il gen. ca nino di paolo nuovo comandante in seconda della guardia ...

PERIODICO MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA — A.N.F.I. 

IL GEN. C.A. 

NINO DI PAOLO 

NUOVO 

COMANDANTE 

IN SECONDA 

DELLA 

GUARDIA 

DI FINANZA 

ANNO XXIII - N. 9 - 2008 - POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 2 DCB ROMA

MENSILE ILLUSTRATO DELL’ASSOCIAZIONE 

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Finito di stampare il 10-10-2008 

IN COPERTINA 

Roma, 15 settembre 2008 

Nel Salone d’Onore della caserma “Sante Laria” in Roma alla 

presenza del Comandante Generale della Guardia di Finanza, 

Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo, ha avuto luogo la cerimonia di 

avvicendamento nella carica di Comandante in Seconda del Corpo 

tra il Gen. C.A. Angelo Ferraro, cedente, ed il Gen. C.A. Nino Di 

Paolo, subentrante. 

Nella foto il Gen. C.A. Nino Di Paolo bacia la pluridecorata 

Bandiera di Guerra della Guardia di Finanza. 

SOMMARIO 

3-4-5 – AVVICENDAMENTO DEI COMANDANTI IN SECONDA DELLA GUARDIA DI 

6-7 FINANZA a cura di Giovanni Verdicchio e Antonio Malizia 

8 – IL BILANCIO DEI PRINCIPALI RISULTATI OPERATIVI CONSEGUITI DALLA GUAR- 

DIA DI FINANZA NEI PRIMI DUE QUADRIMESTRI 2008, IN OCCASIONE DEL- 

L’INSEDIAMENTO DEL NUOVO COMANDANTE IN SECONDA 

9-10 – CELEBRATO ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IL 65° 

ANNIVERSARIO DELLA DIFESA DI ROMA 

a cura di Giovanni Verdicchio e Alfio Costanzo 

11 – IL VOLONTARIATO – Le Organizzazioni di Volontariato (OdV) di Tito Marini 

12-13 – PROGETTO VOLONTARI DELLA SICUREZZA – FIRMATO L’ACCORDO TRA IL 

COMUNE E LA SEZIONE ANFI DI PARMA di Donato Carlucci 

14 – FONDO DI SOLIDARIETÀ DELL’A.N.F.I. a cura di Giuseppe Ruggieri 

15-16-17 – LA SICILIA NEI RICORDI DI FINANZIERI - NON DI ORIGINE SICILIANA - CHE 

HANNO OPERATO IN PASSATO NELLA MERAVIGLIOSA ISOLA 

di Tommaso Santamaria 

18-19 – TRATTAMENTI PENSIONISTICI 

Le Pensioni d’Annata con particolare riferimento alla Cassa Pensioni e alla perequazione 

pensionistica di Pietro Di Marco 

20-21 – Lettera aperta al Sig. Presidente della Corte Costituzionale sulle Pensioni d’Annata 

del Gen. Vincenzo Ruggieri 

22 – CERIMONIA DI AVVICENDAMENTO DEL COMANDANTE INTERREGIONALE 

PER L’ITALIA NORD-ORIENTALE DELLA GUARDIA DI FINANZA 

di Gaetano Fasulo 

23 – ATTIVITA’ DELLA SEZIONE ANFI DI BASSANO DEL GRAPPA 

di Giancataldo Mirizzi 

23 – IL GEN. B. MARIO D’ALONZO VISITA LA SEZIONE ANFI DI BASSANO DEL 

GRAPPA 

24 – MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE DELLA GUARDIA DI FINANZA IN MEMO- 

RIA DEL FIN. SCELTO GIUSEPPE GARDELLA di Ermanno Gelsi 

24 – INTITOLATA A GENOVA UNA AUTOAMBULANZA AL FIN. SCELTO FABIO LA 

ROSA di Antonio Marino 

25 – AVVICENDAMENTO DEL COMANDANTE REGIONALE DELL’EMILIA ROMA- 

GNA di Ermanno Gelsi 

25 – IL COL. IGNAZIO GIBILARO È IL NUOVO COMANDANTE PROVINCIALE DEL- 

LA GUARDIA DI FINANZA DI CATANIA di Rocco Valerio Lollo 

26 – NELLA CAPPELLA DEL COMANDO GENERALE CELEBRATA LA SANTA MESSA 

NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA DEL GEN. C.A. PIERPAOLO MECCA- 

RIELLO di Tommaso Santamaria 

27 – UNO DI NOI – Renato Fiandaca: Vice Capo Corso 7° AUC di Gianni Panuzzo 

28 – CONCORSO LETTERARIO PER L’80° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE DEL- 

L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA E PER IL 20° ANNIVER- 

SARIO DI FIAMME GIALLE 

28 – GLI ACROSTICI DEL CAP. FRANCESCO GATTA 

29 – V A R I E 

30-31-32 

33-34-35 

– VITA NELLE SEZIONI 

36-37 

38-39 

– NELLA NOSTRA FAMIGLIA a cura di Gaetano Guglielmi 

2 Fiamme Gialle 9 / 2008

AVVICENDAMENTO DEI COMANDANTI IN SECONDA 

DELLA GUARDIA DI FINANZA 

a cura di Giovanni Verdicchio e Antonio Malizia 

Il Generale di Corpo d’Armata Nino di Paolo 

Discorso del Comandante Generale della Guardia di Finanza, 

Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo, in occasione dell’avvicendamento 

del Comandante in Seconda della Guardia di Finanza. 

NUOVO COMANDANTE IN SECONDA 

Il Gen. C.A. Nino Di Paolo è subentrato, nella carica di Comandante in Seconda della Guardia di Finanza, al 

Gen. C.A. Angelo Ferraro. 

La cerimonia di avvicendamento ha avuto luogo a Roma il 15 settembre 2008 nel Salone d’onore della Caserma 

“Sante Laria” di Piazza Armellini, alla presenza del Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. 

C.A. Cosimo D’Arrigo, di rappresentanti delle massime Autorità politiche, civili, militari e religiose, nonchè dei 

Generali di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza alla sede di Roma, del Capo di Stato Maggiore del Comando 

Generale, del Presidente Nazionale dell’A.N.F.I., del Presidente del Museo Storico e di numerosi ufficiali, sottufficiali, 

appuntati e finanzieri, in servizio ed in congedo. 

Presente alla cerimonia anche il Medagliere dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia. 

Autorità, Gentili Ospiti, Finanzieri in servizio e in 

congedo. 

Rivolgo a tutti loro il più cordiale saluto e un sentito 

ringraziamento per essere intervenuti a questa semplice 

ma significativa cerimonia. 

Dopo quarantasei anni di una luminosa carriera 

nella Guardia di Finanza, culminata con la prestigiosa 

e impegnativa carica di Comandante in Seconda, il 

Generale Angelo Ferraro lascia il servizio attivo. 

È con sincera e profonda commozione e con incommensurabile 

gratitudine che oggi lo salutiamo, riconoscendogli 

di aver speso la sua intera vita lavorativa al 

servizio dell’Istituzione e del Paese, mettendo a disposizione 

del Corpo le sue straordinarie doti umane, 

morali e professionali, qualità eccelse che hanno costituito 

– per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di 

essergli vicino – un costante e prezioso punto di riferimento. 

È per questo che la Guardia di Finanza, con lungimiranza, 

gli ha sempre affidato grandi responsabilità 

e gli incarichi più gravosi, già da quando – giovanissimo 

Ufficiale – fu destinato a comandare la Tenenza 

di Aurisina, fino agli anni più recenti, in cui ha comandato 

reparti prestigiosi quali la Legione di Genova, la 

Zona Centrale e il Comando Interregionale dell’Italia 

Nord-Occidentale. 

Caro Angelo, io posso ben rispondere alla Tua 

domanda, affermando pubblicamente, in questa sede, 

che sarai certamente ricordato quale Ufficiale brillante 

e Comandante illuminato: hai infatti, costantemente 

onorato la fiducia che l’Amministrazione ha in Te riposto 

con impareggiabile impegno ed abnegazione e 

con rarissima competenza, non risparmiandoti mai e 

agendo in ogni momento per l’esclusivo bene dell’Istituzione. 

A nome di tutte le Fiamme Gialle d’Italia, in servizio 

e in congedo, Ti ringrazio di cuore per ciò che hai 

fatto e, in particolar modo – per quanto mi riguarda – 

per la generosa e costante collaborazione, il leale 

sostegno e il prezioso contributo propositivo che mi 

hai offerto nel Tuo incarico. 

Mi auguro – ci auguriamo – che il futuro possa 

essere foriero, per Te e i tuoi cari, della serenità e delle 

ulteriori soddisfazioni che meriti. 

Al Generale di Corpo d’Armata Nino Di Paolo, che 

subentra nella carica di Comandante in Seconda, 

rivolgo un caloroso compiacimento per il prestigioso 

traguardo che ha meritatamente raggiunto e il più classico, 

ma non per questo meno sentito, augurio di 

“buon lavoro”. 

Fiamme Gialle 9 / 2008 3

Ci attende un periodo di grande intensità, soprattutto 

con riferimento all’esigenza di consolidare ulteriormente 

il ruolo della Guardia di Finanza quale Polizia 

economica e finanziaria e di portare a compimento 

i numerosi, importanti progetti di innovazione tuttora 

in corso. 

Ho già avuto modo di conoscere appieno le doti 

indiscusse del Generale Di Paolo, le Sue eccelse qualità, 

le Sue straordinarie capacità umane e professionali, 

la Sua singolare dedizione. 

Ciò mi dà la granitica certezza che egli saprà, 

come il suo predecessore, esercitare le nuove, delicatissime 

funzioni nel modo più intenso e proficuo per il 

Il Medagliere dell’ANFI presenzia alla cerimonia di avvicendamento 

dei Comandanti in Seconda. 

futuro del Corpo, in convinto spirito di servizio verso l’Istituzione 

e il Paese, in leale unità e sinergia d’intenti 

con il suo Comandante Generale. 

Lo ha già fatto nei suoi precedenti, impegnativi e 

prestigiosi incarichi, continuerà a farlo quale Comandante 

in Seconda. 

Nel dare, quindi, il benvenuto al Generale Di Paolo, 

rinnovo al Generale Ferraro il ringraziamento di 

tutta la Guardia di Finanza per quanto ha dato nel 

corso di una vita interamente dedicata al servizio del 

Paese. 

Viva la Guardia di Finanza! 

Viva l’Italia! 

Il Comandante Generale Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo assiste al passaggio di consegne tra i due Comandanti in Seconda. 

Le Autorità intervenute partecipano allo svolgimento della 

cerimonia. 


Il Gen. C.A. Angelo Ferraro 

ORDINE DEL GIORNO SPECIALE 


Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri, 

la giornata odierna segna il mio formale avvicendamento 

nella carica di Comandante in Seconda del Corpo ed il 

mio congedo dal servizio attivo. 

Non è, pertanto, agevole riassumere tutta la folla di 

pensieri, di emozioni, di sentimenti che pervade il mio animo 

al termine di una decisamente intensa ed esaltante carriera 

che, per quasi dieci lustri, ha coinciso con la mia stessa 

esperienza di vita. 

Solo tre riferimenti temporali per sintetizzarne i momenti 

più significativi: 

• ottobre 1959: vesto per la prima volta l’uniforme di 

cadetto della Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli, 

dove vengo educato al culto del dovere, della disciplina 

e dell’etica; 

• ottobre 1962: allievo dell’Accademia della Guardia di 

Finanza, inizio la carriera in Fiamme Gialle e prendo 

coscienza dei valori - che mi saranno di guida per tutta 

la mia esistenza - dello spirito di servizio, della militarità, 

della dedizione, del rigore morale; 

• 6 giugno 2007: assumo la carica di Comandante in 

Seconda e, con essa, la condizione di “prima Fiamma 

Gialla” in servizio e di consigliere e collaboratore privilegiato 

dell’Autorità di vertice. 

Chi, come nel mio caso, ha indossato l’uniforme per 

quasi mezzo secolo ed ha maturato 46 anni di effettivo servizio 

nel Corpo, non può non affrontare con particolare 

emozione questo momento che conclude una fase importante 

della propria vicenda umana e professionale. 

Ne prendo atto serenamente, orgoglioso di avere vissuto 

un’esperienza straordinaria, sulle orme di mio padre 

e di mio nonno, raggiungendo il massimo grado e la più 

elevata posizione gerarchica cui possono aspirare gli 

appartenenti alla Guardia di Finanza. 

È stato un percorso di vita e di lavoro decisamente gratificante, 

con alcuni momenti di difficoltà più che compensati 

dalle frequenti occasioni di soddisfazione e di appagamento. 

Anche grazie al sostegno ed alla vicinanza della mia 

cara famiglia, alla quale va un pensiero di immensa gratitudine, 

mi sento oggi un uomo ed un ufficiale fortunato perché 

ho ricevuto dalla vita e dalla carriera in misura almeno 

pari a quanto ho dato in impegno, in coerenza, in passione. 

Non so se sarò ricordato come un brillante ufficiale ed 

un comandante illuminato: la risposta potranno darla 

quanti hanno avuto nel corso degli anni l’occasione di condividere 

con me sacrifici e gioie del servizio e l’amore per 

le Fiamme Gialle. 

Posso solo affermare che ho cercato di orientare ogni 

mia azione al bene dell’Istituzione che ho servito con grande 

umiltà ed onore. Sempre. 

Avendo ad esempio l’agire virtuoso e prodigo di consigli 

di superiori e maestri ed il sostegno di collaboratori di 

ogni grado, ai quali esprimo affettuosa riconoscenza, 

accomunandoli nel ricordo ai cari ex allievi del 62° corso 

“Mali Viluscia”, tutti idealmente vicini al collega che per 

ultimo lascia l’uniforme grigioverde. 

Mi congedo dal servizio attivo con animo grato nei 

confronti della Guardia di Finanza, cui devo affermazioni 

e successi, del Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. 

Prof. Giulio Tremonti, che mi ricevette a Milano nel 2001 

quale Capo dello Stesso Dicastero, del Comandante Generale 

Cosimo D’Arrigo, cui mi uniscono sentimenti di sincera 

ed affettuosa stima, nati all’indomani di una travagliata 

(per entrambi) cerimonia di insediamento nelle rispettive 

cariche. 

Nel momento del distacco, mi inchino riverente alla gloriosa 

Bandiera di Guerra del Corpo e rivolgo un pensiero 

commosso alla memoria dei Caduti in Fiamme Gialle che, 

in guerra e in tempo di pace, hanno onorato il giuramento 

sino al sacrificio estremo. 

Un saluto riconoscente dedico all’Associazione Nazionale 

Finanzieri in congedo, per la passione e la dignità 

con le quali svolge il suo mandato di custode delle tradizioni 

e delle virtù antiche della Guardia, ed alla nostra 

Rappresentanza Militare, auspicando un suo sempre più 

proficuo impegno a tutela delle legittime aspettative degli 

appartenenti al Corpo. 

Come promisi all’atto di assumere la carica di Comandante 

in Seconda, avrei voluto contribuire in maniera significativa 

all’affermazione di un’azione di comando il più 

possibile orientata a favore del personale ed all’ulteriore 

valorizzazione del ruolo e della centralità della nostra Istituzione. 

Spero di esservi riuscito almeno in parte, con iniziative 

e progetti avviati in stretta sinergia con lo Stato Maggiore 

e nell’ambito di una leale e fattiva collaborazione ed unità 


di intenti con il Comandante Generale. 

Mi conforta, in ogni caso, il fatto di passare il testimone 

ad un collega ed amico di esemplari qualità professionali 

ed umane. 

A lui, al Generale di Corpo d’Armata Nino Di Paolo, 

brillantissimo ufficiale già mio allievo in Accademia, auguro 

tutte le soddisfazioni che indubbiamente merita nella sfera 

personale e familiare, certo che saprà interpretare nel 

modo più degno le nuove delicate funzioni di vertice. 

Nel prendere definitivo congedo, rinnovo il mio affettuoso 

saluto alle Fiamme Gialle di ogni ordine e grado ed 

Il Gen. C.A. Nino Di Paolo 

ORDINE DEL GIORNO SPECIALE 


Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri, 

al cospetto della nostra gloriosa Bandiera di Guerra, dinanzi 

al Comandante Generale che ne è il custode, assumo 

oggi con orgoglio la carica di Comandante in Seconda della 

Guardia di Finanza, con la consapevolezza della grande 

responsabilità che ne deriva. 

Rivolgo un deferente omaggio ed un commosso pensiero 

ai nostri Caduti e ai tanti altri che sono giunti a sacrificare 

la propria vita per tener fede al giuramento prestato. 

Il mio più affettuoso e grato saluto all’Associazione 

Nazionale Finanzieri d’Italia, custode delle nostre tradizioni 

e instancabile testimone dell’indissolubile legame che unisce 

tutte le Fiamme Gialle in servizio ed in congedo. 

ai loro familiari, rivolgendo loro un caldo pensiero augurale 

di tanta serenità e di ogni bene. 

A tutti di cuore, buona fortuna! 



IL COMANDANTE IN SECONDA 

– Gen. C.A. Angelo Ferraro – 

Un pensiero benaugurante agli Organi della Rappresentanza 

Militare, per quello che hanno fatto e per quello 

che continueranno a fare per il bene dei nostri Finanzieri. 

Nel vivere con emozione un momento così significativo, 

il mio pensiero corre a quanti, superiori, colleghi e dipendenti, 

mi hanno guidato o sono stati al mio fianco nell’impegno 

di ogni giorno al servizio dell’Istituzione, con lealtà 

e generosità. Ad essi va la mia profonda riconoscenza, cui 

unisco il commosso ricordo per coloro che oggi non possono 

condividerlo con me. 

La Guardia di Finanza mi conferisce oggi il privilegio di 

continuare a servirla con lo stesso entusiasmo che mi vide 

prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana tanti 

anni fa. 

Essa è un’organizzazione molto diversa da quella in cui 

assunsi il mio primo incarico da giovane Sottotenente. La 

difesa degli interessi dello Stato, allora condotta soprattutto 

attraverso l’azione di vigilanza lungo i confini nazionali, e 

assurta da tempo a ben più ampia ed articolata missione, 

efficacemente espressa dalla funzione di polizia economico 

finanziaria. 

Rispetto delle tradizioni, capacità di rinnovamento e 

tutela della professionalità sono i valori che hanno consentito 

al Corpo di proporsi, allora come oggi, come punto di 

riferimento a presidio e caposaldo degli interessi economici 

del Paese. 

A questi valori intendo ancora oggi ispirarmi nel 

momento in cui ho l’onore ed il privilegio di essere chiamato 

a coadiuvare il Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo, mio 

Comandante Generale, nell’esercizio di delicatissime funzioni, 

nel quadro delle direttive del Sig. Ministro dell’Economia 

e delle Finanze, Onorevole Professor Giulio Tremonti, 

cui rivolgo un rispettoso saluto. 

Non mancherò al riguardo di svolgere, con lealtà e 

dedizione assoluta, un’attività propositiva e consultiva 

attenta e consapevole, anche nell’ambito del Consiglio 

Superiore del Corpo che sono chiamato a presiedere, nel 

segno del più antico spirito di servizio. 

Al Gen. C.A. Angelo Ferraro, dal quale ho oggi il piacere 

di prendere le consegne, l’auspicio più sincero che ad 

una carriera esemplare al servizio dell’Istituzione, conclusa 

al più elevato livello per un appartenente al Corpo, faccia 

seguito ogni meritata soddisfazione. 

A voi, Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati, 

Finanzieri, Allievi, che ogni giorno dedicate le migliori 

energie al servizio del Paese, l’invito a portare sempre con 

orgoglio le Fiamme Gialle, come altri prima di noi hanno 

saputo fare anche nelle condizioni più difficili, e a guardare 

con fiducia al futuro, che custodisce le chiavi del nostro 

successo e, attraverso di esso, del progresso economico e 

sociale della collettività che siamo chiamati a servire. 



IL COMANDANTE IN SECONDA 

– Gen. C.A. Nino Di Paolo – 


CURRICULUM VITAE 

DEL GENERALE C.A. NINO DI PAOLO 

Il Gen.C.A. Nino Di Paolo è nato il 19 agosto 1946 a 

Cansano, un piccolo paese alle pendici della Maiella, in 

provincia di L’Aquila. 

Dopo aver vissuto a Cansano e a Sulmona fino a 19 

anni, il 25 ottobre 1965 è ammesso a frequentare l’Accademia 

della Guardia di Finanza. 

Nel corso della sua carriera ha ricoperto incarichi di primissimo 

piano in tutti i settori che caratterizzano l’attività 


Dopo i primi avanzamenti ad anzianità nel gradi di 

Tenente - 1° ottobre 1969 - e Capitano - 7 febbraio 1976 

- è stato promosso a scelta: Maggiore nel 1985, Colonnello 

nel 1992, Generale di Brigata nel 1997, Generale di 

Divisione nel 2002, Generale di Corpo d’Armata nel 

2005. 

