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Francesco Pierini boost - scientific close examination - OP-ED

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IL LINGUAGGIO<br />

DELLA POLITICA<br />

VISTO ATTRAVERSO<br />

L’ANALISI LINGUISTICA<br />

DELLE PREFAZIONI<br />

AI MANIFESTI PROGRAMMATICI:<br />

IL CASO DELLE ELEZIONI<br />

BRITANNICHE DEL<br />

MAGGIO 2010<br />

<strong>Francesco</strong> <strong>Pierini</strong><br />

<strong>boost</strong> - <strong>scientific</strong> <strong>close</strong> <strong>examination</strong>


Indice<br />

Il linguaggio della politica visto attraverso l’analisi linguistica<br />

delle prefazioni ai manifesti programmatici:<br />

il caso delle elezioni britanniche del Maggio 2010 .4<br />

Bibliografia .18<br />

Credits .20<br />

Licenza .22<br />

2


Il ruolo del manifesto elettorale<br />

Il manifesto elettorale è un documento attraverso cui un partito<br />

e il suo leader comunicano agli elettori il programma che intendono<br />

mettere in pratica se eletti.<br />

Sono dunque dichiarazioni pubbliche di intenzioni e principi che<br />

i partiti utilizzano in campagna elettorale per informare i votanti<br />

relativamente a cosa intendono realmente fare su questioni di<br />

politica estera, interna, economica, ambientale, di formazione e<br />

lavoro e così via.<br />

Tuttavia, la crescente disaffezione alla politica e la grande presenza<br />

dei partiti nei media, soprattutto nella tv e nei giornali<br />

durante i periodi pre-elettorali, fanno sì che molti cittadini seguano<br />

il dibattito politico e i programmi dei partiti direttamente<br />

attraverso queste fonti, e meno attraverso la lettura diretta dei<br />

piani programmatici, i quali spesso sono lunghi centinaia di pagine<br />

e pertanto non stimolano il cittadino alla lettura.<br />

Questo il pensiero di Cooke, il quale afferma che<br />

general election manifestos are the best known documents<br />

produced by the British political parties, but they have never<br />

secured a place in the affections of the British electors for<br />

whom they are devised. Few people read manifestos […] 1<br />

Anche Weir e Beetham sostengono che gli elettori non hanno<br />

nessun input dai manifesti elettorali e che pochi tra loro li<br />

leggano veramente. 2 Una tra le possibili ragioni per tale disaffezione<br />

può essere ricondotta a ciò che i partiti comunemente<br />

fanno una volta che, vinte le elezioni, assumono il potere: non<br />

seguire quanto affermato nel manifesto.<br />

Infatti:<br />

Governments often depart from their manifestos during their<br />

term of office, introducing policies for which it can be said to<br />

have no mandate, although it may refer to the<br />

‘Doctor’s Mandate’ which allows it to take any steps it<br />

considers necessary 3<br />

(Williams, 1998: 30)<br />

1<br />

Cooke, 2002:1<br />

2<br />

Weir e Beetham, 1998: 108<br />

3<br />

Williams, 1998: 30<br />

4


Nella tradizione anglosassone, i manifesti elettorali, chiamati<br />

party platforms in America e manifestos in Gran Bretagna erano<br />

più importanti in passato di quanto non lo siano ora.<br />

Karl Rove, giornalista statunitense nonché consigliere elettorale<br />

per George W. Bush nel 2000, in un suo articolo sostiene<br />

