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Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia

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Ki-67 non è facilmente ottenibile per motivi tecnici<br />

in tutti i pazienti e che la standar<strong>di</strong>zzazione<br />

e riproducibilità <strong>di</strong> questo marcatore molecolare<br />

necessitano ancora <strong>di</strong> essere affinate, al<br />

momento attuale il MIPI-b non è particolarmente<br />

utile al <strong>di</strong> fuori del contesto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sperimentali.<br />

Fra gli altri fattori prognostici biologici vale<br />

la pena <strong>di</strong> ricordare la mancata espressione <strong>di</strong><br />

SOX11, recentemente identificata come <strong>di</strong>agnostica<br />

<strong>di</strong> quel sottogruppo <strong>di</strong> MCL indolenti, caratterizzati<br />

da una prognosi decisamente più favorevole<br />

(23).<br />

La malattia minima residua<br />

A <strong>di</strong>fferenza dei fattori prognostici descritti in precedenza,<br />

indagati alla <strong>di</strong>agnosi e <strong>di</strong>rettamente<br />

correlati all’aggressività del linfoma, la malattia<br />

minima residua valuta in maniera molto precisa<br />

la risposta alla terapia <strong>di</strong> ogni singolo paziente,<br />

identificando la presenza anche <strong>di</strong> una minima<br />

quantità <strong>di</strong> malattia residuata dopo un trattamento<br />

efficace e in grado <strong>di</strong> dare origine a una reci<strong>di</strong>va.<br />

Il marcatore molecolare che indaga la<br />

malattia minima residua è costituito da un tratto<br />

<strong>di</strong> DNA caratteristico della cellula tumorale e<br />

non presente nelle cellule sane; per quanto<br />

riguarda il MCL, anche se i primi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> malattia<br />

minima residua sono stati condotti sul trascritto<br />

Bcl-1 (prodotto specifico della traslocazione<br />

t11;14), ultimamente il marcatore maggiormente<br />

utilizzato è il riarrangiamento delle catene<br />

pesanti delle immunoglobuline e le metodologie<br />

<strong>di</strong> analisi si basano a livello tecnico su approcci<br />

<strong>di</strong> PCR (reazione polimerasica a catena) qualitativi<br />

e quantitativi (37-40).<br />

Durante gli ultimi anni l’impatto clinico della<br />

malattia minima residua si è reso particolarmente<br />

importante nel campo del MCL, riflettendo i<br />

considerevoli progressi ottenuti nella gestione <strong>di</strong><br />

questa patologia. Tali successi erano già stati<br />

annunciati agli inizi del millennio da <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> malattia minima residua, che documentavano<br />

come queste nuove terapie abbattessero<br />

in maniera significativa la carica tumorale e come<br />

tale risultato si traducesse in un netto miglioramento<br />

prognostico (41, 42, 38, 40). Sulla base<br />

della <strong>di</strong>mostrazione dell’elevato valore prognostico<br />

della malattia minima residua in questo tipo<br />

<strong>di</strong> linfoma, sono stati recentemente pubblicati i<br />

Linfoma mantellare<br />

promettenti risultati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> sperimentali incentrati<br />

sul trattamento della persistenza o della reci<strong>di</strong>va<br />

molecolare <strong>di</strong> questa patologia (39, 43).<br />

Le attuali conoscenze derivate dagli stu<strong>di</strong> clinici<br />

<strong>di</strong> malattia minima residua sul MCL ci consentono<br />

<strong>di</strong> trarre le seguenti conclusioni:<br />

- prima dell’avvento del rituximab non si riuscivano<br />

a ottenere remissioni molecolari né con la<br />

chemioterapia convenzionale (44, 38) né con<br />

programmi basati sul trapianto autologo <strong>di</strong> cellule<br />

staminali (37). Quest’ultimo concetto si contrappone<br />

alle remissioni molecolari ottenibili<br />

invece nel linfoma follicolare e sottolinea la caratteristica<br />

chemioresistenza dell’istotipo mantellare<br />

(37);<br />

- l’integrazione del rituximab e della citarabina<br />

ad alte dosi in programmi autotrapiantologici ha<br />

consentito il raggiungimento <strong>di</strong> livelli <strong>di</strong> citoriduzione<br />

mai osservati in precedenza e ha <strong>di</strong>mostrato<br />

come la risposta molecolare possa effettivamente<br />

essere considerata un obiettivo raggiungibile<br />

anche nei pazienti affetti da MCL (41,<br />

45, 42);<br />

- il trapianto autologo <strong>di</strong> cellule staminali in associazione<br />

al rituximab può ridurre ulteriormente la<br />

carica tumorale residua dopo chemio-immunoterapia,<br />

innalzando il tasso <strong>di</strong> remissioni molecolari<br />

fino al 70% dei casi e confermando dunque<br />

la nota attività anti-linfomatosa della chemioterapia<br />

ad alte dosi in questo tipo <strong>di</strong> linfoma.<br />

Inoltre una remissione molecolare può<br />

essere raggiunta anche in circa il 60% dei<br />

pazienti non can<strong>di</strong>dabili ad un programma trapiantologico,<br />

se trattati con chemioterapia convenzionale<br />

supplementata da rituximab (40);<br />

- la remissione molecolare è un valido pre<strong>di</strong>ttore<br />

prognostico in<strong>di</strong>pendente in <strong>di</strong>versi contesti<br />

terapeutici, dal trapianto autologo alla chemioimmunoterapia<br />

convenzionale ai regimi <strong>di</strong> mantenimento.<br />

Inoltre il concetto <strong>di</strong> remissione molecolare<br />

supera il valore dello stato <strong>di</strong> remissione<br />

clinica: infatti i pazienti in remissione parziale, ma<br />

negativi per la malattia minima residua, mostrano<br />

una durata <strong>di</strong> risposta superiore rispetto ai<br />

pazienti in remissione completa, ma persistentemente<br />

positivi a livello molecolare (38, 40);<br />

- nei pazienti trattati con rituximab l’aspirato<br />

midollare è risultato essere il campione più adeguato<br />

su cui valutare la malattia minima residua.<br />

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