Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 42.pdf - Bibliotheca ...
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4B MAL inculcati dal nostro Redentore. Che che ne sia, a terrore degl' invasori delle proprietà ecclesiastiche, e dei falsari e corrompitori de* diplomi e delle bolle, e contro i conculca- tori delle leggi civili ed ecclesiasti- che, si Fulminavano anatemi, s'im- precavano maledizioni, si minacciava il giudizio di Dio subito da Da- tan, Core ed Abiron ingoiati vivi dalla terra; e ad incutere maggior spavento, aggiungevasi dovessero a- ver essi parte nell'eterna dannazio- ne, cum Satana ejusque pompisj et proditote Juda. Il Papa s. Grego- rio 1 Magno del Sgo, nella costi- tuzione o privilegio conceduto al- l'ospedale di Aulun, scriveva : « Si quis vero regum, sacerdotum, ju- dicum, personarumque saecularium liane constitutionis paginam agno- scens, contra eam venire tenta ve- rit, potestatis honorisque sui di- gnitate careat, reumque se divino judicio existere de perpetrata ini- quitate cognoscat .... Et nisi digna poenitentia illicite acta defle- "verit, a sacratissimo corpore et sanguine Dei et Domini nostri Re- demptoris Jesu Christi alienus fiat, atque in aeterno examine districtae ultioni subjaceat". Il Pontefice s. Paolo I del 757 nella costituzione o privilegio a favore del monastero de' ss. Pontefici Stefano I mar- tire, e Silvestro I confessore, pro- nunciò minacce e inQisse terribili anatemi. Questo documento è ri- portato dalBaronio, loco citato, p. 659. *> Unde et sub terrìbilis et tremenda futura cavemus die adventus magni Domini nostri Jesu Christi, in qua judicaturus vivos et mortuos, et saeculum per ignem, etiam et maximis sub anathemalis interdictionibus, Domini nostri Je- su Christi, et b. Petri principis a- MAL postolorum auctoritate decernimus, nulli quoquo modo licere au- ferre, ncque quo(juo modo aliena- re usurpare, ac fraudare. Si quis aulem, etc sciat se Do- mini nostri Jesu Christi atque b. Petri principis apostolorum aucto- ritate, insolubili anathematis vin- colo innodatum esse, et a regno Dei alienatum : contrarios sibi sentiens omnes eosdem sanctos mar- tyres, et confessores , et virgines Christi, et cum ipsis ante tribunal Dei omnipotentis in tremenda exa- minis die judicii debeat cum eisdem sanctis facere rationes. Ipsum enim judicare peto, qui est retri butor omnium, prò cujus laude haec nos constituisse dignoscimus, ut iram suae polentiae omnibus hujus no- stri apostolici consti luti transgres sionibus inferat, et insanabili ultio- nis vulnere percutiat cunctos, qui praedictum nostrum monasterium laedere, vel quidquam ex omnibus ei pertinentibus abstollere prae- sumpserint; ut sit vita eorum la- boriosa, et pessima, nimisque lu- gubris ; atque languentes deficiant, et suorum minime consequantur nisi resipuerint veniam delictorum, sententiam sumentes Ananiae et Saphyrae, qui mendacii noxae, in- septi ante pedes apostolorum ex- piraverunt. Gontingatque eis sicut Dalhan et Abiron, quosaperiens terra OS suum, vivos deglutì vi t. Et cum diabolo ejusque atrocissimis et teterrimis pompis, atque cum Juda traditore Domini nostri Jesu Chri- sti, et omnibus impiis deputati in tartareo igne, et inextinguibili in- cendio, et in voragine chaos de- mersi , cremenlur in aeternum ' Gregorio IX del 1227, nell' epist. 46 riportata dal Rinaldi, t. Il, p. II, pronunziò scomunica ed anate- -, .