che sebbene nel passato il loro ruolo fosse cruciale, oggi non<br />

è più così.<br />

Tuttavia attribuisce loro ancora un certo valore:<br />

Party platforms were once the most important statement of the<br />

presidential campaign. No more. But they can still get you in<br />

trouble with your own party, or with the public” 4<br />

Anche per la Gran Bretagna, la situazione è sostanzialmente la<br />

stessa.<br />

Secondo Savoie,<br />

Though they have lost some of their appeal and influence,<br />

political manifestos in Britain remain an important part of the<br />

country’s political culture and progress<br />

(Savoie, 1999: 75)<br />

In base a quanto emerso da questi esempi di studio sul ruolo<br />

dei manifesti elettorali, riteniamo interessante fare un’analisi<br />

linguistica delle prefazioni ai manifesti britannici conservatore<br />

e laburista presentati durante la campagna elettorale del 2010.<br />

In questa sede ci limiteremo alla sola introduzione e non al manifesto<br />

intero, che implicherebbe uno studio non riassumibile in<br />

un simile articolo.<br />

Pertanto esamineremo la parte iniziale, quella che si attribuisce<br />

direttamente al leader nel rivolgersi ai potenziali elettori, solitamente<br />

scritta di proprio pugno dall’aspirante premier e firmata<br />

in fondo.<br />

Naturalmente, solo attraverso la lettura dell’intero documento<br />

programmatico è possibile comprendere i progetti e le idee dei<br />

rispettivi partiti, ma lasciamo questo compito a chi voglia eseguire<br />

un’analisi politica e non linguistica –per lo più lessicale–<br />

come intendiamo invece fare in questa sede.<br />

4<br />

Rove K., How to Win in a Knight Fight, 29<br />

Marzo 2008,<br />

http://www.thedailybeast.com/newsweek/2008/03/29/how-to-win-in-aknife-fight.html<br />

5


Il manifesto elettorale conservatore<br />

(elezioni politiche del maggio 2010)<br />

Prima di tutto occorre fare una premessa: esistono differenze<br />

strutturali nell’assetto dei due manifesti, seppur lievi. In quello<br />

Conservatore, possiamo notare che per prima cosa David<br />

Cameron propone un invito agli elettori (vd. fig. 1), seguito da<br />

un foreword e dal manifesto vero e proprio, che è suddiviso nelle<br />

parti tematiche in cui esso si articola per parecchie pagine.<br />

L’ordine di presentazione è dunque il seguente: l’invito agli elettori<br />

a far parte del governo britannico e la foto del leader conservatore<br />

che scrive -”in posa ispirata”- l’introduzione (fig. 2).<br />

Successivamente possiamo trovare l’indice –con i contenuti<br />

trattati voce per voce– e la rappresentazione grafica dello slogan,<br />

che sta alla base dell’intero documento:<br />

We’re all in this together (vd. fig. 3).<br />

Fig. 1: Fig.2: Fig. 3:<br />

Copertina del Fotografia Rappresentazione<br />

manifesto conservatore di grafica<br />

raffigurante l’invito David Cameron dello<br />

agli elettori slogan<br />

elettorale<br />

conservatore<br />

L’invito di Cameron è la parte di nostro interesse perché qui<br />

egli si rivolge direttamente agli elettori e pertanto ne proponiamo<br />

la lettura.<br />

5<br />

http://www.conservatives.com/~/media/Files/Activist%20Centre/Press%20and%20Policy/Manifestos/Manifesto2010<br />

