imp MN 18 - Mare Nostrum

L’antica chiesa paleocristiana
di San
Giovanni di Sinis, edificata
in due distinte
fasi. Al suo interno, di
grande austerità, basse
arcate rette da imponenti
pilastri, antichi
altarini e un fonte battesimale.
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a m b i e n t e
Da non perdere è una visita all’oasi di Torr’e Seu, oltre 100 ettari che per 100 anni sono stati riserva, prima di
caccia e poi di salvaguardia. Segno dei tempi.
I fondali antistanti la penisola del Sinis, oggi compresi nell’Area Marina Protetta del Sinis – Mal di Ventre, sono
abbastanza vari con formazioni di coralligeno, blocchi granitici, pareti di rocce basaltiche ed una immensa
prateria di Posidonia oceanica. Il posidonieto giunge fino alla profondità di 40 metri, indice di una trasparenza
dell’acqua non comune. Nonostante in quest’area si concentri un alto numero di imbarcazioni dedite alla
pesca, il più alto in Sardegna, pesci, molluschi e crostacei sono ancora numerosi. Nella zona esistono molti
siti di immersione di grande interesse sia per la bellezza dei fondali che per lo stato di salute degli ambienti.
Di seguito una breve descrizione di alcune immersioni rappresentative.
La secca di Mezzo
Fra l’isolotto del Catalano e la più grande Isola di Mal di Ventre, corre una lunga dorsale sottomarina che forma
una secca molto estesa. Grande attenzione va riservata alle condizioni meteo marine, ed alla corrente che in
questa zona può essere talmente forte da non consentire l’immersione. Il punto proposto si trova circa 800
metri a nord del Catalano dove l’ancoraggio andrà fatto con grande attenzione sia per la natura del fondo, sia
per la corrente che lo rendono spesso abbastanza difficoltoso. Si scende verso il fondo e ci si dirige a maestrale
dove la profondità aumenta rapidamente fino a quota -30. Il fondale è costituito da grandi blocchi granitici
percorsi da numerose fessurazioni e guglie che si elevano di qualche metro. Sembra che la zona sia
molto apprezzata dalle murene che sono numerose e di grossa taglia. Verso il fondo si arriva ad una franata
con grandi lastroni inclinati che va a morire sul detrito. Esplorando gli anfratti con la lampada si scorgeranno
sicuramente alcune corvine e qualche cernia di piccole dimensioni.
Il Carosello
Il Carosello può essere considerato a buon titolo l’estrema propaggine orientale della grande “Secca di
mezzo”. A circa un miglio dallo scoglio scuro del Catalano in direzione Nord-est, il fondale misto di posidonia
e grotto, da quota -25 metri sale gradualmente sino a raggiungere una profondità di appena 2 metri.
Durante le giornate di mare lungo è possibile individuare la secca semplicemente osservando la schiuma che
si forma intorno al cappello. Una volta ancorati, facendo molta attenzione alla buona tenuta, ci si dirige a
Nord-ovest raggiungendo quota -20 su un fondale caratterizzato da alte guglie che si stagliano in un’acqua
limpidissima. E’ consigliabile iniziare l’immersione contro corrente seguendo il perimetro della secca. Le pareti
rocciose sono profondamente fessurate e spaccate tanto da formare vere e proprie camere. Le grandi tane
sono popolate da numerose murene, corvine, saraghi maggiori e non di rado si possono vedere aragoste e cicale.
Sulle volte sono frequenti piccoli rametti di corallo rosso. Tutta la zona è interessante per la presenza di
pesce pelagico e spesso è frequentata dai delfini che però, sempre molto sospettosi, difficilmente si avvicinano
ai subacquei.
Le Cattedrali
Il punto di immersione si trova a sud ovest dell’isola di Mal di Ventre. Strano nome derivante dalla storpiatura
dell’antico toponimo sardo di Malu Entu, che significa vento cattivo e fa capire come la zona sia particolarmente
insidiosa, con condizioni del mare che possano cambiare rapidamente creando serie difficoltà per la
navigazione. Ci si ancora 300 metri a sud ovest dell’estrema propaggine sud dell’isola su un fondale roccioso
di 25 metri di profondità, prestando molta attenzione alla tenuta. Sarà in ogni caso opportuno controllare l’ancora
una volta raggiunto il fondo prima di iniziare l’esplorazione. Il fondo è abbastanza piatto e quasi completamente
colonizzato da una bellissima prateria di Posidonia oceanica. Poco più al largo però si capisce
come mai questo posto abbia il nome di “Le Cattedrali”, infatti, si iniziano a scorgere le sagome di altissime
guglie che salgono verticali dal fondo arrivando fino ad 8 metri di profondità. Altri massi movimentano ulteriormente
il paesaggio. Ed è proprio sotto questi massi che si potrà godere lo spettacolo ormai rarissimo di decine
e decine di grossi saraghi maggiori e meravigliose corvine che nuotano lentamente nelle grandissime tane.
Un altarino votivo in una
delle sei stanze che compongono
la struttura
tardo romanica del pozzo
sacro di San Salvatore.
L’ipogeo venne in un
primo momento utilizzato
per il culto delle acque
alle quali venivano attribuite
proprietà terapeutiche
e successivamente
dedicato dai Punici al
culto del dio Sid. Poi i
Romani lo consacrarono
ad Asclepio ma vi si adoravano
anche Marte e
Venere. Più recentemente,
con l’introduzione
della religione cristiana,
al di sopra del tempio fu
edificata la piccola chiesa
dedicata a San Salvatore.
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