Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 42.pdf - Bibliotheca ...

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t6 MAG Massimiliano de Haunold di Magonza, fallo vescovo d* Emmaus in partihiis nel 1792. Noteremo che in conseguenza del concordato stipulato ai i5 luglio 1801 tra la santa Sede e la Francia, Pio VII a' 29 novembre del medesimo anno pubblicò la bolla Qui Chris ti Domini , presso il Bull. Roni. ContinuatiOy t. XI, p. i^5y con la quale soppresse tutte le chiese ar- civescovili e vescovili de' dominii della repubblica francese, tra le quali Magonza, ed invece eresse dieci metroj)olilane e cinquanta ve- scovati. Tra le metropolitane vi fu Malines cui assegnò per suffraganee Magonza e Treveri dichiarate sedi vescovili. Quindi Pio VII ai 7 agosto 1802 preconizzò in concistoro vescovo di Magonza Giuseppe Lodovico Colmar di Argen- tina, che governò la chiesa sino al 18 19, verso la quale epoca mo- rì, restando la sede vacante sino al 1829. Dunque tanto 1' Erthal che il Dalberg cessarono d' essere arcivescovo il primo, coadiutore il secondoj di Magonza, a' 29 novembre 1801. Divenuto il Dalberg sovrano, volle far decidere cosa fosse il suo elettorato, e quali territorii l'avreb- bero indennizzato per Magonza e per la riva sinistra del Reno, che la connivenza dell'imperatore avea forzato il suo predecessore d'Ert- hal a cedere alla Francia. La de- putazione dell* impero riunita a Batisbona, ch'ebbe compimento ai 2 5 febbraio i8o3, ristabilì l'elet- torato. La sede arcivescovile di Magonza con autorità di Pio VII venne trasferita a Ralisbona, e nominato il Dalberg nel concistoro del primo febbraio i8o5, e coi titoli di eminentissimo e rcvereu- MAG dissimo, arcivescovo elettore, arci- cancelliere dell'impero, metropolitano e primate di Germania. Valentino Antonio de Schneid di Ma- gonza, fatto vescovo di Corico in partibus nel 1779, essendo sulTraganeo dell'amministratore vescovo di Ratisbona de Schrofenberg, che era pure vescovo di Frisinga, re- stò sulfraganeo dell'arcivescovo di Ratisbona Dalberg. La giurisdizione vescovile di questi dovea estender- si sopra tutte le parti delle antiche diocesi soppresse di Magonza, Tre- vesi e Colonia, situate sopra la sponda dritta del Reno , come pure sulla diocesi di Salisburgo. La sua dignità elettorale era fondata nel principato di Aschaffemburgo, sulle città d'Erfurt e di Eichsfeld, territorii conservati dall'antico elet- torato, ai quali si aggiungevano le città imperiali di Ratisbona e di Wetzlar, l'una col titolo di prin- cipato, l'altra con quello di contea, e la casa di Compostela a Francfort, il tutto valutato a 600,000 fiorini d'entrata, che doveano esse- re portati ad un miUone mediante il dazio del Reno. Benché le per- dite dell' elettorato fossero grandi, sarebbero state anco più conside- rabili, anzi la sua sovranità eccle- siastica avrebbe probabilmente se- guita la sorte di quelle di Treveri e di Colonia, senza l'alta conside- razione che tutte le potenze avevano personalmente per Dalberg. Nelle circostanze diffìciU in cui si trovava la Germania, in mezzo inteiessi particolari sostituiti ovunque all'interesse generale, si amava di vedere come presidente del corpo germanico un uomo i di cui lumi ed il disinteresse erano conosciuti ed apprezzati da tutti i partiti, e proclamato pure dalle potenze stcs-

