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Sapori di mare nel menù - B2B24 - Il Sole 24 Ore

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gravi effetti della recessione<br />

economica in atto, con il rischio<br />

<strong>di</strong> provocare la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

posti <strong>di</strong> lavoro. il rapporto tra<br />

incasso e occupazione risente<br />

infatti, <strong>di</strong>rettamente, delle variazioni<br />

del volume d’incassi».<br />

Concorrenza fiscale<br />

l’aumento l dell’ iva al 20%<br />

avrebbe esposto i baristi alla<br />

“concorrenza fiscale <strong>di</strong>retta”<br />

degli esercizi commerciali e<br />

artigianali, che applicano l’aliquota<br />

del 10% per la ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

prodotti alimentari per consumo<br />

sul posto. «oggi un cliente<br />

che a mezzogiorno va al bar -<br />

aggiungono alla fipe - e or<strong>di</strong>na<br />

un piatto <strong>di</strong> lasagne, lo paga 10<br />

euro <strong>di</strong> cui l’esercente incassa 9<br />

euro e 10 centesimi, mentre 90<br />

centesimi sono <strong>di</strong> iva. Per continuare<br />

a incassare 9,10 euro,<br />

con l’iva al 20%, il barista do-<br />

vrebbe venderlo a 10 euro e 80<br />

centesimi e dovrebbe vedersela<br />

con la concorrenza del gastronomo,<br />

che magari gli sta a fianco<br />

<strong>nel</strong>la stessa via, e che può<br />

continuare a far pagare il piatto<br />

<strong>di</strong> lasagne 10 euro». in sintesi,<br />

il gestore del bar si troverebbe<br />

<strong>di</strong> fronte a due possibili scelte:<br />

far pagare l’aumento dell’imposta<br />

ai clienti oppure tagliare i<br />

propri ricavi per restare concorrenziale<br />

con il gastronomo.<br />

Rilancio dei consumi<br />

il testo del provve<strong>di</strong>mento<br />

europeo potrebbe invece prevedere<br />

l’aliquota or<strong>di</strong>naria del<br />

20% per la somministrazione<br />

<strong>di</strong> bevande alcoliche e superalcoliche<br />

(ma non del vino). superato<br />

il vaglio del Parlamento<br />

europeo, secondo la prassi e i<br />

tempi previsti, potrebbe scat-<br />

tare la seguente <strong>di</strong>stinzione:<br />

aliquota al 10% per la sommi sommi-<br />

nistrazione <strong>di</strong> cibo e vino; al<br />

in collaborazione con bargiornale<br />

20 %<br />

l’Iva per la somministrazione<br />

<strong>di</strong> alcolici e superalcolici<br />

(vini esclusi)<br />

70mila<br />

le unità occupazionali in più<br />

se l’Iva, ora al 10%, venisse<br />

ulteriormente ridotta al 5%<br />

20% se il cliente or<strong>di</strong>na un superalcolico.<br />

la fipe annuncia che si batterà<br />

per ridurre ulteriormente l’iva<br />

sulla ristorazione e sulle attività<br />

turistiche, per rilanciare i<br />

consumi interni e rendere più<br />

competitiva l’italia. in questo<br />

quadro, si proverà a chiedere<br />

la <strong>di</strong>minuzione dell’iva al 10%<br />

anche per i servizi <strong>di</strong> spiaggia<br />

degli stabilimenti balneari e<br />

per le <strong>di</strong>scoteche. secondo una<br />

proiezione effettuata dalla federazione,<br />

se l’iva venisse ridotta<br />

al 5%, il settore potrebbe tenere<br />

meglio sotto controllo i prezzi e<br />

ci sarebbe un aumento dell’occupazione<br />

che, prima della crisi,<br />

era calcolato in 70 mila unità.<br />

il settore avrebbe tutte le carte<br />

in regola per godere un regime<br />

ridotto, perché è “labour intensive”,<br />

fornisce servizi a livello<br />

locale e svolge un’attività alta-<br />

mente sociale.<br />

per il cliente<br />

<strong>di</strong>cembre-gennaio-2010<br />

43<br />

q u a l i t a l y

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