Nominato Sottotenente nel 1967, inizia la sua carriera 

presso la Scuola Alpina di Predazzo in Val di Fiemme. 

Avvio, questo sulle Dolomiti, che segnerà il suo profondo e 

intenso legame con la montagna, mai affievolito. 

Nei gradi di Tenente, Capitano e Maggiore ha comandato 

Reparti Operativi dell’Italia Settentrionale e prestato 

servizio presso il Reparto “Operazioni” del Comando 

Generale. 

Con il grado di Colonnello ha comandato il Nucleo 

Centrale di Polizia Tributaria di Roma ed è stato Capo del 

I Reparto del Comando Generale (Personale) e Sottocapo 

di Stato Maggiore per l’Area Operativa. 

Nel grado di Generale di Brigata è stato Comandante 

Regionale della Campania. 

Dal 1° ottobre 2001 al 12 luglio 2005 è stato Capo di 

Stato Maggiore del Comando Generale della Guardia di 

Finanza. 

Nel grado vertice è stato Comandante Interregionale 

dell’Italia Centro Settentrionale che ha competenza sulle 

regioni Toscana, Emilia Romagna e Marche, Comando che 

per alcuni mesi mantiene congiuntamente alla carica di 

Comandante in Seconda della Guardia di Finanza. 

Laureato in Giurisprudenza, Scienze Politiche, Scienze 

della Sicurezza Economico Finanziaria presso l’Università 

La Sapienza di Roma, Economia e Commercio presso l’Università 

di Bergamo e Scienze Internazionali e Diplomatiche 

presso l’Università di Trieste. 

È titolato di Scuola di Polizia Tributaria al termine del 

biennio di formazione dell’11° corso. 

Abilitato all’esercizio professionale dell’insegnamento in 

materie giuridiche ed economiche, è iscritto nel registro dei 

Revisori Contabili e nell’Albo dei giornalisti. 

Ha svolto pluriennale attività di insegnamento presso gli 

Istituti di Istruzione del Corpo, inclusi quelli di alta formazione. 

È stato docente a contratto presso l’Istituto Universitario 

Orientale di Napoli dove ha insegnato “Storia dell’emigrazione 

italiana in America”. 

Il suo ultimo volume “Ellis Island, Storia versi e immagini 

dello sradicamento” del 2007, inserito nella Biblioteca 

del Congresso Americano, ha riscosso un notevole successo 

fra gli storici dell’argomento ed ha costituito la base per 

l’interessante e prezioso Museo dell’Emigrazione ideato e 

realizzato dall’Ufficiale nel suo paese d’origine. 

È membro onorario del Centro Studi Internazionali per 

la Letteratura di Emigrazione “Pascal D’Angelo” di Salerno. 

Numerosissimi i riconoscimenti e gli attestati di benemerenza 

tributati all’Ufficiale Generale che è stato relatore 

in numerosi convegni anche internazionali, concernenti problematiche 

di spiccato interesse Istituzionale. Ha curato 

pubblicazioni professionali. 

È stato membro di numerosi ed importanti Comitati e 

Commissioni riguardanti significativi temi di interesse economico 

finanziario. 

Grand’Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica 

Italiana, è insignito della Medaglia d’Oro al merito di 

comando e della Medaglia Mauriziana. 

Tra le tante passioni, l’alpinismo, i viaggi e la fotografia, 

restano quelle che più di altre gli consentono di alimentare 

i legami interpersonali e mantenere solide e 

profonde radici con la sua terra d’origine, l’Abruzzo. 

È sposato con la Dott.ssa Ingo Maria Paola ed ha tre 

figli: Luca, Laura e Sara. 


IL BILANCIO DEI PRINCIPALI RISULTATI OPERATIVI 

CONSEGUITI DALLA GUARDIA DI FINANZA NEI PRIMI DUE 

QUADRIMESTRI 2008, IN OCCASIONE DELL’INSEDIAMENTO 

DEL NUOVO COMANDANTE IN SECONDA 

Gli obiettivi dell’azione operativa della Guardia di Finanza per il 2008 sono rappresentati dalla lotta all’evasione 

ed all’elusione fiscale ed alle frodi in danno della spesa pubblica, nazionale e comunitaria, nonché 

dal contrasto alla criminalità economica in ogni sua manifestazione. 

Per ciò che concerne, in particolare, la lotta all’evasione fiscale, nei primi 2 quadrimestri dell’anno in corso, 

sono stati eseguiti complessivamente oltre 71.000 fra verifiche e controlli, che hanno permesso di individuare 

redditi sottratti a tassazione per 19, 5 miliardi di euro (il 44% in più dell’analogo periodo del 2007), 

nonché IVA evasa per 3,3 miliardi di euro (in linea con il corrispondente periodo del 2007) e rilievi IRAP per 

15 miliardi di euro (pari al consuntivo dell’intero 2007). 

In questo contesto si conferma il peso dell’economia sommersa e dello sfruttamento del lavoro nero: 5.100 

sono stati, infatti, gli evasori totali individuati che hanno omesso completamente di presentare le dichiarazioni 

annuali dei redditi e dell’I.V.A. ed oltre 25.100 le posizioni lavorative non in regola scoperte, pari al 10% 

in più rispetto all’anno passato. 

In sensibile crescita risulta l’evasione fiscale internazionale, rispetto alla quale il Corpo ha individuato redditi 

sottratti al fisco per 3,8 miliardi di euro, pari già al doppio di quelli scoperti in tutto il 2007 (1,9 miliardi 

di euro). 

Anche le frodi fiscali penalmente rilevanti si confermano diffuse: a fronte di 1,3 miliardi di euro di IVA evasa 

attraverso il ricorso a fatture per operazioni inesistenti, scoperta nei primi sette mesi del 2007, sono stati 

constatati, nello stesso periodo del 2008, 1,9 miliardi di euro di imposta non pagata per effetto dello stesso 

sistema, per un incremento pari a circa il 49%, con 5.750 soggetti denunciati. 

Nel quadro dell’azione di vigilanza della spesa pubblica, sono stati individuati finanziamenti pubblici, 

nazionali e comunitari, indebitamente percepiti, pari a 668 milioni di euro, con un incremento pari al 23% 

rispetto al corrispondente periodo del 2007, con il concreto recupero già effettuato di somme e disponibilità 

patrimoniali sottoposte a sequestro per 59 milioni di euro e la segnalazione alla Corte dei Conti di 3.300 soggetti 

responsabili di danni erariali. 

Sul piano del contrasto alla criminalità economica, gli accertamenti patrimoniali antimafia effettuati dal Corpo 

hanno portato a sequestri e confische di beni per un valore complessivo di 1,5 miliardi di euro, nettamente 

in crescita rispetto al 2007 (erano 803 milioni, in totale, in dodici mesi), mentre i sequestri operati per riciclaggio, 

usura, illeciti fallimentari, societari e di borsa, ammontano a 237 milioni di euro, con la denuncia di 

3.126 soggetti. 

I prodotti contraffatti o insicuri sottoposti a sequestro sono stati oltre 50 milioni, mentre le persone denunciate 

all’Autorità Giudiziaria per reati connessi all’industria del falso sono state circa 11.000, 250 delle quali 

tratte in arresto; nel contesto di tali servizi, tra l’altro, sono stati oscurati 17 siti web utilizzati per la vendita 

on line di merce contraffatta, mentre sono in ascesa i traffici di contrabbando di sigarette con marchi falsificati 

ed alti rischi per la salute, come dimostrano i sequestri di 18,2 tonnellate intercettate ai confini (nel 2007, 

fino al 31 agosto, erano state 13,6 tonnellate). 

Comando Generale della Guardia di Finanza 

V Reparto - Ufficio Stampa 


CELEBRATO ALLA PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA 

REPUBBLICA IL 65° ANNIVERSARIO DELLA DIFESA DI ROMA 

La celebrazione del 65° Anniversario 

della Difesa di Roma (8 

settembre 1943 – 8 settembre 

2008) si è svolta a Porta San Paolo 

ed al Parco della Rimembranza 

in Roma, alla presenza del Capo 

dello Stato Giorgio Napolitano. 

Durante la cerimonia hanno 

preso la parola il Sindaco di 

Roma, Gianni Alemanno, il Presidente 

della Confederazione Italiana 

fra le Associazioni Combattentistiche 

e Partigiane, Gerardo 

Agostini, il Presidente dell’Associazione 

Nazionale Combattenti 

della Guerra di Liberazione 

inquadrati nei Reparti regolari 

delle Forze Armate, Gen. C.A. 

Luigi Poli, ed il Ministro della 

Difesa Ignazio La Russa. 

Ha concluso gli interventi il 

Presidente della Repubblica Giorgio 

Napolitano il quale ha pronunciato 

il seguente discorso: 

«La data dell’8 settembre, che 

celebriamo quest’anno con particolare 

impegno nel 65° anniversario 

di quella drammatica giornata 

del 1943, segnò insieme 

uno dei momenti più bui della 

nostra storia nazionale unitaria e 

una delle prove più luminose della 

forza vitale della patria italiana. 

L’8 settembre 1943 sancì il 

crollo - nella sconfitta e nella 

resa, nonostante il sacrificio e l’eroismo 

dei nostri combattenti - di 

quel disegno di guerra, in alleanza 

con la Germania nazista, che 

aveva rappresentato lo sbocco 

fatale e l’epilogo del fascismo. 

Ma quell’8 settembre annunciò 

nello stesso tempo la nascita della 

Resistenza, nel duplice segno 

che la caratterizzò fino all’insurrezione 

vittoriosa e alla Liberazione 

del 25 aprile del ‘45. 

Nel clima di dissoluzione e pauroso 

sbandamento che seguì l’ar- 

mistizio con le forze angloamericane, 

avrebbe davvero potuto 

essere travolta la patria: così non 

fu, così non sarebbe stato, perché 

nacque in quello stesso giorno un 

decisivo moto di riscossa e di 

a cura di Giovanni Verdicchio e Alfio Costanzo 

Il Capo dello Stato, nella foto in alto, si reca a deporre la corona d’alloro alle Lapidi 

che ricordano il sacrificio dei militari e dei civili italiani immolatisi nel tentativo 

disperato di opporsi all’occupazione tedesca di Roma dopo l’annuncio dell’armistizio 

dell’8 settembre 1943. 

Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, accompagnato dal Ministro della Difesa, 

On. Ignazio La Russa, e da altre Autorità al suo arrivo a Porta S. Paolo. 

rinascita, che chiamammo ben 

presto Resistenza. 

Nacque con la coraggiosa, 

disperata difesa, qui a Porta San 

Paolo, dei Granatieri di Sardegna, 

dei Lancieri di Montebello, 


dei militari che erano a presidio 

della Capitale, e dei civili antifascisti, 

giovani ardimentosi, che si 

unirono a loro. Nacque, la Resistenza, 

con gli straordinari episodi 

che videro in tutto quel mese di 

settembre, in Italia e all’estero, 

nostri reparti e mezzi militari, delle 

diverse Armi, seguire la via 

della dignità e dell’onore, tener 

vivo il senso della fedeltà al giuramento 

e della lealtà verso chi 

rappresentava la continuità della 

Nazione. Andrebbe forse ricordata 

nella sua interezza, nella 

molteplicità dei suoi straordinari 

esempi, la storia del settembre 

1943 e l’epopea dei militari che 

la scrissero. 

Perciò ho parlato, e l’ho sempre 

sottolineato anche nelle celebrazioni 

della Festa del 25 Aprile 

- a Cefalonia come a Genova - 

di un duplice segno della Resistenza. 

Quello della ribellione, 

della volontà di riscatto, della 

speranza di libertà e di giustizia 

che condussero tanti giovani a 

combattere nelle formazioni partigiane 

e, non pochi, a sacrificare 

la loro vita. E quello del senso del 

dovere, della fedeltà e della 

dignità che animarono la partecipazione 

dei militari, compresa 

quella dei seicentomila deportati 

nei campi tedeschi, rifiutando l’adesione 

alla Repubblica di Salò. 

Una partecipazione da valorizzare 

più di quanto pure si sta facendo, 

perché essenziale, e caratterizzante 

della Resistenza italiana, 

accanto alla decisiva componente 

partigiana. E il punto d’incontro 

e di sintesi fu in un ritrovato 

amore per la Patria, in una comune 

volontà di far rinascere l’Italia, 

al di là delle divisioni fratricide 

del 1943-45. 

L’Italia rinacque nello sforzo di 

ricostruzione del paese devastato 

e avvilito, e di edificazione di 

una nuova democrazia, quale fu 

disegnata nella Costituzione 

repubblicana. 

Si ritrovano oggi, e sempre più 

possono ritrovarsi, tutte le compo- 

nenti ideali, sociali e politiche 

della società italiana nel sentire 

come propria la Costituzione di 

cui quest’anno abbiamo celebrato 

il 60° : nel rispettarla, nel trarne 

ispirazione, nell’animare un 

clima di condiviso patriottismo 

costituzionale. 

E la ricostruzione e rinascita 

dell’Italia ha significato anche la 

ricostruzione e rinascita delle sue 

Forze Armate, le quali hanno 

saputo via via rinnovarsi al servizio 

della Repubblica democratica 

fino a dare nuova prova di sé nel 

difficile cimento delle missioni 

all’estero per la pace e la sicurezza 

internazionale. 

Vorrei in conclusione esprimere 

il più vivo compiacimento per 

l’impegno con cui anche oggi le 

istituzioni romane, il governo 

nazionale, le associazioni combattentistiche 

e partigiane si sono 

unite nel ricordo di quanti seppero 

resistere e combattere e nell’omaggio 

a quanti caddero per la 

Patria. Vorrei incoraggiarvi tutti a 

rafforzare il vostro comune impe- 

gno di memoria, di riflessione, di 

trasmissione alle nuove generazioni 

del prezioso retaggio della 

battaglia di Porta San Paolo, della 

difesa di Roma e della Resistenza». 

Erano, inoltre, presenti alla 

celebrazione il Presidente del 

Senato, Renato Schifani, il Presidente 

della Corte Costituzionale, 

Franco Bile, il Vice Presidente della 

Camera, Rocco Buttiglione, il 

Presidente della Regione Lazio, 

Piero Marrazzo, il Presidente della 

Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, 

altre numerose Autorità 

militari, civili e religiose nonché 

rappresentanze di Associazioni 

Combattentistiche e d’Arma, tanti 

cittadini e scolaresche. 

Sono state deposte corone di 

alloro al Monumento eretto nel 

1995 nel Parco della Rimembranza, 

per ricordare gli 87.430 Militari 

italiani caduti nella Guerra di 

Liberazione e i seicentomila 

deportati nei campi tedeschi, che 

si rifiutarono di collaborare con 

le Forze Nazi-fasciste. 

Il Monumento eretto nel Parco della Rimembranza nel 1995 per commemorare i 

numerosi Caduti durante la guerra di Liberazione. 


IL VOLONTARIATO 

Le Organizzazioni di Volontariato (OdV) 

Abbiamo visto nel precedente numero 

di questo periodico che il c.d. Terzo 

Settore è oggi costituito da cinque tipi 

di organismi, elencati secondo l’ordine 

di tempo delle specifiche norme costitutive 

(le ONG ex legge n. 49/1987; le 

OdV ex legge n. 266/1991; le cooperative 

sociali ex legge n. 381/1991; le 

fondazioni ex bancarie - legge n. 

461/1998; le APS ex legge n. 

383/2000) ed in forma più attenuata 

da tutti gli enti del non profit. 

Iniziamo ora una breve e sintetica 

trattazione degli stessi organi, cominciando 

dalle OdV (Organizzazioni di 

Volontariato) vere e proprie, perché 

queste, pur essendo sorte normativamente 

dopo le “Organizzazioni non 

Governative” (ONG), sono tuttavia 

quelle che rappresentano per numero e 

per quantità di aderenti la principale 

componente del “III Settore” ed anche 

quelle più facilmente realizzabili nell’ambito 

delle nostre Sezioni. 

Il volontariato in generale e le OdV 

in particolare sono disciplinati dalla 

legge quadro 11 agosto 1991, n. 266 

che ne indica: caratteristiche, principi, 

finalità, soggetti, requisiti, ambito operativo, 

procedure costitutive e così via. 

Si è già scritto che i predetti organismi 

sono soggetti organizzativi di natura 

privata ma volti alla produzione di 

beni e servizi a destinazione pubblica 

o collettiva. Ed infatti secondo la legge 

quadro è considerata organizzazione 

di volontariato ogni entità liberamente 

costituita al fine di svolgere attività di 

carattere sociale, civile e culturale, che 

si avvalga in modo determinante e prevalente 

delle prestazioni personali e 

volontarie dei propri iscritti. Ribadisce 

la stessa norma che per attività di volontariato 

deve intendersi quella prestata 

in modo personale, spontaneo e gratuito, 

tramite l’organizzazione di cui il 

volontario fa parte, senza fini di lucro 

anche indiretto ed esclusivamente per 

fini di solidarietà. La predetta legge 

quadro statuisce, inoltre, che negli atti 

costitutivi delle OdV devono essere 

espressamente indicati: l’assenza dei 

fini di lucro, la democraticità della struttura, 

l’elettività e la gratuità delle cariche 

associative, nonché la gratuità delle 

prestazioni fornite dagli aderenti. 

Cosicché, schematizzando, possiamo 

dire: 

• destinatari delle attività solidaristiche 

di carattere sociale, civile e cultura- 

le possono essere tutti; 

• l’attività dev’essere costituita “prevalentemente” 

da prestazioni personali, 

priva cioè della componente di 

capitali e di mezzi caratterizzanti 

attività d’impresa; spontanee, ossia 

non riconducibili in alcun modo a 

forme di lavoro dipendente e/o 

autonomo disciplinati dal Codice 

civile; 

• le prestazioni devono essere gratuite, 

senza alcuno spazio ad equivoche 

interpretazioni dal momento 

che la norma vieta qualunque remunerazione, 

anche indiretta, ai volontari. 

È invece previsto il rimborso 

spese, agli stessi soggetti, ma soltanto 

dalla organizzazione di 

appartenenza; 

• le strutture associative devono rispondere, 

formalmente e sostanzialmente, 

a criteri di democraticità. 

Non pare superfluo rammentare che 

l’attività di volontariato presa in esame 

dalla normativa di riferimento è solo 

quella organizzata nelle varie forme 

già viste, rimanendo esclusa totalmente 

ogni prestazione analoga svolta da singoli 

volontari nei confronti di chiunque. 

Non tutte le organizzazioni riconducibili 

al non profit, come si è già avuto 

modo di sottolineare, posseggono i 

requisiti soprandicati. Infatti la mancanza 

del fine lucrativo non presuppone 

necessariamente il possesso contemporaneo 

dei requisiti schematizzati sopra. 

Quando parleremo della normativa 

fiscale che ha riordinato la disciplina tributaria 

degli enti non commerciali e 

delle organizzazioni non lucrative di 

utilità sociale, avremo modo di chiarire 

ulteriormente l’argomento. 

Sotto il profilo pratico, si ritiene utile 

indicare la semplicità procedurale per 

costituire una OdV: basta la volontà 

costitutiva di poche persone. Questa è la 

materia prima che non può essere surrogata 

in alcun modo. Il numero dei soci 

fondatori può essere limitatissimo, ma 

deve essere sufficiente per la nomina 

degli organi sociali (il collegio sindacale 

o dei revisori contabili non è obbligatorio 

ma i principi di trasparenza e garanzia 

suggeriscono di prevederlo sin dalla 

fase iniziale per non doverlo inserire successivamente 

con le procedure di modifica 

dell’atto costitutivo). 

Occorre, quindi, formalizzare i 

seguenti atti, tutti in carta libera ed 

esenti da qualunque tributo: 

• atto costitutivo, di poche righe, con 

l’indicazione dei soci fondatori e le 

di Tito Marini 

relative sottoscrizioni; 

• statuto, da redigere tenendo conto 

obbligatoriamente di quanto prevede 

la legge nr. 266/1991. Modelli 

“facsimile” sono acquisibili, scaricandoli 

da internet o, meglio ancora, 

ottenerli dai centri di assistenza 

al volontariato presenti in tutti i 

capoluoghi di provincia e individuabili, 

questi ultimi, anche attraverso 

gli elenchi telefonici. Tali centri 

forniscono consulenza e assistenza 

gratuitamente; 

• i due atti possono essere compilati 

con tutta semplicità, non essendovi 

modulistica obbligatoria, adattati 

ad ogni esigenza che si ritenga utile 

caso per caso, sottoposti al vaglio 

– in caso di incertezze - di chiunque 

si ritenga esperto consigliere e quindi 

sottoscritti dai soggetti interessati; 

• successivamente, ma non vi sono termini 

o scadenze, si può procedere 

alla richiesta del codice fiscale senza 

particolari formalità ed a costi 

zero (basterà andare all’Agenzia 

territoriale, compilare il modulo di 

richiesta e ottenerlo immediatamente); 

• indi si dovrà provvedere alla registrazione, 

senza termini perentori, 

sempre all’Agenzia delle Entrate. 

