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Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia

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24 <strong>Seminari</strong> <strong>di</strong> <strong>Ematologia</strong> <strong>Oncologica</strong><br />

Event-free survival (%)<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

P=0.001<br />

60<br />

50<br />

40<br />

Transplantation<br />

30<br />

20<br />

10<br />

Conventional treatment<br />

0<br />

0 15 30 45 60 75 90<br />

FIGURA 5 - PARMA Trial (31).<br />

Months after randomization<br />

seconda linea nei pazienti affetti da DLBCL in reci<strong>di</strong>va.<br />

L’aggiunta del rituximab al trattamento chemioterapico<br />

ha permesso <strong>di</strong> migliorare la prognosi<br />

dei pazienti in reci<strong>di</strong>va/refrattari. In uno stu<strong>di</strong>o<br />

condotto dal gruppo HOVON in 239 pazienti con<br />

DLBCL in reci<strong>di</strong>va/refrattari, i pazienti erano randomizzati<br />

a ricevere uno schema <strong>di</strong> chemioterapia<br />

<strong>di</strong> salvataggio DHAP-VIM-DHAP con o senza<br />

rituximab seguito da autologo.<br />

I risultati dello stu<strong>di</strong>o hanno evidenziato un netto<br />

vantaggio a favore del braccio con rituximab<br />

rispetto al braccio senza rituximab, in termini <strong>di</strong><br />

RC (75% vs 54%) <strong>di</strong> Failure Free Survival (FFS)<br />

a 2 anni (50% vs 24%) (38).<br />

Resta tuttavia l’interrogativo su quale sia il miglior<br />

schema <strong>di</strong> chemioterapia <strong>di</strong> salvataggio. Nello stu<strong>di</strong>o<br />

CORAL (35), stu<strong>di</strong>o clinico randomizzato condotto<br />

su 396 pazienti, i pazienti venivano randomizzati<br />

alla <strong>di</strong>agnosi a ricevere R-ICE o R-DHAP<br />

pre-ASCT. I risultati hanno evidenziato che non vi<br />

è alcuna <strong>di</strong>fferenza tra i due schemi <strong>di</strong> trattamento.<br />

Tuttavia, in un’analisi combinata <strong>di</strong> fattori prognostici<br />

clinici e biologici, si è evidenziato come<br />

nel pattern GCB si evidenzia un vantaggio nel trattamento<br />

con R-DHAP rispetto a R-ICE, mentre nei<br />

DLBCL con profilo ABC la prognosi è infausta sia<br />

con R-DHAP che con R-ICE (39). È quin<strong>di</strong> necessario<br />

stu<strong>di</strong>are delle strategie che possano permettere<br />

<strong>di</strong> migliorare la prognosi anche in questi sottogruppi<br />

più sfavorevoli e meno responsivi.<br />

Per migliorare l’outcome dei pazienti affetti da<br />

DLBCL in reci<strong>di</strong>va e refrattari, sono stati sperimentati<br />

ulteriori approcci terapeutici. Uno <strong>di</strong> questi è<br />

rappresentato dall’integrazione della ra<strong>di</strong>oimmunoterapia<br />

con Zevalin nel consolidamento BEAM<br />

Overall survival (%)<br />

100<br />

90<br />

80<br />

P=0.001<br />

70<br />

60<br />

Transplantation<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

Conventional treatment<br />

0<br />

0 15 30 45 60 75 90<br />

Months after randomization<br />

per il trapianto autologo. Da questi stu<strong>di</strong> è emerso<br />

che l’associazione Z-BEAM è fattibile, con una<br />

tossicità sovrapponibile a quella del solo BEAM<br />

e una possibile maggior efficacia (40, 41).<br />

Nei pazienti con malattia refrattaria e/o reci<strong>di</strong>vati<br />

dopo HDC+ASCT, è da valutare l’in<strong>di</strong>cazione al<br />

trapianto allogenico; i risultati <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> condotti in<br />

questo ambito sono incoraggianti, con ottenimento<br />

<strong>di</strong> minori reci<strong>di</strong>ve e <strong>di</strong> un periodo libero da<br />

malattia più lungo per l’allogenico rispetto al trapianto<br />

autologo. Tuttavia, l’alta incidenza <strong>di</strong> mortalità<br />

correlata al trapianto contrasta con i dati<br />

positivi ottenuti sull’outcome (42, 43). Dati incoraggianti<br />

sono emersi anche da stu<strong>di</strong> con l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> trapianto allogenico a intensità ridotta (44).<br />

I pazienti giovani non eligibili a terapie ad alte dosi<br />

con procedura trapiantologica o i pazienti anziani,<br />

in presenza <strong>di</strong> DLBCL in reci<strong>di</strong>va/refrattario,<br />

sono i can<strong>di</strong>dati d’elezione per terapie sperimentali<br />

e farmaci biologici.<br />

Tra questi farmaci rivestono un particolare interesse<br />

gli agenti immunomodulatori (IMiDs) ® ,<br />

quali la lenalidomide, gli inibitori <strong>di</strong> m-TOR, quali<br />

temsirolimus ed everolimus, gli inibitori del proteasoma,<br />

come il bortezomib, e gli inibitori della<br />

istone-deacetilasi, come il vorinostat e il panobinostat<br />

(30). In pazienti a prognosi sfavorevole,<br />

refrattari e non eligibili ad HDC+ASCT, sono stati<br />

utilizzati nuovi farmaci biologici, con risultati<br />

incoraggianti (Figura 6).<br />

La lenalidomide è stata testata come agente singolo<br />

in monoterapia in una serie <strong>di</strong> 73 pazienti con<br />

DLBCL reci<strong>di</strong>vato/refrattario; la risposta globale<br />

ottenuta è stata del 29%, con una tossicità moderata<br />

(45).

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