4_Transfert, controtransfert, analisi.pdf - 1.03 Mb - Psicologia

Corso di Laurea magistrale in Psicologia
a.a. 2008/2009
PSICOLOGIA DINAMICA
PROGREDITA
Dott. ssa Silvia Pogliano

Il metodo della terapia
psicoanalitica
Lis, Lis,
Mazzeschi, Mazzeschi,
Zennaro (2002, 2007) La psicoanalisi. Un percorso
concettuale fra tradizione e attualità. Roma: Carocci

Attenzione all’unicità del paziente e al suo mondo interno
Contratto psicoterapeutico
Spiegare come si lavora nel contesto analitico
Setting psicoanalitico
Libere associazioni
Resistenza
Interpretazione dei sogni
Alleanza terapeutica (o alleanza di lavoro)
Transfert
Controtransfert
Analista come persona reale

L’alleanza alleanza terapeutica

“Il paziente è il miglior
collega che abbiamo”
W. Bion
Alleanza terapeutica (therapeutic therapeutic alliance) alliance
Alleanza di lavoro (working alliance) alliance
Alleanza d’aiuto ( helping alliance )

Alleanza terapeutica
Specifico rapporto collaborativo che si
stabilisce fra paziente e terapeuta ovvero
dimensione interattiva tra paziente e
terapeuta riferita alla capacità di entrambi di
sviluppare una relazione basata su:
Fiducia
Rispetto Rispetto
Collaborazione Collaborazione al lavoro comune

Mitchell – 1977 –
“Quando l’interpretazione fallisce è perché
non c’è alleanza di lavoro”

L’inevitabile continuità tra il processo
diagnostico e terapeutico rende il
costrutto dell’alleanza una variabile
che possiamo includere nella
concezione di ampio respiro che va
dall’alleanza diagnostica all’alleanza
terapeutica

un un po’ po’ di di storia…nel storia…nel processo processo di di definizione definizione del del concetto concetto
di di alleanza alleanza terapeutica terapeutica
((tratto tratto da da “ “ L’Alleanza L’Alleanza terapeutica” terapeutica” di di V. V. Lingiardi Lingiardi –– Cortina Cortina –– 2002) 2002)
Autore
Sigmund Freud
HermanNunberg
Richard Sterba
Otto Fenichel
Carl Rogers
Franz Alexander
Anno
1912
1932
1934
1941
1951
1956
Teoria
Transfert positivo
irreprensibile
contrapposizione tra gli
scopi del P e del T –
distorsione degli aspetti
reali della relazione
terapeutica
Alleanza dell’Io – Scissione
dell’Io (collaborante vs
oppositiva)
Transfert razionale
Terapia centrata sul cliente
Esperienza emotiva
correttiva

…. ….continua continua la la storia… storia…
Elisabeth Zetzel
Phillis Greenacre
Leo Stone
Ralph Greenson
Orlinsky – Howard
Edward Bordin
1958
1959
1961
1965
1972
1986
1975
Nucleo fondamentale della
situazione analitica –
condivisione matura della
realtà tra P e A
Il transfert è l’intera
relazione paziente
terapeuta
Transfert maturo
Transfett+ Alleanza di
lavoro + Relazione “reale”
Attenzione al processo e
all’outcome all’ outcome
Modello panteorico
Goal – Tasks – Bond

…. ….continua continua la la storia… storia…
Lester Luborsky
Brenner – Curtis
Hartley – Strupp
1976
1994
1979
1983
Helping Alliance
Tipo 1 passivo
Tipo 2 consapevole
Solo il transfert promuove
il cambiamento – Critica
al concetto di AT
Modelli di Greenson –
Luborsky – Bordin
Ricerche sullo sviluppo
precoce dell’AT

…. ….continua continua la la storia… storia…
Gaston - Marmar
William Meissner
1988
1991
1996
Quattro dimensioni
indipendenti di
alleanza:
1.Capacità 1. Capacità di lavoro del
paziente;
2.Impegno 2. Impegno del paziente
3.Consenso 3. Consenso sulla
strategia di lavoro
4.Comprensione 4. Comprensione e
coinvolgimento del
terapeuta
AT come dimensione
essenziale
indipendente

…per …per il il momento momento ci ci fermiamo fermiamo qui… qui…
Safran – Muran
Maria Ponsi
1995
2000a, b
2000
Negoziazione
intersoggettiva
Rotture e ricomposizioni
dell’AT
Interazioni collaborative

Gli Gli strumenti strumenti di di misurazione misurazione nel nel processo processo di di definizione definizione del del concetto concetto
di di alleanza alleanza terapeutica terapeutica
Autore
Orlinsky –
Howard
Lester Luborsky
Adam Horvath
Anno
1972
1986
1976
1994
1981
1991
Teoria
Attenzione al
processo e
all’outcome all’ outcome
Helping Alliance
Tipo 1 passivo
Tipo 2 consapevole
Modello panteorico
di Bordin
Meta Analisi
Strumento
TBS
Therapeutic Bond Scale
PHAS
Penn Helping Alliace
Rating
WAI
Working Alliance
Inventory

… continua …
Hartley - Strupp
Gaston -
Marmar
1983
1988
1991
Modelli di Greenson
– Luborsky –
Bordin
Ricerche sullo
sviluppo precoce
dell’AT
Quattro dimensioni
indipendenti di
alleanza:
1.Capacità 1. Capacità di lavoro
del paziente;
2.Impegno 2. Impegno del
paziente
3.Consenso 3. Consenso sulla
strategia di lavoro
4.Comprensione 4. Comprensione e
coinvolgimento del
terapeuta
VTAS
Vanderbilt
Therapeutic
Alliance Scale
CALPAS
California
Psychoterapy
Alliance Scale

Perché la ricerca empirica
sull’alleanza?
Perché la ricerca ha confermato la
validità del concetto di alleanza
come fattore comune a tutte le
relazioni terapeutiche

Indirizzi guida sulla ricerca in tema di
alleanza negli ultimi 10 anni
Relazione tra alleanza e outcome nel trattamento
Fattori che favoriscono lo sviluppo dell’alleanza
( caratteristiche del paziente e caratteristiche del
terapeuta)
Convergenze e divergenze nelle valutazioni
fornite da paziente / terapeuta / osservatore
Andamento dell’Alleanza nel tempo

Andamento dell’alleanza in relazione alle
fasi temporali della terapia:
Stadi precoci (la misurazione dell’alleanza nelle prime fasi
del trattamento sembra essere la più predittiva rispetto
all’outcome all’ outcome)
Stadi intermedi (ricerche con risultati più contradditori. I
ricercatori sostengono che il processo terapeutico passi
attraverso cicli di rotture e riparazioni dell’alleanza e che tali tali
cicli ricapitolino l’essenza delle problematiche del paziente)
Stadi finali (la qualità della relazione terapeutica alla fine del
trattamento sembra avere implicazioni di rilievo sul
mantenimento dei cambiamenti terapeutici a lungo termine)