Anche qui nessuna spesa. 

A questo punto l’organismo è legittimato 

ad operare, tenendo presente che 

i volontari effettivamente operanti debbono 

essere assicurati. Dopo sei mesi 

potrà essere richiesta l’iscrizione all’Albo 

regionale di cui all’art. 6 della legge 

quadro 266/91 e quindi, ottenuta l’iscrizione, 

partecipare ai contributi pubblici, 

compreso il c.d. 5 x 1000 dell’imposta 

sul reddito delle persone fisiche, 

atteso che le OdV inserite negli elenchi 

regionali, sono ONLUS di diritto. 

Non è necessario attivare alcuna 

contabilità sino a quando l’OdV non 

svolge attività particolari di cui parleremo 

quando si tratterà della normativa 

fiscale e degli oneri contabili concernenti 

le attività commerciali (decommercializzate) 

delle ONLUS. L’OdV ha 

invece l’obbligo di redigere in ogni 

caso, a fine anno, il rendiconto di cassa. 

Nei prossimi numeri si parlerà delle 

altre organizzazioni. 

Argomenti trattati nelle precedenti pubblicazioni: 

Il Volontariato - Storia delle 

OdV 

Il Volontariato - Terzo settore 


PROGETTO VOLONTARI DELLA SICUREZZA 

FIRMATO L’ACCORDO TRA IL COMUNE E LA SEZIONE 

A.N.F.I. DI PARMA 

«La “sicurezza urbana” va senz’altro 

intesa come “l’ordinata, tranquilla 

e civile convivenza nella città o nel territorio 

di riferimento ”e non può e non 

deve essere identificata solo come un 

problema di ordine pubblico. 

Anche il cittadino, ormai, percepisce 

questo nuovo modo di intendere e 

non chiede solo allo Stato ed alle polizie 

nazionali di rispondere all’esigenza 

di sicurezza, ma si rivolge, quasi 

esclusivamente oggi, alla propria 

Amministrazione locale, perché 

costruisca regole, prevenga e/o intervenga 

su elementi di disagio, riqualifichi 

gli spazi urbani, per far sì che diminuisca 

l’insicurezza e la percezione di 

insicurezza. 

La sicurezza urbana vede, quindi, 

la centralità delle singole città, che, 

mediante coordinamento e cooperazione 

dei suoi rappresentanti, devono 

indirizzare le risorse, le competenze 

ed i servizi a finalità comuni, che permettano 

d’interagire con gli interventi 

propri dell’Autorità di pubblica sicurezza, 

onde pervenire ad un’efficace e 

generalizzata azione di sicurezza sul 

territorio. 

Avremo, perciò, riqualificazione 

urbana, prevenzione sociale, assistenza, 

mediazione, educazione alla legalità, 

supporto al controllo del territorio 

da una parte e promozione e mantenimento 

della sicurezza e dell’ordine 

pubblico secondo le competenze delle 

forze di polizia nazionali, dall’altra. 

Le componenti principali che spingono 

il cittadino a richiedere sicurezza 

sono: il rischio effettivo (intimidazioni, 

atti violenti ecc.), il disagio per la rottura 

dei codici di comportamento da 

parte dei cittadini (vandalismi, accattonaggio 

aggressivo, graffiti, ecc..), il 

degrado nella cura del territorio (mancanza 

di manutenzione, di vigili sulle 

strade, di verde pubblico ecc..), la 

scarsa illuminazione o la mancata indicazione 

dei percorsi e, infine, la paura, 

che quale sentimento soggettivo 

non è necessariamente legata a fattori 

reali di rischio. 

La paura, che varia naturalmente 

da persona a persona, è quell’elemento 

essenzialmente psicologico che fa sì 

che la domanda di sicurezza sia superiore 

alla reale insicurezza, perché al 

vero pericolo va ad aggiungersi la 

percezione di pericolo. 

La sicurezza si aumenta, anche, 

con la vitalità dei luoghi, che diviene, 

così, la caratteristica d’unione tra l’ur- 

Il momento della firma dell’accordo con il Sindaco Vignali. 

banistica e la sicurezza, fa aumentare 

la frequentazione e fa nascere la “sorveglianza 

spontanea”. 

L’antropologa J. Jakobs già negli 

anni ’70 sosteneva che “la pace della 

città non è garantita dalla Polizia, seppure 

essa sia necessaria, ma è integrata 

dalla rete inconscia di controllo 

volontario dei cittadini”. 

Per cercare di alimentare quella 

che viene definita “sorveglianza spontanea” 

del cittadino, mediante un mix 

di azioni in differenti settori d’intervento, 

la Sezione ANFI di Parma ha ideato 

con l’Amministrazione Comunale un 

progetto denominato “Volontari della 

Sicurezza” volto a garantire con i suoi 

associati una presenza fisica rassicurante. 

Non siamo e non vogliamo 

di Donato Carlucci 

essere ronde o sceriffi». 

Con tali parole il presidente della 

Sezione di Parma, Col. Donato Carlucci, 

che è stato componente del 

Forum Europeo e nazionale della Sicurezza 

Urbana, quale rappresentante 

di Parma, ha aperto il suo intervento 

nell’incontro con il quale è stato presentato 

il progetto Volontari della Sicurezza 

e sottoscritto un accordo di base 

con il Sindaco, Dott. Pietro Vignali. 

Si tratta, in sostanza, di una attività 

di presidio di alcune aree cittadine, in 

particolare i parchi, che possa infondere 

la percezione di una reale solidarietà 

e di un concreto ausilio civico, 

anche attraverso l’attivazione di interventi 

di sicurezza istituzionale. 

Un gruppo di militari in congedo 

hanno aderito, volontariamente e con 

entusiasmo, e sono sempre pronti ad 

eseguire il servizio. 

Dopo la firma della dichiarazione 

d’intenti tra il Sindaco di Parma, ed il 

presidente della Sezione, è stata, ora, 

sottoscritta la convenzione ufficiale 

con il comandante della P.M., Dott.ssa 

Emma Monguidi. 

I soci ANFI parmigiani, con l’ese- 


cuzione di turni, rappresenteranno un 

riferimento amico e, con molte probabilità, 

adeguato a dissuadere e/o prevenire 

comportamenti illeciti o che, 

comunque, contrastino con la civile, 

ordinata e tranquilla convivenza, ovvero 

con quelle che sono le condizioni 

indispensabili per la realizzazione della 

“sicurezza urbana”. 

Certamente, la sicurezza urbana 

non è un fatto solo di polizia, ma può 

essere percepita dai cittadini solo se 

una serie di componenti partecipano 

alla sua realizzazione: l’ urbanistica, 

con città a misura d’uomo, illuminate, 

con quartieri con diverse funzioni e 

che non si spengano il venerdì sera 

per riaccendersi il lunedì mattina, con 

il verde pubblico ben curato, con la 

sicurezza stradale, con la sicurezza 

sociale, con una mobilità sostenibile e 

così via. 

La componente “ordine pubblico” 

incide solo in parte, perché molti comportamenti 

che recano fastidio, specie 

agli anziani o ai bambini, sono al di 

fuori della sfera penale e, al massimo, 

sono oggetto di provvedimenti amministrativi, 

basti pensare al disagio derivante 

da determinati comportamenti, 

quali, ad esempio, dormire per strada, 

accattonaggio aggressivo, cane senza 

guinzaglio nei parchi, graffiti sui muri 

ecc.. 

Il gruppo dei partecipanti al progetto “Volontari della Sicurezza”. 

Con tale consapevolezza, gli 

appartenenti alla Sezione di Parma 

hanno voluto inserirsi direttamente nella 

vita della comunità locale e partecipare, 

con apporto qualificato e professionale, 

al progetto dei Volontari 

della Sicurezza. 

In tale ottica, essi desiderano concorrere 

alla prevenzione, mirando a 

creare difficoltà, affinché coloro che 

generano insicurezza (vandali, violenti 

ecc..) non possano raggiungere il 

proprio obiettivo. 

La prevenzione basata sulla dissuasione, 

seppure derivata dalla sola pre- 

senza fisica, deve far sì che diminuisca 

la percezione di insicurezza. 

Sin dai primi turni, numerosi e calorosi 

sono stati gli attestati di affetto e di 

ringraziamento da parte dei semplici 

cittadini e di alcuni operatori economici, 

oltre che di molti rappresentanti delle 

varie istituzioni, per la presenza 

amica dei finanzieri. 

L’iniziativa ha interessato gli organi 

d’informazione sia locale, che ampio 

risalto continuano a darle, sia nazionali, 

con servizi ed interviste anche sulle 

reti Rai e Mediaset. 

Nella foto, il Sindaco di Parma Dott. Pietro Vignali con il Presidente della Sezione di Parma, Col. Donato Carlucci, l’Assessore 

alla Sicurezza urbana, Monteverdi e la Dott.ssa Emma Monguidi, Comandante della Polizia Municipale di Parma. 


FONDO DI SOLIDARIETÀ DELL’A.N.F.I 

Versamenti volontari da effettuare tramite: 

c.c. postale n. 85737468 intestato alla Presidenza Nazionale dell’A.N.F.I., 

Via Caroncini, 19 (00197) Roma 

SALDO PRECEDENTE ............................................................................................................. € 16.736,42 

(vds. Fiamme Gialle n. 6/2008) 

VERSAMENTI EFFETTUATI 

– dalle Sezioni 

* Alghero ....................... € 200,00 

* Latina .......................... € 266,50 

* Monza ......................... € 100,00 

* Perugia ........................ € 200,00 

* Turi ............................. € 50,00 

– dai privati 

* Di Vito Ennio ................ € 100,00 

Totale lordo .......................... € 17.652,92 

Totale al netto delle imposte spese varie .................................................................................. € 17.617,97 

A seguito delle proposte pervenute dalle seguenti Sezioni a favore dei rispettivi soci in condizioni di particolare 

bisogno e in osservanza delle prescrizioni contenute nella circolare istitutiva del Fondo di Solidarietà (vds. f.n. 4189 

del 30 novembre 2007), il Comitato Esecutivo Nazionale, in occasione della riunione tenuta presso la Presidenza 

Nazionale il 19 settembre 2008, dopo aver verificato la completezza della relativa documentazione, ha deliberato 

di concedere agli interessati (i cui nominativi si omettono per motivi di riservatezza) sussidi per complessivi € 

6.500,00: 

– Sezione di Alghero 

– Sezione di Ancona 

– Sezione di Bari 

– Sezione di Bosa 

– Sezione di Bergamo 

– Sezione di Falconara Marittima 

– Sezione di Gioia Tauro 

– Sezione di Lecce 

– Sezione di Roma-1/Nord 

– Sezione di Sapri. 

a cura di Giuseppe Ruggieri 

SALDO ATTUALE (al netto delle imposte e spese varie) .............................................................. € 11.117,97 

La Presidenza Nazionale dell’A.N.F.I. ringrazia sentitamente le Sezioni e tutti coloro che aderendo alla iniziativa, 

permetteranno di alleviare, con la loro offerta le particolari condizioni di bisogno dei Soci meno fortunati. 


LA SICILIA NEI RICORDI DI FINANZIERI 

- NON DI ORIGINE SICILIANA - CHE HANNO OPERATO 

IN PASSATO NELLA MERAVIGLIOSA ISOLA 

Nel numero 3/2008 abbiamo 

riportato il pregevole articolo del 

Generale Antonino Rametta,siciliano 

(o sicano come da lui precisato), stilato 

con tanta cura e sensibilità in occasione 

del XVII Raduno nazionale dell’ANFI 

a Catania e Palermo dal 1° al 

4 maggio di quest’anno. 

In questo numero si intende proseguire 

sulla via da lui aperta ai tanti 

“finanzieri” – non di origine siciliana 

– che hanno operato in Sicilia, nei 

tempi passati, esponendo le proprie 

esperienze di servizio e di vita in quella 

terra benedetta dal Sole e dall’Arte. 

E non sono pochi, che hanno operato 

- a tutti i livelli - nelle varie province 

ed anche a più riprese, come il 

compianto collega di corso, Generale 

Michele Mola, il Generale Gaetano 

Nanula, ecc., tanto per citare ufficiali 

conosciuti da tanti nostri soci. 

A tanti di loro l’Isola era apparsa 

tanto lontana dalla propria Regione di 

origine, ma una volta raggiunta, sorprendeva 

per il rispetto verso la Guardia 

di Finanza e le Fiamme Gialle e 

per le sue bellezze naturali e artistiche, 

che ricordavano soprattutto gli 

antichi splendori nei tempi dell’antica 

Roma e in quelli del Regno delle due 

Sicilie; splendori, che si possono rilevare 

ancora oggi unitamente all’orgoglio 

e alle eccellenti qualità del popolo 

siciliano, che attualmente va anche 

cautamente risolvendo problemi atavici 

contrapponendosi coraggiosamente 

alla malavita organizzata. 

Personalmente posso accennare 

alla mia breve esperienza al comando 

della Compagnia e del Nucleo di 

Polizia Tributaria di Ragusa, dal 

1963 al 1965: ero un pugliese che, 

dopo l’Accademia, ero stato per circa 

sei anni nel Trentino-Alto Adige sempre 

alle dipendenze dell’allora maggiore 

e tenente colonnello Fausto 

Musto alla Scuola Alpina di Predazzo 

e alla Tenenza di Bressanone, e per 

tre anni a Verona in servizi di Polizia 

Tributaria, fino alla promozione al 

grado di capitano. 

Avendo avuto da circa un mese un 

secondo figlio, partii per Ragusa senza 

la famiglia, e in macchina, mi alternai 

alla guida con un sottufficiale siciliano 

che si recava in Sicilia per una 

breve licenza a Delia, sua città natale. 

Ci fermammo a Salerno ove incontrai 

il mio collega di corso Michele 

Mola, che era stato trasferito a Verona 

al comando del Nucleo di Polizia 

tributaria e che avrebbe occupato l’alloggio 

che avrei lasciato libero, raccomandandogli 

di assistere mia 

moglie nel trasloco delle mie masserizie 

(con un vagone ferroviario): per 

chi ha avuto la fortuna di conoscere il 

Generale Mola sa bene che i miei 

familiari avrebbero avuto la migliore e 

affettuosa assistenza possibile. 

Lasciato Salerno l’indomani, prendemmo 

la strada che allora era disponibile 

per raggiungere Villa San Giovanni; 

raggiungemo prima Sapri verso 

mezzogiorno, ove facemmo una 

breve colazione in una trattoria sul 

mare, e poi, percorrendo la strada 

litoranea - che io ammiravo per la prima 

volta per il meraviglioso mare - e 

raggiungemmo Villa San Giovanni 

verso le 23. 

Traghettammo a mezzanotte e raggiungemmo 

il porto di Messina con 

una prima emozione del mio sottufficiale, 

che si sentiva nella sua Isola nel 

rivedere la statua della Madonnina 

all’ingresso del porto, ed anche mia, 

che invocai la sua protezione, come 

ogni buon cristiano è solito fare nell’affrontare 

un nuovo compito impegnativo. 

A Messina raggiungemmo il 

Comando della Legione, ove ottenemmo 

un alloggio, e la mattina seguente 

mi presentai al Comandante, che mi 

accolse con semplicità e cortesia; si 

complimentò perché avevo la barba 

rasa, ma mi raccomandò di non pretendere 

dai finanzieri siciliani che 

avessero la barba rasata tutti i giorni, 

essendo usanza popolana (ma anche 

nella mia Puglia) di contrarre l’abbonamento 

col barbiere per due rasatu- 


re di barba alla settimana; e poi mi 

fece aprire un’anta del suo armadio 

dicendomi: ”come vede nell’armadio 

non ho finanzieri di riserva, per cui 

giuri di non chiedermi altri militari: ce 

la devi fare con gli uomini che hai e 

mi pare che manterrai il giuramento; 

io comunque ti sarò sempre vicino”. E 

così fu. Poi mi dette saggi consigli, 

operativi che mi servivano nel mio 

nuovo incarico. 

Accompagnai il sottufficiale a 

Delia e poi ripresi la strada provinciale 

per Catania, ammirando l’Etna, 

Acitrezza e Taormina, raggiunsi Siracusa 

e proseguii per Avola (città natale 

del collega di corso Arizza Rosario 

ed anche dell’allora colonnello Antonio 

Cappello) e ammirai Modica nella 

sua composta e bella architettura, prima 

di raggiungere il centro di Ragusa 

passando per Ragusa-Ibla. 

Raggiunsi così la sede della nuova 

caserma nella estrema periferia nuova 

della città, e presi alloggio nel nuovo 

Albergo Mediterraneo, ove era già 

arrivato il mio Comandante di Gruppo, 

il Maggiore Emilio Trari (che era 

stato anche mio superiore quando 

comandavo la Tenenza di Bressanone), 

in attesa dell’arrivo delle famiglie 

e delle masserizie. 

Con Lui salutammo nel frattempo le 

Autorità locali e conoscemmo nell’albergo 

alcuni simpatici cittadini ragusani, 

che frequentavano l’albergo 

anche per il buon caffè, come assicurava 

il titolare signor Tumino. 

In particolare io, avendo saputo 

che le mie masserizie sarebbero arrivate 

almeno un mese dopo l’arrivo 

della mia famiglia, mi preoccupai di 

arredare alla meglio l’appartamento 

con mobili di fortuna (anche per contenere 

le spese). E fu così che apprezzai 

subito la disponibilità e la generosità 

di una famiglia ragusana, che mi 

permise di ospitare la mia nell’alloggio 

affittato, appena fosse arrivata 

nella città. 

Così avvenne nei giorni successivi, 

quando arrivò all’Aeroporto di Cata- 


nia mia moglie con i due bambini e la 

madre, con un aereo ad elica con un 

volo da Verona a Roma e da Roma a 

Catania: andai a prenderli con la mia 

macchina, perché se avessero preso il 

treno avrebbero impiegato almeno 

cinque ore, in quanto il treno raggiungeva 

prima Siracusa, poi Avola e 

Modica e, infine, Ragusa. 

Con la macchina, invece si impiegava 

poco più di un’ora, passando 

per Francofonte, Vizzini, Chiaromonte 

Gulfi, e percorrendo una strada provinciale 

a schiena d’asino. 

Durante il percorso fummo allietati 

dal profumo delle zagare e da una 

breve sosta in una pasticceria, dove 

gustammo un mega-arancino farcito, 

che non ho mai più trovato così buono. 

Vizzini ci apparve in tutta la sua 

bellezza con la sua particolare panoramica 

visione dall’alto. 

Arrivando a Ragusa, passando per 

Ragusa-Ibla, prendemmo alloggio nella 

abitazione, e attendendo l’arrivo 

del vagone ferroviario, che portò il 

suo carico con qualche immancabile 

rottura di vasellame e stoviglie, che 

era scontata. 

Intanto io avevo visitato tutti i miei 

comandi dipendenti alla sede ed 

anche lungo il litorale, iniziando dal 

distaccamento di Portulisse (ove giunsi 

inaspettato, per cui il giovane sottufficiale 

comandante mi aveva lasciato 

sotto la cartella il solito messaggio per 

i superiori di passaggio, in cui mi 

diceva: ”mare forza sette (per dirmi 

che non potevano avere luogo sbarchi 

di merce di contrabbando), io a Pachino”, 

che era la cittadina più vicina 

all’isolato distaccamento. 

Con un militare visitai il vecchio 

porto dove avevano attraccato anche 

navi romane e fenicie, a giudicare 

dalle capaci banchine e dalle bitte 

scavate nella roccia; passando poi a 

visitare la postazione dalla quale i 

nostri finanzieri tentarono di contrastare 

lo sbarco in Sicilia delle truppe 

alleate, sacrificando eroicamente la 

loro vita (come poi ha raccontato dettagliatamente 

in altro numero di questo 

Periodico il Generale Espedito Finizio 

con un ampio servizio). 

Risalendo la costa visitai poi la 

Tenenza di Pozzallo, con il suo importante 

porto per pescherecci, la brigata 

di Modica, la brigata di Marina di 

Ragusa (con la spiaggia per i ragusani), 

le brigate di Comiso (che aveva 

dato i natali al nostro Comandante 

Generale Raffaele Pelligra) e di Vittoria 

(città originaria del collega Silvio 

Contini), la brigata di Scoglitti sul 

mare e, infine, il distaccamento di 

Casa Serra, oltre la bella spiaggia 

dell’antica Santa Croce Camerina e al 

confine con Gela (nome che ricordava 

l’origine greca per la nota fertilità della 

terra). 