6


INVITATION TO JOIN THE GOVERNMENT OF BRITAIN<br />

A country is at its best when the bonds between people are<br />

strong and when the sense of national purpose is clear.<br />

Today the challenges facing Britain are immense. Our<br />

economy is overwhelmed by debt, our social fabric is frayed<br />

and our political system has betrayed the people.<br />

But these problems can be overcome if we pull together and<br />

work together. If we remember that we are all in this together.<br />

Some politicians say: ‘give us your vote and we will sort<br />

out all your problems’. We say: real change comes not from<br />

government alone.<br />

Real change comes when the people are inspired and<br />

mobilised, when millions of us are fired up to play a<br />

part in the nation’s future. Yes this is ambitious.<br />

Yes it is optimistic. But in the end all the Acts of Parliament,<br />

all the new measures, all the new policy initiatives, are<br />

just politicians’ words without you and your involvement.<br />

How will we deal with the debt crisis unless we understand<br />

that we are all in this together? How will we raise responsible<br />

children unless every adult plays their part? How will we<br />

revitalise communities unless people stop asking ‘who will fix<br />

this?’ and start asking ‘what can I do?’<br />

Britain will change for the better when we all elect to take part,<br />

to take responsibility – if we all come together.<br />

Collective strength will overpower our problems.<br />

Only together can we can get rid of this government and,<br />

eventually, its debt.<br />

Only together can we get the economy moving.<br />

Only together can we protect the NHS.<br />

Improve our schools. Mend our broken society.<br />

Together we can even make politics and politicians work better.<br />

And if we can do that, we can do anything. Yes, together we<br />

can do anything.<br />

So my invitation today is this:<br />

join us, to form a new kind of government for Britain.<br />

7


Analisi linguistica del testo<br />

Il primo aspetto che colpisce nell’invito scritto e firmato dal<br />

leader conservatore è che esso è posto come un invito,<br />

fatto abbastanza inusuale in campo politico.<br />

A partire dalle prime frasi è presente un richiamo ad un senso<br />

di coinvolgimento, cooperazione ed inclusione, che si nota pure<br />

nello slogan “we’re all in this together”, quasi a volere unire<br />

politici e cittadini in una sfida condivisa e finalizzata alla risoluzione<br />

dei problemi. Effettivamente, nelle 318 parole di cui è<br />

composta la prefazione ritroviamo molte frasi che enfatizzano<br />

la necessità di collaborazione tra politica e cittadini, di cui forniamo<br />

alcuni esempi:<br />

When the bonds between people are strong<br />

(collective strength)<br />

if we pull together and work together<br />

(only together can we get rid of this government)<br />

we are all in this together<br />

(only together can we get rid of this government)<br />

when people are inspired and mobilised<br />

(only together can we get the economy moving)<br />

when millions of us are fired up to play a part<br />

(only together can we protect the NHS)<br />

without you and your involvement<br />

(Together we can even make politics and politicians work better)<br />

unless every adult plays their part<br />

(politicians work better)<br />

when we all elect to take part<br />

(Yes, together we can do anything)<br />

if we all come together<br />

(Join us)<br />

Cameron cerca di mobilitare al voto gli elettori attraverso una<br />

forte leva alla compartecipazione e alla possibilità di risolvere i<br />

problemi tutti insieme.<br />

8


Le immagini dei cittadini che pull…and work together perché<br />

sono inspired and mobilised o fired up to play a part sono fortemente<br />

evocative di una Big society 6 , che raggiunge il risultato<br />

desiderato con l’apporto di tutti.<br />

Del resto, la parola together appare in poche righe per ben dieci<br />

volte e ha una connotazione fortemente positiva.<br />