Segni positivi nell’alleanza durante le
prime fasi della terapia sono predittori
significativi dell’esito finale del
trattamento, mentre precoci segni
negativi di alleanza sono predittori
meno affidabili

Alleanza di tipo 1
Il pz sente che il terapeuta lo sostiene e si comporta in
maniera cordiale
Il pz pensa che il terapeuta lo stia aiutando
Il pz si sente cambiato grazie al trattamento
Il pz sente di avere un legame affettivo con il terapeuta
lo rispetta e lo stima
Il pz nutre fiducia nel valore del processo terapeutico

Alleanza di tipo 2
Il pz vive la collaborazione con il terapeuta come uno
sforzo congiunto
Il pz condivide con il terapeuta alcune opinioni
sull’origine dei propri problemi
Il pz ha fiducia nel fatto di essere sempre più capace di
cooperare con il terapeuta
Il pz evidenzia capacità simili a quelle del terapeuta
nell’utilizzare strumenti per la comprensione

Working Alliance Inventory, Inventory,
WAI -
Horvath, Horvath,
1981,1982
Scala che si basa sul modello di Bordin (1975)
per il quale l’alleanza si riferisce a un
rapporto collaborativo tra paziente e
terapeuta dove entrambi hanno un ruolo
attivo nel perseguire gli obiettivi terapeutici

Legame (Bond): confidenza –
accettazione – fiducia reciproca
Compiti (Task): accordo sulle attività
terapeutiche alla base del processo
terapeutico
Obiettivi (Goal): accordo sugli scopi da
raggiungere tramite il processo
terapeutico

Miglioramento dell’alleanza e outcome
positivo:
Prendere in considerazione le difese del pz
Prendere in considerazione l’aspettativa di colpa
e punizione del pz
Prendere in considerazione i sentimenti
problematici in relazione al T
Collegare i sentimenti problematici del pz in
relazione al T con le difese del pz

Rotture nell’alleanza terapeutica
(Safran Safran e Muran, Muran,
1990, 1998)
Interruzioni di emozioni positive tra pz e T
Ovvero
Interruzione della collaborazione del lavoro

Modello della risoluzione della rottura
dell’alleanza terapeutica
(relativo alle psicoterapie brevi)
Prestare attenzione alla rottura
Esplorare l’esperienza di rottura
Esplorare l’evitamento l’ evitamento
Affermare o esprimere i sentimenti
sottostanti

Il P evidenzia un
segnale di rottura
Il T fa focalizzare
il P sull’esperienza
immediata
Il P esprime
i sentimenti
negativi insieme
al segnale di rottura
Il P evidenzia un
blocco
Il T facilita l’autoaffermazione
o
l’espressione dei
desideri
Il T esamina
il blocco
Il P si auto-afferma
o esprime desideri
e/o
bisogni
Il P esplora
Il blocco
Il T convalida
l’espressione di
desideri
e/o bisogni

IVAT
Indice di valutazione
dell’alleanza terapeutica
Proposta di valutazione dell’alleanza
terapeutica a partire dai trascritti delle
sedute
(Lingiardi Lingiardi)

Indice di valutazione dell’alleanza
terapeutica
Proposta di valutazione dell’alleanza
terapeutica a partire dai trascritti delle
sedute (approccio tendenzialmente
trascurato dalle ricerche)
Scala costruita a partire dalle ricerche
degli ultimi dieci anni da Safran sul
processo della rottura e risoluzione
dell’alleanza

Struttura della scala IVAT
Si compone di due parti:
Interventi del terapeuta (IVAT –T) T)
Dedicati alla risoluzione della rottura. Interventi di tipo
esplicito o Resolution Marker
Trascritti del Pz ( IVAT-P) IVAT
Marker diretti (22)
Marker indiretti (11)
P) suddivisa in:

TRANSFERT,
CONTROTRANSFERT
E RELAZIONE REALE

I processi di transfert e controtransfert sono gli elementi
distintivi del trattamento psicoanalitico; gli psicoanalisti
condividono la convinzione che è soprattutto all’interno all interno
della relazione analitica, nella comunicazione tra due
persone, che avviene il cambiamento che libera dalla
malattia.
La scoperta che i pazienti rivivono e rivelano i conflitti
cruciali della loro vita psichica nella relazione analitica si è
rivelata straordinaria.

Transfert
“Designa, nella psicoanalisi, il processo in cui i desideri inconsci inconsci
si
attualizzano su determinati oggetti nell’ambito di una
determinata relazione stabilita con essi e soprattutto nell’ambito nell’ambito
della relazione analitica.
Si tratta di una ripetizione di prototipi infantili che è vissuta vissuta
con un
forte senso di attualità.[…]
Il transfert è tradizionalmente riconosciuto come il terreno in cui si
svolge la problematica di una cura psicoanalitica, la sua
impostazione, le sue modalità, la sua interpretazione e la sua
risoluzione.”
(Laplanche e Pontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, p. 643-644)

Transfert
“È particolarmente difficile proporre una definizione del transfert. transfert.
Questo concetto ha infatti assunto per molti autori un’estensione un’estensione
assai ampia fino ad abbracciare tutti i fenomeni inerenti alla
relazione del paziente con lo psicoanalista; esso esprime quindi, quindi,
più che qualsiasi altro concetto, le concezioni di ciascun analista analista
in merito alla cura, al suo oggetto, alla sua dinamica, alla sua
tattica, ai suoi obiettivi, ecc. Per questo il concetto di transfert transfert
racchiude tutta una serie di problemi che sono oggetto di dibattiti dibattiti
classici”.
(Laplanche e Pontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, p. 644)

• Transfert considerato
una resistenza
• Prima topica
movimento di desiderio
• La ripetizione avviene
secondo il principio del
piacere
Il transfert secondo Freud
Svolta del 1920
• Transfert considerato come
motore della cura
• Seconda topica pulsione
come azione interna, automatismo
• Transfert come risultato della
coazione a ripetere (fattore
compulsivo che tende a ripetere
una costellazione che risale
all’infanzia)

Formulazione freudiana del concetto di pulsione di morte
nella cura
Critiche e proposte alternative Scuola inglese analisi
efficace solo se riduce i suoi
interventi alla formulazione di
Scuola francese distinzione tra
interpretazioni nel transfert e
interpretazioni di transfert
interpretazioni di transfert
Inconvenienti:
1. Limitazione della libertà e
spontaneità del discorso
2. Rischio di suggestione sotto
forme camuffate

Riconoscimento del transfert legato all’inconscio:
il discorso dell’analizzando può seguire un percorso spezzato o
ripiegarsi in numerosi meandri prima di arrivare a un momento
fecondo in cui il transfert si manifesta completamente
Diversi tipi di transfert (cfr. pazienti nevrotici/psicotici)
Differenza tra:
• il transfert della cura classica di un nevrotico, che serve da base di
descrizione per il suo studio
• il transfert, dissimulato dietro le sue manifestazioni più rumorose, di un
paziente schizofrenico
• il transfert, dall’interpretazione più disagevole, di un paziente
depresso, perverso o psicosomatico

Questioni aperte
In che misura quanto accade nella cura deriva dalla ripetizione
dell’antico e concerne non tanto ciò che è stato ripetuto, ma al
contrario ciò che non è mai stato vissuto?
In quale misura l’offerta dell’analista non costituisce un invito
implicito al transfert, mentre sono secondarie le domande
dell’analizzando?
In quale misura il dispositivo stesso dell’analisi, la cornice,
partecipa alla produzione del transfert? [favorisce la regressione]
Si può considerare il transfert come l’espressione spontanea e
unipolare di una situazione di scambio tra due poli? [dimensione
asimmetrica della relazione!]

