Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica 42.pdf - Bibliotheca ...

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07.06.2013 Views

io4 MAN plesso delle rare sue doti e vasta dottrina , ebbe magnifici funerali e fu cbiamato ornamento dei suo secolo. Le opere di questo illustre autore per la maggior parte assai stimate sono: De liberis tducandis. Laudutio januensium. Dìalogus de morte. Filii. De illustribus longaevis. Cantra judaeos. Laudalio Jgnttis Numantinae. Apologia Nunlii Hi- spani, Historia januensium. De dignitate et excellentia hominis ad j4lphonsum regem Neapolitanum : è all' indice de' libri proibiti, col decreto Donec emendelur. De ter- rae motu. De recla interprelatione ad eumdem. Historia pistoriensium. Symposium. Le vite di Socrate, Se- neca, Dante, Petrarca, Boccaccio, del re Alfonso e di Papa Nicolò V. Oratio de saecularibus et pontificalibus pompis ad Caroluni. O- ratio in funere Leonardi A retinij ad regem Alpkonsum in nuptiis filii sui j ad senensem dum Alphonsum Piombinum obsideret; ad Alpkonsum regem de pace servandaj ad Nicolaum V Pontificem summunì de creatione sua; ad Calixtum III de eligendo imperatore contra turcos; ad Fredericum III imperatorem de creatione sua; in funere Jannotii Pandolphini equìlis; e molte Epistolae. Tradusse dal siriaco il salterio della verità ebrai> ca, e dal greco i quattro evangeli, le epistole di s. Paolo, le epistole canoniche e V Apocalisse, oltre le opere di Aristotile. Diverse di tali ti-aduzioni gli furono ordinate da Nicolò V. MANFREDO, Cardinale. Man- fredo fu creato cardinale prete del titolo di s. Sabina da Innocenzo 11, forse nel dicembre ii4o> « si trova sottoscritto in una di lui bol- la spedita a' 22 settembre ii4^ ^ , MAN favore di Gregorio abbate del mo- nastero di s. Bartolomeo della diocesi di Fiesole. Dopo un anno mo- rì, né altro si sa di lui. MANFREDO, Cardinale. Man- fredo da Celestino II nel giorno delle ceneri 11 44 f" creato cardi- nale dell'ordine de' preti, e per ti- tolo gli conferì la chiesa di s. Sa- bina. Sottoscrisse le bolle di Celestino II, Lucio II, Eugenio 111, A- nastasio IV ed Adriano IV, sotto il quale morì, dopo essere stato ai comizi degli ultimi quattro Papi. MANFREDONIA ( Syponiin ). Città con residenza arcivescovile del regno delle due Sicilie nella i^uglia, provincia di Capitanata sulla costa del mare Adriatico , in fondo alla baia che s'interna nella rupe meridionale del monte Gar- gano, sul golfo del suo nome, capoluogo di cantone. È piazza forte di quarta classe, e di molto commercio e di transito delle merci che dai porti dell'Adriatico vi approdano dirette per Napoli. Ha un ben munito castello che non fu potuto espugnare da Lautrec, sebbene avesse occupato tutte le cir- costanti contrade. Desso protegge il porto, ov'è costruito un he\ molo a riparo delle navi. Il medesimo esisteva prima della città e chiama vasi Porlo di Capitanala, e da questo nel 1177 s'imbarcò, segui- to da tredici galere che gli avea mandato Guglielmo II re di Sici- lia, il Papa Alessandro IH per recarsi a Venezia onde pacificarsi eoa Federico I. Dopo la concordia, nelr ottobre si rimise in mare sulle navi venete, approdò nel porto di Siponto, ed a*i4 dicembre giunse in Anagni. Nelle vicinanze vi sono ricche saline. A mille passi di distanza sorgeva sopra una delle ,

