br />

gestire la mobilità in area urbana, in<strong>di</strong>viduando: le componenti <strong>di</strong> traffico che la<br />

compongono (mezzi pubblici e privati), le criticità che la caratterizzano e i fattori che la<br />

influenzano.<br />

L’introduzione <strong>degli</strong> ITS finalizzati al rilievo e al coor<strong>di</strong>namento della mobilità, permette<br />

ai tecnici del settore dei trasporti <strong>di</strong> conoscere in tempo reale le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> operatività<br />

dell’intera rete <strong>di</strong> trasporto (pubblico e privato), l’entità e la localizzazione dei punti <strong>di</strong><br />

criticità in essa presenti, affinché possano essere prontamente adottati gli interventi<br />

correttivi necessari al ripristino ed al mantenimento delle ottimali con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

funzionamento del sistema; nel contempo, dà la possibilità ai singoli viaggiatori <strong>di</strong><br />

essere meglio informati circo la stato della rete e quin<strong>di</strong> meglio capaci <strong>di</strong> operare,<br />

nell’ambito dei propri spostamenti, scelte “intelligenti”, per quanto riguarda la<br />

collocazione temporale, il modo <strong>di</strong> trasporto, l’itinerario da seguire, minimizzando così i<br />

tempi e i costi <strong>di</strong> viaggio.<br />

I campi <strong>di</strong> applicazione <strong>degli</strong> ITS, relativamente al rilievo e al coor<strong>di</strong>namento della<br />

mobilità, possono essere riassunti nelle seguenti categorie: monitoraggio rete stradale,<br />

controllo e gestione del traffico, servizi <strong>di</strong> informazione all’utenza, gestione delle<br />

emergenze, controllo <strong>degli</strong> accessi, centralizzazione semaforica, priorizzazione<br />

semaforica per mezzi pubblici e <strong>di</strong> soccorso, monitoraggio ambientale, banca dati<br />

aggiornata su criticità, punti neri e incidentalità della rete.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

“Il trasporto pubblico quale strumento <strong>di</strong> gestione del traffico nei centri storici: il caso <strong>di</strong><br />

Quartu S. Elena”; convegno SIDT; Bologna, Giugno 1997; in fase <strong>di</strong> stampa.<br />

“La qualità del trasporto pubblico in area urbana: una relazione sperimentale tra alcuni<br />

parametri oggettivi e la sod<strong>di</strong>sfazione dell’utente”; convegno internazionale IIC; Genova,<br />

Dicembre 1997; Atti del convegno.<br />

“Analisi <strong>di</strong> accessibilità del sistema dei trasporti a servizio dei litorali della Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>”; convegno Le nuove forme del piano – il piano dei litorali della Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>, Marzo 1999; Atti del convegno.<br />

“In<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> accessibilità per la valutazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> trasporto collettivi su<br />

gomma”, Sistemi <strong>di</strong> Trasporto, Ottobre-Dicembre 2001.<br />

“Tecnologie per la gestione del traffico urbano: un esempio applicativo nell’area vasta<br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>”; quaderno AIPCR, XXIV Convegno Nazionale stradale, Saint Vincent (AO),<br />

Giugno 2002.<br />

“Tecnologie per la gestione del traffico urbano”, Le Strade, supplemento al n° 7-8,<br />

Luglio-Agosto 2003.<br />

“La liberalizzazione nel settore del TPL: un approccio microeconomico al riequilibrio tra<br />

domanda pubblica e privata”; Evoluzione e attuazione della liberalizzazione del<br />

trasporto pubblico, e<strong>di</strong>tor G. Sciutto, Settembre 2003.<br />

161


162


Assegnista: Silvia Sangiorgi<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Sc. Archeologiche e Storico-<br />

Artistiche<br />

ABSTRACT: Le ceramiche da fuoco. Produzioni e commerci<br />

Nell’ambito del progetto La ceramica da fuoco nei contesti tardoromani e altome<strong>di</strong>evali<br />

in Sardegna, relativo all’Assegno <strong>di</strong> Ricerca <strong>di</strong> cui la scrivente è titolare, sono emerse<br />

alcune interessanti considerazioni.<br />

Ritenute tra<strong>di</strong>zionalmente <strong>di</strong> fabbricazione locale, le ceramiche comuni e nello specifico<br />

le ceramiche da fuoco (quei manufatti cioè che per le caratteristiche dell’impasto<br />

possono essere utilizzati per la cottura <strong>degli</strong> alimenti e per l’ebollizione dei liqui<strong>di</strong>) hanno<br />

un potenziale informativo tutt’altro che trascurabile - relativo al livello tecnologico della<br />

società che le ha prodotte; alle materie prime utilizzate; alle tecnologie produttive; alla<br />

lavorazione e alla cottura - che la ricerca ha evidenziato solo recentemente. Si conosce<br />

ancora poco delle produzioni <strong>di</strong> alcune zone del Me<strong>di</strong>terraneo che in varie epoche sono<br />

state oggetto <strong>di</strong> esportazioni e hanno avuto una <strong>di</strong>stribuzione a lungo raggio. Mancano<br />

verifiche e <strong>stu<strong>di</strong></strong> sulle motivazioni economiche e tecnologiche che hanno causato la<br />

circolazione <strong>di</strong> alcune ceramiche comuni al <strong>di</strong> fuori dell’area <strong>di</strong> origine, secondo schemi<br />

considerati propri delle ceramiche fini o delle anfore.<br />

Nel 1984 l’e<strong>di</strong>zione <strong>degli</strong> scavi britannici <strong>di</strong> Cartagine ha messo in evidenza come una<br />

buona parte dei manufatti modellati a mano e/o a tornio lento <strong>di</strong> epoca tardoantica,<br />

rinvenuti nell’indagine, risultassero importati. Successivamente una situazione analoga<br />

è emersa anche per altri siti del Me<strong>di</strong>terraneo occidentale, rivelando la compresenza <strong>di</strong><br />

manufatti realizzati a mano e a tornio veloce, analoghi a quelli cartaginesi.<br />

Per quanto attiene la Sardegna le ceramiche da fuoco sono costantemente e<br />

massicciamente presenti nei contesti archeologici. In particolare lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> un gruppo<br />

<strong>di</strong> materiali ceramici rinvenuti durante gli scavi nella chiesa <strong>di</strong> S. Eulalia a <strong>Cagliari</strong><br />

consente <strong>di</strong> formulare alcune considerazioni sulle produzioni e sui commerci della<br />

ceramica da fuoco nell’isola, confrontando alcuni ritrovamenti con le produzioni coeve<br />

<strong>di</strong>ffuse nel Me<strong>di</strong>terraneo occidentale, sia su base morfologica, che sulla descrizione<br />

<strong>degli</strong> impasti e per un numero ridotto <strong>di</strong> campioni su un’analisi petrografica effettuata in<br />

sezione sottile.<br />

Accanto alle produzioni africane (realizzate con impasti depurati, me<strong>di</strong>ante l’impiego del<br />

tornio veloce e <strong>degli</strong> accurati accorgimenti che la resero così popolare nel bacino del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo), le ceramiche da fuoco realizzate a mano (le cosiddette Hand made)<br />

costituiscono uno dei gruppi <strong>di</strong> materiali più consistenti quantitativamente in Sardegna, a<br />

partire dal IV secolo. Solo negli anni Ottanta si in<strong>di</strong>viduò l’esatto ambito cronologico <strong>di</strong><br />

queste ceramiche fino ad allora generalmente considerate preistoriche. Comunemente<br />

descritte come tegami, casseruole, olle e coperchi, presentano caratteristiche comuni,<br />

pur trattandosi verosimilmente <strong>di</strong> produzioni <strong>di</strong>fferenti l’una dall’altra.<br />

Tra le forme riconducibili a produzioni note e <strong>di</strong>ffusamente attestate fuori dall’isola, sono<br />

frequenti i tegami la cui origine è riconducibile alle isole Eolie o alla Sardegna (nella<br />

zona <strong>di</strong> Tharros) tra la fine del V ed il VI secolo d.C., insieme a casseruole <strong>di</strong>ffuse in<br />

tutto il Me<strong>di</strong>terraneo e forse <strong>di</strong> origine sarda e a manufatti prodotti a Pantelleria.<br />

In Sardegna, dunque, così come in altre regioni costiere del Me<strong>di</strong>terraneo, è stata<br />

rinvenuta una serie molto <strong>di</strong>versificata <strong>di</strong> ceramiche da fuoco, una parte delle quali<br />

risulterebbe essere d’importazione. Questo fenomeno va a contrad<strong>di</strong>re l’idea ancora<br />

presente della non commerciabilità a vasto raggio della ceramica da fuoco e quella <strong>di</strong><br />

una crisi e conseguente contrazione delle relazioni commerciali nel Me<strong>di</strong>terraneo<br />

occidentale tra la fine del IV e il VI secolo. Ma perché importare questi oggetti? Questi<br />

prodotti, apparentemente privi <strong>di</strong> valore, si rivelano tecnologicamente adatti all’impiego<br />

sul fuoco, con un costo presumibilmente basso in termini <strong>di</strong> consumo <strong>di</strong> combustibile e<br />

<strong>di</strong> impianti, con un nuovo repertorio <strong>di</strong> forme che permetteva forse <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificare la<br />

cottura dei cibi, una buona <strong>di</strong>stribuzione del calore e il suo mantenimento, un facile<br />

impilaggio per l’immagazzinamento e un trasporto meno costoso.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

L’obiettivo della ricerca avviata nel gennaio del 2002 consiste nell’analisi dei<br />

ritrovamenti <strong>di</strong> ceramiche da fuoco in Sardegna (ovvero quei manufatti che per le<br />

caratteristiche dell’impasto possono essere utilizzati per la cottura <strong>degli</strong> alimenti e per<br />

l’ebollizione dei liqui<strong>di</strong>), da un punto <strong>di</strong> vista morfologico, cronologico e <strong>di</strong> provenienza al<br />

fine <strong>di</strong> verificare se tali manufatti, notoriamente considerati una produzione locale,<br />

venissero esportati anche a grande <strong>di</strong>stanza, costringendo a rivedere un quadro che si<br />

riteneva pertinente solo alle ceramiche fini ed alle anfore.<br />

La ricerca in corso è stata organizzata e si è sviluppata, negli anni 2002-2003, sulla<br />

base <strong>di</strong> tre fondamentali punti:<br />

- il lavoro preliminare della raccolta e dell’analisi dell’e<strong>di</strong>to, ormai completato, finalizzato<br />

alla schedatura sistematica <strong>di</strong> tali ritrovamenti nell’isola compresi in un arco cronologico<br />

che va dal III al VII sec. d.C.; parallelamente è stata avviata la caratterizzazione<br />

tipologica, ancora in corso, delle ceramiche da fuoco, selezionate tra la grande quantità<br />

<strong>di</strong> materiali provenienti dallo scavo sottostante la chiesa <strong>di</strong> S. Eulalia a <strong>Cagliari</strong><br />

(condotto negli anni 1999-2002 nell’ambito delle cattedre <strong>di</strong> Archeologia Cristiana e<br />

Me<strong>di</strong>evale) e in<strong>di</strong>viduati in quanto rappresentativi <strong>di</strong> un ampio arco cronologico;<br />

- il confronto, in base anche ad una caratterizzazione archeometrica, <strong>di</strong> tali manufatti<br />

con altri ritrovamenti del resto della Sardegna;<br />

- infine l’allargamento del campo d’azione all’Africa settentrionale, in particolare alla<br />

Tunisia (dove sono localizzate <strong>di</strong>verse officine ceramiche, riconosciute anche negli<br />

impianti artigianali, per indagare quelle che possono essere le correnti commerciali e i<br />

mercati <strong>di</strong> importazione/esportazione delle merci) ed al resto del Me<strong>di</strong>terraneo<br />

occidentale. Al fine <strong>di</strong> contestualizzare il caso della Sardegna all’interno <strong>di</strong> scambi e<br />

commerci nel Me<strong>di</strong>terraneo una collaborazione, attivata nel maggio del 2002 con la<br />

cattedra <strong>di</strong> Epigrafia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (prof. Antonio Corda), ha permesso <strong>di</strong><br />

prendere visione della ceramica da fuoco <strong>di</strong> età romana e me<strong>di</strong>evale rinvenuta durante<br />

l’indagine archeologica ad Uthina (o<strong>di</strong>erna Oudna, nella Tunisia settentrionale).<br />

Una proficua permanenza a Roma ha permesso la consultazione <strong>di</strong> testi specifici sui<br />

temi della ricerca presso le biblioteche specializzate dell’Istituto Archeologico<br />

Germanico, della École Française, della Escuela Española e del Pontificio Istituto <strong>di</strong><br />

Archeologia Cristiana.<br />

Dei primi risultati conseguiti si è dato conto al 1st International Conference on Late<br />

Roman Coarse Wares, Cooking Wares and Amphorae in the Me<strong>di</strong>terranean:<br />

Archaeology and Archaeometry tenutosi a Barcellona nel 2002, mentre è in corso <strong>di</strong><br />

ultimazione un lavoro, sulla Pantellerian Ware attestata in Sardegna, in collaborazione,<br />

per la parte archeometrica, con Stefano Cara ricercatore presso l’Istituto <strong>di</strong> Geologia<br />

Ambientale e Geoingegneria del C.N.R. <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, che verrà presentato alla 2nd<br />

International Conference on Late Roman Corse Wares, Cooking Wares and Amphorae<br />

in the Me<strong>di</strong>terranean: Archaeology and Archaeometry, che si terrà ad Aix-en-Provence<br />

il prossimo aprile.<br />

Nel febbraio 2004 alcuni aspetti del lavoro sono stati presentati nell’ambito del ciclo <strong>di</strong><br />

conferenze organizzato dal Dipartimento <strong>di</strong> Scienze archeologiche e storico-artistiche,<br />

163<br />

dal titolo Ricerca in Cittadella, i cui atti sono in corso <strong>di</strong> pubblicazione. È stato inoltre<br />

consegnato alle stampe un contributo, curato per la parte archeometrica dal relativo allo<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> una produzione <strong>di</strong> coperchi da fuoco contrad<strong>di</strong>stinti da una ricca decorazione<br />

stampigliata e rinvenuti in grande quantità nello scavo al <strong>di</strong> sotto la chiesa <strong>di</strong> S. Eulalia a<br />

<strong>Cagliari</strong>. È infine in corso <strong>di</strong> pubblicazione una sintesi dei dati finora acquisiti, dal titolo Le<br />

ceramiche da fuoco in Sardegna: status quaestionis <strong>di</strong> una ricerca in atto, che confluirà negli<br />

atti del Seminario tenutosi Vercelli nel giugno 2004, a cura <strong>di</strong> G. Cantino Wataghin.<br />

La ricerca è stata estesa inoltre anche allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> altri materiali la cui conoscenza è<br />

imprescin<strong>di</strong>bile per un inquadramento cronologico dei manufatti in ceramica da fuoco: in<br />

particolare si è posta l’attenzione sulle lucerne <strong>di</strong> produzione africana rinvenute nell’isola, i cui<br />

tipi maggiormente importati sono spesso riconducibili ad una datazione al cinquantennio.<br />

Alcuni risultati sono confluiti nel lavoro dal titolo Raffigurazioni inconsuete su lucerne<br />

paleocristiane in Sardegna, presentato in occasione del IX Congresso Nazionale <strong>di</strong><br />

Archeologia Cristiana, svoltosi ad Agrigento dal 20 al 25 novembre 2004.<br />

Subor<strong>di</strong>natamente al progetto <strong>di</strong> ricerca la scrivente ha collaborato, nell’ambito delle iniziative<br />

delle cattedre <strong>di</strong> Archeologia Cristiana e Archeologia Me<strong>di</strong>evale, alla redazione del volume, a<br />

cura <strong>di</strong> Rossana Martorelli e Donatella Mureddu, relativo agli scavi effettuati nel 1996-97 in<br />

Vico III Lanusei a <strong>Cagliari</strong>, che uscirà nel luglio del 2005. Parallelamente si sono tenuti alcuni<br />

seminari, rivolti a studenti e specializzan<strong>di</strong>, incentrati sullo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei materiali provenienti dallo<br />

scavo <strong>di</strong> S. Eulalia, sulla topografia <strong>di</strong> Maktar in età tardoantica e altome<strong>di</strong>evale ed un ciclo <strong>di</strong><br />

lezioni sull’iconografia paleocristiana, approfondendo temi legati alla ricerca in questione.<br />

Infine sono state condotte alcune visite guidate alla necropoli <strong>di</strong> Bonaria, alla chiesa <strong>di</strong> S.<br />

Saturno, alle cripte <strong>di</strong> S. Restituta e <strong>di</strong> S.Efisio ed al castello <strong>di</strong> S. Michele.<br />

La scrivente procede inoltre nel proprio lavoro <strong>di</strong> tesi relativo al <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> specializzazione<br />

presso il Pontificio Istituto <strong>di</strong> Archeologia Cristiana <strong>di</strong> Roma, dal titolo La regione <strong>di</strong> Sotere<br />

nella catacomba <strong>di</strong> S. Callisto. Sociologia sepolcrale <strong>di</strong> una regione cimiteriale ipogea.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Stu<strong>di</strong><br />

1. Produzione africana: ceramica da cucina, pp. 295-297; Produzione incerta:ceramica<br />

da cucina e ceramica da <strong>di</strong>spensa, pp. 309-316, in R. MARTORELLI, D. MUREDDU (a cura<br />

<strong>di</strong>), Scavi sotto la chiesa <strong>di</strong> S. Eulalia a <strong>Cagliari</strong>. Notizie preliminari, in Archeologia<br />

Me<strong>di</strong>evale, XXIX, 2002, pp. 283-340.<br />

2. L’arte paleocristiana in Sardegna: i mosaici. Alcune considerazioni, in P. G. SPANU (a<br />

cura <strong>di</strong>), Insulae Christi. Il Cristianesimo primitivo in Sardegna, Corsica e Baleari =<br />

Me<strong>di</strong>terraneo tardoantico e me<strong>di</strong>evale. Scavi e ricerche, 16, <strong>Cagliari</strong>-Oristano, 2002, pp.<br />

341-364.<br />

3. Scavi archeologici nella chiesa <strong>di</strong> S. Eulalia a <strong>Cagliari</strong> (con S. CISCI), in I Beni<br />

Culturali. Tutela e valorizzazione, XI, 2, marzo-aprile 2003, pp. 7-11.<br />

2. Recensioni<br />

L’e<strong>di</strong>ficio battesimale in Italia. Aspetti e problemi. Atti dell’VIII Congresso nazionale <strong>di</strong><br />

Archeologia Cristiana (Genova, Sarzana, Alberga, Finale Ligure, Ventimiglia, 21-26<br />

settembre 1998), a cura <strong>di</strong> D. GANDOLFI = Istituto Internazionale <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Liguri. Atti dei<br />

Convegni, V, Bor<strong>di</strong>ghera 2001, 2 tomi, p. 1188, ill. bn., tavv. f.t. col., in Aristeo. Quaderni<br />

del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Archeologiche e Storico-artistiche dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>, I, 2004, pp. 340-345.<br />

Lavori in corso <strong>di</strong> stampa<br />

1. Le ceramiche da fuoco in Sardegna: osservazioni preliminari a partire dai materiali<br />

rinvenuti nello scavo <strong>di</strong> S. Eulalia a <strong>Cagliari</strong>, in 1st International Conference on Late<br />

Roman Coarse Wares, Cooking Wares and Amphorae in the Me<strong>di</strong>terranean:<br />

Archaeology and Archaeometry (Barcelona, 14-16 March 2002).<br />

2. Le lucerne, in R. MARTORELLI, D. MUREDDU (a cura <strong>di</strong>), Archeologia urbana a <strong>Cagliari</strong>.<br />

Scavi in Vico III Lanusei (1996-1997).<br />

3. La ceramica grezza <strong>di</strong> Uthina: analisi <strong>di</strong> una campionatura dell’US 1064 (con S. CARA,<br />

G. CARCANGIU, M. TAMANINI).<br />

4. Le ceramiche da fuoco. Produzioni e commerci, in Atti delle Conferenze “Ricerca in<br />

Cittadella” (<strong>Cagliari</strong>, febbraio 2004).<br />

5. Analisi archeologica e archeometrica condotta su una forma <strong>di</strong> ceramica con<br />

decorazione a impressione e incisione dallo scavo <strong>di</strong> S. Eulalia a <strong>Cagliari</strong> (con S. CARA),<br />

in Aristeo. Quaderni del Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Archeologiche e Storico-artistiche<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>, II, 2005.<br />

6. Le ceramiche da fuoco in Sardegna: status quaestionis <strong>di</strong> una ricerca in atto, in Atti<br />

del Seminario (Vercelli, giugno 2004), a cura <strong>di</strong> G. CANTINO WATAGHIN.<br />

7. S. Efisio, S. Restituta, in Guida della Provincia <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

8. S.v Italia-Toscana, in P. CORBY FINNEY (a cura <strong>di</strong>), Encyclope<strong>di</strong>a of Early Christian Art &<br />

Archaeology.<br />

Lavori in preparazione<br />

1. Tesi <strong>di</strong> Dottorato in Antichi cimiteri cristiani (prof. Vincenzo Fiocchi Nicolai), dal titolo La<br />

regione <strong>di</strong> Sotere nella catacomba <strong>di</strong> S. Callisto. Sociologia sepolcrale <strong>di</strong> una regione<br />

cimiteriale ipogea, presso il Pontificio Istituto <strong>di</strong> Archeologia Cristiana (Città del Vaticano).<br />

2. Decorazioni cristiane inconsuete su alcune lucerne africane ritrovate in Sardegna, in<br />

Atti del IX Congresso Nazionale <strong>di</strong> Archeologia Cristiana (Agrigento 20-25 novembre<br />

2004).


164


Assegnista: Samuele Sanna<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Fisica<br />

ABSTRACT: Proprietà magnetiche <strong>di</strong> nuovi materiali superconduttori<br />

Un gran numero <strong>di</strong> tecnologie <strong>di</strong> recente <strong>di</strong>ffusione o ancora in fase <strong>di</strong> sperimentazione<br />

sfruttano le proprietà dei materiali superconduttori. Il mercurio fu il primo materiale in<br />

cui, nel 1911, venne scoperta la superconduttività, osservata successivamente in <strong>di</strong>versi<br />

altri metalli e loro leghe, in alcuni materiali organici e, molto recentemente, in nuovi<br />

ossi<strong>di</strong> ceramici a base <strong>di</strong> rame. Purtroppo ancora non è stata elaborata una teoria<br />

generale che comprenda tutti i superconduttori ed inoltre per il loro impiego su vasta<br />

scala è neccessario innalzare la temperatura al <strong>di</strong> sotto della quale la superconduttività<br />

si manifesta (attualmente circa -140°C nel migliore dei casi). Per queste ragioni questo<br />

fenomeno assume particolare rilevanza nel panorama della fisica attuale sia<br />

fondamentale che applicata, come <strong>di</strong>mostra anche il fatto che per la scoperta e gli <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />

sulla superconduttività finora ben 10 <strong>stu<strong>di</strong></strong>osi sono stati insigniti del premio Nobel per la<br />

Fisica.<br />

In questo seminario verranno illustrate le proprietà magnetiche dei superconduttori e<br />

alcune importanti loro applicazioni sia in campo scientifico che in <strong>di</strong>versi settori della vita<br />

sociale. In particolare verranno mostrati recenti risultati conseguiti presso il Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Fisica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> nell’ambito <strong>di</strong> una ampia collaborazione<br />

internazionale sulla natura della coesistenza <strong>di</strong> magnetismo e superconduttività nei<br />

nuovi ossi<strong>di</strong> ceramici a base <strong>di</strong> rame.<br />

*Nel corso del seminario è prevista la realizzazione <strong>di</strong> un breve esperimento <strong>di</strong><br />

levitazione magnetica.<br />

Levitazione magnetica <strong>di</strong> un superconduttore<br />

sopra un magnete (effetto Meissner)<br />

•<br />

• ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

• Oggetto della mia attività <strong>di</strong> ricerca è lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sperimentale delle proprietà <strong>di</strong> una<br />

nuova classe <strong>di</strong> materiali superconduttori detti ad alta temperatura critica. L’impiego dei<br />

superconduttori si rivela in<strong>di</strong>spensabile nella realizzazione <strong>di</strong> un gran numero <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spositivi e tuttavia il meccanismo che sta alla base delle loro proprietà non è stato<br />

ancora chiarito. Per queste ragioni il loro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o riveste un ruolo <strong>di</strong> particolare rilievo nel<br />

panorama attuale della fisica sia applicata che fondamentale.<br />

La mia attività <strong>di</strong> ricerca è de<strong>di</strong>cata da una parte a <strong>stu<strong>di</strong></strong>are e migliorare il processo <strong>di</strong><br />

sintesi <strong>di</strong> alcune varianti <strong>di</strong> questa classe <strong>di</strong> materiali e dall’altra allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o comparativo<br />

delle proprietà superconduttive e magnetiche in relazione alle loro proprietà strutturali.<br />

• La ricerca quin<strong>di</strong>, oltre alla realizzazione dei materiali, comprende la misurazione<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi parametri fondamentali effettuata presso il Dipartimento <strong>di</strong> Fisica<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (con <strong>di</strong>ffrazione <strong>di</strong> raggi-x, misure <strong>di</strong> resistività elettrica e <strong>di</strong><br />

magnetizzazione) e in parte presso vari centri <strong>di</strong> ricerca europei (con tecniche <strong>di</strong><br />

risonanza magnetica, <strong>di</strong> spettroscopia del muone e <strong>di</strong> assorbimento <strong>di</strong> raggi-x). La<br />

ricerca viene svolta nell’ambito <strong>di</strong> varie collaborazioni nazionali (Parma, Roma, Ancona)<br />

e internazionali (Inghilterra, USA, Francia) e richiede una perio<strong>di</strong>ca frequentazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>versi centri <strong>di</strong> ricerca specializzati quali il Rutherford Appleton Laboratory in Inghilterra,<br />

il Paul Sherrer Institute in Svizzera, i centri ILL e ESRF in Francia e il Dipartimento <strong>di</strong><br />

Fisica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Parma.<br />

Uno dei principali risultati recentemente conseguiti è la fine mappatura del <strong>di</strong>agramma <strong>di</strong><br />

fase a basso drogaggio <strong>di</strong> un superconduttore a base <strong>di</strong> yttrio, bario, rame e ossigeno.<br />

Questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ha chiarito, per questo materiale per la prima volta senza ambiguità, la<br />

natura della coesistenza tra le proprietà magnetiche e superconduttive, ritenuta essere<br />

intimamente coinvolta nel meccanismo della superconduzione ad alta temperatura<br />

critica.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

• T-O, OII-OIII AND OIII-OI phase boundary in oxygen-chain-equalised and orderstabilised<br />

polycrystalline pair samples of YBa 2Cu 3O 6+x, G.Calestani, P.Manca, S.Sanna,<br />

A.Migliori, Int. J. Mod. Phys. B 13 (1999) 1073<br />

• Effect of CuO chains ordering on the opening of the spin-gap in YBa 2Cu 3O 6+x,<br />

P.Carretta, P.Manca, S.Sanna Int. J. Mod. Phys. B 13 (1999) 1221<br />

• Critical chain length and superconductivity emergence in oxygen-equalised pairs<br />

of YBa2Cu3O6.30, P.Manca, S.Sanna, G.Calestani, A.Migliori, R.De Renzi, G.Allo<strong>di</strong><br />

Phys. Rev. B 61 (2000) 15450<br />

• The role of Cu-O chain length on superconductivity emergence in YBa 2Cu 3O 6.30,<br />

P.Manca, S.Sanna, G.Calestani, A.Migliori, R.De Renzi, G.Allo<strong>di</strong>, Int. J. Mod. Phys. B<br />

14 (2000) 2858<br />

• The anisotropic in plain Cu-O strain and the stripe quantum critical point in<br />

YBa 2Cu 3O 6+k, S.Sanna, P.Manca, S.Agrestini, N.L.Saini and A.Bianconi, Int. J. Phys.<br />

Mod. B 14 (2000) 3668<br />

• Oxygen-ordering related phenomena in oxygen-equalised pair samples of<br />

YBa2Cu3O6+x, P.Manca, S.Sanna, Ren<strong>di</strong>conti Seminario Facoltà <strong>di</strong> Scienze <strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong> Suppl. Vol. 70 (2000) 115<br />

• On orthorombic low-temperature superstructures in YBa 2Cu 3O 6+x, P.Manca,<br />

S.Sanna, G.Calestani, A. Migliori, S.Lapinskas, E.E.Tornau, Phys. Rev. B 63 (2001)<br />

134512<br />

• Charge-spin freezing and finite size scaling in YBa2Cu3O6+x, S.Sanna, P.Manca,<br />

R. De Renzi, G.Allo<strong>di</strong>, Int. J. Mod. Phys. B 16 (2002) 1743<br />

• Magnetic susceptibility of the Cluster Compounds Mo 6Se 8 and Mo 6Te 8,<br />

G.Concas, F.Congiu, A.Geddo−Lehmann, C.Muntoni, S.Sanna, G.Spano, Zeitschrift<br />

fur Naturforschung Section A-A Journal of Physical Sciences. 57(5) (2002) 221<br />

• The freezing of spin and charge at low temperature in YBa 2Cu 3O 6+x,<br />

S.Sanna, G.Allo<strong>di</strong>, R.De Renzi, Solid Sate Comm. 126 (2003) 85.<br />

165<br />

• Investigation of a peaked feature in the magnetic susceptibility of YBa2Cu3O6.30<br />

samples, Concas G. Congiu F. Lehmann AG. Sanna S. Zeitschrift fur Naturforschung<br />

Section A-A Journal of Physical Sciences. 58(9-10) (2003) 546-550..<br />

• The magnetization behaviour of lightly doped YBa 2Cu 3O 6+x, S . Sanna, G. Concas,<br />

F. Congiu and A. Geddo Lehmann , Journal of Magnetism and Magnetic Materials, 272-<br />

276P2 (2003) 1325.<br />

• Magnetism and superconductivity in YBa 2Cu 3O 6.41, S. Sanna, G. Allo<strong>di</strong>, R. De<br />

Renzi, Journal of Magnetism and Magnetic Materials, 272-276P1 (2003) 142.<br />

• “Nanoscopic coexistence of magnetism and superconductivity in YBa 2Cu 3O 6+x<br />

detected by muon spin rotation.”, S. Sanna, G. Allo<strong>di</strong>, G. Concas, A. D. Hillier, and R. De<br />

Renzi, Phys. Rev. Lett. 93, 207001 (2004).<br />

• “The underdoped region of the phase <strong>di</strong>agram of YBa 2Cu 3O 6+x”, S. Sanna,<br />

G.Allo<strong>di</strong>, G.Concas, R.De Renzi, accepted for pubblication on Journal of<br />

Superconductivity.<br />

• “Properties of Charge-Transfer Salts based on Cationic and Anionic Platinum<br />

Dithiolenes. Crystal Structure of [Pt(Me 2pipdt) 2][Pt(dtcr) 2]”, Paola Deplano, Maria Laura<br />

Mercuri, Luciano Marchiò, Luca Pilia, Marco Salidu, Angela Serpe, Francesco Congiu,<br />

Samuele Sanna, accepted for pubblication on European Journal of Inorganic Chemistry.<br />

Contributi orali e poster a congressi nazionali e internazionali<br />

• T-O, OII-OIII AND OIII-OI phase boundary in oxygen-chain-equalised and orderstabilised<br />

polycrystalline pair samples of YBa2Cu3O6+x, G.Calestani, P.Manca, S.Sanna,<br />

A.Migliori, Congresso Nazionale SATT9, 6-9 Ottobre 1998, Ravenna<br />

• Effect of CuO chains ordering on the opening of the spin-gap in YBa2Cu3O6+x, P.Carretta, P.Manca, S.Sanna, Congresso Nazionale SATT9, 6-9 Ottobre 1998, Ravenna<br />

• Oxygen-ordering at insulator-metal transition in oxygen-equalized pair samples of<br />

YBa2Cu3O6.30. G.Calestani, A.Migliori, P.Manca , S.Sanna, Congresso INFM, 14-18 Giugno<br />

1999, Catania<br />

• Influence of oxygen ordering on TN in YBa2Cu3O6+x, S.Sanna, P.Manca, G.Allo<strong>di</strong>, R. De<br />

Renzi, Congresso Nazionale <strong>di</strong> superconduttività SATT10, 9-12 Maggio 2000, Frascati<br />

• Sharp Evidence Of The Role Of CuO Chain Ordering On Superconductivity Emergence,<br />

S.Sanna, P.Manca, G.Calestani, A.Migliori, R.De Renzi, G.Allo<strong>di</strong>, Congresso Nazionale <strong>di</strong><br />

superconduttività SATT10, 9-12 Maggio 2000, Frascati<br />

• Low temperature ordering in the OII region in oxygen-equalized and order stabilzed<br />

pairs of YBa2Cu3O6+x, P.Manca, S.Sanna, S.Cella, Congresso INFM Giugno 2000, Genova<br />

• Chain ordering and related electronic transitions along the T-OII border line in oxygen<br />

equalized pairs of YBa2Cu3O6+x, P.Manca, S.Sanna, G.Calestani, A.Migliori, R.De Renzi,<br />

G.Allo<strong>di</strong>, International meeting on Stripes and Superconductivity 25-30 September 2000, La<br />

Sapienza-Roma<br />

• Study of the chain order configuration by NQR technique and of the antiferromagnetic<br />

order by µSR analysis in the 123 HTc system, S.Sanna, P.Manca, R.De Renzi, G.Allo<strong>di</strong>,<br />

INFMeeting 2001, 18-22 giugno 2001 –Roma<br />

• Oxygen <strong>di</strong>ffusion kinetic in oxygen-equalised pair samples of YBa2Cu3O6+x, S.Sanna,<br />

S.Cella, P.Manca, INFMeeting 2001, 18-22 giugno 2001 –Roma<br />

• Oral contribution: Charge order in YBa2Cu3O6+x: comparison of NQR and SR results,<br />

S. Sanna, P. Manca, G. Allo<strong>di</strong> and R. De Renzi, International Symposium on Artificial and<br />

Natural Nanostructures MgB2 and Related Systems - ANN2001, 10-12 December 2001, CNR-<br />

Roma.<br />

• Oral contribution: Rilassamenti <strong>di</strong>namici del sistema YBa2Cu3O6+x per x 0.3, S.Sanna,<br />

G.Concas, G.Allo<strong>di</strong>, R.De Renzi, Congresso Nazionale SIF, 26 settembre-1 ottobre 2002,<br />

Alghero (SS).<br />

• The coexistence of magnetism and superconductivity in YBa2Cu3O6,41, S. Sanna,<br />

G. Allo<strong>di</strong>, R. De Renzi, International Conference on Magnetism, 27 luglio-1 agosto 2003,<br />

Roma.<br />

• The magnetization behavior of lighly doped YBa2Cu3O6+x , S. Sanna, G. Concas, F.<br />

Congiu, A. Geddo Lehmann, International Conference on Magnetism, 27 luglio-1 agosto<br />

2003, Roma.<br />

• Oral contribution: “Static magnetism in underdoped superconducting<br />

YBa2Cu3O6+x”, S.Sanna, G.Concas, G.Allo<strong>di</strong>, R.De Renzi, 12° Congresso Nazionale sulla<br />

Superconduttività ad Alta Temperatura <strong>di</strong> Transizione <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Roma "La Sapienza"<br />

21-23 Aprile 2004<br />

• Oral contribution: “Coexistence of static magnetism and superconductivity in<br />

YBa2Cu3O6+x samples”, S.Sanna, G.Concas, G.Allo<strong>di</strong>, R.De Renzi, 4th International<br />

Conference on “Nanoscale Heterogeneity and Quantum Phenomena in Complex<br />

Matter” (Stripes 2004) Roma, Italy from September 26 to October 2, 2004.


