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Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia

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48 <strong>Seminari</strong> <strong>di</strong> <strong>Ematologia</strong> <strong>Oncologica</strong><br />

sone (3). Relativamente ai pazienti adulti il tasso<br />

registrato negli Stati Uniti per i soggetti <strong>di</strong> età compresa<br />

tra i 25 e i 50 anni è <strong>di</strong> 0,4-0,6 casi per<br />

100.000, e aumenta <strong>di</strong> 2-3 volte nelle persone oltre<br />

i 60 anni.<br />

Complessivamente il fenotipo T è il più comune,<br />

rappresentando oltre l’80%-90% <strong>di</strong> tutte le forme<br />

<strong>di</strong> LBL. Generalmente il rischio <strong>di</strong> ammalarsi<br />

<strong>di</strong> LBL è più elevato nei soggetti <strong>di</strong> razza bianca<br />

rispetto ai neri e nei maschi rispetto alle femmine.<br />

La maggiore prevalenza <strong>di</strong> LBL nei maschi è<br />

osservata in particolare nei casi a fenotipo T(4).<br />

In Italia i dati <strong>di</strong> incidenza sono sovrapponibili a<br />

quelli osservati per gli altri Paesi occidentali con<br />

un tasso complessivo <strong>di</strong> 1,6 casi/100.000 per i<br />

maschi e <strong>di</strong> 0,9 casi/100.000 per le femmine.<br />

Complessivamente, in base ai dati prodotti dal<br />

registro tumori della provincia <strong>di</strong> Modena, si stima<br />

che in Italia, nel corso del 2011, verranno <strong>di</strong>agnosticati<br />

circa 700 nuovi casi <strong>di</strong> LBL/LLA.<br />

Attualmente non sono noti fattori eziologici o <strong>di</strong><br />

rischio specifici per i linfomi/leucemia linfoblastici<br />

e in particolare per il LBL. Nei casi pe<strong>di</strong>atrici<br />

un ruolo importante è sicuramente svolto da fattori<br />

genetici che invece sono meno od affatto noti<br />

nell’adulto. Relativamente ai fattori ambientali, è<br />

noto che il rischio <strong>di</strong> LLA è aumentato per effetto<br />

dell’esposizione a ra<strong>di</strong>azioni ionizzanti (3). Il<br />

rischio <strong>di</strong> LLA può inoltre aumentare in seguito ad<br />

esposizione a sostanze chimiche quali il benzene<br />

o ad agenti chemioterapici, in particolare agli<br />

alchilanti, agli inibitori delle topoisomerasi II e, più<br />

raramente, alle antracicline (5, 6). Infine mancano<br />

evidenze <strong>di</strong>rette sul possibile ruolo eziologico<br />

degli agenti virali con l’unica eccezione rappresentata<br />

dai rari casi <strong>di</strong> leucemia/linfoma a cellule<br />

T dell’adulto associati ad infezione da virus<br />

HTLV1. Quanto sopra riportato potrebbe essere<br />

ragionevolmente vero anche per il LBL dell’adulto,<br />

anche se mancano <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong>rette sull’argomento.<br />

n ANATOMIA PATOLOGICA<br />

ED IMMUNOFENOTIPO<br />

Come già detto non esistono caratteristiche citologiche,<br />

fenotipiche e biologiche che consentano<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere un LBL da una LLA. Vale tutta-<br />

via l’osservazione <strong>di</strong> casi relativamente più <strong>di</strong>fferenziati<br />

per i LBL rispetto alle LLA (T-LBL timici,<br />

corticali o midollari, e LBL a cellule B più mature).<br />

La <strong>di</strong>agnosi morfologica <strong>di</strong> LBL e LLA è tuttora<br />

basata sul sistema classificativo FAB (French<br />

American British) che <strong>di</strong>stingue gli elementi cellulari<br />

in tre classi: L1, L2, L3. In base agli stu<strong>di</strong><br />

immunofenotipici più recenti la <strong>di</strong>stinzione tra L1<br />

e L2 ha perso molto significato; si conferma invece<br />

l’importanza dell’identificazione dei casi con<br />

morfologia L3 per la correlazione <strong>di</strong> questo citotipo<br />

con il linfoma <strong>di</strong> Burkitt (7).<br />

Nel LBL a cellule T, che rappresenta la maggioranza<br />

dei LBL dell’adulto, la morfologia è quella<br />

del corrispondente linfoma a cellule B e della LLA<br />

(in genere FAB L1). Le cellule, <strong>di</strong> grandezza me<strong>di</strong>a<br />

o piccola, hanno rima citoplasmatica per lo più<br />

sottile, con positività focale paranucleare delle reazioni<br />

per la fosfatasi acida; il nucleo è rotondo od<br />

ovoidale oppure variamente convoluto, con cromatina<br />

finemente <strong>di</strong>spersa, nucleoli piccoli e poco<br />

appariscenti o anche assenti. L’aspetto a nucleo<br />

convoluto può essere presente solo in poche cellule<br />

oppure in più dell’85%: tali casi vengono considerati<br />

un sottotipo <strong>di</strong> T-LBL. Un’ulteriore variante<br />

del T-LBL è costituita dai casi a cellule gran<strong>di</strong><br />

e pleomorfe, simili a quelle della LLA FAB L2, con<br />

nucleo convoluto e uno o più gran<strong>di</strong> nucleoli.<br />

L’attività mitotica è elevata in tutte le varianti <strong>di</strong><br />

LBL. La proliferazione linfomatosa, <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>ffuso,<br />

spesso cancella del tutto l’architettura linfonodale,<br />

talora coinvolge solo aree T paracorticali<br />

e interfollicolari. Si possono osservare aree <strong>di</strong><br />

iperplasia <strong>di</strong> cellule epitelioi<strong>di</strong> a cielo stellato, a<br />

<strong>di</strong>stribuzione focale. Capsula, tessuti molli perilinfonodali,<br />

pareti vasali sono abitualmente infiltrati.<br />

In circa il 15% dei casi alle cellule linfomatose<br />

sono frammisti granulociti eosinofili e plasmacellule.<br />

Nel timo, frequentemente interessato, solo<br />

i reperti immunofenotipici permettono <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere<br />

il LBL dal timoma (1, 7, 8).<br />

Nel raro linfoma linfoblastico B (B-LBL) i linfoblasti<br />

hanno una grandezza me<strong>di</strong>a, sottile orletto citoplasmatico<br />

debolmente basofilo, nucleo rotondo<br />

oppure convoluto, a rete cromatinica fine e con<br />

<strong>di</strong>stinta membrana; i nucleoli sono piccoli e poco<br />

appariscenti. I fini caratteri morfologici sono meglio<br />

apprezzabili nelle apposizione che nelle sezioni.<br />

Nel 10% circa dei casi i linfoblasti presentano

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