Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 42.pdf - Bibliotheca ...

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ii8 MAN DO sulle tombe de' cattivi trapas* sali l'iscrizione Diis Manibusy noen- tie piuttosto meritavano che ne fosse disonorata la memoria. Si supponeva dai gentili, che le buone auime degli antenati abitassero col- la loro famiglia, e la proteggessero; che quelle dei cattivi, chiamate lar- ve o fantasmi, inquietassero i i?i- venti. Questa opinione doveva da- re un'idea ben cattiva della giusti- zia divina. Le ceremonie notturne che si usavano per placarle, le mi- naccie che facevano alcune persone trasportate dall'ira, di venire dopo morte a tormentare i loro nemici, dovevano essere pei pagani una continua sorgente di timori e di perturbazione, trovandosi sempre in quello stato di agitazione che provano presentemente i superstiziosi e gli spiriti deboli e paurosi. Da ciò risulta che la credenza dell'ira- mortalità avea ben poca influenza sui costumi dei pagani, e gli turbava la tranquillità. Era quindi troppo necessario che Dio ci illuminasse intorno a questo punto tan- to importante; quello che ne insegoaoo i sacri libri è per ogni riguardo più ragionevole, più conso- lante, più atto a renderci virtuosi di tuttociò che ne hanno detto i filosofi, i quali non ne sapevano più del popolo, quanto allo stato delle anime dopo la morte. 11 cul- to reso ai santi nel cristianesimo Don è soggetto ad alcuno degl' in- convenienti che si rimproverano al culto dei Mani : la Chiesa non col- loca nella schiera de'beati che per- sonaggi i quali hanno edificato il mondo con virtù eroiche, e la di cui santità venne compfi'ovata da miracoli: noi pierò non rendiamo loro il culto che si rende a Dio, giau:hè uon ulLribuiumo ad essi MAN altro potere che quello d'interce- dere per noi presso di lui. Presso gli ebrei era severamente vietato di evocare e d'interrogare i mor- ti, o di far loro delle offerte; e colui che avesse toccato un morto era tenuto impuro. Nel t. VI delle Dissertazioni dell' accad. di CortO' na, sono riportate le disserl;«zioni del cortonese Orazio Maccari, sopra i geni degli antichi, diiferenti dai La- ri; dei vari impieghi che loro ven- nero assegnati, delle loro figure e culto prestatogli dai gentili. Furono pertanto detti Manes \ geni o spi- riti d'eroi, ai quali erano dedicati boschi, e dal Giraldi, llisl. Deorar/i Synlag. 17, furono appellati Lares. MANICHEI. Eretici del terzo secolo, che presero questo nome da Manes o Manicheo o Manete, nato verso l'anno 240, persiano di nazione e schiavo della ricca vedova di Cetesifrate, che lo adottò per figlio, e lo fece istruire nelle scien- ze che s'ingegnavano in Persia. Egli chiamavasi dapprima Curbico, ma siccome questo nome sembrava rim- proverargli la bassezza della sua primiera condizione, egli cambiollo con quello di Manes, che in lingua persiana o babilonese significa vaso, emulando s. Paolo, cioè quando divenne l'erede universale della sua signora : altri dicono che prese il nome di Manete quasi ottimo di- sputatore. Studiò i libri che la sua benefattrice avea ereditato dall'ere- siarca Terebinto, e principalmente le opere di un arabo chiamato Sciziano, maestro di Terebinto , seguace delle dottrine di Aristotile e Pitagora, ch'era vissuto ne'tem- pi apostolici; ed essendo dotato di naturale eloquenza acquistossi ben presto lama di dotto e sottile filosofo. Maaete si aaauaziò come un nuovo

