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3o8 MAR Tatore tornato a Bctania sei giorni prima della Pasqua, vi fu lautamente banchettato in casa eli Simone il Leproso. Lazzaro era a tavola con lui, e Marta Io serviva. Maria colse questa occasione per dare al suo divino maestro un segno della profonda venerazione che aveva per esso; prese un vasello pieno di eccellenti profumi, lo sparse sui di lui piedi, e glieli asciugò coi suoi capelli. Giuda Iscariote, ch'era presente, risguardò questi profumi come cosa gettata , e pretese che meglio sarebbe stato venderli , e dispensarne il prezfo ai poveri; ma Gesti prese a difendere Maria, per- ciocché egli non pregiava que' profumi in sé stessi, sibbene il motivo che li avea fatti spargere ; ed ac- cetta vali quale dimostrazione del- Tamore di cui Maria avvampava per lui, e come un balsamo che anticipatamente ungeva il suo corpo che stava per essere abbandonato al furore dei giudei. Quindi dichiarò che quest'atto, dannato da Giuda, sarebbe un oggetto di edificazione ovunque si predicherebbe il vangelo. Da quel tempo la Scrittura non flt più parola di Maria sorella di Marta. Alcuni au- tori dicono che queste due sorelle furono tra le sante donne che re- caronsi al sepolcro del Redentore per imbalsamarlo, ma ciò è molto incerto. Gli antichi latini e i greci moderni credono che esse siano morte a Gerusalemme o a Betania, e diversi martirologi antichi vi marcano la loro festa a* 19 gennaio. L'opinione in oggi più comune è che i domenicani di s. Massimino, nella diocesi di Aix in Provenza, conservino le reliquie di s. Maria di Betania , sotto il nome MAli di s. Maria Maddalena, nella loro chiesa, la quale fu fondala da Car- lo d'Angiò, nel luogo ove si erano trovati i preziosi avanzi della spoglia mortale, nel secolo XIII. La Chiesa onora s. Maria, insieme con s. Lazzaro e s. Marta, il giorno 29 di luglio. MARIA, (s.), martire. Era schiava di un senatore romano chiamato Tertullo, ed era la sola in casa del suo padrone che profes- sasse il cristianesimo. Stava molto in orazione, e spesso digiunava, particolarmente quo' giorni nei quali i pagani celebravano le loro solen- nità. Queste pratiche di devozione furono cagione che la sua padrorra le desse molte gravi noie; ma la sua fedeltà e la sua esattezza nel- l'adempiere i suoi doveri la resero cara al padrone. In quel tempo gli editti di Diocleziano spargevano il terrore da tutte le parti. Tertullo adoperò con Maria tutti i modi per indurla a sacrificare agl'idoli; ma nulla valse ad abbattere la sua co- stanza. Laonde temendo di perderla, se venisse denunziata al prefetto, e sperando di farle mutare divisamento, la fece vergheggiare, e poi la fece passare trenta giorni in una oscura prigione. Alla fine il giudice fu avvertito della cosa, ed avuta la schiava nelle sue mani la fece tormentare con tanta crudeltà, che il popolo, quantunque avesse chie- sta la sua morte, non potè reggere all'orrendo spettacolo , e volle che si cessasse di tormentarla. Il giu- dice adunque la fece staccare dal cavalletto, e diedela a guardare ad un soldato. Maria, spaventata dal pericolo che correva la sua castità, trovò modo di fuggire, e andò a nascondersi tra le roccie, ove finì