166


Assegnista: Stefania Satta<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Analisi <strong>di</strong> polimorfismi associati ad aumento <strong>di</strong> HbF in pazienti sar<strong>di</strong> con<br />

talassemia interme<strong>di</strong>a<br />

M.D. Cipollina 1. R. Galanello 1. L. Perseu 2. M.C. Sollaino 1. C. Perra 1. S. Satta 1<br />

1. Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong><br />

2. Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Neurofarmacologia, CNR, Selargius, <strong>Cagliari</strong><br />

L'aumentata produzione <strong>di</strong> emoglobina fetale (HbF) è uno dei fattori che possono<br />

attenuare le manifestazioni cliniche della β-talassemia omozigote. La comprensione dei<br />

meccanismi che regolano la produzione <strong>di</strong> HbF nella β-talassemia può essere utile per<br />

trovare dei meto<strong>di</strong> efficaci per la stimolazione dell'espressione delle catene γ-globiniche<br />

<strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>vidui.<br />

In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo voluto valutare gli effetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi polimorfismi all'interno del<br />

cluster β-globinico sull'aumentata produzione <strong>di</strong> HbF in pazienti sar<strong>di</strong> con talassemia<br />

interme<strong>di</strong>a. A tale scopo abbiamo selezionato 14 pazienti con talassemia interme<strong>di</strong>a con<br />

le seguenti caratteristiche genetiche: omozigoti per la mutazione non senso al codon 39<br />

CAG→ TAG, aplotipo II/II, genotipo α-globinico αα/αα, -α/αα; -/- al sito XmnI (-158 C→T)<br />

nel promoter del gene Gγ-globinico, assenza <strong>di</strong> mutazioni note, implicate nell'aumento<br />

dell' HbF, nei promoter dei geni Gγ e Aγ. Me<strong>di</strong>ante amplificazione e successivo<br />

sequenziamento automatico sono stati <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati i seguenti loci polimorfici: HSII-LCR<br />

(AT)xNy(AT)z; A/G in posizione -1396 Gγ; G/A in posizione -1225 Gγ; IVSII Gγ<br />

(TG)x(CG)y; IVSII Aγ (TG)x(CG)y (TG)z; -540 β (AT)xTy. Lo stesso <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato<br />

eseguito su un set <strong>di</strong> 14 pazienti con talassemia major, aventi identiche caratteristiche<br />

genetiche dei pazienti con talassemia interme<strong>di</strong>a. Il medesimo aplotipo è stato<br />

evidenziato in entrambi i gruppi <strong>di</strong> pazienti. Questo dato ha permesso <strong>di</strong> escludere un<br />

eventuale coinvolgimento del cluster β-globinico nel determinare il fenotipo attenuato dei<br />

pazienti con talassemia interme<strong>di</strong>a. Tale fenotipo potrebbe essere dovuto a determinanti<br />

genetici presenti in altre zone del genoma non associati al cluster β-globinico.<br />

*ve<strong>di</strong> Cipollina M.D.<br />

ABSTRACT: Analisi molecolare del <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> piruvatochinasi<br />

L. Perseu2, M.D. Cipollina1, S. Satta1, N. Giagu3, M.C. Sollaino1, R. Galanello1<br />

1.Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>;<br />

2.Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Neurofarmacologia, CNR, Selargius, <strong>Cagliari</strong>; 3.Ospedale<br />

Regionale per le Microcitemie, A.S.L. 8, <strong>Cagliari</strong>.<br />

La piruvatochinasi (PK) è un enzima della via glicolitica che catalizza in maniera<br />

irreversibile la conversione del fosfoenolpiruvato in piruvato. Il deficit <strong>di</strong> piruvatochinasi è<br />

la causa più comune <strong>di</strong> anemia emolitica non sferocitica. Le manifestazioni cliniche oltre<br />

all’anemia <strong>di</strong> gravità molto variabile, sono ittero e splenomegalia. La <strong>di</strong>agnosi si basa<br />

sull’analisi enzimatica e biochimica e oramai, nella maggior parte dei casi, sullo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

del DNA. Nel gene PK localizzato nel braccio lungo del cromosoma 1(1q21), sono state<br />

descritte 133 mutazioni, per lo più <strong>di</strong> tipo missense. Nella popolazione caucasica, tra le<br />

90 mutazione missense, le più comuni sono la 1529A e la 1456T. La grande<br />

maggioranza dei casi <strong>di</strong> anemia emolitica da <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> piruvatochinasi sono dovuti a<br />

doppia eterozigosi per due <strong>di</strong>verse varianti dello stesso enzima, e questa eterogeneità<br />

genetica rende conto della variabilità biochimica e clinica <strong>di</strong> questa enzimopatia.<br />

Abbiamo eseguito l’analisi molecolare <strong>di</strong> 5 pazienti sar<strong>di</strong> con anemia emolitica da <strong>di</strong>fetto<br />

<strong>di</strong> PK, definito su base biochimica, per identificare le mutazioni responsabili del <strong>di</strong>fetto e<br />

correlarle con il quadro clinico, che anche nella nostra casistica è molto eterogeneo. Un<br />

paziente con anemia emolitica grave, con necessità <strong>di</strong> ripetute trasfusioni, è risultato<br />

omozigote per la mutazione 994 G! A nell’esone 8 (G332S). La con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> omozigosi<br />

per questa mutazione è un evento raro e solo altri due casi sono stati descritti in<br />

letteratura. Due fratelli, doppi eterozigoti per le mutazioni 994 nell’esone 8 e 1456 C! T<br />

nell’esone 11 (R486W), mostrano quadri clinici <strong>di</strong>fferenti. Il fenotipo più grave in uno dei<br />

due può essere dovuto alla coere<strong>di</strong>tarietà del <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> G6PD. L’analisi del DNA <strong>degli</strong><br />

ultimi due pazienti non ha messo in evidenza nessuna mutazione, lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sta<br />

proseguendo con l’analisi dell’RNA, che ci permetterà <strong>di</strong> mettere in evidenza eventuali<br />

altre mutazioni e completare così la caratterizzazione molecolare.<br />

* ve<strong>di</strong> Cipollina M.D.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

La dott.ssa Stefania Satta lavora presso il Laboratorio <strong>di</strong> Ematologia I dell’Ospedale<br />

Regionale per le Microcitemie e collabora continuativamente ai progetti <strong>di</strong> ricerca del<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>. Il suo interesse <strong>di</strong> ricerca è sempre stato rivolto allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle talassemie con<br />

particolare riguardo alla riattivazione dei geni gamma-globinici in colture eritroi<strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>ante l’uso <strong>di</strong> farmaci quali i butirrati e suoi derivati. Attualmente è impegnata in un<br />

progetto <strong>di</strong> ricerca per l’identificazione e la localizzazione <strong>di</strong> loci genici che siano<br />

implicati nell’attenuazione del quadro clinico dei soggetti con talassemia interme<strong>di</strong>a.<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questa ricerca é quello <strong>di</strong> mappare il gene, o i geni responsabili<br />

dell’aumentata produzione <strong>di</strong> HbF, attraverso uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> linkage condotto su famiglie<br />

HPFH e su famiglie con pazienti affetti da Talassemia Interme<strong>di</strong>a. Pertanto sono state<br />

raccolte famiglie con uno o due pazienti talassemici nei quali la causa <strong>di</strong> attenuazione<br />

del quadro clinico non è stata identificata.<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> alberi genealogici <strong>di</strong> tali famiglie ha permesso <strong>di</strong> escludere un tipo <strong>di</strong><br />

ere<strong>di</strong>tà X-linked. L’evidenza che la Sardegna è un isolato genetico, che la popolazione<br />

in <strong>stu<strong>di</strong></strong>o ha un grado <strong>di</strong> “omogeneità genetica” molto elevato (tutti i pazienti sono<br />

omozigoti per la mutazione β°39), il fatto che la maggior parte <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui in esame<br />

provengono da una zona circoscritta della Sardegna, e che il tratto da ricercare possa<br />

essere autosomico recessivo (assenza <strong>di</strong> aumento <strong>di</strong> HbF nei genitori dei pazienti) ha<br />

reso questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o adatto all’applicazione dell’homozygosity mapping.<br />

Questo approccio è basato sulla co-ere<strong>di</strong>tarietà, da parte <strong>di</strong> un comune progenitore, <strong>di</strong><br />

una regione <strong>di</strong> omozigosi presente negli in<strong>di</strong>vidui affetti, che saranno appunto<br />

”omozigoti per <strong>di</strong>scendenza”. L’homozygosity mapping è stata già utilizzata con<br />

successo per mappare <strong>di</strong>versi geni responsabili <strong>di</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni ad ere<strong>di</strong>tà autosomica<br />

recessiva.<br />

Uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> wide genome screen è stato eseguito su un campione omogeneo <strong>di</strong> 15<br />

famiglie selezionate, con pazienti affetti da Talassemia Interme<strong>di</strong>a, utilizzando<br />

l’approccio della mappatura per omozigosi. Le regioni <strong>di</strong> interesse così in<strong>di</strong>viduate,<br />

cioè quelle che presentano maggiore evidenza <strong>di</strong> linkage (LOD score >1), sono state<br />

167<br />

maggiormente <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate utilizzando una mappa <strong>di</strong> marcatori a più alta densità al fine <strong>di</strong><br />

aumentare l’informatività <strong>di</strong> mappa e quin<strong>di</strong> la probabilità <strong>di</strong> trovare un’associazione<br />

significativa. Poiché l’elaborazione statistica dei dati raccolti non ha permesso un ulteriore<br />

restringimento delle zone d'interesse, considerata l'impossibilità <strong>di</strong> utilizzare un data-set <strong>di</strong><br />

replicazione e quella <strong>di</strong> incrementare il numero delle famiglie, (fattori che permetterebbero <strong>di</strong><br />

aumentare l'informatività delle regioni d'interesse), l’approccio che seguiremo, condotto in<br />

collaborazione con la Jefferson University – Philadelphia, sarà quello <strong>degli</strong> SNP chips, prodotti<br />

dalla Affymetrix, che ci permetterà <strong>di</strong> genotipizzare 100.000 SNPs <strong>di</strong>stribuiti nell’intero<br />

genoma. Ci proponiamo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare una associazione/linkage <strong>di</strong>sequilibrium <strong>di</strong> specifici<br />

SNPs con il fenotipo HbF aumentato. Il progetto sta ora procedendo con la ricerca e lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

<strong>di</strong> vari polimorfismi all’interno del cluster -globinico e nella Locus Control Region (LCR) che,<br />

da soli o in combinazione, possono essere potenziali modulatori della sintesi <strong>di</strong> emoglobina<br />

fetale.<br />

Una volta identificato il determinante associato al fenotipo HbF alta, potranno essere definite le<br />

basi molecolari causa della sovraespressione <strong>di</strong> HbF e ipotizzate quin<strong>di</strong> nuove strategie per la<br />

regolazione della stessa nella vita adulta al fine <strong>di</strong> migliorare il quadro clinico dei pazienti con<br />

talassemia major.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Concas A., Mascia M.P., Cuccheddu T., Floris S., Mostallino M.C., Perra C.,<br />

Satta S. and Biggio G. “Chronic ethanol intoxication enhances [3H]CCPA bin<strong>di</strong>ng and does not<br />

reduce A1 adenosine receptor function in rat cerebellum”. Pharmacology Biochemistry and<br />

Behavior vol.53, n°2, pp249-255, 1996.<br />

2. Paglietti E., Barella S., Satta S., Perra C., Cao A. and Galanello R. “Hb Sassari<br />

[ 126 (H9) ASP→HIS] result from a GAC→CAC mutation in the 1-globin gene”. Hemoglobin<br />

vol.22 (1), 65-67, 1998.<br />

3. Galanello R., Paglietti E., Barella S., Perseu L., Perra C., Cipollina L., Satta S.,<br />

Pirroni M.G. and Maccioni L. “Diagnosi <strong>di</strong> e talassemia”. Riv. Ital. Pe<strong>di</strong>atr. Vol.24: 5-7,<br />

1998.<br />

4. Galanello R., Barella S., Giagu L., Perseu L., Sollaino C., Satta S., Origa R. and<br />

Cao A. “Meccanismi molecolari delle sindromi talassemiche e induttori della sintesi <strong>di</strong> catene<br />

” Riv. Ital. Pe<strong>di</strong>atr. Vol.24: 84-86, 1998.<br />

5. Galanello R., Satta S., Pirroni M.G., Travi M. and Maccioni L. “Globin chain<br />

synthesis analysis by high performance liquid chromatography in the screening of thalassemia<br />

syndromes”. European Concerted Action-Evaluation of fetal Hemoglobin Activating Therapies.<br />

Hemoglobin vol.22 (5&6): 501-508, 1998.<br />

6. Paleari R., Paglietti E., Mosca A., Mortasino M., Maccioni L., Satta S., Cao A.<br />

and Galanello R. “Posttranslational deamidation of proteins: the case of hemoglobin J<br />

Sardegna [a50 (CD8) HIS→ASN→ASP]”. Clinical Chemistry 45:1, 21-28, 1999.<br />

7. Galanello R., Barella S., Satta S., Maccioni L., Pintor C. and Cao A.<br />

“Homozygosity for non deletion ° thalassemia resulting in a silent clinical<br />

phenotype”. Blood, vol.100, n°5,1 september 2002.<br />

8. Galanello R., Perseu L., Barella S., Satta S., Fais A., Era B. and Corda M.<br />

“Hb Belfast [ 15(A12)Trp→Arg]: Definition of the clinical and hematological<br />

phenotype”. Hemoglobin Vol.28, No.3, pp. 217-222, 2004.<br />

<strong>Abstract</strong>s<br />

1. Galanello R., Satta S., Maccioni L. and Cao A. “Y-globin gene expression in<br />

BFU-e treated with butyrate analogs”. 6th International Conference on Thalassemia and<br />

Haemoglobinopathies & 8th Annual Thalassemia Parent and Thalassemics International<br />

Conference. 5-10 april 1997 The New Dolmen Hotel St. Paulis Bay Malta. <strong>Abstract</strong> Book<br />

n°178.<br />

2. Galanello R., Perra C., Satta S., Perseu L., Origa R., Cipollina M.D., Cao A. and<br />

Melis M.A. “Mapping of loci responsible of mild phenotype in thalassemia interme<strong>di</strong>a”.<br />

Convegno Club del Globulo Rosso, 12 giugno 1999, Cittadella Universitaria Monserrato-<br />

<strong>Cagliari</strong>.<br />

3. Cipollina M.D., Galanello R., Perseu L., Sollaino M.C., Perra C. and Satta S.<br />

“Analisi <strong>di</strong> polimorfismi associati ad aumento <strong>di</strong> HbF in pazienti sar<strong>di</strong> con talassemia<br />

interme<strong>di</strong>a”. 7° Congresso Nazionale S.I.G.U. 13-15Ottobre 2004. Palazzo dei congressi<br />

Pisa.<br />

4. Perseu L., Cipollina M.D., Satta S., Giagu N., Sollaino M.C. and Galanello R.,<br />

“Analisi molecolare del <strong>di</strong>fetto <strong>di</strong> piruvatochinasi”. 7° Congresso Nazionale S.I.G.U. 13-<br />

15Ottobre 2004. Palazzo dei congressi Pisa.


168


Assegnista: Valeria Schirru<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Storici, Geografici e Artistici<br />

ABSTRACT<br />

Le pergamene relative alla Sardegna nel Diplomatico San Lorenzo alla Rivolta<br />

dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Pisa<br />

Il lavoro illustra uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>plomatico effettuato sui documenti relativi alla<br />

Sardegna conservati nel fondo “Diplomatico San Lorenzo alla Rivolta” dell’Archivio <strong>di</strong><br />

Stato <strong>di</strong> Pisa.<br />

Il Diplomatico San Lorenzo è costituito da 609 pergamene che vanno dall’anno 1057<br />

fino all’anno 1628. Questi atti, pervenuti all’archivio toscano nella seconda metà del XIX<br />

secolo, provenivano dall’archivio del monastero pisano <strong>di</strong> San Lorenzo che, nel corso<br />

del tempo, <strong>di</strong>venne proprietario <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi enti religiosi e assistenziali <strong>di</strong> area pisana, fra<br />

cui l’ospedale <strong>di</strong> San Leonardo <strong>di</strong> Stagno, a cui la maggior parte della documentazione<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>ata si riferisce.<br />

L’ospedale <strong>di</strong> San Leonardo, fondato nel 1154 vicino al ponte <strong>di</strong> Stagno, avvantaggiato<br />

da esenzioni e immunità derivanti dalla protezione dei pontefici e dell’arcivescovo<br />

pisano, acquisì in breve tempo un rilevante patrimonio immobiliare nel contado pisano e<br />

in Corsica, grazie a numerosi lasciti e largizioni. Nell’ottica <strong>di</strong> un avvicinamento alla<br />

potenza pisana, le donazioni giunsero anche da giu<strong>di</strong>ci e arcivescovi sar<strong>di</strong>, come se il<br />

ponte riproducesse simbolicamente un collegamento ideale fra l’ospedale e la<br />

Sardegna.<br />

Da un’accurata indagine condotta sul fondo archivistico sono emersi 66 documenti<br />

riguardanti la Sardegna, in maggioranza relativi alla storia <strong>di</strong> tre enti sar<strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenti<br />

dall’ospedale pisano: la chiesa <strong>di</strong> San Giorgio <strong>di</strong> Oleastreto, l’ospedale <strong>di</strong> San Leonardo<br />

<strong>di</strong> Bagnaria e l’ospedale <strong>di</strong> San Leonardo <strong>di</strong> Bosove.<br />

La prima, ubicata nella campagna <strong>di</strong> Usini, <strong>di</strong>venne proprietà dell’ospedale pisano in<br />

seguito alla donazione della chiesa, avvenuta nel 1175, da parte dell’allora arcivescovo<br />

<strong>di</strong> Torres.<br />

Il secondo venne affiliato all’istituzione pisana nei primi anni del XIII secolo. Si trovava<br />

ubicato in prossimità del porto <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> nell’attuale via Baille, anticamente detta carrer<br />

de Sanct Leonart, una strada che conduceva <strong>di</strong>rettamente al quartiere <strong>di</strong> Castello.<br />

L’ultimo venne fondato a Bosove, presso Sassari, nel 1177. L’istituzione nacque, per<br />

volontà <strong>di</strong> Barisone II <strong>di</strong> Torres, con la principale finalità <strong>di</strong> accogliere i malati <strong>di</strong> lebbra<br />

(elefantiaco morbo) e come tale continuò la sua attività fino alla metà del XV secolo.<br />

La multiforme varietà dei documenti esaminati costituisce una fonte inesauribile per la<br />

storia economica, religiosa e sociale della Sardegna del periodo. Dal punto <strong>di</strong> vista della<br />

natura giuri<strong>di</strong>ca e <strong>di</strong>plomatica, fra i documenti si possono in<strong>di</strong>viduare: donazioni o<br />

conferme <strong>di</strong> donazioni all’ospedale pisano da parte <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ci e arcivescovi sar<strong>di</strong>,<br />

inventari <strong>di</strong> beni mobili e immobili che l’ente possedeva in Sardegna, nomine <strong>di</strong> rettori e<br />

amministratori dei beni e alcuni negozi giuri<strong>di</strong>ci stipulati fra privati, entrati a far parte del<br />

fondo consultato perché relativi a proprietà o <strong>di</strong>ritti acquisiti nel tempo dall’ospedale<br />

pisano.<br />

All’interno <strong>di</strong> questo variegato corpus documentario spiccano però, per numero e<br />

interesse, i documenti relativi alla storia dell’ospedale <strong>di</strong> Bosove. Questa struttura<br />

ospedaliera si configurava come una vera e propria azienda, strutturata in <strong>di</strong>versi e<strong>di</strong>fici<br />

quali: il monastero, la chiesa, la corte, due cucine, tre cantine, la <strong>di</strong>spensa, la vigna e<br />

alcune unità abitative (destinate ai malati e al personale); il tutto circondato da boschi,<br />

pascoli, coltivi, corsi d’acqua e mulini, sul profitto dei quali l’ente fondava il suo<br />

sostentamento.<br />

Questa relazione mette in luce alcuni dei risultati emersi da uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, pubblicato nella<br />

rivista “Archivio Storico Sardo”, finalizzato all’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>plomatica delle 66 pergamene<br />

esaminate. L’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> questi documenti rientra nell’ambito <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong><br />

censimento delle fonti scritte sulla Sardegna me<strong>di</strong>oevale conservate negli archivi pisani<br />

e fiorentini, promosso dalla Cattedra <strong>di</strong> Paleografia e Diplomatica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong> che dal 2003 rientra nei Programmi <strong>di</strong> Ricerca MIUR PRIN.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Attività <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e ricerca:<br />

- Censimento, trascrizione e <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle fonti documentarie dell'Archivio <strong>di</strong> Stato<br />

<strong>di</strong> Pisa dove sono conservati centinaia <strong>di</strong> documenti dei secoli XIII-XV, <strong>di</strong> notevole<br />

interesse per la storia sarda. In particolare ha <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato i seguenti fon<strong>di</strong> archivistici: San<br />

Michele in Borgo, San Lorenzo alla Rivolta, Corporazioni religiose, Ospedali <strong>di</strong> Santa<br />

Chiara.<br />

- Missioni <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e ricerca archivistica condotte presso l’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Pisa e<br />

l’Archivio Arcivescovile e Capitolare <strong>di</strong> Pisa.<br />

- Stu<strong>di</strong>o e catalogazione <strong>degli</strong> incunaboli conservati nelle biblioteche della<br />

Sardegna con particolare attenzione alle più antiche e<strong>di</strong>zioni a stampa provenienti dalla<br />

biblioteca della famiglia algherese Simon Guillot, ora conservati presso la Biblioteca<br />

Universitaria <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

Partecipazioni a progetti nazionali:<br />

- Partecipazione al progetto <strong>di</strong> ricerca biennale (PRIN 40% 2003) svolto dalle<br />

<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Pisa e <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e l'e<strong>di</strong>zione delle fonti documentarie relative<br />

alla Sardegna conservate negli archivi toscani.<br />

- Progetto Giovani Ricercatori. Vincitrice <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (Settore Ricerca Scientifica – fon<strong>di</strong> residui esercizio finanziario 1999),<br />

per la ricerca dal titolo “Testimonianze storiche me<strong>di</strong>oevali sarde conservate negli<br />

archivi e nelle biblioteche toscane”.<br />

- Partecipazione al progetto <strong>di</strong> repertoriazione delle fonti e<strong>di</strong>te del Me<strong>di</strong>oevo<br />

italiano, organizzato dall’Istituto Storico Italiano per il Me<strong>di</strong>oevo, che prevede la<br />

repertoriazione delle pubblicazioni che contengono e<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> testi documentari relativi<br />

alla Sardegna, compresi fra il 586 e il 31 <strong>di</strong>cembre 1500.<br />

Attività formativa (Master, Dottorato, seminari):<br />

- “Master in <strong>stu<strong>di</strong></strong> sul libro antico e per la formazione <strong>di</strong> figure <strong>di</strong> bibliotecario<br />

manager impegnato nella gestione <strong>di</strong> raccolte storiche” conseguito nel 2001 presso<br />

l’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Siena.<br />

- Dottorato <strong>di</strong> ricerca in "Fonti scritte della civiltà me<strong>di</strong>terranea" presso il<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> storici, geografici e artistici dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (III<br />

anno).<br />

- XV Seminario <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> “Fonti per la storia della civiltà italiana tardo me<strong>di</strong>oevale:<br />

Il co<strong>di</strong>ce miniato e il libro illustrato” organizzato dalla Fondazione Centro Stu<strong>di</strong> sulla<br />

Civiltà del Tardo Me<strong>di</strong>oevo (San Miniato-Pisa, 17-22 settembre 2001).<br />

- XVII Seminario <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> “Le fonti ospedaliere (sec. XIV-XVI)” organizzato dalla<br />

Fondazione Centro Stu<strong>di</strong> sulla Civiltà del Tardo Me<strong>di</strong>oevo (San Miniato-Pisa, 8-13<br />

settembre 2003).<br />

- Seminario “Stu<strong>di</strong>o ed e<strong>di</strong>zione delle fonti documentarie me<strong>di</strong>oevali <strong>degli</strong> archivi<br />

pisani” tenuto dai professori S.P.P. Scalfati e L. D’Arienzo nell’ambito del progetto <strong>di</strong><br />

ricerca PRIN 40% 2003 (Pisa, 3-12 giugno 2004).<br />

Attività <strong>di</strong>dattica:<br />

169<br />

- Attività <strong>di</strong> collaborazione con gli studenti nelle ricerche svolte per tesi <strong>di</strong> laurea su<br />

argomenti inerenti la ricerca oggetto del contratto.<br />

- Attività <strong>di</strong>dattica assistita svolta nell’ambito dell’insegnamento <strong>di</strong> Paleografia nel Corso <strong>di</strong><br />

Laurea in Beni Storico-Artistici dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, con la finalità <strong>di</strong> guidare gli<br />

studenti nella ricerca bibliografica, nella consultazione <strong>degli</strong> OPAC bibliografici in Internet e<br />

nella descrizione e catalogazione dei manoscritti (marzo 2001-giugno 2001).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Saggi<br />

1) SCHIRRU, Valeria. Le pergamene relative alla Sardegna nel fondo Diplomatico San<br />

Lorenzo alla Rivolta dell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Pisa. In «Archivio Storico Sardo», vol. XLIII,<br />

<strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong> Storia Patria per la Sardegna, 2003, pp. 61-340.<br />

2) SCHIRRU, Valeria. Gli incunaboli della famiglia Simon Guillot <strong>di</strong> Alghero conservati<br />

presso la Biblioteca Universitaria <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. In «Archivio Storico Sardo», vol. XLII,<br />

<strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong> Storia Patria per la Sardegna, 2002, pp. 179-224.<br />

3) SCHIRRU, Valeria. Le pergamene camaldolesi relative alla Sardegna nell’Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong><br />

Firenze. In «Archivio Storico Sardo», vol. XL, <strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong> Storia<br />

Patria per la Sardegna, 1999, pp. 9-223.<br />

4) SCHIRRU, Valeria. Glossario. In I Tesori della Cattedrale <strong>di</strong> Ales. Argenti sacri e documenti<br />

d’Archivio (secc. XV-XX)”, catalogo della Mostra a cura <strong>di</strong> C. Tasca, S. Naitza, <strong>Cagliari</strong>,<br />

E<strong>di</strong>zioni La Memoria Storica, 1997, pp. 34-35.<br />

Rassegne e recensioni<br />

1) Rassegna della presentazione del volume Atti del Congresso Internazionale “Gli Anni<br />

Santi nella Storia”, <strong>Cagliari</strong> 20 giugno 2001, a cura <strong>di</strong> Valeria Schirru e Bianca Fadda. In<br />

«Archivio Storico Sardo», vol. XLI, <strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong> Storia Patria<br />

per la Sardegna, 2001, pp. 611-641.<br />

2) Rassegna della presentazione del volume Atti del Congresso Internazionale “Gli Anni<br />

Santi nella Storia” e del Catalogo della Mostra “Le medaglie pontificie <strong>degli</strong> Anni Santi.<br />

La Sardegna nei Giubilei” Roma 27 giugno 2001, a cura <strong>di</strong> Valeria Schirru e Bianca<br />

Fadda. In «Archivio Storico Sardo», vol. XLI, <strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong><br />

Storia Patria per la Sardegna, 2001, pp. 643-673.<br />

3) Notiziario della giornata <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> Le Carte volgari dell’Archivio Arcivescovile <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Un<br />

problema ancora aperto (<strong>Cagliari</strong> 29 aprile 1998), a cura <strong>di</strong> Valeria Schirru. In «Archivio Storico<br />

Sardo», vol. XL, <strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong> Storia Patria, 1999, pp. 591-594.<br />

4) Notiziario della giornata <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> L’archivio Segreto Vaticano. Un patrimonio della cultura<br />

universale (<strong>Cagliari</strong> 30 aprile 1998), a cura <strong>di</strong> Valeria Schirru. In «Archivio Storico Sardo», vol.<br />

XL, <strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong> Storia Patria per la Sardegna, 1999, pp. 595-604.<br />

5) Rassegna del Convegno Internazionale Gli Anni Santi nella storia (<strong>Cagliari</strong>, 16-19 ottobre<br />

1999), a cura <strong>di</strong> Valeria Schirru e Bianca Fadda. In «Archivio Storico Sardo», vol. XL, <strong>Cagliari</strong>,<br />

E<strong>di</strong>zione della Deputazione <strong>di</strong> Storia Patria per la Sardegna, 1999, pp. 627-668.<br />

6) SCHIRRU, Valeria. Quei pellegrini del Giubileo. Resoconto del Convegno Internazionale Gli<br />

Anni Santi nella Storia, (<strong>Cagliari</strong>, 16-19 ottobre 1999), articolo pubblicato sul quoti<strong>di</strong>ano<br />

L’Unione Sarda, <strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni L’Unione Sarda, 27 novembre 1999.<br />

7) Notiziario del Convegno Un’isola e la sua storia. Novant’anni <strong>di</strong> attività e<strong>di</strong>toriale della<br />

Deputazione <strong>di</strong> Storia patria per la Sardegna, a cura <strong>di</strong> Valeria Schirru. In «Archivio Storico<br />

Sardo», vol. XXXIX, <strong>Cagliari</strong>, E<strong>di</strong>zioni della Deputazione <strong>di</strong> Storia Patria per la Sardegna,<br />

1998, pp. 649-684.


