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Patata<br />

(Solanum tuberosum)


Originaria delle regioni montuose dell’America<br />

meridionale.<br />

Introdotta in Europa come curiosità botanica nella<br />

seconda metà del 1500, si diffuse in coltivazione solo<br />

nella seconda metà del ‘700, soprattutto nell’Europa<br />

centro-settentrionale dove divenne un fondamentale<br />

alimento.<br />

Coltivata in Italia dai primi dell’Ottocento, anche se la<br />

sua vera diffusione è stata successiva (fine del XIX<br />

secolo).


Oggi coltivata su oltre 18 milioni di ettari nel mondo,<br />

di cui gran parte in Cina, India ed Europa (in<br />

particolare Russia, Polonia e Germania).<br />

In Italia, poco più di 62000 ha.<br />

Due tipi di pataticoltura praticati in Italia:<br />

la coltura primaticcia (circa 18 mila ha) localizzati<br />

soprattutto in Campania, Puglia e Sicilia, che fornisce un<br />

prodotto ‘fuori stagione’ con un valore economico più<br />

alto;<br />

la coltura normale (circa 44 mila ha) diffusa tipicamente<br />

nelle zone altimetricamente elevate, ma anche in aree di<br />

pianura (es. Emilia).


Oltre che per il consumo alimentare diretto, la<br />

coltivazione della patata interessa l’industria alimentare<br />

per la produzione di fecola, amido, destrina o glucosio.<br />

Trova inoltre impiego per la distillazione e<br />

nell’alimentazione zootecnica. Il mercato richiede<br />

anche prodotti adatti al confezionamento (compresa la<br />

surgelazione) e alla produzione di patatine fritte (chips).


Caratteri botanici<br />

Pianta erbacea annuale tetraploide (2n=4x=48) con steli originati<br />

da un tubero sotterraneo, robusti, eretti, alti da 30 cm a 1 m,<br />

lievemente pubescenti.<br />

Foglie composte da 5 a 9 foglioline di varia dimensione.<br />

Infiorescenza a corimbo, con fiori ermafroditi, campanulati.<br />

Alcune varietà di patata, indipendentemente dall’ambiente, non<br />

fioriscono, altre invece giungono ad emettere i bocci fiorali, che<br />

però cadono prima della fioritura, mentre altre, infine, fioriscono<br />

regolarmente.<br />

Frutti: bacche più o meno tondeggianti, di colore dal verde-bruno<br />

al giallastro, contenenti da 150 a 300 semi reniformi, appiattiti.


La parte ipogea è costituita da radici fascicolate piuttosto<br />

superficiali e da stoloni, che all’estremità si ingrossano<br />

fino a formare un tubero.<br />

Il tubero costituisce il prodotto utile della patata: stelo<br />

modificato per l’accumulo di amido, con branche laterali<br />

disposte a spirale (occhi). Ogni occhio è costituito da un<br />

asse raccorciatissimo che porta tre o più gemme<br />

protette da squame.


La ‘buccia’ della patata (periderma) è costituita da uno strato di<br />

cellule suberificate. I tuberi esposti alla luce si inverdiscono per la<br />

formazione di clorofilla e si arricchiscono di solanina, che è un<br />

alcaloide amaro e, in certe dosi, tossico. La solanina si forma<br />

nella ‘buccia’ del tubero ed è eliminata in gran parte con la<br />

sbucciatura.


Colore dei tuberi dal giallognolo fino al violetto o al rossastro a<br />

seconda delle varietà.


Patate a polpa bianca e a polpa gialla, anche se<br />

non mancano tipi con venature rosa, rosse o<br />

violette.


La forma del tubero è rotondeggiante, oblunga o clavata<br />

a seconda della varietà e della natura del terreno.


Ciclo germinazione-maturazione di 100-150 giorni con<br />

piante derivate da tubero.<br />

Ciclo più lungo (180-200 giorni) con piante derivate da<br />

seme (preliminare allevamento in serra). La riproduzione<br />

gamica usata nella patata solo come mezzo di<br />

miglioramento varietale.<br />

‘Germinazione’ (germogliazione) dei tuberi dopo un<br />

periodo di riposo (50-60 giorni dalla maturazione) con<br />

temperatura superiore a 6-8 °C.