Catena della relazione discorsiva
Sogno (regressione del sonno)
Pensiero riflessivo
analista
Regressione topica in
seduta (veglia)
Transfert non è un blocco uniforme
Attenzione dell’analista
(sospesa)

Il doppio transfert di Green
Transfert sulla parola
Conversione di tutti gli
avvenimenti psichici in
discorso (dimensione
intrapsichica e
intersoggettiva)
Conscio-preconscio
Processo secondario
Io-soggetto
(autoreferenzialità)
Transfert sull’oggetto
dimensioni che non
possono essere contenute nel
discorso
Inconscio
Processo primario

Concezione di Freud troppo monopolare
È necessaria
un’articolazione
tra:
Punto di vista
intrapsichico
Prospettiva
intersoggettivista
Coppia pulsioneoggetto
= base
dello psichismo
Dimensione terza: triangolazione edipica, ma
anche là ed allora (non solo qui ed ora)

I concetti di transfert e controtransfert hanno
subito un’evoluzione un evoluzione all’interno all interno delle
considerazioni sulla tecnica psicoanalitica.
Inizialmente, il transfert viene considerato
utile come base per l’interpretazione l interpretazione e non
per le sue caratteristiche relazionali.
In seguito ci si approccia al transfert
riflettendo e lavorando soprattutto sugli
aspetti difensivi (Gray ( Gray, , 1994).

Loewald (1971, 1975, 1986) riconosce la teatralità teatralit del
transfert: le interazioni sono forme artistiche alimentate dal
processo primario e da intensi affetti. Loewald afferma
“Credo Credo che sia sconsiderato, anzi impossibile, trattare il
transfert e il controtransfert come problemi separati. Sono
le due facce della stessa dinamica, radicata
nell’inestricabile nell inestricabile intreccio con gli altri da cui la vita
individuale ha origine e che resta in innumerevoli
elaborazioni, derivati e trasformazioni. Una di queste
trasformazioni si manifesta nell’incontro nell incontro analitico” analitico
(Loewald Loewald, , 1986).
Empatia, investimento emotivo dell’analista dell analista e capacità capacit di
tollerare gli affetti estremi sono gli elementi centrali del
potenziale curativo del trattamento psicoanalitico.

Controtransfert
“Insieme delle reazioni inconsce dell’analista alla persona
dell’analizzato e più particolarmente al suo transfert”
(Laplanche e Pontalis, Enciclopedia della psicoanalisi, p. 107)

Controtransfert
I sentimenti, le fantasie e gli atteggiamenti
dell’analista nella situazione analitica hanno la loro
origine nella psicologia dell’analista, in quella del
paziente o nella loro interazione?
Il termine controtransfert va riferito a una gamma
ristretta di sentimenti, fantasie e risposte dell’analista
alla situazione analitica o riguarda tutte le sue
reazioni?
Rispetto alla conduzione dell’analisi, il
controtransfert è un’interferenza, un ostacolo o una
risorsa?

Controtransfert
Come possiamo concettualizzare un uso “terapeutico”
delle esperienze controtransferali? controtransferali?
Più in particolare,
quanto e quando è opportuno comunicare al paziente
tali esperienze?
Infine, il termine controtransfert è da considerarsi
superato e dovrebbe lasciare il posto a espressioni
quali “transfert dell’analista” oppure “cotransfert “ cotransfert”? ”?
(Orange M.D. (1995) La comprensione emotiva, Roma: Astrolabio, 2001)
Fonte:
Lingiardi V. & Girosi M.A. (2002). Il controtransfert. Note di storia e
geografia. Setting, 13, 37-72

Freud
Si accorge tardi del fenomeno
Ne parla ufficialmente a Norimberga
(1910)
La controtranslazione insorge nel medico
per influsso del paziente sui suoi
sentimenti inconsci
L’analista deve essere capace di
riconoscerla e padroneggiarla attraverso
l’autoanalisi

Il controtranferet
Kernberg (1965) distingue:
- Approccio classico: classico:
il controtransfert comprende
quelle reazioni inconsce patologiche dell’analista nei
confronti del paziente che riflettevano conflitti irrisolti e
dovevano essere padroneggiati per poter lavorare in
modo proficuo. È un’interferenza-ostacolo un’interferenza ostacolo da superare.
- Approccio totalistico: totalistico:
il controtransfert comprende il
totale delle risposte dell’analista consce o inconsce ed è
uno strumento indispensabile per la comprensione del
paziente.

Ferenczi (Diario Clinico) mostra l’importanza del controtransfert
nella cura dei pazienti difficili
Heimann (articolo del 1950) difende l’idea che il controtransfert sia
la conseguenza di un desiderio inconscio del paziente di far
partecipe l’analista di affetti che egli prova ma non può né
riconoscere né verbalizzare
Neyraut sostiene la precedenza del controtransfer sul transfert
Posizioni opposte a quella di Freud

Sviluppi del concetto di controtransfert
Winnicott (1948), Little (1951), Searles (1958): importanza
del controtransfert come strumento di lavoro
Balint: Balint:
spostamento da una psicoanalisi monopersonale a
una bipersonale. bipersonale.
La situazione analitica è vista come il
risultato di un’interazione tra il transfert del paziente e il
controtranfert dell’analista
Stern (1924) distingue due tipi di controtransfert:
- il primo scaturisce dai conflitti personali irrisolti dell’analista dell’analista
ed è un ostacolo alla comprensione del paziente
- il secondo è da considerare una risposta al transfert del
paziente e può essere utilizzato dall’analista per far emergere
i suoi sentimenti e le sue fantasie e per far risuonare il suo
inconscio in sintonia con quello del paziente

Europa e America
Klein (1946) ha incluso il meccanismo
dell’identificazione proiettiva tra le ipotesi sullo
sviluppo emotivo del bambino nei primi mesi di vita.
Attraverso l’identificazione proiettiva il bambino scinde
da sé le parti cattive e le proietta sulla madre allo scopo
di prenderne possesso
Bion coglie l’aspetto positivo dell’identificazione
proiettiva, che riporterà nella diade analitica attraverso
la metafora del contenitore-contenuto
contenitore contenuto