Anche altri termini contribuiscono ad una visione positiva della<br />

proposta del leader conservatore, tra cui strong, clear, overcome,<br />

change, ambitious, optimistic, protect, improve, mend, overpower.<br />

Come è noto, la politica si serve ampiamente di parole ed<br />

espressioni con evidenti tratti ottimistici, che trovano ispirazione<br />

nella forza positiva del cambiamento e del miglioramento<br />

della situazione attuale.<br />

In merito all’uso della ripetizione, possiamo affermare che essa<br />

è un metodo assai utilizzato per fissare il concetto nella mente<br />

dell’interlocutore e che Cameron la usa altresì con una serie di<br />

domande a cui fornisce già una risposta, attraverso la seguente<br />

modalità: How will we (deal with/raise/revitalise)…unless<br />

(we/every adult/the people)….<br />

Il partito conservatore, prima di tornare al potere in queste elezioni<br />

è stato all’opposizione per tredici anni, e dunque “può” permettersi<br />

di scaricare sull’oppositore le colpe di una situazione<br />

ritenuta insoddisfacente e non più tollerabile dalla popolazione.<br />

Inizialmente Cameron descrive una Gran Bretagna in grande<br />

affanno pur senza nominare direttamente il presunto responsabile.<br />

Ma è chiaro che l’economia overwhelmed by debt, il<br />

tessuto sociale frayed e il sistema politico che betrayed the<br />

people, ci riporta inevitabilmente al governo in carica all’epoca,<br />

quello di Gordon Brown.<br />

Certamente ora è tutto più difficile, e al contrario di quei politici<br />

che chiedono il voto dicendo we will sort out all your problems,<br />

figure non più credibili secondo Cameron, si arriva a chiedere<br />

insieme di get rid of this government per formare un nuovo tipo<br />

di governo, un governo per una “grande società”.<br />

6<br />

In sostanza, il vessillo che ha caratterizzato<br />

la campagna elettorale conservatrice alle<br />

elezioni del 2010 prevedeva un maggiore<br />

coinvolgimento dei cittadini nella<br />

amministrazione del paese e nella<br />

società. Nella pratica ciò si sarebbe<br />

tradotto nel graduale affidamento della<br />

gestione di servizi di competenza del<br />

settore pubblico, al fine di responsabilizzarli<br />

e di operare un forte trasferimento di poteri<br />

dallo stato agli individui.<br />

9


Il manifesto elettorale laburista<br />

(elezioni politiche del maggio 2010)<br />

Passiamo ora ad analizzare l’introduzione dell’antagonista laburista<br />

Gordon Brown 7 , pur facendo qualche considerazione<br />

preliminare sulla struttura del manifesto.<br />

Nella sua composizione notiamo per prima cosa una copertina<br />

con un’immagine (vd. fig. 4) e uno slogan, a cui segue l’indice<br />

dei contenuti. Dopodiché vengono indicati il foreword di<br />

Gordon Brown e la introduction, nonché una parte dedicata al<br />

piano di spese che anticipa gli argomenti trattati all’interno del<br />

documento stesso.<br />

Fig. 4:<br />

Copertina del<br />

manifesto laburista<br />

con lo slogan<br />

elettorale<br />

Il forward di Gordon Brown è la parte in cui si rivolge agli elettori<br />

ed è quella che mettiamo a confronto con l’invito di Cameron:<br />

FOREWORD FROM GORDON BROWN<br />

This General Election is fought as our troops are bravely<br />

fighting to defend the safety of the British people and the<br />

security of the world in Afghanistan. They bring great pride and<br />

credit to our country: we honour and will always support them.<br />

At the same time the world has been rocked by the first great<br />

crisis of the new global economic age.<br />

In Britain, the political crisis caused by expenses has<br />

undermined the bond of trust between the people and the<br />

politicians elected to serve them. So this cannot, and will not,<br />

be a ‘business as usual’ election or Manifesto. In this Manifesto<br />

we set out plans to address the main future challenges we<br />

face in our economy, our society and our politics.<br />

We will rebuild the economy to secure the recovery and<br />

invest in future growth and jobs.<br />