Quest’ultimo distaccamento mi 

colpì molto per le eccezionali coltivazioni, 

che lo circondavano: trovavasi, 

infatti, in mezzo ad una vasta coltivazione 

di primaticci (vidi per la prima 

volta in gennaio piante di pomodori 

di circa due metri, che si alimentavano 

con acqua sorgiva o prelevata da 

pozzi; piante ben allineate sotto 

coperture realizzate con una plastica 

grezza, prodotta dalla Società ragusana 

A.B.C.D. (Asfalti, Bitumi, Cementi 

e Derivati). 

Mi spiegarono che i pomodori e le 

altre primizie venivano portati quotidianamente 

ai più importanti mercati 

nazionali, anche usufruendo del vecchio 

aeroporto di Comiso, e normalmente 

con camion traghettati quotidianamente 

nello stretto di Messina. 

I nostri militari erano alloggiati in 

una parte di un grande fabbricato 

rurale, divisa in quattro parti per l’Ufficio, 

la cucina, il dormitorio e la mensa; 

mentre nella rimanente parte alloggiavano 

gli agricoltori. Essi erano 

considerati dai tanti coltivatori delle 

Serre anche come polizia di sicurezza 

a protezione delle loro persone e delle 

loro culture, oltre che per la loro funzione 

principale di contrasto al contrabbando 

perpetrato lungo la costa, 

con caffè crudo e raramente con sigarette 

di contrabbando. 

Con il Comandante Emilio Trari ci 

dividemmo i compiti operativi e amministrativi; 

Lui attendeva prevalentemente 

alla cura del personale (era un 

buono e, non avendo avuto figli, trattava 

tutti i finanzieri come se fossero 

suoi figli ed essi gli volevano molto 

bene e si comportavano bene); io 

curavo la parte operativa e fu proprio 

a Ragusa che, per caso, iniziai a produrre 

testi utili per l’esecuzione dei 

controlli da parte dei comandi dipendenti, 

che non disponevano degli strumenti 

e dei testi necessari e aggiornati 

per una corretta attività di verbalizzazione 

dei rilievi con le aliquote corrispondenti 

agli anni oggetto delle 

verifiche e alle attività commerciali 

controllate. 

Mi chiederete perché venne l’idea 

di una pubblicazione operativa: in 

sede di controllo dei processi verbali 

compilati dai comandi dipendenti – in 

attuazione del compito di revisione 

allora previsto per il primo Ufficiale 

Comandante prima di inoltrarli al 

competente Ufficio dell’Intendenza di 

Finanza - notai che veniva spesso considerata 

applicabile solo l’aliquota 

IGE normale e non quella corrispondente 

al prodotto (agricolo) oggetto 

dell’attività controllata, senza tener 

conto anche di eventuali variazioni di 

aliquote verificatesi nel quinquennio 

oggetto di controllo. 

Dai Comandanti delle Brigate mi 

fu risposto che non avevano mai avuto 

rilievi dalla Intendenza di finanza e 

che comunque non avevano la possibilità 

di acquistare ogni anno i 

Manuali dell’IGE del Giorgis o del 

Mandò, che riportavano la evoluzione 

delle aliquote per diversità di prodotti. 

Predisposi prima una serie di schede 

per prodotti soggetti ad aliquote 

diverse, indicando le eventuali variazioni 

nel periodo di cinque anni; 

distribuii le schede a tutti i Comandi 

dipendenti, che accolsero di buon 

grado l’iniziativa e mi suggerirono l’idea 

di farne una pubblicazione. 

Fu così che nacque la mia prima 

pubblicazione sulle “Aliquote IGE nell’ultimo 

quinquennio “, edita dalla 

Casa Editrice Pirola di Milano. A dire 

la verità mandai le bozze a Milano al 

collega Angelo Faraò per una eventuale 

pubblicazione su Riviste specializzate 

-per ottenere estratti da distribuire 

gratuitamente ai miei dipendenti 

- ed invece l’allora Colonnello Felice 

Vita, superiore di Faraò, appena vide 

le bozze mi suggerì alcune integrazioni 

per una edizione speciale a cura 

della suddetta Casa editrice, che l’anno 

successivo pubblicò - sempre per 

interessamento del Colonnello Vita - 

un’altra pubblicazione sulle Imprese 

artigiane, che ebbe molte edizioni 

successive. 

Scusatemi questa divagazione,ma 

intendevo anche richiamare alla 

memoria dei tanti soci, che l’hanno 

conosciuto, il Generale Felice Vita, 

nobile figura di Ufficiale a suo tempo 

conosciuto anche attraverso le sue 

varie pubblicazioni pratiche per facili- 


tare la compilazione delle varie informative 

di polizia tributaria. Quanti 

hanno avuto la fortuna di conoscerLo 

in servizio ricorderanno la sua preparazione 

e la sua cordialità nell’istruire 

i dipendenti ad eseguire correttamente 

i servizi di istituto. 

Ritornando all’attività anticontrabbando 

lungo il litorale ragusano, in 

quel periodo l’azione di contrasto 

riguardava prevalentemente lo sbarco 

di caffè crudo (destinato prevalentemente 

a torrefazioni siciliane), che 

alcuni pescherecci contrabbandieri 

rilevavano a Malta di giorno, e trasportavano 

a notte inoltrata nascondendosi 

fra i tanti pescherecci che 

curavano la pesca fra Malta e le coste 

meridionali della Sicilia; appena avevano 

notizia via radio che i nostri 

scarsi mezzi navali vigilavano la costa 

siracusana, i pescherecci sbarcavano 

il carico sulla costa ragusana e viceversa 

se i mezzi navali risultavano lungo 

la costa ragusana. 

Pertanto era necessaria una vigilanza 

notturna lungo le coste di competenza 

per bloccare l’illecito traffico 

di caffè, che peraltro allora non costituiva 

illecito penale. 

In uno dei tanti risultati di servizio 

lungo la costa di Scoglitti, fu sequestrato 

tuttavia un notevole numero di 

sacchi; nella circostanza fu attivata 

una ricognizione e risultò che in una 

caletta vicina era ormeggiato un piccolo 

peschereccio, che aveva sul pianale 

di prua un numero considerevole 

di chicchi di caffè crudo; il peschereccio 

era custodito da un anziano e 

minuto pescatore che si qualificò col 

nome di “Vincenzino”. Interrogato al 

riguardo dei suddetti chicchi, rispose 

con semplicità e sicurezza che ”un 

altro peschereccio aveva scaricato i 

sacchi di caffè e che andandosene al 

largo - per dispetto - aveva lanciato 

una manciata di chicchi di caffè sul 

suo peschereccio, per cui lui era innocente. 

Peraltro non poteva dare indicazioni 

per identificare quel peschereccio, 

perché tutto era avvenuto in 

tempo di notte” 

Ma quanto tempo sono rimasto a 

Ragusa? Dal 1963 al 1965, perchè 

alla fine del 1964 ebbi il piacere e 

l’onore di frequentare il primo corso di 

polizia tributaria attivato dalla Scuola 

di polizia tributaria nella Caserma di 

Viale XXI Aprile, partecipando anche 

alla cerimonia inaugurale della Scuola 

nel Salone d’onore attualmente intestato 

al Colonnello Granata; e subito 

dopo fui trasferito al Comando della 

Compagnia di Tarvisio, per sostituire 

l’allora capitano Carlo Valentino, 

assegnato a Predazzo per assumere il 

Comando della Scuola Alpina. 

Lasciai, quindi, la Sicilia prima della 

prevista più lunga permanenza, 

soddisfatto per quello che avevo prodotto 

e per le esperienze acquisite, ma 

anche con qualche rimpianto, anche 

per non aver avuto la possibilità di visitarla 

compiutamente, tranne Messina, 

Catania, Randazzo e Taormina, Canicattì 

e Piazza Armerina, ed anche 

Agrigento fermandomi anche a Licata, 

dove risultavano in elenco tanti omonimi 

Santamaria: chissà,forse nel passato 

i miei progenitori raggiunsero la 

Puglia, provenienti dalla Sicilia! 

Solo successivamente visitai la bella 

Palermo: una prima volta quando 

accompagnai il Comandante in 

Seconda, il Generale Angelo Dus, per 

una cerimonia triste riguardante un 

incidente automobilistico capitato a 

due giovani alfisti nella zona di Mondello; 

ed una seconda volta quando 

accompagnai un Corso superiore di 

Polizia tributaria, in qualità di Comandante 

della Scuola, in visita a Catanzaro, 

a Reggio Calabria per visitare i 

Bronzi di Riace, a Catania e a Palermo 

per una diretta attenzione ai servizi 

antimafia. 

L’amico Antonino Rametta, però, 

ancora mi aspetta a Palermo per un 

giro dell’Isola, e chissà che non gli 

faccia una sorpresa, anche per ricordare 

i bei tempi passati assieme nella 

bella Napoli. 

Tommaso Santamaria 2008, Chiesa barocca di S. Giorgio a Ragusa Ibla. 


TRATTAMENTI PENSIONISTICI 

LE PENSIONI D’ANNATA CON 

PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA CASSA PENSIONI 

E ALLA PEREQUAZIONE PENSIONISTICA 

Il sistema pensionistico italiano nel 

tempo si è sempre più allontanato da 

quelle indicazioni di costituzionalità 

da cui l’Istituto della Previdenza aveva 

tratto la sua stessa ragione di essere. 

Nella seconda metà del XIX secolo 

l’ordinamento del pubblico impiego 

presentava due grosse lacune: la mancata 

determinazione del contributo 

previdenziale dovuto dallo Stato e la 

mancata istituzione di una Cassa Pensioni 

nella quale raccogliere sia il predetto 

contributo, sia quello già esistente 

a carico dei dipendenti statali. 

A questa lacuna volle porre rimedio 

il Ministro del Tesoro Magliano 

con l’emanazione della Legge 7 aprile 

1881, n. 134, che istituiva la “Cassa 

delle pensioni civili e militari a carico 

dello Stato” e disponeva il suo 

finanziamento mediante ritenute previdenziali 

effettuate sulle retribuzioni 

del personale. 

La stessa legge n. 134 faceva 

obbligo al Governo di fissare il contributo 

dovuto dallo Stato alla Cassa 

Pensioni, come stabilito con apposito 

disegno di legge, purtroppo mai portato 

in discussione e quindi non tradotto 

in norma operante. 

Successivamente, per fronteggiare 

il disavanzo del bilancio dello Stato, il 

Ministro Giolitti, fondatore della Banca 

d’Italia, fece approvare la Legge 7 

aprile 1889, n. 600 che sopprimeva 

la Cassa Pensioni, vendendone il 

patrimonio ad una banca tedesca e 

quindi espropriando i pensionati statali 

non solo dei risparmi passati ma 

anche di quelli futuri. Poi la Cassa 

Pensioni venne ripristinata, ma ha funzionato 

solo a favore di alcune categorie 

di pensionati del comparto pubblico 

e privato, come gli Enti locali, le 

Associazioni degli Uffici Giudiziari, 

dei Medici Pubblici, ENPAS, INPDAI, 

ENASARCO ed altre categorie di pen- 

di Pietro Di Marco 

sionati degli Istituti di Previdenza 

facenti capo al Ministero del Tesoro 

privilegiati di poter accantonare i loro 

versamenti previdenziali che vengono 

amministrati e gestiti dal Tesoro col 

metodo della capitalizzazione. 

Per le altre categorie, che assommano 

a molti milioni di pensionati, 

non disponendo di una Cassa Pensioni, 

i loro contributi vanno a finire in un 

“conto pro Tesoro”, dirottati per altri 

scopi, con conseguente grave ingiustizia 

a danno di tutti i pensionati i quali, 

pur pagando i contributi, sono 

destinati a percepire una misera pensione. 

Perciò, in mancanza di alimentazione 

di questa fantomatica Cassa 

Pensioni, sono sorte le cosiddette 

“PENSIONI D’ANNATA” che costituiscono, 

purtroppo, una discriminante 

arbitraria di trattamento economico 

legato pesantemente all’anno del pensionamento. 

Bisogna dire che dopo il 1975 è 

stato modificato il vecchio ordinamento 

giuridico sganciando la pensione 

dai due insostituibili parametri: “qualità 

gerarchica terminale” e “quantità 

e qualità di lavoro prestato” per sostituirvi 

una dinamica annua di rivalutazione 

inflazionistica che ha umiliato 

specialmente i vecchi servitori dello 

Stato non solo in termine economico, 

ma anche in dignità e condizione 

morale e sociale. 

C’è da dire che il divario tra pensione 

e retribuzione ha superato i limiti 

della ragionevolezza e quindi le 

dimensioni di tale scostamento sono 

tali da vulnerare il dettato costituzionale 

relativo alla perequazione delle 

pensioni, che purtroppo sono calcolate 

sulla base della data del collocamento 

in congedo. 

Ma la Corte Costituzionale ha 

affermato i principi fondamentali, di 

grande importanza sul piano giuridico, 

vedi le Leggi 173/1986 e 

501/1988, relative alla proporzionalità 

e adeguatezza che non debbono 

sussistere solo al momento del collocamento 

a riposo, ma vanno assicurate 

anche nel prosieguo in relazione al 

mutamento del potere di acquisto della 

moneta. 

Tutti i pensionati hanno versato 

mensilmente un contributo di circa l’8 

per cento alla cosiddetta Cassa Pensioni 

al fine di mantenere il costante 

aggancio previsto dell’80 per cento 

della retribuzione, ma a nulla sono 

serviti i tanti ricorsi, anche approvati 

dalla Corte dei Conti, che poi sono 

stati sistematicamente appellati dalla 

Amministrazione, disattendendo l’autorevole 

orientamento dell’alto Organo 

di giustizia contabile. 

Si ricorda invece che a tutte le 

necessarie e pressanti richieste avanzate 

dalle varie Associazioni pensionistiche 

è stato sempre risposto che 

“non ci sono i soldi”, ma i soldi non ci 

sono stati mai per i pensionati anche 

se trattavasi di approvare provvedimenti 

di carattere altamente sociale. 

Il Governo e il Parlamento non 

hanno mai tenuto nelle debite considerazioni 

il contenuto degli artt. 3, 36 

e 38 della Carta Costituzionale, 

secondo cui “tutti i cittadini hanno 

pari dignità sociale e sono eguali di 

fronte alla legge” e la loro pensione, 

quale “retribuzione differita” deve 

essere sempre “proporzionata alla 

quantità e qualità del lavoro prestato 

e in ogni caso sufficiente ad assicurare 

a sé e alla famiglia una esistenza 

libera e dignitosa”. Tali concetti sono 

stati sanciti anche dalla Sentenza n. 

26/1989 della Corte Costituzionale. 

Ora si verifica che lo scostamento 

tra pensione e retribuzione è tale da 

determinare anche un vulnus all’art. 


36 della Costituzione perchè non è 

ammissibile che un pensionato di più 

lunga data percepisca, nei confronti 

di quelli andati recentemente in pensione, 

un trattamento pensionistico di 

molto inferiore, tenuto conto soprattutto 

dell’anno del collocamento in quiescenza. 

Bene è stato fatto ad aumentare, 

sia pure di poco, le pensioni sociali, 

che sono di bassissimo reddito e che 

comunque dovrebbero essere assistite 

dalla fiscalità generale, ma ancora 

meglio farebbe il Governo ad aumentare 

le pensioni d’annata per venire 

incontro alle continue richieste dei 

pensionati statali che per lunghi anni 

hanno servito lo Stato e le Istituzioni 

ed hanno pagato mensilmente i contributi 

come “ritenute pro Tesoro” per 

il miglioramento delle loro pensioni. 

Dopo tanti anni di lotte, condotte 

da parte di tutte le Associazioni pensionistiche 

e dei Sindacati autonomi di 

categoria, il 12 ottobre 1989 la 

Camera dei Deputati approvò, a larga 

maggioranza, due risoluzioni di 

iniziativa parlamentare: la n. 6- 

00106 e la n. 6-00107, votate anche 

dall’opposizione, che impegnava il 

Governo a predisporre un piano che, 

“a partire dal 1° gennaio 1990, entro 

4 anni, doveva eliminare le pensioni 

d’annata” e avviare iniziative per il 

riordino del sistema pensionistico 

tenendo anche conto della legislazione 

sociale in ambito C.E.E. che prevedeva 

un meccanismo di adeguamento 

automatico delle pensioni. 

In merito furono presentate due 

importanti mozioni degli On.li Publio 

Fiori e Luigi D’Amato. Quest’ultimo 

ebbe a dire: «Un secolo fa con l’emanazione 

della “Rerum Novarum” si 

affermò il principio che “rubare una 

mercede agli operai è un peccato che 

grida vendetta al cospetto di Dio. 

Rifletta il Governo sulle sue responsabilità 

e inadempienze e prenda atto 

della necessità di farsi finalmente 

sostenitore di una battaglia giusta e 

santa». 

Intanto grandi e importanti manifestazioni 

di protesta venivano organiz- 

zate in varie località italiane e in particolare 

a Roma: manifestazioni di 

piazza e conferenze nei più grandi 

teatri, organizzate dal Comitato 

Nazionale Interassociativo Pensionati 

Pubblici (C.N.I.P.P.) con la massiccia 

partecipazione delle altre Associazioni 

Nazionali di pensionati pubblici e 

privati e dei Sindacati di categoria, 

oltre ad alcune delle maggiori Autorità 

governative e parlamentari tra le 

quali gli On.li Fini e Fiori. 

Finalmente dopo le pressanti e giuste 

rivendicazioni ed i numerosi ricorsi 

alla Corte dei Conti da parte dei 

Dirigenti Civili e Militari dello Stato e 

del personale non dirigente venivano 

approvati i seguenti provvedimenti: 

a) per i Dirigenti civili e militari dello 

Stato: la Corte Costituzionale, nel 

giudizio di costituzionalità art. 3 

della legge 14 novembre 1987 n. 

468 di conversione, con modificazioni, 

del Decreto Legge 16 

novembre 1987 n. 379, aveva 

disposto misure urgenti per la concessione 

di miglioramenti economici 

per le riliquidazioni delle pensioni 

dei Dirigenti civili e militari 

dello Stato ed al personale ad esso 

collegato o equiparato, collocati in 

pensione anteriormente al 1° gennaio 

1979”. In effetti le stesse pensioni 

venivano agganciate alle 

retribuzioni del personale in servizio 

alla data del 1° agosto 1987. 

Con ciò è stato fatto salvo anche il 

principio della professionalità. 

b) Per i non Dirigenti dello Stato: 

– con la legge n. 141/1985 veniva 

disposto un parziale e insufficiente 

aumento della pensione 

in misura fissa e percentuale; 

– con la legge n. 59/1991 veniva 

sancito la parziale perequazione 

delle pensioni sulla base 

del calcolo dell’anzianità pregressa, 

con decorrenza 1° gennaio 

1978. 

Ma il calcolo di tale anzianità, 

cioè la progressione economica per 

ogni singolo pensionato, si presentava 

di difficile attuazione per i laborio- 

TRATTAMENTI PENSIONISTICI 

si calcoli, per cui le varie Amministrazioni 

avevano sospeso ogni forma di 

riliquidazione in attesa di una circolare 

esplicativa della Ragioneria Generale 

dello Stato, poi le cose sono 

andate per le lunghe ed i miglioramenti 

pensionistici non sono andati a 

regime alla data stabilita e quindi 

sono ancora da attuare nella loro interezza. 

Sulla base di quanto fin qui esposto 

e dopo le moltissime richieste inascoltate 

e le numerose manifestazioni 

di protesta, anche di piazza, dei pensionati 

d’annata, si ritiene conveniente 

abbandonare, almeno per il 

momento, ogni speranza di “aggancio 

automatico alla dinamica delle 

retribuzioni” e orientarsi alla richiesta 

di un parziale aumento delle già striminzite 

pensioni d’annata. 

In questo modo il Governo e il Parlamento 

dovrebbero dimostrare maggiore 

disponibilità specialmente per i 

non dirigenti che sono stati abbandonati 

a riscuotere una pensione di pura 

sopravvivenza. 

La questione dovrebbe essere risolta, 

per ora, calcolando una percentuale 

di aumento delle pensioni d’annata, 

sempre in base all’anno di congedamento, 

con l’approvazione della 

parte politica e dei Sindacati. 

In proposito si fa presente: 

– che le pensioni d’annata dei Dirigenti 

civili e militari dello Stato 

sono state agganciate alle retribuzioni 

del corrispondente personale 

in servizio alla data del 1° agosto 

1987 e dalla stessa data ad oggi, 

nel giro di 21 anni, si sono riformate 

le pensioni d’annata; 

– che le pensioni d’annata dei non 

Dirigenti e delle altre categorie di 

pensionati pubblici si sono formate 

nel giro di circa 30 anni dalla data 

di collocazione in congedo. 

Pertanto le stesse pensioni dovrebbero 

essere ricalcolate e aumentate 

sulla base dell’anno di congedamento, 

privilegiando quelle delle categorie 

non dirigenziali, a cominciare dalle 

pensioni d’annata di più vecchia 

decorrenza e di più basso reddito. 


