C on V - Rivista IDEA

«È un sistema di finanziamento
per le piccole e le medie imprese
agricole, con sede nella regione,
per: investimenti fondiari (acquisto,
costruzione, ampliamento e
ammodernamento di strutture,
impianti e macchinari fissi), investimenti
agrari (acquisto di macchine
e attrezzature agricole nonché
acquisto e installazione di
dispositivi di sicurezza per queste
ultime, al fine di adeguarle alla
normativa sulla prevenzione) e
prestiti di conduzione aziendale. Il
finanziamento a favore è in conto
interessi al 3% in pianura e al 3,5%
in montagna, il che, con i tassi
attuali, significa pressoché l’azze-
ramento dell’onere a carico delle
aziende. Il conto interessi è stato
preferito al conto capitale (cioè ai
finanziamenti a fondo perduto,
ndr) perché è un modo per favorire
le imprese professionali rispetto a
quelle che non lo sono. Saranno le
Province a gestire le istruttorie,
nonché l’accertamento dell’avvenuto
acquisto o dell’esecuzione
delle opere. La domanda dovrà
essere predisposta e presentata utilizzando
i servizi on-line integrati
nel sistema informativo agricolo
piemontese (Siap) e la copia cartacea
dovrà essere presentata al
Settore agricoltura della Provincia,
all’istituto di credito prescelto e, se
prevista la garanzia, al Confidi».
Avete garantito tempi rapidi per
l’accoglimento delle domande...
«I Piani verdi hanno una modalità
di erogazione pratica e soprattutto
veloce nelle tempistiche: il contributo
regionale negli interessi sarà
elargito in forma attualizzata, in
un’unica soluzione dopo l’erogazione
del mutuo. L’impresa pertanto
può subito perfezionare
l’operazione di prestito, effettuare
gli acquisti e dare corso agli investimenti
fondiari».
Siete riusciti a ridurre al minimo
la burocrazia, quindi?
«Credo che debba essere fra i primi
pensieri di chi amministra la cosa
pubblica. Oggi le pastoie burocratiche
sono un’autentica vessazione
per il settore agricolo. Penso ad
esempio al comparto vitivinicolo.
Con il ministro Roberto Calderoli
stiamo valutando la possibilità,
purtroppo non di semplice realizzazione,
di fare del Piemonte una
regione pilota nel campo della
semplificazione delle procedure.
Comunque la Regione, nell’ambito
della proprie competenze, con i
Piani verdi e non solo, fa già in
modo di sveltire gli “iter”».
Se si parla di vessazioni per
l’agricoltura, il pensiero corre
pure all’Unione europea. Le
norme e le strutture comunitare
sono per forza “nemiche”?
«A volte da Bruxelles arrivano
decisioni incomprensibili e difficili
da accettare, ma credo che tanti
DANNI DA GHIRI: CONSEGNATE LE PRIME GABBIE
A Bossolasco è stato ribadito: «La fauna selvatica dev’essere in numero
tale da non compromettere le attività agricolo-economiche del territorio»
Nella sede della Comunità montana alta Langa di Bossolasco,
Claudio Sacchetto e il consigliere regionale Federico Gregorio
hanno presenziato alla consegna delle prime duemila gabbie per
la cattura dei ghiri. L’Assessorato regionale, considerata l’intenzione
della Provincia di Cuneo di attuare uno studio finalizzato alla
riduzione del fenomeno dannoso alle colture, ha assegnato alla
Provincia stessa un contributo di 34 mila euro. L’assessore provinciale
all’agricoltura, Stefano Isaia, ha recapitato simbolicamente
la gabbia numero 1 a Giuseppe Molinari, presidente del comitato
spontaneo sorto per contrastare i danni ai noccioleti causati
dai ghiri. Parte così una sperimentazione innovativa finora adottata
una sola volta ad Asiago, in provincia di Vicenza.
Sacchetto ha dichiarato: «La fauna selvatica dev’essere in numero
tale da non compromettere le attività agricolo-economiche. Auspichiamo che gli altri enti istituzionali
preposti collaborino costruttivamente, facendo prevalere il buon senso e non componenti
ideologiche che talvolta incidono in modo negativo sull’attività dell’agricoltura».
Gregorio ha aggiunto: «La Regione dà un contributo al fine di sviluppare uno studio che equilibri,
con razionalità e senza preconcetti, la convivenza tra animali selvatici e attività dell’uomo».
L’assessore Isaia ha concluso: «Questa è la prima fase di un percorso più ampio che speriamo
dia frutti significativi. I danni che le colture stanno subendo sono sotto gli occhi di tutti, con
queste gabbie si cerca di individuare soluzioni concrete, a tutela del lavoro degli agricoltori».
14 luglio 2011 Ü 17