7<br />

http://www2.labour.org.uk/uploads/The-<br />

LabourPartyManifesto-2010.pdf<br />

10


We will renew our society to further strengthen the<br />

communities that bind our country together. And we will<br />

restore trust in politics with greater transparency and<br />

accountability in a system battered by the expenses<br />

scandal.<br />

This programme for further national renewal meets the big<br />

challenges of the age.<br />

Our Manifesto is ambitious but affordable, bold but realistic,<br />

and learns from the lessons we take from our experience to<br />

date. Over the next ten years we will confront major challenges<br />

– intensive global competition, climate change, an ageing<br />

society, and bringing stability to Afghanistan. This is a moment<br />

for good judgement and serious purpose to meet the challenges<br />

ahead. Our aim is a modern, progressive Britain based on<br />

fairness, respect, decency and openness.<br />

This is a Manifesto about the greater progressive change we<br />

need because of the tougher times we are living through.<br />

There are no big new spending commitments, but<br />

there is a determination for every penny to be used wisely, and,<br />

as present plans make clear, to give the maximum<br />

protection to frontline public services.<br />

This is a moment to show greater boldness in response<br />

to what Britain has gone through and the toll it has taken.<br />

We reject a ‘business as usual’ mentality because we have<br />

to re-build and rebalance the economy, as well as renew<br />

our society and politics.<br />

Reform cannot stand still–not least because we need to<br />

get more value and delivery from public services in a period<br />

of public spending constraint.<br />

Our Manifesto charts an optimistic course in tougher<br />

economic times. It builds on and takes forward the<br />

reforms we have undertaken since 1997.<br />

I love Britain and want the very best for our country.<br />

This Manifesto is my pledge of a future fair for all.<br />

Gordon Brown<br />

Prime Minister<br />

11


Analisi linguistica del testo<br />

Il primo elemento che si evidenzia nella prefazione al manifesto<br />

laburista di Gordon Brown è la similitudine tra le elezioni britanniche<br />

e la partecipazione dei soldati del Regno alla missione<br />

in Afghanistan, eventi accomunati dall’uso del verbo fight.<br />

Effettivamente, la metafora della guerra è ampiamente<br />

usata in politica, il che suggerisce come la politica<br />

non possa essere che conflittuale, implicando concetti<br />

sia di inimicizia e opposizione, sia di vincenti e perdenti,<br />

i quali sono ben lontani dall’idea della discussione e<br />

della cooperazione costruttiva. 8<br />

Come partito di governo i Labour devono<br />

giustificare una serie di azioni o di non decisioni<br />

che hanno spesso disatteso o deluso le aspettative<br />

dei cittadini britannici.<br />

Ma il riferimento alla posizione del partito sul sostegno<br />

militare all’Afghanistan è ben chiaro da subito e i soldati<br />

sono descritti come difensori della sicurezza interna<br />

ed internazionale e fonte di onore per il partito.<br />

Per cui quegli elettori che non appoggiano l’intervento<br />

militare in Afghanistan trovano già dalle prime righe<br />

la posizione che il partito intende seguire in tale campo.<br />

Dal punto di vista lessicale è interessante notare l’ ampio<br />

uso di parole con il prefisso ‘re-‘, legato all’idea del ‘di nuovo,<br />

ancora’, pertanto al fare nuovamente qualcosa che non è<br />

stato fatto correttamente o per nulla. Molti dei verbi usati da<br />

Brown seguono questa regola: rebuild, renew, restore, rebalance,<br />

reform. 9 In alcuni casi esse si ripetono nel corso del testo.<br />

Altre parole interessanti sono challenges – che si lega a<br />

‘future’, ‘big’, e ‘major’ – e che rende l’idea della difficoltà del<br />

percorso, oltre a ‘tougher’ ed a ‘bolder’/’boldness’ che ne<br />

sottolineano le criticità. Sono presenti coppie di contrasto<br />

come ambitious/affordable e bold/realistic, entrambe riferite<br />

