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Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 42.pdf - Bibliotheca ...

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MAN<br />

ne abbiomo la testimonianza eia<br />

Apuleio scritloi'e gentile, nel libiH):<br />

Ve Dto Socralìs, riferito da Giuseppe<br />

Tomassino nel trattato De<br />

Donariis vetenim, l. XII, cap. XVI,<br />

delle antichità romane del Grevio.<br />

JNon molto <strong>di</strong>versa è Ja definizione<br />

cbe ne dà Plotino presso s. A-<br />

goslino, Dti ch'ìlate Dei^ lib. IX,<br />

cap. XI, con queste parole. Anìmas<br />

liorninum daemones esse, et ex ho-<br />

minibus fieri Lares, si meriti boni<br />

sinl; Leniures, seu larvas^ si mali,*<br />

Manes aiilern, cum incertum est<br />

honorum eos , seu malorum esse<br />

meritorum. Laonde apparisce, che<br />

per Dei mani i gentili non inlesero<br />

ahro che le auime de' defunti , le<br />

quali non sapevano se appartenes-<br />

sero allo stalo dei lari o a quello<br />

<strong>di</strong> larve, non tenendole per deità<br />

adorabili, come gli Dei celesti, ter-<br />

restri ed infernali. Un tale titolo<br />

meramente onorario <strong>di</strong>ede alle anime<br />

de' suoi defunti la morale<br />

de' gentili , giu<strong>di</strong>cando eh' elle fos-<br />

sero una cosa sacra, perchè spiri-<br />

tuali e spogliate dal corpo loro ter-<br />

reno, e perciò tulle le cerimonie<br />

che prestavano alle loro ceneri o<br />

ossa rimaste ne' sepolcri, alle medesime<br />

anime riferivano, con ono-<br />

re dovulo alla loro memoria, e<br />

tutte sacre le <strong>di</strong>chiararono ; onde<br />

i romani decretarono , che come<br />

Dei si trattassero, lo che abbiamo<br />

espresso nella legge duodecima delle<br />

XII tavole con quesla formola.<br />

Deorutìi Manium jura sanata sun-<br />

to, rios laelo datos Divos hahento.<br />

Sopra la qual legge il Morestellio<br />

nel suo libro De pompa ferali, lib.<br />

\1II, cap. IV, presso il Grevio t.<br />

XII, riferisce, che abbruciati ch'erano<br />

i corpi de' defunti e scelte<br />

che avcvaiK) dalle ceneri le ossa<br />

limaste, si cong^'a tuiavano e salu-<br />

WAN 117<br />

tarano il defunto come conseguito<br />

avesse queironorifico titolo <strong>di</strong> Diis<br />

Manihus. Quin<strong>di</strong> tutte le ceremo-<br />

nie e <strong>di</strong>mostrazioni religiose che i<br />

gentili facevano ai sepolcri de' loro<br />

maggiori, le quali erano le lavande<br />

o lustrazioni, l'infonder vino o lat-<br />

te, l'apporvi lagrimatori con lagrime<br />

chiuse, l'accendervi lucerne, il<br />

destinarvi custo<strong>di</strong>, lo spargervi so-<br />

pra rose e fiori <strong>di</strong>versi, il celebrar-<br />

vi le cene e vari giuochi d'intor-<br />

no, erano tutte cereraonie civili<br />

e protestazioni <strong>di</strong> affetto, e non già<br />

sagriflzi che ai soli Dei si offriva-<br />

no. F. Lucerna, Fiori, Funerali.<br />

Tuttavolta se i gentili, massime<br />

romani, non resero gli onori <strong>di</strong>vini<br />

a'ioro morti, i secon<strong>di</strong> accordarono<br />

gli onori dell' apoteosi agli irapei-a-<br />

tori, e ad essi soltanto innalzax'ono<br />

templi e resero pubblico culto: cia-<br />

scuno poi in particolare avea <strong>di</strong>ritto<br />

<strong>di</strong> onorare in sua casa tutti quei<br />

defunti che gli erano stati cari. Ci-<br />

cerone nel suo libro De consolatiO"<br />

ne, narra <strong>di</strong> aver fatto innalzare<br />

una cappella ai Mani <strong>di</strong> sua figlia<br />

Tullia. Sei vestibolo <strong>di</strong> tutte le ca-<br />

se de' romani ragguardevoli vi e«<br />

la un altare consacrato agli Dei la-<br />

ri, che credevano essere gli avi <strong>di</strong><br />

famiglia. Per scusare questa con-<br />

dotta, alcuni de' nostri filosofi <strong>di</strong>s-<br />

sero, che i pagani dando alle anime<br />

de' morti la denominazione <strong>di</strong><br />

Dei^ intendevano soltanto che esse<br />

erano in uno stato <strong>di</strong> beatitu<strong>di</strong>ne;<br />

che colla ìnorte del corpo esse a«<br />

veano acquistato un potere e cognizioni<br />

superiori a quelle dei mor-<br />

tali; che esse potevano per conseguenza<br />

istruirle ed aiutarle; perciò<br />

rendevano» loro una specie <strong>di</strong> culto<br />

e le invocavano presso a poco<br />

come noi facciamo a riguardo dei<br />

santi. Talvolta i pagani scolpirò-

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