Europa e America
W. e M. Baranger (1961-1962), (1961 1962), vedono la situazione
analitica come un campo dinamico strutturato da una
relazione bipersonale
Winnicott: Winnicott:
analista-madre
analista madre-sufficientemente
sufficientemente-buona buona
Spazio analista paziente:
- i kleiniani intrapsichici
ritengono vada analizzato in termini
- gli indipendenti lo considerano come il luogo nel quale
paziente e analista possono inventare e vivere una
relazione spontanea e creativa

Cambiamento di prospettiva in America
L’analizzato viene considerato un partner nel
processo analitico. L’analisi è una co-creazione co creazione in
cui paziente e analista lavorano insieme (Spence ( Spence
1982)
Shafer (1997) l’analisi ha il suo fulcro nelle
narrazione. Fondamentale è la memoria, che
stabilisce e arricchisce il contesto del significato nel
processo analitico
In quest’ottica transfert e controtransfert sono
intesi come esperienze che analizzato e analista
fanno della relazione

Cambiamento di prospettiva in America
Entrambi rendono possibile nel corso dell’analisi la
costruzione di una narrazione condivisa, che
trasforma l’esperienza del paziente in una storia
coerente
Orange (1995) il concetto tradizionale di
controtransfert ha in sé una connotazione negativa
suggerisce un’opposizione, una necessità di “stare
lontani” dall’esperienza del paziente
L’analista si trova scoperto in un gioco di
osservatore-osservato, osservatore osservato, dove è in discussione il suo
stesso modo di essere e l’esplorazione della propria
soggettività diventa una precondizione necessaria

Intersoggettività, self-disclosure
self disclosure
Psicoanalisi statunitense il concetto di
intersoggettività può fornire un importante aiuto
alla comprensione analitica
Si è sviluppata l’idea secondo cui l’analista, in alcuni
momenti della terapia, può rivelare se stesso (self ( self-
disclosure) disclosure)
come soggetto: la personalità del
terapeuta è sempre presente nel qui ed ora
La self-disclosure
self disclosure: : elemento importante della
creazione dell’alleanza

Intersoggettività, self-disclosure
self disclosure
Jacobson (1999) tre tipi di self-disclosure
self disclosure:
1. Comportamenti “rivelatori” verbali e/o non verbali
messi in atto dall’analista
2. Condividere con il paziente il racconto di certe
esperienze soggettive
3. Rispondere a certe domande personali fatte dal
paziente
-Il Il significato della self – disclosure sarebbe quello di
aumentare il livello di conoscenza e quindi di
trasformazione intersoggettiva e intrapsichica nel corso
dell’esperienza analitica

Movimento intersoggettivista (USA) (nato come reazione all’ego
psychology) contestazione intersoggettiva (O. Renik)
La presa di coscienza da parte dell’analista del proprio
controtransfert è sempre preceduta da una manifestazione
comportamentale (enactment enactment) simmetria tra analista e
analizzato (critiche dell’autore dell’analisi intersoggettivista)

Enactment
Il termine veniva usato per indicare che il paziente, nella
situazione analitica metteva in atto comportamenti il cui
significato aveva radici nel suo passato, mentre oggi si
tende a usarlo anche in relazione al fatto che, alla messa
in atto del paziente, spesso corrisponde un’analoga
messa in atto dell’analista
Jacobson (1991) introduce il concetto di enactment di
controtransfert per spiegare dimensioni del transfert-
controtransfert che operano al di fuori della coscienza

La prospettiva di ascolto e la sua
influenza sul controtransfert
Fosshage (1994) definisce il controtransfert
come l’esperienza che l’analista fa del paziente
L’analista è un copartecipante nella percezione e
nella costruzione del processo analitico

La prospettiva di ascolto e la sua influenza
sul controtransfert
La personalità dell’analista e la scelta del modello teorico
condizionano l’esperienza, che dipende dall’uso di due
prospettive di ascolto:
- Centrata sul soggetto: fondamentale per gli psicologi del sé.
L’analista entra in risonanza con gli affetti e le esperienze del del
paziente dal punto di vista del paziente
- Centrata sull’altro: utilizzata dagli analisti relazionali e
interpersonali. L’analista fa esperienza del paziente dal punto di
vista di un’altra persona che è in relazione con il paziente
Per Fosshage fondamentale è un’oscillazione tra le due
prospettive.
Fosshage propone di sostituire al termine controtransfert
l’espressione esperienza che l’analista fa dell’analizzando.

La situazione attuale nell’ambito nell ambito della tradizione più pi
classica è quella di un dibattito continuo, all’interno all interno e tra
i diversi orientamenti, sullo status, la funzione e i limiti
dell’analisi dell analisi del controtransfert (Gabbard ( Gabbard, , 1995).
Nel lavoro di Jacobs (1991) il controtranfert non è un
problema, ma una soluzione, un registro necessario per il
lavoro analitico; i significati, essendo così cos intimamente
co-costruiti co costruiti, , richiedono inevitabilmente che l’analista l analista
comprenda ed esamini a fondo la sua parte in queste
complesse comunicazioni.

Per Jacobs e Smith (Jacobs ( Jacobs, , 2001; Smith, 1999, 2000,
2003) e per gli analisti più pi orientati verso le
relazioni oggettuali, come Ogden (1994, 1995) e
Gabbard (1994), la soggettività soggettivit dell’analista dell analista è un
elemento cruciale nell’autoanalisi, nell autoanalisi, che fa progredire
il lavoro analitico. Secondo Smith (2003) il
controtranfert è insieme una resistenza e un
propulsore necessario al cambiamento

Si deve agli sviluppi del pensiero kleiniano la comprensione
di molti dei potenti effetti che i processi intersoggettivi
hanno sull’analista, sull analista, l’analizzando l analizzando e il trattamento.
Per Bion (1959, 1961) la rêverie verie materna controtransferale è
equivalente al lavoro analitico, gli strumenti analitici
sono strutture permeabili, attraverso le quali fantasie
arcaiche, compresi desideri e fantasie distruttive e
aggressive, possono venire alla luce e diventare
occasione per il lavoro interpretativo.
La sintonizzazione dell’approccio
dell approccio kleiniano sul
controtranfert utilizza questi fenomeni primariamente
come fonte di dati clinici sulle dinamiche del paziente.

