Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 42.pdf - Bibliotheca ...

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gregazione cluniacense; per l'allog-
gio de' quali \i edificò un contiguo
monastero, assegnando loro per
vivere molli campi e terre adia-
centi, con due case, ed altro: il
primo abbate fu Alberico. Due anni
dopo il Papa Giovanni XVII
detto XVIIl diede facoltà al ve-
scovo di Mantova Giovanni di be-
nedire gli abbati del monastero,
dichiarando che non si conoscesse-
ro per abbati finche non avessero
^. ricevuto la benedizione dal vescovo
di Mantova. 11 monastero, che
in progresso di tempo prese esclu-
sivamente il nome di s. Benedetto,
diveime uno de' principali dell'ordine,
e celebra lissimo si per la ma-
gnificenza delle fabbriche, che pel
copioso numero de* monaci da cui
ne uscirono molti di santa vita
dotti ed elevati alle maggiori dignità
della Chiesa; laonde i Pon-
tefici, gì' imperatori , i re ed i si-
gnori di Mantova lo favorirono
protessero e ricolmarono di privi-
legi. Nel 1006 essendo Tedaldo in
Canossa donò al monastero il ca-
stello di Quistello colla chiesa di
s. Bartolomeo. Bonifacio suo pri-
mogenito e successore, anch'egli affettuoso
coi benedettini, nel 1029
gli donò la villa di Barbasse sul
Mantovano, colla chiesa di s. Gio-
vanni Battista, e poco dopo mille
biolche di terra in Settigento, villa
del Mantovano. Per la guerra che
Enrico IV dopo il 1090 faceva
alla Chiesa ed a Matilde, soffrì gra-
vi danni il monastero di s. Bene-
detto. Poco prima Armanno ve-
scovo di Brescia gli avea donato
la chiesa di s. Vito di Medola. Urbano
II dichiarò esente il mona-
stero, ed immediatamente soggètto
alla santa Sede. Indi l'imperatore
Enrico IV ricévette sotto la prò*
,
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lezione imperiale il monastero ed i
monaci. Nel i 102 il cardinnl le-
gato Bernardo liberti donò il pa-
lazzo che abitava in Malta all'ab-
1 ,
bate di s. Benedetto Alberico, per
comodità de' monaci che per afthri
si conducevano in città, i quali poi
vi fabbricarono la chiesa d'Ognis-
santi dappresso. Il monastero di s.
benedetto, nel iio3 dalla grati
contessa Matilde, come affezionata
ai benedettini, fu ampliato ed ar-
ricchito di rendite e possessioni, ed
il vescovo di Mantova Ugone nel
iio4 concesse all'abbate le decime
di tutta r isola Polirone. Il Papa
Pasquale II confermò al monastero
di s. Benedetto lutti i beni dati
da Tedaldo, Bonifacio e Matilde
colle loro giurisdizioni, si sul Man-
tovano che sul Bresciano , Ferrarese,
Bolognese, Parmigiano, Vene-
ziano, Trevigiano e Lucchese. Inol-
tre prescrisse il modo di eleggere
l'abbate, che tale si nominerebbe
dopo l'episcopale benedizione. Nel
1109 Matilde donò al monastero
di s. Benedetto la terra di Gover-
nolo colle sue giurisdizioni, ed in
esso ebbe sepoltura il vescovo ti-
gone, e poi la eroina della Chiesa
Matilde, che V imperatore Enrico
V chiamava madre, ed avea costituita
vicaria d'Italia, prima che
guerreggiasse con lei , e la cristianità
tutta onorò. Grati i monaci
di Polirone alla loro benefattrice,
da cui avevano ricevuto più di
trenta villaggi e casali, ne suffragarono
solcL^nemente l'anima, ciò
che praticarono dipoi frequentemen-
te. Non andò guari che Calisto 1 1 per
riformare il monastero di s. Maria
di Fraglia sul Padovano, lo consegnò
in perpetuo all'abbate di Po-
lirone, acciocché lo provvedesse di
abbate e di superiori. Nel 1129