Fasi vegetative della pianta:<br />

•Emergenza<br />

•Accrescimento vegetativo<br />

•Fioritura<br />

•Accrescimento dei tuberi<br />

•Maturazione dei tuberi


La formazione dei tuberi inizia poco prima della<br />

comparsa dei bocci fiorali.<br />

La fase di maturazione è caratterizzata dal graduale<br />

ingiallimento delle foglie e dei fusti e dal cambiamento di<br />

colore delle bacche (se presenti) che dal verde tendono<br />

al giallastro. La buccia dei tuberi tende a staccarsi<br />

sempre più difficilmente dalla polpa. Successivamente,<br />

le foglie e i fusti si seccano e le bacche cadono.


Esigenze ambientali<br />

Si estende in coltura dall’equatore sino a latitudini estreme (70°<br />

N) ed è una specie adatta alle zone climatiche temperato-fredde.<br />

Le aree più vocate alla pataticoltura sono le grandi pianure<br />

dell’Europa centro-settentrionale. È la coltura, insieme con l’orzo,<br />

che si spinge più in alto nei paesi europei, raggiungendo altitudini<br />

di coltivazione di 1300-1400 m s.l.m. e oltre in caso di buona<br />

esposizione. Nelle zone di origine sulle Ande viene coltivata fino<br />

oltre i 3000 m.<br />

Non è residente al freddo.


Ciclo primaverile-estivo nella maggior parte<br />

d’Europa, e autunno-invernale in climi<br />

particolarmente miti come quelli dell’Italia<br />

meridionale, dove dà luogo alla produzione della<br />

patata primaticcia.


Importante fabbisogno idrico in ogni fase di sviluppo, attenuato<br />

solo in prossimità della maturazione. Molto sensibile alla siccità e<br />

predilige ambienti freschi con buona e regolare distribuzione delle<br />

piogge. Teme molto gli eccessi di umidità e il ristagno idrico, che<br />

favorisce lo sviluppo di malattie crittogamiche e causa l’irregolare<br />

sviluppo dei tuberi.<br />

Zero di vegetazione a temperature di 6-8 °C: temibili i ritorni di<br />

freddo primaverili (inferiori a 2 °C). Temperature di congelamento<br />

inferiori a –2 °C possono danneggiare i tuberi. Le alte<br />

temperature, prossime o superiori a 30 °C, riducono fortemente<br />

l’assimilazione e l’accrescimento dei tuberi.


<strong>Di</strong> origine tropicale, la patata è tendenzialmente brevidiurna,<br />

tuttavia l’adattamento e la selezione l’hanno resa in gran parte<br />

neutrodiurna.<br />

Notevole adattabilità al terreno, può essere coltivata in suoli di<br />

varia natura, purché non troppo umidi. Ideali i terreni silicei o<br />

siliceo-argillosi, leggermente acidi (pH 6-7), leggeri, sciolti,<br />

permeabili, profondi. In terreni argillosi la raccolta dei tuberi è più<br />

difficile e la loro qualità è inferiore (forma poco regolare, buccia<br />

ruvida e scura). Rifugge i terreni alcalini.


Patate per l’alimentazione umana, per l’alimentazione zootecnica<br />

e per impieghi industriali.<br />

Per l’alimentazione umana, importanti la consistenza della polpa,<br />

il sapore e il comportamento durante la cottura. Per le patate da<br />

cuocere in acqua: resistenza allo spappolamento, dipendente dal<br />

contenuto in sostanza azotate (> 2%); per le patate da friggere<br />

(chips): colore che assumono durante la cottura, che è dato dal<br />

giusto contenuto di zuccheri solubili (fruttosio, glucosio), né troppo<br />

basso (colore troppo chiaro) né troppo elevato (imbrunimenti<br />

durante la frittura). Con la diffusione della sbucciatura meccanica<br />

preferite varietà a tubero tondeggiante, regolare, a gemme<br />

superficiali.<br />

Le patate da foraggio hanno tuberi grossi e acquosi, mentre per<br />

quelle da industria il valore è in funzione del loro contenuto in<br />

amido, che nelle buone cultivar supera il 18%.


Grande importanza la precocità e la resistenza alle avversità. Per<br />

la precocità, si va da tipi precocissimi, che compiono il ciclo in 80-<br />

90 giorni, a tipi tardivi che impiegano oltre 150 giorni per<br />

svilupparsi. Le varietà precoci sono quelle più adatte alla coltura<br />

primaticcia.<br />

Il miglioramento genetico basato su metodi adatti a piante a<br />

moltiplicazione vegetativa, utilizzando largamente la selezione<br />

clonale che sfrutta la variabilità presente nelle varietà o nelle<br />

popolazioni naturali. Si fa inoltre ricorso all’ibridazione<br />

intervarietale o interspecifica, con successiva selezione delle<br />

combinazioni più favorevoli e loro fissazione mediante<br />

moltiplicazione vegetativa.