Winnicott è una figura fondamentale per la nascita delle idee
sul controtransfert; egli non solo riconosce l’inevitabilit l inevitabilità
dell’aggressivit
dell aggressività e dell’odio dell odio dell’analista, dell analista, ma ne sottolinea
anche l’utilit l utilità clinica (1947, 1950).
L’odio odio è visto come un modo di tracciare i confini e facilita la
separazione e la capacità capacit dell’analizzando dell analizzando di distinguere
fantasia e realtà, realt , così cos da diminuire il suo pericoloso senso di
onnipotenza.
L’odio odio dell’analista, dell analista, in questo modo, diventa un ingrediente
fondamentale del cambiamento nell’analizzando.
nell analizzando.

Nella tradizione del gruppo britannico degli
indipendenti, queste idee sono state sviluppate nel
lavoro di Sandler (1976) e di Bollas (1979, 1987),
costituendo un ponte tra il pensiero di Winnicott e
quello di Fonagy. Fonagy
Bollas si interessa all’uso all uso della rêverie verie
controtranferale come fonte del lavoro analitico, ma
soprattutto all’effetto all effetto trasformativo che hanno gli
stati affettivi non verbali rispetto all’interpretazione.
all interpretazione.

Il lavoro di Fonagy sul tranfert e controtransfert
riprende la tradizione di Bowlby sui profondi
pattern relazionali dell’attaccamento dell attaccamento primario, a
cui si connota un’attenzione un attenzione sulla funzione della
mentalizzazione nel controtransfert dell’analista.
dell analista.
Secondo Fonagy (Fonagy Fonagy et al., 2001, 2003) il
cambiamento avviene non attraverso
l’interpretazione, interpretazione, ma attraverso il tenere nella
mente dell’analista dell analista il processo disconosciuto nel
paziente, fino a quando, attraverso transazione
relazionali, la capacità capacit di mentalizzare non venga
indotta nell’analizzando.
nell analizzando.

Lacan (1966) affronta i temi del transfert e controtransfert
come discorso, secondo lui il transfert può pu essere
trasformativo quando si rivolge all’inconscio all inconscio portato nel
discorso; è parte della resistenza quando le esperienze
relazionali assumono la forma di elementi preedipici, preedipici,
immaginari, sensoriali o narcisistici.
L’autorit autorità secondo lui risiede nell’inconscio nell inconscio dell’analizzando,
dell analizzando,
per quanto spesso proiettata sull’analista. sull analista. Il compito
analitico è quello di essere sintonizzati con i segnali del
discorso dell’analizzando, dell analizzando, con le elaborazioni dei desideri
e delle pulsioni inconsce.

La posizione interpersonale di Wolstein (1956, 1971) non
nega l’esistenza l esistenza di un mondo interno di oggetti e
identificazioni, ma rifiuta di focalizzarsi su quel mondo nel
transfert. In questa tradizione c’è c’è
una sorta di avversione
per la regressione. Il focus di Wolstein è sull’unicit sull unicità
dell’individuo dell individuo e l’esperienza l esperienza nucleare del Sé, S , così cos come
vissuta nella diade analitica.
Levenson (1972) ritiene l’invischiamento
l invischiamento dell’analista dell analista nel
transfert come cruciale per il cambiamento analitico.
Gli analisti interpersonali contemporanei si basano su un
modello ermeneutico di conversazioni cliniche, verità verit co-
costruite e decentramento dell’autorit dell autorità analitica.

Per Blechner (1995) il paziente necessita di assumere la
soggettività soggettivit dell’analista dell analista allo scopo di esplorare qualcosa che
non è ancora emerso nella loro psiche cosciente; qui il
controtransfert viene offerto come uno spazio transizionale per
l’analizzando.
analizzando.
La psicologia del Sé S di Kohut si concentra sugli aspetti benefici
e mutativi del transfert positivo; molta importanza è attribuita
a un ascolto clinico attento, acuto e sintonico e al tentativo di di
rispecchiare nel modo più pi aderente possibile l’esperienza l esperienza
emozionale dell’analizzando.
dell analizzando.

L’idealizzazione idealizzazione dell’analista dell analista (come indice di
ostilità ostilit e protezione preoccupata in termini
kleiniani dell’analista)
dell analista) è considerata qui la
chiave del cambiamento psichico.
Il controtransfert è stato relativamente poco
teorizzato fino alla nascita dell’interesse dell interesse per
l’intersoggettivit
intersoggettività e la co-costruzione
co costruzione (Storolow Storolow
et al., 1997; 2001).
2001)

La prospettiva relazionale
Secondo Mitchell (1993, 1997) gli effetti controtransferali sono
il motore che aziona la dinamica psichica. Il lavoro analitico
consiste nell’analizzare il processo attraverso cui si arriva a
momenti di impasse, in cui la coppia analitica si trova in
momenti di disperato sconforto, senza i quali, tuttavia,
l’analista non è spronato a lavorare sulla comprensione e
sull’identificazione.
Secondo Aron (1996) le relazioni possono essere
reciprocamente permeabili e rivelatrici, il lavoro analitico è
comunque sempre una co-costruzione.
Ehrenberg (1992) pone l’accento sui legami affettivi con i
pazienti, cioè sul potere trasformativo di vivere e funzionare
ad un alto livello affettivo, in cui gli stati emotivi e la
soggettività dell’analista sono decisamente presenti.

Con l’interesse l interesse per il controtransfert e con l’apertura l apertura e la
rivisitazione della matrice intersoggettiva della relazione, la
questione del contributo dell’analista dell analista ha preso una nuova
direzione nella distinzione tra tecnica del reale e quella del
rappresentato (Hoffman, 1998; Greenberg, Greenberg,
2001), evitando
estremismi, tracciando confini e riflettendo sulle violazioni di
questi confini.
In conclusione si può pu affermare che il parlare cura, attraverso
l’interdipendenza interdipendenza del transfert e gli effetti del discorso. Il
linguaggio aiuta il paziente a costruire una storia,
assumersene la responsabilità, responsabilit , renderla coerente e
differenziarla; il potere costitutivo del discorso dipende,
inoltre, sempre dalle intense relazioni oggettuali nascoste al
loro interno.

Un dilemma riguardo alla tecnica è se vi sia, in aggiunta alle
esperienze di transfert e controtransfert, anche una
relazione reale.
Lipton (1977) sostiene la presenza di una simile distinzione
nel pensiero freudiano e Greenson (1967) distingue tra
aspetti nevrotici e non nevrotici della relazione tra
analizzando e analista e tenendo separata l’ l “alleanza alleanza
terapeutica” terapeutica e la relazione reale.ù reale.
L’alleanza alleanza comprende elementi di continuità, continuit , impegno, modo
di stare all’interno all interno dell’ora, dell ora, gestione del tempo e del
denaro.
La relazione reale è un aspetto che appartiene a fasi più pi
avanzate dell’analisi; dell analisi; egli parla di genuinità, genuinit , di una
considerazione anche della realtà realt extra-analitica
extra analitica
dell’analista.
dell analista.

