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Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia

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Meccanismi patogenetici<br />

MARCO FANGAZIO, SILVIA RASI, ALESSIO BRUSCAGGIN, DAVIDE ROSSI,<br />

GIANLUCA GAIDANO<br />

Divisione <strong>di</strong> <strong>Ematologia</strong>, Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Clinica e Sperimentale,<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”<br />

e Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità, Novara<br />

n INTRODUZIONE<br />

La classificazione dei linfomi aggressivi si è evoluta<br />

nel corso degli anni e da un approccio esclusivamente<br />

morfologico si è passati alla o<strong>di</strong>erna<br />

classificazione WHO (World Health Organization),<br />

che identifica entità cliniche definite in base a criteri<br />

multi<strong>di</strong>sciplinari, in grado <strong>di</strong> combinare dati clinici,<br />

morfologici, istologici, immunofenotipici e<br />

genetici. Tuttavia, anche nell’ambito delle categorie<br />

nosologiche dei linfomi non-Hodgkin aggressivi<br />

identificate dalla classificazione WHO, vi è la<br />

presenza <strong>di</strong> un’estrema eterogeneità sia per quanto<br />

riguarda la risposta al trattamento somministrato<br />

sia per quanto riguarda la sopravvivenza dei<br />

pazienti. Deriva quin<strong>di</strong> la necessità <strong>di</strong> perseguire<br />

la ricerca <strong>di</strong> nuovi marcatori molecolari che consentano<br />

l’identificazione <strong>di</strong> sottogruppi <strong>di</strong> pazienti<br />

che possano beneficiare <strong>di</strong> approcci terapeutici<br />

<strong>di</strong>fferenziati. Ad oggi sono state identificate<br />

numerose alterazioni genetiche, che hanno permesso<br />

<strong>di</strong> chiarire la patogenesi della malattia.<br />

Parole chiave: linfomi aggressivi, patogenesi molecolare,<br />

marcatori biologici.<br />

In<strong>di</strong>rizzo per la corrispondenza<br />

Prof. Gianluca Gaidano<br />

Divisione <strong>di</strong> <strong>Ematologia</strong><br />

Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Clinica e Sperimentale<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> del Piemonte Orientale<br />

“Amedeo Avogadro”<br />

Via Solaroli, 17 - 28100 Novara<br />

E-mail: gaidano@med.unipmn.it<br />

Gianluca Gaidano<br />

Classicamente, la patogenesi dei linfomi non-<br />

Hodgkin aggressivi è riconducibile ad un processo<br />

multifasico in cui l’insorgenza in una cellula <strong>di</strong><br />

una particolare alterazione genetica pre<strong>di</strong>spone<br />

la cellula stessa all’insorgenza <strong>di</strong> altre alterazioni<br />

genetiche. Queste alterazioni sono per lo più rappresentate<br />

da lesioni molecolari che apportano<br />

danni a proto-oncogeni e geni onco-soppressori.<br />

Nell’ambito delle lesioni molecolari dei protooncogeni,<br />

il principale meccanismo <strong>di</strong> deregolazione<br />

è rappresentato dalla traslocazione cromosomica.<br />

Me<strong>di</strong>ante questo meccanismo, il protooncogene<br />

può essere allontanato dalle proprie<br />

strutture regolatorie ed essere posto sotto nuovi<br />

elementi <strong>di</strong> controllo, che ne determinano la deregolazione<br />

della espressione. Alternativamente, la<br />

traslocazione cromosomica può determinare la<br />

formazione <strong>di</strong> un trascritto <strong>di</strong> fusione, derivante<br />

dalla fusione dei due geni coinvolti nella rottura<br />

cromosomica. I proto-oncogeni attivati dalla formazione<br />

<strong>di</strong> proteine <strong>di</strong> fusione generano proteine<br />

chimeriche che mostrano nuove proprietà biologiche<br />

in grado <strong>di</strong> sostenere il processo <strong>di</strong> linfomagenesi.<br />

Solitamente, l’inattivazione bi-allelica <strong>di</strong> geni<br />

onco-soppressori avviene per mutazione inattivante<br />

<strong>di</strong> un allele e delezione dell’altro allele, secondo<br />

un processo multifasico. In una minoranza <strong>di</strong><br />

casi, invece, l’inattivazione bi-allelica è causata da<br />

una doppia mutazione su entrambi gli alleli o è<br />

sostenuta da una delezione in omozigosi del gene.<br />

Un meccanismo <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong> mutazioni tipico<br />

dei linfomi è caratterizzato dalla ipermutazione<br />

somatica, che fisiologicamente riguarda i geni<br />

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