al programma contenuto nel manifesto, così come non<br />

mancano le virtue words che evocano immagini positive e<br />

rassicuranti come in fairness, respect, decency, openness.<br />

In merito all’uso dei pronomi, da notare la frase di congedo in<br />

cui Gordon Brown usa la prima persona I per declamare il suo<br />

affetto per il Paese e che seppure utilizzata più di rado perché<br />

8<br />

Beard, 2000: 21-2<br />

9<br />

Il prefisso re- è di origine latina e pur<br />

avendo sfumature di significato, tende a riferirsi<br />

ad azioni che implicano il ripristino di<br />

situazioni precedenti o il rinnovamento delle<br />

azioni che accompagnano<br />

il prefisso. Per l’uso del prefisso re-<br />

in inglese si consulti l’Oxford English<br />

Dictionary.<br />

10<br />

Beard, op. cit., 45<br />

12


itenuta pericolosa in termini di responsabilità, mostra «a clear<br />

sense of personal involvement on the part of the speaker». 10<br />

L’ultimo elemento di rilievo è lo slogan finale, che è<br />

poi alla base del Manifesto stesso: A future fair for all.<br />

La frase contiene due elementi – uno retorico ed uno<br />

grammaticale – che sono l’alliterazione data dalla ripetizione<br />

della ‘f’ e l’inusuale collocazione nella frase del sostantivo<br />

future, il quale precede l’aggettivo fair.<br />

Nel primo caso si pone l’attenzione sulle parole fonicamente<br />

messe in relazione per finalità mnemoniche, mentre<br />

nel secondo caso si vuole colpire il lettore attraverso<br />

una forma non grammaticalmente corretta, ma che anche<br />

per questa ragione contribuisce a essere più<br />

facilmente memorizzata.<br />

Ulteriori considerazioni: analisi della frequenza lessicale<br />

Attraverso l’analisi della frequenza lessicale è possibile<br />

vedere quali vocaboli siano più presenti nei due testi<br />

analizzati e sottolineare similarità e differenze.<br />

Naturalmente i due testi scelti sono molto brevi e la lista delle<br />

frequenze lessicale fornita non deve essere presa come<br />

discorso valido per l’intero manifesto. I due documenti presentano<br />

rispettivamente 318 e 439 parole (titoli inclusi) e<br />

rappresentano esclusivamente ciò che appare nelle<br />

due introduzioni.<br />

Tuttavia è interessante notare quali aspetti i due politici<br />

abbiano enfatizzato e attraverso quali vocaboli abbiano<br />

cercato di esprimere la funzione conativa nei loro discorsi.<br />

Attraverso l’uso di uno strumento semplice come un<br />

contatore di parole (www.wordcounter.com) abbiamo<br />

seguito alcune tra le possibilità offerte, tra cui:<br />

Inclusione di parole brevi, come “it”, “and”, “of”, sebbene ignorate<br />

al fine dell’analisi<br />

Esclusione del principio basato sulla radice delle parole.<br />

Pertanto parole derivanti da una stessa radice sono state considerate<br />

singolarmente.<br />

Inclusione delle 25 parole più presenti nei testi.<br />

13


LABOUR CONSERVATIVES<br />

the 29<br />

and 21<br />

to 18<br />

we 14<br />

our 13<br />

a 10<br />

in 10<br />

of 8<br />

is 8<br />

this 8<br />

manifesto 6<br />

will 6<br />

as 6<br />

for 5<br />

britain 4<br />

has 4<br />

from 4<br />

society 4<br />

cheallenges 4<br />

but 3<br />

economy 3<br />

future 3<br />

by 3<br />

public 3<br />

because 3<br />

we 19<br />

the 15<br />

and 10<br />

can 10<br />

together 10<br />

all 8<br />

is 7<br />

will 7<br />

are 7<br />

of 6<br />

our 6<br />

when 5<br />

to 5<br />

this 5<br />

if 4<br />

in 4<br />

britain 4<br />

people 4<br />

government 4<br />

debt 3<br />

your 3<br />

part 3<br />

a 3<br />

only 3<br />

us 3<br />

Il passo successivo è stato quello di individuare alcune aree<br />

semantiche molto ampie e non tradizionalmente intese, legate<br />

ai vocaboli più presenti nel testo di un leader e dell’altro, arrivando<br />

a distinguerne cinque:<br />

1) vocaboli che esprimono rapporti (tra politica e cittadino)<br />

2) vocaboli che esprimono l’idea del futuro<br />

3) vocaboli che esprimono la capacità e la propensione al 3)<br />