MAN rocce la grandiosa citta di Sipon- to, Siponliun o Sipus^ antica città della Puglia o nell' antica Daunia, quasi sulla sponda del mare Adria- tico, in fondo ad un piccolo gol- fo. Dovea la sua fondazione ai gieci, e portava in loro lingua il nome di Sepious. Divenne colonia roma- na, che dopo d'essersi indebolita considerabilmente , fu ristabilita di nuovo. Ma distrutta parte dai sa- raceni e parte da un terremoto divenne vuota di abitanti. In oggi tion si vedono che pochi avanzi d'ediflzi, i quali però fanno con- getturare che fosse anticamente grande e bella. Manfredonia ne rim- piazzò l'esistenza, e ne ereditò la cattedra arcivescovile, che serba tut- tora. JNel io5o fu tenuto un con- cilio a Siponto, contro due arcive- scovi simoniaci. Labbé t. IX; Ar- duino t. II. Manfredi figlio naturale dell'imperatore Federico 11, dopo la morte di questi, e mentre occupava il regno di Sicilia, fabbricò nel i256 Manfredonia , che chiamò col suo nome, colle rovine di Siponto città distrutta nell'anno precedente, e nelle sue vicinanze. La regina di Napoli Giovanna li donò a Muzio Attendoli o sia Sforza il Grande, r intera città di Manfredonia , a raccomandazione ed istanza di Mar- tino V, che volle in tal guisa ricompensare lo Sforza d'aver libera- to Roma dalle armi di Braccio da Montone, e restituita al Pontefice. Questa città ebbe l' elogio di fedelissima dall'imperatore Carlo V re delle due Sicilie, per aver re- sistito con onorala difesa, allorché venne tentata da Odetto di Foix signore di Lautrec, per Francesco I re di Francia. Nel iSGy vi si tenue un concilio pioviuciale. 1 tur- , MAN io5 chi la presero nel 1620, e l'abbandonarono dopo averla incendia- ta. Poco tempo dopo fu restaura- ta e fortificata. Nell'arcidiocesi vi è il celebre Monte Gargano, Gai'" ganus Mons, gruppo di montagne, nel distretto di s. Severo e di Foggia, che forma un vasto promon- torio, e determina lo sperone dello stivale col quale viene figurata la penisola italiana. Rinchiude valli spaziose e fertili, e le sue sommila sono coperte di foreste, crescendo- vi molte pitinle rare e preziose per la medicina. Sull'alta rupe del Mon- te Gargano, che sovrasta il golfo di Manfredonia, esiste la città di Monte s. Angelo. La sua elevatez- za e le vie scoscese per ascendervi resero il luogo assai munito, allor- ché i saraceni discacciati da per tutto lo elessero per sicura ritira- ta, e vi rimasero lungo tempo, per cui incavate nel vivo sasso tuttora si vedono le loro tombe. Chiamasi Monte Saraceno l'estrema parte del gran promontorio ^ ch'estende le scabrose sue coste da Manfredonia in semicerchio fino alla foce dei Fortore. Nell'angusto seno poi, sottoposto alla città di Monte s. Angelo, trovasi il villaggio di Matina- ta con accessibile rada. Nella città di Monte s. Angelo, celebratissimo e di antica venerazione é il santuario di s. Michele Arcangelo, ove si discende per una serie di gra- dini praticati nella roccia a forza di scalpello, ed illuminati da artifi- ciali trafori. Si giunge ad una specie di cimiterio con molti depo- siti e cappelle; quindi si ha l'accesso al di voto sacro Speco formato naturalmente entro il masso, ed ivi é l'altare dedicato al principe delle celesti milizie, presso il quale sgorga una pura sorgente di acqua