MAG se, la Prussia e r/\uslria. Dalberg nel i8o4 recossi a Parigi, nello stesso tempo che Pio VII vi si era recato, per la coronazione in'itn- peratore di Napoleone, da cui ebbe dimostrazioni di stima. Nel i8o5 si formò fael settembre la terza coalizione continentale contro la Francia, e Dalberg indirizzò un fervido proclama a tutti gli stati dell'impero, per impedire lo scio- glimento dell' antico impero germanico che vedeva prossimo, ciò "che Verifica lono la vittoria di Na- poleone ad Austerlitz, e la pace di Presburgo, non che la confederazione Renana. Continuò Dalberg ad essere principe primate e prin- cipe sovrano di Rdtisbona, Aschaf- femburgo, Francfort e Wetzlar, a presiedere i due collegi creati col- l'atlo federale, e particolarmente il primo collegio detto dei re, come avea presieduto la dieta di Ratisbona in qualità di arcicancel- liere dell' impero. Sparito l'impero, Dalberg a vantaggio della Germania, e per conservare la grande unità tedesca, voleva con altri prin- cipi tedeschi che Napoleone pren- desse il titolo d'imperatore d'occi- dente, ma la sagacia dèi secondo si contentò dell'imperatorato francese ; onde Dalberg sì diede a ben governare i &\\oì sudditi, ma non volle stabilire la sua residenza in Fi-ancfort , temendo offehdere lo spirito d'indipendenza degli abitan- ti. Una quinta coalizione continen- tale venne a turbare la sua pace, Ratisbona fu presa e ripresa, e per la battaglia di Wagram e pace di Vienna fu ceduta alla Baviera. Il principe primate fu indennizza- to col granducato di Francfort, che oltre questa città e il suo ter- ritorio, si trovò composto del prin- VOL. XLII, MAG 17 cipato d'Aschaffemburgo, della con- tea di V\^etzlar, dei principati di Fulda, di Hanau e di mólte signorie contenenti in tutto 3oo,ooo abitanti. Là sovranità del gran- ducato di Francfort fu dichia- rata temporale, e la scelta fatta dal principe primate, nfel 1806, del cardinal Fesch zio di Napo- leone, per siio Successore, fu annullata, ed il principe Eugenio Beauharnais, dichiarato successore del granducato per decreto imperiale del I marzo 1 8 1 o : però non èssendo riuscito a Dalberg di at- tribuire il diritto di eleggere il successore all' antico capitolo me- tropolitano, perchè estinguevasi suc- cessivamente, ottenne che i gran- duchi di Francfort avrebbero pa- gato ai metropolitani di Ratisbonsl annui sessantamila fiorini. Come il solo de'sovrani ecclesiastici conser- vato da Napoleone , a questi fu Dalberg rìconoscentissimo. Al tempo della triplice alleanza contro là Francia , è tre settimane prima della battaglia di Lipsia, Dalberg lasciò la sua residenza di Aschaffemburgo per non trovarsi in mez- zo al tumulto, ad onta che gli veniva promessa la conservazione degli stati se non partiva, o almeno un equivalente sulla riva destra del Reno. Fedele all'amico che diveniva infelice, egli abdicò a' 3o ottobre 181 3 al re di Baviera il granducato di Francfort, a favore del successore principe Eugenio ge- nero di quel monarca, dichiarando contentarsi delle rendite del suo arcivescovato di Ratisbona, e vi si recò a'5 gennaio 18 14 per pren- dervi possesso. Ivi restò alle cure religiose e scientifiche, morendo ai IO febbraio 1817. Con lui terminò l'arcivescovato di Ratisbona,