cambiamento<br />

4) vocaboli che esprimono i destinatari dell’azione politica<br />

5) vocaboli che esprimono i problemi da risolvere<br />

Successivamente, in base all’analisi della frequenza<br />

lessicale abbiamo potuto effettuare alcune considerazioni aggiuntive<br />

a quelle già emerse dall’analisi linguistica dei due testi<br />

effettuata precedentemente.<br />

14


Aree semantiche e vocaboli rappresentativi<br />

L C<br />

1) rapporto politica e cittadino<br />

we 14 19<br />

our 13 6<br />

us - 3<br />

together - 10<br />

government - 4<br />

2) idea del futuro<br />

will 6 7<br />

future 3 -<br />

3) Capacità di produrre cambiamento<br />

can - 10<br />

challenges 4 -<br />

4) I beneficiari dell’azione politica<br />

britain 4 4<br />

society 4 -<br />

people - 4<br />

5) La politica ed i problemi da risolvere<br />

economy 3 -<br />

debt - 3<br />

15


Conclusioni<br />

Sicuramente i due testi presentano delle somiglianze<br />

notevoli dal punto di vista semantico e lessicale.<br />

Entrambi i leader sono spinti dalla necessità di fare breccia<br />

nel cuore degli elettori e nel convincerli che le idee e<br />

l’approccio di ognuno è quello vincente.<br />

Tuttavia, va nuovamente ribadito che la prospettiva<br />

del partito in carica e quella del partito antagonista<br />

sono diverse: nel primo caso esistono parole che possono<br />

sottolineare ed accentuare ciò che è stato fatto, mentre<br />

nel secondo caso è possibile rimarcare ciò che non è stato<br />

fatto o eseguito in maniera sbagliata.<br />

L’area 1 mostra l’uso predominante del pronome personale<br />

we, inteso a volte come “il partito”, come in<br />

In this Manifesto we set out plans (Brown), altre volte<br />

interpretato come noi e voi, “il partito e i cittadini”, come in<br />

if we pull together and work together (Cameron).<br />

Lo stesso uso viene fatto mediante l’aggettivo possessivo<br />

our, da leggersi in chiave politica in Our aim is a modern,<br />

progressive Britain (Brown), ma in senso più collettivo in<br />

Our economy is overwhelmed by debt (Cameron).<br />

Pertanto, il senso di rapporto tra cittadino e politica tende<br />

a divenire un elemento di inclusione soprattutto per<br />

i Conservatori, rafforzato dalla presenza così rilevante<br />

dell’avverbio together (10 occorrenze) nel discorso di Cameron,<br />

che davvero sembra far propendere questa necessità<br />

di legame partecipativo più nella fascia moderata<br />

che in quella progressista.<br />

Per quanto riguarda l’idea del futuro (area 2), presente<br />

soprattutto attraverso l’uso dell’ausiliare will, denota<br />

una sostanziale parità di frequenza.<br />

Con questo ausiliare si fanno le promesse, si prendono<br />

gli impegni, si dice genericamente ciò che si intende fare<br />

una volta eletti:<br />

We will rebuild the economy (Brown) è un tipico impegno<br />

elettorale. Al contrario, l’uso di will da parte di Cameron<br />

è leggermente diverso ed è quasi esclusivamente legato alle<br />

domande retoriche del tipo How will we deal with the debt<br />

16


crisis unless…, in cui più che una promessa si esprime un<br />

dubbio e il pronome we rappresenta l’intero paese e non la<br />

classe politica. La parola esplicita future appare invece per<br />

3 volte nel discorso Labour e mai in quello dei Conservatives.<br />

Ciò nonostante, rispetto alle possibilità di produrre un<br />

cambiamento (area 3), l’occorrenza del modale can per 10<br />

volte in Cameron e la sua totale assenza in Brown, può far<br />

pensare da un lato alla “capacità” che tale ausiliare esprime,<br />

ma dall’altra può forse trovare giustificazione in una precisa<br />

scelta del leader conservatore a enfatizzare il fatto di potere<br />

fare una cosa senza necessariamente doverla promettere.<br />

Una cosa è affermare I can do it, altro è dire I will do it.<br />

Segnaliamo anche l’occorrenza della parola challenges per ben 4<br />

volte nel discorso di Brown, in cui al senso stimolante della “sfida”<br />

che accompagna il vocabolo, si associa il senso della difficoltà.<br />