MAN aposto lo o inviato da Gesù Cristo per riforaiare la religione e purgar la terra da tutti gli errori, quindi insegnare verità sino a quell'epoca sconosciute. Vantavasi del dono dei miracoli, ma avendo promesso di guarire col mezzo della sola sua preghiera il figlio ammalato di Sa- por 1 re di Persia, ed essendo il fanciullo morto nelle sue braccia, il re sdegnato fece porre in car- cere e poscia scorticar vivo l'impo- store, elle in vano avea potuto fug- gire didla sua prigione, circa Tanno 277, o verso la fine del IH secolo al dire di altri, i tre principali suoi discepoli furono Tommaso, Budda ed Erma che andarono a predicar la dottrina dell'eresiarca per le cit- tà e terre della provincia nella quale un tempo erasi ritirato Manete dopo aver abbandonato la capitale; ma poi formando più vasti disegni mandò Tommaso e Budda in Egit- to e nell'indie, e ritenne presso di se Erma; andarono pure in Siria ed in altre parti di oriente.^ Ma- nele tradusse il libro di Sciziano, vi fece qualche mutazione e lo e- spose come cosa sua. Legando in- sieme la dottrina dei Magi [Vtdi)^ col cristianesimo, dispiacque egualmente ai persiani, ai cristiani ed ai romani, onde tutte le società re- ligiose si sollevarono contro di lui. 1 suoi discepoli tuttavia lincerò qual- che proselito; furono cercati e ti ai- tali con tulio il rigore, non ostan- te si moltiplicarono, e sei secoli dopo Manele, in tempi di tenebre e d'ignoranza, i manichei portentosamente si propagarono, e fondarono uno stalo che lece tremare l'impero di Coslantiuopoli. Si diffusero poi per l'Italia e molto per la Lom- bardia, e con gran progressi nella Linguadocu e ncUu Provenza; pe- MAN 119 netrarono anche in Germania, in Inghilterra ed altrove. 11 Papa s. Siricio del 385 condannò i mani- chei, e proibì che si comunicasse- ro i manichei penitenti, tianne il punto estremo della vita, perchè la loro penitenza soleva essere fìnta ; condannò pure i priscillanisti che ne seguitavano gli errori ; altrettan- to fece s. Leone I del 44^, che li costrinse a condannare i loro erro- ri, bruciandone molti libri, e ce- lebrando un concilio contro di es- si, per cui in Roma molti si convertirono, e gli altri furono man- dati in esilio. San Gelasio I del 4q2 per riconoscere in Roma i ma- nichei che abborrivano il vino, ordinò che tutti i fedeli si comuni- cassero sotto ambedue le specie; li bandi da Roma e fece ardere i lo- ro libri, ciò che pur fece Papa s. Simmaco, il quale li cacciò da Roma. Di poi il Pontefice s. Ormisda lì fece flagellare, e gettare al fuo- co i loro libri. Alessandro Ili nel 1 179 condannò gli albigesi che se- guivano l'eresia dei manichei; e sotto di lui fiori il cardinal s. Gal- dino che mor\ mentre predicando inveiva contro i manichei denomi- nati catari, che infestavano molte Provincie dell' occidente. Anche i sovrani severamente punirono i ma- nichei. Diocleziano li punì, Graziano li represse, Teodosio I li fece scacciare da ogni luogo, Onorio li condannò con editto, Unnerico re de' vandali grandemente li perseguitò, e l'imperatore Valentiniano HI confermò con rigoroso editto tut- ti gli altri emanati dai suoi prede- cessori, contro sì infami eretici, e ne purgò l'Italia dove eransi intro- dotti venendo dall'Africa. Li perse- guitò ancora Giustino I imperatore; G^bade ra di Persia fece uccidere

