Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia
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si (15, 42-45). Il ALCL ALK+ è un’entità autonoma<br />
dal punto <strong>di</strong> vista nosografico perché caratterizzata<br />
a livello biologico dal riarrangiamento del<br />
gene ALK sul cromosoma 2p23 (1, 5, 46).<br />
Diverse traslocazioni possono coinvolgere il gene<br />
ALK; la più comune è la t(2;5) (p23;q35).<br />
Tale traslocazione porta alla fusione del gene ALK<br />
posto sul cromosoma 2 con il gene Nucleofo -<br />
smina (NPM) posto sul cromosoma 5; ne risulta<br />
un gene <strong>di</strong> fusione che co<strong>di</strong>fica per una proteina<br />
chimerica <strong>di</strong> 80-kDa NPM-ALK, dotata <strong>di</strong> un’attività<br />
tirosinochinasica intrinseca. La cascata<br />
intracellulare che deriva dall’attivazione <strong>di</strong> ALK<br />
<strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> traslocazione (1, 5, 46). Diversi<br />
stu<strong>di</strong> molecolari hanno <strong>di</strong>mostrato il ruolo dell’oncogene<br />
NPM-ALK nel processo <strong>di</strong> trasformazione<br />
neoplastica (46, 47). Stu<strong>di</strong> in vitro hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
che proteine chimeriche ALK costitutivamente<br />
attivate inducono la trasformazione, la proliferazione<br />
e la sopravvivenza cellulare. Il processo<br />
<strong>di</strong> oncogenesi è me<strong>di</strong>ato dall’attivazione <strong>di</strong><br />
cascate <strong>di</strong> segnale intracellulare tra cui il pathway<br />
<strong>di</strong> JAK3-STAT3, ERK e PI3-Akt (46, 47).<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista morfologico esistono almeno<br />
5 varianti, non correlate alle varianti geniche <strong>di</strong><br />
ALK: comune, a piccole cellule, linfoistiocitica,<br />
Hodgkin-like e composita. Tutte le varianti contengono<br />
le cosiddette hallmark cells, cellule patognomoniche,<br />
caratterizzate da un nucleo eccentrico<br />
e reniforme e una regione <strong>di</strong> Golgi eosinofila. La<br />
proteina ALK può essere riscontrata sia nel nucleo<br />
sia nel citoplasma delle hallmark cells (1, 5).<br />
Per quanto riguarda l’immunofenotipo, le cellule<br />
neoplastiche sono uniformemente CD30 positive<br />
sia in superficie sia sulla regione <strong>di</strong> Golgi; frequente<br />
è anche la positività <strong>di</strong> EMA (epithelial membrane<br />
antigen) e <strong>di</strong> markers citossici (TIA-1, perforina<br />
e granzyme B). Le cellule neoplastiche mostrano<br />
un fenotipo T aberrante con un’espressione<br />
<strong>di</strong>fettiva <strong>di</strong> molti antigeni T e spesso mostrano un<br />
apparente fenotipo null. In quest’ultimo caso l’origine<br />
T cellulare del ALCL ALK positivo è <strong>di</strong>mostrabile<br />
dal riarrangiamento clonale delle catene β e<br />
γ del TCR. L’espressione <strong>di</strong> CD3 è assente nel 75-<br />
80% dei casi, così come l’espressione <strong>di</strong> CD5 e<br />
CD7 e CD8; al contrario marcatori come CD2, CD4<br />
e CD45 sono espressi in molti casi (1, 5).<br />
- ALCL ALK negativo. Come già accennato, nella<br />
più recente classificazione WHO, l’ALCL ALK nega-<br />
Linfomi non Hodgkin T/NK<br />
tivo è considerato un’entità provvisoria da <strong>di</strong>stinguere<br />
sia dall’ALCL ALK positivo sia dai PTCL,<br />
NOS. Il meccanismo <strong>di</strong> oncogenesi non è noto (1).<br />
La prognosi è significativamente peggiore rispetto<br />
all’ALCL ALK positivo (OS a 5 anni, 30-51%) ma<br />
migliore rispetto ai PTCL-NOS (10, 15, 29).<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista della morfologia, l’ALCL ALK<br />
negativo è simile all’ALCL ALK positivo nella<br />
variante comune, anche se le hallmark cells sono<br />
<strong>di</strong> maggiori <strong>di</strong>mensioni e più pleomorfe. Non sono<br />
state identificate varianti istologiche specifiche (5).<br />
L’immunofenotipo dell’ALCL ALK negativo è<br />
simile all’ALCL ALK positivo. La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale<br />
tra ALCL ALK negativo e PTCL-NOS può<br />
essere <strong>di</strong>fficoltosa: i PTCL-NOS mostrano<br />
un’espressione del CD30 a <strong>di</strong>versa intensità in una<br />
minoranza <strong>di</strong> casi mentre il ALCL ALK negativo<br />
è intensamente CD30 positivo; la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> marcatori<br />
<strong>di</strong> superficie della linea T è evento più raro<br />
nei PTCL-NOS così come l’espressione <strong>di</strong> EMA.<br />
Da un punto <strong>di</strong> vista pratico, la classificazione<br />
WHO raccomanda che la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ALCL ALK<br />
negativo sia posta solo se la morfologia e l’immunofenotipo<br />
sono simili ai casi ALK positivi e in<br />
assenza dell’overespressione <strong>di</strong> ALK (1, 5, 29).<br />
Linfoma T angioimmunoblastico<br />
Il linfoma T angioimmunoblastico (Angioimmu -<br />
noblastic T cell Lymphoma, AITL) è una delle entità<br />
più comuni tra i PTCLs in Occidente; rappresenta<br />
infatti il 25-30% dei casi <strong>di</strong> PTCLs in Europa<br />
(Tabella 3) (10).<br />
L’incidenza è maggiore in età avanzata (età<br />
me<strong>di</strong>ana, 60 anni). Clinicamente, i pazienti si presentano<br />
con adenopatie superficiali, epatosplenomegalia,<br />
sintomi B, in particolare febbre e calo<br />
ponderale e in oltre la metà dei casi sono presenti<br />
un rash cutaneo e artralgie. Gli esami <strong>di</strong><br />
laboratorio spesso mostrano un’ipergammaglobulinemia<br />
policlonale e un’anemia emolitica con<br />
test <strong>di</strong> Coombs <strong>di</strong>retto positivo. Circa l’80% dei<br />
pazienti esor<strong>di</strong>sce in sta<strong>di</strong>o avanzato <strong>di</strong> malattia<br />
(sta<strong>di</strong>o III o IV) con coinvolgimento <strong>di</strong> se<strong>di</strong> extranodali<br />
quali milza, midollo osseo, cute, fegato e<br />
polmone.<br />
La prognosi è sfavorevole con una me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong><br />
sopravvivenza inferiore a 3 anni, anche se da alcuni<br />
stu<strong>di</strong> emerge che il 30% dei pazienti affetti da<br />
AITL sono long-term survivors (5, 48).<br />
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