Tecnica colturale<br />

Per quanto riguarda l’avvicendamento, la patata è una tipica<br />

coltura da rinnovo sia nelle condizioni normali che in quelle<br />

precoci. È la coltura da rinnovo più importante nei paesi<br />

dell’Europa centro-settentrionale e nelle zone montane.<br />

La cosiddetta patata bisestile o di secondo raccolto (poco diffusa)<br />

occupa il posto di coltura intercalare a ciclo estivo-autunnale.<br />

In pianura, la patata può essere avvicendata con il frumento o le<br />

leguminose prative, mentre in montagna si alterna<br />

frequentemente alla segale.<br />

È bene prevedere rotazioni in cui la patata ritorna sullo stesso<br />

terreno ogni 4 o addirittura 5-6 anni, e che in questo lasso di<br />

tempo non entrino nella rotazione altre colture di solanacee.<br />

Rotazioni più brevi favoriscono lo sviluppo di agenti patogeni<br />

terricoli (rizottoniosi, elmintosporiosi, nematodi) che determinano<br />

sensibili riduzioni delle produzioni.


La pianta si avvantaggia di tutte le operazioni (come la<br />

concimazione organica e le lavorazioni profonde) capaci<br />

di migliorare lo stato strutturale del terreno,<br />

specialmente se argilloso.<br />

Il terreno va lavorato in profondità in estate (40-50 cm),<br />

effettuando così anche l’interramento della sostanza<br />

organica. All’aratura si fa seguire una adeguata<br />

erpicatura allo scopo di perfezionare il letto di semina.


La patata è una coltura capace di trarre i massimi benefici dalla<br />

concimazione con letame, distribuito prima dell’inverno (elementi<br />

nutritivi e sofficità del suolo).<br />

Oltre che di azoto, la patata ha esigenze assai alte di fosforo, e<br />

molto alte di potassio.<br />

Il fosforo è un fattore di precocità e favorisce lo sviluppo radicale.<br />

Il potassio facilita la sintesi di glucidi nelle foglie e la traslocazione<br />

di questi nei tuberi.<br />

Le concimazioni di fosforo e potassio che comunemente si<br />

impiegano nella coltura normale sono di circa 180 kg/ha di P 2O 5<br />

come perfosfato semplice o triplo, e di circa 180 kg/ha di K 2O,<br />

meglio come solfato potassico. I concimi fosfo-potassici devono<br />

essere interrati con l’aratura o con uno dei lavori complementari.


L’azoto è l’elemento più importante, in quanto determina<br />

l’ampiezza dell’apparato fogliare e la sua efficienza fotosintetica,<br />

fattori sui quali si basa l’accumulo di amido nei tuberi.<br />

Tuttavia, l’azoto in eccesso promuove un eccessivo sviluppo<br />

fogliare a scapito dei tuberi, ne ritarda la maturazione e ne<br />

diminuisce il contenuto di sostanza secca.<br />

La quantità di N per la coltura normale è di circa 200 kg/ha.<br />

La somministrazione dell’azoto deve essere frazionata, in parte<br />

(50%) prima dell’interramento del ‘seme’, in parte con<br />

localizzazione alla semina ed in copertura, poco dopo la completa<br />

emergenza delle piante.<br />

Le dosi di N, P e K possono essere ridotte nel caso di coltura<br />

primaticcia.


La patata si propaga normalmente per tuberi e, quindi, sarebbe<br />

più appropriato parlare di ‘piantamento’ anziché di ‘semina’,<br />

anche se quest’ultimo termine è quello comunemente e<br />

universalmente utilizzato.<br />

Nella coltura ordinaria si semina alla fine del periodo delle gelate<br />

tardive: marzo-aprile nelle regioni settentrionali, febbraio in quelle<br />

meridionali.<br />

Nel caso della coltura primaticcia, si semina in autunno<br />

(novembre-dicembre).<br />

Nella coltura intercalare, per produzione tardiva, si semina in<br />

giugno-luglio.