MAL ma contro vari eretici e Federico Il imperatore >* ex parte Dei omni- polentis Palris, et Filii, et Spiritus Sanati, auctorilate quoque beatorum apostolorum Petri et Pauli et no- stra ". . . . Altri esenapì si possono leggere in molti articoli di questo Dizionario^ nelle biografìe de' Pa- pi, come di s. Gregorio VII, Innocenzo IH, Innocenzo IV, ec. E sono poi Soliti i Pontefici di prov- vedere alla conservazione delle loro bolle, e alla esecuzione delle gra- zie e privilegi accordati colla se- guente formola, che dà termine alle stesse bolle. *» Nulli ergo omnino hominuni liceat hanc paginam no- strae ( concessionis, confìrmationis) infringere, vel ei ausu temerario con- traire. Si quis autem hoc attem- ptare praesumpserit, indignationem omnipotenlis Dei, et bb. Petri et Pauli apostolorum ejus se noverit incursurum ". Imprecazione, dalla parola latina imprecor^ si prende qualche volta in buon senso nella Scrittura, pei buoni augui*ii ed i voti favorevoli, raa pili di sovente pei cattivi. Le imprecazioni sparse ne'iibri sacri de- ^ -vono intendersi in uno de' quattro significati che seguono, aftinché non * -siano contrarie all'amore del pros- simo. 11 primo significato è di con- siderarle tome predizioni di ciò che deve accadere. Il secondo è di pren- derle come augurii della conveKj-io- ne dei cattivi, per mezzo de'castighi e delle afflizioni salutari che loro si desiderano, locchè è permesso. Nel terzo significato esprimono lo zelo per la divina giustizia contro i peccatori indurili ; e nel quarto non già l'odio, ma l'orrore pei loro peccati. L'origine deMe imprecazio- ni risale ai tempi più rimoli, e la credulità de^popoli ne autorizzò Tu- VOI,. XLH. MAL 49 so. Gli ebrei caricavano di impre- cazioni il becco Azazel avanti di mandarlo nel deserto, ove doveva essere precipitato . Questo becco chiamato pure capro-emissario met- tevasi in libertà nel giorno della solenne Espiazione ( Vedi) presso gli ebrei. Alcuni interpreti pensarono che Azazel o Azael fosse il nome del demonio, e che rilasciato il capro nel modo detto al citato articolo, riputavasi dato in potere del nemico di nostra eterna salute. Secondo il comandamento di Mosè, una donna accusata dal marito d'in- fedeltà, beveva dell'acqua detta di gelosia, sulla quale il sacerdote avea da prima pronunziato alcune im- precazioni. I greci vendica vansi so- vente per mezzo d'imprecazioni dei loro tiranni o dei nemici dello stato. Alcibiade subì quella pena per aver mutilato le statue di Mercurio e profanati i misteri di Cerere. 11 se- nato di Atene decretò imprecazioni contro Pisistrato, sotto il cui giogo la repubblica avea dovuto gemere per qualche tempo. Cosi gli Anfi- zioni per mezzo di una violenta imprecazione contro essi medesimi, che equivalere poteva ad un giuramento, obbligaronsi d' impedire la coltivazione delle terre dei circi e degli acragallidi, i quali spogliato avevano il tempio di Delfo. Nelle imprecazioni, le furie e le altre di- vinità che presiedevano alla vendet- ta, erano con preferenza invocale, ed i colpevoli che ad esse erano stati addetti con voto, sbanditi era- no dalla società. Essi non partecipavano più alle aspersioni, ne più potevano fare ne' templi alcuna li- bazione. Espulsi dalla loro patria, proscritto era il loro nome anco dopo la morte, a meno che ottenuta non avessero una riabililaziot
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inculcati dal nostro Redentore. Che<br />
che ne sia, a terrore degl' invasori<br />
delle proprietà ecclesiastiche, e dei<br />
falsari e corrompitori de* <strong>di</strong>plomi<br />
e delle bolle, e contro i conculca-<br />
tori delle leggi civili ed ecclesiasti-<br />
che, si Fulminavano anatemi, s'im-<br />
precavano male<strong>di</strong>zioni, si minacciava<br />
il giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Dio subito da Da-<br />