LETTERA APERTA AL SIG. PRESIDENTE DELLA CORTE 

COSTITUZIONALE 

Pubblichiamo la lettera del Gen. Vincenzo Ruggieri, valente consulente dell’UN.U.C.I., indirizzata 

al Presidente della Corte Costituzionale relativa ad un argomento molto sentito e sofferto dai 

pensionati, specialmente quelli che “godono” delle cosiddette pensioni d’annata. 

Torino, 1 giugno 2008 

Signor Presidente, 

mi scusi se ardisco a tanto. 

Mi permetta di propormi alla Sua 

cortese attenzione quale esperto in 

materia previdenziale e consulente 

giuridico di sodalizi militari per rappresentarLe 

alcuni miei pensieri sulle 

alterne vicende delle perequazioni 

nonché sollecitato dai colleghi pensionati 

per far sentire, mio tramite, il loro 

grido di dolore. 

L’articolo 36 della Costituzione 

garantiva il diritto ad una retribuzione 

proporzionata al lavoro svolto e sufficiente 

a soddisfare i bisogni personali 

e familiari. 

Un bel giorno la Consulta stabilì 

che anche la pensione, come la retribuzione, 

dovesse essere adeguata al 

mutato potere d’acquisto della moneta. 

Fecero pertanto ingresso, nella 

comune terminologia, due espressioni 

linguistiche tanto care ai pensionati: 

riliquidazione e perequazione. Che, a 

suon di sentenze, finirono, secondo 

alcuni, per sconvolgere i conti pubblici 

e perciò suscitarono aspre polemiche 

nelle forze politiche. Finchè la minaccia 

di un tracollo finanziario dello Stato 

convinse i giudici che era giunto il 

momento di dare una diversa lettura 

della Costituzione: a poco a poco l’articolo 

36 lasciò il passo all’art. 81 e le 

sentenze sfonda-bilancio furono sostituite 

da salomonici verdetti. 

Iniziò cosi l’era del “realismo”, delle 

“compatibilità economiche”, della 

“salvaguardia, dell’equilibrio del 

bilancio dello Stato”. E tutti, Governo, 

Parlamento e Corte Costituzionale, 

vissero felici e contenti. Meno i pensionati. 

L’evoluzione della giurisprudenza in 

materia previdenziale della Corte Costituzionale 

sembra una favoletta, culminata 

nelle famose sentenze 99 e 103. 

E sembrano lontano i tempi in cui 

la Corte rivendicava il suo diritto-dovere 

di decidere non sulla base di criteri 

economici ma soltanto alla luce dei 

principi costituzionali, in particolare 

del principio di eguaglianza troppo 

spesso violato e violentato dalle leggi 

previdenziali. E si è perso il ricordo 

delle accese polemiche tra l’allora presidente 

della Corte Saja ed i ministri 

del Tesoro di turno (prima Giuliano 

Amato e poi Guido Carli) sulle reali 

cause dello sfondamento del bilancio. 

Se negli anni 80 la Corte fu accusata 

di essere troppo “populista” negli 

anni ‘90 e 2000 passeranno alla storia 

come quelli del realismo, della 

“prudenza” , dei “bilanciamenti”. 

Sono degli anni 80 le ormai famose 

sentenze sfonda bilancio sulla rivalutazione 

delle pensioni d’annata dei 

magistrati, sullo sfondamento dei tetti 

pensionistici dopo il 1988, sull’inclusione 

dell’integrativa nella buonuscita. 

Sentenze provocate anche dall’inerzia 

del legislatore nel mettere mano ad 

una organica riforma previdenziale. 

L’inversione di tendenza si affaccia 

con la presidenza di Aldo Corasaniti 

e diventa dirompente con Francesco 

Paolo Casavola. Così nel 1993 la 

Corte risparmia al Governo un salasso 

di 15 mila miliardi, di vecchie lire, 

con la storica sentenza n. 243 che 

riconosce l’inclusione dell’indennità 

integrativa nella buonuscita degli statali. 

Ispirandosi al modello tedesco, la 

Consulta riesce però a rinviare le conseguenze 

della pronuncia di incostituzionalità 

a una successiva disciplina 

del legislatore, al quale impone di 

intervenire, anche gradualmente, fin 

dalla successiva legge finanziaria, 

rispettando una serie di indicazioni 

contenute nella sentenza. Questa volta 

Governo e Parlamento non possono 

non dar seguito alla pronuncia e 

approvando a gennaio del 1994 la 

legge n. 87 definita “un’adeguata 

risposta alle sue indicazioni”. 

Ma la Corte fece di più. Con la sentenza 

99/94 giustificò il differimento 

al ’95 degli aumenti delle pensioni 

d’annata dei pubblici dipendenti 

disposti con legge 537/1993, con l’esigenza 

di “salvaguardare l’equilibrio 

del bilancio statale” ed in quella occasione 

sostenne che “la perequazione è 

materia riservata alla discrezionalità 

del legislatore” escludendo in questo 

modo l’applicazione dell’articolo 36 

della Costituzione che in passato aveva 

sempre giustificato invece la perequazione 

automatica delle pensioni. 

Peraltro proprio la sentenza 

243/93 aveva precisato che la 

discrezionalità del legislatore incontra 

un limite nell’articolo 36 (proporzionalità 

e sufficienza), rafforzando quindi 

la tesi che la pensione va adeguata 

al mutato potere d’acquisto della 

moneta. 

Lo stesso principio lo troviamo 

affermato in altre due pronunce del 

1993 (n. 42 e n. 226) che però, pur 

rappresentando già un’inversione di 

tendenza, non sono così radicali come 

appare la sentenza n. 99. 

Già allora, infatti, i giudici della 

Consulta affermarono che la “scelta 

del meccanismo della perequazione è 

riservata al legislatore chiamato a 

bilanciare tra le varie esigenze nel 

quadro della politica economica generale 

e delle concrete disponibilità 

finanziarie”. Ma aggiunsero che i trattamenti 

pensionistici non possono essere 

“cristallizzati” per cui il legislatore 

“deve evitare che si determini un non 

sopportabile scostamento tra la dinamica 

delle pensioni e la dinamica delle 

retribuzioni”. Una riserva necessaria 

a garantire i pensionati, categoria 

priva di forza contrattuale e dunque 

scoperta di fronte all’eventuale inerzia 

del legislatore. 

Ma il colpo di machete all’articolo 

36 della Costituzione è arrivato dalla 


presidenza Ruperto che impietosamente 

ha così concluso l’ordinanza 

254/2001: “…tuttavia, secondo la 

giurisprudenza di questa Corte, la 

scelta in concreto dei meccanismi di 

perequazione è riservata al legislatore 

ordinario, chiamato a compiere il 

bilanciamento tra le varie esigenze nel 

quadro della politica economica generale 

e delle disponibilità finanziarie, e 

che questa valutazione va operata non 

nel senso di un doveroso costante allineamento, 

ma nel senso che il verificarsi 

di un macroscopico ed irragionevole 

scostamento, è indice sintomatico 

della non idoneità del meccanismo in 

concreto prescelto a preservare la sufficienza 

dei trattamenti ad assicurare 

al lavoratore ed alla sua famiglia i 

mezzi adeguati ad una esistenza libera 

e dignitosa”. 

Così si espresse la Corte pur in presenza 

del pagamento di esosi contributi 

previdenziali da parte dei ricorrenti. 

Vale a dire la perequazione 

richiesta era un atto dovuto e non una 

generosa concessione del legislatore. 

Ma non finisce qui. Il colpo di grazia 

arriva con la sentenza n. 

446/2002 dove si legge: 

“Anche una pensione legittimamente 

attribuita può subire gli effetti di 

discipline più restrittive per salvaguardare 

equilibri di bilancio. Legittima la 

riduzione retroattiva della 

reversibilità”. 

Va da sé che è conforme a Costituzione, 

continua la Corte, “una norma 

peggiorativa di trattamenti pensionistici 

in atto”. 

Una espressione linguistica che 

racchiude un principio sconcertante, 

che non lascia spazio ai “diritti acquisiti” 

e che crea nei pensionati uno stato 

d’ansia che certamente non giova 

alla salute pure protetta dalla Carta 

Costituzionale. 

Infine, ma non per ultimo, non posso 

non precisare in questa sede che 

non esistono nel nostro ordinamento 

principi che si prospettano come ostativi 

al riconoscimento di diritti patrimoniali 

per esigenze di bilancio. Né può 

essere un principio da applicare solo 

a certi e non a tutti, come vedremo, i 

pensionati. 

D’altra parte, appare singolare e 

direi sorprendente come la stessa Corte 

si esprime in maniera diversa in 

altre occasioni pure di natura previdenziale. 

Vediamo dove e perché. 

La Corte ha sentenziato in favore 

del trattamento economico pensionistico 

dei magistrati e quindi in palese 

conflitto di interessi, con la seguente 

espressione linguistica: 

“la proporzionalità ed adeguatezza 

(sentt. n. 26 del 1980 e 173 

del 1986)”. Principio che possiamo 

definire “clausola d’oro”. 

Tale sentenza ha disposto l’aggancio 

alla dinamica stipendiale solo e 

soltanto delle pensioni dei magistrati e 

degli avvocati di Stato che pure sono 

dipendenti pubblici. Una sorta di neppure 

tanto celato favoritismo per le 

citate categorie che già godono di 

invidiabili privilegi. 

Ma c’è di più. 

Sempre la stessa Corte con sentenze 

n. 348 e 349 del 2007, che sono 

un capolavoro di specchiata e rivitalizzata 

costituzionalità, a proposito di 

espropri per pubblica utilità ha fissato 

alcuni principi generali: 

a) un atto della autorità pubblica, 

che incide sul diritto di proprietà, 

deve realizzare un giusto equilibrio 

tra le esigenze dell’interesse 

generale e gli imperativi della salvaguardia 

dei diritti fondamentali 

degli individui; 

b) nel controllare il rispetto di questo 

equilibrio, la Corte riconosce allo 

Stato «un ampio margine di 

apprezzamento», tanto per scegliere 

le modalità di attuazione, quanto 

per giudicare se le loro conseguenze 

trovano legittimazione, nell’interesse 

generale, dalla necessità 

di raggiungere l’obiettivo della legge 

che sta alla base dell’espropriazione; 

c) l’indennizzo non è legittimo, se non 

consiste in una somma che si ponga 

«in rapporto ragionevole con il 

valore del bene»; se da una parte 

la mancanza totale di indennizzo è 

giustificabile solo in circostanze 

eccezionali, dall’altra non è sempre 

garantita da un riparazione 

integrale; 

d) in caso di «espropriazione isola- 

ta», pur se a fini di pubblica utilità, 

solo una riparazione integrale può 

essere considerata in rapporto 

ragionevole con il valore del bene; 

e) «obiettivi legittimi di utilità pubblica, 

come quelli perseguiti da misure 

di riforma economica o di giustizia 

sociale possono giustificare un 

indennizzo inferiore al valore di 

mercato effettivo». 

Allorchè prende in esame l’adeguamento 

al costo della vita dei comuni 

pensionati si appella alle esigenze 

di bilancio. Quando invece l’adeguamento 

delle pensioni riguarda i magistrati, 

esso deve essere rapportato al 

costo della vita e quando riguarda il 

risarcimento per l’esproprio per pubblica 

utilità, esso deve avere un valore 

ragionevole adeguato ai reali indici di 

mercato. Altrettanto dicasi per i rimborsi 

elettorali ai partiti politici. 

Signor Presidente, se la pensione 

altro non è che lo stipendio differito 

deve essere tassata come tale e quindi 

adeguata al costo della vita come le 

retribuzioni di attività. Se invece la 

pensione è un vitalizio deve essere tassata 

come rendita di capitale e quindi 

al massimo al 20%. 

Signor Presidente, il sacro principio 

che “LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI” 

è ancora valido? 

Purtroppo non sono stato baciato 

dalla dea bendata della sintesi. Ne 

avrei compromesso il contenuto. 

Trattandosi di questione che strettamente 

mi riguarda, ho esercitato un 

mio legittimo diritto, osservando, nelle 

intenzioni e nei fatti, una linea di correttezza 

e di rispetto nei Suoi riguardi 

e di quelli della Corte. 

Tuttavia spero che le espressioni 

non abbiano tradito le intenzioni e con 

questa speranza affido a Lei le sorti 

dei pensionati. 

Se Ella riterrà, come auspico, di 

potermi onorare di una Sua risposta, 

sarò lieto di portare il contenuto della 

stessa a conoscenza dei miei colleghi 

pensionati. 

Gen. (r) Vincenzo Ruggieri 

Via Stelvio, 82 – 10141 Torino 

La lettera è stata già pubblicata sulla 

“Rivista di Cultura Militare” dell’UNU- 

CI n. 5/6 del maggio/giugno 2008. 


CERIMONIA DI AVVICENDAMENTO DEL COMANDANTE 

INTERREGIONALE PER L’ITALIA NORD-ORIENTALE 

DELLA GUARDIA DI FINANZA 

Il 30 aprile 2008, presso la Stazione 

Navale della Guardia di Finanza 

di Venezia, ha avuto luogo la cerimonia 

del passaggio di consegne tra 

il Gen. C.A. Edoardo Esposito, 

Comandante Interregionale per l’Italia 

Nord-Orientale della Guardia di 

Finanza, ed il Gen. C.A. Luciano Pezzi, 

alla presenza del Comandante 

Generale della Guardia di Finanza, 

Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo. 

Alla cerimonia hanno partecipato 

Autorità civili, militari e religiose, nonché 

una rappresentanza di soci della 

Sezione ANFI di Mestre, con il Presidente 

di Sezione, App. Cav. Uff. Gaetano 

Fasulo e con Bandiera. 

Dopo la cerimonia il Comandante 

Generale ha ringraziato l’Associazione 

Nazionale Finanzieri d’Italia per la 

continua presenza, per la stima e l’affetto 

che legano gli appartenenti della 

Guardia di Finanza in servizio con 

quelli in congedo. 

di Gaetano Fasulo 

Alla presenza del Comandante Generale, Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo, il Gen. C.A. 

Edoardo Esposito cede l’incarico di Comandante Interregionale per l’Italia Nord- 

Orientale al Gen. C.A. Luciano Pezzi. 

Il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Cosimo D’Arrigo ed il Gen. C.A. Edoardo Esposito; per l’A.N.F.I. 

di Mestre il Col. Avv. Roberto Basile; il Presidente della Sezione, App. Cav. Uff. Gaetano Fasulo; il Vice Presidente, M.M.A. Cav. 

Ernesto Franzolin e i Consiglieri Mar. Domenico Finocchiaro e App. Carlo Cintilini. 


ATTIVITÀ DELLA SEZIONE ANFI DI BASSANO DEL GRAPPA 

Nella mattinata del 19 luglio u.s., alla 

presenza del Comandante Generale della 

Guardia di Finanza, Gen. C.A. Cosimo 

D’Arrigo, del Comandante Interregionale 

per l’Italia Nord-Orientale, Gen. C.A. Luciano 

Pezzi, del Comandante Regionale del 

Veneto, Gen. B. Mario D’Alonzo, del 

Comandante Provinciale di Vicenza, Col. 

Antonio Morelli, del Comandante della 

Compagnia di Bassano del Grappa, Cap. 

Danilo Toma, e di autorità civili, militari e 

religiose, si è svolta la solenne cerimonia di 

intitolazione della caserma “Finanziere 

Medaglia di Bronzo al Valor Militare Attilio 

Maniezzo”, sede della Compagnia della 

Guardia di Finanza di Bassano del Grappa 

(VI), alla quale hanno partecipato alcuni 

soci ed il Presidente della Sezione ANFI di 

Bassano, Gen. B. Giancataldo Mirizzi. 

Al termine della cerimonia militare, in 

una riunione nella sala convegno della 

caserma, il Gen. Mirizzi ha offerto al 

Comandante Generale il volume edito nel 

mese di maggio 2008, “Il Ponte di Bassano”, 

(manufatto comunemente denominato 

“Ponte degli Alpini”), nonché quattro xilografie 

del castello degli Ezzelini, attualmente 

dimora dell’Arciprete del duomo di Bassano. 

Il Generale D’Arrigo ha esternato il suo 

gradimento ed ha ricambiato il pensiero 

consegnando al Presidente della Sezione il 

crest riproducente lo stemma araldico della 

Guardia di Finanza. 

IL GEN. B. MARIO D’ALONZO 

VISITA LA SEZIONE ANFI 

DI BASSANO DEL GRAPPA 

Il 24 giugno 2008 il Comandante 

Regionale per il Veneto, Gen. B. Mario D’Alonzo, 

nel corso di una visita al Comando 

Compagnia di Bassano del Grappa, ha 

voluto, come promesso da tempo al Presidente 

della Sezione, Gen. B. Giancataldo 

Mirizzi, incontrare alcuni soci presso la 

sede della Sezione ubicata in un locale della 

caserma. 

Nell’occasione, il predetto Ufficiale 

Generale, accompagnato dal Col. Antonio 

Morelli, Comandante Provinciale di Vicen- 

a cura di Giancataldo Mirizzi 

Nella foto in alto, il Gen. Mirizzi offre al Comandante Generale, Gen. D’Arrigo, il 

volume “Il Ponte di Bassano”, edito nel mese di maggio u.s.; nella foto in basso, il 

Comandante Generale ricambia offrendo al Presidente della Sezione di Bassano il 

Crest con lo stemma araldico della Guardia di Finanza. 

za, e dal Cap. Danilo Toma, Comandante 

della Compagnia di Bassano del Grappa, 

si è intrattenuto cordialmente con la delegazione 

della Sezione ed ha espresso la sua 

soddisfazione in particolare per quanto gli 

associati fanno per conservare e rafforzare 

i sentimenti di solidarietà e di cameratismo 

con i finanzieri in servizio, nonché per la 

loro assidua presenza alle manifestazioni 

commemorative militari. 

Al termine della visita è seguito un rinfresco 

offerto dalla Sezione in un ristorante 

del luogo. 

Nella foto, a lato, da sinistra, il Ten. 

Alessandro Campana, V.Presidente della 

Sezione, il Brig. Aldo Negrello, Sindaco, il 

Gen. B. Mario D’Alonzo, Comandante 

Regionale Veneto, il Gen. B. Giancataldo 

Mirizzi, Presidente della Sezione, il Col. 

Antonio Morelli, Comandante Provinciale di 

Vicenza, il Cap. Danilo Toma, Comandante 

della Compagnia di Bassano. 


MEDAGLIA DI BRONZO AL VALORE DELLA GUARDIA DI 

FINANZA IN MEMORIA DEL FIN. SCELTO GIUSEPPE GARDELLA 

Nel pomeriggio del 23 giugno 2008, 

in Coverciano (FI) presso il Centro Tecnico 

Federazione Calcio Nazionale, ha 

avuto luogo una considerevole parata 

militare alla presenza del Vice Presidente 

del Senato, Sen. Vannino Chiti, del Gen. 

C.A. Nino Di Paolo, Comandante Interregionale 

per l’Italia Centro-Settentrionale 

della Guardia di Finanza, e con la partecipazione 

di alte Autorità civili e militari, 

nonché di un numeroso pubblico, per 

celebrare il 234° Anniversario della Fondazione 


Durante la manifestazione, il Sen. 

Chiti ha consegnato alla Signora Vittoria, 

figlia del defunto Finanziere Scelto 

Giuseppe Gardella e moglie del 

M.M.A. Cav. Maurizio Tegoni, socio 

della Sezione ANFI di Bologna, la 

Medaglia di Bronzo al Valore della 

Guardia di Finanza alla “Memoria” del 

padre Giuseppe, con la seguente motivazione: 

“”Finanziere appartenente alla 

Brigata Stanziale di Fortezza (BZ), nelle 

tragiche ore susseguenti alla dichiarazione 

d’armistizio dell’8 settembre 

1943, impegnò un impari combattimento 

contro una formazione tedesca che 

di Ermanno Gelsi 

Il Vice Presidente del Senato, Sen. Vannino Chiti, consegna alla Sig.ra Vittoria, figlia 

del Fin. sc. Giuseppe Gardella, la Medaglia di Bronzo al Valore della Guardia di 

Finanza, alla presenza del Gen. C.A. Nino Di Paolo. 

tentava di assaltare la caserma ove prestava 

servizio, venendo mortalmente 

ferito dopo eroica resistenza. 

Fulgido esempio di attaccamento al 

dovere e di nobili virtù militari dettate fino 

all’estremo sacrificio. 

Fortezza (BZ) 9-10 settembre 1943””. 