La scelta dei ‘tuberi-seme’ ha grandissima importanza<br />

per il buon esito della coltura.<br />

Oltre alla scelta della cultivar adatta all’ambiente e alla<br />

destinazione d’uso, è indispensabile che i tuberi-seme<br />

siano sani, soprattutto per l’assenza di virosi. Anche le<br />

dimensioni dei tuberi-seme hanno notevole importanza. I<br />

migliori sembrano i tuberi del peso di 50-80 g.


La densità di semina può variare dalle 3.5-4 piante/m 2 della<br />

coltura normale, alle 6 o più piante/m 2 della coltura primaticcia,<br />

nella quale ai tuberi non è dato tempo di ingrossarsi.<br />

Poiché il grado di competizione determina il numero e la<br />

dimensione dei tuberi, si tende oggi a definire la densità di<br />

piantagione come numero complessivo di fusti che si<br />

origineranno. Il numero ottimale è stimato in circa 15-20 steli per<br />

metro quadrato.


Soprattutto nel caso di coltura fuori stagione, può essere utile<br />

ricorrere alla pratica della pre-germogliazione per guadagnare<br />

tempo. I tuberi-seme sono disposti in cassette accatastabili in non<br />

più di due strati, in ambiente ben illuminato da luce diffusa, non<br />

troppo secco, a temperatura tra 12 e 16 °C. Normalmente, dopo<br />

4-6 settimane, dagli occhi dei tuberi sono nati germogli corti (15-<br />

20 mm al massimo), tozzi, robusti, pigmentati. I tuberi-seme sono<br />

allora pronti per il piantamento, che va fatto con molta cura per<br />

evitare la rottura dei germogli. La pre-germogliazione permette di<br />

anticipare l’inizio della vegetazione, determinando un<br />

accorciamento del ciclo vegetativo di 10-15 giorni.


I tuberi si distanziano sulla fila di 25-30 cm nella coltura<br />

precoce e di 30-35 cm negli altri tipi di coltura. La<br />

distanza tra le file è di 60-80 cm.<br />

La profondità di semina è di 5-8 cm in relazione alla<br />

natura del terreno.<br />

La semina può essere effettuata a mano oppure con<br />

piantatrici, con le quali l’operazione viene ad essere<br />

parzialmente o completamente meccanizzata.


Nei terreni soggetti ad incrostamento, in relazione all’andamento<br />

climatico, è utile una sarchiatura non appena le file siano ben<br />

visibili sul terreno. L’operazione è efficace anche come<br />

complemento alla lotta chimica contro le infestanti.<br />

Segue poi la rincalzatura, che consiste nell’addossare terra<br />

dell’interfila alla fila di piante di patata, in modo da favorire<br />

l’emissione di rizomi e di radici dalla parte interrata degli steli. Si<br />

fa in uno o due passaggi nelle 2-3 settimane successive alla<br />

semina, formando un rialzo di 20 cm circa di altezza sul piano di<br />

campagna. Questo assicura condizioni ottimali di sviluppo alle<br />

radici, ai rizomi e ai tuberi-figli, evitando l’inverdimento dei tuberi<br />

(soprattutto nel caso di colture tardive e medio-tardive tendenti a<br />

tuberizzare superficialmente) e proteggendoli, sia pur<br />

parzialmente, dall’infezione delle spore di peronospora cadute<br />

sul terreno.


Esigenze idriche abbastanza elevate in un periodo dell’anno in cui<br />

le precipitazioni tendono a ridursi.<br />

Apparato radicale poco profondo: sensibilità allo stress idrico.<br />

In Italia, l’irrigazione è indispensabile negli ambienti centro-<br />

meridionali, mentre può essere utile (anche se non<br />

indispensabile) nelle regioni settentrionali o nelle aree montane,<br />

dove il deficit idrico è meno marcato.<br />

Il periodo critico per l’acqua va da 20 giorni prima a 20 giorni dopo<br />

l’inizio dell’antesi, nella fase delicata dell’ingrossamento dei tuberi.<br />

In questo periodo non dovrebbero mai mancare condizioni di<br />

buona umidità nel terreno. È bene che l’irrigazione non sia<br />

eccessiva, ma fatta con piccoli volumi d’adacquamento e turni<br />

brevi.