170


Assegnista: Milena Serra<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Ricerche Aziendali<br />

ABSTRACT: L’accountability <strong>degli</strong> ESR sar<strong>di</strong> quale fondamento per il controllo sociale<br />

Il settore pubblico è caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> varie tipologie <strong>di</strong> enti, tra cui vi sono<br />

quelli con funzioni meramente strumentali, che risultano scarsamente <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati, a<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto è avvenuto per altri enti pubblici.<br />

Le <strong>di</strong>fficoltà che caratterizzano lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> enti strumentali regionali (ESR) risiedono<br />

innanzitutto nella mancanza <strong>di</strong> univocità e <strong>di</strong> certezza nella loro definizione e nel fatto<br />

che nell’ambito dell’Amministrazione pubblica si riscontrano tipologie <strong>di</strong> enti<br />

estremamente <strong>di</strong>versificate tra loro.<br />

Analizzando l’evoluzione della contabilità e dei bilanci <strong>degli</strong> enti pubblici, si evidenzia<br />

come questi si siano sottratti per lungo tempo a una normativa generale <strong>di</strong> contabilità,<br />

determinando la necessità <strong>di</strong> un coor<strong>di</strong>namento e <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne contabile nella finanza<br />

pubblica, che in<strong>di</strong>vidui canoni e principi <strong>di</strong> contabilità vali<strong>di</strong> per gli enti che gestiscono il<br />

pubblico denaro. Infatti, i concetti quali efficienza, efficacia ed economicità nonché<br />

l’esigenza <strong>di</strong> valutare i risultati effettivamente conseguiti, storicamente riferiti alle<br />

imprese private, non possono più rimanere estranei alla gestione delle aziende<br />

pubbliche.<br />

Anche nell’azione amministrativa, si devono realizzare i caratteri della “razionalità<br />

economica” unitamente ai processi <strong>di</strong> “pianificazione e controllo”, <strong>di</strong> “separazione” fra<br />

competenze <strong>degli</strong> organi elettivi e tecnici, <strong>di</strong> “elaborazione” <strong>di</strong> un’informazione chiara e<br />

veritiera, poiché da essi <strong>di</strong>pende la realizzazione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> efficienza e <strong>di</strong><br />

trasparenza.<br />

Per loro natura pubblica gli ESR, in quanto gestori <strong>di</strong> pubblica ricchezza, devono<br />

rendere conto del loro operato e lo strumento principale con cui ciò avviene è il bilancio.<br />

In considerazione del suo ruolo fondamentale nel rapporto con la collettività, da cui<br />

in<strong>di</strong>rettamente gli enti strumentali hanno avuto origine, si è sviluppato il presente lavoro<br />

in<strong>di</strong>viduando innanzitutto in modo univoco cosa s’intenda per ente strumentale<br />

regionale, per poi analizzare il concetto <strong>di</strong> chiarezza del loro bilancio e se tale principio<br />

fondamentale sia effettivamente rispettato nell’ambito <strong>degli</strong> enti strumentali regionali<br />

sar<strong>di</strong>. A tal fine, è stata condotta un’indagine empirica avente ad oggetto il bilancio <strong>degli</strong><br />

enti strumentali della Regione Sardegna, con l’obbiettivo <strong>di</strong> verificare se rendano<br />

debitamente conto del loro operato, supportando l’analisi con l’utilizzo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori<br />

economico-finanziari e <strong>di</strong> efficienza/efficacia.<br />

Dalla verifica empirica sulle effettive modalità <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione è emerso che la<br />

principale, se non l’unica, forma <strong>di</strong> questa è rivolta all’Amministrazione regionale,<br />

mentre quella nei confronti dei singoli citta<strong>di</strong>ni è piuttosto una facoltà <strong>di</strong> rendere conto e<br />

non un obbligo. È risultato poi che gli ESR sar<strong>di</strong> rivolgono maggiore attenzione al<br />

bilancio preventivo (in quanto avente finalità autorizzatoria), sia in termini <strong>di</strong> rispetto<br />

della tempistica che nell’ampiezza dell’informazione, rispetto al bilancio consuntivo, che<br />

per sua natura deve dare evidenza delle risultanze dell’attività svolta durante il periodo<br />

amministrativo.<br />

Dall’analisi della composizione e della struttura del “nuovo bilancio” <strong>degli</strong> ESR sar<strong>di</strong>,<br />

finalizzata ad evidenziarne gli aspetti positivi e le criticità in relazione ad una migliore<br />

informazione <strong>di</strong> bilancio verso i portatori <strong>di</strong> interessi in generale e in particolare verso<br />

l’utente finale del servizio offerto, è risultato che, sebbene il modello <strong>di</strong> accountability si<br />

stia evolvendo, vi è ancora la prevalenza del controllo formale sui bilanci preventivi,<br />

l’assenza dell’obbligo <strong>di</strong> pubblicazione dei bilanci, una scarsa attenzione<br />

all’informazione sulla performance e una scarsa cultura dell’informazione in senso lato.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

La ricerca dal titolo “La chiarezza e rappresentazione veritiera e corretta nei bilanci <strong>degli</strong><br />

enti strumentali regionali: il caso della Sardegna” (SSD: SECS-P/07) ha richiesto,<br />

innanzitutto, l’analisi dello stato dell’arte in tema <strong>di</strong> enti strumentali regionali e la<br />

conseguente elaborazione <strong>di</strong> una definizione in senso economico <strong>di</strong> tale tipologia <strong>di</strong> enti.<br />

Una volta in<strong>di</strong>viduate le caratteristiche necessarie per la qualificazione <strong>di</strong> un ente come<br />

strumentale all’attività della Regione, si è proceduto all’in<strong>di</strong>viduazione <strong>degli</strong> enti definibili<br />

tali nell’ambito della Regione Sardegna. A tal fine sono stati esaminati le leggi istitutive e<br />

gli statuti <strong>degli</strong> enti con caratteristiche riconducibili ad una potenziale con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

strumentalità con l’obbiettivo <strong>di</strong> definirne la natura e valutare la loro effettiva<br />

appartenenza all’oggetto della ricerca. Ciò ha richiesto lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o della loro <strong>di</strong>sciplina<br />

giuri<strong>di</strong>ca e contabile e delle forme attraverso le quali gli enti analizzati risultano<br />

subor<strong>di</strong>nati all’ente collettivo <strong>di</strong> riferimento. Il lavoro è stato poi sviluppato analizzando il<br />

concetto <strong>di</strong> chiarezza del bilancio <strong>degli</strong> ESR e accertando se questo principio<br />

fondamentale sia effettivamente rispettato. A tal fine, è stata condotta un’indagine<br />

empirica sul bilancio <strong>degli</strong> ESR della Sardegna, con l’obbiettivo <strong>di</strong> verificare se, data la<br />

loro natura <strong>di</strong> enti pubblici, rendano debitamente conto del loro operato. Più in<br />

particolare si è concentrata l’attenzione sugli enti strumentali che operano nel settore<br />

idrico, settore <strong>di</strong> estremo interesse a motivo della riforma che lo ha coinvolto, anch’essa<br />

oggetto <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento. L’indagine ha richiesto il reperimento dei documenti <strong>di</strong><br />

bilancio (preventivi, consuntivi e relative relazioni) <strong>degli</strong> anni 1998-2002. I bilanci del<br />

triennio 1999-2001 sono stati sottoposti ad un’analisi realizzata anche con l’ausilio <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>catori economico-finanziari e <strong>di</strong> efficienza/efficacia con l’obbiettivo non tanto <strong>di</strong><br />

stabilire come effettivamente gli enti indagati abbiano operato piuttosto <strong>di</strong> stabilire se<br />

dalla documentazione <strong>di</strong> bilancio tali informazioni sono ottenibili.<br />

Infine, in considerazione dell’introduzione per l’anno 2002 dei nuovi schemi <strong>di</strong> bilancio,<br />

con l’adozione anche per gli enti strumentali <strong>di</strong> una struttura basata sulle Unità<br />

Previsionali <strong>di</strong> Base, si è approfon<strong>di</strong>ta la tematica con la finalità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarne gli<br />

aspetti positivi e le criticità, in relazione ad una migliore informazione <strong>di</strong> bilancio verso i<br />

portatori <strong>di</strong> interessi in generale e in particolar modo verso l’utente finale del servizio<br />

offerto.<br />

L’analisi condotta è stata impiegata per l’elaborazione della propria tesi <strong>di</strong> dottorato in<br />

Economia Aziendale – XV ciclo (<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma Tre) dal titolo: «La<br />

chiarezza del bilancio <strong>degli</strong> enti strumentali regionali della Sardegna operanti nel settore<br />

idrico», <strong>di</strong>scussa il 12/11/03.<br />

Il lavoro svolto è stato inserito nell’ambito del Progetto <strong>di</strong> Ricerca <strong>di</strong> Interesse Nazionale<br />

(PRIN) «Chiarezza e rappresentazione veritiera e corretta dei bilanci <strong>degli</strong> enti<br />

strumentali regionali e loro accountability».<br />

I risultati delle prime evidenze sull’analisi delle modalità <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>contazione <strong>degli</strong> ESR<br />

sar<strong>di</strong>, anche grazie all’ausilio dell’indagine empirica <strong>di</strong> cui sopra sui bilanci <strong>degli</strong> enti in<br />

questione, sono stati esposti nel convegno dal titolo «Chiarezza e rappresentazione<br />

veritiera e corretta dei bilanci <strong>degli</strong> enti strumentali regionali e loro accountability»,<br />

tenutosi nel mese <strong>di</strong> febbraio 2004 presso la Facoltà <strong>di</strong> Economia dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong><br />

Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Titolo della relazione: «Gli schemi <strong>di</strong> bilancio <strong>degli</strong> Enti regionali».<br />

Il lavoro condotto è stato pubblicato nell’opera collettanea G. Melis (a cura <strong>di</strong>), Enti<br />

strumentali regionali e loro accountability. Il caso Sardegna, nel quale è autrice dell’intero capitolo VI e<br />

coautrice del capitolo II.<br />

L’implementazione dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è finalizzato alla proposta <strong>di</strong> un modello <strong>di</strong><br />

ren<strong>di</strong>contazione che consenta una migliore accountability <strong>degli</strong> enti strumentali<br />

171<br />

regionali. In particolare, gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> successivi sono stati finalizzati all’approfon<strong>di</strong>mento dei nuovi<br />

schemi <strong>di</strong> bilancio proposti dall’Assessorato alla Programmazione, Bilancio e Assetto del<br />

Territorio nonché all’elaborazione <strong>di</strong> ulteriori schemi che tengano in considerazione<br />

l’evoluzione in tema <strong>di</strong> principi contabili internazionali e le novità introdotte del legislatore<br />

regionale che prevedono la redazione anche <strong>di</strong> un bilancio elaborato secondo gli schemi<br />

civilistici, che dovranno necessariamente essere adattati alle specificità <strong>degli</strong> ESR sia per la<br />

loro natura che per le <strong>di</strong>fferenti attività esercitate.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

«ESERCITAZIONI DI RAGIONERIA», autori: Paolo Congiu, Gianluigi Roberto, Patrizia Gaviano,<br />

Alessandro Mura e Milena Serra, terza e<strong>di</strong>zione, Giappichelli, Torino, 2001; in particolare:<br />

rivisitazione dei paragrafi 1.1 e 1.2 su calcolo computistico e titoli <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to; rielaborazione del<br />

paragrafo 1.6 relativo alle operazioni in titoli ed elaborazione dei nuovi paragrafi 1.7 su conti<br />

correnti e 2.2 su rilevazioni d’esercizio e <strong>di</strong> fine esercizio<br />

«ENTI STRUMENTALI REGIONALI E LORO ACCOUNTABILITY. IL CASO SARDEGNA», G. Melis (a<br />

cura <strong>di</strong>), FrancoAngeli, Milano, 2004; in particolare: paragrafo 2.7 Il settore Lavori<br />

Pubblici: il comparto idrico e i correlati sottoparagrafi: 2.7.1 EAF – Ente Autonomo del<br />

Flumendosa, 2.7.2 ESAF – Ente Sardo Acquedotti e Fognature, 2.7.3 Il comparto idrico:<br />

osservazioni sui parametri <strong>di</strong>mensionali; l’intero capitolo 6 L’evoluzione del sistema <strong>di</strong><br />

bilancio <strong>degli</strong> enti strumentali sar<strong>di</strong>, composto dai paragrafi: 6.1 Il contesto <strong>di</strong><br />

riferimento, 6.2 L’attuale <strong>di</strong>sciplina contabile <strong>degli</strong> enti strumentali regionali sar<strong>di</strong> in<br />

regime <strong>di</strong> contabilità finanziaria, 6.3 La struttura del bilancio, 6.4 La classificazione <strong>di</strong><br />

entrate e spese, 6.5 La composizione del bilancio <strong>di</strong> previsione, 6.6 Criticità ed aspetti<br />

evolutivi<br />

Convegni<br />

Relatore nel convegno organizzato a <strong>Cagliari</strong> il 6/2/2004 dal Dipartimento <strong>di</strong> Ricerche<br />

Aziendali della Facoltà <strong>di</strong> Economia dell’<strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> per la<br />

presentazione dei risultati della prima fase della Ricerca PRIN «Chiarezza e<br />

rappresentazione veritiera e corretta dei bilanci <strong>degli</strong> enti strumentali regionali e loro<br />

accountability». Titolo della relazione: «Gli schemi <strong>di</strong> bilancio <strong>degli</strong> Enti regionali».


172


Assegnista: Susanna Setzu<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Fisica<br />

ABSTRACT: Silicio poroso : proprietà e applicazioni<br />

(dalla microelettronica alla biosensoristica ai sistemi drug delivery)<br />

I materiali porosi stanno ricevendo sempre più attenzione in svariati campi della<br />

scienza. La caratteristica principale <strong>di</strong> questi materiali è la presenza <strong>di</strong> un numero<br />

elevato <strong>di</strong> pori che danno alla struttura le caratteristiche <strong>di</strong> una spugna. La presenza dei<br />

pori dà origine a due effetti principali: una gran<strong>di</strong>ssima superficie sviluppata, che nel<br />

caso del Si nanoporoso, nel quale i pori hanno un <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> alcuni nanometri, può<br />

raggiungere i 900 m 2 /cm 3 , e un certo grado <strong>di</strong> flessibilità della struttura. Fra i vari<br />

materiali porosi attualmente conosciuti, il Si poroso occupa un posto <strong>di</strong> rilievo per il largo<br />

uso fatto del Si cristallino nell’elettronica <strong>di</strong> punta.<br />

Noi stiamo utilizzando la flessibilità della struttura per la realizzazione <strong>di</strong> substrati<br />

innovativi per la deposizione <strong>di</strong> semiconduttori, in particolare il nitruro <strong>di</strong> Ga (GaN).<br />

Questo materiale ha un altissimo interesse tecnologico per svariate applicazioni, dai<br />

laser e led blu (illuminazione e realizzazione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> memoria <strong>di</strong> massa (p. es.<br />

DVD) con capacità <strong>di</strong> stoccaggio significativamente maggiori) a sorgenti <strong>di</strong> luce viola e<br />

ultravioletta (rivelazione <strong>di</strong> inquinanti, sterilizzazione <strong>di</strong> gas), ai transistor <strong>di</strong> potenza per<br />

la telefonia mobile. La realizzazione <strong>di</strong> strati <strong>di</strong> GaN con una particolare categoria <strong>di</strong><br />

tecniche <strong>di</strong> deposizione (della famiglia dell’epitassia con fasci molecolari, una delle<br />

tecniche più sofisticate per la realizzazione <strong>di</strong> nanostrutture monocristalline) <strong>di</strong> qualità<br />

ottimale è quin<strong>di</strong> una scommessa importante dal punto <strong>di</strong> vista industriale e tecnologico.<br />

La grande superficie sviluppata dei materiali porosi porta naturalmente a pensare ad<br />

applicazioni che sfruttino questa proprietà, per esempio per immaginare <strong>di</strong> far aderire<br />

sulla superficie dei pori delle molecole che abbiano uno specifico interesse scientifico<br />

e/o industriale. Avendo a <strong>di</strong>sposizione 1 cm 3 <strong>di</strong> Si nanoporoso si avrebbe una superficie<br />

<strong>di</strong>sponibile pari a quella <strong>di</strong> cinque campi da pallavolo! Le applicazioni alle quali si può<br />

pensare sono molteplici. Immaginiamo per esempio <strong>di</strong> far aderire sulla superficie una<br />

sostanza (per esempio un enzima) capace <strong>di</strong> rivelare la presenza <strong>di</strong> un’altra sostanza<br />

(per esempio i trigliceri<strong>di</strong>) in una soluzione. La presenza dell’enzima su una superficie<br />

larghissima aumenta enormemente la probabilità <strong>di</strong> una reazione tra enzima e<br />

trigliceride, rendendo quin<strong>di</strong> la rivelazione più efficiente e più rapida. È in questo modo<br />

che noi stiamo lavorando per la realizzazione dei biosensori per la rivelazione <strong>di</strong><br />

trigliceri<strong>di</strong> nel sangue.<br />

In alternativa ad un enzima si può pensare <strong>di</strong> far aderire alla superficie dei pori un<br />

farmaco. In questo caso ci si aspetta che su piccoli volumi possa essere inserita una<br />

gran quantità <strong>di</strong> farmaco. Se poi, immergendo il materiale poroso in una nuova<br />

soluzione, è possibile far staccare il farmaco in modo costante e controllato, è possibile<br />

pensare a sistemi che permettano la somministrazione controllata dei farmaci ai<br />

pazienti. In molti casi questo sistema potrebbe avere implicazioni notevoli, dal punto <strong>di</strong><br />

vista dell’efficacia e della facilità d’uso, per molti farmaci, pensiamo per esempio<br />

all’insulina per i <strong>di</strong>abetici. Un esempio attualmente molto conosciuto <strong>di</strong> sistema <strong>di</strong><br />

rilascio controllato <strong>di</strong> farmaci già <strong>di</strong>sponibile sono i cerotti per i fumatori per la<br />

somministrazione controllata <strong>di</strong> nicotina. In questo ambito noi stiamo realizzando dei<br />

sistemi per il rilascio controllato <strong>di</strong> una vitamina che ha proprietà curative notevoli, tra<br />

cui proprietà anticancerogene e <strong>di</strong> riparazione della pelle.<br />

ATTIVITA DI RICERCA<br />

L’attività <strong>di</strong> ricerca della Dott.ssa Setzu come assegnista <strong>di</strong> ricerca è stata effettuata<br />

nell’ambito delle attività <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> ricerca del Dipartimento <strong>di</strong> Fisica dell’<strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> <strong>di</strong> recente formazione che ha come interesse la formazione e la<br />

caratterizzazione <strong>di</strong> materiali porosi. Il contributo della Dott.ssa Setzu è stato<br />

determinante in quanto la messa in opera del laboratorio <strong>di</strong> ricerca è stata fatta<br />

basandosi sulla sua pluriennale esperienza nel campo della formazione del Si poroso<br />

maturata durante l’attività <strong>di</strong> dottorato e post-dottorato presso il Laboratoire de<br />

Spectrométrie Physique dell’<strong>Università</strong> Joseph Fourier <strong>di</strong> Grenoble e alla piena<br />

collaborazione offerta dal gruppo <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>retto dal Prof. Robert Romestain.<br />

Attualmente, questo gruppo <strong>di</strong> ricerca ha in atto tre collaborazioni alle quali la Dott.ssa<br />

Setzu partecipa attivamente: 1. la formazione <strong>di</strong> substrati per la deposizione epitassiale<br />

me<strong>di</strong>ante epitassia con fasci molecolari (MBE) <strong>di</strong> nitruri della terza colonna; 2. la<br />

realizzazione <strong>di</strong> biosensori; 3. la realizzazione <strong>di</strong> sistemi per il rilascio controllato <strong>di</strong><br />

farmaci (drug delivery systems).<br />

Nuovi substrati per la deposizione epitassiale <strong>di</strong> nitruri<br />

Lo scopo <strong>di</strong> questa ricerca è la realizzazione <strong>di</strong> substrati adattabili (“compliant”) per la<br />

deposizione epitassiale <strong>di</strong> nitruri della terza colonna. La riduzione dei <strong>di</strong>fetti in questi<br />

materiali <strong>di</strong> altissimo interesse tecnologico (le applicazioni vanno dalle<br />

telecomunicazioni alla rivelazioni <strong>di</strong> inquinanti, all’optoelettronica) è un tema molto<br />

attuale, in quanto mancano substrati adattati alla deposizione epitassiale. I campioni e i<br />

<strong>di</strong>spositivi attualmente reperibili in letteratura e in commercio presentano quin<strong>di</strong> o un<br />

numero elevato <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti strutturali oppure un prezzo elevato a causa delle numerose<br />

tappe tecnologiche richieste per ridurre (ma mai annullare) la presenza <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>fetti.<br />

La deposizione <strong>di</strong> nitruri su substrati adattabili dovrebbe portare ad una significativa<br />

riduzione del numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>fetti grazie al rilassamento dello strain nel substrato e non<br />

nello stato depositato.<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del processo <strong>di</strong> formazione del SiC poroso è anche un tema <strong>di</strong> ricerca a sé<br />

stante, in quanto sono pochissimi gli articoli reperibili nella letteratura scientifica che<br />

trattano questo materiale. I risultati preliminari <strong>di</strong> questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o hanno permesso alla<br />

Dott.ssa Setzu <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i parametri e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> formazione del SiC poroso.<br />

Questa ricerca si svolge nell’ambito <strong>di</strong> una collaborazione internazionale con il<br />

Laboratoire de Spectrométrie Physique dell’<strong>Università</strong> Joseph Fourier <strong>di</strong> Grenoble e con<br />

il Laboratoire de Physique des Semiconducteurs del CEA-Grenoble.<br />

Realizzazione <strong>di</strong> biosensori e <strong>di</strong> sistemi drug-delivery<br />

L’interesse <strong>di</strong> questa ricerca nasce dalla gran<strong>di</strong>ssima superficie sviluppata dai materiali<br />

porosi, che può raggiungere i 900m 2 /cm 3 nel caso del Si nanoporoso, che dovrebbe<br />

portare all’adsorbimento <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> una sostanza (per esempio un enzima) in<br />

volumi limitati. In queste con<strong>di</strong>zioni dovrebbe quin<strong>di</strong> essere possibile accelerare<br />

notevolmente le reazioni chimiche che possono portare alla rivelazione <strong>di</strong> terze<br />

sostanze nell’aria (per esempio rivelazione <strong>di</strong> inquinanti) o in una soluzione (per<br />

esempio analisi del sangue) e quin<strong>di</strong> aumentare la sensibilità dei <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong><br />

rivelazione oppure far aderire gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> un farmaco sulle superfici interne dei<br />

pori, mantenendo un volume totale limitato.<br />

È stato verificato il funzionamento <strong>di</strong> biosensori realizzati su Si mesoporoso me<strong>di</strong>ante<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong> potenziometrici e ottici. È in corso una fase <strong>di</strong> ottimizzazione della struttura che<br />

173<br />

permetta <strong>di</strong> accrescere ulteriormente la sensibilità del <strong>di</strong>spositivo ottimizzando le metodologie<br />

<strong>di</strong> rivelazione per via ottica.<br />

Test preliminari su sistemi drug-delivery hanno mostrato un ottimo comportamento dei<br />

substrati impregnati (Si mesoporoso) sia dal punto <strong>di</strong> vista dell’impregnazione con il farmaco<br />

(tempi brevi) che del suo rilascio (rilascio costante e prolungato nel tempo).<br />

Queste ricerche sono svolte nell’ambito <strong>di</strong> collaborazioni con il Dipartimento <strong>di</strong> Scienze<br />

Chimiche dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (referente Prof.ssa Maura Monduzzi) e con il Dipartimento<br />

Farmaco-Chimico-Tecnologico (referente Prof.ssa Anna Maria Fadda)<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1) “ Holographic grating in porous silicon ”<br />

G. Lérondel, M. Thönissen, S. Setzu, R. Romestain and J. C. Vial<br />

MRS symposium procee<strong>di</strong>ngs, 452, 631-636 (1997)<br />

2) “ Holography in porous silicon ”<br />

G. Lérondel, S. Setzu, M. Thönissen and R. Romestain<br />

Journal of Imaging Science and Technology, 41 (5), 468-473, (1997)<br />

3) “ Temperature effect on the roughness of the formation interface of p-type porous silicon ”<br />

S. Setzu, G. Lérondel, R. Romestain<br />

Journal of Applied Physics, 84 (6), 3129-3133, (1998)<br />

4) “ Xray <strong>di</strong>ffraction and reflectometry <strong>stu<strong>di</strong></strong>es of porous silicon: n-type and holographic<br />

gratings ”<br />

V. Chamard, G. Dolino, G. Lérondel, S. Setzu<br />

Physica B, 248, 101-103, (1998)<br />

5) “ Improvement of the luminescence in p-type as-prepared or dye impregnated porous silicon<br />

microcavities ”<br />

S. Setzu, S. Létant, P. Solsona, R. Romestain, J. C. Vial<br />

Journal of luminescence, 80, 129-132 (1999)<br />

6) “Microcavity effect on dye impregnated porous silicon samples”<br />

S. Setzu, P. Solsona, S. Létant, R. Romestain, J. C. Vial<br />

E.P. Journal of Applied Physics, 7, 59-63 (1999)<br />

7) “Optical properties of multilayered porous silicon”<br />

S. Setzu, P. Ferrand, R. Romestain<br />

Materials Science and Engineering : B, 69-70, 34-42 (1999)<br />

8) “ Silicio poroso per la fotonica ” ,<br />

G. Amato, L. Boarino, S. Borini, A.M. Rossi, S. Setzu,<br />

AEI Rivista Ufficiale dell’Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana, vol 87, 31-35<br />

(2000)<br />

9) “ Porous silicon characterization by X-ray reflectivity : problems arising from using a vacuum<br />

environment with synchrotron beam ”<br />

S. Sama, C. Ferrero, S. Lequien, S.Milita, R. Romestain, M. Servidori, S. Setzu, D.Thiau<strong>di</strong>ere,<br />

J. Phys D: Appl. Phys., 34, 841-845 (2001)<br />

10) “ Influence of the electrolyte viscosity on the structural features of porous silicon ”<br />

M. Servidori, F. Ferrero, S. Lequien, S. Milita, A. Parisini, R. Romestain, S. Sama, S. Setzu, D.<br />

Thiau<strong>di</strong>ere, Solid State Communication, 118, 85-90, (2001)<br />

11) “ Photonic bandgap properties of nanoporous silicon microstructures ”,<br />

P. Ferrand, S. Setzu, and R. Romestain, The European Physical Journal - Applied Physics, 16,<br />

31-35 (2001).<br />

12) “ Photo-lithography for 2d optical microstructures in porous silicon. Application to<br />

nucleation of macropores”,<br />

S. Setzu, P. Ferrand, G. Lérondel, R. Romestain, Applied Surface Science, 186/1-4, pp. 588-<br />

593 (2002)<br />

13) Light assisted formation of porous silicon investigated by X-ray <strong>di</strong>ffraction and<br />

reflectivity, V. Chamard, S. Setzu, R. Romestain, Applied Surface Science , 191, 319 (2002)<br />

14) Depth profiling of the lateral pore size and correlation <strong>di</strong>stance in thin porous silicon<br />

Layers by grazing incidence small angle X-ray scattering.<br />

C. Ferrero, M. Servidori, D. Thiau<strong>di</strong>ère, S. Milita, S. Lequien, S. Sama, S. Setzu and T. H.<br />

Metzger. Journal of the Electrochemical Society. 150(7): E366-70 (2003)<br />

15) Single-mode planar optics for thermal infrared wavelengths astronomical<br />

interferometry<br />

Laurent E., Kern P.Y., Schanen I., Balan V., Vigreux C. Pradel A., Setzu S., Ferrand P.,<br />

Romestain R., Rousselet-Perraut K., Benech P. Procee<strong>di</strong>ngs of the Spie- The international<br />

Society for Optical Engineering; 4838: 1344-51 (2003)<br />

16) Determination of the refractive index of n+- and p-type porous Si samples.<br />

S. Setzu, R. Romestain, V. Chamard,<br />

Thin Solid Films, 460 (1-2), pp. 47-51 (2004)


174


Assegnista: Giovanni Severino<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> associazione tra il Disturbo Bipolare I e il gene del recettore<br />

dopaminergico D 1 in una popolazione sarda<br />

Severino G, Chillotti C, Ardau R, Mulas S, Asuni C., Congiu D, Piccar<strong>di</strong> M P<br />

Sezione <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze B. B. Bro<strong>di</strong>e<br />

OBBIETTIVI: Numerosi <strong>stu<strong>di</strong></strong> suggeriscono il coinvolgimento del sistema dopaminergico<br />

nella patogenesi del <strong>di</strong>sturbo bipolare. I geni che co<strong>di</strong>ficano per i recettori dopaminergici<br />

sono dei buoni can<strong>di</strong>dati per <strong>stu<strong>di</strong></strong>are una possibile associazione con questo <strong>di</strong>sturbo.<br />

L’obbiettivo del nostro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è quello <strong>di</strong> verificare la presenza <strong>di</strong> associazione tra il<br />

<strong>di</strong>sturbo Bipolare I (BP I) e il gene che co<strong>di</strong>fica per il recettore D1 ( DRD1), nella<br />

popolazione sarda, con un’approccio caso-controllo.<br />

MATERIALI E METODI: Nel nostro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sono stati inclusi solo pazienti che avevano<br />

<strong>di</strong>scendenti sar<strong>di</strong>. La <strong>di</strong>agnosi è stata fatta utilizzando i criteri del DSM-IV. Le notizie<br />

cliniche sono state raccolte <strong>di</strong>rettamente dal paziente me<strong>di</strong>ante la Schedule for<br />

Affective Disorder and Schizophrenia-Lifetime Version (SADS-L). Le notizie cliniche<br />

sono state completate, là dove possibile, attraverso la consultazione delle cartelle<br />

cliniche. L’età d’insorgenza è stata calcolata in base alla prima manifestazione del<br />

<strong>di</strong>sturbo inteso come episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tipo maniacale, ipomaniacale, depressivo o psicotico.<br />

Tutte le <strong>di</strong>agnosi sono state validate in cieco da due clinici esperti. I soggetti <strong>di</strong> controllo<br />

erano dei donatori <strong>di</strong> sangue, <strong>di</strong> origine sarda, che non assumevano terapia<br />

farmacologica per <strong>di</strong>sturbi psichiatrici. A tutti i soggetti partecipanti è stato chiesto <strong>di</strong><br />

firmare il consenso informato e sono stati prelevati 10 ml <strong>di</strong> sangue da una vena<br />

dell’avambraccio per l’estrazione del DNA. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato approvato dal comitato<br />

etico locale. Come marker genetici abbiamo utilizzato tre Single Nucleotide<br />

Polymorphim (SNP) localizzati nel I e nel II esone del gene. I polimorfismi sono stati<br />

rilevati me<strong>di</strong>ante PCR e <strong>di</strong>gestione con enzimi <strong>di</strong> restrizione. I dati sono stati valutati con<br />

il test del χ2 e con EM, come software abbiamo utilizzato SPSS e COCAPHASE.<br />

RISULTATI: Il campione dei pazienti era costituito da 170 BP I (105 femmine; 65<br />

maschi): età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 40.6 anni (DS = 13.5) ed età me<strong>di</strong>a dell’esor<strong>di</strong>o della<br />

sintomatologia <strong>di</strong> 24.7 anni (DS = 8.8). Il gruppo <strong>di</strong> controllo era costituito da 129<br />

soggetti (54 femmine, 75 maschi): età me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 42 anni (DS = 12.3). La <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>degli</strong> alleli nei controlli e nei proban<strong>di</strong> era in equilibrio <strong>di</strong> Hardy-Weimberg. Abbiamo<br />

riscontrato una <strong>di</strong>fferenza statisticamente significativa nelle frequenze alleliche dei tre<br />

SNP <strong>stu<strong>di</strong></strong>ati, tra proban<strong>di</strong> e controlli (800T/C p = 0.044; 48A/G p = 0.017; 1403T/C p =<br />

0.018). L’analisi <strong>degli</strong> aplotipi ha mostrato un χ ² globale = 26.38; df = 7; p = 0.00042.<br />

L’aplotipo 800T/-48A/-1403C, uno dei più rappresentati nel campione si è <strong>di</strong>mostrato<br />

statisticamente associato al <strong>di</strong>sturbo BP I (p = 0.0009).<br />

CONCLUSIONI: Nel nostro <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo evidenziato un’associazione positiva tra il<br />

DRD1 e il <strong>di</strong>sturbo BP I. I nostri dati confermano l’importanza <strong>di</strong> questo gene nella<br />

possibile eziopatogenesi <strong>di</strong> questa malattia.<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o genealogico, demografico e genetico <strong>di</strong> un villaggio (Escalaplano)<br />

attraverso l’analisi dei registri parrocchiali e alcuni STRs del cromosoma Y<br />

Saba G.*, Severino G.*, Del Zompo M.*, Squassina A.*, Serio S.*, Calò CM.**, Vona<br />

G.**, Ghiani ME.**<br />

*Sezione <strong>di</strong> Farmacologia Clinica, Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze<br />

**Dipartimento <strong>di</strong> Biologia Sperimentale<br />

La popolazione della Sardegna e i suoi villaggi, per la peculiarità della struttura genetica<br />

e dell’isolamento, sono stati spesso utilizzati per il mappaggio <strong>di</strong> geni coinvolti nelle<br />

malattie multifattoriali. La popolazione sarda è caratterizzata da un’alta variabilità<br />

dovuta: a) barriere geografiche e culturali; b) alto tasso <strong>di</strong> consanguineità; c) presenza<br />

della malaria che ha esercitato una forte pressione selettiva. L’identificazione <strong>degli</strong><br />

isolati in Sardegna sarebbe <strong>di</strong> grande utilità per la <strong>di</strong>scriminazione tra un’identità<br />

genetica casuale e una vera identità per <strong>di</strong>scendenza nello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> loci coinvolti in<br />

malattie complesse. Allo scopo <strong>di</strong> stimare la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una popolazione dell’interno della<br />

Sardegna (Escalaplano) per futuri <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> linkage <strong>di</strong>sequilibrium su malattie complesse,<br />

abbiamo raccolto dati <strong>di</strong> tipo storico demografico e genetico.<br />

Attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei registri ecclesiastici matrimoniali, oltre ai normali parametri che è<br />

possibile ricavare, quali l'endogamia e l'inincrocio, in questo lavoro si è tentato <strong>di</strong><br />

ricostruire anche la storia genealogica della popolazione <strong>di</strong> Escalaplano utilizzando<br />

solamente i registri <strong>di</strong> matrimonio.<br />

La popolazione è caratterizzata da un'alta endogamia unita ad una bassa<br />

consanguineità. Questi dati sono probabilmente da porre in relazione con la <strong>di</strong>mensione<br />

demografica del villaggio.<br />

Per stabilire l’ipotetica omogeneità genetica della popolazione o<strong>di</strong>erna <strong>di</strong> Escalaplano<br />

abbiamo effettuato un’analisi genetica e filogenetica sulla base <strong>degli</strong> aplotipi dei<br />

microsatelliti del cromosoma Y.<br />

Dall'analisi dell'albero filogenetico (NMJ) costruito sugli aplotipi risultanti dai campioni<br />

analizzati sono emersi due <strong>di</strong>versi cluster <strong>di</strong>stinti da molti passi <strong>di</strong> mutazione l’uno<br />

dall’altro. Il che ci fa presupporre che <strong>di</strong>scendano da antenati non comuni. Osservando<br />

l’albero genealogico <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui utilizzati per l’analisi genetica, è apparso che i<br />

soggetti che nella loro genealogia hanno antenati sempre <strong>di</strong> Escalaplano si trovano<br />

clusterizzati su una parte dell’albero filogenetico, mentre nell’altro cluster del NMJ si<br />

trovano in<strong>di</strong>vidui che hanno presentano nella loro genealogia antenati provenienti da<br />

altri villaggi, <strong>di</strong>stanti non più <strong>di</strong> 30 chilometri da Escalaplano. I risultati congiunti<br />

genealogici e genetici ottenuti hanno permesso <strong>di</strong> evidenziare una omogeneità genetica<br />

del campione.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Il Dott. Giovanni Severino dall’Ottobre 2001 ad oggi oltre al progetto specifico <strong>di</strong> ricerca<br />

legato all’ Assegno <strong>di</strong> Ricerca ha svolto, sempre sotto la supervisione della Prof.ssa<br />

Maria Del Zompo, la sua attività <strong>di</strong> ricerca nel campo delle neuroscienze cliniche con<br />

particolare interesse per gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> genetica molecolare delle malattie complesse: <strong>stu<strong>di</strong></strong><br />

d’associazione <strong>di</strong> geni can<strong>di</strong>dati con il <strong>di</strong>sturbo bipolare, schizofrenia e emicrania;<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle basi genetiche della risposta al farmaco; valutazione della comparsa <strong>di</strong><br />

reazioni avverse rare da farmaci. Nell’ambito della sua attività <strong>di</strong> Assegnista <strong>di</strong> Ricerca<br />

ha preso parte a due progetti del Ministero Dell'Istruzione, dell'<strong>Università</strong> e della<br />

Ricerca COFIN e FIRB rispettivamente dal titolo: “geni <strong>di</strong> suscettibilità nella<br />

schizofrenia deficitaria: <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> associazione con geni can<strong>di</strong>dati” e “farmacogenetica e<br />

farmacogenomica dei farmaci antipsicotici: identificazione <strong>di</strong> marcatori molecolari e<br />

profili genomici associati alla efficacia terapeutica e alla tossicità'”. Durante la sua<br />

formazione scientifica ha partecipato a <strong>di</strong>versi seminari, corsi e congressi, nazionali e<br />

internazionali, ed ha ricevuto due riconoscimenti per i lavori presentati. Ha partecipato<br />

175<br />

in qualità <strong>di</strong> relatore a <strong>di</strong>versi congressi. Nel 2003 ha partecipato come docente al Corso ECM<br />

(educazione continua in me<strong>di</strong>cina) per me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale dal titolo “Farmacologia<br />

Clinica e Farmacovigilanza: riflessioni sul buon uso del farmaco” presentando la relazione<br />

“Sviluppo <strong>di</strong> un farmaco: dalla preclinica alla clinica”; nel 2004 come docente al Corso ECM<br />

per farmacisti dal titolo “Interazioni tra Farmaci” presentando la relazione “Benzo<strong>di</strong>azepine e<br />

interazioni farmacologiche”.<br />

Inoltre per l’anno accademico 2003-2004 ha svolto attività <strong>di</strong> tutorato relativa alla <strong>di</strong>dattica<br />

assistita all’insegnamento <strong>di</strong> Farmacologia nel Corso <strong>di</strong> Laurea (canale pari) della Facoltà <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

