Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia
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6 <strong>Seminari</strong> <strong>di</strong> <strong>Ematologia</strong> <strong>Oncologica</strong><br />
delle immunoglobuline, ma può estendersi in<br />
maniera aberrante (ipermutazione somatica aberrante)<br />
anche ad altri geni. Inoltre, l’inattivazione<br />
dei geni onco-soppressori può avvenire anche<br />
me<strong>di</strong>ante il meccanismo <strong>di</strong> metilazione delle regioni<br />
regolatorie del gene, che ne determinano una<br />
ridotta espressione.<br />
In questa rassegna, saranno considerati dal punto<br />
<strong>di</strong> vista patogenetico i seguenti linfomi aggressivi:<br />
1. linfoma <strong>di</strong>ffuso a gran<strong>di</strong> cellule B (Diffuse Large<br />
B Cell Lymphoma, DLBCL);<br />
2. linfoma mantellare (Mantle Cell Lymphoma,<br />
MCL);<br />
3. linfoma a cellule T periferiche (Peripheral T-cell<br />
Lymphoma, PTCL);<br />
4. linfomi aggressivi dell’ospite immunodeficiente.<br />
Ampio spazio nella trattazione sarà de<strong>di</strong>cato al<br />
DLBCL, data la rilevanza epidemiologica <strong>di</strong> questo<br />
tipo <strong>di</strong> linfoma.<br />
n PATOGENESI MOLECOLARE<br />
DEL LINFOMA DIFFUSO<br />
A GRANDI CELLULE B<br />
A livello mon<strong>di</strong>ale, i linfomi rappresentano la quinta<br />
neoplasia più <strong>di</strong>ffusa: in particolare, il DLBCL<br />
è la variante più frequente e rappresenta il più<br />
comune linfoma aggressivo (1). I dati del Registro<br />
della Fondazione <strong>Italiana</strong> Linfomi (FIL) <strong>di</strong>mostrano<br />
che il DLBCL rappresenta in Italia circa il 40%<br />
delle nuove <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> linfoma.<br />
La prevalenza del DLBCL è maggiore nel sesso<br />
maschile, e l’età me<strong>di</strong>ana alla <strong>di</strong>agnosi è intorno<br />
alla sesta decade <strong>di</strong> vita (1, 2).<br />
Il DLBCL si presenta morfologicamente in modo<br />
eterogeneo, e la classificazione nel corso degli<br />
anni è stata progressivamente affinata. Secondo<br />
la classificazione della WHO, il DLBCL è definito<br />
come una neoplasia delle cellule B mature, caratterizzate<br />
da un profilo <strong>di</strong> proliferazione <strong>di</strong>ffusa e<br />
da una <strong>di</strong>mensione nucleare maggiore o uguale<br />
a quella dei normali macrofagi o più <strong>di</strong> due volte<br />
quella <strong>di</strong> un normale linfocita (1). Ad oggi, si riconoscono<br />
tre varianti morfologiche più comuni:<br />
centroblastico, immunoblastico e anaplastico.<br />
Il DLBCL può insorgere de novo o rappresenta-<br />
re la progressione/trasformazione <strong>di</strong> un precedente<br />
linfoma indolente. Nella metà dei casi <strong>di</strong> evoluzione<br />
da linfoma indolente, i DLBCL trasformati<br />
evolvono da un precedente linfoma follicolare;<br />
in altri casi, originano da una precedente leucemia<br />
linfatica cronica/linfoma a piccoli linfociti, prendendo<br />
così l’eponimo <strong>di</strong> sindrome <strong>di</strong> Richter.<br />
Nonostante questa evidenza, ad oggi non è possibile<br />
definire con certezza se esista un comune<br />
percorso molecolare alla base della trasformazione<br />
in DLBCL a partire da tutte queste <strong>di</strong>fferenti<br />
con<strong>di</strong>zioni cliniche, oppure se la trasformazione<br />
da un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne linfoproliferativo B indolente ad<br />
uno aggressivo segua strade <strong>di</strong>verse a seconda<br />
del tipo iniziale <strong>di</strong> malattia.<br />
Tra i fattori <strong>di</strong> rischio noti per lo sviluppo <strong>di</strong> un<br />
DLBCL, vi sono le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> immunodeficienza,<br />
tra cui l’infezione da virus dell’immunodeficienza<br />
umana (HIV), il trapianto d’organo solido e le<br />
terapie immunosoppressive prolungate.<br />
La caratterizzazione immunofenotipica del DLBCL<br />
mostra l'espressione <strong>di</strong> marcatori della linea B,<br />
quali CD19, CD20, CD22 e CD79a, mentre<br />
l’espressione del CD30 è tipica delle varianti anaplastiche<br />
(1, 3). Nel 50-75% dei casi, si può riscontrare<br />
l'espressione delle immunoglobuline <strong>di</strong><br />
superficie e/o citoplasmatiche, e nel 10% dei casi<br />
dell’antigene CD5 (1). L’espressione <strong>di</strong> bcl-2 è eterogenea<br />
nelle <strong>di</strong>verse casistiche (25-80%).<br />
L’espressione <strong>di</strong> bcl-6 si riscontra nel 70% dei casi<br />
circa, ed è consistente con l’origine dal centro germinativo<br />
del linfonodo (1, 3, 4).<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista clinico, il DLBCL è una malattia<br />
a decorso aggressivo, con possibilità <strong>di</strong> interessamento<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong> linfonodali e/o extranodali. Le<br />
se<strong>di</strong> nodali interessate con maggiore frequenza<br />
sono le se<strong>di</strong> laterocervicali e sovraclaveari. I linfono<strong>di</strong><br />
se<strong>di</strong> <strong>di</strong> malattia hanno <strong>di</strong>ametro variabile<br />
e possono raggiungere <strong>di</strong>mensioni superiori ai <strong>di</strong>eci<br />
centimetri; qualora questa soglia venga superata,<br />
l’adenopatia viene definita bulky (5).<br />
Eterogeneità molecolare<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista puramente istologico, non è<br />
possibile rendere conto della eterogeneità del<br />
DLBCL. Il processo <strong>di</strong> trasformazione maligna è<br />
<strong>di</strong>fferente a seconda del sottotipo molecolare considerato,<br />
e ad anomalie genetiche <strong>di</strong>fferenti corrispondono<br />
<strong>di</strong>fferenze nella presentazione clinica,