tan, Core ed Abiron ingoiati vivi<br />
dalla terra; e ad incutere maggior<br />
spavento, aggiungevasi dovessero a-<br />
ver essi parte nell'eterna dannazio-<br />
ne, cum Satana ejusque pompisj et<br />
pro<strong>di</strong>tote Juda. Il Papa s. Grego-<br />
rio 1 Magno del Sgo, nella costi-<br />
tuzione o privilegio conceduto al-<br />
l'ospedale <strong>di</strong> Aulun, scriveva : « Si<br />
quis vero regum, sacerdotum, ju-<br />
<strong>di</strong>cum, personarumque saecularium<br />
liane constitutionis paginam agno-<br />
scens, contra eam venire tenta ve-<br />
rit, potestatis honorisque sui <strong>di</strong>-<br />
gnitate careat, reumque se <strong>di</strong>vino<br />
ju<strong>di</strong>cio existere de perpetrata ini-<br />
quitate cognoscat .... Et nisi <strong>di</strong>gna<br />
poenitentia illicite acta defle-<br />
"verit, a sacratissimo corpore et sanguine<br />
Dei et Domini nostri Re-<br />
demptoris Jesu Christi alienus fiat,<br />
atque in aeterno examine <strong>di</strong>strictae<br />
ultioni subjaceat". Il Pontefice s.<br />
Paolo I del 757 nella costituzione<br />
o privilegio a favore del monastero<br />
de' ss. Pontefici Stefano I mar-<br />
tire, e Silvestro I confessore, pro-<br />
nunciò minacce e inQisse terribili<br />
anatemi. Questo documento è ri-<br />
portato dalBaronio, loco citato, p.<br />
659. *> Unde et sub terrìbilis et<br />
tremenda futura cavemus <strong>di</strong>e adventus<br />
magni Domini nostri Jesu<br />
Christi, in qua ju<strong>di</strong>caturus vivos et<br />
mortuos, et saeculum per ignem,<br />
etiam et maximis sub anathemalis<br />
inter<strong>di</strong>ctionibus, Domini nostri Je-<br />
su Christi, et b. Petri principis a-<br />
MAL<br />
postolorum auctoritate decernimus,<br />
nulli quoquo modo licere au-<br />
ferre, ncque quo(juo modo aliena-<br />
re usurpare, ac fraudare. Si<br />
quis aulem, etc sciat se Do-<br />
mini nostri Jesu Christi atque b.<br />
Petri principis apostolorum aucto-<br />
ritate, insolubili anathematis vin-<br />
colo innodatum esse, et a regno<br />
Dei alienatum : contrarios sibi sentiens<br />
omnes eosdem sanctos mar-<br />
tyres, et confessores , et virgines<br />
Christi, et cum ipsis ante tribunal<br />
Dei omnipotentis in tremenda exa-<br />
minis <strong>di</strong>e ju<strong>di</strong>cii debeat cum eisdem<br />
sanctis facere rationes. Ipsum enim<br />
ju<strong>di</strong>care peto, qui est retri butor omnium,<br />
prò cujus laude haec nos<br />
constituisse <strong>di</strong>gnoscimus, ut iram<br />
suae polentiae omnibus hujus no-<br />
stri apostolici consti luti transgres<br />
sionibus inferat, et insanabili ultio-<br />
nis vulnere percutiat cunctos, qui<br />
prae<strong>di</strong>ctum nostrum monasterium<br />
laedere, vel quidquam ex omnibus<br />
ei pertinentibus abstollere prae-<br />
sumpserint; ut sit vita eorum la-<br />
boriosa, et pessima, nimisque lu-<br />
gubris ; atque languentes deficiant,<br />
et suorum minime consequantur<br />
nisi resipuerint veniam delictorum,<br />
sententiam sumentes Ananiae et<br />
Saphyrae, qui mendacii noxae, in-<br />
septi ante pedes apostolorum ex-<br />
piraverunt. Gontingatque eis sicut<br />
Dalhan et Abiron, quosaperiens terra<br />
OS suum, vivos deglutì vi t. Et<br />
cum <strong>di</strong>abolo ejusque atrocissimis et<br />
teterrimis pompis, atque cum Juda<br />
tra<strong>di</strong>tore Domini nostri Jesu Chri-<br />
sti, et omnibus impiis deputati in<br />
tartareo igne, et inextinguibili in-<br />
cen<strong>di</strong>o, et in voragine chaos de-<br />
mersi , cremenlur in aeternum '<br />
Gregorio IX del 1227, nell' epist.<br />
46 riportata dal Rinal<strong>di</strong>, t. Il, p.<br />
II, pronunziò scomunica ed anate-<br />
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