G. SEVERINO, C. CHILLOTTI, M. LAI, V. LOI, M. DEL ZOMPO - "Effetto della terapia a lungo<br />

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study”. Schizophr Res. 2005 Feb 1;73(1):27-30.<br />

G. SEVERINO, C. CHILLOTTI, R. DE LISA, M. DEL ZOMPO, R. ARDAU - “Adverse<br />

reactions during imatinib and lansoprazole treatment in gastrointestinal stromal<br />

tumors“.<br />

Ann Pharmacother. 2005 Jan; 39(1):162-4.<br />

G. SEVERINO, D. CONGIU, C. SERRELI, R. DE LISA, C. CHILLOTTI, M. DEL ZOMPO, M.<br />

P. PICCARDI - A48G polymorphism in the D(1) receptor genes associated with bipolar I<br />

<strong>di</strong>sorder.Am J Med Genet B Neuropsychiatr Genet. 2005 Feb 9 [Epub ahead of print]


Assegnista: Francesca Sollai<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze e Tecnologie Biome<strong>di</strong>che<br />

ABSTRACT: Sporobolomyces salmonicolor come strumento per la rimozione <strong>di</strong> nitrati<br />

Francesca Sollai, Brunella Pisu, Flavia Taccori, Antonella Ledda, Enrico Sanjust<br />

Per migliorare il controllo e le prestazioni nei trattamenti biologici <strong>di</strong> depurazione delle<br />

acque reflue sia urbane che industriali si è pensato <strong>di</strong> costruire un nuovo biosensore<br />

immobilizzando su supporti soli<strong>di</strong> cellule vitali del lievito basi<strong>di</strong>omicete Sporobolomyces<br />

salmonicolor, dotato <strong>di</strong> attività enzimatica nitrato reduttasica (NR), al fine <strong>di</strong> rilevare la<br />

presenza <strong>di</strong> nitrati e nitriti nelle acque. Per valutare la crescita e l’assimilazione del<br />

nitrato<br />

da parte del lievito, si è fatto un ampio screening delle concentrazioni <strong>di</strong> NO3 ¯ presenti<br />

nei reflui urbani. Si sono <strong>stu<strong>di</strong></strong>ate le curve <strong>di</strong> crescita con <strong>di</strong>verse quantità <strong>di</strong> nitrato in<br />

terreno minimo contenente come unica fonte <strong>di</strong> azoto il NaNO 3 e parallelamente si è<br />

determinata la capacità <strong>di</strong> utilizzo del nitrato monitorando la comparsa del nitrito e la sua<br />

successiva scomparsa dal terreno <strong>di</strong> coltura. I risultati ottenuti hanno evidenziato che le<br />

<strong>di</strong>verse concentrazioni <strong>di</strong> nitrato influenzano la crescita <strong>di</strong> S. salmonicolor , che il nitrito<br />

compare durante la fase logaritmica <strong>di</strong> crescita per poi scomparire nella fase<br />

stazionaria. Vista poi la presenza <strong>di</strong> permeasi nella parete cellulare del lievito, che<br />

permettono il passaggio del nitrato e del nitrito, si è determinata la K M delle cellule<br />

intere libere. Quin<strong>di</strong> si è passati alla fase dell’immobilizzazione: in un primo tempo, si è<br />

pensato a una immobilizzazione <strong>di</strong> tipo chimico su un supporto <strong>di</strong> cellulosa (struttura<br />

sottile, facilmente manipolabile e soprattutto permeabile al nitrato), me<strong>di</strong>ante legame<br />

covalente. La meto<strong>di</strong>ca utilizzata prevede il trattamento della cellulosa (membrana da<br />

<strong>di</strong>alisi) prima con NaOH e poi con triclorotriazina, composto in grado <strong>di</strong> formare con il<br />

supporto in questione un legame covalente stabile e altamente elettrofilo <strong>di</strong>sponibile<br />

all’accoppiamento con una proteina, la Concanavalina A, in grado a sua volta <strong>di</strong> formare<br />

conplessi stabili con gli zuccheri (mannani) persenti nella parete cellulare del lievito. E’<br />

stata inoltre verificata al microscopio ottico la densità cellulare delle cellule<br />

immobilizzate al supporto, attraverso una conta effettuata con la camera <strong>di</strong> Thoma. Con<br />

questo esperimento oltre all’immobilizzazione delle cellule vitali, si sarebbe voluta<br />

determinare la KM delle cellule immobilizzate, cosa che non si è riusciti ad ottenere<br />

poiché le cellule immobilizzate anche se numerose risultano essere in numero<br />

nettamente inferiore rispetto a quanto neccessario per la determinazione della K M delle<br />

cellule libere. Quin<strong>di</strong> si è passati all’immobilizzazione <strong>di</strong> tipo fisico con intrappolamento<br />

delle cellule del lievito in gel <strong>di</strong> poliacrilamide e in alginato. Per quanto riguarda il gel in<br />

poliacrilamide, una volta inglobato uniformemente il lievito nel polimero al 7,5%, questo<br />

è stato sminuzzato finemente ottenendo così piccolissime particelle <strong>di</strong> gel inglobanti le<br />

cellule. Si sono valutati gli effetti, e le interazioni reversibili e irreversibili del lievito con la<br />

matrice polimerica, attraverso un’ attività dell’immobilizzato, passando successivamente<br />

alla caratterizzazione cinetica dell’enzima. Proce<strong>di</strong>mento analogo è stato seguito con un<br />

prodotto bioconvertibile, non tossico, <strong>di</strong> origine vegetale come l’alginato al 2%. Si è<br />

proceduto anche in questo caso alla determinazione della KM . I risultati ottenuti sono<br />

stati incoraggianti in quanto in entrambe le immobilizzazioni si sono potute <strong>stu<strong>di</strong></strong>are le<br />

caratteristiche cinetiche dell’enzima NR presente all’interno del nostro bioreattore<br />

immobilizzato. Come ci si poteva attendere, si è osservato un incremento della K M<br />

quando si è passati dalle cellule libere a quelle immobilizzate in poliacrilamide, dovuto,<br />

molto probabilmente, all’ostacolo dato dal gel nei confronti del substrato. Questo<br />

aumento della KM non è stato rilevato invece nell’immobilizzazione in alginato, dato che<br />

la KM presenta un valore circa uguale a quello delle cellule libere. Le particelle <strong>di</strong><br />

alginato, così come quelle <strong>di</strong> poliacrilamide con le cellule intrappolate, presentano,<br />

rispetto ad altri meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> immobilizzazione, vantaggi <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> preparazione<br />

semplici, eventuale passaggio dalla piccola scala a quella industriale contenuto nei<br />

costi, e impatto ambientale ridotto.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

L’assegnista <strong>di</strong> Ricerca Dott.ssa Francesca Sollai ha preso servizio nell’aprile 2003 e si<br />

è occupata <strong>di</strong> portare avanti il progetto <strong>di</strong> ricerca che consiste nella caratterizzazione<br />

biologica e biochimica del lievito non patogeno aerobio Sporobolomyces salmonicolor e<br />

nella sua successiva applicazione come sistema biocatalitico immobilizzato. Le<br />

metodologie <strong>di</strong> rilevamento integrale <strong>di</strong> specifici inquinanti presenti nelle acque reflue<br />

derivate dalle produzioni industriali e da scarichi urbani, coinvolgono sempre più<br />

frequentemente l’utilizzo dei biosensori. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sperimentale, svolto in questo<br />

biennio dall’Assegnista ha riguardato la preparazione <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>atore biologico atto a<br />

permettere la costruzione <strong>di</strong> un nuovo biosensore <strong>di</strong> inquinamento, specifico per il<br />

monitoraggio dei nitrati e nitriti nelle acque, come possibile alternativa ai meto<strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> rilevamento <strong>di</strong> inquinanti. Quello proposto utilizza come bioreattore<br />

cellulare il lievito Sporobolomyces salmonicolor <strong>di</strong>versamente immobilizzato su supporti<br />

soli<strong>di</strong>, dotato <strong>di</strong> attività nitrato (NR) e nitrito (NiR) reduttasica al fine <strong>di</strong> rilevare la la<br />

presenza <strong>di</strong> nitrati e nitriti. I risultati preliminari ottenuti con il lievito hanno consentito<br />

l’instaurarsi <strong>di</strong> un rapporto <strong>di</strong> collaborazione con l’AMGA (Genova) e l’Hydrocontrol<br />

(<strong>Cagliari</strong>), e saranno oggetto <strong>di</strong> pubblicazioni su riviste scientifiche specializzate e <strong>di</strong><br />

probabili future applicazioni industriali.<br />

Inoltre l’Assegnista si è occupata dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dell’enzimologia applicata del fungo<br />

basi<strong>di</strong>omicete Pleurotus sajor-caju. I Pleurotus appartengono alla categoria dei funghi<br />

lignicoli, ossia capaci <strong>di</strong> vivere e crescre a spese <strong>di</strong> materiale lignocellulosico, in altre<br />

parole qualsiasi materiale vegetale contenente lignina: legno, foglie, scorze, bucce <strong>di</strong><br />

frutti ecc..Uno dei problemi nei paesi ad economia agricola intensiva è lo smaltimento<br />

rapido dei residui agroindustriali vegetali e derivati da attività agricola. Le Biotecnologie<br />

possono essere coinvolte nello smaltimento e riutilizzo <strong>di</strong> tali scarti. A questo proposito, i<br />

funghi del genere Pleurotus possono essere usati per il biorisanamento, essi infatti sono<br />

capaci <strong>di</strong> vivere e crescere a spese <strong>di</strong> materiale lignocellulosico, infatti secernono<br />

enzimi extracellulari che attaccano e demoliscono questo materiale. L’enzima oggetto<br />

dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è la laccasi (Lc), enzima inducibile in<strong>di</strong>spensabile per la degradazione della<br />

lignina e indotta da essa stessa. A questo scopo in laboratorio si sono testate altre<br />

sostanze <strong>di</strong> natura chimica aromatica più semplici della lignina come l’acido ferulico,<br />

l’acido 4-idrossi benzensolfonico, lo juglone ecc., nel tentativo <strong>di</strong> purificare e<br />

caratterizzare parallelalmente le laccasi prodotte, per quanto riguarda i primi due<br />

composti, e verificare degradazione e tossicità per il naftochinone vegetale juglone.<br />

L’enzima purificato sarà immobilizzato su opportuni supporti in vista <strong>di</strong> applicazioni<br />

tecnologiche.<br />

Inoltre la Dott.ssa Sollai ha svolto attività <strong>di</strong>dattica per i laurean<strong>di</strong> in Scienze Biologiche<br />

e in Chimica interni del laboratorio <strong>di</strong> Biochimica nella preparazione <strong>di</strong> tesi sperimentali,<br />

e attività <strong>di</strong> Tutor per il corso <strong>di</strong> Biochimica in Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1) DEGRADATION OF JUGLONE BY PLEUROTUS SAJOR-CAJU<br />

N. CURRELI, A. RESCIGNO, A. RINALDI, B. PISU, F.SOLLAI and E. SANJUST<br />

Mycol. Res. 108 (8): 913-918 (August 2004)<br />

2) 3-HYDROXYKYNURENINA AS A SUBSTRATE/ACTIVATOR FOR<br />

MUSHROOM TYROSINASE<br />

E. SANJUST, G. CECCHINI, F. SOLLAI, N. CURRELI and A. RESCIGNO<br />

Archives of Biochemistry and Biophysics 412 (2003) 272-278<br />

177<br />

3) TYROSINASE INHIBITION: GENERAL AND APPLIED ASPECTS<br />

A. RESCIGNO, F. SOLLAI, B. PISU, A. RINALDI and E. SANJUST<br />

Journal of Enzyme Inhibition and Me<strong>di</strong>cal Chemistry, (2002) vol. 17 (4), pp 207-218<br />

Review Article<br />

4) FLAVIN-GRAFTED POLY(VINIL ALCOHOL):PREPARATION AND<br />

PROPERTIES<br />

E. SANJUST, D. COCCO, N. CURRELI, A. RESCIGNO, F. SOLLAI, J.V. BANNISTER<br />

Journal of Applied Polymer Science, Vol 85, 2471-2477 (2002)<br />

5) EFFECTS OF PLANT-DERIVED NAPHTHOQUINONES ON THE GROWTH OF<br />

PLEUROTUS SAJOR-CAJU AND DEGRADATION OF THE COMPOUNDS BY FUNGAL<br />

CULTURES<br />

N CURRELI, F. SOLLAI, L. MASSA, O. COMANDINI, A. RUFFO, E. SANJUST, A. RINALDI<br />

and A. C. RINALDI<br />

J. Basic Microbiol. 41 (2001) 5, 253-259<br />

6) BIOSYNTHESIS OF THE TOPAQUINONE COFACTOR IN COPPER AMINE<br />

OXIDASES Evidence from model <strong>stu<strong>di</strong></strong>es<br />

C. RINALDI, C. M. PORCU, S. OLIVA, N. CURRELI, A. RESCIGNO, F. SOLLAI, A.<br />

RINALDI,<br />

A. FINAZZI-AGRO’and E.SANJUST<br />

Eur. J. Biochem. 251, 91-97 (1998) FEBS<br />

7) EFFECT OF HJDROXYANTHRANILIC ACID ON MUSHROOM TYROSINASE<br />

ACTIVITY<br />

A. RESCIGNO, E. SANJUST, G.SODDU, A.C. RINALDI, F. SOLLAI, N.CURRELI<br />

Biochimica et Biophysica Acta 1384 (1998) 268-276<br />

8) MILD ALKALINE/OXIDATIVE PRETREATMENT OF WHEAT STRAW<br />

N. CURRELI, M. B. FADDA, A. RESCIGNO, A. C. RINALDI, G. SODDU, F. SOLLAI, S.<br />

VACCARGIU, E. SANJUST and A. RINALDI<br />

Process Biochemystry Vol. 32. No. 8. pp 665-670, (1997)<br />

9) DETECTION OF LACCASE, PEROXIDASE, AND POLYPHENOL OXIDASE ON<br />

A SINGLE POLYACRYLAMIDE GEL ELECTROPHORESIS<br />

A. RESCIGNO, E. SANJUST, L. MONTANARI, F. SOLLAI, G. SODDU, A..C. RINALDI, S.<br />

OLIVA, A. RINALDI<br />

Analytical Letters, 30(12), 2211-2220 (1997)<br />

10) DIAFILTRATION IN PRESENCE OF ASCORBATE IN THE PURIFICATION OF<br />

MUSHROOM TYROSINASE<br />

A. RESCIGNO, F. SOLLAI, E. SANJUST, A. C.RINALDI, N. CURRELI and A. RINALDI<br />

Phytochemistry, vol. 46, No. 1, pp. 21-22, (1997)<br />

11) POLYPHENOL OXIDASE ACTIVITY STAINING IN POLYACRYLAMIDE<br />

ELECTROPHORESIS GELS<br />

A. RESCIGNO, F. SOLLAI, A. C RINALDI, G. SODDU, E. SANJUST<br />

J. Biochem. Biophys. Methods 34 (1997) 155-159<br />

12) NOVEL DIAZONIUM -FUNCTIONALIZED SUPPORT FOR IMMOBILIZATION<br />

EXPERIMENTS<br />

N. CURRELI, S. OLIVA, A. RESCIGNO, A. C. RINALDI, F. SOLLAI, E. SANJUST<br />

Journal of Applied Polymer Science, Vol. 66, 1433-1438 (1997)<br />

13) NEW MERCURATED RESINS FOR COVALENT IMMOBILISATION<br />

E. SANJUST, C. ANGIUS, N. CURRELI, D. GRIFFI, M. C. PORCU, A. C. RINALDI, F.<br />

SOLLAI, A. RESCIGNO and A. RINALDI<br />

Eur. Polym. J. Vol. 33, No.4 pp. 549-551 (1997)<br />

14) DOPAQUINONE HYDROXYLATION THROUGH TOPAQUINONE COFACTOR<br />

IN COPPER AMINE OXIDASE: A SIMPLIFIED CHEMICAL MODEL<br />

A. C. RINALDI, A. RESCIGNO, F. SOLLAI, G. SODDU, N. CURRELI, A. RINALDI, A.<br />

FINAZZI-AGRO’, E. SANJUST<br />

Biochemistry and Molecular Biology International Vo.40, No. 1, September (1996)pp.189-197<br />

15) EFFECT OF SOME SUBSTITUTED ANTHRAQUINONES AND ANTHONES ON<br />

LACCASE PRODUCTION IN PLEUROTUS SAJOR-CAJU<br />

F. SOLLAI, N. CURRELI, M. C. PORCU, A. RESCIGNO, A. C.RINALDI, A. RINALDI,<br />

P. ROSSINO, G. SODDU E. SANJUST<br />

Biochemical Archives, Vol. 12, pp. 7-12, (1996)<br />

16) PURIFICATION AND CHARACTERIZATION OF AN NAD(P)H:QUINONE<br />

OXIDOREDUCTASE FROM GLICINE MAX SEEDLING<br />

A. RESCIGNO, F. SOLLAI, S. MASALA, M. C. PORCU, A..C.RINALDI, N. CURRELI, D.<br />

GRIFFI and A. RINALDI<br />

Preparative Biochemystry, 25(1&2), 57-67 (1995)


178


Assegnista: Maria Cristina Spada<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Estensione del Linkage Disequilibrium nella popolazione Sarda<br />

A. Maschio 1 , G. Sole 1 , L. Balaci 2 , D. Altea 2 , N. Olla 1 , C. Spada 2* ,S. Rassu 2* , E. Mocci 1 ,<br />

S. Doratiotto 1 , M. Devoto 3 , A. Cao 1,2 ., G. Pilia 1,2<br />

1 - Istituto <strong>di</strong> Ricerca sulle Talassemie ed Anemie Me<strong>di</strong>terranee, CNR, <strong>Cagliari</strong>, Italy<br />

2 - Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, <strong>Cagliari</strong>,<br />

Italy<br />

3 - Dipartimento <strong>di</strong> Oncologia, Biologia e Genetica, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Genova, Genova, Italy<br />

Il linkage <strong>di</strong>sequilibrium (LD), l’associazione non casuale <strong>di</strong> alleli in loci strettamente<br />

associati, è ancora scarsamente compreso nel genoma umano; ci sono prove che<br />

l’andamento del LD vari tra le popolazioni. Visto che la fattibilità <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> mappatura<br />

sono criticamente <strong>di</strong>pendenti dalla estensione del linkage <strong>di</strong>sequilibrium, abbiamo<br />

esaminato il modello <strong>di</strong> LD per 24 polimorfismi in un campione proveniente da una<br />

popolazione Sarda. L’insieme <strong>degli</strong> aplotipi dei fondatori sono stati identificati con il<br />

programma Simwalk 2 in un campione <strong>di</strong> 100 famiglie.<br />

I marcatori microsatellite provengono da tre regioni genomiche - 118 Kb sul cromosoma<br />

12q14, 10 Mb sul cromosoma 13q14.2-q21.1 e 128 Kb sul cromosoma 16p12.1-p11.2.<br />

Per ciascuna coppia <strong>di</strong> marcatori viene misurata la forza della associazione attraverso il<br />

test del chi-quadro e viene calcolato il D’ multiallelico standar<strong>di</strong>zzato. Una misura<br />

largamente utilizzata è la metà della lunghezza del LD - la <strong>di</strong>stanza in cui il D’ me<strong>di</strong>o si<br />

abbassa sotto lo 0,5.<br />

Come atteso, il LD tendeva ad essere più significativo tra marcatori vicini, ma alcune<br />

volte i marcatori <strong>di</strong>stanti 6 - 6,5 Mb mostravano un p


180


Assegnista: Succu Salvatora<br />

Struttura: Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze<br />

ABSTRACT: Ruolo dei neurotrasmettitori e dei neuropepti<strong>di</strong> nel controllo centrale<br />

dell’assunzione <strong>di</strong> cibo e della funzione erettile<br />

Stu<strong>di</strong> recenti hanno portato alla identificazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi neurotrasmettitori e<br />

neuropepti<strong>di</strong> nel controllo centrale della assunzione <strong>di</strong> cibo e della funzione sessuale a<br />

livello <strong>di</strong> alcuni nuclei ipotalamici, quali il nucleo arcuato e il nucleo paraventricolare<br />

(PVN). Tra i neuropepti<strong>di</strong> che stimolano l’assunzione <strong>di</strong> cibo sono inclusi pepti<strong>di</strong> che<br />

liberano ormone della crescita (GH) e che includono l’esarelina e i suoi derivati, la<br />

ghrelina, peptide isolato <strong>di</strong> recente dalla parete gastrica che agisce sugli stessi recettori<br />

attivati dalla esarelina e altri pepti<strong>di</strong> GH secretagoghi. In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato<br />

<strong>di</strong>mostrato che la somministrazione centrale e sistemica dell’esarelina e <strong>di</strong> alcuni suoi<br />

analoghi, al pari della ghrelina, aumenta l’assunzione <strong>di</strong> cibo in ratti con libero accesso<br />

al cibo. L’effetto facilitatorio sull’assunzione <strong>di</strong> cibo da parte <strong>di</strong> questi pepti<strong>di</strong> si osserva<br />

quando questi vengono iniettati nel nucleo arcuato e per alcuni analoghi dell’esarelina<br />

anche nel PVN, ma non nel nucleo ventrome<strong>di</strong>ale o nell’area preottica me<strong>di</strong>ale<br />

dell’ipotalamo. Questo effetto oressigenico della ghrelina (0.01-1µg), dell’esarelina e dei<br />

suoi analoghi (0.02-1µg) è prevenuto dalla somministrazione centrale <strong>di</strong> (DTyr 2 , DThr 32 )<br />

neuropeptide Y (10µg), un antagonista dei recettori del neuropeptide Y, uno dei più<br />

potenti neuropepti<strong>di</strong> oressigenici, contenuto in neuroni che dal nucleo arcuato proiettano<br />

nel PVN, ma non dal composto MZ-471 (10 µg), un antagonista dei recettori del peptide<br />

ipotalamico GH-RH, che libera il GH dall’ipofisi anteriore. Questi risultati suggeriscono<br />

che la ghrelina possa essere l’agonista endogeno dei recettori su cui agiscono<br />

l’esarelina e i suoi analoghi per facilitare l’assunzione <strong>di</strong> cibo e che questo effetto sia<br />

me<strong>di</strong>ato dalla attivazione della trasmissione del neuropeptide Y a livello ipotalamico e<br />

non dalla liberazione del GH.<br />

Inaspettatamente alcuni analoghi dell’esarelina, ma non l’ esarelina e la ghrelina,<br />

quando iniettati nel PVN sono stati trovati capaci <strong>di</strong> indurre erezione peniena al pari <strong>di</strong><br />

altri agenti, quali i dopamino-agonisti (apomorfina), l’ossitocina e <strong>degli</strong> agonisti dei<br />

recettori <strong>degli</strong> aminoaci<strong>di</strong> eccitatori del tipo NMDA. Differenti esperimenti <strong>di</strong>mostrano<br />

che l’effetto proerettile <strong>di</strong> questi pepti<strong>di</strong> è me<strong>di</strong>ato dalla stimolazione <strong>di</strong> specifici recettori,<br />

<strong>di</strong>fferenti da quelli che me<strong>di</strong>ano l’assunzione <strong>di</strong> cibo, in seguito alla quale si ha un<br />

aumento della trasmissione ossitocinergica centrale con un meccanismo simile a quello<br />

descritto precedentemente per i farmaci dopamino-agonisti, ossitocina e acido N-metil-<br />

D-aspartico (NMDA). In particolare, l’aumento della trasmissione ossitocinergica da<br />

parte <strong>degli</strong> analoghi dell’esarelina che inducono l’erezione peniena sembra me<strong>di</strong>ata da<br />

un aumento della attività della NO sintetasi presente nel corpo cellulare dei neuroni<br />

ossitocinergici che proiettano dal PVN in aree extra-ipotalamiche e nel midollo spinale<br />

che me<strong>di</strong>ano la risposta erettile.<br />

Questi <strong>stu<strong>di</strong></strong> suggeriscono che pepti<strong>di</strong> analoghi dell’esarelina potrebbero essere utilizzati<br />

per la terapia delle <strong>di</strong>sfunzioni erettili <strong>di</strong> origine psicogena e in quei <strong>di</strong>sturbi in cui esiste<br />

calo dell’appetito (anoressia, cachessia ed altri)<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

E’ stato <strong>di</strong>mostrato che pepti<strong>di</strong> che stimolano la liberazione <strong>di</strong> GH (esarelina e analoghi)<br />

e la ghrelina, ormone recentemente isolato dallo stomaco, stimolano l’assunzione <strong>di</strong><br />

cibo quando iniettati nel nucleo arcuato (AR) <strong>di</strong> ratti maschi. La ghrelina ed alcuni<br />

analoghi del peptide GH secretagogo esarelina inducono assunzione <strong>di</strong> cibo anche<br />

quando iniettati nel nucleo paraventricolare dell’ipotalamo (PVN). Questo suggerisce<br />

che esistono <strong>di</strong>versi sottotipi <strong>di</strong> recettori per la ghrelina ed i GH secretagoghi. Poiché<br />

l’effetto <strong>di</strong> questi pepti<strong>di</strong> è prevenuto dal blocco dei recettori del neuropeptide Y, questi<br />

pepti<strong>di</strong> inducono assunzione <strong>di</strong> cibo liberando neuropeptide Y nell’ipotalamo. Inoltre,<br />

alcuni analoghi dell’esarelina, ma non la ghrelina, inducono anche erezione peniena<br />

quando iniettati nel PVN, area importante nel controllo della funzione sessuale. Anche<br />

alcuni frammenti della proteina VGF VGF556-576 , VGF588-597 , VGF599-617 e VGF556-576 ),<br />

altamente espressa nell’ipotalamo e nei suoi nuclei, incluso il PVN, sono stati trovati<br />

capaci <strong>di</strong> indurre erezione peniena quando iniettati nel PVN. I frammenti testati però non<br />

inducono assunzione <strong>di</strong> cibo quando iniettati nel PVN e/o nell’AR, sebbene sia stato<br />

suggerito da <strong>stu<strong>di</strong></strong> con topi knockout per il gene vgf (che co<strong>di</strong>fica la proteina VGF), che<br />

questa sia implicata nel controllo del fabbisogno energetico. Questi risultati <strong>di</strong>mostrano<br />

per la prima volta che la proteina VGF è coinvolta nel controllo della funzione sessuale,<br />

in accordo con il fatto che i topi knockout per il VGF sono sessualmente immaturi e<br />

sterili.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. M.R. MELIS, S.SUCCU, A. ARGIOLAS. Dopamine agonists increase nitric oxide<br />

production in the paraventricular nucleus of the hypothalamus: correlation with penile<br />

erection and yawning. Eur. J. Neurosci. 8: 2056-2063, 1996.<br />

2. M.R. MELIS, S.SUCCU, U. IANNUCCI, A. ARGIOLAS. Oxytocin increases nitric<br />

oxide production in the paraventricular nucleus of the hypothalamus: correlation with<br />

penile erection and yawning. Reg. Peptides 69: 105-112, 1997.<br />

3. M.R. MELIS, S.SUCCU, U. IANNUCCI, A. ARGIOLAS. Morphine prevention of<br />

apomorphine- and oxytocin-induced penile erection and yawning: involvement of nitric<br />

oxide. Naunyn-Schmiedeberg's Arch. Pharmacol 355: 595-600, 1997.<br />

4. M.R. MELIS, S.SUCCU, U. IANNUCCI, A. ARGIOLAS. N-methyl-D-aspartic aci<strong>di</strong>nduced<br />

penile erection and yawning: role of hypothalamic paraventricular nitric oxide.<br />

Eur. J. Pharmacol.328: 115-123, 1997.<br />

5. M.R. MELIS, S.SUCCU, A. ARGIOLAS. Prevention by morphine of N-methyl-Daspartic<br />

acid induced penile erection and yawning:involvement of nitric oxide. Brain Res.<br />

Bull. 42: 689-694,1997.<br />

6. M.R. MELIS, S.SUCCU, A. MAURI, A. ARGIOLAS. Nitric oxide production is<br />

increased in the paraventricular nucleus of the hypothalamus of male rats during noncontact<br />

penile erections and copulation. Eur. J. Neurosci. 10: 1968-1974, 1998.<br />

7. S. SUCCU, M.S. SPANO, M.R. MELIS, A. ARGIOLAS. Different effects of ωconotoxin<br />

on penile erection, yawning and paraventricular nitric oxide production in male<br />

rats. Eur. J. Pharmacol. 359: 19-26, 1998.<br />

8. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. SPANO, A. ARGIOLAS. Morphine injected into the<br />

paraventricular nucleus of the hypothalamus prevents non contact erections and impairs<br />

copulation: involvement of nitric oxide. Eur. J. Neurosci.11: 1857-1864, 1999.<br />

9. M.R. MELIS, M.S. SPANO, S. SUCCU, A. ARGIOLAS. The oxytocin antagonist<br />

d(CH 2 ) 5 Tyr(Me) 2 -Orn 8 -vasotocin reduces non-contact penile erections in male rats.<br />

Neurosci. Lett. 265: 171-174, 1999.<br />

10. M.R. MELIS, M.S. SPANO, S.SUCCU, A. ARGIOLAS. Activation of GABA A<br />

receptors in the paraventricular nucleus of the hypothalamus reduces apomorphine-,<br />

NMDA- and oxytocin-induced penile erection and yawning in male rats. Neurosci. Lett.<br />

281: 127-130, 2000.<br />

181<br />

11. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. SPANO, A. ARGIOLAS. Effect of excitatory amino acid,<br />

dopamine and oxytocin receptor antagonists on non-contact penile erections and<br />

paraventricular nitric oxide production in male rats. Behav. Neurosci.114: 849-857, 2000.<br />

12. M.R. MELIS, M.S. SPANO, S.SUCCU, A. TORSELLO, V. LOCATELLI, E.E. MULLER,<br />

A. ARGIOLAS. EP 60761 and EP 50885, two hexarelin anolgues, induce penile erection in<br />

male rats. Eur. J. Pharmacol. 404: 137-143, 2000.<br />

13. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. SPANO, A. TORSELLO, V. LOCATELLI, E.E. MULLER,<br />

R. DEGHENGHI, A. ARGIOLAS. EP 60761- and EP 50885-induced penile erection: structureactivity<br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>es and comparison with apomorphine, oxytocin and N-methyl-D-aspartic acid. Int.<br />

J. Impotence Res. 12: 255-262, 2000.<br />

14. A. TORSELLO, V. LOCATELLI, M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. SPANO, R.<br />

DEGHENGHI, E.E. MULLER, A. ARGIOLAS. Differential orexiigenic effects of hexarelin and<br />

its analogues in the rat hypothalamus: in<strong>di</strong>cation for multiple growth hormone receptor<br />

subtypes. Neuroendocrinology 72: 327-332, 2000.<br />

15. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. SPANO, A. TORSELLO, V. LOCATELLI, E.E. MULLER,<br />

R. DEGHENGHI, A. ARGIOLAS. Penile erection induced by EP 80661 and other hexarelin<br />

peptide analogues: role of paraventricular nitric oxide. Eur. J. Pharmacol. 411:305-310, 2001.<br />

16. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. SPANO, R. DEGHENGHI, A. ARGIOLAS. EP 91073<br />

prevents EP 80661-induced penile erection: new evidence for the existence of specific EP<br />

peptide receptors medaiting penile erection. Neuropharmacology 41: 254-262, 2001.<br />

17. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. MASCIA, A. ARGIOLAS. The activation of γ-aminobutyric<br />

acid A receptors in the paraventricular nucleus of the hypothalamus reduces non-contact<br />

penile erections in male rats. Neurosci. Lett. 314: 123-126, 2001.<br />

18. M.R. MELIS, M.S. MASCIA, S.SUCCU, V. LOCATELLI, E.E. MULLER, R.<br />

DEGHENGHI, A. ARGIOLAS. Ghrelin injected into the paraventricular nucleus of the<br />

hypothalamus of male rats induces fee<strong>di</strong>ng but not penile erection. Neurosci. Lett. 328: 339-<br />

343, 2002.<br />

19. M.R. MELIS, S. SUCCU, M.S. MASCIA, L. CORTIS, A. ARGIOLAS. Extra-cellular<br />

dopamine increases in the paraventricular nucleus of male rats during sexual activity. Eur. J.<br />

Neurosci. 17, 1266-1272, 2003<br />

20. S. SUCCU, M. S. MASCIA, T. MELIS, M. R. MELIS, A. ARGIOLAS. Activation of<br />

GABA A and opioid receptors reduce penile erection induced by hexarelin analogues:<br />

involvement of nitric oxide. Pharmacol. Biochem. Behav. 76, 563-570, 2003.<br />

21. M.R. MELIS, S. SUCCU, M.S. MASCIA, A. ARGIOLAS. Antagonism of cannabinoid<br />

CB1 receptors in the paraventricular nucleus of male rats induces penile erection. Neurosci.<br />

Lett. 359(1-2), 17-20, 2004.<br />

22. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. MASCIA, L. CORTIS, A. ARGIOLAS. Extra-cellular<br />

excitatory amino acids increase in the paraventricular nucleus of male rats during sexual<br />

activity: main role of NMDA receptors in erectile function. Eur. J. Neurosci. 19, 2569-2575,<br />

2004.<br />

23. S. SUCCU, C. COCCO, M.S. MASCIA, T. MELIS, M.R. MELIS, R. POSSENTI, A.LEVI,<br />

G.L. FERRI, A. ARGIOLAS. Pro-VGF-derived peptides induce penile erection in male rats:<br />

possible involvement of oxytocin. Eur. J. Neurosci. 20(11),3035-40, 2004.<br />

Comunicazioni a Congressi<br />

1. M.R. MELIS, S. SUCCU, O. PORCEDDU, A. PIBIRI, A. ARGIOLAS: Role of nitric<br />

oxide in penile erection and yawning induced by 5-HT 1c receptor agonists in male rats. 8th<br />

Sar<strong>di</strong>nian Conference on neuroscience, Villasimius (CA) Italy, May 24-28, 1995. Behav.<br />

Pharmacol. 6 (Suppl. 1), 134-135, 1995.<br />

2. ARGIOLAS, S. SUCCU, O. PORCEDDU, M.R. MELIS: L'apomorfina aumenta la<br />

concentrazione <strong>di</strong> NO 2- nel nucleo paraventricolare dell'ipotalamo <strong>di</strong> ratto: correlazione con<br />

l'induzione <strong>di</strong> erezione peniena e sba<strong>di</strong>glio. III Convegno: Aspetti biologici dell'ossido <strong>di</strong> azoto.<br />

Bologna 24-25 novembre 1995.<br />

3. M.R. MELIS, S. SUCCU, A. ARGIOLAS: Nitric oxide donors induce penile erection and<br />

yawning when injected into the central nervous sistem of male rats. Sixth International Meeting<br />

of the European Behavioral Pharmacology Society, <strong>Cagliari</strong> 17-21 May 1995. Behav.<br />

Pharmacol. 7, suppl. 1, 69 (1996).<br />

4. ARGIOLAS, S.SUCCU, M.R: MELIS: Dopamine agonists increase paraventricular nitric<br />

oxide production in male rats: correlation with penile erection and yawning. Soc. Neurosci.<br />

Abs. 22, 155 (1996).<br />

5. M.R. MELIS, S.SUCCU, A. ARGIOLAS: Oxytocin increases paraventricular nitric oxide<br />

production in male rats: correlation with penile erection and yawning. Soc. Neurosci. Abs. 22,<br />

155 (1996).<br />

6. ARGIOLAS, S.SUCCU, U. IANNUCCI, D. ISOLA, M.R, MELIS: N-methyl-D-<br />

aspartic acid-induced penile erection and yawning: role of hypothalamic paraventricular nitric<br />

oxide. Soc. Neurosci. Abs. 23, 687 (1997).<br />

7. M.R. MELIS, S.SUCCU, A. FRESU, S. CAMPAGNA, A. ARGIOLAS: Prevention by<br />

morphine of apomorphine- and Oxytocin-induced penile erection and yawning: involvement of<br />

nitric oxide. Soc. Neurosci. Abs. 23, 909 (1997).<br />

8. S. SUCCU, M.S. SPANO, A. FRESU, D. ISOLA, A. ARGIOLAS, M.R. MELIS: L'ossido<br />

nitrico aumenta durante le erezione peniene ex copula ed in copula nel nucleo<br />

paraventricolare dell'ipotalamo. I convegno regionale della Sezione sarda della Società Italiana<br />

<strong>di</strong> Psichiatria Biologica, Su Cologone, Oliena, Nuoro, <strong>di</strong>cembre 1997)<br />

9. ARGIOLAS, S. SUCCU, M.S. SPANO, M.R. MELIS: Modulazione peptidergica del<br />

comportamento sessuale maschile. XI congresso della Società Italiana <strong>di</strong><br />

Neuropsicofarmacologia, Trieste 10-13 giugno 1998.<br />

10. M.R. MELIS, S.SUCCU, M.S. SPaNO, S. MURGIA, A. ARGIOLAS: La produzione <strong>di</strong><br />

ossido nitrico (NO) è aumentata durante le erezioni indotte dalla presenza <strong>di</strong> una femmina<br />

recettiva e durante il comportamento copulatorio nel nucleo paraventricolare dell'ipotalamo del<br />

ratto. IV Convegno nazionale-Aspetti Biologici dell'ossido <strong>di</strong> azoto. Urbino 20-21 novembre<br />

1998.<br />

11. M.R. MELIS, S. SUCCU, M.S. SPANO, A. ARGIOLAS: Nitric oxide is increased in the<br />

paraventricular nucleus of the hypothalamus of male rats during noncontact erections and<br />

copulation. Soc. Neurosci. Abs. 24, 80.08 (1998).<br />

12. ARGIOLAS, S. SUCCU, M.S. SPANO, M.R. MELIS: Different effects of omega-<br />

conotoxin-GVIA on drug- and oxytocin-induced penile erection, yawning and paraventricular<br />

nictric oxide production. Soc. Neurosci. Abs. 24, 470.14 (1998).<br />

13. ARGIOLAS, S. MURGIA, S. SUCCU, M.S. SPANO, M.R. MELIS: The oxytocin<br />

antagonist d(CH<br />

2<br />

)<br />

5<br />

Tyr(Me)-Orn 8 -vasotocin reduces non-contact penile erections in male<br />

rats. Soc. Neurosci. Abs. 25, 243.4 (1999).<br />

14. M.R. MELIS, S. SUCCU, M.S. SPANO, S. MURGIA, A. ARGIOLAS: Morphine injected<br />

into the paraventricular nucleus of the hypothalamus (PVN) prevents non contact penile<br />

erections and impairs copulation: involvement of nitric oxide. Soc.Neurosci. Abs. 25, 680.2<br />

(1999).<br />

15. A.ARGIOLAS, M.R. MELIS, S. SUCCU, M.S. SPANU, V. LOCATELLI, E.E. MULLER,<br />

R. DEGHENGHI: Peptide analogs of the GH-releasing peptide hexarelin induce penile<br />

erection in male rats:structure-activity <strong>stu<strong>di</strong></strong>es and comparison with apomorphine, oxytocin and<br />

N-methyl-D-aspartatic acid. The Endocrine Society 82nd Annual Meeting June 21-24,2000,<br />

San Diego California, USA, <strong>Abstract</strong>s Book pag. 273.