A GENOVA INTITOLATA UNA AUTOAMBULANZA AL FIN. SCELTO FABIO DE ROSA 

Domenica 13 luglio 2008, presso 

la Pubblica Assistenza “Croce d’Oro” 

di Genova, Municipalità di Sampierdarena, 

in occasione dei 110 anni della 

sua fondazione, sono state inaugurate 

due nuove autoambulanze, rispettivamente 

dedicate alla memoria dei 

Carabinieri, M.C. Vittorio Battaglini ed 

App. Mario Tosa e del Finanziere scelto 

(basco verde) Fabio De Rosa, tutti 

caduti nell’adempimento del proprio 

dovere, i primi due, Medaglie d’Oro al 

Valor Civile, uccisi il 21 novembre 

1979 in Genova dalle Brigate Rosse 

ed il terzo in servizio di contrasto al 

contrabbando il 18 maggio 1995 in 

località Torre Testa (BR), all’età di 26 

anni. Il Fin. Sc. De Rosa era originario 

di Genova. 

Alla suddetta significativa cerimonia 

hanno partecipato numerose Autorità 

civili e militari, tra le quali, per la Guardia 

di Finanza, il Gen. B. Raffaele 

Romano, Comandante Regionale Liguria, 

il Col. t. SFP Vincenzo Di Rella, 

Comandante del Nucleo di Polizia Tributaria 

di Genova ed il Ten. Giovanni 

D’Acunto, Comandante la Compagnia 

pronto impiego alla sede, erano presenti 

i genitori del compianto Fin. s. Fabio 

di Antonio Marino 

Genova Sampierdarena 13 luglio 2008. 

Cerimonia di intitolazione di una Autoambulanza al Fin. sc. De Rosa. 

Nella foto, da sinistra: il Cap. Carmine Miglino, il Ten. Giovanni D’Acunto, il Cav. 

Diego Repetto, Presidente della Croce d’Oro di Genova-Sampierdarena, il Gen. B. 

Raffaele Romano, la Sig.ra De Rosa ed il Ten. Col. Antonio Marino. 

De Rosa, la cui madre è stata la madrina 

della cerimonia. 

Per l’ANFI sono intervenuti il Ten. 

Col. Antonio Marino, Consigliere 

Nazionale per la Liguria, ed il Cap. 

Carmine Miglino, Presidente della 

Sezione alla sede, unitamente a numerosi 

soci della stessa, con Bandiera. 


AVVICENDAMENTO DEL COMANDANTE REGIONALE 

DELL’EMILIA ROMAGNA 

Il 30 giugno 2008 presso la caserma “Brig. Erio Bertarini” in Bologna ha avuto 

luogo la cerimonia di avvicendamento del Comandante Regionale della Guardia 

di Finanza dell’Emilia Romagna tra il Gen. D. Luciano Carta ed il Gen. D. Vincenzo 

Delle Femmine. 

Alla cerimonia ha presenziato il Comandante Interregionale pro-tempore per 

l’Italia Centro Settentrionale, Gen. C.A. Nino Di Paolo, ora Comandante in Seconda 


Sono intervenuti tutti i Comandanti Provinciali dell’Emilia Romagna ed altri 

numerosi ufficiali in servizio alla sede di Bologna. Presente anche una nutrita rappresentanza 

di Ispettori, Sovrintendenti e finanzieri. 

Per l’A.N.F.I. sono intervenuti: il Consigliere Nazionale per l’Emilia Romagna, 

M.M.A. Comm. Ermanno Gelsi, con una rappresentanza, con labaro, della Sezione 

ANFI di Bologna. 

Il Consigliere Nazionale, M.M.A. Gelsi ha donato al Gen. D. Luciano Carta 

il Crest dell’Associazione augurando all’alto Ufficiale un futuro ricco di successi e 

di soddisfazioni nel nuovo prestigioso incarico. 

Al Gen. D. Vincenzo Delle Femmine ha rivolto, anche a nome di tutti i soci della 

Sezione ANFI di Bologna, un cordiale benvenuto con gli auguri più fervidi di 

buon lavoro. 

Il Consigliere Gelsi, ha poi rivolto al Gen. C.A. Nino Di Paolo un particolare 

augurio per la Sua prossima nomina a Comandante in Seconda del Corpo. 

di Ermanno Gelsi 

Nelle foto: in alto, da sinistra, il Gen. D. Vincenzo Delle Femmine, il 

Gen. C.A. Nino Di Paolo, il M.M.A. Comm. Ermanno Gelsi ed il Gen. 

D. Luciano Carta; nella foto a lato, da sinistra, il Brig. C. Paolo Pampini, 

Consigliere della Sezione di Bologna, il M.M.A. Dario Minarelli, 

Vice Presidente della Sezione, e il Consigliere Nazionale M.M.A. 

Ermanno Gelsi. 

IL COL. IGNAZIO GIBILARO È IL NUOVO COMANDANTE 

PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CATANIA 

Il 31 luglio 2008, nella sala Koinè del 

Comando Nucleo Polizia Tributaria della Guardia 

di Finanza di Catania, alla presenza del 

Comandante Regionale Sicilia, Gen. D. Domenico 

Achille, è avvenuto il passaggio di consegna 

tra il Col. Agatino Sarra Fiore ed il Col. t.ST Ignazio 

Gibilaro. 

Alla cerimonia hanno preso parte moltissime 

Autorità: il Prefetto di Catania Dott. Giovanni 

Finazzo; il Procuratore Generale della Repubblica, 

Dott. Giovanni Tinebra; il Procuratore della 

Repubblica di Catania, Dott. Vincenzo D’Agata; 

il Magnifico Rettore dell’Università di Catania, 

Antonino Recca; il Presidente della Provincia, On. 

Giuseppe Castiglione ed il Sindaco di Catania, 

Sen. Raffaele Stancanelli. 

Per l’A.N.F.I. erano presenti il Consigliere 

Nazionale per la Sicilia, S.Ten. Giuseppe Culò; 

il Presidente della Sezione di Catania, S.Ten. Rocco 

Valerio Lollo; il Sindaco della Sezione Brig. C. 

Francesco Picerno; il Consigliere Fin. Mario Loi 

ed i soci Benemeriti, Dott. Salvo La Rosa e Geom. 

Carmelo Martelli. 

Il Col. Gibilaro è nato ad Agrigento, ha qua- 

rantasette anni e proviene dal Servizio Centrale 

Investigazioni Criminalità Organizzata (SCICO) 

della Guardia di Finanza di Roma. 

di Rocco Valerio Lollo 

Ai due Comandanti i più affettuosi e sinceri 

auguri per un futuro pieno di sodisfazioni e successi 

da parte di tutti i soci dell’Associazione. 

Il Col. Ignazio Gibilaro pronuncia il discorso di insediamento quale Comandante Provinciale della 

Guardia di Finanza di Catania, alla presenza del Gen. D. Domenico Achille, Comandante Regionale 

Sicilia e del Col. Agatino Sarra Fiore. Assistono alla cerimonia il Consigliere Nazionale ANFI della 

Sicilia, S.Ten. Giuseppe Culò e la rappresenza della Sezione ANFI di Catania. 


NELLA CAPPELLA DEL COMANDO GENERALE CELEBRATA 

LA SANTA MESSA NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA 

DEL GEN. C.A. PIERPAOLO MECCARIELLO 

Il Gen. C.A. Pierpaolo Meccariello 

È mancato il 18 agosto e i funerali 

si sono svolti a Genova. Il 18 settembre 

a Roma è stata celebrata la Santa Messa 

del Trigesimo nella Cappella del 

Comando Generale con larga partecipazione 

di Autorità e Militari in servizio 

e in congedo, del Comandante in 

Seconda, Gen. C.A. Nino Di Paolo e 

dei colleghi di Corso presenti nella 

capitale. 

Nel corso della cerimonia il Presidente 

del Museo Storico, Gen. C.A. 

Luciano Luciani ha delineato la nobile 

figura del Gen. C.A. Pierpaolo Meccariello, 

illustrando il suo prestigioso curriculum 

e i più recenti impegni di storico 

militare, anche a livello internazionale; 

concludendo, ha reso noto un messaggio 

pervenuto dal Gen. C.A. Guglielmo 

Farnè che aveva preceduto il Gen. 

Meccariello nell’alto incarico di 

Comandante in Seconda. 

Il Cappellano militare, Mons. Pietro 

Campominosi, nel corso della sua omelia 

ha ricordato la eccezionale personalità 

del Gen. Meccariello, mentre la 

sorella del Gen. Meccariello, Sig.ra 

Eliana, ha fatto pervenire il vivo ringraziamente 

nei termini seguenti: “I familiari 

tutti, commossi per la sincera partecipazione 

al loro dolore e per la grande 

manifestazione d’affetto dimostrata 

dagli amici della Guardia di Finanza, 

esprimono la loro profonda gratitudine 

a quanti di presenza o per iscritto hanno 

voluto testimoniare stima e affetto 

per il loro caro congiunto, Generale 

Pierpaolo Meccariello”. 

Niente lasciava intravedere la Sua 

scomparsa, quando lo avevamo visto 

intraprendere una nuova crociera a 

Capo Nord, con il Gen. Espedito Finizio 

ed altri colleghi, che recentemente 

lo avevano avviato verso una più estesa 

ricerca di nuovi mondi e di nuove 

emozioni, alternative alle ricerche storiche 

che aveva intrapreso con la sua 

solita minuziosa indagine, soprattutto 

per mettere in luce aspetti sconosciuti o 

meno noti della Guardia di Finanza. 

Numerose sono le pubblicazioni edite 

dal Museo Storico e numerosi gli interventi 

culturali in Circoli storici e sedi universitarie. 

Era stato l’amico Presidente del 

Museo Storico, Gen. C.A. Luciano 

Luciani, che lo aveva seguito nel prestigioso 

incarico, ad interessarlo – con tutti 

gli altri membri del Comitato storico 

del Museo – su temi nuovi e di interesse 

per il Corpo, ottenendone un prezioso 

contributo per lo studio e la illustrazione 

dei tanti aspetti benemeriti della 

Guardia di Finanza, e ricevendo tanti 

ampi riconoscimenti nei Circoli culturali 

e universitari di livello, che sicuramente 

risentiranno della sua interrotta attività 

culturale. 

Come ne risentiranno i tanti colleghi, 

che hanno beneficiato della sua 

esperienza e professionalità: per l’attività 

di volo dei mezzi aerei della Guardia 

di Finanza (da Lui iniziata anche 

con tre colleghi del 51° - Cavalli, Bianco 

e Morelli, unitamente a Santi Spena 

ed altri); come anche per la frequenza 

dei Corsi per conseguire il titolo di 

Scuola di Guerra a Civitavecchia – fra 

cui il futuro Comandante in Seconda 

Osvaldo Cucuzza – od anche per la 

complessa attività di consulenza negli 

Uffici del personale del Comando 

Generale, vissuta unitamente, ad esempio, 

al nostro attuale Presidente Nazionale 

dell’ANFI, Gen. C.A. Giovanni 

Verdicchio. 

Ovunque, in servizio e fuori, ha 

riscosso sentimenti di ammirazione ed 

anche di affetto, soprattutto dal suo 

“Popolo”, come era solito chiamare tutti 

i colleghi del 51° Corso Monte Sperone 

I, che lo ricorderanno sempre 

come il loro “Capo”. Alcuni di essi lo 


hanno ricevuto lassù, confortandolo 

con il loro abbraccio unitamente alla 

cara moglie Claretta e al carissimo 

figlio Michele. 

Non senza commozione i Colleghi 

del 51° Corso, con la Direzione di questo 

periodico, esprimono il loro cordoglio, 

sicuri interpreti di quanti hanno 

avuto la ventura di averLo come Superiore 

o come Collaboratore e Amico. 

Solo per ricordare la Sua eccezionale 

carriera e professionalità, ne ricordiamo 

alcuni aspetti di rilievo. 

Orfano di guerra, è entrato in Accademia 

nel 1951, al primo posto in graduatoria 

ed ha conservato sempre tale 

posizione di eccellenza all’uscita dall’Istituto 

e in tutta la progressione della 

Sua eccezionale carriera nei vari prestigiosi 

incarichi operativi e di vertice. 

Conseguì con lode il Titolo di Scuola di 

Guerra, e da allora è stato un esempio 

da seguire per tutti i successivi titolati. 

Fra le pubblicazioni di interesse storico 

citiamo: “Finanza di Mare”, Editalia 

1994; “La Guardia di Finanza al 

confine orientale 1918-1954”, Gribaudo 

Torino; “La Guardia di Finanza nella 

seconda guerra mondiale” Museo 

Storico della Guardia di Finanza, 

Roma 1992; “In Nome dello Stato. Le 

Forze militari di Polizia in Italia 1943- 

1945” Roma 2005; “Il Servizio Aereo 

della Guardia di Finanza”, Roma 

1987; “Finanza di mare”, Editalia 

Roma; “Storia della Guardia di Finanza”, 

Le Monnier 2003. 

Per la sua numerosa e apprezzata 

attività di Storico era stato nominato 

Presidente della “Società di Storia Militare” 

e Membro del CISM “Centro Internazionale 

di Storia Militare, che riunisce 

gli Uffici Storici delle Forze Armate 

Internazionali”. 

La sorella del Gen. C.A. Pierpaolo 

Meccariello, Sig.ra Eliana desidera 

esprimere un sentito ringraziamento a 

quanti Le hanno inviato attestazioni di 

cordoglio, affetto e stima. I familiari tutti, 

commossi per la sincera partecipazione 

al loro dolore e per la grande 

manifestazione d’affetto dimostrata 

dagli amici della Guardia di Finanza, 

esprimono la loro profonda gratitudine 

a quanti di presenza o per iscritto hanno 

voluto testimoniare stima e affetto 

per il loro caro congiunto, Generale 

Pierpaolo Meccariello. 


L’Avv. Renato Fiandaca è spirato 

nella sua casa, dopo 14 anni di una 

grave malattia che lo aveva interamente 

paralizzato. Erano le sei e trenta 

del mattino del 5 maggio u.s. quando 

la famiglia ne ha annunciato la 

scomparsa. Ad assistere Renato nell’ultima 

drammatica prova c’erano 

l’inseparabile moglie Luisella (figlia 

del compianto Generale Altamura) e 

le adorate figlie. Renato era il nostro 

Vice capo corso di quel “glorioso” 7° 

AUC. Erano gli anni 1977/78, quando 

l’Accademia era ancora nella 

Capitale in Piazza Armellini (di fronte 

al Giolitti). Noi del 7° siamo sempre 

stati orgogliosi di aver fatto parte della 

grande famiglia della Guardia di 

Finanza, ma lui, in particolare aveva 

fatto tesoro di quella indimenticabile 

esperienza di vita. Un giorno mi confessò 

che pur avendo raggiunto i più 

ambìti livelli Istituzionali della Repubblica, 

si sentiva ancora fortemente un 

Ufficiale di Finanza. 

Era molto orgoglioso della divisa 

che aveva indossato e degli ideali 

che essa rappresentava. La Sezione 

ANFI di Bari per gli importanti incarichi 

pubblici ricoperti e per il suo 

grande attaccamento e spirito di Corpo 

lo insignì della carica di Socio 

Benemerito. Renato era nato in Calabria 

a Belvedere Spinello il 7 febbraio 

1952 ma aveva sempre vissuto 

a Bari, si era laureato in Giurisprudenza 

con lode all’Università di Bari 

con una illuminata tesi in Diritto Commerciale. 

Subito dopo l’esperienza 

militare superò il difficilissimo concorso 

nell’Avvocatura dello Stato classificandosi 

tra i primi posti. Fu destinato 

all’Avvocatura di Venezia dove si 

distinse brillantemente, grazie alle 

sue non comuni doti intellettive ed 

alla illuminata preparazione giuridica. 

Renato, per chi ha avuto la fortuna 

di conoscerlo, era un uomo con 

una inesauribile capacità di memoria, 

una dote che a volte sembrava 

non fosse umana. Non è a caso che 

lo avevano definito il “Pico della 

Mirandola” del XXI Secolo. Dopo l’esperienza 

nell’Avvocatura, superò 

UNO DI NOI 

Renato Fiandaca: Vice Capo Corso 7° A.U.C. 

di Gianni Panuzzo 

Cerimonia del Giuramento (già Sottotenenti) presso la XI Legione di 

Bari. Nella foto: il primo a destra è Renato Fiandaca, il secondo è 

Achille Marino, il terzo Giovanni Panuzzo, e ultimo a sinistra è Giuseppe 

Zonno. 

brillantemente, classificandosi tra i 

primi posti, il concorso nella Magistratura 

Amministrativa Regionale 

(TAR). In pochi anni divenne Consigliere 

di livello. Negli anni ’90 viene 

nominato Capo di Gabinetto della 

Regione Puglia, a cui dedicò energie 

e competenze, servendola con grande 

passione civile. 

Quando incrociavi uno sguardo 

leale e diretto con gli occhioni chiari 

che ti sorridevano, allora eri certo di 

aver incontrato Renato. Adesso non ci 

sarà più a raccontarci quelle mitiche 

barzellette, con la sua innata simpatia. 

Quando invece diventava serio, ci 

parlava delle sue figliole per le quali 

stravedeva. Le aveva un pò inconsciamente 

spinte a ripercorrere le sue 

esperienze professionali e loro lo hanno 

ripagato mettendo a frutto le loro 

intelligenze, suffragate da una grande 

preparazione culturale. Le prime due, 

Lidia e Lucrezia, sono rispettivamente: 

la prima nella Magistratura Ordinaria 

e la seconda è Procuratore dello Stato 

mentre la più piccola Chiara si sta laureando 

in Odontoiatria. Di loro provava 

un orgoglio che soltanto chi 

conosceva la sua indole poteva capire. 

Della dolcissima Luisella parlava 

meno, per una sorta di ritrosia, ma l’adorava 

e l’amava tantissimo: “quella 

Professoressa di Liceo come ce ne 

sono poche!”. Di Renato ricorderemo 

la sua serenità nell’affrontare la malattia, 

la sua fede in Dio, l’amore per la 

vita. Noi del 7° che abbiamo avuto la 

fortuna di incontrarlo, frequentarlo e 

stimarlo, ora gli vogliamo più bene di 

prima. 

Perciò lo terremo stretto nello scrigno 

delle nostre nostalgie e dei nostri 

ricordi, belli e irripetibili. Addio Renato, 

ci aspetterai ad uno ad uno in 

Piazza d’Armi, per rifare l’appello e 

noi ti saluteremo con il consueto, mitico: 

COMANDI! 


CONCORSO LETTERARIO 

PER L’80° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE 

DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA E 

PER IL 20° ANNIVERSARIO DI FIAMME GIALLE 

La Presidenza Nazionale dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, in collaborazione con la Direzione di “Fiamme 

Gialle”, accogliendo le istanze di molti lettori del periodico, intende onorare - con un concorso letterario - l’80° Anniversario 

di Fondazione dell’Associazione e il ventennale di Fiamme Gialle. 

Il concorso è aperto a tutti i soci, compresi i soci onorari, benemeriti e simpatizzanti, nonché a tutte le Fiamme Gialle 

in servizio. 

I lavori, la cui stesura dovrà essere compresa fra le 4 e le 8 cartelle dattiloscritte, dovranno avere per oggetto la descrizione 

dell’ambiente nel quale gli autori hanno operato nel passato o vivono attualmente, con particolare riguardo alla 

storia, agli usi e ai costumi, relativi alla Guardia di Finanza ed all’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia. 

Gli scritti, ovviamente originali, dovranno essere possibilmente accompagnati da una o più fotografie in bianco e nero 

o a colori pertinenti all’ambiente prescelto. 

Si richiedono lavori semplici, che denotino soprattutto genuinità di idee e sentimenti ed esposizione in forma chiara 

e scorrevole. 

I lavori dei partecipanti dovranno pervenire alla Direzione di Fiamme Gialle, A.N.F.I., via Caroncini 19 – 00197 – 

Roma, entro le ore 24 del 31 marzo 2009, contrassegnati da un motto e chiusi in una busta, nella quale ci sarà altra 

busta recante all’esterno lo stesso motto e nell’interno un cartellino con le generalità dell’autore. 

La spedizione sarà fatta con plico raccomandato. 

Tutti i lavori diverranno di proprietà di Fiamme Gialle, che si riserva di pubblicare quelli che saranno premiati ed eventuali 

altri. 

Per i primi tre classificati sono previste tre targhe di merito. 

I lavori pervenuti saranno valutati da apposita Commissione e l’esito della valutazione sarà riportato su “Fiamme Gialle” 

e su “Il Finanziere”. 

Il Regolamento del concorso sarà diffuso appena possibile. 

GLI ACROSTICI DEL CAP. FRANCESCO GATTA 

Come i nostri soci ben sanno per “acrostici” si intendono i 

componimenti poetici le cui lettere iniziali dei versi, lette successivamente, 

formano nomi o sentenze. 

I due seguenti acrostici composti dal Cap. Francesco Gatta, 

socio e fondatore della Sezione ANFI di Manfredonia, si riferiscono 

a due nomi di interesse: “Le Fiamme Gialle” e “Nec Recisa 

Recedit”. 