MAN<br />

rocce la gran<strong>di</strong>osa citta <strong>di</strong> Sipon-<br />

to, Siponliun o Sipus^ antica città<br />

della Puglia o nell' antica Daunia,<br />

quasi sulla sponda del mare Adria-<br />

tico, in fondo ad un piccolo gol-<br />

fo. Dovea la sua fondazione ai gieci,<br />

e portava in loro lingua il nome<br />

<strong>di</strong> Sepious. Divenne colonia roma-<br />

na, che dopo d'essersi indebolita<br />

considerabilmente , fu ristabilita <strong>di</strong><br />

nuovo. Ma <strong>di</strong>strutta parte dai sa-<br />

raceni e parte da un terremoto<br />

<strong>di</strong>venne vuota <strong>di</strong> abitanti. In oggi<br />

tion si vedono che pochi avanzi<br />

d'e<strong>di</strong>flzi, i quali però fanno con-<br />

getturare che fosse anticamente grande<br />

e bella. Manfredonia ne rim-<br />

piazzò l'esistenza, e ne ere<strong>di</strong>tò la<br />

cattedra arcivescovile, che serba tut-<br />

tora. JNel io5o fu tenuto un con-<br />

cilio a Siponto, contro due arcive-<br />

scovi simoniaci. Labbé t. IX; Ar-<br />

duino t. II.<br />

Manfre<strong>di</strong> figlio naturale dell'imperatore<br />

Federico 11, dopo la morte<br />

<strong>di</strong> questi, e mentre occupava il regno<br />

<strong>di</strong> Sicilia, fabbricò nel i256<br />

Manfredonia , che chiamò col suo<br />

nome, colle rovine <strong>di</strong> Siponto città<br />

<strong>di</strong>strutta nell'anno precedente, e<br />

nelle sue vicinanze. La regina <strong>di</strong><br />

Napoli Giovanna li donò a Muzio<br />

Attendoli o sia Sforza il Grande,<br />

r intera città <strong>di</strong> Manfredonia , a<br />

raccomandazione ed istanza <strong>di</strong> Mar-<br />

tino V, che volle in tal guisa ricompensare<br />

lo Sforza d'aver libera-<br />

to Roma dalle armi <strong>di</strong> Braccio da<br />

Montone, e restituita al Pontefice.<br />

Questa città ebbe l' elogio <strong>di</strong> fedelissima<br />

dall'imperatore Carlo V<br />

re delle due Sicilie, per aver re-<br />

sistito con onorala <strong>di</strong>fesa, allorché<br />

venne tentata da Odetto <strong>di</strong> Foix<br />

signore <strong>di</strong> Lautrec, per Francesco<br />

I re <strong>di</strong> Francia. Nel iSGy vi si<br />

tenue un concilio pioviuciale. 1 tur-<br />

,<br />

MAN io5<br />

chi la presero nel 1620, e l'abbandonarono<br />

dopo averla incen<strong>di</strong>a-<br />

ta. Poco tempo dopo fu restaura-<br />

ta e fortificata. Nell'arci<strong>di</strong>ocesi vi<br />

è il celebre Monte Gargano, Gai'"<br />

ganus Mons, gruppo <strong>di</strong> montagne,<br />

nel <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> s. Severo e <strong>di</strong> Foggia,<br />

che forma un vasto promon-<br />

torio, e determina lo sperone dello<br />

stivale col quale viene figurata la<br />

penisola italiana. Rinchiude valli<br />

spaziose e fertili, e le sue sommila<br />

sono coperte <strong>di</strong> foreste, crescendo-<br />

vi molte pitinle rare e preziose per<br />

la me<strong>di</strong>cina. Sull'alta rupe del Mon-<br />

te Gargano, che sovrasta il golfo<br />

<strong>di</strong> Manfredonia, esiste la città <strong>di</strong><br />

Monte s. Angelo. La sua elevatez-<br />

za e le vie scoscese per ascendervi<br />

resero il luogo assai munito, allor-<br />

ché i saraceni <strong>di</strong>scacciati da per<br />

tutto lo elessero per sicura ritira-<br />

ta, e vi rimasero lungo tempo, per<br />

cui incavate nel vivo sasso tuttora<br />

si vedono le loro tombe. Chiamasi<br />

Monte Saraceno l'estrema parte del<br />

gran promontorio ^ ch'estende le<br />

scabrose sue coste da Manfredonia<br />

in semicerchio fino alla foce dei<br />

Fortore. Nell'angusto seno poi, sottoposto<br />

alla città <strong>di</strong> Monte s. Angelo,<br />

trovasi il villaggio <strong>di</strong> Matina-<br />

ta con accessibile rada.<br />

Nella città <strong>di</strong> Monte s. Angelo,<br />

celebratissimo e <strong>di</strong> antica venerazione<br />

é il santuario <strong>di</strong> s. Michele Arcangelo,<br />

ove si <strong>di</strong>scende per una serie <strong>di</strong> gra-<br />

<strong>di</strong>ni praticati nella roccia a forza <strong>di</strong><br />

scalpello, ed illuminati da artifi-<br />

ciali trafori. Si giunge ad una specie<br />

<strong>di</strong> cimiterio con molti depo-<br />

siti e cappelle; quin<strong>di</strong> si ha l'accesso<br />

al <strong>di</strong> voto sacro Speco formato<br />

naturalmente entro il masso, ed<br />

ivi é l'altare de<strong>di</strong>cato al principe<br />

delle celesti milizie, presso il quale<br />

sgorga una pura sorgente <strong>di</strong> acqua

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