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2 4o ^JAR nipote in Frnncia legalo a Fran- cesco I, seguendolo altresì Marcel- lo. Avendo esso nelle due legazio- lìi eseguite coi sovrani lodevolnrien- te le pontificie commissioni, e destramente trattato gli all'ari, mentre dimorava in Francia per oggetti di fjran rilievo e riguardanti la reli- gione cattolica, Paolo III in ricom- ])cnsa a* \i o i8 dicembre i ^Sg lo creò cardinale prete del titolo di s. Croce in Gerusalemme, e nell'anno seguente avendolo il Papa chiamato in Roma, mutato sentimento lo fece passare in Germania legalo a Intere piesso Carlo V, e per distinzione gli mandò il cap- pello cardinalizio, l'anello con tutte le prerogative de' cardinali , come se le avesse ricevute dalle mani del ]*apa, e come se esso gli avesse chiuso ed aperto la bocca. Ciò fe- ce il Papa, perchè richiamò dalle Fiandre in Roma il cardinal ni- pote. JNell'accompagnare il cardinal Cervini l'imperatore nelle Fiandre all'Aja capitale dell'Olanda, gli cad- de il cavallo mentre cavalcava, onde restò offeso in una gamba con lina piaga, che sempre poi lo incomodò. Con quanta prudenza e zelo trattasse allora gli affari reli- giosi, tanto sturbati in Germania, ne fanno fede le memorie di quei tempi. Frattanto dimesso nell'otto- bre i54o il vescovato di Nicastro, fu trasferito a quello di Reggio, come più vicino a poterci prestare assistenza. Tornato coll'imperatore in Germania, e ristabilito da una malattia sofferta, ritornò col medesimo in Fiandra, e poi passò in Ispagna, sempre attento nel procurare i vantaggi della religione. A Madrid cominciò a patire di podagra, ma ricevè gran profitto da quell'aria, com' egli significava al M A R suo caro Colocci con ^menl versi. Chiamalo a Roma per trattarvi del concilio generale, osservò il dis- piacere che Cesare dimo

MAR alla promozione deirAleandri avea dichiarato l'uffizio di bibliotecario del palazzo apostolico incompatiiiile colla dignità cardinalizia, non volle privare la pontificia biblioteca della dottrina e dei superiori lumi del cardinal Cervini, il cui zelo ed utile opera in vantaggio della mede- sima eransi sperimentati nell'assen- za dello Steuco da Roma o per causa di malattia o per servigio della Sede apostolica. Diede quin- di Paolo 111 coU'oracolo della viva voce al cardinale non l' uffizio di bibliotecario del palazzo apostolico, ma bensì il superiore incarico della prolezione e cura della vaticana bi- blioteca, con ampia facoltà di fare qualunque provvedimento, anche di rimuovere dai loro uffizi i cu- stodi, gli scrittori e gl'inferiori mi- nistri, ed altri sostituirne in loro Tece, come pure di disporre a suo arbitrio della mensile provvisione di dieci ducati d'oro da Sisto IV assegnati al bibliotecario. Esercitò la commessagli protezione e cura il cardinale finché visse Paolo III, con soddisfazione di tutti, e nota- bile vantaggio ed incremento della biblioteca, alla quale aggiunse un correttore e revisore de' libri lati- ni, ed uno de' libri greci, assegnando per loro emolumento la detta provvisione di ducati dieci d'oro lasciala libera a sua disposizione. Nel febbraio i55o, eletto Giulio 111, questi con breve del 24 dello stes- so mese , riportato dall' Assemani, nel Catalogo dei mss. della biblio- teca apostolica vaticana ,' t. I , p. LXIII, dopo avere riferito quan- to sopra intorno all'uffizio conferi- to al cardinale da Paolo HI a viva voce, approvando e confermando quanto egli avea operato fino alló- ra, lo confermava nello stesso uffi- VOL. XLII. MAR i\ì zio di protettore e curatore della biblioteca vaticana, colle stesse amplissime facoltà accordategli dal Pon- tefice antecessore. La serie dei bi- bliotecari del palazzo apostolico co- minciata con Bartolomeo Platina nel i^'j^ì che fu da Sisto IV crea- to a vita, come lo furono in se- guito i successori, mentre i biblio- tecari prima del Platina erano amovibili ad arbitrio de' Papi, ebbe fine nel i548 con Agostino Steu- co che fu il duodecimo. Col car- dinal Cervini dunque ebbe princi- pio la serie nuova dei bibliotecari che furono tutti dopo di lui car- dinali. Col memorato diploma di Giulio HI fu tacitamente abolito il titolo di Bibliotecario del pa- lazzo apostolico , e fu sostituito quello di Bibliotecario dì s. Chie- sa o della Sede apostolica, col l'ag- gi unta delle parole, owero protet- tore della biblioteca T^aticana , il quale è in uso oggi ancora, e si legge nel breve col quale il Papa Gregorio XVI conferì nel i834 l'amplissima dignità di bibliotecario di s. Chiesa al cardinale Lam^ bruschini, XXVIII. ° nella serie nuo- va de' cardinali bibliotecari. Oltre quanto abbiamo detto ai rispetti- vi articoli, qui noteremo che essen- dosi giudicato l'uffizio di bibliote- cario del palazzo apostolico, che in se racchiudeva la prefettura della biblioteca vaticana, incompatibile colla dignità cardinalizia, l'uffizio di detta prefettura, che importa l'attuale residenza in biblioteca, ed il titolo di prefetto , restò proprio dei custodi, i quali da Sisto IV a Paolo V furono di eguale autori- tà. I primi cardinali bibliotecari che furono Cervini e Nobili, scrivendo ai custodi li chiamarono infatti pre- fetti, titolo che da Platina a Sten* 16