Esercitazione
Dopo Dopo una una cauta cauta self--disclosure
self disclosure del del terapeuta, terapeuta, il il paziente paziente
risponde risponde pieno pieno di di sollievo sollievo dicendo dicendo che che sapere sapere quanto quanto
l’analista l’analista gli gli ha ha rivelato rivelato di di sé sé lo lo aiuta aiuta veramente veramente molto. molto.
Subito Subito dopo dopo racconta racconta di di una una persona persona in in macchina macchina che che non non
ha ha rispettato rispettato la la precedenza precedenza a a uno uno STOP STOP e e l’ha l’ha investito investito
facendogli facendogli battere battere la la testa testa per per terra, terra, facendogli facendogli perdere perdere la la
memoria memoria e e facendolo facendolo restare restare a a lungo lungo disorientato.
disorientato.
Cosa sembra dire il paziente? Quale tipo di risposta dovrebbe
essere data a questa comunicazione?

Il ruolo della persona
dell’analista nell’ambito
della cura
Stefano Bolognini

La persona dell’analista come fattore
variabile nell’ambito della cura
D. Lopez (2003) “per “ per-sonare sonare” ” : indica quella ricca
risonanza individuale dell’analista come essere umano.
L’analista è in grado di riconoscere e di elaborare negli
altri e con gli altri ciò che ha conosciuto ed elaborato
esperienzialmente in proprio in quanto persona
Il fattore personale dell’analista gioca un ruolo
fondamentale nel lavoro con il paziente, al pari dei
fattori sovra-personali sovra personali della teoria e della tecnica.

L’analisi personale provvede a migliorare l’assetto e il
funzionamento individuali, e a conferire tridimensionalità e
praticabilità al mondo interno del terapeuta; ma non può
garantire la ricchezza interiore o la dotazione di talenti
trasformativi, risultando meno decisiva dell’originaria
formazione infantile
Freud: Freud:
anche le caratteristiche peculiari dell’analista devono
essere prese in considerazione tra i fattori che influenzano
le prospettive della cura analitica, e che possono renderla
più difficoltosa. Gli analisti non sempre hanno raggiunto
nelle loro stessa personalità quel tanto di normalità psichica
alla quale intendono educare i loro pazienti
La selezione degli aspiranti psicoanalisti è una responsabilità
fondamentale cui l’istituzione psicoanalitica non deve
sottrarsi, per la tutela dell’interesse dei pazienti e per il
mantenimento di un elevato standard scientifico e
professionale al suo interno

La persona dell’analista e i suoi gradienti
di funzionamento (Antonino Ferro)
Centralità dell’analista come persona e del suo
funzionamento mentale in seduta
L’analista non può essere uno specchio neutrale; la vita
vissuta, le gioie, le sofferenze, co-determinano
co determinano le
vicissitudini dell’incontro analitico
Conta di più quello che fa l’analista rispetto a quello che
dice. Per fare si intendono quelle operazioni mentali
che l’analista compie in presenza del paziente
La mente dell’analista lo induce a funzionare o a
disfunzionare in un certo modo con i pazienti

Cambiamento dell’assetto della coppia
analitica
Pensare al paziente come “miglior collega”
La coppia è asimmetrica per quanto riguarda la
responsabilità dell’assetto analitico, ma è sullo stesso
piano per quanto riguarda la co-determinazione co determinazione dei fatti
emotivi nella stanza d’analisi
Il paziente è il segnalatore di come
funziona/disfunziona
funziona/ disfunziona il campo analitico
L’analista ha una propria costellazione di angosce e
difese che ne costituiscono l’impronta mentale e lo
rende unico

Motivi di variato funzionamento mentale
dell’analista
Malfunzionamento per eccesso di identificazioni
proiettive da parte del paziente che l’analista non riesce
a metabolizzare
Malfunzionamento con un paziente per ingorgo da
identificazioni proiettive da parte di un paziente
precedente
Malfunzionamento da ingorgo emotivo dell’analista
per fatti dolorosi della propria vita
Tutto questo è segnalato dal paziente e può essere il
modo per uscire dalla situazione di sofferenza

Motivi di variato funzionamento mentale
dell’analista
La persona dell’analista è uno dei fattori di guarigione.
R. Speziale Bagliacca: Bagliacca:
non è la metapsicologia che
guarisce ma la persona dell’analista
In periodi difficili della sua vita l’analista deve:
1. Lavorare per recuperare il proprio assetto medio
2. Cercare di metabolizzare le segnalazioni che ci
provengono dal paziente, evitando di attribuire al
paziente cose che non gli appartengono
3. Con i pazienti più gravi è utile segnalare il proprio
momento di difficoltà

Abuso esercitato dall’analista sul paziente
Avviene quando la mente dell’analista è meno disponibile del
solito e questo diviene traumatico per il paziente.
Il paziente sottolinea che il compito dell’analista è quello di
alleggerire il paziente dai suoi pesi e se l’analista è a sua volta volta
ingombro finirà per avere un effetto di incremento dei pesi
nel paziente.
Winnicott: Winnicott:
l’analista deve aspirare ad essere sufficientemente
buono
Spesso è sufficiente un’elaborazione del controtransfert, una
focalizzazione auto-analitica, auto analitica, una serie di sogni per recuperare
un funzionamento mentale sufficientemente buono
Se ciò non bastasse sarà dovere dell’analista chiedere un aiuto
per metabolizzare quel qualcosa che lo ingombra in quel
momento

Ripensare il transfert dal
punto di vista delle
neuroscienze

Drew Westen: Westen:
le neuroscienze sono una sorta di
formazione di compromesso
Definizioni del concetto di transfert:
1. Freud: ha elaborato il concetto di transfert partendo
da quello di spostamento, perché nel transfert il
paziente sposta sull’analista sentimenti e conflitti che
ha vissuto nell’infanzia. Il transfert è la riedizione si
antichi conflitti del paziente. Successivamente lo ha
definito come difesa o resistenza
2. Hans Loewald: Loewald:
cala il transfert nel campo delle
relazioni oggettuali. Si può pensare a transfert e
controtransfert come a degli enactment
3. Possiamo considerare il transfert come una co-
costruzione di paziente e analista, che interagiscono
nelle situazione analitica

Il transfert secondo Westen
Può essere concepito come il complesso dei modelli di
pensiero, sentimento, motivazione, emozione,
regolazione affettiva e comportamento che emergono
nella relazione terapeutica
Il transfert riflette aspetti della personalità e del
funzionamento inter-soggettivo inter soggettivo del paziente che
emergono in un campo terapeutico ideale influenzato
più dalle dinamiche del paziente che da quelle del
terapeuta