16. M.R. MELIS, S. SUCCU, M.S. SPANO, A. ARGIOLAS: Effect of excitatory<br />

aminoacid, dopamine and oxytocin receptor antagonists on noncontact penile erections<br />

and paraventricular nitric oxide production in male rats. Soc. Neurosci. Abs. 26, 855.1<br />

(2000).<br />

182


Assegnista: Pietro Testoni<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT: Problematiche scientifiche e tecnologiche dei sistemi <strong>di</strong> riscaldamento<br />

ad<strong>di</strong>zzionali in esperimenti <strong>di</strong> fusione termonucleare controllata<br />

Pietro Testoni, Alessandra Fanni, Piergiorgio Sonato*<br />

DIEE Universita’ <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, *DIE Universita’ <strong>di</strong> Padova<br />

In un reattore per la fusione termonucleare controllata (Tokamak) la corrente <strong>di</strong> plasma<br />

e’ generata per effetto trasformatorico in cui il secondario del trasformatore consiste<br />

nella stessa corrente <strong>di</strong> plasma. Un iniziale riscaldamento del plasma e’ ottenuto per<br />

effetto Joule dalla corrente stessa, ma per ottenere delle temperature che <strong>di</strong>ano luogo e<br />

sostengano la reazione <strong>di</strong> fusione sono in<strong>di</strong>spensabili dei sistemi <strong>di</strong> riscaldamento<br />

ad<strong>di</strong>zionali perche’ la resistivita’ del plasma decresce al crescere della sua temperatura.<br />

Si e’ soliti classificare i sistemi <strong>di</strong> riscaldamento ad<strong>di</strong>zionali del plasma in due classi. La<br />

prima classe e’ quella dei sistemi <strong>di</strong> riscaldamento per iniezione <strong>di</strong> particelle neutre,<br />

anche chiamati Neutral Beam Injection (NBI). Con questi sistemi il riscaldamento del<br />

plasma e’ ottenuto tramite collisione tra le particelle iniettate, che possiedono una<br />

elevatissima energia cinetica, e le particelle del plasma. In questi sistemi per fornire al<br />

plasma alte potenze si genera e accelera un fascio <strong>di</strong> ioni negativi e successivamente li<br />

si converte in un fascio <strong>di</strong> particelle neutre che viene iniettato nel plasma. Nella seconda<br />

classe rientrano i sistemi <strong>di</strong> riscaldamento tramite onde elettromagnetiche ad alta<br />

frequenza. Tale forma <strong>di</strong> riscaldamento consiste nell’inviare delle onde<br />

elettromagnetiche nel plasma a frequenze tali da entrare in risonanza con la frequenza<br />

<strong>di</strong> risonanza delle particelle del plasma e nel trasferire loro energia. In tutti i sistemi ad<br />

onde elettromagnetiche l’onda e’ generata in generatori ad alta frequenza e si propaga<br />

lungo linee <strong>di</strong> trasmissione prima <strong>di</strong> essere inviata al plasma tramite una antenna posta<br />

all’interno della camera da vuoto del tokamak. Il progetto <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>re lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> questi sistemi <strong>di</strong> riscaldamento, <strong>di</strong> ottimizzare i <strong>di</strong>spositivi<br />

preesistenti e <strong>di</strong> revisionare il progetto destinato alla costruzione del sistema <strong>di</strong><br />

riscaldamento per il reattore <strong>di</strong> prossima generazione ITER. L’attivita’ svolta sul sistema<br />

NBI ha principalmente riguardato la revisione del progetto del NBI <strong>di</strong> ITER in vista della<br />

prossima costruzione del suo test-bed. Il test bed dovra’ essere progettato in accordo<br />

con il progetto presistente del NBI per ITER, poiche’ per la realizzazione dei due progetti<br />

verranno utilizzati gran parte <strong>degli</strong> stessi componenti. Lo scopo dello schema <strong>di</strong><br />

revisione e’ stato quello <strong>di</strong> identificare le mo<strong>di</strong>fiche da apportare al progetto per ITER<br />

che sono necessarie per eseguire efficacemente tutti gli esperimenti e i tests pianificati.<br />

L’ attivita’ sui sistemi <strong>di</strong> riscaldamento ad alta frequenza ha sicuramente permesso una<br />

migliore pre<strong>di</strong>zione delle performances e una migliore definizione dei limiti <strong>di</strong><br />

funzionamento <strong>di</strong> questi sistemi. In particolare lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o si e’ avvalso <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong><br />

calcolo potenti e flessibili quali sono i co<strong>di</strong>ci agli elementi finiti. Si sono eseguite<br />

dettagliate analisi in alta frequenza per determinazione le <strong>di</strong>stribuzioni dei campi<br />

elettromagnetici e per la determinazione dei parametri caratteristici dei sistemi. Analisi<br />

accoppiate elettromagnetiche-termiche e meccaniche sia in alta che in bassa frequenza<br />

hanno consentito il <strong>di</strong>mensionamento dei circuiti <strong>di</strong> raffreddamento dei sistemi in esame<br />

e la verifica della loro integrita’ strutturale anche quando tali sistemi sono soggetti a<br />

severe sollecitazioni elettro<strong>di</strong>namiche. L’attivita’ <strong>di</strong> ricerca ha sicuramente dato un<br />

contributo notevole alla progettazione dei nuovi prototipi <strong>di</strong> antenna sviluppati sia per il<br />

JET (Inghilterra) che per il CEA (Francia), che hanno lo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la<br />

possibilita’ <strong>di</strong> riscaldare il plasma tramite antenne in prospettiva della costruzione del<br />

nuovo reattore ITER.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Il progetto <strong>di</strong> ricerca si propone <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei sistemi <strong>di</strong> riscaldamento<br />

ad<strong>di</strong>zionali del plasma, <strong>di</strong> ottimizzare i <strong>di</strong>spositivi preesistenti e <strong>di</strong> revisionare il progetto<br />

destinato alla costruzione del sistema <strong>di</strong> riscaldamento per ITER.<br />

L’attivita’ <strong>di</strong> ricerca e’ stata svolta in parte presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica<br />

ed Elettronica dell’Universita’ <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, in parte presso il Consorzio RFX <strong>di</strong> Padova e<br />

in parte presso il Commissariat a l’Energie Atomique (CEA) <strong>di</strong> Cadarache (FRANCIA).<br />

In particolare durante il primo anno dell’attivita’ <strong>di</strong> ricerca l’attenzione e’ stata focalizzata<br />

sulle problematiche fisiche e tecnologiche legate alla progettazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong><br />

iniezione <strong>di</strong> neutri, dalla produzione del fascio <strong>di</strong> particelle neutre alla sua accelerazione<br />

alla neutralizzazione e all’interazione <strong>di</strong> questo con il plasma. L’attivita’ svolta durante il<br />

primo anno ha principalmente riguardato la revisione del progetto del NBI <strong>di</strong> ITER in<br />

vista della prossima costruzione del suo test-bed.<br />

Il test bed dovra’ essere progettato in accordo con il progetto presistente del NBI per<br />

ITER, poiche’ per la realizzazione dei due progetti verranno utilizzati gran parte <strong>degli</strong><br />

stessi componenti. Lo scopo dello schema <strong>di</strong> revisione e’ stato quello <strong>di</strong> identificare le<br />

mo<strong>di</strong>fiche da apportare al progetto per ITER che sono necessarie per eseguire<br />

efficacemente tutti gli esperimenti e i tests pianificati. In particolare l’attivita’ <strong>di</strong> ricerca si<br />

e’ concretizzata nella identificazione delle possibili procedure <strong>di</strong> montaggio e<br />

manutenzione, dei principali requisiti <strong>di</strong> progetto per potere accedere e operare sui<br />

<strong>di</strong>versi componenti del sistema.<br />

Nel secondo anno <strong>di</strong> attivita’ lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e’ invece stato incentrato sui sistemi <strong>di</strong><br />

riscaldamento ad alta frequenza e in particolare su quelli a frequenza ciclotronica ionica,<br />

che sono anche chiamati sistemi ICRH (Ion Cyclotron Resonant Heating).<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o effettuato ha sicuramente permesso una migliore pre<strong>di</strong>zione delle<br />

performances e una migliore definizione dei limiti <strong>di</strong> funzionamento <strong>di</strong> sistemi complessi<br />

come quelli <strong>di</strong> riscaldamento ad<strong>di</strong>zionale per il reattore ITER. In particolare lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o si e’<br />

avvalso <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> calcolo potenti e flessibili quali sono i co<strong>di</strong>ci agli elementi finiti. Si<br />

sono eseguite dettagliate analisi in alta frequenza per determinazione le <strong>di</strong>stribuzioni dei<br />

campi elettromagnetici e per la determinazione dei parametri caratteristici dei sistemi<br />

che hanno permesso una loro sintesi tramite l’utilizzo della teoria delle linee <strong>di</strong><br />

trasmissione. Analisi accoppiate elettromagnetiche-termiche e meccaniche sia in alta<br />

che in bassa frequenza hanno consentito il <strong>di</strong>mensionamento dei circuiti <strong>di</strong><br />

raffreddamento dei sistemi in esame e la verifica della loro integrita’ strutturale anche<br />

quando tali sistemi sono soggetti a severe sollecitazioni elettro<strong>di</strong>namiche. L’attivita’ <strong>di</strong><br />

ricerca ha sicuramente dato un contributo notevole alla progettazione dei nuovi prototipi<br />

<strong>di</strong> antenna sviluppati sia per il JET (Inghilterra) che per il CEA (Francia), che hanno lo<br />

scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare la possibilita’ <strong>di</strong> riscaldare il plasma tramite antenne ICRH in<br />

prospettiva della costruzione del nuovo reattore ITER.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

• N Miki, P.Testoni et al., “VDE/Disruption EM Analysis for the ITER-FEAT VV and<br />

In-Vessel Components” Fusion Engineering and Design, North Holland, vol.58-59<br />

(2001), p.555-559. (SOFT 2000 21st Symposium on Fusion Technology, Madrid, 11 –<br />

15)<br />

183<br />

• F Duro<strong>di</strong>e, P. Testoni, et al., “JET-EP ITER-like ICRF Antenna” AIP Conference<br />

Procee<strong>di</strong>ngs Vol. 595, pp.122-125 T.K. Mau and J. de Grassie, E<strong>di</strong>tors (Proc. 14th Topical<br />

Conference on Ra<strong>di</strong>o Frequency Power in Plasmas, Oxnard,CA, USA, 2001<br />

• R. Walton, P.Testoni et al, Mechanical design of the ICRH antenna for JET-EP..<br />

Procee<strong>di</strong>ngs of 19th Symposium on Fusion Engineering 22-25 January 2002, Atlantic City,<br />

USA<br />

• P.Sonato, P.Testoni , Electromagnetic analysis of electrical connections for ITER blanket<br />

module attachment, . Fusion Engineering and Design, October 2002 (6th International<br />

Symposium on Fusion Technology, 7 -12 April 2002, San Diego, USA)<br />

• P. Testoni et al., Electromechanical analyses of the JET ICRH ITER-LIKE antenna.<br />

Fusion Engineering and Design, North Holland, vol.66-68 (2003), p.567-571, (SOFT 2002 The<br />

22nd Symposium 9-13 September 2002, Helsinki, Fi)<br />

• P. Wouters, P.Testoni et al. The internal vacuum transmission lines of the ITER-like<br />

ICRH antenna project for JET Fusion Engineering and Design, <strong>Volume</strong>s 66-68, September<br />

2003, Pages 657-661(SOFT 2002 The 22nd Symposium 9-13 September 2002, Helsinki, Fi)<br />

• B. Cannas, A. Fanni, F. Maradei, P.Testoni, “Neural networks to statistically<br />

simulate cross-talk in random boundles”, International Symposium on Electromagnetic<br />

Compatibility, Sorrento, Italy, 9-13 September 2002.<br />

• A. Fanni, F. Maradei, A. Montisci, P.Testoni, “A neural network model approach<br />

to PCB design optimisation”, per 6 th International Workshop on Finite Elements for Microwave<br />

Engineering, Antennas, Circuits and Devices, Chios, Grecia, May 2002, pp. 38-39.<br />

• D. Cherubini, A. Fanni, A. Montisci, P. Testoni, “ Neural Networks for Solving<br />

Inverse Problems Applied to Electromagnetic Devices” International Conference on<br />

Engineering Applications of Neural Networks EANN 2003, Malaga, Spain, Sept. 8-10<br />

2003.<br />

D. Cherubini, A. Fanni, A. Montisci, P. Testoni, “ Multilayer Perceptron Inversion<br />

Algorithm in Electrical Engineering Optimization Problems” Progress in<br />

Electromagnetic Research Symposium 2004, Pisa March 28-31.<br />

• C. Sborchia, P.Testoni et al.Design and manufacture of the Poloidal Field<br />

Conductor Insert coil. Fusion Engineering and Design, <strong>Volume</strong>s 66-68, September 2003,<br />

Pages 1081-1086 (SOFT 2002 The 22nd Symposium 9-13 September 2002, Helsinki, Fi)<br />

Pietro Testoni, Giuseppe Bosia, Piergiorgio Sonato, Electromechanical analyses of Tore<br />

Supra ITER-like Ion Cyclotron antenna, Procee<strong>di</strong>ngs of 11 th International Symposium on<br />

applied electromagnetism and mechanics, 12-14 May 2003, Versailles, France.<br />

• P. Testoni and P. Sonato, Implementation in the ANSYS finite element code<br />

of the electric vector potential T- formulation., Procee<strong>di</strong>ngs of 2004 International<br />

ANSYS conference, 24-26 May 2004.<br />

• P. Testoni and P. Sonato, Development of the ICRF antenna for the Next<br />

Step fusion reactor ITER, Procee<strong>di</strong>ngs of 2004 International ANSYS conference, 24-26<br />

May 2004.<br />

Lavori in fase <strong>di</strong> pubblicazione<br />

• D. Cherubini, A.Fanni, A. Montisci, and P. Testoni, “Inversion of MLP Neural<br />

Networks for Direct Solution of Inverse Problems” Procee<strong>di</strong>ngs of CEFC2004, Seoul,<br />

Korea, june6-9, 2004 accepted for IEEE Trans on Mag.<br />

• Pietro Testoni, Giuseppe Bosia, Francesca Cau, Piergiorgio Sonato, TORE<br />

SUPRA ITER-like Antenna Characterization by FEM Analysis to be published on Fusion<br />

Technology).


184


Assegnista: Graziella Tocco<br />

Struttura: Dipartimento Farmaco Chimico<br />

Tecnologico<br />

ABSTRACT: Immobilizzazione e sintesi in fase liquida peg-supportata <strong>di</strong> alcuni derivati<br />

cumarinici<br />

La famiglia delle cumarine rappresenta una classe <strong>di</strong> composti organici policiclici dotati<br />

<strong>di</strong> un ampio spettro <strong>di</strong> attività biologiche e farmaceutiche 1 . Inoltre, come materiali<br />

elettronicamente attivi, le cumarine sono ampiamente utilizzate nelle tecniche <strong>di</strong><br />

derivatizzazione fluorescente, come traccianti <strong>di</strong> inquinanti ambientali o <strong>di</strong> altre molecole<br />

biologicamente attive 2 . Per una migliore comprensione delle loro proprietà fotofisiche,<br />

alcune cumarine sono state ancorate a polimeri, <strong>di</strong> solito ramificati, <strong>di</strong> vario tipo, spesso<br />

anche con lo scopo <strong>di</strong> ottenere dei polimeri con superfici fotoattive 3 . Alla luce <strong>di</strong> quanto<br />

detto si comprende come ogni anno la chimica dei composti eterociclici si arricchisca <strong>di</strong><br />

sempre nuovi lavori riguardanti la sintesi <strong>di</strong> derivati cumarinici. Proseguendo le nostre<br />

ricerche nell’ambito della sintesi in fase liquida 4 , in questa comunicazione riportiamo un<br />

innovativo metodo per sintetizzare ed immobilizzare alcune cumarine su un supporto<br />

polimerico solubile quale è il polietilenglicole <strong>di</strong> vario peso molecolare, opportunamente<br />

mo<strong>di</strong>ficato (Schema 1).<br />

H 3C<br />

O<br />

O<br />

O<br />

C<br />

O<br />

O<br />

A<br />

O<br />

O<br />

CH 3<br />

O<br />

O<br />

CH 3<br />

SPACER<br />

B<br />

= MeO-PEG- (MW 5000 Da)<br />

H 3C<br />

O<br />

O<br />

O<br />

O<br />

= -PEG- (MW 4600 Da)<br />

Schema 1<br />

O<br />

O<br />

SPACER D<br />

CH 3<br />

O<br />

O<br />

O O<br />

SPACER<br />

CH 3<br />

O<br />

O<br />

Il PEG risulta molto importante non solo come synthetic helper, ma anche perché<br />

potrebbe aumentare la bio<strong>di</strong>sponibilità delle cumarine ancorate, grazie alla sua alta<br />

affinità per l’acqua, alla sua biocompatibilità ed alla sua atossicità. L’uso <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong><br />

polimero, inoltre, ci ha permesso <strong>di</strong> condurre le reazioni in fase omogenea con il<br />

vantaggio <strong>di</strong> recuperare facilmente il prodotto finale senza necessità <strong>di</strong> alcuna ulteriore<br />

tecnica <strong>di</strong> purificazione. Attualmente sono anche allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o le variazioni delle proprietà<br />

<strong>di</strong> fotoluminescenza delle cumarine in relazione al tipo <strong>di</strong> polietilenglicole impiegato.<br />

1a)<br />

Marshall, M.E., Kervin, et al. J. Cancer Res.Clin. Oncol. 1994, 120, 3;b) Tanaka, T.,<br />

Kumamoto, et al.Tetrahedron Lett. 2000, 41, 10229;<br />

2<br />

Erk, C., Gocmen, A., Bulut, M. Supramol. Chem. 2000, 11, 49;<br />

3<br />

Trenor, S.; Shultz, R.A; Love, B.J.; Long, T.E. Chem. Rev.. 2004, 104, 3059;<br />

4<br />

a) Bonora, G.M.; Tocco, G.; Caramella, S.; Veronese, F.M.; Pliasunova, O.;<br />

Pokorovsky, A.; Ivanova, E.; Zarytova, V. Il Farmaco, 1998, 53,634; b) Annunziata, R.,<br />

Benaglia, M., Cinquini, M., Cozzi, F., Tocco G. Organic Letters, 2000, 2(12), 1737; c)<br />

Benaglia, M., Cinquini, M., Cozzi, F., Tocco, G. Tetrahedron Lett., 2002, 43, 3391; d)<br />

Danelli, T.; Annunziata, R.; Benaglia, M.; Cinquini, M.; Cozzi, F.; Tocco, G. Tetraedron:<br />

Asymmetry, 2003, 14, 461.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

La dottoressa Graziella Tocco, nata a <strong>Cagliari</strong> il 27 Gennaio 1971, ha conseguito,<br />

nell’Ottobre 1995, la laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso l’<strong>Università</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Nel Gennaio 2000 ha, inoltre, conseguito il titolo <strong>di</strong> dottore <strong>di</strong> ricerca in<br />

“Tecnologie e legislazione del farmaco e delle molecole bioattive” XII ciclo (1996-1999),<br />

presso il Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico della Facoltà <strong>di</strong> Farmacia<br />

dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. Nei primi due anni del corso <strong>di</strong> dottorato si è occupata della<br />

sintesi, della caratterizzazione spettroscopica e <strong>degli</strong> sviluppi applicativi <strong>di</strong><br />

macromolecole dendritiche utilizzabili per la realizzazione <strong>di</strong> sistemi terapeutici a rilascio<br />

mirato. Durante l’ultimo anno (Gennaio-Ottobre 1999) presso i laboratori dei Professori<br />

Cinquini e Cozzi- Dipartimento <strong>di</strong> Chimica Organica e Industriale della Facoltà <strong>di</strong><br />

Chimica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Milano, ha appreso la tecnica della sintesi supportata su<br />

polimero solubile, utile per la preparazione <strong>di</strong> piccole molecole organiche <strong>di</strong> interesse<br />

chimico e biologico.<br />

Dal Giugno 2000 sino al Gennaio 2002 è stata assegnista <strong>di</strong> ricerca presso il<br />

Dipartimento Farmaco Chimico Tecnologico della Facoltà <strong>di</strong> Farmacia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong> svolgendo un’attività <strong>di</strong> ricerca nell’ambito <strong>di</strong> un progetto dal titolo “Chimica<br />

Supramolecolare: Sintesi, Caratterizzazione e Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Nuovi Sistemi per la<br />

Veicolazione <strong>di</strong> Farmaci”. Durante il primo anno <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> assegnista, la dott.ssa<br />

Tocco si è occupata della messa a punto <strong>di</strong> nuove strategie sintetiche per la<br />

preparazione <strong>di</strong> strutture macromolecolari potenzialmente capaci <strong>di</strong> veicolare<br />

agevolmente varie categorie <strong>di</strong> farmaci. Nell’ambito dello stesso progetto, dal Giugno<br />

2001 al Novembre 2001, ha svolto delle ricerche presso i laboratori dei Professori<br />

Cinquini e Cozzi, usufruendo <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o del Progetto Giovani Ricercatori,<br />

occupandosi della sintesi in fase liquida <strong>di</strong> sistemi catalitici chirai utilizzati per reazioni<br />

stereoselettive condotte in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> catalisi per trasferimento <strong>di</strong> fase, nonché nella<br />

sintesi PEG-supportata <strong>di</strong> macromolecole dendritiche e dei loro sviluppi applicativi.<br />

Inoltre, durante l’A.A. 2000-2001 ha svolto attività <strong>di</strong> tutoraggio nell’ambito del corso <strong>di</strong><br />

Meto<strong>di</strong> Fisici in Chimica Organica del corso <strong>di</strong> Laurea in Chimica e Tecnologia<br />

Farmaceutiche presso la Facoltà <strong>di</strong> Farmacia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

Dal Febbraio 2002 è ricercatore in Chimica Organica presso il Dipartimento Farmaco<br />

Chimico Tecnologico della Facoltà <strong>di</strong> Farmacia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, dove<br />

attualmente continua a sviluppare le sue principali tematiche <strong>di</strong> ricerca che consistono<br />

nella messa a punto <strong>di</strong> nuove strategie sintetiche per la preparazione <strong>di</strong> derivati<br />

eterociclici, sia tramite l’impiego <strong>di</strong> catalizzatori <strong>di</strong> nuova generazione, sia tramite la<br />

tecnica <strong>di</strong> sintesi in fase liquida PEG-supportata. In particolare, in quest’ultimo caso<br />

sono stati preparati con ottime rese dei derivati cumarinici e furocumarinici, <strong>stu<strong>di</strong></strong>andone<br />

contemporaneamente le proprietà <strong>di</strong> fotoluminescenza che tali sistemi possiedono e che<br />

sono fondamentali per lo svolgimento della loro azione terapeutica. Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong><br />

quest’ultimo aspetto è reso possibile grazie alla collaborazione con il dott. Carlo Maria<br />

Carbonaro del Dipartimento <strong>di</strong> Fisica dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

185<br />

TUTTI I RISULTATI OTTENUTI SONO STATI PRESENTATI IN VARI CONVEGNI<br />

NAZIONALI ED INTERNAZIONALI, NONCHÉ AMPIAMENTE DISCUSSI IN ALCUNE<br />

PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE.<br />

E’ docente del corso <strong>di</strong> chimica organica per il corso <strong>di</strong> laurea in tossicologia <strong>degli</strong> alimenti,<br />

dell’ambiente e del farmaco della Facoltà <strong>di</strong> Farmacia dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. E’ relatore <strong>di</strong><br />

10 tesi <strong>di</strong> laurea ed attualmente tutore <strong>di</strong> un dottorando <strong>di</strong> ricerca del corso <strong>di</strong> dottorato in<br />

“Chimica e Tecnologia del Farmaco”<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Bonora, G.M.; Tocco, G.; Caramella, S.; Veronese, F.M.; Pliasunova, O.;<br />

Pokorovsky, A.; Ivanova, E.; Zarytova, V. “Antisense activity of an anti – HIV oligonucleotide<br />

conjugated to linear and branched high molecular weight polyethylene glycols” Il Farmaco,<br />

1998, 53, 634 – 637.<br />

2. Annunziata, R.; Benaglia, M.; Cinquini, M.; Cozzi, F.; Tocco, G. “A poly(ethylene<br />

glicol) – supported quaternari ammonium salt: an efficient, recoverable and recyclable phase –<br />

transfer catalyst” Organic Letters, 2000, 2(12), 1737 – 1739.<br />

3. Delogu, G.; Begala, M.; Corda, L.; Gonzalez, J.C.; Podda, G.; Santana, L.;<br />

Tocco, G.; Uriarte, E. “Synthesis and mass spectrometric behaviour of novel<br />

phenylpiperazinylpropoxy coumarin derivatives” Rend. Seminario Facoltà <strong>di</strong> Scienze,<br />

<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>, 2000, vol.70,<br />

4. Begala, M.; Delogu, G.; Maccioni, E.; Podda, G.; Tocco, G.; Quezada, E.;<br />

Uriarte, E.; Fedrigo, M.A.; Favretto, D.; Tral<strong>di</strong>, P. “Electrospray ionization tandem mass<br />

spectrometry in the characterization of isomeric benzofurocoumarins” Rapid Commun.<br />

Mass Spectrom., 2001, vol. 15, 1000.<br />

5. Benaglia, M.; Cinquini, M.; Cozzi, F.; Tocco, G. “Synthesis of a<br />

poly(ethylene glicol) – supported tetrakis ammonium salt: a recyclable phase transfer<br />

catalyst of improved catalytic efficiency” Tetrahedron Lett., 2002, 43, 3391 – 3393.<br />

6. Danelli, T.; Annunziata, R.; Benaglia, M.; Cinquini, M.; Cozzi, F.; Tocco, G.<br />

“Immobilization of catalysts derived from cinchona alkaloids on mo<strong>di</strong>fied poly(ethylene glycol)<br />

Tetrahedron: Asymmetry, 2003, 14, 461 – 467.<br />

7. Begala, M.; Gonzalez-Gomez, J.C.; Podda, G; Santana, L.; Tocco, G.; Uriarte,<br />

E. Rapid Commun. Mass Spectrom., 2004, 18, 564.<br />

8. Tocco G.*; Begala, M.; Delogu, G.; Picciau, C.; Podda, G. “ In<strong>di</strong>um(III) Chloride<br />

catalyzed one step synthesis of some new <strong>di</strong>benzo (d,f)(1,3) <strong>di</strong>oxepines and 12H-<strong>di</strong>benzo<br />

(d,g)(1,3) Dioxacines”Tetrahedron Lett., 2004, 45, 6909.<br />

9. Tocco G.*; Begala, M.; Delogu, G.; Picciau, C.; Podda, G. “Soluble Polymer-<br />

Supported Synthesis of 4-Methyl Coumarin on Mo<strong>di</strong>fied Poly(ethylene glycol)s” Synlett, 2005,<br />

inviato per la pubblicazione<br />

10. Tocco G.*; Carbonaro, C.M.; Corda, L; Picciau, C.; Podda, G. “Immobilization of<br />

some coumarin derivatives on mo<strong>di</strong>fied poly(ethylene glicol)s and study of their<br />

photoluminescence properties” Tetrahedron Lett., 2005, inviato per la pubblicazione.<br />

11. Begala M.; Tocco, G.; Delogu, G.; Picciau, C.; Podda, G. “Electron and chemical<br />

ionization-induced fragmaentation of some <strong>di</strong>benzo(d,f)(1,3) <strong>di</strong>oxepines” Rapid Commun.<br />

Mass Spectrom., 2005, inviato per la pubblicazione<br />

Convegni<br />

1. Atti del XIII Convegno Nazionale <strong>di</strong> Chimica Farmaceutica ( Paestum, 23 – 27<br />

Settembre 1996): contributo poster dal titolo “Synthesis of some tryciclic quinoxaline<br />

derivatives as potential chemotherapeutic agents”;<br />

2. Vincita <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o per la partecipazione al XXIII Corso Estivo <strong>di</strong><br />

Sintesi Organica “A. Corbella” ( Gargnano, 15 – 19 Giugno 1998) con una comunicazione<br />

orale dal titolo “ I dendrimeri: una nuova classe <strong>di</strong> polimeri. Dalla sintesi alle applicazioni”;<br />

3. partecipazione al XXXIII International Conference on Coor<strong>di</strong>nation Chemistry<br />

( Firenze, 30 Agosto – 4 Settembre 1998), con un contributo poster dal titolo “Synthesis of<br />

some dendritic macromolecules as pyhase transfer catalysts and targeted delivery systems”;<br />

4. partecipazione al “Water in the Me<strong>di</strong>terranean Area Conference” (Chia laguna<br />

, 11 – 18 Ottobre 1998), con un contributo poster dal titolo “Multifunctional dendrimers:<br />

synthesis, characterization and applications”;<br />

5. partecipazione al XXIV Corso Estivo <strong>di</strong> Sintesi Organica “A. Corbella” (<br />

Gargnano, 14 – 18 Giugno 1999), con un contributo poster dal titolo “Synthesis of PEG –<br />

supported phase transfer catalysts”;<br />

6. atti del XIX Corso Avanzato in Chimica Farmaceutica e Seminario Nazionale<br />

per dottoran<strong>di</strong> “E. Duranti” ( Urbino, 28 Giugno – 3 Luglio 1999): contributo dal titolo<br />

Dendrimers: a new class of polymers. From synthesis towards applications”;<br />

7. vincita <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o per la partecipazione al XX Congresso<br />

