Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia
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56 <strong>Seminari</strong> <strong>di</strong> <strong>Ematologia</strong> <strong>Oncologica</strong><br />
lato con la durata della risposta alla prima linea<br />
<strong>di</strong> trattamento. I pazienti con B-LBL tendono ad<br />
avere una maggiore probabilità <strong>di</strong> ottenere una<br />
seconda remissione rispetto ai T-LBL.<br />
Nuovi farmaci<br />
Lo sviluppo recente <strong>di</strong> nuovi farmaci antitumorali<br />
non-mielosoppressori e non cross-resistenti con<br />
i trattamenti convenzionali ha apportato importanti<br />
possibilità <strong>di</strong> miglioramento nel campo delle<br />
malattie linfoproliferative. Limitatamente ai casi <strong>di</strong><br />
LBL/LLA tuttavia le novità possibili sono abbastanza<br />
limitate (46). Migliori prospettive sembrano offerte<br />
dalle piccole molecole, prevalentemente ad attività<br />
anti tirosinochinasica e dagli anticorpi monoclonali.<br />
Tra gli inibitori delle tirosinochinasi, il farmaco<br />
imatinib è utilizzabile nei casi <strong>di</strong> LBL portatori<br />
<strong>di</strong> cromosoma Ph. L’efficacia e la buona tollerabilità<br />
dell’aggiunta <strong>di</strong> imatinib o dasatinib alla<br />
terapia citotossica sono <strong>di</strong>mostrate per i casi <strong>di</strong> LLA<br />
Ph+ ma i dati relativi ai LBL sono molto scarsi.<br />
Oltre agli inibitori delle tirosinochinasi classici sono<br />
attualmente in fase <strong>di</strong> sviluppo clinico nei LBL gli<br />
inibitori <strong>di</strong> src, un gruppo <strong>di</strong> tirosinochinasi non<br />
recettoriali e gli inibitori dell’angiogenesi.<br />
Tra gli anticorpi monoclonali il rituximab fa già parte<br />
dei farmaci utlizzati nei casi a fenotipo B e a<br />
maggiore grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione, dal momento<br />
che l’espressione <strong>di</strong> CD20 è acquisita in una<br />
fase relativamente tar<strong>di</strong>va dello sviluppo dei precursori<br />
linfocitari. L’aggiunta <strong>di</strong> rituximab non<br />
determina un aumento della tossicità come<br />
osservato nei LNH B periferici.<br />
Una <strong>di</strong>mostrazione, chiara e metodologicamente<br />
corretta, <strong>di</strong> aumento dell’efficacia dei trattamenti<br />
con l’aggiunta <strong>di</strong> rituximab non è attualmente<br />
<strong>di</strong>sponibile. In ogni caso prima <strong>di</strong> decidere se<br />
aggiungere rituximab al trattamento citotossico è<br />
sempre in<strong>di</strong>cato documentare l’espressione <strong>di</strong><br />
CD20 sulla biopsia <strong>di</strong>agnostica.<br />
Target più interessanti del CD20 per lo sviluppo<br />
<strong>di</strong> nuovi anticorpi monoclonali per i LBL sono rappresentati<br />
da antigeni <strong>di</strong> superficie più precoci,<br />
quali il CD19 e il CD22.<br />
Per entrambe le proteine sono in fase <strong>di</strong> sviluppo<br />
più o meno avanzata anticorpi monoclonali<br />
nu<strong>di</strong> o coniugati con immunotossine. I risultati <strong>di</strong><br />
efficacia non sono attualmente <strong>di</strong>sponibili e<br />
dovranno essere rivalutati nei prossimi anni.<br />
n CONCLUSIONI<br />
Il LBL rappresenta una rara forma <strong>di</strong> LNH e in base<br />
alle conoscenze attuali non è <strong>di</strong>stinguibile dalla<br />
più comune LLA. La malattia ha un decorso estremamente<br />
aggressivo e necessita <strong>di</strong> un trattamento<br />
imme<strong>di</strong>ato con programmi intensivi.<br />
Nonostante la rarità della malattia ed il grande<br />
numero <strong>di</strong> approcci utilizzati nel trattamento del<br />
LBL dell’adulto, si possono fare alcune considerazioni:<br />
- i trattamenti più intensivi, o LLA-like <strong>di</strong> ultima<br />
generazione, sembrano superiori ai programmi<br />
LNH-like;<br />
- induzioni-consolidamenti <strong>di</strong> breve durata necessitano<br />
<strong>di</strong> mantenimento per ridurre il rischio <strong>di</strong> ricaduta;<br />
- è necessaria una CT profilattica intratecale per<br />
ridurre il rischio <strong>di</strong> ripresa a livello del SNC;<br />
- il trapianto autologo ed allogenico sono stati utilizzati<br />
come consolidamento dopo una fase <strong>di</strong><br />
induzione-consolidamento convenzionale. Le<br />
procedure sembrano migliorare la DFS ma non<br />
la sopravvivenza. Il trapianto allogenico è ancora<br />
caratterizzato da un’elevata mortalità e questo<br />
fa sì che la OS e la DFS ottenute da trapianto<br />
autologo ed allogenico siano uguali;<br />
- la CT ha una durata <strong>di</strong> 1-3 anni. La procedura trapiantologica<br />
viene sviluppata nell’arco <strong>di</strong> 4-6 mesi:<br />
questo sembra migliorare la qualità <strong>di</strong> vita dei<br />
pazienti. In genere, per il rischio peri-procedurale,<br />
si preferisce l’utilizzo del trapianto autologo come<br />
prima scelta e del trapianto allogenico come seconda<br />
scelta, quin<strong>di</strong> come salvataggio;<br />
- non sappiamo, a tutt’oggi, quale terapia sia realmente<br />
più in<strong>di</strong>cata poiché manca completamente<br />
la definizione <strong>di</strong> alto rischio nel LBL dell’adulto.<br />
Dal momento che non sono <strong>di</strong>sponibili a tutti<br />
oggi modelli prognostici clinici e/o biologicimolecolari<br />
efficaci e validati per valutare l’outcome<br />
del LBL e stabilire quali pazienti possano<br />
o debbano accedere alle terapie intensificate<br />
<strong>di</strong> tipo trapiantologico, è necessario continuare<br />
a condurre programmi <strong>di</strong> ricerca con<br />
l’obbiettivo <strong>di</strong> raccogliere casistiche ampie ed<br />
omogenee per cercare <strong>di</strong> identificare parametri<br />
pre<strong>di</strong>ttivi <strong>di</strong> alto rischio a evoluzione sfavorevole<br />
e definire con approccio moderno l’effetto<br />
dei trattamenti sistemici.