Nell’area dei beneficiari dell’azione politica (area 4)<br />

entrambi usano la parola Britain per 4 volte, mentre<br />

altrettante volte i Labour usano society ed i Conservatives<br />

usano people. Se invece osserviamo l’area relativa ai problemi<br />

da risolvere (area 5) vediamo che per entrambi l’enfasi è<br />

posta sulle finanze; Brown preferisce usare la parola<br />

economy, mentre Cameron usa debt, che è<br />

di maggior impatto.<br />

Naturalmente, altri vocaboli legati a problemi<br />

sono menzionati nel testo, ma non compaiono tra le<br />

venticinque parole più usate.<br />

Insomma, possiamo affermare che le introduzioni ai manifesti<br />

dei due schieramenti sembrano per alcuni aspetti<br />

collimare e sovrapporsi e per altri differenziarsi.<br />

Nel complesso, potrebbe anche risultare difficile<br />

comprendere chi dice cosa, in quanto in alcune parti i due<br />

testi sono semanticamente sovrapponibili.<br />

Infatti, a valori storicamente collegati ai singoli partiti, come<br />

la fairness progressista e la responsibility conservatrice,<br />

altri elementi entrano in gioco e sparigliano le carte, a partire<br />

dal sostegno di Brown e del suo partito all’intervento<br />

in Afghanistan, fino al richiamo esasperato di Cameron<br />

al senso di comunione, partecipazione e cooperazione.<br />

17


Bibliografia<br />

The Conservative Manifesto 2010<br />

The Labour Party Manifesto 2010<br />

Beard A. (2000), The Language of Politics, London,<br />

Routledge.<br />

Cooke A. B., The Conservative Party and its manifestos,<br />

1900 - 1997, (Ed.) Dale I. (2002), Conservative Party General<br />

Election Manifestos (Vol. 1), London, Routledge<br />

Savoie D. J. (1999), Governing from the Centre:<br />

The Concentration of Power in Canadian Politics, Toronto,<br />

University of Toronto Press<br />

Williams A. (1998), UK government & Politics, Oxford,<br />

Heinemann<br />

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Credits<br />

FRANCESCO PIERINI ha insegnato lingua inglese presso<br />

la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Genova<br />

ed è attualmente docente e ricercatore di lingua inglese<br />

presso la Facoltà di Scienze Politiche dello stesso ateneo.<br />

Ha inoltre progettato e tenuto corsi di inglese <strong>scientific</strong>o<br />

in ambito ECM presso ospedali e centri di ricerca italiani<br />

e di Business English per l’ODCEC di Genova, nonché<br />

corsi di inglese e di comunicazione in numerose piccole e<br />

medie imprese.<br />

Ha pubblicato con ECIG ’’L’inglese del Management. Gli influssi<br />

della lingua inglese sulla lingua italiana di impresa (2007)’’ e<br />

’’La comunicazione interculturale in lingua inglese. Gli ambiti<br />

politico-diplomatico ed economico-commerciale’’ (2012).<br />

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -<br />

Titolo: Il linguaggio della politica visto attraverso l’analisi<br />

linguistica delle prefazioni ai manifesti programmatici:<br />

il caso delle elezioni britanniche del Maggio 2010<br />

Autore: <strong>Francesco</strong> <strong>Pierini</strong><br />

ISBN: parte integrante del testo “<strong>OP</strong>-<strong>ED</strong> Contemporary Talks<br />

Vol.00”, ISBN 978-88-97839-00-2<br />

Indirizzo: www.op-ed.it/catalogo<br />

<strong>OP</strong>-<strong>ED</strong> Editore<br />

C.F. 95155570104<br />

Iscritta nel Registro degli Operatori di Comunicazione<br />

Copyright © 2012 per le Edizioni <strong>OP</strong>-<strong>ED</strong><br />

Impaginazione/Progetto grafico:<br />

SEYO - www.seyo.it - info@seyo.it<br />

Ufficio Stampa:<br />

SEYO Via Mylius 2 A- 16128 Genova (GE)<br />

+39 010.57.40.384 press@seyo.it<br />

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Licenza<br />

Licenza CC BY<br />

La presente licenza permette di distribuire, modificare,<br />

creare opere derivate dall’originale, anche a scopi<br />

commerciali, a condizione che venga riconosciuta la paternità<br />

dell’opera all’autore.<br />

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