Nazionale della Società Chimica Italiana ( Rimini, 4 – 9 Giugno 2000) con una<br />

comunicazione orale dal titolo “Sintesi <strong>di</strong> catalizzatori in trasferimento <strong>di</strong> fase PEG –<br />

supportati”;<br />

8. Atti del 27 th<br />

International Symposium on Controlled Release of<br />

Bioactive Materials (Parigi, 7 – 13 Luglio 2000) con un contributo poster dal titolo “Novel<br />

polyhedral niosomes from a polyethylene glycol monomethylethyl ether – supported β –<br />

lactam”;<br />

9. vincita <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o per la partecipazione al 2nd French –<br />

Italian Symposium on Organic Chemistry Stereocontrols and new Targets ( Strasburgo,<br />

24 – 25 Novembre 2000) con un contributo poster dal titolo “Synthesis of new dendritic<br />

architectures as solubile phase transfer catalysts”;<br />

10. partecipazione alla seconda e<strong>di</strong>zione de La Parola ai Giovani (<strong>Cagliari</strong>,<br />

23 – 24 Aprile 2001) con una comunicazione orale dal titolo “Sintesi <strong>di</strong> nuovi<br />

catalizzatori in trasferimento <strong>di</strong> fase solubili ad architettura dendritica”;<br />

11. partecipazione al 19th Informal Meeting on Mass Spectrometry (Noszvaj-<br />

Ungheria, 29 Aprile – 3 Maggio 2001) con due contributi poster dal titolo “Headspace<br />

SPME/GC/MS in the analysis of the aroma fraction of Cannonau of Jerzu wine” e<br />

“Headspace SPME/GC/MS in the analysis of essential oils from Sar<strong>di</strong>nian rosemary and<br />

myrtle”<br />

12. Atti del XXVII Convegno Nazionale della Divisione <strong>di</strong> Chimica Organica<br />

(Trieste, 3-7 Settembre 2001) con due contributi poster dal titolo : “Risultati preliminari<br />

sulle conformazioni in soluzione MeCN <strong>di</strong> α-<strong>di</strong>esteri” e “Sintesi <strong>di</strong> sali d’ammonio<br />

quaternario ad architettura dendritica come nuovi catalizzatori in trasferimento <strong>di</strong> fase”;<br />

13. vincita <strong>di</strong> una borsa <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o per la partecipazione al 5° Congresso<br />

Nazionale <strong>di</strong> Chimica Supramolecolare ( Frascati, 30 settembre – 3 Ottobre 2001) con un<br />

contributo poster dal titolo “Synthesis and applications of new dendritic architectures<br />

as metal selective complexing agents and soluble phase transfer catalysts”;<br />

14. partecipazione al 1° Sigma – Aldrich Young Chemists Symposium (<br />

Riccione, 18 – 19 Ottobre 2001) con un contributo poster dal titolo “Sintesi ed<br />

applicazioni <strong>di</strong> alcuni sali d’ammonio quaternario – PEG supportati, quali versatili<br />

catalizzatori per trasferimento <strong>di</strong> fase”<br />

15. partecipazione al convegno Sar<strong>di</strong>niaChem 2002 ( <strong>Cagliari</strong>, 31 Maggio 2002)<br />

con una comunicazione orale dal titolo “Polipodan<strong>di</strong>: due generazioni a confronto”, e tre<br />

contributi poster dal titolo “Stu<strong>di</strong>o via 17 O NMR dei legami O-P, O-As ed O –Sb. Risultati<br />

preliminari”, “ Sintesi ed applicazioni in PTC <strong>di</strong> una nuova classe <strong>di</strong> strutture dendrimeriche” e “


Sintesi e caratterizzazione spettrometrica <strong>di</strong> massa <strong>di</strong> nuovi nucleosi<strong>di</strong> come potenziali<br />

agenti antivirali ed antitumorali”;<br />

16. partecipazione al XXVIII Convegno Nazionale della <strong>di</strong>visione <strong>di</strong><br />

Chimica Organica della Società Chimica Italiana (Roma, 16 – 20 Settembre 2002) con<br />

due contributi poster dal titolo “Sintesi ed applicazioni in PTC <strong>di</strong> una nuova classe <strong>di</strong><br />

strutture dendrimeriche”e “Sintesi <strong>di</strong> un sale d’ammonio tetrakis – PEG supportato quale<br />

nuovo catalizzatore per trasferimento <strong>di</strong> fase efficace e riciclabile”.<br />

17. partecipazione al XXI Convegno Nazionale della Società Chimica<br />

Italiana (Torino, 22 – 27 Giugno 2003) con un contributo poster dal titolo “Synthesis and<br />

application of new fluorescent phase transfer catalysts based on crown coumarin<br />

structure”.<br />

18. partecipazione al XI Joint Meeting on Heterocyclic Chemistry (Urbino,<br />

05-09 Maggio 2004) con due contributi poster dal titolo “In<strong>di</strong>um (III) Chloride Catalyzed<br />

One Step Synthesis of Some New Dibenzo(d,f)(1,3) Dioxepines” e “An Efficient and<br />

Direct Route to Obtain 4’-(Furocoumarin)acetates”.<br />

19. partecipazione al 5th Spanish – Italian Symposium on Organic<br />

Chemistry (Santiago de Compostela, Spagna, 10-13 Settembre 2004) con due contributi<br />

poster dal titolo “Synthesis and Immobilization of Some Coumarine Derivatives on a<br />

Mo<strong>di</strong>fied Poly(ethylene glycol)” e “A new Synthesis of 1,3,5 Triazine-Coumarin<br />

derivatives” .<br />

20. Atti del convegno Massa 2004 (Bari, 26-30 Settembre 2004) con un<br />

contributo poster dal titolo “Characterization of Sar<strong>di</strong>nian red wine using SPME/GC/MS<br />

under EI and CI con<strong>di</strong>tion”;<br />

186


Assegnista: Paolo Valera<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Geoingegneria e Tecnologie<br />

Ambientali<br />

ABSTRACT: Distribuzione dei metalli pesanti nel reticolo idrografico della Sardegna:<br />

risultati e prospettive d’indagine<br />

Il presente lavoro costituisce una prima “fotografia geochimica”, seppure parziale, del<br />

territorio sardo. Infatti, nonostante la notevole estensione delle aree ancora prive <strong>di</strong><br />

campioni, soprattutto nella parte settentrionale del territorio, lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o rappresenta un<br />

valido strumento per l’analisi ambientale dal punto <strong>di</strong> vista geochimico. I dati utilizzati<br />

provengono, in gran parte, da campionature e dati analitici pregressi, raccolti negli anni<br />

’70-90, per scopi esclusivamente <strong>di</strong> ricerca mineraria. La Sardegna, al momento della<br />

presentazione della nota, è coperta analiticamente per circa il 50% solo per tre elementi<br />

(Co, Cr, Pb), mentre altri, <strong>di</strong> cui alcuni <strong>di</strong> innegabile peso ambientale come l’Hg, sono<br />

presenti in percentuali irrisorie, se non ad<strong>di</strong>rittura assenti come nel caso dell’antimonio.<br />

Le cause <strong>di</strong> questi gap sono da riferire alla varietà <strong>di</strong> elementi analizzati durante le varie<br />

campagne <strong>di</strong> campionamento e dalla limitatezza <strong>degli</strong> strumenti che venivano allora<br />

utilizzati a scapito della qualità delle analisi stesse. Fortunatamente, durante la<br />

campagna più importante realizzata in Sardegna, denominata “Prospezione Geochimica<br />

Strategica della Sardegna”, per la quale furono prelevati circa 20.000 campioni, fu<br />

realizzato un archivio in cui sono tuttora conservati i testimoni dei campioni. Questi<br />

ultimi si potrebbero riutilizzare per ottenere dati nuovi e valori più affidabili <strong>degli</strong> elementi<br />

che hanno una particolare valenza ambientale, come del resto è stato già fatto, in<br />

minima parte, durante l’esecuzione <strong>di</strong> altri <strong>stu<strong>di</strong></strong>. Ma per rianalizzare una tale mole <strong>di</strong><br />

campioni e per portare a termine l’analisi del territorio, sarebbero necessari<br />

finanziamenti che, almeno in questo momento, non sono facilmente reperibili.<br />

Nonostante le <strong>di</strong>fficoltà appena accennate è attualmente in corso un modesto<br />

campionamento delle celle ancora prive <strong>di</strong> dati.<br />

Uno dei risultati più importanti messo in luce da questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o riguarda la fluttuazione<br />

dei valori <strong>degli</strong> elementi esaminati con il variare della litologia e delle caratteristiche<br />

geogiacimentologiche del territorio. Eccettuati alcuni casi, peraltro ben localizzati, in cui<br />

l’intervento dell’uomo ha mutato l’equilibrio naturale, come, ad esempio, nel caso dei<br />

lavori minerari, i valori sono sempre riferibili alle caratteristiche del litotipo prevalente<br />

presente nel bacino sotteso dal punto <strong>di</strong> campionamento. Questa considerazione<br />

suggerisce che, al momento del campionamento, gran parte del territorio esaminato o<br />

non era stato ancora interessato sensibilmente dall’attività antropica, oppure che questa<br />

attività si svolgeva senza influenzare i valori geochimici naturali (background) <strong>degli</strong><br />

elementi presi in considerazione da questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o.<br />

Come già accennato, i dati provengono da campionature la maggior parte delle quali<br />

realizzate in passato per scopi esclusivamente <strong>di</strong> ricerca mineraria, per cui le aree<br />

maggiormente antropizzate non sono state prese in considerazione. Inoltre, le<br />

campagne <strong>di</strong> campionamento hanno interessato prevalentemente i terreni paleozoici e<br />

subor<strong>di</strong>natamente le vulcaniti terziarie, trascurando le formazioni se<strong>di</strong>mentarie terziarie<br />

e quaternarie ritenute non interessanti da un punto <strong>di</strong> vista minerario, dove, almeno in<br />

Sardegna, è più importante l’influenza antropica. D’altra parte, proprio per questo<br />

motivo, le carte rappresentano, per la maggior parte delle aree, un ottimo esempio <strong>di</strong><br />

stato geochimico naturale del territorio esaminato. Le anomalie rilevate, come ad<br />

esempio nel caso dell’arsenico, sono da considerarsi in molti casi <strong>di</strong> origine naturale,<br />

dovute alle caratteristiche geologiche del sito e dell’area interessata dal<br />

campionamento, visto che si tratta <strong>di</strong> campioni stratificati. Talora i valori superano<br />

abbondantemente, a volte <strong>di</strong> alcuni or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> grandezza, i valori limite accettabili stabiliti<br />

dalla legge (D.M. 471). Questo fatto da solo rappresenta meglio <strong>di</strong> ogni altro<br />

l’importanza del presente lavoro nel campo della caratterizzazione territoriale, uno <strong>degli</strong><br />

in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> sostenibilità più importanti e punto fermo della componente ambientale per<br />

l’applicabilità dello sviluppo sostenibile.<br />

ABSTRACT: Paolocon: un software per la cartografia tematica in tre <strong>di</strong>mensioni<br />

L’attuale grado <strong>di</strong> progresso tecnologico, software ed hardware, permette<br />

un’elaborazione sempre più efficace dei dati, non solo per velocità e precisione, ma<br />

anche con variazioni <strong>di</strong> elaborazione in grado <strong>di</strong> fornire <strong>di</strong>verse visioni dell’elaborato<br />

grafico finale, anche in formato a tre <strong>di</strong>mensioni. Queste possibilità <strong>di</strong>pendono dal know<br />

how e dalla fantasia dell’operatore, oltre che dalle limitazioni derivanti da una<br />

schematizzazione grafica atten<strong>di</strong>bile e <strong>di</strong> facile lettura.<br />

Quanto sopra detto, unito all’attuale presenza nel mercato <strong>di</strong> software che si sono<br />

imposti per peculiarità specifiche, ci hanno spinto allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> una nuova metodologia<br />

<strong>di</strong> elaborazione grafica che fornisse una visione in tre <strong>di</strong>mensioni il più vicino possibile<br />

allo stato reale e che, nel contempo, fosse <strong>di</strong> facile utilizzo dagli operatori finali. Questo<br />

si è ottenuto attraverso la realizzazione <strong>di</strong> un semplice software e dallo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, in<br />

particolare, <strong>di</strong> due software, quali Surfer ed Autocad.<br />

Il programma, inizialmente elaborato in Qbasic, ci permette <strong>di</strong> importare la precisione <strong>di</strong><br />

<strong><strong>di</strong>gita</strong>lizzazione <strong>di</strong> Autocad, nella resa grafica <strong>di</strong> Surfer attraverso la trasformazione <strong>di</strong><br />

file con estensione .DXF in file in estensione .DAT. Inoltre, l’elaborazione con Surfer, ci<br />

permette <strong>di</strong> ottenere un file Grid che può essere utilizzato anche da altri programmi,<br />

quali GIS come il comune ed intuitivo Arcview, che mantengono le caratteristiche <strong>di</strong><br />

precisione.<br />

Per motivi essenzialmente legati alla necessità <strong>di</strong> una verifica del metodo, oltre che per<br />

como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> esposizione, noi abbiamo operato su un’unica tavoletta vettorializzata in<br />

scala 1:10.000, presente all’interno del foglio 515 della nuova cartografia topografica,<br />

che ci ha consentito <strong>di</strong> ottenere una risoluzione <strong>di</strong> elaborazione sufficiente per i nostri<br />

scopi. La preferenza è stata con<strong>di</strong>zionata essenzialmente dalle varietà morfologiche che<br />

hanno consentito la verifica della metodologia informatica.<br />

Il programma proposto ha fornito ottimi risultati <strong>di</strong> elaborazione ed è stato utilizzato in<br />

progetti scientifici del nostro <strong>di</strong>partimento ed in lauree <strong>di</strong> alcuni studenti del corso <strong>di</strong><br />

laurea in ingegneria per l’ambiente ed il territorio dell’università <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Durante il periodo <strong>di</strong> contratto l’attività dello scrivente ha interessato prevalentemente la<br />

rielaborazione dei dati d’archivio ed il lavoro sul campo. Tale procedura ha consentito <strong>di</strong><br />

incrementare sensibilmente le notizie esistenti sulla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> metalli pesanti nel<br />

territorio sardo. Il lavoro è stato sviluppato, inizialmente, sull’analisi dei dati esistenti,<br />

attraverso una raccolta, organizzazione ed elaborazione dei dati provenienti da<br />

campionamenti effettuati negli ultimi 30 anni ed eseguiti prevalentemente per ricerca<br />

mineraria, trascurando, quin<strong>di</strong>, le aree considerate a bassa potenzialità. Questo fatto ha<br />

reso necessario integrare i dati esistenti con una nuova campionatura, ancora in corso<br />

<strong>di</strong> esecuzione, <strong>di</strong> quelle aree che risultavano prive <strong>di</strong> notizie. Per questa nuova fase il<br />

territorio è stato sud<strong>di</strong>viso in maglie regolari le cui celle hanno <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> circa 5 km 2 ,<br />

come previsto dal progetto International Geochemical Mapping - Italy (IGM - Italy). Lo<br />

scrivente è stato parte attiva <strong>di</strong> questa nuova campionatura con la progettazione della<br />

187<br />

nuova campionatura, con il lavoro <strong>di</strong> prelievo in campagna dei campioni, con il lavoro <strong>di</strong><br />

preparazione dei campioni, con l’informatizzazione <strong>degli</strong> stessi attraverso l’inserimento delle<br />

caratteristiche <strong>di</strong> ogni singolo campione, del sito <strong>di</strong> prelevamento e del risultato delle analisi<br />

chimiche nel database e con l’elaborazione e restituzione dei dati con l’ausilio del database<br />

informatico realizzato appositamente. Attualmente il database dei campioni stream della<br />

Sardegna è composto da 31955 campioni. Un primo risultato <strong>di</strong> questo lavoro è identificabile<br />

con le nuove carte geochimiche della Sardegna, in scala 1:250.000, per le quali sono stati<br />

utilizzati solo i dati relativi ai se<strong>di</strong>menti fluviali (stream se<strong>di</strong>ments), per un totale <strong>di</strong> circa 31.000<br />

campioni. Queste carte costituiscono una prima “fotografia geochimica”, seppure parziale, del<br />

territorio sardo. Gli elementi considerati sono così <strong>di</strong>stribuiti: Foglio <strong>Cagliari</strong>: As, Cd, Co, Cr,<br />

Pb, V; Foglio Nuoro: As, Cd, Co, Cr, Hg, Pb, Se, V; Foglio Sassari: As, Co, Cr, Pb, V.<br />

Un ulteriore tema <strong>di</strong> ricerca sviluppato, in fase <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o da parte dell’assegnista, riguarda<br />

l’analisi delle correlazioni esistenti fra i se<strong>di</strong>menti fluviali (Streams se<strong>di</strong>ments) ed i suoli.<br />

Attraverso questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stata in<strong>di</strong>viduata una correlazione tra i due tipi <strong>di</strong> campionatura. In<br />

questo modo sarà possibile realizzare delle carte tematiche che enfatizzino le aree in cui i<br />

valori <strong>degli</strong> elementi nocivi superano le soglie <strong>di</strong> attenzione riportati nel DM 471.<br />

L’attività dello scrivente ha inoltre interessato alcuni argomenti <strong>di</strong> carattere ambientale locale,<br />

quali il rischio <strong>di</strong> inquinamento da metalli pesanti nel bacino del Rio Flumendosa come<br />

conseguenza dell’attività mineraria e la contaminazione da arsenico, <strong>di</strong> origine naturale, nei<br />

se<strong>di</strong>menti fluviali della riserva idrica del lago Mulargia.<br />

Durante questo periodo lo scrivente è stato anche coinvolto in alcune ricerche che hanno<br />

integrato ed approfon<strong>di</strong>to le conoscenze per un migliore sviluppo del proprio progetto <strong>di</strong><br />

ricerca. Tali <strong>stu<strong>di</strong></strong> interessano i seguenti temi: Archeometria: gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> sono stati rivolti all’analisi<br />

del modello <strong>di</strong> sviluppo della metallurgia, in epoca antica, in tutto il bacino del me<strong>di</strong>terraneo,<br />

con particolare riferimento all’epoca nuragica in Sardegna. Ulteriori <strong>stu<strong>di</strong></strong> sono in corso per<br />

determinare eventuali correlazioni esistenti tra inse<strong>di</strong>amenti nuragici e anomalie in determinati<br />

elementi, soprattutto per Pb, Zn, Ag e Cu; Giacimentologia: durante il lavoro <strong>di</strong> campagna,<br />

sono stati osservati una notevole quantità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> mineralizzazioni suscettibili <strong>di</strong> interesse,<br />

venuti alla luce principalmente grazie ai numerosi lavori sulla viabilità che i vari enti stanno<br />

eseguendo per vari motivi. Attualmente questi dati sono in attesa <strong>di</strong> essere rior<strong>di</strong>nati e<br />

confrontati con gli altri dati a nostra <strong>di</strong>sposizione e che costituiscono il già cospicuo archivio<br />

informatico in nostro possesso; Ricerche sul rift etiopico: l’attenzione dello scrivente è stata<br />

rivolta alla geochimica <strong>di</strong> alcuni metalli connessi con l’attività geotermale presente nel rift,<br />

attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> analisi dei campioni prelevati durante il primo biennio <strong>di</strong> assegno.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

a) Comunicazioni orali<br />

1. Valera P., Valera R., Getaneh W. (1996), “Scopi, principi e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> ricerca in<br />

una regione vergine. Il caso del Tigray” - Atti del “Congresso Internazionale per il Centenario<br />

dell’Associazione Mineraria Sarda 1896-1996” - “Sardegna Mineraria dal II al III millennio”.<br />

Miniere - Cave - Ambiente. Sessione III, Iglesias, pp. 313-322.<br />

2. Marcello A., Mazzella A., Pretti S., Valera P., Fiori M. (2004), Se<strong>di</strong>menti<br />

fluviali (stream se<strong>di</strong>ments) e suoli: analisi delle correlazioni esistenti fra le due tipologie<br />

<strong>di</strong> campioni. Primi risultati”. Resoconti Associazione Mineraria Sarda, anno CX, n. 1 (in<br />

stampa).<br />

b) Libri<br />

3. Marcello A., Pretti S., Valera P., Boni M., Agus M., Fiori M., (2004)<br />

“Metallogeny in Sar<strong>di</strong>nia (Italy): from the Cambrian to the Tertiary”. In: Guerrieri L.,<br />

Rischia I. and Serva L. Eds., 2004: “Field Trip Guidebooks, 32 nd International Geological<br />

Congress Florence 20 – 28 August 2004, Memorie Descrittive della Carta Geologica<br />

d’Italia, 63 (4) from P14 to P36, APAT, Roma, 40 pp.<br />

c) Cartografia tematica<br />

4. Russo A., Fantozzi P.L., Solomon T.: in coll. (inter al.: per la geologia del<br />

basamento) Valera P. (1997), “Geological Map Of Mekele Outlier (Western Sheet)”. Italian<br />

Cooperation - Ad<strong>di</strong>s Ababa University. Centrooffset, Siena.<br />

d) Pubblicazioni<br />

5. Macciotta G., Marchi M., Valera P., Valera R. (2001), “The University<br />

Museum of Mineralogy, <strong>Cagliari</strong>, Sar<strong>di</strong>nia, Italy”. Procee<strong>di</strong>ngs of the Russian<br />

Mineralogical Society n. 6, St. Petersburg, pp. 54-62.<br />

6. Valera R. G., Valera P. G., Lo Schiavo F., (2001), “Lead in Nuragic Sar<strong>di</strong>nia:<br />

Ores, Isotopy, and Archaeology”. Martin Barthelheim, Ernst Pernicka & Rü<strong>di</strong>ger Krause<br />

eds., in “The Beginning of Metallurgy in the old World”. Archäometrie - Freiberg<br />

Forschungen zur Altertumswissenschaft, Band 1. Verlag Marie Leidorf GmbH,<br />

Rahden/Westf., 2002, pp. 359-377. ISBN 3-89646-871-5.<br />

7. Fadda S., Fiori M., Grillo S.M., Matzuzzi C., Valera P. (2002) “Arsenic<br />

contamination of natural origin in stream se<strong>di</strong>ments of Lake Mulargia Reservoir,<br />

Southern Sar<strong>di</strong>nia”. Brider J. Merkel, Britta Planer-Friedrich, Christian Wolkerersdorfer<br />

eds., in “Uranium in the Aquatic Environment”. Springer-Verlarg Berlin Heidelberg New<br />

York. Procee<strong>di</strong>ngs of the International Conference Uranium Mining and Hydrogeology III<br />

and the International Mine Water Association Symposium, Freiberg, Germany, 15-21<br />

September 2002. pp. 1037-1046. ISBN 3-540-439227-7.<br />

8. Mazzella A., Valera P. (2002), “Linear interpolator by Excel macro”. Ed. R.<br />

Ciccu. Procee<strong>di</strong>ngs of the SWEMP 2002 - 7 th International Symposium on Environmental<br />

Issues and Waste Management in Energy and Mineral Production. October 2002<br />

<strong>Cagliari</strong>, Sar<strong>di</strong>nia. Grafiche Ghiani, <strong>Cagliari</strong>, pp. 931-935. ISBN 88-900895-0-4.<br />

9. Marcello A., Pretti S., Valera P. (2003) “The <strong>Cagliari</strong>, Nuoro, and Sassari<br />

sheets of the geochemical map of Italy: explanatory notes”. In “Geochemical Baselines<br />

of Italy”. Ed. G. Ottonello and L. Serva. Con abbinamento e<strong>di</strong>toriale, Pacini E<strong>di</strong>tore<br />

S.p.A., Ospedaletto (Pisa), pp. 261-285. ISBN 88-7781-532-9.<br />

10. Valera R. G., Valera P. G. (2003) “Tin in the Me<strong>di</strong>terranean area: history and<br />

geology”. Actes du XIVème Congrès de l’Union Internationale des Sciences<br />

Préhistoriques et Protohistoriques “Bronze Age In Europe And The Me<strong>di</strong>terranean”.<br />

Symposium 11.2 : “Le problème de l’étain à l’origine de la métallurgie. The problem of<br />

Early Tin”. Ed. Alessandra Giumlia-Mair & Fulvia Lo Schiavo. BAR International Series<br />

1199. Université de Liège, Belgique, 2-8 septembre 2001. The Basingstoke Press,<br />

England, pp. 3-14, ISBN 1 84171 564 6.


11. Valera R. G., Valera P. G., Rivol<strong>di</strong>ni A. (2003) “The Sar<strong>di</strong>nian Mineral<br />

Deposits in the Bronze Age”. Atti “International Conference Archaeometallurgy in<br />

Europe”, 24-26 Settembre, Milano. Ed. Associazione Italiana <strong>di</strong> Metallurgia,<br />

Milano, vol. 2, pp. 127 - 136. ISBN 88-85298-50-8.<br />

12. Valera P. G., Valera R. G. (2003) “Outline of Geology and Mineral<br />

Deposits of Sar<strong>di</strong>nia, Italy”. Atti “International Conference Archaeometallurgy in<br />

Europe”, 24-26 Settembre, Milano. Ed. Associazione Italiana <strong>di</strong> Metallurgia,<br />

Milano, vol. 2, pp. 117 - 126. ISBN 88-85298-50-8.<br />

13. Valera P., Tadesse Solomon, (2003) “Sviluppo sostenibile e<br />

georisorse in Etiopia”. Supplemento n.1 al Vol. LXXIII dei Ren<strong>di</strong>conti del<br />

Seminario della Facoltà <strong>di</strong> Scienze dell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> - La cooperazione fra<br />

le <strong>Università</strong> sarde ed i Paesi in Via <strong>di</strong> Sviluppo. Officine Grafiche Pitagora -<br />

Tecnoprint, 2003, Bologna, pp. 325-333.<br />

14. Fiori M., Marcello A., Pretti S., Valera P. (2004) “Tertiary manganese<br />

occurrences in Sar<strong>di</strong>nia (Italy)”. Procee<strong>di</strong>ngs of the Interim IAGOD Conference on<br />

Metallogeny of the Pacific Northwest: Tectonics, Magmatism, and Metallogeny of<br />

Active Continental Margins. Alexander I. Khanchuk et al. eds., Dalnauka<br />

Publishing House, 2004,Vla<strong>di</strong>vostok, Russia. ISBN 5-8044-0470-9.<br />

15. Valera P. G., Valera R. G. (2004) “Profilo geogiacimentologico della<br />

Sardegna”. Ulrico Sanna, Roberto Valera e Fulvia Lo Schiavo ed., in “Archeo<br />

Metallurgia in Sardegna – Dalle origini al primo ferro”. CUEC E<strong>di</strong>trice. pp. 39-48.<br />

(in stampa).<br />

16. Valera R. G., Valera P. G., Rivol<strong>di</strong>ni A. (2004) “I giacimenti sar<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

minerali e metalli nell’età del bronzo”. Ulrico Sanna, Roberto Valera e Fulvia Lo<br />

Schiavo ed., in “Archeo Metallurgia in Sardegna – Dalle origini al primo ferro”.<br />

CUEC E<strong>di</strong>trice. pp. 49-106. (in stampa).<br />

17. Valera R. G., Valera P. G., Mazzella A. (2004) “Appunti <strong>di</strong> storia e<br />

giacimentologia dello stagno nel bacino del Me<strong>di</strong>terraneo”. Ulrico Sanna, Roberto<br />

Valera e Fulvia Lo Schiavo ed., in “Archeo Metallurgia in Sardegna – Dalle origini<br />

al primo ferro”. CUEC E<strong>di</strong>trice. pp. 429-446. (in stampa).<br />

e) Riassunti<br />

18. Valera R. G., Valera P. G. (1997), “Tectonic Control on F-bearing<br />

Mineralisation of Hercynian and Alpine Age in Sar<strong>di</strong>nia, Italy”. Meeting on “Structural<br />

controls and genesis of economic resources” – <strong>Abstract</strong>, Trinity College, Dublin.<br />

19. Porcu A., Assorgia A., Cabiddu E., Carta S., Ibba A., Rizzo R., Valera P.<br />

(1997), “Il flusso piroclastico <strong>di</strong> Sa Manenzia (lago Omodeo - Sardegna centrale)”. In:<br />

Convegno - escursione “La “Fossa Sarda” nell’ambito dell’evoluzione geo<strong>di</strong>namica<br />

cenozoica del Me<strong>di</strong>terraneo occidentale”. Villanovaforru, 19-22 Giugno 1997. Libroguida<br />

e riassunti, <strong>Cagliari</strong>, pp 150 - 151.<br />

20. Valera R. G., Valera P. G. (1999), “The origin of fluorine in surface<br />

waters”. In: Intenational Symposium on geochemical and mineralogical tracers in the<br />

mountainous supergene environment applied to mining exploration, in “Comunicaciones<br />

- Una Revista de Geologìa An<strong>di</strong>na”, Ed. V. Maksaev, No. 50, Expanded <strong>Abstract</strong>s<br />

<strong>Volume</strong>, 1999, Departamento de Geología de la Universidad de Chile, Santiago, Chile,<br />

pp. 133-137.<br />

21. Fadda S., Fiori M., Grillo S.M., Marcello A., Pretti S., Valera P. (2002)<br />

“Heavy metal pollution risks after mining activity in the Rio Flumendosa basin,<br />

Sar<strong>di</strong>nia, Italy” Geological Survey of Namibia (ed), 11 th Quadrennial IAGOD<br />

Symposium and Geocongress 2002 - July 2002 Windhoek, Namibia (ext.<br />

abstracts).<br />

22. Fiori M. Marcello A., Pretti S., Rivol<strong>di</strong>ni A., Solomon T., Valera P.<br />

(2002) “Surface Geochemistry Of Some Metals Related With Geothermal Activity<br />

In The Ethiopian Rift”. Geological Survey of Namibia (ed), 11 th Quadrennial IAGOD<br />

Symposium and Geocongress 2002 - July 2002 Windhoek, Namibia (ext.<br />

abstracts).<br />

23. Manca M.G., Matzuzzi C., Muscas F., Valera P. (2003) “Example of<br />

Geochemical Environmental Cartography: Sheet IGMI 546 - Guspini In Scale 1:<br />

50.000”. Procee<strong>di</strong>ngs of the 4 th European Congress on Regional Geoscientific<br />

Cartography and Information System, June 17 th /20 th Bologna, Italy. Industrie<br />

Grafiche Labanti e Nanni, 2003, Bologna, Vol. II, pag. 651-652.<br />

24. Mazzella A., Valera P. (2004) “3D Map Extractor (a 3D mapping<br />

software)”. In: “<strong>Abstract</strong>s – Part 1” del “32 nd International Geological Congress”.<br />

Firenze, 20-28 Agosto 2004, pp. 305-306.<br />

25. Mazzella A., Valera P. (2004) “Windows-3D Map Extractor”. In:<br />

“<strong>Abstract</strong>s – Part 1” del “32 nd International Geological Congress”. Firenze, 20-28<br />

Agosto 2004, pag. 414.<br />

f) Poster<br />

26. Di Gregorio F., Marini A., Melis M.T., Bertacchi A., Valera P. (1994),<br />

“Integrazione tra cartografia tematica ed elaborazioni <strong>di</strong> immagini telerilevate”. In:<br />

“Progetto Ambiente” - Sottoprogetto: “Valorizzazione e tutela dell’ambiente fisico della<br />

Sardegna”.<br />

27. Porcu A., Assorgia A., Cabiddu E., Carta S., Ibba A., Rizzo R., Valera P.<br />

(1997), “Il flusso piroclastico <strong>di</strong> Sa Manenzia (lago Omodeo - Sardegna centrale)”. In:<br />

Convegno - escursione “La Fossa Sarda” nell’ambito dell’evoluzione geo<strong>di</strong>namica<br />

cenozoica del Me<strong>di</strong>terraneo occidentale. Villanovaforru, 19-22 Giugno 1997.<br />

188


Assegnista: Eloisa Vargiu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed Elettronica<br />

ABSTRACT: Il Comportamento Proattivo nell’Implementazione <strong>di</strong> Agenti Intelligenti<br />

L’introduzione dei sistemi ad agenti ha suggerito lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> algoritmi e tecniche <strong>di</strong><br />

intelligenza artificiale per poter trattare con domini reali, in cui non valgono le assunzioni<br />

classiche. In particolare, i domini reali solitamente sono non completamente controllabili,<br />

non completamente accessibili e <strong>di</strong>namici. Un agente “ideale”, progettato per agire in<br />

simili circostanze, dovrebbe essere dotato, oltre della capacità sociale, <strong>di</strong> un<br />

comportamento proattivo, reattivo e adattivo. Inoltre, alcune capacità <strong>di</strong> astrazione<br />

potrebbero risultare desiderabili, anche in virtù del fatto che che esiste un’evidenza<br />

sperimentale che gli umani adottano tali tecniche.<br />

Questa presentazione affronta, sia dal punto <strong>di</strong> vista teorico che pratico, il problema<br />

dell’implementazione del comportamento proattivo in un agente intelligente. La<br />

presentazione inizia con l’esposizione <strong>di</strong> concetti generali riguardanti le architetture ad<br />

agenti, con particolare riferimento ai comportamenti che implementano. La seconda<br />

parte della presentazione è focalizzata sulla pianificazione classica facendo uso, per<br />

agevolare la spiegazione, <strong>di</strong> problemi giocattolo. Inoltre, vengono proposte alcune<br />

tecniche <strong>di</strong> astrazione utili per ridurre la complessità temporale della ricerca. Durante la<br />

presentazione, un caso <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è illustrato per valutare l’impatto delle assunzioni nonclassiche<br />

sulla complessità dei problemi <strong>di</strong> pianificazione.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Eloisa Vargiu si è laureata nel 1999 in Ingegneria Elettronica presso l'<strong>Università</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Cagliari</strong>; nel 2003 ha conseguito –sempre nella stessa università– il titolo <strong>di</strong> dottore <strong>di</strong><br />

ricerca in Ingegneria Elettronica e Informatica. Dal 2000 collabora nel gruppo Intelligent<br />

Agents and Soft-Computing (IASC) presso il Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Elettrica ed<br />

Elettronica (DIEE) dell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong> (lo IASC è membro della “European<br />

Network of Excellence in AI Planning” e della “European Network of Excellence for<br />

Agent-Based Computing”). Per quanto riguarda l’attività <strong>di</strong>dattica, fornisce assistenza in<br />

<strong>di</strong>versi corsi <strong>di</strong> Informatica (Sistemi <strong>di</strong> Elaborazione, Ingegneria del Software, Linguaggi<br />

e Traduttori, Linguaggi <strong>di</strong> Programmazione ad Oggetti, Fondamenti <strong>di</strong> Informatica II).<br />

Attualmente è assegnista <strong>di</strong> ricerca presso il DIEE. Le sue principali attività <strong>di</strong> ricerca<br />

riguardano i sistemi ad agenti; in particolare, architetture e tecniche <strong>di</strong> pianificazione<br />

automatica. E’ membro <strong>di</strong> AAAI (American Association for Artificial Intelligence), AI*IA<br />

(Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale) e MAS-AI*IA (Working Group of<br />

Agents and Multiagents Systems).<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Newsletter Internazionali<br />

[IN1] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. HW[ ]: A Parametric System for<br />

Planning by <strong>Abstract</strong>ion. In PLANET News, N°6, pp. 5—10, May 2003.<br />

Libri E<strong>di</strong>ti<br />

[EB1] G. Armano, F. De Paoli, A. Omicini, E. Vargiu (Eds.) WOA 2003 —<br />

Dagli oggetti agli agenti: Sistemi Intelligenti e Computazione Pervasiva.<br />

Capitoli <strong>di</strong> Libri<br />

[BC1] D. Carboni, S. Giroux, E. Vargiu, C. Moulin, S. Sanna, A. Soro, and G.<br />

Paddeu, e-MATE: An open architecture to support mobility of users. In Hele-Mai Haav<br />

and Ahto Kalja, e<strong>di</strong>tors, Databases and Information Systems II, H.M. Haav and A. Kalja<br />

(Eds.), Kluwer Academic Publishers, 2002.<br />

Conferenze Internazionali<br />

[IC1] G. Armano, A. Corra<strong>di</strong>, L. Leonar<strong>di</strong>, and E. Vargiu. MODE: A Java-like<br />

Environment for Experimenting Mobility Policies. In Procee<strong>di</strong>ngs of DOA2000,<br />

International Symposium on Distributed Objects and Applications, pp. 109—118,<br />

Antwerp, Belgium, September 21-23, 2000.<br />

[IC2] G. Armano and E. Vargiu. An Adaptive Approach for Planning in Dynamic<br />

Environments. In Procee<strong>di</strong>ngs of IC-AI’2001, the 2001 International Conference on<br />

Artificial Intelligence, pp. 987—993, Las Vegas, Nevada, USA, June 25-28, 2001.<br />

[IC3] D. Carboni, S. Giroux, E. Vargiu, C. Moulin, S. Sanna, A. Soro, and G.<br />

Paddeu. E-Mate: An Open Architecture to Support Mobility of Users. In Procee<strong>di</strong>ngs of<br />

the 5 th International Baltic Conference on DB and IS, pp. 227—242, Tallinn (Estonia)<br />

June 3-6 2002.<br />

[IC4] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Experimenting the Performance of<br />

<strong>Abstract</strong>ion Mechanisms through a Parametric Hierarchical Planner. In Procee<strong>di</strong>ngs of<br />

IASTED International Conference on Artificial Intelligence and Applications (AIA’03), pp.<br />

399—404, Innsbruck, Austria, February 10-13, 2003.<br />

[IC5] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. An Extension to PDDL for<br />

Hierarchical Planning. In Procee<strong>di</strong>ngs of International Workshop on PDDL at the<br />

International Conference on Automated Planning and Scheduling, pp. 1—6,<br />

Trento, June 10, 2003.<br />

[IC6] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. A Parametric Hierarchical<br />

Planner for Experimenting <strong>Abstract</strong>ion Techniques. In Procee<strong>di</strong>ngs of<br />

International Joint Conference on Artificial Intelligence (IJCAI’03), pp. 936—941,<br />

Acapulco, Mexico, August 9-15, 2003.<br />

[IC7] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Automatic Generation of<br />

Macro-Operators from Static Domain Analysis. In Procee<strong>di</strong>ngs of European<br />

Conference on Artificial Intelligence (ECAI’04), pp. 955—956, Valencia, Spain,<br />

August 22-27, 2004.<br />

[IC8] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. DHG: A System for Generating<br />

Macro-Operators from Static Domain Analysis. Procee<strong>di</strong>ngs of International<br />

Conference on Artificial Intelligence and Applications (AIA’05).<br />

[IC9] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Using Hierarchical Planning for<br />

Supporting Students in the Activity of Enrolling for Exams. In Procee<strong>di</strong>ngs of the<br />

10 th IEEE Symposium on Computers and Communications (ISCC 2005), to appear.<br />

Riviste Nazionali<br />

[NJ1] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Implementing Adaptive Capabilities<br />

on Agents that Act in a Dynamic Environment. In AI*IA Notizie, Anno XIV, n. 4, pp. 25—<br />

26, Dicembre 2001.<br />

Conferenze Nazionali<br />

[NC1] G. Armano and E. Vargiu. Implementing Autonomous reactive Agents by<br />

using Active Objects. In Procee<strong>di</strong>ngs of WOA 2000: Workshop “Dagli Oggetti agli<br />

Agenti: Tendenze Evolutive dei Sistemi Software”, organizzato congiuntamente da AI*IA<br />

e TABOO, pp. 35—40, Parma, 29-30 Maggio 2000.<br />

189<br />

[NC2] G. Armano, V. Galaffu, C. Muntoni, and E. Vargiu. A Layered Architecture for<br />

Implementing Autonomous Planning Agents. In Procee<strong>di</strong>ngs of AI*IA2000, pp. 5—8, Milano<br />

13-15 Settembre 2000.<br />

[NC3] G. Armano, and E. Vargiu. Using Autonomous Agents to Implement Avatars for a<br />

Computer Game. In Procee<strong>di</strong>ngs of AICA2000, pp. 445—455, Taormina 27-30 Settembre<br />

2000.<br />

[NC4] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Implementing Adaptive Capabilities on<br />

Agents that Act in a Dynamic Environment. In Procee<strong>di</strong>ngs of WOA 2001, pp. 14—19, 4-5<br />

Settembre 2001, Modena, Italy.<br />

[NC5] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. An Agent Architecture for Planning in a<br />

Dynamic Environment. In AI*IA 2001: Advances in Artificial Intelligence, F. Esposito (Ed.),<br />

LNAI 2175, pp. 388—394, 25-28 Settembre 2001, Bari, Italy.<br />

[NC6] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Experimenting <strong>Abstract</strong>ion Mechanisms<br />

through an Agent-Based Hierarchical Planner. In Procee<strong>di</strong>ngs of 8° Convegno<br />

dell'Associazione Italiana per l'Intelligenza Artificiale, Siena 10-13 Settembre 2002.<br />

[NC7] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Experimenting <strong>Abstract</strong>ion Mechanisms<br />

through an Agent-Based Hierarchical Planner. In Procee<strong>di</strong>ngs of WOA 2002 (Dagli Oggetti agli<br />

Agenti, dall'Informazione alla Conoscenza), pp. 137—142, Milano 18-19 Novembre 2002.<br />

[NC8] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Generating <strong>Abstract</strong>ion from Static<br />

Domain Analysis. In Procee<strong>di</strong>ngs of WOA 2003 (Dagli Oggetti agli Agenti, Sistemi<br />

Intelligenti e Computazione Pervasiva), pp. 140—147, <strong>Cagliari</strong>, 10-11 Settembre 2003.<br />

[NC9] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. Planning by <strong>Abstract</strong>ion Using HW[ ].<br />

In AI*IA 2003: Advances in Artificial Intelligence, A. Cappelli, and F. Turini (Eds.), LNAI<br />

2829, pp. 349—361, 23-26 Settembre 2003, Pisa, Italy.<br />

[NC10] G. Armano, G. Cherchi, and E. Vargiu. A Critical Look at the <strong>Abstract</strong>ion<br />

Based on Macro-Operators. In Procee<strong>di</strong>ngs of 3 rd Italian Workshop on Planning and<br />

Scheduling, 15 Settembre 2004, Perugia, Italy.<br />

Rapporti Interni<br />

[TR1] G. Armano, G. Mancosu, A. Orro, and E. Vargiu. A Multi-Agent System for<br />

Protein Secondary Pre<strong>di</strong>ction.<br />

Sottoposto per pubblicazione a Special Issue on "Biology, Computer Science and<br />

Bioinformatics: Multi<strong>di</strong>sciplinary Models, Metaphors and Tools" of the Springer Verlag<br />

"LNCS Transactions on Computational Systems Biology" (TCSB).


190


Assegnista: Antonietta Zappu<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o delle mutazioni nel gene ATP7B in pazientI con la malattia <strong>di</strong><br />

Wilson provenienti dalla Yugoslavia<br />

Zappu A 3 , Lepori MB 3 * , Lovicu M 2 , Solinas P 3 , Dessì V 3 , Dessì V 1 ,Major T 4 , Svetel M 4 ,<br />

Kostic V 4 , De Virgiliis S 3 , Cao A 2 , Lou<strong>di</strong>anos G 1 .<br />

1) Ospedale Regionale per le Microcitemie, ASL 8, <strong>Cagliari</strong><br />

2) Istituto <strong>di</strong> Neurogenetica e Neurofarmacologia, CNR-<strong>Cagliari</strong><br />

3) Istituto <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><strong>Cagliari</strong><br />

4) Institute of Neurology-Clinical Center of Serbia, Belgrade<br />

La malattia <strong>di</strong> Wilson (WD) è un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne autosomico recessivo del metabolismo del<br />

rame che deriva da mutazioni localizzate nel gene ATP7B. A tuttoggi si conoscono più<br />

<strong>di</strong> 200 mutazioni responsabili dello stato <strong>di</strong> malattia<br />

(http://www.medgen.med.ualberta.ca/). Recentemente abbiamo condotto lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

molecolare della malattia <strong>di</strong> Wilson attraverso la ricerca <strong>di</strong> mutazioni nel gene ATP7B in<br />

un gruppo <strong>di</strong> 48 pazienti con la malattia <strong>di</strong> Wilson provenienti dalla Yugoslavia (47 <strong>di</strong><br />

origine Serba, 1 <strong>di</strong> origine Albanese.)<br />

Facendo uso dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> SSCP e sequencing abbiamo caratterizzato l’ 84.3% dei<br />

cromosomi analizzati ed identificato 15 mutazioni 2 delle quali sono nuove. La<br />

mutazione più comune in questa popolazione è la H1069Q presente nel 45.8% dei<br />

cromosomi analizzati, frequenza simile a quella osservata in altre popolazioni<br />

dell’Europa Centro-Orientale. Esistono 3 mutazioni relativamente frequenti, 2304-<br />

2305insC, R616Q, A1003T, presenti rispettivamente nel 11.4%, 7.2%, 6.2% dei<br />

cromosomi analizzati. Abbiamo anche osservato che circa il 74% delle mutazioni<br />

identificate risiedono in 4 esoni del gene: 14, 13, 8, 5. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> associazione genotipofenotipo<br />

hanno escluso la presenza <strong>di</strong> tale associazione.<br />

Sulla base <strong>di</strong> questi dati conclu<strong>di</strong>amo che la più efficiente strategia per la <strong>di</strong>agnosi<br />

molecolare della malattia <strong>di</strong> Wilson nella popolazione Serba consiste anzitutto nel uso<br />

del metodo <strong>di</strong> SSCP per lo screening <strong>degli</strong> esoni 14, 13, 8, 5. I campioni non<br />

caratterizzati in questa prima fase dell’analisi saranno successivamente analizzati<br />

usando l’analisi SSCP per gli esoni e per la regione promoter del gene ATP7B. Questi<br />

dati possono essere utilizzati per lo sviluppo <strong>di</strong> una efficiente strategia <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi<br />

molecolare della malattia <strong>di</strong> Wilson in questa popolazione o in altre popolazioni miste<br />

presenti in certi paesi Europei e negli USA dove esiste un numero significativo <strong>di</strong><br />

immigrati dai paesi dell’ Europa Centro-Orientale.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Mi occupo della ricerca mutazionale nel gene ATP7B responsabile della Malattia <strong>di</strong><br />

Wilson. La malattia <strong>di</strong> Wilson (WD) un <strong>di</strong>fetto genetico del metabolismo del rame<br />

trasmesso come carattere autosomico recessivo è caratterizzata da una <strong>di</strong>fettosa<br />

eliminazione del rame stesso attraverso le vie biliari cui consegue un suo progressivo<br />

accumulo e tossicità nel fegato, nel sistema nervoso centrale e in altri organi come la<br />

cornea, lo scheletro ed i reni e più limitatamente in altri organi. La sua incidenza nel<br />

mondo è approssimativamente <strong>di</strong> 1/50-100000 nati vivi mentre nella popolazione sarda<br />

è <strong>di</strong> circa 1/ 7-10000 nati vivi ed è quin<strong>di</strong> una delle più alte nel mondo. Principalmente<br />

mi occupo <strong>di</strong> uno <strong>stu<strong>di</strong></strong>o pilota per la <strong>di</strong>agnosi precoce della Malattia <strong>di</strong> Wilson con l’uso<br />

<strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> biologia molecolare, su DNA, estratto dai cartoncini <strong>di</strong> supporto utilizzati<br />

per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> altre malattie metaboliche, come la Phenilketonuria e l’Ipotiroi<strong>di</strong>smo<br />

congenito. L’ obbiettivo principale della mia ricerca è quello <strong>di</strong> attuare una strategia <strong>di</strong><br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong>o per la <strong>di</strong>agnosi molecolare della malattia rapida, efficiente e poco costosa.<br />

Estrazione <strong>di</strong> DNA – Amplificazione con il metodo della PCR – Controllo dei prodotti <strong>di</strong><br />

amplificazione – Metodo Dot Blot <strong>di</strong> analisi – Ibridazione con ASO probes per le sei<br />

mutazioni più comuni nella popolazione sarda. Durante quest’arco <strong>di</strong> tempo ho<br />

sviluppato ed ottimizzato un approccio rapido ed efficiente per lo screening delle sei<br />

mutazioni più comuni presenti nell’85% dei malati Wilson in Sardegna a partire da un<br />

estrazione <strong>di</strong> DNA genomico da Guthrie Cards più rapida e usando i meto<strong>di</strong> della<br />

multiplex PCR accoppiato a quello della Reverse Dot Blot. La ricerca delle sei mutazioni<br />

più comuni attraverso questo approccio può essere usata come primo step nella<br />

<strong>di</strong>agnosi molecolare della malattia <strong>di</strong> Wilson. I risultati anche se basati su numeri<br />

relativamente limitati hanno evidenziato una elevata presenza della mutazione –441<br />

del15 compatibile con l’alta incidenza della Malattia <strong>di</strong> Wilson in Sardegna. Stu<strong>di</strong> più<br />

estesi su un maggior numero <strong>di</strong> casi per tutte le mutazioni più comuni potrebbero<br />

permettere <strong>di</strong> chiarire meglio la reale incidenza della Malattia <strong>di</strong> Wilson in Sardegna. La<br />

tecnologia TaqMan e i Michrocips saranno i nuovi approcci che svilupperò e che<br />

promettono uno screning rapido e a basso costo economico.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

<strong>Abstract</strong><br />

1. Una strategia efficiente per la <strong>di</strong>agnosi molecolare della Malattia <strong>di</strong> Wilson<br />

nella popolazione sarda.<br />

M.Lovicu, V.Dessì,F.Usai, A.Zappu, S.Diana,S.Cigliuti Ferrari, A.Cenni,S.De Virgiliis,<br />

A.Cao,G.Lou<strong>di</strong>anos.<br />

5° Congresso Nazionale SIGU, VERONA, Palazzo della Gran Guar<strong>di</strong>a, 24-27 settembre<br />

2002, Abs Book pag. 130.<br />

2. Molecular pathology of Wilson <strong>di</strong>sease.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos, V.Dessì, M.Lovicu, F.Usai, P.Solinas,A.Zappu, S.Diana, B.Lepori, A.Cao.<br />

3. Neurological Aspects of Wilson Disease<br />

Symposium,Miami Beach,Florida Four Points Sheraton Hotel,November 14-15,2002,<br />

Abs Book pag.8-9.<br />

4. Molecular Pathology and <strong>di</strong>agnosis of Wilson Disease.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos,V.Dessì,M.lovicu,F.Usai,P.Solinas, A.Zappu, S.Diana, B.Lepori, A.Cao.<br />

International Symposium on Here<strong>di</strong>tary Ataxias –II Carribean Meeting on Dementias<br />

Holguin – Cuba ,November 15-17 2002,Abs Book pag.38.<br />

5. Stu<strong>di</strong>o del Gene ATP7B in pazienti con la malattia <strong>di</strong> Wilson provenienti<br />

dalla Yugoslavia.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos,M.Lovicu,P.Solinas,V.Dessì,M.B.Lepori,A.Zappu,T.Major,M.Svetel,V.Kosti<br />

c, S.De Virgiliis,A.Cao.<br />

6° Congresso Nazionale SIGU,VERONA,Palazzo della Gran Guar<strong>di</strong>a,24-27 Settembre<br />

2003,Abs Book pag.399.<br />

6. Phase II study of oral chelator ICL670 in Thalassaemia patients with<br />

transfusional iron overload: efficacy,safety, pharmacokinetics (PK) and<br />

pharmacodynamics (PD) after 9 months of therapy.<br />

A.Piga, R.Galanello.,M.D. Capellini,G.L.Forni, H.Opitz, J.M.Ford, R.Sechaud, C.Mueller,<br />

G.B.Leoni, A.Zappu, G.Lupo,G.Donato,A.Lavagetto,L.Zanaboni and Daniele Alberti.<br />

191<br />

The 9 th International conference on Thalassemia and Hemoglobinopathies,CITTA’ DEL<br />

MARE,Terrasini,PALERMO ,October 15-19 ,2003,Abs Book 051.<br />

7. Mutation analysis of ATP7B gene in Wilson <strong>di</strong>sease patients of Turkish origin.<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos, M.Lovicu, V.Dessì, M.B.Lepori, A.Zappu, V.Dessì, B.Altuntas, A.Yuce, N.Kocak,<br />

S.Ozsoylu, H.Kayseril, N.Akar, S. De Virgiliis, M. Pirastu, A.Cao.<br />

European Journal of Human Genetics, June 12-15, 2004, Munich, Germany, Abs Book<br />

pag.228.<br />

8. Sviluppo <strong>di</strong> appropriate strategie e meto<strong>di</strong> per l’analisi mutazionale nel gene<br />

ATP7B.<br />

M.B.Lepori, A.Zappu, V. Dessì, G.P.Madeddu, L.Zancan, R.Giacchino, R.Iorio, P.Vajro,<br />

G.Maggiore, M. Marcellini, C.Barbera, M.T.Pellecchia, R.Simonetti, S.DeVirgiliis, A.Cao,<br />

G.Lou<strong>di</strong>anos.<br />

7 ° Congresso Nazionale S.I.G.U., PISA, Palazzo dei Congressi,13-15 Ottobre 2004, Abs Book<br />

pag.513.<br />

9. Stu<strong>di</strong>o delle mutazioni nel gene MECP2 in soggetti con S.Rett classica e variante<br />

in Sardegna.<br />

L.Boccone, A.Zappu,V.Dessì, S.Piga, M.B.Piludu, S.De Virgiliis, A.Cao, G.Lou<strong>di</strong>anos.<br />

7 ° Congresso Nazionale S.I.G.U., PISA, Palazzo dei Congressi,13-15 Ottobre 2004,Abs Book<br />

pag.495.<br />

10. Once-Daily Treatment with the Oral iron Chelator ICL670 ( Exjade R ): Result of a<br />

Phase II Study in Pe<strong>di</strong>atric Patients with β-Thalassemia Major.<br />

A.Piga, R.Galanello, M.L.Foschini, A.Zappu, E.Bordone, F.Longo, GL.Forni,<br />

A.Lavagetto,Y.Bertrand, H.Maseruka, N.Latham, D.Alberti.<br />

Blood <strong>Volume</strong> 104 Number 11 San Diego California 4-7 Dicembre 2004 Abs Book pag.983°.<br />

11. Uso del neridronato in pazienti con Talassemia Major ed interme<strong>di</strong>a.<br />

Origa R., Barella S., Crobu G., Defraia E., Dessì C., Giagu N., Leoni GB., Muroni PP., Zappu<br />

A., Galanello R.<br />

III Congresso Nazionale S.O.S.T.E. Ferrara 16-17 Ottobre 2005<br />

Pubblicazioni<br />

1. Efficient Strategy for Molecular Diagnosis of Wilson Disease in the Sar<strong>di</strong>nian<br />

Population.<br />

Lovicu M, Valeria Dessì, Antonietta Zappu, Stefano De Virgiliis, Antonio Cao,and Georgios<br />

Lou<strong>di</strong>anos.<br />

Clin. Chem. 49 (3): 496-499, 2003<br />

2. The canine copper toxicosis gene MURR1 is not implicated in the<br />

pathogenesis of Wilson <strong>di</strong>sease. 2005<br />

Mario Lovicu, Valeria Dessì, Maria Barbara Lepori, Antonietta Zappu, Lucia Zancan, Raffaella<br />

Giacchino, Raffaele Iorio, Angela Vegnente, Pietro Vajro, Giuseppe Maggiore, Matilde<br />

Marcellini, Cristiana Barbera, Vla<strong>di</strong>mir Kostic, Anna Maria Giulia Farci, Antonello Solinas,<br />

Buket Altuntas, A Yuce, Nurten Kocak, Stefano De Virgiliis, Antonio Cao, Georgios Lou<strong>di</strong>anos.<br />

Journal of Hepatology (Submited).


192


Assegnista: Patrizia Zavattari<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Strategie <strong>di</strong> analisi genetica delle malattie complesse<br />

Lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle malattie genetiche cosiddette complesse (come ad esempio il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong><br />

tipo 1, la sclerosi multipla, la malattia celiaca, e molte altre) è reso complicato dal fatto<br />

che tali <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni insorgono come risultato <strong>di</strong> una suscettibilità genetica in presenza <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>zioni ambientali permissive. L’identificazione dei loci cromosomici <strong>di</strong><br />

pre<strong>di</strong>sposizione come pure quella dei potenziali fattori ambientali è un’impresa ardua in<br />

cui molti gruppi <strong>di</strong> ricerca si sono cimentati negli anni, ottenendo purtroppo ben pochi<br />

successi.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista genetico, le malattie complesse o multifattoriali si <strong>di</strong>stinguono da<br />

quelle cosiddette “medeliane” semplici, ovvero monofattoriali, per la presenza non <strong>di</strong> un<br />

singolo errore genetico che causa la malattia ma <strong>di</strong> una combinazione sfavorevole <strong>di</strong><br />

fattori genetici che rendono un in<strong>di</strong>viduo suscettibile alla malattia stessa aumentandone<br />

così il rischio <strong>di</strong> contrarla. Inoltre l’analisi genetica dei tratti multifattoriali è resa ancor più<br />

<strong>di</strong>fficile da una ridotta penetranza dei geni pre<strong>di</strong>sponenti (l’effetto del genotipo sul<br />

fenotipo), dall’interazione dei <strong>di</strong>fferenti loci (epistasi) o dalla mancanza <strong>di</strong> interazione<br />

(eterogeneità), dai <strong>di</strong>versi modelli <strong>di</strong> trasmissione ere<strong>di</strong>taria delle varianti <strong>di</strong> suscettibilità<br />

e dalla possibile esistenza <strong>di</strong> fenocopie (casi non genetici).<br />

La conoscenza delle basi genetiche delle malattie multifattoriali, ovvero l'identificazione<br />

delle varianti <strong>di</strong> suscettibilità, creeranno le premesse per un approccio consapevole alla<br />

prevenzione <strong>di</strong> queste malattie.<br />

Uno strumento essenziale per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o delle basi genetiche <strong>di</strong> tratti complessi è<br />

sicuramente rappresentato dalla conoscenza <strong>di</strong> mappe <strong>di</strong> marcatori polimorfici, ossia <strong>di</strong><br />

quei punti del genoma che essendo estremamente variabili da in<strong>di</strong>viduo a in<strong>di</strong>viduo<br />

consentono <strong>di</strong> seguire la segregazione intrafamiliare della regione cromosomica che li<br />

contiene e <strong>di</strong> confrontare in cosa possano <strong>di</strong>fferire cromosomi <strong>di</strong> pazienti da cromosomi<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui sani. Ogni persona presenta infatti il 99.9% <strong>di</strong> identità genetica rispetto ad<br />

una qualsiasi altra, pertanto le caratteristiche proprie <strong>di</strong> ciascun in<strong>di</strong>viduo sono dovute al<br />

restante 0.1%, che rappresenta la cosiddetta “variabilità interin<strong>di</strong>viduale”.<br />

Sino a qualche anno fa le uniche mappe utilizzate per le analisi genetiche <strong>di</strong> malattie<br />

complesse erano quelle <strong>di</strong> microsatelliti, corte sequenze nucleoti<strong>di</strong>che <strong>di</strong> lunghezza<br />

variabile (da 2 a 5 paia <strong>di</strong> basi) ripetute in tandem. Questi marcatori sono <strong>di</strong>spersi su<br />

tutto il genoma (si calcola che ne esistano circa 50.000) e presentano la caratteristica <strong>di</strong><br />

essere altamente variabili da in<strong>di</strong>viduo a in<strong>di</strong>viduo. Ciò li rende ottimi marcatori<br />

polimorfici neutrali <strong>di</strong> facile utilizzo per indagini genetiche.<br />

Ma la maggior parte della variabilità genetica interin<strong>di</strong>viduale è sostanzialmente dovuta<br />

a piccole variazioni <strong>di</strong> sequenza, sostituzioni <strong>di</strong> singoli nucleoti<strong>di</strong> che compongono il<br />

nostro DNA, dette SNPs (single nucleotide polymorphisms) che vengono trasmesse in<br />

modo ere<strong>di</strong>tario. Gli SNPs possono avere un ruolo <strong>di</strong>retto nella suscettibilità alle malattie<br />

ma, come nel caso dei microsatelliti, possono anche rappresentare un importante<br />

strumento per analisi genetiche <strong>di</strong> popolazione e per la ricerca dei fattori <strong>di</strong> suscettibilità<br />

alle malattie multifattoriali come marcatori neutrali. Gli SNPs sono particolarmente utili in<br />

tal senso in quanto numerosi e stabili durante l’evoluzione.<br />

Il completamento della sequenza del genoma umano ha portato alla scoperta <strong>di</strong> milioni<br />

<strong>di</strong> varianti nel DNA, rese note in data base <strong>di</strong> pubblico utilizzo. Ciò ha consentito <strong>di</strong><br />

avere a <strong>di</strong>sposizione mappe <strong>di</strong> SNPs ad altissima densità per poter affrontare <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong><br />

associazione <strong>di</strong> fattori genetici in tratti complessi. Ma in questi progetti <strong>di</strong> ricerca un gran<br />

numero <strong>di</strong> marcatori deve essere <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato in un gran numero <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui. Pertanto si è<br />

reso necessario un rapido sviluppo delle biotecnologie che permettesse <strong>di</strong> produrre<br />

un’enorme mole <strong>di</strong> dati in tempo reale, cui possa seguire l’analisi genetico-statistica.<br />

In questo lavoro verrà presentata una panoramica delle tecnologie attualmente utilizzate<br />

nel nostro laboratorio e più in generale alcuni dei sistemi più all’avanguar<strong>di</strong>a per<br />

condurre analisi genetiche che richiedano un’altissima processività.<br />

ABSTRACT: Ricerca <strong>di</strong> loci per l’autoimmunità me<strong>di</strong>ante un’analisi <strong>di</strong> linkage su<br />

famiglie sarde con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 e sclerosi multipla<br />

Zavattari P.*(1), Pitzalis M.*(1), Deidda E.*(1), Murru D.(1), Moi L.(1), Motzo C.*(1),<br />

Murru R. (2), Costa G. (2), Mancosu C. (2), Solla E. (2), Fadda E. (2), Schirru L. (2),<br />

Melis C. (2), Orrù V.(1), Contu D.*(1), Lampis R.*(1), Porru C.(1), Nucaro A.(1),<br />

Porcedda E.(1), Porceddu R.(1), Angius E. (3), Frongia P.(3), Chessa M. (3), Ricciar<strong>di</strong><br />

R. (3) Galassi S.(3), Pacifico A.(4), Maioli M.(4), Tonolo G.(4), Lostia S.(5), Floris R.(5),<br />

Marinaro AM.(6), Ogana A.(6), Meloni GF.(6), Pala G.(7), Lepori S.(8), Milia AF. (8),<br />

Lan<strong>di</strong>s N. (9) Zedda MA. (10), Marrosu MG. (2), Devoto M.(11), Cucca F.(1).<br />

(1) Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e Biotecnologie, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. (2)<br />

Centro Sclerosi Multipla, Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> <strong>Cagliari</strong>. (3)<br />

Divisione Pe<strong>di</strong>atria, Ospedale G. Brotzu, <strong>Cagliari</strong>. (4) Istituto <strong>di</strong> Clinica Me<strong>di</strong>ca, Servizio<br />

<strong>di</strong> Diabetologia, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Sassari. (5) Centro Diabetologico, Ospedale G. Brotzu,<br />

<strong>Cagliari</strong>. (6) Dipartimento Pe<strong>di</strong>atrico e Neonatologico, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Sassari (7)<br />

Diabetologia dell’adulto, Ospedalo Zonchello, Nuoro. (8) Divisione Pe<strong>di</strong>atria,<br />

OspedaleS. Francesco, Nuoro. (9) Divisione Pe<strong>di</strong>atria, Ospedale Crobu, Iglesias. (10)<br />

Prima Clinica Pe<strong>di</strong>atrica, Unità Operativa <strong>di</strong> Diabetologia dell’Età Evolutiva, <strong>Cagliari</strong>.<br />

(11) Genetic Epidemiology Research Lab. Nemours Children’s Clinic, Wilmington USA.<br />

* Questi autori sono titolari <strong>di</strong> assegno <strong>di</strong> ricerca<br />

Esistono evidenze che il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 (T1D) si manifesti più frequentemente nei<br />

pazienti e nei familiari <strong>di</strong> pazienti affetti da <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni autoimmuni quali la tiroi<strong>di</strong>te<br />

autoimmune, l’artrite reumatoide e la celiachia. Ciò suggerisce l’esistenza <strong>di</strong> fattori<br />

pre<strong>di</strong>sponenti che giochino un ruolo centrale nell’autoimmunità generale.<br />

Il T1D e la sclerosi multipla (MS) sono malattie infiammatorie comuni, entrambe risultato<br />

<strong>di</strong> un processo autoimmune, nel primo caso rivolto contro le cellule β pancreatiche e nel<br />

secondo contro il sistema nervoso centrale.<br />

Il T1D e la MS mostrano un’incidenza particolarmente alta in Sardegna. In particolare è<br />

stata evidenziata una prevalenza <strong>di</strong> T1D circa 5 volte maggiore, rispetto all’atteso, in<br />

soggetti affetti da MS e 2 volte maggiore in genitori e fratelli <strong>di</strong> affetti da MS.<br />

Questi dati suggeriscono la presenza <strong>di</strong> una cosegregazione delle due malattie dovuta,<br />

presumibilmente, a basi genetiche comuni, confermando <strong>stu<strong>di</strong></strong> sul modello animale. Il<br />

topo NOD (nonobese <strong>di</strong>abetic) infatti non solo ammala <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete ma è anche<br />

pre<strong>di</strong>sposto per l’encefalomielite autoimmune sperimentale (EAE), modello murino <strong>di</strong><br />

MS. Inoltre sono stati mappati nel topo loci <strong>di</strong> suscettibilità per i due <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni, alcuni<br />

localizzati nelle stesse regioni.<br />

Da tempo è nota l’associazione dei loci HLA-DRB1 e DQB1 sia con T1D che con MS<br />

ma abbiamo recentemente <strong>di</strong>mostrato che tali loci possono spiegare solo in parte la<br />

cosegregazione dei due <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni.<br />

193<br />

In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla ricerca <strong>di</strong> potenziali loci <strong>di</strong><br />

autoimmunità, me<strong>di</strong>ante un’analisi <strong>di</strong> linkage condotta in una casistica <strong>di</strong> 121 famiglie T1D, 68<br />

famiglie MS e 20 in cui sono presenti entrambe le patologie. I risultati <strong>di</strong> una prima analisi non<br />

parametrica identificano 12 regioni cromosomiche che mostrano un’aumentata evidenza <strong>di</strong><br />

linkage quando si considerino tutte le famiglie raccolte, ovvero prendendo in esame entrambe<br />

le patologie come locus <strong>di</strong> malattia. In particolare 5 <strong>di</strong> queste regioni presentano un valore <strong>di</strong><br />

NPL > 2.<br />

I nostri risultati sono in pieno accordo con l’esistenza <strong>di</strong> geni coinvolti in entrambe le malattie e<br />

più in generale in processi <strong>di</strong> autoimmunità. L'identificazione <strong>di</strong> tali geni, la comprensione delle<br />

interazioni fra essi e delle conseguenze funzionali creeranno le premesse per un approccio<br />

consapevole alla prevenzione <strong>di</strong> queste malattie.<br />

ATTIVITA’ DI RICERCA<br />

Questo progetto si articola in <strong>di</strong>verse linee <strong>di</strong> ricerca (<strong>di</strong> cui si riportano tre fra le principali),<br />

tutte volte a far luce sulle basi genetiche del <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 (DT1). L'identificazione dei geni<br />

<strong>di</strong> suscettibilità al DT1 creerà le premesse per un approccio consapevole alla prevenzione<br />

della malattia.<br />

• Ricerca <strong>di</strong> loci per l’autoimmunità.<br />

Esistono evidenze che il DT1 si manifesti più frequentemente nei pazienti e nei familiari <strong>di</strong><br />

pazienti affetti da <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni autoimmuni. Ciò suggerisce l’esistenza <strong>di</strong> fattori pre<strong>di</strong>sponenti che<br />

giochino un ruolo centrale nell’autoimmunità generale.<br />

Il DT1 e la sclerosi multipla (SM) sono malattie infiammatorie comuni, entrambe autoimmuni,<br />

che mostrano un’incidenza particolarmente alta in Sardegna e tendono a cosegregare nelle<br />

stesse famiglie, presumibilmente a causa <strong>di</strong> basi genetiche comuni.<br />

In questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo concentrato la nostra attenzione sulla ricerca <strong>di</strong> potenziali loci <strong>di</strong><br />

autoimmunità, me<strong>di</strong>ante un’analisi <strong>di</strong> linkage condotta in una casistica <strong>di</strong> 121 famiglie DT1, 68<br />

famiglie SM e 20 in cui sono presenti entrambe le patologie, me<strong>di</strong>ante la genotipizzazione <strong>di</strong><br />

400 marcatori microsatelliti <strong>di</strong>slocati su tutti i cromosomi. I risultati <strong>di</strong> una prima analisi non<br />

parametrica condotta utilizzando il software SimWalk2 identificano 12 regioni cromosomiche<br />

che mostrano un’aumentata evidenza <strong>di</strong> linkage prendendo in esame entrambe le patologie<br />

come locus <strong>di</strong> malattia. I nostri risultati sono in pieno accordo con l’esistenza <strong>di</strong> varianti che<br />

conferiscano una pre<strong>di</strong>sposizione generale all’autoimmunità coinvolti in entrambe le malattie.<br />