Nella relazione paziente-analista paziente analista possono attivarsi
due processi transferali diversi
Attivazione cognitiva: cognitiva:
un’esperienza attuale che ha origine
nel passato dell’individuo, che è in grado di attivare
sentimenti, motivazioni, conflitti. L’aggettivo “cognitiva” è
utilizzato per specificare che questo tipo di attivazione non
ha un’implicazione motivazionale, benché non venga
esclusa che lungo questi network vi siano degli aspetti
affettivi. Quindi, nello stesso tempo vengono attivati molti
sistemi associativi, che convergono verso una soluzione
specifica
Attivazione edonica. edonica.
È caratterizzata da processi mentali
che si innescano in relazione a stati affettivi positivi o
negativi
Il transfert rappresenta una formazione di compromesso
che riflette forme di attivazione cognitiva ed edonica che
collaborano insieme

Principi della teoria del connessionismo
1 Parallel processing: si suppone che al di fuori della
coscienza si realizzano processi multipli che avvengono
simultaneamente
2 Le rappresentazioni sono come reti neuronali distribuite:
lo stimolo elettrico, che attiva una specifica zona
cerebrale, comincia a distribuirsi e a innescare una rete di
associazioni neuronali per cui un network associativo va a
evocare un’esperienza emozionale
3 Il prodotto dell’integrazione simultanea di meccanismi di
attivazione e di inibizione

Principi della teoria del connessionismo
4 Il cervello seleziona le migliori soluzioni possibili
convergendo su quelle che soddisfano una serie di
vincoli legati alla realtà. Il nostro cervello ha la
funzione di equilibrare attivazioni e inibizioni verso
una soluzione
5 Le rappresentazioni devono essere considerate
potenziali di attivazione. Una rappresentazione è un
circuito neuronale, un network associativo suscettibile
di riattivazione

Il transfert può essere definito :
Come l’attivazione di potenziali che sono
fondati nella storia e nelle dinamiche del
paziente, ma che successivamente si plasmano
nel contesto di network associativi attivi in un
dato momento

In ogni momento i pattern transferali riflettono
l’attivazione di diverse reti neuronali influenzate e
attivate da molteplici fattori:
Caratteristiche di personalità del paziente, il paziente
non collabora con l’analista nella co-costruzione
co costruzione di
qualcosa di indipendente dalla sua storia personale
passata
Caratteristiche del contesto terapeutico:
- Intimità
- Asimmetria
- Uso del lettino

Il terapeuta:
Non può essere del tutto neutrale
Deve distinguere tra reazioni controtransferali
ideosincratiche:
ideosincratiche:
che potano l’impronta delle
dinamiche e della storia personale dell’analista,
e le reazioni controtransferali che ci si può
mediamente attendere: quelle che chiunque
tendezilamente proverebbe in un determinato
momento del processo terapeutico nei confronti
di quel particolare paziente

TERMINE DELL’ANALISI
DELL ANALISI
E RIANALISI

Ogni trattamento psicoanalitico ha in sé s una miscela di due
componenti:
• uno comprende gli insight ottenuti attraverso la scoperta
del materiale rimosso, una nuova conoscenza e un più pi
realistico quadro di sé s e dei più pi importanti oggetti d’amore d amore
nella vita del paziente;
• l’altro altro elemento è quello che viene definito “esperienza esperienza
emozionale correttiva”, correttiva , si verifica quando il terapeuta si
comporta in modo diverso da come l’analizzando l analizzando si aspetta
e da come si sono comportate le figure genitoriali della sua
infanzia; quanto più pi il paziente è disturbato, tanto più pi
questa esperienza emozionale correttiva è importante.

Quando predomina il primo elemento può pu essere raggiunto un
termine dell’analisi, dell analisi, se invece predomina il secondo può pu
essere più pi difficile portare a termine la terapia.
Ovvero, quando l’analista l analista è una figura di transfert, in seguito
ad uno spostamento delle figure genitoriali o alla
proiezione di aspetti inaccetabili del Sé, S , è possibile arrivare
al termine dell’analisi. dell analisi.
Quando, invece, l’analista l analista è un oggetto nuovo e la terapia
“un un’esperienza esperienza emozionale correttiva” correttiva il terapeuta diventa
un oggetto primario e la fine dell’analisi dell analisi diviene incerta. incerta
A causa del passato traumatico del paziente l’analista l analista diventa
il primo oggetto affidabile dell’analizzando, dell analizzando, quindi il
termine dell’analisi dell analisi potrebbe diventare un altro evento
traumatico.

Quando il pensiero di Freud era dominato dal modello topografico,
era relativamente facile concettualizzare il termine dell’analisi. dell analisi.
L’Io Io immaturo del bambino deve ricorrere alla rimozione, essa
ostacola il ritorno alla consapevolezza, come nei sogni, o in
modo più pi dannoso nei sintomi nevrotici.
L’analista, analista, rendendo l’analizzando l analizzando in grado di conoscere
l’inconscio inconscio rimosso, libera il rimosso dalla prigionia
dell’inconscio. dell inconscio. L’Io L Io più pi maturo dell’adulto dell adulto può pu affrontare le
idee che il bambino immaturo non riusciva a tollerare senza
ricorrere alla rimozione.
L’assunto assunto di base era che ciò ci che è stato rimosso è limitato nel
contenuto e connesso ai derivati del complesso di Edipo, che
possono diventare coscienti, quando questo accade l’analisi l analisi può pu
terminare.
In generale una volta che l’analisi l analisi rende meno necessaria la
rimozione, una gran quantità quantit di energia è disponibile per nuovi
obiettivi di vita e sforzi creativi.
creativi

Fino a che ha prevalso il modello topografico, il contratto non
scritto tra analista e paziente era che, attraverso l’analisi l analisi dei
sogni, delle libere associazioni e la risoluzione del transfert,
il paziente avrebbe rivelato all’analista all analista ciò ci che aveva
rimosso, e questo, il rendere conscio l’inconscio, l inconscio, l’avrebbe l avrebbe
guarito.
Dopo il 1920 diventa dominante il modello strutturale, rendere
conscio l’inconscio l inconscio non è più pi la guarigione, ma solo il modo
in cui si palesa il conflitto intrapsichico tra Es, Es,
Io e Super-Io. Super Io.
Modificare odificare la relazione tra le strutture a favore dell’Io dell Io è il
nuovo obiettivo: alla fine dell’analisi dell analisi l’Io l Io dovrebbe essere
più pi forte di Es e Super-Io, Super Io, ma non è facile stabilire quando
questo venga raggiunto, specie quando si prefigurano futuri
conflitti interni.

L’introduzione introduzione della pulsione di morte ha avuto un forte
impatto sulla questione del termine dell’analisi. dell analisi. Visto che
nel corso del trattamento l’impatto l impatto della pulsione di morte
può pu diminuire in favore della pulsione di vita, ma non può pu
mai essere eliminato, diventa difficile stabilire quando
arrivi il termine dell’analisi. dell analisi.
Anche dopo la conclusione dell’analisi, dell analisi, l’et l età, , la malattia, le
perdite o altri eventi traumatici possono mutare l’equilibrio l equilibrio
delle forze.
Nella critica di Fenichel (1935) la pulsione di morte pone dei
limiti alla possibilità possibilit di qualsiasi termine dell’analisi dell analisi che
non sia una formazione di compromesso tra due forze
antagoniste: libido e aggressività, aggressivit , o libido e pulsione di
morte.