t6 MAG<br />

Massimiliano de Haunold <strong>di</strong> Magonza,<br />

fallo vescovo d* Emmaus<br />

in partihiis nel 1792. Noteremo<br />

che in conseguenza del concordato<br />

stipulato ai i5 luglio 1801 tra la<br />

santa Sede e la Francia, Pio VII<br />

a' 29 novembre del medesimo anno<br />

pubblicò la bolla Qui Chris ti<br />

Domini , presso il Bull. Roni.<br />

ContinuatiOy t. XI, p. i^5y con la<br />

quale soppresse tutte le chiese ar-<br />

civescovili e vescovili de' dominii<br />

della repubblica francese, tra le<br />

quali Magonza, ed invece eresse<br />

<strong>di</strong>eci metroj)olilane e cinquanta ve-<br />

scovati. Tra le metropolitane vi<br />

fu Malines cui assegnò per suffraganee<br />

Magonza e Treveri <strong>di</strong>chiarate<br />

se<strong>di</strong> vescovili. Quin<strong>di</strong> Pio VII ai<br />

7 agosto 1802 preconizzò in concistoro<br />

vescovo <strong>di</strong> Magonza Giuseppe<br />

Lodovico Colmar <strong>di</strong> Argen-<br />

tina, che governò la chiesa sino<br />

al 18 19, verso la quale epoca mo-<br />

rì, restando la sede vacante sino<br />

al 1829. Dunque tanto 1' Erthal<br />

che il Dalberg cessarono d' essere<br />

arcivescovo il primo, coa<strong>di</strong>utore<br />

il secondoj <strong>di</strong> Magonza, a' 29 novembre<br />

1801.<br />

Divenuto il Dalberg sovrano,<br />

volle far decidere cosa fosse il suo<br />

elettorato, e quali territorii l'avreb-<br />

bero indennizzato per Magonza e<br />

per la riva sinistra del Reno, che<br />

la connivenza dell'imperatore avea<br />

forzato il suo predecessore d'Ert-<br />

hal a cedere alla Francia. La de-<br />

putazione dell* impero riunita a<br />

Batisbona, ch'ebbe compimento ai<br />

2 5 febbraio i8o3, ristabilì l'elet-<br />

torato. La sede arcivescovile <strong>di</strong><br />

Magonza con autorità <strong>di</strong> Pio VII<br />

venne trasferita a Ralisbona, e nominato<br />

il Dalberg nel concistoro<br />

del primo febbraio i8o5, e coi<br />

titoli <strong>di</strong> eminentissimo e rcvereu-<br />

MAG<br />

<strong>di</strong>ssimo, arcivescovo elettore, arci-<br />

cancelliere dell'impero, metropolitano<br />

e primate <strong>di</strong> Germania. Valentino<br />

Antonio de Schneid <strong>di</strong> Ma-<br />

gonza, fatto vescovo <strong>di</strong> Corico in<br />

partibus nel 1779, essendo sulTraganeo<br />

dell'amministratore vescovo<br />

<strong>di</strong> Ratisbona de Schrofenberg, che<br />

era pure vescovo <strong>di</strong> Frisinga, re-<br />

stò sulfraganeo dell'arcivescovo <strong>di</strong><br />

Ratisbona Dalberg. La giuris<strong>di</strong>zione<br />

vescovile <strong>di</strong> questi dovea estender-<br />

si sopra tutte le parti delle antiche<br />

<strong>di</strong>ocesi soppresse <strong>di</strong> Magonza, Tre-<br />

vesi e Colonia, situate sopra la<br />

sponda dritta del Reno , come pure<br />

sulla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Salisburgo. La<br />

sua <strong>di</strong>gnità elettorale era fondata<br />

nel principato <strong>di</strong> Aschaffemburgo,<br />

sulle città d'Erfurt e <strong>di</strong> Eichsfeld,<br />

territorii conservati dall'antico elet-<br />

torato, ai quali si aggiungevano le<br />

città imperiali <strong>di</strong> Ratisbona e <strong>di</strong><br />

Wetzlar, l'una col titolo <strong>di</strong> prin-<br />

cipato, l'altra con quello <strong>di</strong> contea,<br />

e la casa <strong>di</strong> Compostela a Francfort,<br />

il tutto valutato a 600,000<br />

fiorini d'entrata, che doveano esse-<br />

re portati ad un miUone me<strong>di</strong>ante<br />

il dazio del Reno. Benché le per-<br />

<strong>di</strong>te dell' elettorato fossero gran<strong>di</strong>,<br />

sarebbero state anco più conside-<br />

rabili, anzi la sua sovranità eccle-<br />

siastica avrebbe probabilmente se-<br />

guita la sorte <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> Treveri<br />

e <strong>di</strong> Colonia, senza l'alta conside-<br />

razione che tutte le potenze avevano<br />

personalmente per Dalberg.<br />

Nelle circostanze <strong>di</strong>ffìciU in cui si<br />

trovava la Germania, in mezzo inteiessi<br />

particolari sostituiti ovunque<br />

all'interesse generale, si amava <strong>di</strong><br />

vedere come presidente del corpo<br />

germanico un uomo i <strong>di</strong> cui lumi<br />

ed il <strong>di</strong>sinteresse erano conosciuti<br />

ed apprezzati da tutti i partiti, e<br />

proclamato pure dalle potenze stcs-

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