Sensibile alla competizione delle infestanti, sia per la<br />

lentezza di sviluppo iniziale che per lo scarso potere di<br />

competizione.<br />

Il diserbo chimico è considerato necessario per la difesa<br />

della coltura, attribuendo un ruolo complementare al<br />

controllo meccanico (lavorazioni).<br />

Tra i vari principi attivi impiegati per il diserbo chimico,<br />

molto diffusi sono il Pendimetalin e il Metribuzin in pre-<br />

emergenza e il Rimsulfuron e il Metribuzin in post-<br />

emergenza.


La raccolta delle patate novelle è anticipata (in aprile-maggio) per<br />

motivi di mercato, in uno stadio in cui il periderma non è ancora<br />

suberificato e si distacca facilmente esercitando con le dita una<br />

pressione tangenziale sul tubero.<br />

La raccolta è anticipata anche nella produzione di tuberi da seme,<br />

per evitare che, nella fase finale di migrazione delle sostanze di<br />

riserva verso il tubero, eventuali attacchi tardivi di virosi possano<br />

trasmettersi al tubero stesso.<br />

Per le patate comuni la maturazione dei tuberi deve essere<br />

completa (in luglio-agosto per le varietà precoci; settembre per<br />

quelle tardive): avanzato ingiallimento del fogliame e consistenza<br />

del periderma, che non deve distaccarsi, ma essere ben<br />

suberificato e resistente agli urti.<br />

Nella grande coltura, la raccolta è meccanizzata, utilizzando<br />

semplici macchine escavatrici, che lasciano i tuberi in file sul<br />

campo (raccolti successivamente), oppure macchine escavatriciraccoglitrici.<br />

La raccolta può essere preceduta da un trattamento<br />

disseccante della parte aerea.


Le rese possono variare notevolmente in relazione all’ambiente e<br />

alle condizioni di coltura.<br />

Nelle situazioni migliori, per la coltura ordinaria si possono<br />

raggiungere 40 t/ha e oltre, ma anche rese di 25 t/ha possono<br />

considerarsi soddisfacenti.<br />

Le colture primaticce o intercalari producono molto meno (4-6<br />

t/ha), ma il valore economico di queste produzioni è molto più<br />

elevato.


Le patate raccolte vengono immesse immediatamente sul<br />

mercato per consumo fresco solo nel caso delle produzioni fuori<br />

stagione (primaticce; bisestili).<br />

La produzione di stagione viene invece immessa sul mercato, sia<br />

del consumo fresco che dell’industria, gradatamente per un<br />

periodo di tempo che può estendersi fino a 8-10 mesi dalla<br />

raccolta.<br />

È quindi molto importante conservare in modo appropriato le<br />

patate per:<br />

-limitare le perdite di peso;<br />

-impedire la germogliazione e lo sviluppo di malattie;<br />

-preservare la qualità dei tuberi (culinaria per le patate da<br />

consumo, tecnologica per quelle destinate alla trasformazione<br />

industriale).


Temperatura di conservazione ottimale: 5-6 °C.<br />

Temperature inferiori hanno l’effetto di produrre un accumulo<br />

eccessivo di zuccheri solubili.<br />

Trattamento con prodotti antigermogliazione quando la<br />

conservazione si debba prolungare oltre 2-3 mesi con<br />

temperature di 6 °C o più.<br />

I magazzini di conservazione devono essere ben ventilati.<br />

L’eccessiva intensità luminosa può inverdire gli strati corticali e<br />

conferire sapore amaro per la presenza di solanina.


La produzione di ‘tuberi da seme’<br />

Per la produzione di tuberi-seme: clima fresco, con temperature<br />

moderate per tutto il ciclo della pianta e senza alternanza di<br />

periodi di pioggia e di siccità.<br />

In Italia ambienti adatti in montagna: il decentramento territoriale e<br />

le ridotte unità colturali aumentano notevolmente i costi di<br />

produzione e le difficoltà di conservazione dei tuberi.<br />

<strong>Di</strong>fficile estendere la produzione di tuberi-seme nel nostro paese:<br />

dipendenza dall’estero per il fabbisogno di ‘seme’.


Avversità climatiche<br />

Gelate tardive possono compromettere l’esito della coltura<br />

quando si verificano dopo l’emergenza delle piante.<br />

Altrettanto dannosa è la siccità, specialmente nelle fasi iniziali di<br />

sviluppo della pianta o durante l’ingrossamento dei tuberi.<br />

Le condizioni climatiche avverse possono avere anche un effetto<br />

negativo indiretto sulla produzione, in quanto favoriscono l’attacco<br />

di parassiti o di malattie.


