Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia
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68 <strong>Seminari</strong> <strong>di</strong> <strong>Ematologia</strong> <strong>Oncologica</strong><br />
si livelli <strong>di</strong> molecole correlate al pathway <strong>di</strong> NFkB<br />
o l’attivazione <strong>di</strong> tale pathway siano fattori prognostici<br />
favorevoli, con una me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> sopravvivenza<br />
globale <strong>di</strong> 25 mesi (range 0-124 mesi) contro<br />
una me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> 12 mesi (range 0-19 mesi)<br />
(p=0,032) (28, 29, 39).<br />
I PTCL-NOS sono caratterizzati da una scarsa<br />
risposta alla terapia e da frequenti reci<strong>di</strong>ve con<br />
sopravvivenza a 5 anni molto bassa (20-30%) (10).<br />
I fattori prognostici relativi ai PTCL, NOS sono<br />
elencati in tabella 5. I più importanti sono lo sta<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> presentazione e l’IPI. Sulla base <strong>di</strong> un’analisi<br />
retrospettiva <strong>di</strong> 385 pazienti affetti da PTCL,<br />
NOS, l’Intergruppo Italiano Linfomi ha elaborato<br />
un nuovo modello prognostico (the Prognostic<br />
Index for PTCL unspecified, PIT) (20). Il modello<br />
prognostico include il coinvolgimento midollare<br />
oltre all’età, al performance status e alla LDH, considerandolo<br />
un fattore prognostico sfavorevole. Il<br />
PIT è risultato leggermente più efficace dell’IPI nello<br />
stratificare i pazienti affetti da PTCL, NOS (logrank<br />
66,79 vs 55,94) ed è stato proposto come<br />
strumento <strong>di</strong> riferimento (13, 20).<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista clinico un fattore prognostico<br />
altamente significativo che sta emergendo recentemente,<br />
in generale nei PTCL, è rappresentato<br />
dal numero assoluto <strong>di</strong> linfociti circolanti all’esor<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> malattia. Una conta linfocitaria inferiore a<br />
1000/mm 3 , presente nel 37% dei pazienti, si associa<br />
infatti ad una sopravvivenza me<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> un<br />
mese, rispetto a 59 mesi nei pazienti con linfociti<br />
> a 1000/mm 3 (40) Anche in reci<strong>di</strong>va il numero<br />
<strong>di</strong> linfociti circolanti è l’unico fattore prognostico<br />
in<strong>di</strong>pendente, insieme al performance status, che<br />
ha <strong>di</strong>mostrato un effetto negativo sulla sopravvivenza<br />
dei pazienti (41). Ciò suggerisce un ruolo<br />
negativo dello stato <strong>di</strong> immunodepressione dei<br />
pazienti, che risulta particolarmente frequente nei<br />
PTCL e consente <strong>di</strong> interpretare anche la generale<br />
tendenza degli stessi a sviluppare infezioni<br />
opportunistiche, talora simili a quelle dei pazienti<br />
HIV sieropositivi, in misura nettamente maggiore<br />
rispetto ai linfomi <strong>di</strong> derivazione B linfocitaria.<br />
Linfoma anaplastico a gran<strong>di</strong> cellule,<br />
ALK positivo<br />
La definizione <strong>di</strong> “linfoma anaplastico a gran<strong>di</strong> cellule”<br />
è stata per la prima volta utilizzata da Stein<br />
nel 1985 per in<strong>di</strong>care un linfoma costituito da gran-<br />
<strong>di</strong> cellule linfoi<strong>di</strong> anaplastiche, intensamente CD30<br />
positive e con tendenza ad un pattern <strong>di</strong> crescita<br />
coesiva e sinusoidale (15). Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> immunoistochimica<br />
e genetica hanno successivamente<br />
consentito <strong>di</strong> restringere la definizione ai linfomi a<br />
cellule T o null, ovvero a cellule che hanno perso<br />
l’espressione degli antigeni T ma che presentano<br />
un riarrangiamento clonale del TCR (15). Già nella<br />
terza e<strong>di</strong>zione della classificazione WHO, il linfoma<br />
primitivo sistemico (ALCL) è stato considerato<br />
come entità <strong>di</strong>stinta dal linfoma anaplastico<br />
primitivo cutaneo (Primary Cutaneous ALCL), sulla<br />
base <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze immunofenotipiche e cliniche.<br />
Nel 1994, l’identificazione <strong>di</strong> una traslocazione cromosomica,<br />
t (2;5) (p23;q35) ha messo in evidenza<br />
l'eterogeneità della categoria degli ALCL sistemici<br />
(2). Nella più recente WHO (2008) il ALCL ALK<br />
positivo è riconosciuto come entità <strong>di</strong>stinta (1); inoltre<br />
si stanno accumulando evidenze per le quali<br />
anche il ALCL ALK negativo andrebbe separato<br />
dagli altri PTCLs, ma ad oggi non sono ancora state<br />
identificate caratteristiche sufficientemente<br />
<strong>di</strong>stintive ed esso viene considerato per ora come<br />
una entità provvisoria (1).<br />
I ALCLs sono rari; rappresentano circa il 3% dei<br />
LNH, il 12% dei PTCLs e il 10-20% circa dei linfomi<br />
in età pe<strong>di</strong>atrica. Me<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> anticorpi<br />
anti-ALK, l’espressione <strong>di</strong> ALK è <strong>di</strong>mostrabile<br />
nel 50-85% degli ALCLs sistemici (15).<br />
Il picco <strong>di</strong> massima incidenza dell’ALCL ALK positivo<br />
è in età pe<strong>di</strong>atrica e giovane-adulta, mentre<br />
il picco <strong>di</strong> incidenza dell’ALCL ALK negativo è in<br />
età avanzata (età me<strong>di</strong>ana 58 anni) (1, 5, 15).<br />
Il riscontro <strong>di</strong> adenopatie superficiali è la più comune<br />
presentazione clinica, anche se è frequente<br />
anche il coinvolgimento <strong>di</strong> se<strong>di</strong> extranodali quali<br />
la cute, il midollo osseo e i tessuti molli, soprattutto<br />
per il ALCL ALK positivo. Sintomi sistemici,<br />
in particolare la febbre, sono comuni. Oltre la<br />
metà dei pazienti esor<strong>di</strong>sce in sta<strong>di</strong>o avanzato (III<br />
o IV) <strong>di</strong> malattia (5).<br />
- ALCL ALK positivo. Diversi stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
che i pazienti affetti da ALCL ALK positivo<br />
hanno una prognosi più favorevole (OS a 5<br />
anni, 70-80%) rispetto ai pazienti affetti da ALCL<br />
ALK negativo o da altri PTCLs aggressivi a parità<br />
<strong>di</strong> trattamento con regimi <strong>di</strong> chemioterapia contenenti<br />
antracicline; questo potrebbe essere in parte<br />
dovuto anche alla giovane età dei pazienti stes-