Recensione 

“Quelli del Giovo” – Dove la lotta al 

contrabbando era dura e cruenta, di 

Giovanni Trotta e Anna Botter – Macchione 

Editore – pagg. 208 - € 20,00. 

Per eventuali richieste, rivolgersi a: 

Ezio Volpin, Via Volta, 126 – 28043 

Bellinzago (NO), tel. 0321.985995. 

Dopo appena due anni dalla prima 

edizione, vede la luce questa 

seconda edizione di “quelli del Giovo”, 

che Giovanni Trotta e Anna Botter 

hanno arricchito con nuovi e inediti 

episodi di vita vissuta, raccontati 

direttamente, non senza emozione, 

dai veri protagonisti di queste vicende, 

all’epoca giovani militari della 

Guardia di Finanza, comandati di servizio 

presso i distaccamenti del Giovo, 

Sommafiume e S. Jorio. 

Sono storie semplici che si inquadrano 

in uno specifico contesto storico 

(sono gli anni a cavallo tra il 1950 ed 

il 1970), in cui particolarmente 

agguerrito era il contrabbando tra l’Italia 

e la Svizzera, che i Finanzieri di 

allora fronteggiavano, in gran parte, 

con la sola forza e l’entusiasmo della 

loro giovinezza, andando incontro a 

fatiche, sacrifici e privazioni di ogni 

V A R I E 

Giacinto ORFANELLO “Il pittore dell’Arno” 

Il Commendatore al “Merito della Repubblica Italiana” Giacinto Orfanello è 

nato a Palermo e risiede a Firenze, ove svolge la sua attività di pittore sin dal 

1957. Ha allestito mostre di pittura nelle più importanti gallerie italiane ed estere: 

a Parigi, Monte Carlo, Stoccarda, Francoforte, Houston, (mostra personale 

presso l’Istituto Italiano di Cultura a quella sede) e a Washington nel 1998. Ha 

partecipato a concorsi internazionali e nazionali e gli sono state conferite medaglie 

d’oro e d’argento comprese quelle del Presidente della Repubblica, il “Fiorino 

d’Oro” di Firenze, la Medaglia d’Oro “Laurenziana” dell’Accademia Internazionale 

Medicea di Firenze nel corso della sua quarantennale attività. Le sue 

opere si trovano in importanti collezioni in Italia ed all’estero. 

Il Gen. C.A. Nino Di Paolo, ora Comandante in Seconda della Guardia di Finanza, 

in una sua recente visita al pittore Giacinto Orfanello nello Studio dell’Artista 

a Firenze si è così espresso nei suoi confronti: “A Giacinto Orfanello maestro della 

luce, anima sensibile che dà lustro alle Fiamme Gialle ed al nostro Paese con 

ammirazione, amicizia e grande affetto. Gen. Nino Di Paolo”. Firenze, 11 gennaio 

2008. 

genere. 

Sono altresì, vicende di confine, 

che ci fanno conoscere le esperienze 

di quegli uomini in divisa e le loro storie, 

abbarbicati, a ridosso del confine, 

costretti, per necessità, a battere 

le vie più impervie, spesso innevate, 

lungo i crinali, con sulle spalle le bricolle 

di sigarette o di caffè. 

Questo libro vuole essere un grato 

riconoscimento a tutti i Finanzieri di 

ogni ordine – di norma tra i più gio- 

vani del Corpo e alla prima esperienza 

– che hanno avuto l’onore di aver 

prestato servizio presso le Brigate di 

Germasino e di Garzeno ed i distaccamenti 

del Giovo e di Sommafiume e 

che si sono prodigati al massimo delle 

loro energie, per la tutela delle leggi 

dello Stato e che, spesso, realizzando 

in pieno il motto dell’allora 6^ 

Legione di Como Più del Dovere, hanno 

saputo anche immolare le loro giovani 

vite per la Patria. 


Sezione di Lecco 

VITA NELLE SEZIONI 

Il 22 luglio 2008 un folto gruppo 

di soci e familiari della Sezione ANFI 

di Lecco, accompagnati dal loro Presidente, 

Fin. Filippo Di Lelio, si sono 

recati al Passo Foscagno per un 

omaggio floreale alle lapidi dei finanzieri 

scomparsi durante i turni di servizio 

anticontrabbando in alta quota. 

Alla cerimonia hanno presenziato il 

Ten. Michele Brunetti, Comandante la 

Tenenza della Guardia di Finanza di 

Bormio e il Comandante Interinale 

della Brigata di Passo Foscagno con 

altri militari in servizio alla sede. 

Nella foto il gruppo dei soci della 

Sezione con i militari in servizio alla 

sede di Passo Foscagno davanti alle 

lapidi con i nomi dei militari deceduti 

in servizio. 

Sezione di Caserta 

Il 19 luglio 2008, nella Chiesa 

Madre del Cimitero di Parete (CE), in 

occasione dell’anniversario della 

scomparsa, è stata celebrata una S. 

Messa in suffragio del Gen. C.A. 

Michele Mola, officiata dal Parroco 

Don Emilio Tamburino, coadiuvato 

dal Sacerdote Don Peppino Falco. 

Alla cerimonia hanno partecipato 

la consorte del Gen.C.A. Michele 

Mola, N.D. Maria Pia Lupoli, e le 

figlie Celeste, Emilia e Angelica. 

Inoltre, in rappresentanza dell’AN- 

FI, ha partecipato alla cerimonia il 

Presidente della Sezione di Caserta, 

M.M.A. cs Salvatore Nardiello con la 

consorte. 

Sezione di Forlì 

Il 24 agosto 2008, presso il Lido 

del Finanziere di Cesenatico, è stato 

festeggiato l’80 compleanno dell’App. 

Attilio Fratelli, con la consegna, 

allo stesso, dell’attestato di 

benemerenza concesso dal Presidente 

Nazionale dell’ANFI, Gen. C.A. 

Giovanni Verdicchio. Nell’occasione 

è intervenuto il Consigliere Nazionale 

Sezione di Polignano a Mare 

Il 15 maggio 2008 il Comitato 

Festa Patronale “San Vito Martire”, ha 

invitato la locale Sezione ANFI a partecipare 

alle processioni del 14-15 e 

16 giugno 2008 in occasione dei 

solenni festeggiamenti in onore del 

Patrono S. Vito Martire. 

Nella foto il momento del passaggio 

della rappresentanza dell’ANFI 

durante la processione del 15 giugno 

2008. 

ANFI per l’Emilia Romagna, M.M.A. 

Comm. Ermanno Gelsi. 

Sezione di Imperia 

Il Lgt. Corrado Milintenda, della 

Sezione ANFI di Imperia, in occasione 

della visita guidata offerta ai bambini 

e alle educatrici di una scuola elementare 

di Imperia, che sono stati 

accompagnati presso la locale caserma 

della Guardia di Finanza, ha ricevuto 

apprezzamenti e ringraziamenti 

da parte dell’Avv. Giuseppe Fossati, 

Assessore ai Servizi e alle Attività Educative 

del Comune di Imperia. 


Sezione di Leverano 

Il 17 maggio 2008 si è svolta, presso 

la Sala Consiliare del Comune di Leverano, 

la consegna dell’Attestato di Socio 

Benemerito alle seguenti Autorità: Sig.ra 

Concetta Sorrone, vedova del M.M.A. 

Pasquale Andriani; Cap. Pasquale Scalone, 

Comandante la Compagnia di Lecce; 

Dott. Cosimo Durante, Sindaco di Leverano, 

Dott. Lorenzo Zecca, Comandante 

della Polizia Municipale di Leverano. 

Nella foto, da sinistra: il Brig. C. Elio 

Leo, Presidente della Sezione di Leverano; 

il Dott. Zecca, Comandante della Polizia 

Municipale; il Cap. Scalone, Comandante 

della Compagnia di Lecce, la 

Sig.ra Sorrone; il Sindaco di Leverano, 

Dott. Durante e il V. Presidente della 

Sezione, App. UPG Fernando Tarantino. 

te dal Presidente, M.C. Pasquale Stellato, 

e dai componenti il Consiglio Direttivo. 

Unanime è stato l’entusiasmo per l’ottima 

riuscita della escursione. 

La foto ritrae la comitiva dei soci 

all’interno dell’Abbazia sull’Isola di San 

Lazzaro degli Armeni. 

Sezione di Cannobio 

Sabato 15 marzo 2008 la Sezione 

di Cannobio ha organizzato un rinfresco 

al quale sono intervenuti (ved. foto a 

lato), il Comandante Provinciale della 

Guardia di Finanza di Verbania, Col. 

Edmondo Frumento, il Sindaco di Cannobio, 

Antonello Viviano, il Parroco Don 

Silvio Dresti, il Comandante della Tenenza 

di Piaggio di Valmara, M. Marco Rocca, 

il Presidente della Sezione di Cannobio, 

Brig. C. Calogero Abate, il Presidente 

della Sezione di Verbania, M. 

Tommaso Vitagliano e il Vice Presidente 

della Sezione di Cannobio, Fin. Giusep- 


Sezione di Cervignano del Friuli 

Il 18 maggio 2008 la Sezione ha 

organizzato una escursione turistico-culturale 

visitando le più belle isole della laguna 

di Venezia con una motovedetta messa 

gentilmente a disposizione dalla Guardia 

di Finanza di Venezia. 

Nella mattinata è stata visitata l’Isola 

di San Lazzaro degli Armeni, dove è stato 

possibile ammirare l’Abbazia e la 

biblioteca che vanta oltre cinquemila volumi 

e manoscritti Armeni; nel pomeriggio le 

Isole di Murano (famosa per la lavorazione 

del vetro) e Burano (famosa per la lavorazione 

dei merletti). Il pranzo è stato consumato 

in un noto ristorante di Burano. 

Alla gita hanno partecipato oltre 50 

persone fra soci e familiari accompagna- 

pe De Santis, oltre ad Autorità civili e militari. 



si altri invitati, il Cappellano militare 

Don Giuseppe Curcu ha officiato la 

cerimonia religiosa. Subito dopo il Presidente 

della Sezione, Fin. Sebastiano 

Deriu, con il Vice Presidente Brig. Paolo 

Fancellu e tutti i soci della Sezione 

con i rispettivi familiari, hanno offerto 

a tutti i presenti un ottimo rinfresco 

accompagnato dalla rinomata “malvasia 

di Bosa”. La festa è continuata in 

un famoso ristorante della città con 

oltre un centinaio di commensali dove 

con tanta gioia si è conclusa una giornata 

indimenticabile. 

Nelle foto: in alto, un momento della 

Santa Messa; a lato il gruppo dei 

militari, in servizio ed in congedo, partecipanti 

alla cerimonia. 

Sezione di Bosa 

Sono ormai diversi anni che la 

Sezione ANFI di Bosa organizza e 

celebra la Festa del Corpo. 

Quest’anno in particolare, il 22 giugno 

2008, la festa è stata particolarmente 

sentita. 

Con la partecipazione del Sindaco 

di Bosa, Dott. Paolo Casula, del 

Comandante Provinciale della Guardia 

di Finanza, Magg. Danilo Mameli, 

di moltissimi militari in servizio nella 

Tenenza di Macomer e nella Brigata 

di Bosa Marina, di diverse altre Autorità 

civili e militari delle due Province, 

di tutte le Associazioni Combattentistiche 

e d’Arma della zona e di numero- 

Sezione di Benevento 

Il 15 dicembre 2007, organizzato 

dal Presidente della Sezione, M.C. 

Angelantonio Iorio, si è tenuto presso 

un noto ristorante del luogo il tradizionale 

pranzo di fine anno. 

Al convivio sono intervenuti numerosi 

soci e familiari. Nell’occasione 

sono stati festeggiati i soci ottantenni, 

M.A. Fortunato Laganà e Brig. Antonio 

Levi, ai quali è stato consegnato 

l’attestato di benemerenza concesso 

dal Presidente Nazionale dell’A.N.F.I. 

Nella foto il M.A. Laganà e il Brig. 

Levi con gli attestati di benemerenza 

concessi. 


Sezione di Treviso 

Dal 24 al 27 aprile 2008 i soci e 

familiari della Sezione ANFI di Treviso 

hanno partecipato ad una gita 

sociale a Nizza (Francia), all’Acquario 

di Genova e alle Cinque Terre. 

Nella foto, a lato, la comitiva dei soci 

alle Cinque Terre. 

La Sezione ANFI di Treviso, con 

una rappresentanza di soci, ha partecipato 

anche alla annuale cerimonia 

militare-religiosa di Cima Vallona (BL), 

visitando inoltre la graziosa cittadina 

austriaca di Linz. (ved. foto in basso). 

tronti della Guardia di Finanza per l’attività 

e i particolari compiti che svolge ed 

ha concluso dicendo che oggi le Fiamme 

Gialle in congedo dell’Isola d’Ischia, con 

questa giornata di festa hanno dato al 

Ten. Michelangelo Tolino, Comandante 

della Tenenza d’Ischia, e ai suoi collaboratori, 

presenti alla festa, la tangibile 

dimostrazione e la straordinaria vocazione 

dell’Associazione ad essere fedele 

interprete dei valori che da sempre risiedono 

nel senso dell’onore e della solidarietà 

di appartenenza al Corpo della 

Guardia di Finanza. 

Nella foto le socie benemerite della 

Sezione di Ischia con il Presidente della 

Sezione, M. Marziano, e il Comandante 

della Tenenza, Ten. Tolino. 

Sezione di Ischia 


Il 22 giugno u.s. la Sezione ANFI di 

Ischia ha riunito a pranzo i soci ordinari 

e simpatizzanti, con i loro familiari, in un 

noto ristorante dell’Isola per una giornata 

di festa in occasione del 234° anniversario 

di fondazione della Guardia di 

Finanza. 

Il Presidente della Sezione, M.C. 

Cav. Giuseppe Marziano, nel corso della 

cerimonia ha pronunciato un discorso 

ai convenuti iniziando con parole di elogio 

che sono state espresse dal Comandante 

Generale, Gen. C.A. Cosimo 

D’Arrigo e dal Ministro dell’Economia e 

delle Finanze, On. Prof. Giulio Tremonti, 

alla presenza del Presidente della 

Repubblica Giorgio Napolitano, nei con- 



Sezione di Gallarate 

Una delegazione della Sezione 

ANFI di Gallarate, composta dal Vice 

Presidente, M. Mario Agnoli, dal Fin. 

e Consigliere Regionale dell’Opera 

Caduti senza Croce, Giuseppe Daversa, 

e dal socio Eugenio Sbarra, è stata 

ricevuta dal neo Presidente della 

Provincia di Varese, Dott. Dario Galli. 

Al neo Presidente della Provincia è 

stata consegnata una targa ricordo 

dell’incontro. 

Nella foto, il Fin. Eugenio Sbarra, 

il Mar. Mario Agnoli, il Dott. Dario 

Galli e il Fin. Giuseppe Daversa. 

Sezione di Sanremo 

Il 15 agosto 2008 ha avuto luogo, 

in Sanremo, la cerimonia della nomina 

dei Consoli del Mare organizzata 

a cura della “Familija Sanremasca” e 

del Comune di Sanremo, l’ambìto titolo 

è stato concesso anche al Lgt. 

Alberto Corrente, della Compagnia 

della Guardia di Finanza di Sanremo. 

Alla celebrazione della investitura ha 

partecipato una rappresentanza della 

Sezione ANFI di Sanremo. 

Nella foto, da destra: il Lgt. Alberto 

Corrente, il Sindaco della città Dott. 

Claudio Borea, i Consiglieri Fin. Cav. 

Bruno Zollo, il Brig. Giovanni Addis e 

il Presidente della Sezione, M.M.A. cs 

Francesco Rossi Borghesano. 

Sezione di Roma-2/Ovest 

Dal 7 al 9 giugno 2008 i soci e 

familiari della Sezione ANFI di Roma- 

2/Ovest hanno partecipato ad un gita 

sociale sull’Isola di Ischia. 

Nella foto i partecipanti alla gita 

sono ritratti all’ingresso della Chiesa 

della Congrega della SS. Annunziata 

del Comune di Panza d’Ischia dove, 

per l’occasione, è stata celebrata una 

Santa Messa, officiata da Don Gioacchino 

Castaldi, per la ricorrenza del 

40° anniversario di matrimonio del 

Brig. C. Stanislao Chiechi e della 

Signora Maria Vincenza. 


Sezione di Ceprano 

La Sezione ANFI di Ceprano, su 

iniziativa del Presidente, M.M.A. Rutilio 

Perillo, ha voluto ricordare la figura 

del Gen. C.A. Fausto Musto, nativo di 

Pontecorvo (FR), già Comandante in 

Seconda del Corpo e indimenticabile 

Comandante della Scuola Alpina di 

Predazzo, scomparso il 27 novembre 

2007, con una Santa Messa presso la 

Parrocchia San Rocco di Ceprano. 

Presenti alla cerimonia: il Col. Vittorio 

Palazzini, Comandante Provinciale 

della Guardia di Finanza di Frosinone; 

il Cap. Gaetano Maragliulo, 

Comandante della Compagnia di Frosinone; 

il Lgt. Antonio Giorgi, Comandante 

della Brigata di Ceprano; il 

Dott. Renato Russo, Sindaco di Ceprano 

e il S.Ten. Pierangelo Nissolino, 

Consigliere Nazionale ANFI per il 

Lazio e l’Umbria. 

Inoltre ha voluto partecipare alla S. 

Messa il Prof. Giuseppe Notaro, nipote 

del Gen. Musto e residente a Pontecorvo. 

Durante la funzione religiosa il Presidente 

della Sezione di Ceprano, 

M.M.A. Rutilio Perillo, ha ricordato i 

trascorsi del Gen. Musto ripercorrendo 

la Sua brillante carriera che lo ha portato 

fino a ricoprire la carica di 

Comandante in Seconda della Guardia 

di Finanza. 

Ha ricordato, inoltre, che fu proprio 

l’allora Col. Musto ad affidargli 

l’incarico di Comandante della Brigata 

di Anterselva in Val Pusteria e quel- 

la di Campo Tures in Valle Aurina ed 

ha così concluso il suo discorso: “Egli 

sicuramente rimarrà nella mente e nel 

cuore di tante Fiamme Gialle e dei cittadini 

di Predazzo che ricorderanno 

sempre la sua prestigiosa carriera ma 

anche tanti graziosi aneddoti che lo 

hanno reso famoso anche come Musto 

di Sant’Oliva (ovvero della frazione di 

Pontecorvo ove nacque). 

Interpretando i sentimenti di quanti 

lo hanno conosciuto e stimato in servizio 

ed in congedo gli rivolgiamo un 

commosso e significativo saluto: Addio 

Generale Musto, Addio zio Fausto”. 

Nelle foto: a lato il M.M.A. Rutilio Perillo 

ricorda la figura del Gen. Musto; in 

alto i partecipanti alla cerimonia. 

Sezione di Verona 


Il 13 aprile 2008 la Sezione di 

Verona ha effettuato a bordo della 

motonava “Il Doge” una gita sociale a 

Venezia con grande soddisfazione 

dei soci partecipanti. 

Nella foto i soci a bordo del natante 

in navigazione. 


NELLA NOSTRA FAMIGLIA 

Adamo Massimo LANCIA 

Il Maestro e compositore di musica 

Adamo Massimo Lancia, socio simpatizzante 

della Sezione ANFI di Ceprano, 

in occasione del 60° Anniversario 

della morte del Direttore d’Orchestra, 

pianista e compositore, Davide Delle 

Cese di Pontecorvo, ha realizzato un 

volumetto dal titolo “Davide Delle 

Cese – Direttore d’Orchestra, pianista 

e compositore, nativo pontecorvese e 

bitontino di adozione”. 

Il volumetto, realizzato con il patrocinio 

del Comune di Pontecorvo, ha 

avuto particolari apprezzamenti dalle 

Autorità tra cui il Presidente della 

Repubblica, Giorgio Napolitano e il 

Santo Padre, Benedetto XVI che si 

sono complimentati con l’Autore per 

la pregevole opera. 

Nella foto la copertina del libro dedicato 

al Maestro e compositore Davide 

Delle Cese. 

Daniele MERLINI 

Il 31 maggio 2008 a Livorno, presso 

la Chiesa del Sacro Cuore, è stato 

a cura di Gaetano Guglielmi 

Soci e figli di soci che si fanno onore 

ordinato sacerdote Daniele Merlini, 

figlio dell’App. Giuseppe, socio della 

Sezione ANFI di Livorno. I soci della 

Sezione ANFI di Livorno e la Redazione 

del Periodico esprimono i più 

fervidi voti augurali all’Eletto e alla 

sua famiglia. 

Sebastiano LUPPINO 

L’App. Sebastiano Luppino, socio 

e alfiere della Sezione ANFI di Grado, 

ha percorso quasi 1000 chilometri 

a piedi in poco più di un mese per 

un pellegrinaggio di fede in due luoghi 

particolarmente significativi: Lourdes 

e Santiago de Compostela. 