• Stu<strong>di</strong>o della regione cromosomica HLA: fattori mo<strong>di</strong>ficatori della pre<strong>di</strong>sposizione<br />

al DT1 data dai principali loci <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sposizione (DRB1 e DQB1).<br />

L’eziologia del DT1 <strong>di</strong>pende sia da fattori genetici che ambientali. Determinate varianti alleliche<br />

a livello dei loci DRB1-DQB1 nella regione HLA conferiscono la maggiore suscettibilità<br />

contribuendo per circa il 40% dell’ere<strong>di</strong>tarietà della malattia. Gli aplotipi che conferiscono<br />

pre<strong>di</strong>sposizione alla malattia sono detti DR3 e DR4. L’aplotipo DR3 mostra nella popolazione<br />

sarda la più alta frequenza rispetto alla popolazione mon<strong>di</strong>ale ed è comunemente incluso<br />

all’interno <strong>di</strong> un aplotipo esteso (DR3-B18) molto raro al <strong>di</strong> fuori della popolazione sarda. In<br />

questo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o abbiamo identificato tre marcatori, localizzati al <strong>di</strong> fuori dei loci DQB1 e DRB1,<br />

nei geni DMB, DOB ed il microsatellite TNFc, che insieme definiscono aplotipi HLA con una<br />

<strong>di</strong>versa associazione con la malattia, e permettono <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>videre gli aplotipi DR3-B18 in<br />

pre<strong>di</strong>sponenti e non-pre<strong>di</strong>sponenti. Da tali evidenze si può concludere che gli alleli ai loci<br />

DQB1 e DRB1 non spiegano l’intera associazione della regione HLA con la malattia.<br />

• Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> associazione tra il gene PTPN22 ed il DT1 nella popolazione sarda.<br />

Recentemente è stata in<strong>di</strong>viduata e replicata da vari gruppi (compreso il nostro) l’associazione<br />

positiva tra un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP) e il DT1. Questo SNP è localizzato nel<br />

gene PTPN22 (cromosoma 1p13) ed è responsabile <strong>di</strong> un cambio aminoaci<strong>di</strong>co Arg>Trp nel<br />

codone 620 della proteina citoplasmatica LYP (Lymphoid Tyrosine Phosphatase). Tale<br />

proteina è espressa nei tessuti linfoi<strong>di</strong> dove, interagendo con altri fattori proteici, influenza<br />

l’attivazione delle T cellule. Una iperattivazione delle T cellule e favorirebbe l’insorgenza <strong>di</strong><br />

fenomeni autoimmuni. Abbiamo pertanto genotipizzato 630 famiglie <strong>di</strong>abetiche sarde per l’SNP<br />

1858 C>T e per altri quattro polimorfismi, due microsatelliti e due SNPs, localizzati nel gene<br />

PTPN22 e nelle regioni in 5’ e 3’ rispetto ad esso.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

1. Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Moi L, Lampis R, Contu D, Motzo C,<br />

Frongia P, Angius E, Maioli M, Todd JA, Cucca F. No association between variation of<br />

the FOXP3 gene and common type 1 <strong>di</strong>abetes in the Sar<strong>di</strong>nian population. Diabetes.<br />

2004 Jul;53(7):1911-4.<br />

2. Marrosu MG, Motzo C, Murru R, Lampis R, Costa G, Zavattari P, Contu D, Fadda E,<br />

Cocco E, Cucca F. The co-inheritance of type 1 <strong>di</strong>abetes and multiple sclerosis in<br />

Sar<strong>di</strong>nia cannot be explained by genotype variation in the HLA region alone. Hum Mol<br />

Genet. 2004 Dec 1;13(23):2919-24. Epub 2004 Oct 07.<br />

3. Cucca F, Contu D, Zavattari P, Murru D. Correlation between major<br />

histocompatibility complex (MHC)-class II and type 1 <strong>di</strong>abetes. Minerva Endocrinol. 2003<br />

Jun;28(2):111-22. Review. Italian.<br />

4. Contu D, Morelli L, Zavattari P, Lampis R, Angius E, Frongia P, Murru D, Maioli M,<br />

Francalacci P, Todd JA, Cucca F. Sex-related bias and exclusion mapping of the<br />

nonrecombinant portion of chromosome Y in human type 1 <strong>di</strong>abetes in the isolated<br />

founder population of Sar<strong>di</strong>nia. Diabetes. 2002 Dec;51(12):3573-6.<br />

5. Marrosu MG, Murru R, Murru MR, Costa G, Zavattari P, Whalen M, Cocco E,<br />

Mancosu C, Schirru L, Solla E, Fadda E, Melis C, Porru I, Rolesu M, Cucca F. Dissection<br />

of the HLA association with multiple sclerosis in the founder isolated population of<br />

Sar<strong>di</strong>nia. Hum Mol Genet. 2001 Dec 1;10(25):2907-16.<br />

6. Zavattari P, Lampis R, Motzo C, Loddo M, Mulargia A, Whalen M, Maioli M, Angius<br />

E, Todd JA, Cucca F. Con<strong>di</strong>tional linkage <strong>di</strong>sequilibrium analysis of a complex <strong>di</strong>sease<br />

superlocus, IDDM1 in the HLA region, reveals the presence of independent mo<strong>di</strong>fying<br />

gene effects influencing the type 1 <strong>di</strong>abetes risk encoded by the major HLA-DQB1, -<br />

DRB1 <strong>di</strong>sease loci. Hum Mol Genet. 2001 Apr 15;10(8):881-889.<br />

7. Pociot F, Larsen ZM, Zavattari P, Deidda E, Nerup J, Cattaneo M, Chiaramonte R,<br />

Comi P, Sabba<strong>di</strong>ni M, Zollo M, Biunno I, Cucca F. No evidence for SEL1L as a can<strong>di</strong>date<br />

gene for IDDM11-conferred susceptibility. Diabetes Metab Res Rev. 2001 Jul-<br />

Aug;17(4):292-5.<br />

8. Greco L, Babron MC, Corazza GR, Percopo S, Sica R, Clot F, Fulchignoni-Lataud<br />

MC, Zavattari P, Momigliano-Richiar<strong>di</strong> P, Casari G, Gasparini P, Tosi R, Mantovani V, De<br />

Virgiliis S, Iacono G, D'Alfonso A, Selinger-Leneman H, Lemainque A, Serre JL, Clerget-<br />

Darpoux F. Existence of a genetic risk factor on chromosome 5q in Italian coeliac<br />

<strong>di</strong>sease families. Ann Hum Genet. 2001 Jan;65(Pt 1):35-41.<br />

9. Cucca F, Contu D, Deidda E, Lampis R, Motzo C, Whalen M, Zavattari P. Analisi<br />

genetica delle malattie multifattoriali: meto<strong>di</strong> e strategie <strong>di</strong> analisi attraverso l’esempio<br />

del <strong>di</strong>abete mellito <strong>di</strong> tipo 1. Prospettive in pe<strong>di</strong>atria. 2001; 31: 175-184. CIS e<strong>di</strong>tore. Via<br />

San Siro 1, 20149 Milano.<br />

10. Zavattari P, Lampis R, Mulargia A, Loddo M, Angius E, Todd JA, Cucca F.<br />

Confirmation of the DRB1-DQB1 loci as the major component of IDDM1 in the isolated founder<br />

population of Sar<strong>di</strong>nia. Hum Mol Genet. 2000 Dec 12;9(20):2967-72.<br />

11. Zavattari P, Deidda E, Whalen M, Lampis R, Mulargia A, Loddo M, Eaves I, Mastio G,<br />

Todd JA, Cucca F. Major factors influencing linkage <strong>di</strong>sequilibrium by analysis of <strong>di</strong>fferent<br />

chromosome regions in <strong>di</strong>stinct populations: demography, chromosome recombination<br />

frequency and selection. Hum Mol Genet. 2000 Dec 12;9(20):2947-57.


12. Herr M, Dudbridge F, Zavattari P, Cucca F, Guja C, March R, Campbell RD,<br />

Barnett AH, Bain SC, Todd JA, Koeleman BP. Evaluation of fine mapping strategies for<br />

a multifactorial <strong>di</strong>sease locus: systematic linkage and association analysis of IDDM1 in<br />

the HLA region on chromosome 6p21. Hum Mol Genet. 2000 May 22;9(9):1291-301.<br />

13. Koeleman BP, Herr MH, Zavattari P, Dudbridge F, March R, Campbell D, Barnett<br />

AH, Bain SC, Mulargia AP, Loddo M, Amos W, Cucca F, Todd JA. Con<strong>di</strong>tional ETDT<br />

analysis of the Human Leukocyte Antigen region in type 1 <strong>di</strong>abetes. Ann Hum Genet.<br />

2000 May;64(3):215-21.<br />

14. Giordano M, Bolognesi E, D'Alfonso S, Lessi M, Zavattari P, Oderda G, Clot F,<br />

Percopo S, Casari G, Greco L, Tosi R, Momigliano-Richiar<strong>di</strong> P. Linkage <strong>di</strong>sequilibrium<br />

between intra-locus variants in the aminopeptidase n gene and test of their association<br />

with coeliac <strong>di</strong>sease. Ann Hum Genet. 1999 May;63 ( Pt 3):207-15.<br />

15. Zavattari P, Esposito L, Nutland S, Todd JA, Cucca F. Transmission-ratio<br />

<strong>di</strong>stortion at Xp11.4-p21.1 in type 1 <strong>di</strong>abetes. Am J Hum Genet. 2000 Jan;66(1):330-2.<br />

16. D'Alfonso S, Nistico L, Zavattari P, Marrosu MG, Murru R, Lai M, Massacesi L,<br />

Ballerini C, Gestri D, Salvetti M, Ristori G, Bomprezzi R, Trojano M, Liguori M, Gambi D,<br />

Quattrone A, Fruci D, Cucca F, Richiar<strong>di</strong> PM, Tosi R. Linkage analysis of multiple<br />

sclerosis with can<strong>di</strong>date region markers in Sar<strong>di</strong>nian and Continental Italian families. Eur<br />

J Hum Genet. 1999 Apr;7(3):377-85.<br />

17. Sbrana I, Zavattari P, Barale R, Musio A. Common fragile sites on human<br />

chromosomes represent transcriptionally active regions: evidence from camptothecin.<br />

Hum Genet. 1998 Apr;102(4):409-14.<br />

18. Greco L, Corazza G, Babron MC, Clot F, Fulchignoni-Lataud MC, Percopo S,<br />

Zavattari P, Bouguerra F, Dib C, Tosi R, Troncone R, Ventura A, Mantavoni W,<br />

Magazzu G, Gatti R, Lazzari R, Giunta A, Perri F, Iacono G, Car<strong>di</strong> E, de Virgiliis S,<br />

Cataldo F, De Angelis G, Musumeci S, Clerget-Darpoux F, et al. Genome search in<br />

celiac <strong>di</strong>sease. Am J Hum Genet. 1998 Mar;62(3):669-75.<br />

Comunicazioni su riviste censite<br />

1. Colombo ., Bellavia D, Zavattari P, Bolognesi E, Brai M, Scorza R: HLA-CLASS II<br />

ALLELES, C4 RFLP PATTERNS AND SLE IN ITALIAN POPULATION. <strong>Abstract</strong> Book: 12 th<br />

International Histocompatibility Conference: “GENETIC DIVERSITY OF HLA: FUNCTIONAL<br />

AND MEDICAL IMPLICATIONS”. June 9-12, 1996; Paris, France. Hum. Immunol. 47:35<br />

(P174), 1996.<br />

2. Scorza R, Antonioli R, Colombo G, Micheli V, Zavattari P, Bazzi S, Mascagni B:<br />

HLA-CLASS II ANTIGENS AND SUSCEPTIBILITY TO SCLERODERMA. <strong>Abstract</strong> Book: 12 th<br />

International Histocompatibility Conference: “GENETIC DIVERSITY OF HLA: FUNCTIONAL<br />

AND MEDICAL IMPLICATIONS”. June 9-12, 1996; Paris, France. Hum. Immunol. 47:36<br />

(P179), 1996.<br />

Atti <strong>di</strong> congressi e abstract<br />

1. Musio A, Zavattari P, Sbrana I.: INCREASED FRAGILE SITES IN<br />

PESTICIDE SPRAYERS. Atti Associazione Genetica Italiana: Vol. XXXIX, pagg. 179-180 –<br />

1993. Senigallia (An), 29 settembre–1 ottobre 1993.<br />

2. Sbrana I, Zavattari P, Musio A.: EFFECT OF DNA REPLICATION AND<br />

TRANSCRIPTION INHIBITION ON THE EXPRESSION OF FRAGILE SITES INDUCED BY<br />

APHIDICOLIN. Atti Associazione Genetica Italiana: Vol. XXXX, pag. 227 – 1994.<br />

Montesilvano Lido (Pe), 26-30 settembre 1994.<br />

3. Sbrana I, Zavattari P, Musio A.: FRAGILE SITES INDUCED BY DNA<br />

REPLICATION AND TRANSCRIPTION INHIBITORS. III Congresso Nazionale della Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Mutagenesi Ambientale; <strong>Abstract</strong>s, pag. 87. Viterbo, 10-13 ottobre 1994.<br />

4. Scorza R, Colombo G, Antonioli R, Zavattari P, Micheli V,<br />

Mascagni B, Della Bella S.: HLA-CLASS II ANTIGENS AND SUSCEPTIBILITY TO<br />

SCLERODERMA. Atti del Workshop Internazionale «Sclerosi Sistemica Progressiva.<br />

Attualità e Prospettive», pagg. 15-18. Roma, 17-18 Novembre 1995.<br />

5. Cucca F, Esposito L, Lampis R, Goy J, Zavattari P, De Virgiliis S,<br />

Angius E, Todd J. A.: LINKAGE DISEQUILIBRIUM MAPPING OF A TYPE 1 DIABETES GENE ON<br />

CHROMOSOME XP22-11. Atti VI Telethon Convention. Atti VI Telethon Convention.<br />

Bologna, 16-18 Novembre 1997.<br />

6. Cucca F, Zavattari P, Mulargia A, Loddo M, Lampis R, Zavattari C,<br />

Angius E, De Virgiliis S, Bain S.C, Cao A, Todd J.A. ALLELIC ASSOCIATION MAPPING FOR<br />

A TYPE 1 DIABETES LOCUS ON CHROMOSOME XP. Atti VII Telethon Convention. Roma, 15-<br />

17 Novembre 1998.<br />

7. Zavattari P, Mulargia A, Loddo M, Lampis R, Zavattari C, Bain S.C,<br />

Todd J.A, Cucca F. ALLELIC ASSOCIATION MAPPING FOR A TYPE 1 DIABETES LOCUS ON<br />

CHROMOSOME XP. Atti 5 th focus on Diabetes: Update on the Genetics Pathogenesis<br />

Prevention and Therapy of Type 1 Diabetes, Erice, Centro Ettore Majorana, 8-12<br />

Dicembre 1998.<br />

8. Cucca F, Lampis R, Zavattari P, Mulargia A, Loddo M, Congia M,<br />

Todd J.A. FINE MAPPING OF THE HLA PREDISPOSITION TO TYPE 1 DIABETES. Atti 5 th focus<br />

on Diabetes: Update on the Genetics Pathogenesis Prevention and Therapy of Type 1<br />

Diabetes, Erice, Centro Ettore Majorana, 8-12 Dicembre 1998.<br />

9. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Loddo M, Mulargia A, De Virgiliis<br />

S, Cao A, Todd J. A.: LINKAGE DISEQUILIBRIUM MAPPING OF A TYPE 1 DIABETES GENE ON<br />

CHROMOSOME XP22-11. Atti VIII Telethon Convention. Rimini, 14-16 Novembre 1999.<br />

10. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Lampis R, Macis M.D, Angius E,<br />

Zavattari C, De Virgiliis S, Cao A, Todd J. A.: LINKAGE DISEQUILIBRIUM MAPPING OF A<br />

TYPE 1 DIABETES GENE ON CHROMOSOME XP22-11. Atti IX Telethon Convention. Rimini,<br />

12-14 Novembre 2000.<br />

11. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R,<br />

Asunis M.A, Angius E, Zavattari C, De Virgiliis S, Cao A, Todd J. A.: LINKAGE<br />

DISEQUILIBRIUM MAPPING OF A TYPE 1 DIABETES GENE ON CHROMOSOME XP22-11. Atti X<br />

Telethon Convention. Riva del Garda, 18-20 Novembre 2001.<br />

12. Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Asunis M.A,<br />

Pacifico A, Maioli M, Angius E, Frongia P, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R, Zavattari C, De<br />

Virgiliis S, Todd J. A, Cucca F. Linkage Disequilibrium Mapping of a Type I<br />

Diabetes gene on Chromosome Xp22-11; IV Riunione scientifica integrata<br />

Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologi-Societa' Italiana Diabetologia. Alghero, Dicembre<br />

2001.<br />

13. Contu C, Morelli L, Zavattari P, Lampis R, Asunis M.A, Frongia<br />

P, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R,, Angius E, Francalacci P, Cucca F. Analisi del ruolo<br />

della porzione non ricombinante del cromosoma Y nella pre<strong>di</strong>sposizione al<br />

<strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo I nella popolazione sarda; IV Riunione scientifica integrata<br />

Associazione Me<strong>di</strong>ci Diabetologi-Societa' Italiana Diabetologia. Alghero, Dicembre<br />

2001.<br />

14. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Contu D,<br />

Murru D, Frongia P, Lampis R, Angius E, Todd J. A.: LINKAGE DISEQUILIBRIUM<br />

194<br />

MAPPING OF A TYPE 1 DIABETES GENE ON CHROMOSOME XP22-11. Atti XI Telethon<br />

Convention. Riva del Garda, 24-26 Novembre 2002.<br />

15. Zavattari P, Murru D, Porru C, Orrù V, Moi L, Pala G, Lepori S, Milia<br />

A.F, Frongia P, Songini M, Devoto M, Cucca F. A whole genome scan for T1D<br />

susceptibility loci using extended, multigenerational, families. Atti Congresso Genetics<br />

of Complex Diseases and Isolated Populations. Tortoli’. 23-30 Maggio 2003.<br />

16. Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Angius E, Frongia P, Todd J.A,<br />

Zavattari P, Cucca F. Linkage <strong>di</strong>sequilibrium mapping of a type 1 <strong>di</strong>abetes gene on<br />

chromosome xp22-11. Atti Congresso Genetics of Complex Diseases and Isolated<br />

Populations. Tortoli’. 23-30 Maggio 2003.<br />

17. Zoa B, Almerighi A, Zavattari P, Cucca F. Dissection of the multilocus<br />

and multiallelic association of the HLA region with type 1 <strong>di</strong>abetes in the Sar<strong>di</strong>nian<br />

population. Atti Congresso Genetics of Complex Diseases and Isolated Populations.<br />

Tortoli’. 23-30 Maggio 2003.<br />

18. Zavattari P, Pitzalis M, Deidda E, Murru D, Moi L, Motzo C, Murru R,<br />

Costa G, Mancosu C, Solla E, Fadda E, Schirru L, Melis C, Orrù V, Contu D, Lampis R,<br />

Porru C, Nucaro A, Porcedda E, Porceddu R, Angius E, Frongia P, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong><br />

R, Galassi S, Pacifico A, Maioli M, Tonolo G, Lostia S, Floris R, Marinaro AM, Ogana A,<br />

Meloni GF, Pala G, Lepori S, Milia AF, Lan<strong>di</strong>s N, Zedda MA, Marrosu MG, Devoto M,<br />

Cucca F. Ricerca <strong>di</strong> loci per l’autoimmunità me<strong>di</strong>ante un’analisi <strong>di</strong> linkage su famiglie<br />

sarde con <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 e sclerosi multipla. Societa' Italiana Diabetologia.<br />

Villanovaforru (CA), 10-11 Dicembre 2004.<br />

19. Pitzalis M, Deidda E, Zavattari P, Murru D, Moi L, Motzo C, Orrù V,<br />

Contu D, Lampis R, Porru C, Nucaro A, Porcedda E, Porceddu R, Angius E, Frongia P,<br />

Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R, Galassi S, Pacifico A, Maioli M, Tonolo G, Lostia S, Floris R,<br />

Marinaro AM, Ogana A, Meloni GF, Pala G, Lepori S, Milia AF, Lan<strong>di</strong>s N, Zedda MA,<br />

Devoto M, Cucca F. Analisi <strong>di</strong> linkage su famiglie <strong>di</strong>abetiche sarde per in<strong>di</strong>viduare geni<br />

<strong>di</strong> suscettibilita’ al <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1. Societa' Italiana Diabetologia. Villanovaforru (CA),<br />

10-11 Dicembre 2004.<br />

20. Orrù V, Zavattari P, Moi L, Motzo C, Angius E, Frongia P, Chessa M,<br />

Ricciar<strong>di</strong> R, Galassi S, Pacifico A, Maioli M, Tonolo G, Zedda MA, Lostia S, Floris R,<br />

Bottini N, Cucca F. Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> associazione tra varianti polimorfiche del gene PTPN22 e<br />

alcune malattie autoimmuni nella popolazione sarda. Societa' Italiana Diabetologia.<br />

Villanovaforru (CA), 10-11 Dicembre 2004.<br />

21. Perra C, Zoa B, Almerighi A, Zavattari P, Moi L, Motzo C, Lampis R,<br />

Contu D, Angius E, Frongia P, Galassi S, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R, Maioli M, Pacifico A,<br />

Tonolo G, Zedda MA, Cucca F. Analisi evoluzionistica per la <strong>di</strong>ssezione della natura<br />

complessa multilocus e multiallelica dell’associazione del Diabete Mellito <strong>di</strong> tipo 1 con<br />

la regione HLA. Societa' Italiana Diabetologia. Villanovaforru (CA), 10-11 Dicembre 2004.<br />

22. Motzo C, Contu D, Lampis R, Angius E, Frongia P, Galassi S, Chessa<br />

M, Ricciar<strong>di</strong> R, Maioli M, Pacifico A, Tonolo G, Zedda MA, Devoto M, Zavattari P, Cucca<br />

F. Rischio <strong>di</strong> contrarre il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 1 nella popolazione sarda attraverso l’analisi<br />

congiunta dei genotipi ai loci <strong>di</strong> malattia HLA-IDDM1 e INS-IDDM2. Villanovaforru (CA),<br />

10-11 Dicembre 2004.


Assegnista: Barbara Zoa<br />

Struttura: Dip. <strong>di</strong> Scienze Biome<strong>di</strong>che e<br />

Biotecnologie<br />

ABSTRACT: Stu<strong>di</strong>o della regione HLA nel Diabete <strong>di</strong> Tipo 1 in Sardegna<br />

Zoa B., Almerighi A., Motzo C., Contu D., Zavattari P., Cucca F.<br />

Il <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> Tipo 1 (T1D) è causato da un’interazione tra fattori genetici ed ambientali.<br />

L’eziologia della malattia è sottolineata da un effetto genetico maggiore nella regione<br />

HLA nel cromosoma 6p.21 (IDDM1), e da un numero sconosciuto <strong>di</strong> loci con un effetto<br />

genetico in<strong>di</strong>viduale minore.<br />

All’interno della regione HLA, l’associazione con la malattia è dominata dall’azione<br />

congiunta <strong>di</strong> varianti ai loci HLA-DQB1 e -DRB1. In particolare, la suscettibilità è<br />

ampiamente spiegata dalla combinazione <strong>di</strong> due aplotipi: (DR3) DRB1*0301-<br />

DQB1*0201 e (DR4) DRB1*04-DQB1*0302.<br />

L’aplotipo HLA-DR3 mostra nei Sar<strong>di</strong> la più alta frequenza nel mondo. Per questo<br />

motivo, abbiamo sfruttato l’alta frequenza <strong>di</strong> questo aplotipo nella popolazione Sarda, al<br />

fine <strong>di</strong> verificare se i loci HLA-DQB1 e -DRB1 spiegassero l’intera associazione della<br />

regione HLA col T1D.<br />

Usando un’analisi stratificata con<strong>di</strong>zionale su 586 famiglie sarde T1D, abbiamo<br />

identificato tre marcatori HLA al <strong>di</strong> fuori dei loci DQB1 e DRB1, costituiti dagli alleli ai<br />

geni DMB e DOB e al microsatellite TNFc, nel primo introne del gene TNF-β, che<br />

assieme agiscono come mo<strong>di</strong>ficatori del rischio. Aplotipi estesi definiti da questi<br />

marcatori sud<strong>di</strong>vidono gli aplotipi DR3 in pre<strong>di</strong>sponenti e non-pre<strong>di</strong>sponenti. Un aplotipo<br />

conservato DMB*0101-DOB*0101-DRB1*0301-DQB1*0201-TNFc*169, è presente nel<br />

49.4% dei pazienti e nel 14.1% dei controlli family-based. Qualunque altra<br />

combinazione <strong>di</strong> alleli ai loci DMB, DOB and TNFc definisce aplotipi DR3 <strong>di</strong>versi che<br />

sono <strong>di</strong>stribuiti in maniera simile sia nei pazienti che nei controlli, rispettivamente 9.8% e<br />

9%. I loci DR-DQ, perciò, non possono spiegare l’intera associazione della regione HLA<br />

col T1D. Abbiamo <strong>stu<strong>di</strong></strong>ato gli SNPs all’interno e attorno ai geni DMB and DOB, usando<br />

una combinazione <strong>di</strong> tecniche. Attualmente, stiamo testando per l’associazione con la<br />

malattia alcuni polimorfismi critici, caratterizzanti i blocchi <strong>di</strong> linkage <strong>di</strong>sequilibrium, su<br />

tutte le famiglie T1D <strong>di</strong>sponibili. Questo approccio ci consentirà <strong>di</strong> definire gli intervalli<br />

critici e <strong>di</strong> stabilire quali varianti sono capaci <strong>di</strong> annullare l’effetto pre<strong>di</strong>sponente<br />

dell’aplotipo DR3. Queste molecole saranno considerate come target per un intervento<br />

terapeutico in in<strong>di</strong>vidui a rischio prima dell’insorgenza della malattia.<br />

ATTIVITÀ DI RICERCA<br />

Il progetto <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> cui si è occupata durante il periodo <strong>di</strong> fruizione dell’Assegno <strong>di</strong><br />

Ricerca e <strong>di</strong> cui si occupa attualmente, riguarda la “Dissezione della natura multiallelica<br />

e multilocus del Diabete <strong>di</strong> Tipo 1 della regione HLA in Sardegna”.<br />

Il progetto verte a definire le varianti alleliche che definiscono aplotipi <strong>di</strong> suscettibilità<br />

nella regione HLA al Diabete <strong>di</strong> Tipo 1, attraverso lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> marcatori SNPs e<br />

microsatelliti all’interno delle classi HLA I, II e III sulle famiglie <strong>di</strong>abetiche sarde e nordeuropee<br />

a <strong>di</strong>sposizione. Le meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong> genotipizzazione sono molteplici e vanno<br />

dall’utilizzo <strong>di</strong> supporti automatizzati (sequenziamento capillare, TaqMan) a quelli<br />

classici (RFLP, ARMS, dot-blot). I marcatori in <strong>stu<strong>di</strong></strong>o sono localizzati in particolar modo<br />

su quei loci che sono in qualche maniera coinvolti nella mo<strong>di</strong>ficazione del rischio <strong>di</strong><br />

malattia, il gene DMB e il gene DOB. Contemporaneamente allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> questo loci (in<br />

particolare SNPs), l’analisi si svolge anche su altri marcatori microsatelliti <strong>di</strong>slocati lungo<br />

tutta la regione HLA, che permettono <strong>di</strong> definire ancora meglio la struttura aplotipica dei<br />

campioni in esame. Le analisi genetiche applicate sono <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> associazione con la<br />

malattia ma anche <strong>stu<strong>di</strong></strong> filogenetici e <strong>di</strong> espressione, messi a punto <strong>di</strong> recente e ancora<br />

in corso <strong>di</strong> svolgimento.<br />

ELENCO PUBBLICAZIONI<br />

Diabetes, vol.53, July 2004 pp.1911-1914 dal titolo “No association between variation of<br />

the FOXP3 gene and common type 1 <strong>di</strong>abetes in the Sar<strong>di</strong>nian population”.<br />

<strong>Abstract</strong><br />

1. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Asunis M.A,<br />

Angius E, Zavattari C, De Virgiliis S, Cao A, Todd J. A.: LINKAGE DISEQUILIBRIUM<br />

MAPPING OF A TYPE 1 DIABETES GENE ON CHROMOSOME XP22-11. Atti X Telethon<br />

Convention. Riva del Garda, 18-20 Novembre 2001.<br />

2. Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Asunis M.A, Pacifico A,<br />

Maioli M, Angius E, Frongia P, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R, Zavattari C, De Virgiliis S,<br />

Todd J. A, Cucca F. Linkage Disequilibrium Mapping of a Type I Diabetes gene on<br />

Chromosome Xp22-11; IV Riunione scientifica integrata Associazione Me<strong>di</strong>ci<br />

Diabetologi-Societa' Italiana Diabetologia. Alghero, Dicembre 2001.<br />

3. Cucca F, Zavattari P, Deidda E, Pitzalis M, Zoa B,<br />

4. Contu D, Murru D, Frongia P, Lampis R, Angius E, Todd J. A.: LINKAGE<br />

DISEQUILIBRIUM MAPPING OF A TYPE 1 DIABETES GENE ON CHROMOSOME XP22-11. Atti XI<br />

Telethon Convention. Riva del Garda, 24-26 Novembre 2002.<br />

5. Deidda E, Pitzalis M, Zoa B, Lampis R, Angius E, Frongia P, Todd J.A,<br />

Zavattari P, Cucca F. Linkage <strong>di</strong>sequilibrium mapping of a type 1 <strong>di</strong>abetes gene<br />

on chromosome xp22-11. Atti Congresso Genetics of Complex Diseases and<br />

Isolated Populations. Tortoli’. 23-30 Maggio 2003.<br />

6. Zoa B, Almerighi A, Zavattari P, Cucca F. Dissection of the multilocus and<br />

multiallelic association of the HLA region with type 1 <strong>di</strong>abetes in the Sar<strong>di</strong>nian<br />

population. Atti Congresso Genetics of Complex Diseases and Isolated<br />

Populations. Tortoli’. 23-30 Maggio 2003.<br />

7. Perra C, Zoa B, Almerighi A, Zavattari P, Moi L, Motzo C, Lampis R, Contu<br />

D, Angius E, Frongia P, Galassi S, Chessa M, Ricciar<strong>di</strong> R, Maioli M, Pacifico A,<br />

Tonolo G, Zedda MA, Cucca F. Analisi evoluzionistica per la <strong>di</strong>ssezione della<br />

natura complessa multilocus e multiallelica dell’associazione del Diabete Mellito<br />

<strong>di</strong> tipo 1 con la regione HLA. Societa' Italiana Diabetologia. Villanovaforru (CA),<br />

10-11 Dicembre 2004.<br />

195


196


INDICE DEGLI AUTORI<br />

Piero Ad<strong>di</strong>s p. 1 Gian Luca Marcialis p. 101<br />

Federica Ardau p. 3 Andrea Maschio p. 103<br />

Michele Argiolas p. 5 Sebastiana Mele p. 105<br />

Roberto Argiolas p. 7 Nicola Melis p. 107<br />

Laura Atzori p. 9 Francesca Mocci p. 109<br />

Riccardo Biddau p. 11 Costantino Motzo p. 111<br />

Giovanni Cappai p. 13 Giovanna Mura p. 113<br />

Gianfranca Carta p. 15 Sergio Murgia p. 115<br />

Mauro Casti p. 17 Maria Elisabetta Murru p. 117<br />

Paola Casu p. 19 Maurizio Olla p. 119<br />

Silvia Casu p. 21 Nicola Orani p. 121<br />

Francesca Chiappe p. 23 Raffaella Origa p. 123<br />

Maria Dolores Cipollina p. 25 Daniela Pasciu p. 125<br />

Giovanni Coinu p. 27 Enrico Peiretti p. 127<br />

Giuseppe Colizzi p. 29 Luisa Pèrcopo p. 129<br />

Daniela Contu p. 31 Cristian Perra p. 131<br />

Luca G. Costamagna p. 33 Luca Pilia p. 133<br />

Walter Cuccu p. 35 Alessandra Piras p. 135<br />

Maria Giorgia Cutrufello p. 37 Franca Piras p. 137<br />

Roberto De Leo p. 39 Alessandro Pisano p. 139<br />

Maria Antonietta De Luca p. 41 Maria Barbara Pisano p. 141<br />

Chiara de Luzenberger Milnernsheim p. 43 Maristella Pitzalis p. 143<br />

Jo De Waele p. 45 Simona Podda p. 145<br />

Olga Denti p. 49 Silvia Portas p. 147<br />

Valentina Dentoni p. 51 Giuseppe Puliga p. 149<br />

Silvia Doratiotto p. 53 Marinella Ramazzotti p. 151<br />

Daniela Pasciu p. 55 Stefania Rassu p. 153<br />

Natascia Erriu p. 57 Camilla Reali p. 155<br />

Daniela Fadda p. 59 Christian Rossi p. 157<br />

Gianfranco Fancello p. 61 Andrea Salis p. 159<br />

Angelo Frongia p. 63 Sara Salis p. 161<br />

Maria Elena Ghiani p. 65 Silvia Sangiorgi p. 163<br />

Riccardo Guarino p. 67 Samuele Sanna p. 165<br />

Giuseppe Ibba p. 69 Stefania Satta p. 167<br />

Maria Adele Ibba p.71 Valeria Schirru p. 169<br />

Gianluca Iiriti p. 73 Milena Serra p. 171<br />

Federica Incani p. 75 Susanna Setzu p. 173<br />

Francesco Lai p. 77 Giovanni Severino p. 175<br />

Nathascia Lampis p. 79 Francesco Sollai p. 177<br />

Gian Peppino Ledda p. 81 Maria Cristina Spada p. 179<br />

Barbara Lepori p. 83 Succu Salvatora p. 181<br />

Paola Ligas p. 85 Pietro Testoni p. 183<br />

Fabio Lilliu p. 87 Graziella Tocco p. 185<br />

Emanuela Locci p. 89 Paolo Valera p. 187<br />

Silvia Longu p. 91 Eloisa Vargiu p. 189<br />

Giorgia Maria Lopez p. 93 Antonietta Zappu p. 191<br />

Francesco Loy p. 95 Patrizia Zavattari p. 193<br />

Giuliano Malloci p. 97 Barbara Zoa p. 195<br />

Antonio Manca p. 99<br />

197

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