MAR la sua vita con una beata morte. Tuttavia ella è detta martire nel lìiartirologio romano ed in altri onorandosi la sua memoria ii prin)o giorno di novembre. MARIA (s.), martire. /^';Flora(s.). MARIA (s.), nipote dell'eremita j». Abramo [Vedi). Rimasta ancor giovinetta priva dal padre, suo zio volendola istruire nella vita religio- sa, la mise in una celietta vicina alla sua, onde aver facile mezzo di ammaestrarla. Maria fece dapprima grandi progressi nel cammino della perfezione; ma un iniquo solitario che veniva sovente alla sua cella col pretesto di consultare A bramo, acceso da impuro fuoco, tese insi- die alla di lei castità, e la trasse a' suoi vituperevoli intenti. Maria senti tosto tutto l'orrore del commesso delitto; ma invece di rivol- gersi a Dio, ed implorarne il per- dono, si die in preda alla dispe- razione. Quindi allontanatasi dallo zio, si abbandonò ai più vergognosi disordini. Due anni dopo la sua partenza venne Abramo a sapere dove si era trasmutata, e si recò a ritrovarla per trarla dall'errore. Ma- ria, tocca dalle esortazioni del san- to suo zio, riprese animo e promise di obbedirlo in tutto. Esso la ri- condusse seco nel deserto, e la chiu- se in una cella che per lei fece fabbricare. Maria ivi passò gli ul- timi quindici anni di sua vita nella pratica di tutte le virtù. Notte e giorno piangeva la perdita della sua innocenza, e gastigava il suo corpo colle più rigorose macerazioni. Dio aggradì la sua penitenza, e la fa- vorì del dono de' miracoli. Finalmente tenninò la sua vita colla morte dei giusti, ed è onorata dalla , MAR 309 MARIA d'Egitto (s.). Nata in Egitto, in età di dodici anni lasciò i genitori, per recarsi loro malgra- do in Alessandria, ove condusse per diciassett'anni dissolutissima vita. Avendo un dì veduto molte persone che s' imbarcavano per recarsi a Gerusalemme onde celebrarvi l'B- saltazione della s. Croce, si mise in loro compagnia, sebbene con di- versa intenzione, giacche ella con- tinuò le sue disonestà sì lungo il viaggio, che nella città di Gerusalemme. Giunto il dì della festa, si n^cò anch'ella alla chiesa; ma non le fu possibile di entrarvi, che una forza invisibile la respingeva. La qual cosa essendole avvenuta tre o quattro volte, le fece fare delle serie riflessioni, e tenne per fermo che r abbominevole sua vita le impedisse l'ingresso nel tempio san- to. Questa considerazione le trasse dagli occhi abbondanti lagrime, e mentre battevasi il petto gettando profondi sospiri, vide sopra il suo capo un'immagine della Madre di Dio. Allora rivolgendosi a lei, la scongiurò di usarle pietà, e di ren- der gradevoli al Signore i suoi ge- miti e il suo pentimento; e la pre* gò altresì dì ottenerle grazia di poter entrare nella chiesa, promet- tendo di consacrarsi alla penitenza. Terminata la preghiera, e presen- tatasi col cuore contrito alla porta della chiesa, vi entrò ed adorò il sacro vessillo dell'umana redenzio- ne. Commossa dalla incomprensi- bile misericordia di Dio, e dalla prontezza con cui riceve i peccatori a penitenza, si prostese sul pavimento, e lo bagnò delle sue lagrime. Uscita di chiesa si* raccomandò di nuovo alla Madre di Dio, supplicandola di essere sua scorta

3o8 MAR<br />

Tatore tornato a Bctania sei giorni<br />

prima della Pasqua, vi fu lautamente<br />

banchettato in casa eli Simone<br />

il Leproso. Lazzaro era a<br />

tavola con lui, e Marta Io serviva.<br />

Maria colse questa occasione per<br />

dare al suo <strong>di</strong>vino maestro un segno<br />

della profonda venerazione che<br />

aveva per esso; prese un vasello pieno<br />

<strong>di</strong> eccellenti profumi, lo sparse<br />

sui <strong>di</strong> lui pie<strong>di</strong>, e glieli asciugò coi<br />

suoi capelli. Giuda Iscariote, ch'era<br />

presente, risguardò questi profumi<br />

come cosa gettata , e pretese che<br />

meglio sarebbe stato venderli , e<br />

<strong>di</strong>spensarne il prezfo ai poveri; ma<br />

Gesti prese a <strong>di</strong>fendere Maria, per-<br />

ciocché egli non pregiava que' profumi<br />

in sé stessi, sibbene il motivo<br />

che li avea fatti spargere ; ed ac-<br />

cetta vali quale <strong>di</strong>mostrazione del-<br />

Tamore <strong>di</strong> cui Maria avvampava<br />

per lui, e come un balsamo che<br />

anticipatamente ungeva il suo corpo<br />

che stava per essere abbandonato<br />

al furore dei giudei. Quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>chiarò che quest'atto, dannato<br />