Tutti gli sforzi successivi a Freud di affrontare il problema del
termine dell’analisi dell analisi (firestein ( firestein, , 1964; Glover, Glover,
1955;
Waelder, Waelder,
1960) sono giunti alla stessa conclusione: non
esiste una “via via regia” regia al termine dell’analisi. dell analisi. Si possono
anche verificare delle situazioni di stallo, punti morti, da
non confondere con il termine dell’analisi. dell analisi.
Secondo Glover (1955) l’analizzando l analizzando può pu reagire al pericolo
del termine dell’analisi dell analisi con un ritorno ai sintomi che aveva
già gi sconfitto e sarà sar necessario un nuovo periodo di
rielaborazione.
La fase terminale può pu durare mesi e anche anni.

Sotto l’influsso l influsso di Loewald negli Stati Uniti e di Winnicott in
Inghilterra, l’obiettivo l obiettivo dell’analisi dell analisi è gradualmente
cambiato, passando dall’eliminazione dall eliminazione dei sintomi dolorosi
e dei tratti caratteriali nevrotici alla ripresa del processo di
crescita e sviluppo.
Dal momento che molti desideri (pulsioni libidiche e
aggressive) non sono gratificati dalla realtà, realt , il fine della
psicoanalisi diventa quello di individuare quali sono questi
desideri, ma se questi rimangono insoddisfatti il termine
dell’analisi dell analisi può pu diventare difficile; il paziente deve arrivare
a verbalizzarli in modo che essi possano perdere il loro
potere.

Secondo Waelder (1960) un’analisi un analisi completa, nel senso di
una totale comprensione della vita psichica di una persona,
è un compito superiore alle nostre capacità. capacit
Egli però per sostiene anche che da un punto di vista terapeutico
un’analisi un analisi si può pu considerare completa “se se le strutture
patologiche sono state ben comprese sia a livello dinamico
che strutturale….e strutturale .e se la psicopatologia è scomparsa o è
stata resa accettabile” accettabile (Waelder Waelder, , 1960).

Dato che la fine del trattamento è in contrasto con i bisogni di
continuità continuit che sono basilari per l’individuo, l individuo, non ci si
dovrebbe sorprendere che spesso l’analisi l analisi non riesca a
raggiungere gli obiettivi desiderati: va contro i desideri
naturali di molti analisti e analizzandi. analizzandi
Molti desideri di “cavarsela cavarsela da soli” soli sono basati su delusioni
precoci e nel corso dell’analisi dell analisi si manifestano sotto forma
di resistenza, lasciando come residuo desideri primari di
unione; nella maggior parte dei casi, il desiderio di fusione,
unità unit e continuità continuit è più pi forte di quello di indipendenza.
Quando l’analisi l analisi è ancora in corso, la voce dell’analista dell analista è
lentamente interiorizzata, l’analista l analista diventa una “presenza presenza
psichica” psichica (Weiss Weiss, , 1960), con il tempo il paziente dovrebbe
interiorizzare questa presenza psichica.

La situazione psicoanalitica è unica, in quanto non esiste
nessun’altra nessun altra situazione nella vita in cui si ha il privilegio di
dire tutto quello che ci accade; quando l’analisi l analisi è finita
questo privilegio è perso per sempre.
Inoltre se la psicoanalisi dura a lungo, l’analista l analista
inevitabilmente finisce per essere un punto di equilibrio
nella vita del paziente, e viceversa. Le rotture di questo
equilibrio sono dolorose, e dunque evitate.

È a Glover (1955) che la psicoanalisi deve il concetto che il
termine dell’analisi dell analisi richiede una sua propria fase.
Quando l’analisi l analisi è terminata, perché perch si è giunti a un punto
morto o perché perch tutto ciò ci che si doveva analizzare secondo
l’analizzando analizzando e l’analista l analista è stato affrontato, sono quattro le
possibili conclusioni che si possono trarre:
- l’analizzando analizzando decide di vivere accettando i limiti
dell’analisi dell analisi (accettando di buon grado ciò ci che non si può pu
cambiare)
- analista e analizzando ritengono che ora l’autoanalisi l autoanalisi possa
sostituire l’analista l analista
- l’analizzando analizzando rimane in un’analisi un analisi prolungata, oppure
intraprende una serie di nuove analisi
- analizzando e analista trovano il loro particolare punto
conclusivo.

Spesso il termine dell’analisi dell analisi vede la comparsa di nuovo
materiale significativo, in questa fase l’analizzando
l analizzando
dovrebbe riflettere sulla propria comprensione dell’intera dell intera
procedura analitica, sui risultati raggiunti e sul lavoro che
dovrà dovr ancora fare dopo la fine dell’analisi. dell analisi.
L’analista analista prende parte a questa riflessione e in questa fase
l’analizzando analizzando e l’analista l analista parlano tra loro in modo più pi
paritario di quanto abbiano fatto durante l’analisi. l analisi.

RIANALISI: RIANALISI:
la relazione del nuovo terapeuta con il precedente
comporta il rischio di un’alleanza un alleanza tra paziente e analista
contro il primo analista, che esiste solo nei ricordi del
paziente; questi ricordi possono portare alla collusione tra il
nuovo analista e il paziente.
I casi in cui l’analisi l analisi è terminata con successo e si rende
necessaria una rianalisi a causa di radicali cambiamenti di
vita, sono particolarmente problematici per il nuovo analista.
Se la prima analisi è fallita o, si è conclusa con un transfert
negativo si può pu verificare una resistenza nei confronti di una
seconda analisi.
A volte accade che l’analisi l analisi permetta di ottenere dei successi
talmente al di là l delle aspettative, da rendere necessaria
un’altra un altra analisi: è il caso di coloro che “soccombono soccombono al
successo” successo (Freud Freud, , 1916).

In conclusione si può pu affermare che una conclusione davvero
soddisfacente dell’analisi dell analisi avvenga di rado.
La scomparsa dei sintomi originari non è una prova
affidabile; di solito il terapeuta entra a far parte
dell’equilibrio dell equilibrio esistenziale del paziente e l’analizzando l analizzando di
quello del terapeuta, equilibrio che si oppone al termine
dell’analisi. dell analisi.
Gran parte delle analisi terminano quando si arriva ad una
situazione di stallo, che tuttavia riflette solo i limiti del
terapeuta, che allora necessiterebbe di una consultazione
con un collega più pi esperto.
Un terapeuta con esperienza e consapevole delle trappole
dell’analisi dell analisi può pu sicuramente condurre un’analisi un analisi più pi
profonda e con maggiori benefici per l’analizzando.
l analizzando.