ii8 MAN<br />

DO sulle tombe de' cattivi trapas*<br />

sali l'iscrizione Diis Manibusy noen-<br />

tie piuttosto meritavano che ne fosse<br />

<strong>di</strong>sonorata la memoria. Si supponeva<br />

dai gentili, che le buone auime<br />

degli antenati abitassero col-<br />

la loro famiglia, e la proteggessero;<br />

che quelle dei cattivi, chiamate lar-<br />

ve o fantasmi, inquietassero i i?i-<br />

venti. Questa opinione doveva da-<br />

re un'idea ben cattiva della giusti-<br />

zia <strong>di</strong>vina. Le ceremonie notturne<br />

che si usavano per placarle, le mi-<br />

naccie che facevano alcune persone<br />

trasportate dall'ira, <strong>di</strong> venire dopo<br />

morte a tormentare i loro nemici,<br />

dovevano essere pei pagani una<br />

continua sorgente <strong>di</strong> timori e <strong>di</strong><br />

perturbazione, trovandosi sempre in<br />

quello stato <strong>di</strong> agitazione che provano<br />

presentemente i superstiziosi<br />

e gli spiriti deboli e paurosi. Da<br />

ciò risulta che la credenza dell'ira-<br />

mortalità avea ben poca influenza<br />

sui costumi dei pagani, e gli turbava<br />

la tranquillità. Era quin<strong>di</strong><br />

troppo necessario che Dio ci illuminasse<br />

intorno a questo punto tan-<br />

to importante; quello che ne insegoaoo<br />

i sacri libri è per ogni riguardo<br />

più ragionevole, più conso-<br />

lante, più atto a renderci virtuosi<br />

<strong>di</strong> tuttociò che ne hanno detto i<br />

filosofi, i quali non ne sapevano<br />

più del popolo, quanto allo stato<br />

delle anime dopo la morte. 11 cul-<br />

to reso ai santi nel cristianesimo<br />

Don è soggetto ad alcuno degl' in-<br />

convenienti che si rimproverano al<br />

culto dei Mani : la Chiesa non col-<br />

loca nella schiera de'beati che per-<br />

sonaggi i quali hanno e<strong>di</strong>ficato il<br />

mondo con virtù eroiche, e la <strong>di</strong><br />

cui santità venne compfi'ovata da<br />

miracoli: noi pierò non ren<strong>di</strong>amo<br />

loro il culto che si rende a Dio,<br />

giau:hè uon ulLribuiumo ad essi<br />

MAN<br />

altro potere che quello d'interce-<br />

dere per noi presso <strong>di</strong> lui. Presso<br />

gli ebrei era severamente vietato<br />

<strong>di</strong> evocare e d'interrogare i mor-<br />

ti, o <strong>di</strong> far loro delle offerte; e<br />

colui che avesse toccato un morto<br />

era tenuto impuro. Nel t. VI delle<br />

Dissertazioni dell' accad. <strong>di</strong> CortO'<br />

na, sono riportate le <strong>di</strong>sserl;«zioni del<br />

cortonese Orazio Maccari, sopra i<br />

geni degli antichi, <strong>di</strong>iferenti dai La-<br />

ri; dei vari impieghi che loro ven-<br />

nero assegnati, delle loro figure e<br />

culto prestatogli dai gentili. Furono<br />

pertanto detti Manes \ geni o spi-<br />

riti d'eroi, ai quali erano de<strong>di</strong>cati<br />

boschi, e dal Giral<strong>di</strong>, llisl. Deorar/i<br />

Synlag. 17, furono appellati Lares.<br />

MANICHEI. Eretici del terzo<br />

secolo, che presero questo nome da<br />

Manes o Manicheo o Manete, nato<br />

verso l'anno 240, persiano <strong>di</strong> nazione<br />

e schiavo della ricca vedova<br />

<strong>di</strong> Cetesifrate, che lo adottò per<br />

figlio, e lo fece istruire nelle scien-<br />

ze che s'ingegnavano in Persia. Egli<br />

chiamavasi dapprima Curbico, ma<br />

siccome questo nome sembrava rim-<br />

proverargli la bassezza della sua<br />

primiera con<strong>di</strong>zione, egli cambiollo<br />

con quello <strong>di</strong> Manes, che in lingua<br />

persiana o babilonese significa vaso,<br />

emulando s. Paolo, cioè quando<br />

<strong>di</strong>venne l'erede universale della sua<br />

signora : altri <strong>di</strong>cono che prese il<br />

nome <strong>di</strong> Manete quasi ottimo <strong>di</strong>-<br />

sputatore. Stu<strong>di</strong>ò i libri che la sua<br />

benefattrice avea ere<strong>di</strong>tato dall'ere-<br />

siarca Terebinto, e principalmente<br />

le opere <strong>di</strong> un arabo chiamato<br />

Sciziano, maestro <strong>di</strong> Terebinto ,<br />

seguace delle dottrine <strong>di</strong> Aristotile<br />

e Pitagora, ch'era vissuto ne'tem-<br />

pi apostolici; ed essendo dotato <strong>di</strong><br />

naturale eloquenza acquistossi ben<br />

presto lama <strong>di</strong> dotto e sottile filosofo.<br />

Maaete si aaauaziò come un nuovo

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