Nematodi<br />

Il più temibile è il nematode dorato (Heterodera rostochiensis; sin.<br />

Globodera rostochiensis). Può attaccare la pianta in tutte le fasi<br />

del ciclo, distruggendone il prodotto.<br />

Adottare avvicendamenti nei quali la patata ritorna sullo stesso<br />

appezzamento ad intervalli lunghi.<br />

Utilizzare varietà resistenti ottenute da incroci con specie<br />

selvatiche del genere Solanum.<br />

Altri nematodi parassiti della pianta appartengono al genere<br />

Meloidogyne (nematodi galligeni delle radici).


Malattie fungine e batteriche<br />

- Peronospora della patata (Phytophthora infestans): si manifesta tanto sulle<br />

foglie, con ingiallimenti e necrosi che interessano tutto l’apparato aereo,<br />

quanto sui tuberi, con aree necrotiche sulla buccia e nell’interno. Alcune<br />

varietà sono più sensibili al fungo, che è comunque facilmente controllabile<br />

con adeguati trattamenti (es. prodotti rameici).<br />

- Cancrena secca (Fusarium spp.): colpisce il tubero specialmente nel<br />

periodo di conservazione.<br />

- Scabbia polverulenta (Spongospora subterranea), scabbia comune<br />

(Actinomices scabies) e scabbia argentea (Helminthosporium atrovirens):<br />

colpiscono il tubero nella zona epidermica, determinando la comparsa di<br />

pustole di varia natura e dimensione.<br />

- Rogna nera o cancro (Synchytrium endoticum): determina necrosi<br />

soprattutto nei tessuti interni del tubero.<br />

- Tracheomicosi (Fusarium spp. e <strong>Ve</strong>rticillium spp.): colpisce i tessuti interni<br />

dei fusti in fase giovanile, determinandone il rapido deperimento.<br />

- Alternariosi (Alternaria solani): attacca foglie, tuberi e fusti.<br />

- Batteriosi della patata (Pectobacterium carotovorum var. atrosepticum):<br />

causa il marciume dei tuberi in campo e in magazzino.


Malattie da virus<br />

La patata è una delle piante agrarie più colpite da virosi. Più virosi possono<br />

essere contemporaneamente presenti su una medesima pianta.<br />

- Accartocciamento (Potato Leafroll Virus, PLRV): è la virosi meglio conosciuta<br />

per i sintomi evidenti e perché identificata da quasi un secolo.<br />

Causa l’arrotolamento delle foglie parallelamente alla nervatura mediana, e le<br />

foglie colpite divengono dure e fragili, con portamento pressoché eretto. Il virus<br />

è trasmesso dagli afidi, tra cui il più importante come vettore è Myzus persicae.<br />

- Virus Y: presente con maggiore frequenza nelle regioni centro-settentrionali.<br />

Si trasmette per contatto con succhi cellulari infetti o mediante afidi. Determina<br />

in genere uno scolorimento delle nervature, al quale fa seguito un distinto<br />

mosaico accompagnato da bollosità e arricciamento.<br />

- Virus X: è molto diffuso e, in genere, meno temibile del virus Y, ma capace di<br />

produrre gravi danni quando si trovi associato a quest’ultimo. Causa mosaici e<br />

necrosi. Non sembra trasmissibile per mezzo di afidi, ma mediante contatto.<br />

- Virus A: è abbastanza frequente in Italia, spesso associato al virus X. Si<br />

diffonde soprattutto ad opera dell’afide Myzus persicae.<br />

Altri virus non molto diffusi in Italia e che provocano inconvenienti relativamente<br />

poco gravi ma possono predisporre le piante all’infezione di altri virus: Virus M,<br />

Virus S e Virus F.


Insetti<br />

Fra i più dannosi si ricordano la grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa),<br />

che danneggia i tuberi in campo, il maggiolino (Melolontha<br />

melolontha), le cui larve danneggiano i tuberi con erosioni, i<br />

ferretti (Agriotes lineatus), che attaccano radici e tuberi, la<br />

dorifora (Leptinotarsa decemlineata), la cui larva è in grado di<br />

distruggere l’apparato fogliare della pianta, e alcune specie di afidi<br />

(es. Myzus persicae), che, oltre ad arrecare danni diretti per la<br />

sottrazione di linfa, sono vettori di molte virosi.

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