L’App. Sebastiano Luppino, calabrese 

di origine ma residente a Grado 

fin dal 1970, è uno dei portatori della 

Madonna di Barbana, revisore dei 

conti dell’Associazione Graisani de 

Palù ed è anche donatore di sangue. 

Giunto a Lourdes per una visita, 

alla quale teneva da molto tempo, è 

partito a piedi attraverso il Passo del 

Somport (confine fra la Francia e la 

Spagna), percorrendo una media di 

33 chilometri al giorno, con zaino sul- 

le spalle fino ad arrivare a Santiago 

de Compostela. In 35 giorni ha percorso 

complessivamente 936 chilometri 

attraverso tutto il nord spagnolo 

“con sacrificio e fede cristiana”, ha 

spiegato Luppino. Il cammino è un 

percorso che i pellegrini fin dal 

Medioevo intraprendevano, attraverso 

la Francia e la Spagna, per giungere 

al santuario di Santiago de Compostela 

dove si trova la tomba dell’Apostolo 

San Giacomo. Lungo il percorso 

(le strade in questione sono state 

dichiarate dall’Unesco patrimonio 

dell’umanità) ha incontrato grandi 

città e piccoli paesini pernottando 

negli ostelli. 

L’App. Luppino, nell’attività della 

Sezione di Grado, è sempre disponibile 

con i colleghi e sicuramente continuerà 

nella sua brillante opera con 

altre imprese. 

Nella foto: l’App. Sebastiano Luppino 

durante il suo pellegrinaggio. 


Promozione 

Il seguente militare in congedo è stato 

promosso al grado superiore nel Ruolo 

d’onore: 

a Tenente 

- S.Ten. Marino Biffoni, socio della 

Sezione di Firenze. 

Anniversari 

- M.C. Sergio Ivaldi, socio della Sezione 

di Genova, e consorte Sig.ra Tina 

Li Castri, hanno festeggiato il loro 40° 

anniversario di matrimonio. 

- App. Domenico Romano, socio della 

Sezione di Genova, e consorte Sig.ra 

Giuseppina Peduzzi, hanno festeggiato 

il loro 40° anniversario di matrimonio. 

- App. Antonio Toto, socio della Sezione 

di Salerno, e consorte hanno 

festeggiato il loro 40° anniversario di 

matrimonio. 

Nozze d’oro 

I seguenti soci hanno festeggiato il loro 

50° anniversario di matrimonio: 

- M.M.A. Pietrino Castagna, socio della 

Sezione di Sassari, e consorte 

Sig.ra Maria Pilo. 

- App. Michele Cicismondo, socio della 

Sezione di Gorizia, e consorte 

Sig.ra Daria Bassa. 

- App. Leonardo Salamone, socio della 

Sezione di Firenze, e consorte Sig.ra 

Rosa Cicero. 

- M.M.A. Cav. Piero Ventavoli, socio 

della Sezione di Trento, e consorte 

Sig.ra Agostina Lazzarini. 

- Brig. Comm. Abelardo Vitullo, socio 

della Sezione di Lanciano, e consorte 

Sig.ra Filomena Bomba. 

Nozze d’argento 

Il seguente socio ha festeggiato il 25° 

anniversario di matrimonio: 

- Ten. Donato Colucci, consigliere della 

Sezione di Salerno, e consorte Sig.ra 

Donata Salvatore. 

Nozze 

I seguenti soci hanno contratto matrimonio: 

- Dott.ssa Nadia Cazzato, figlia del 

S.Ten. Nicola, socio della Sezione di 

Trapani, con il Rag. Daniel Arcieri. 

- Sig.ra Manola Costa, figlia del Lgt. 

Vincenzo, Presidente della Sezione di 

Civitavecchia, con il Sig. Francesco 

Droghini. 

- Sig.na Vincenza Fiorillo, figlia del Fin. 

Giacomo, socio della Sezione di 

Salerno, con il Sig. Daniele De Rosa. 

- Caporal Magg. Dino Grasso, socio 

simpatizzante della Sezione di Treviso, 

con la Sig.na Ilaria Caimano. 

- Sig. Mattia Tarulli, figlio del Brig.C.m. 

Francesco, Presidente del collegio dei 

sindaci della Sezione di Bitetto, con la 

Sig.na Laura Vitucci. 

Culle 

Sono nati: 

- Alessandro, nipotino del Fin. Sergio 

Venturin, socio fondatore della Sezione 

di Conegliano. 

- Carla, nipotina del Brig.C. Antonio 

Scorrano, Vice Presidente della Sezione 

di Gallipoli, e della consorte Sig.ra 

Maria Pellico, socia benemerita della 

stessa Sezione. 

- Carolina, nipotina del Brig. Sebastiano 

Cosentino, socio della Sezione di 

Genova, e della consorte Sig.ra Lisetta 

Volpe. 

- David, nipotino del M.O. Mario Filippeschi, 

socio della Sezione di Grosseto. 

- Elena, nipotina del M.C. Ernesto Bertin, 

socio della Sezione di Torino. 

- Emma, nipotina del Brig. Antonio Carnevale, 

socio della Sezione di Olgiate 

Comasco, e della consorte Sig.ra 

Adelaide Riva. 

- Enrico, nipotino del Fin. Donato 


Lagravinese, segretario della Sezione 

di Luino, e della consorte Sig.ra Enrica 

Nogara. 

- Gabriele, nipotino del Ten.Col. Antonio 

Marino, socio della Sezione di 

Genova e Consigliere Nazionale Anfi 

per Liguria, e della consorte Sig.ra 

Margherita Arzone. 

- Gianluca, nipotino del Brig.C. Ezio 

Venturelli, socio della Sezione di 

Monza, e della consorte Sig.ra Lucia 

Ronchetti. 

- Giulia, primogenita del Sig. Maurizio 

Iacovella e Sig.ra Alessandra Ciolli e 

nipotina del Brig. Lorenzo Ciolli, socio 

della Sezione di Roma 3/Est. 

- Giulia, nipotina del M.A. Ignazio 

Bezzu, Vice Presidente della Sezione 

di Mondovì. 

- Jacopo, nipotino del Col. Augusto 

Battaglini, socio della Sezione di Cervia. 

- Leonardo, nipotino dell’App. UPG. 

Gennaro Balice, socio della Sezione 

di Novara. 

- Maddalena, figlia del Sig. Massimo 

Nicolussi, socio simpatizzante della 

Sezione di Biacesa e della consorte 

Sig.ra Manuela Franceschi, nipotina 

dell’App. Sergio Nicolussi, socio della 

stessa Sezione, e della consorte 

Sig.ra Zita Muser. 

- Martino, nipotino dell’App. Giuseppe 

Mezzasalma, socio della Sezione di 

Ragusa. 

- Matteo, nipotino dell’App. Luigi Carbone, 

socio della Sezione di Genova, 

e della consorte Sig.ra Emilia. 

- Mauro, nipotino del M.M.A.c.s. Rinaldo 

Salvatelli, Presidente della Sezione 

di Olgiate Comasco, e della consorte 

Sig.ra Guia Marchiori. 

- Melissa, nipotina della Sig.ra Carmen 

Romeo, socia della Sezione di Cremona. 

- Mia, nipotina del Brig.C. Angelo Ricci, 

socio della Sezione di Foligno, e 

della consorte Sig.ra Carmela Incatasciato. 



- Nicolas, nipotino dell’App. Antonio 

Cicu, socio della Sezione di Como, e 

della consorte Sig.ra Wilma Funghi. 

- Rosa Sofia, nipotina del M.C. Luigi 

Lettiero, socio della Sezione di Roma 

1/Nord. 

- Trevor, nipotino del M.M.A. Domenico 

Picciocchi, Vice Presidente della 

Sezione di Genova. 

- Veronica, nipotina del Brig. Luciano 

Giuliani, socio della Sezione di 

Monza. 

Lauree 

Si sono recentemente laureati: 

- Sig.na Emanuela Basile, figlia dell’App. 

Giacomo, socio della Sezione 

di Trani, in “Scienze dell’Educazione 

e della Formazione” presso l’Università 

di Bari, con il punteggio di 

105/110. 

- Sig.na Francesca Basso, figlia del 

Brig. Narciso, socio della Sezione di 

Mestre, in “Arte Bizantina” presso l’Università 

di Venezia, con il punteggio 

di 105/110. 

- Sig.ne Roberta e Caterina Bray, figlie 

del Brig.C. Alfiere, socio della Sezione 

di Lecce, in “Giurisprudenza” e 

“Lingue e Letterature Straniere” presso 

l’Università del Salento, con ottimo 

punteggio. 

- Sig. Domenico Cavaliere, figlio dell’App. 

Giovanni, socio della Sezione 

di Luino, in “Economia e Commercio” 

presso l’Università di Varese, con il 

punteggio di 108/110. 

- Sig. Francesco Chiofalo, figlio del 

Brig.C. Filippo, socio della Sezione di 

Sciacca in “Medicina e Chirurgia” 

presso l’Università di Palermo, con il 


- Sig.na Katia Colomba, figlia del 

Brig.C. Cosimo, socio della Sezione 

di Nardò, in “Scienze dell’Educazione” 

presso l’Università del Salento, 

con il punteggio di 110/110 e lode. 

- Sig.na Roberta D’Amore, figlia del 

Brig.C. Giovanni, socio della Sezione 

di Pescara, in “Scienze della Comunicazione”, 

con ottimo punteggio. 

- Sig.na Maria Stefania Filannino, 

figlia del Lgt. Antonio, socio della 

Sezione di Barletta, in “Giurisprudenza” 

presso l’Università di Bari, con il 

punteggio di 110/110 e lode. 

- Sig.na Iolanda Foschi, nipote del Fin. 

Umberto, consigliere della Sezione di 

Milano, in “Scienze della Formazione 

Primaria” presso l’Università di Macerata, 

con ottimo punteggio. 

- Sig.na Lorena Giacomazzo, figlia del 

Brig. Alfredo, socio della Sezione di 

Gallipoli, in “Scienze della Comunicazione” 

presso l’Università La 

Sapienza di Roma, con ottimo punteggio. 

- Sig. Angelo Milano, figlio dell’App. 

Cav. Michele, socio della Sezione di 

Potenza, in “Lettere e Filosofia” presso 

l’Università di Pisa, con il punteggio 

di 110/110. 

- Sig. Michele Salvia, figlio del Brig. 

Domenico, segretario della Sezione 

di Ischia in “Scienze dell’Architettura” 

presso l’Università di Napoli, con il 


- Sig. Pierpaolo Todisco, figlio del 

Brig.C. Vincenzo, consigliere della 

Sezione di Bisceglie, in “Architettura” 

presso l’Università di Bari, con ottimo 

punteggio. 

- Sig.na Alessia Zoccarato, nipote del 

M.M.A. Cav. Uff. Aldo, socio della 

Sezione di Verona, in “Stilista di 

Moda” presso l’Università di Brescia, 

con il punteggio di 110/110 e lode. 

Tristia 

Sono deceduti i seguenti soci o loro 

familiari: 

- Sig.ra Francesca BAIOCCHI, madre 

del Fin. Paolo Pulcinelli, socio della 

Sezione di Castiglione del Lago, il 

27.7.2008. 

- Sig.ra Clara BERTOLI, consorte del 

Brig. Roberto Tarabella, socio fondatore 

della Sezione di Seravezza, il 

25.7.2008. 

- Sig.ra Dina BOCCHINI, madre del 

Brig.C. Sandro Disanti, consigliere 

della Sezione di Trapani, il 

6.6.2008. 

- App. Luigi BORILE, socio della Sezio- 

ne di Mestre, il 15.7.2008. 

- Sig. Gianluca BRIGUGLIO di anni 

42, figlio del Fin. Giovanni, socio della 

Sezione di Sanremo, il 23.7.2008. 

- Sig. Ignazio BRUNETTO, fratello del 

M.M. Giovanni, socio della Sezione 

di Modena, il 10.7.2008. 

- V.Brig. Vito BUTTAFAVA, socio della 

Sezione di Novara, recentemente. 

- Fin. Pietro CAMINADA, alfiere della 

Sezione di Dongo, il 13.6.2008. 

- App. Stefano CARTA, socio della 

Sezione di La Maddalena, il 

25.6.2008. 

- M.M. Antonino CARUSO, socio della 

Sezione di Sondrio, il 20.6.2008. 

- M.C. Rosario CATALANO, socio della 

Sezione di Brindisi, il 28.6.2008. 

- V.Brig. Bruno CECCO, di anni 72, 

socio della Sezione di Lecco, il 

5.7.2008. 

- Fin. Alfeo CESCO CIMAVILLA, socio 

della Sezione di S.Stefano di Cadore, 

recentemente. 

- Sig. Riccardo CHIEPPA, fratello del 

Brig.C. Nicola, socio della Sezione di 

Livorno, il 21.7.2008. 

- Sig.ra Alma CLARA, suocera del Brig. 

Valerio Rizzi, socio della Sezione di 

Chiavenna, il 17.7.2008. 

- Sig.ra Elsa COLLINA, consorte del 

M.M.A. Mario Zaramella, socio della 

Sezione di Bassano del Grappa, il 

28.6.2008. 

- App. Aldo CONTI, socio della Sezione 

di Bologna, il 16.4.2008. 

- Sig.ra CORINNA, madre dell’App. 

Olivo Soffiato, sindaco effettivo della 

Sezione di Thiene, il 23.7.2008. 

- Sig.ra Lucia CUTRO, madre del M.C. 

Egidio Calabrese, socio della Sezione 

di Gorizia di recente. 

- Dott.ssa Prof.ssa Gina DE CASTRO di 

anni 102, suocera del Gen.C.A. 

Antonio Maggio, socio della Sezione 

di Gaeta, recentemente. 

- Sig. Antonio DEL CIOTTO, padre del 

M.A. Nicola, socio della Sezione di 

Pescara, il 28.6.2008. 

- Sig.ra Maria Pia COPPA, consorte 

del Brig. Enea Di Censo, Presidente 


della Sezione di Macerata, il 

14.6.2008. 

- V.Brig. Luigi DI GREGORIO, socio 

della Sezione di Pescara, il 

30.6.2008. 

- M.O. Paolo FALCIONI di anni 96, 

socio della Sezione di Padova, il 

4.7.2008. 

- Sig. Calogero FANARA, suocero del 

M.M.A. Giovanni Polidori, consigliere 

della Sezione di Vasto, il 

12.6.2008. 

- Sig.ra Giuseppa FILETTI, madre del 

Dott. Giovanni Tracia, socio simpatizzante 

della Sezione di Catania, il 

29.6.2008. 

- Brig. Albino FIORINI, socio della 

Sezione di Bologna, il 30.7.2008. 

- Sig. Rocco FRAIOLI, suocero del Lgt. 

Giorgi Antonio, Comandante della 

Brigata di Ceprano e socio della 

Sezione alla stessa sede, il 

30.6.2008. 

- Sig.ra Loretta FRANCHI, madre del 

Brig. c. Vittorio Giancola, Presidente 

della Sezione di Novara, il 

29.6.2008. 

- Sig.ra Maria GHISU, madre del 

Brig.C. Giuseppe Ghisu, socio della 

Sezione di Reggio Calabria, il 

24.6.2008. 

- Sig.ra Nerina GIAMMARIA, madre 

del M.C. Domenico Evangelista, 

socio della Sezione di Bologna, il 

23.7.2008. 

- Sig. Giuseppe GIZZI, suocero del Sig. 

Carmine Stigliano, socio simpatizzante 

della Sezione di Policoro, il 

13.7.2008. 

- Sig.ra Raffaella GORGOGLIONE, 

madre dell’App. Alessandro Di Pace, 

socio della Sezione di Lecco, il 

18.7.2008. 

- Sig. Raffaele GRASSO, padre del 

Brig. Nicola, socio della Sezione di 

Castiglione del Lago, il 20.7.2008. 

- Sig. Leonardo LASALA, suocero del 

Sig. Giuseppe Perriello, socio simpatizzante 


17.6.2008. 

- App. Alfio LA VILLA, socio della 

Sezione di Siracusa, il 4.7.2008. 

- Sig. Achille LEONARDI, suocero del 

M.M. Paolo Faggioni, Presidente della 

Sezione di Biacesa, il 27.7.2008. 

- Sig.ra Maria MAESTRELLI, madre del 

M.M.A.c.s. Vinicio Posarelli, consigliere 

della Sezione di Verona, il 

29.7.2008. 

- Fin. Giuseppe MAGHELLI, socio della 

Sezione di Gravedona, il 27.6.2008. 

- App. Giovanni MARCANTONI, socio 

della Sezione di Sondrio, l’8.6.2008. 

- Sig. Vito MARINO, padre del Fin. 

Francesco, socio della Sezione di Trapani, 

il 7.6.2008. 

- Sig. Giovanni MELCHIORRI di anni 

42, figlio dell’App. Artemio, deceduto 

nel 2005, socio della Sezione di 

Modena, il 16.7.2008. 

- Sig.ra Maria MORELLI, sorella del 

Sig. Giovanni, socio della Sezione di 

Milano, il 25.6.2008. 

- Sig. Roberto MORONI, figlio del Fin. 

Emilio, socio della Sezione di Novara, 


- Sig. Piergiorgio MURANI, socio simpatizzante 

della Sezione di Muggia, 


- App. Umberto NESPOLI, socio della 

Sezione di Sapri, nel mese di giugno 

2008. 

- App. dei Carabinieri Francesco 

ORTELIO, fratello del M.M. Antonio, 

Presidente della Sezione di Chiavari, 

e del M.M.A.c.s. Agostino, socio della 

Sezione di Torino, il 28.7.2008. 

- Sig. Pasquale PARADISO, socio della 

Sezione di Lesina, il 4.7.2008. 

- Sig.ra Anna PAULUCCI, consorte del 

M.M.A. G.Battista Gussetti, socio della 

Sezione di Trieste, l’11.7.2008. 

- S.Ten. Cav. Osiride PERSICHINI, 

socio della Sezione di Terracina, il 

20.7.2008. 

- App. Italo PEOPE, socio della Sezion 

e di Mestre, il 31.7.2008. 

- Sig.ra Lucia PILONI, suocera del Cap. 

Urbano Saba, consigliere della Sezione 

di Bergamo, il 2.7.2008. 

- Prof. Pietro PISTONE, socio fondatore 


16.6.2008. 


- Sig.ra Giovanna PRIORETTI, madre 

del Sig. Francesco Mogetti, socio simpatizzante 

della Sezione di Diamante, 


- V.Brig. Pietro PUSTERLA di anni 86, 

socio della Sezione di Lodi, 

l’8.7.2008. 

- Brig. Domenico RISSO, socio della 

Sezione di Mondovì, il 30.6.2008. 

- Col. Massimo RUGO, fratello della 

Sig.ra Sonia, socia della Sezione di 

Verona, il 22.7.2007. 

- V.Brig. Raffaele RUSCIANO, già Vice 

Presidente della Sezione di Salerno, il 

24.7.2007. 

- Sig.ra Santa SANO’, consorte del 

M.M.A. Antonio Barrasso, socio della 

Sezione di Genova, il 20.7.2008. 

- Sig.ra Maria Rita SANTORO, consorte 

del Lgt. Gesuino Piras, Comandante 

della Tenenza di Carbonia e socio 

della Sezione alla stessa sede, il 

25.7.2008. 

- Sig.ra Bruna SARTORI, consorte dell’App. 

Tommaso Pagliarone, socio 

della Sezione di Gorizia, il 

30.11.2007. 

- Sig.ra Fara SCHETTINO, suocera del 

Dott. Michele Di Lorenzo, socio simpatizzante 

della Sezione di Salerno, il 

30.6.2008. 

- Sig.ra Vita Maria TAFURI, madre del 

M.M.A. Giuseppe Margheriti, socio 

della Sezione di Catanzaro, il 

18.6.2008. 

- M.C. Mario TOCCO, socio della 

Sezione di Catania, il 15.7.2008. 

- M.M.A.c.s. Giuseppe TRAPASSO, 

socio della Sezione di Tarvisio, il 

26.7.2008. 

- Fin. Giancarlo TREVISAN, socio della 

Sezione di Roma Atleti Fiamme Gialle, 

nel mese di maggio 2008. 

- Brig.C. Tullio VALENTE di anni 65, 

socio della Sezione di L’Aquila, il 

6.7.2008. 

- Sig. Giuseppe VENTURINO, fratello 

del Fin. Cav. Cosimo, socio della 

Sezione di Bari, il 27.6.2008. 

Ai familiari degli Estinti il nostro 

sentito cordoglio. 



Nella cerimonia di avvicendamento del Comandante in Seconda della Guardia di Finanza, il 

Gen. C.A. Angelo Ferraro e il subentrante Gen. C.A. Nino Di Paolo rendono omaggio ai Caduti 

del Corpo, deponendo una corona di alloro al Sacrario dei Caduti.

il gen. ca nino di paolo nuovo comandante in seconda della guardia ...

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