da Giuda, sarebbe un oggetto <strong>di</strong><br />

e<strong>di</strong>ficazione ovunque si pre<strong>di</strong>cherebbe<br />

il vangelo. Da quel tempo<br />

la Scrittura non flt più parola <strong>di</strong><br />

Maria sorella <strong>di</strong> Marta. Alcuni au-<br />

tori <strong>di</strong>cono che queste due sorelle<br />

furono tra le sante donne che re-<br />

caronsi al sepolcro del Redentore<br />

per imbalsamarlo, ma ciò è molto<br />

incerto. Gli antichi latini e i greci<br />

moderni credono che esse siano<br />

morte a Gerusalemme o a Betania,<br />

e <strong>di</strong>versi martirologi antichi vi marcano<br />

la loro festa a* 19 gennaio.<br />

L'opinione in oggi più comune è<br />

che i domenicani <strong>di</strong> s. Massimino,<br />

nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Aix in Provenza,<br />

conservino le reliquie <strong>di</strong> s. Maria<br />

<strong>di</strong> Betania , sotto il nome<br />

MAli<br />

<strong>di</strong> s. Maria Maddalena, nella loro<br />

chiesa, la quale fu fondala da Car-<br />

lo d'Angiò, nel luogo ove si erano<br />

trovati i preziosi avanzi della<br />

spoglia mortale, nel secolo XIII. La<br />

Chiesa onora s. Maria, insieme con<br />

s. Lazzaro e s. Marta, il giorno 29<br />

<strong>di</strong> luglio.<br />

MARIA, (s.), martire. Era schiava<br />

<strong>di</strong> un senatore romano chiamato<br />

Tertullo, ed era la sola in<br />

casa del suo padrone che profes-<br />

sasse il cristianesimo. Stava molto<br />

in orazione, e spesso <strong>di</strong>giunava,<br />

particolarmente quo' giorni nei quali<br />

i pagani celebravano le loro solen-<br />

nità. Queste pratiche <strong>di</strong> devozione<br />

furono cagione che la sua padrorra<br />

le desse molte gravi noie; ma la<br />

sua fedeltà e la sua esattezza nel-<br />

l'adempiere i suoi doveri la resero<br />

cara al padrone. In quel tempo gli<br />

e<strong>di</strong>tti <strong>di</strong> Diocleziano spargevano il<br />

terrore da tutte le parti. Tertullo<br />

adoperò con Maria tutti i mo<strong>di</strong> per<br />

indurla a sacrificare agl'idoli; ma<br />

nulla valse ad abbattere la sua co-<br />

stanza. Laonde temendo <strong>di</strong> perderla,<br />

se venisse denunziata al prefetto, e<br />

sperando <strong>di</strong> farle mutare <strong>di</strong>visamento,<br />

la fece vergheggiare, e poi<br />

la fece passare trenta giorni in una<br />

oscura prigione. Alla fine il giu<strong>di</strong>ce<br />

fu avvertito della cosa, ed avuta<br />

la schiava nelle sue mani la fece<br />

tormentare con tanta crudeltà, che<br />

il popolo, quantunque avesse chie-<br />

sta la sua morte, non potè reggere<br />

all'orrendo spettacolo , e volle che<br />

si cessasse <strong>di</strong> tormentarla. Il giu-<br />

<strong>di</strong>ce adunque la fece staccare dal<br />

cavalletto, e <strong>di</strong>edela a guardare ad<br />

un soldato. Maria, spaventata dal<br />

pericolo che correva la sua castità,<br />

trovò modo <strong>di</strong> fuggire, e andò a<br />

nascondersi tra le roccie, ove finì

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