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nipote in Frnncia legalo a Fran-<br />

cesco I, seguendolo altresì Marcel-<br />

lo. Avendo esso nelle due legazio-<br />

lìi eseguite coi sovrani lodevolnrien-<br />

te le pontificie commissioni, e destramente<br />

trattato gli all'ari, mentre<br />

<strong>di</strong>morava in Francia per oggetti <strong>di</strong><br />

fjran rilievo e riguardanti la reli-<br />

gione cattolica, Paolo III in ricom-<br />

])cnsa a* \i o i8 <strong>di</strong>cembre i ^Sg<br />

lo creò car<strong>di</strong>nale prete del titolo<br />

<strong>di</strong> s. Croce in Gerusalemme, e nell'anno<br />

seguente avendolo il Papa<br />

chiamato in Roma, mutato sentimento<br />

lo fece passare in Germania<br />

legalo a Intere piesso Carlo V, e<br />

per <strong>di</strong>stinzione gli mandò il cap-<br />

pello car<strong>di</strong>nalizio, l'anello con tutte<br />

le prerogative de' car<strong>di</strong>nali , come<br />

se le avesse ricevute dalle mani del<br />

]*apa, e come se esso gli avesse<br />

chiuso ed aperto la bocca. Ciò fe-<br />

ce il Papa, perchè richiamò dalle<br />

Fiandre in Roma il car<strong>di</strong>nal ni-<br />

pote. JNell'accompagnare il car<strong>di</strong>nal<br />

Cervini l'imperatore nelle Fiandre<br />

all'Aja capitale dell'Olanda, gli cad-<br />

de il cavallo mentre cavalcava, onde<br />

restò offeso in una gamba con<br />

lina piaga, che sempre poi lo incomodò.<br />

Con quanta prudenza e<br />

zelo trattasse allora gli affari reli-<br />

giosi, tanto sturbati in Germania,<br />

ne fanno fede le memorie <strong>di</strong> quei<br />

tempi. Frattanto <strong>di</strong>messo nell'otto-<br />

bre i54o il vescovato <strong>di</strong> Nicastro,<br />

fu trasferito a quello <strong>di</strong> Reggio,<br />

come più vicino a poterci prestare<br />

assistenza. Tornato coll'imperatore<br />

in Germania, e ristabilito da una<br />

malattia sofferta, ritornò col medesimo<br />

in Fiandra, e poi passò in<br />

Ispagna, sempre attento nel procurare<br />

i vantaggi della religione. A<br />

Madrid cominciò a patire <strong>di</strong> podagra,<br />

ma ricevè gran profitto da<br />

quell'aria, com' egli significava al<br />

M A R<br />

suo caro Colocci con ^menl versi.<br />

Chiamalo a Roma per trattarvi<br />

del concilio generale, osservò il <strong>di</strong>s-<br />

piacere che Cesare <strong>di</strong>mo

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