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Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia

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per il trattamento in prima linea <strong>di</strong> pazienti anziani<br />

affetti da DLBCL; la scelta tra cicli somministrati<br />

a due <strong>di</strong>versi intervalli <strong>di</strong> tempo può essere basata<br />

sulla scelta del centro e in base alle comorbilità<br />

e al performance status del paziente.<br />

Il gruppo tedesco DSHNHL ha testato uno schema<br />

dense-R-CHOP14, che prevede una dose<br />

supplementare <strong>di</strong> rituximab a dosi intensificate<br />

durante i primi due cicli R-CHOP14, per un totale<br />

<strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci infusioni <strong>di</strong> rituximab in associazione<br />

a sei cicli <strong>di</strong> chemioterapia, con l’obiettivo <strong>di</strong><br />

migliorare l’efficacia <strong>di</strong> R-CHOP14 nei pazienti<br />

anziani (29). Il confronto storico tra il gruppo trattato<br />

con il dense-R-CHOP14 e il gruppo dello<br />

schema RICOVER60 ha evidenziato un netto<br />

incremento dei livelli sierici <strong>di</strong> rituximab, una maggior<br />

efficacia per i pazienti ad alto rischio (1-year<br />

EFS 74% vs 65%), ma anche un significativo<br />

incremento dell’incidenza <strong>di</strong> infezioni, in particolare<br />

polmoniti da pneumocystis jiroveci nel gruppo<br />

dense-R-CHOP14 che non si è più osservato<br />

dopo l’introduzione <strong>di</strong> adeguata profilassi.<br />

Un <strong>di</strong>verso approccio per migliorare l’outcome dei<br />

pazienti anziani non fragili affetti da DLBCL è introdurre<br />

nel trattamento <strong>di</strong> prima linea farmaci biologici,<br />

precedentemente testati in un setting <strong>di</strong><br />

pazienti reci<strong>di</strong>vati, in associazione alla chemioimmunoterapia<br />

standard. Tra questi farmaci rivestono<br />

particolare interesse gli agenti immunomodulatori<br />

(IMiDs) ® , quali la lenalidomide (30).<br />

Sulla base <strong>di</strong> questa ipotesi, la Fondazione <strong>Italiana</strong><br />

Linfomi sta conducendo uno stu<strong>di</strong>o pilota <strong>di</strong> fase<br />

I-II che prevede il trattamento con lenalidomide<br />

in associazione a R-CHOP21, per valutare la fattibilità<br />

e l’efficacia <strong>di</strong> tale associazione come trattamento<br />

<strong>di</strong> prima linea nei pazienti anziani affetti<br />

da DLBCL (clinicaltrials.gov NCT00907348).<br />

L’analisi della fase I, <strong>di</strong>segnata con il Continual<br />

Reassessment Method, ha permesso <strong>di</strong> concludere<br />

che la massima dose tollerata <strong>di</strong> lenalidomide<br />

assunta dal giorno 1 al giorno 14 in associazione<br />

con R-CHOP21 è <strong>di</strong> 15 mg (31).<br />

n TERAPIA DEI PAZIENTI<br />

IN RECIDIVA O REFRATTARI<br />

La prognosi dei pazienti affetti da DLBCL in reci<strong>di</strong>va<br />

o refrattari alla terapia <strong>di</strong> prima linea è infau-<br />

Linfomi non Hodgkin a gran<strong>di</strong> cellule<br />

sta, con una prospettiva <strong>di</strong> sopravvivenza libera<br />

da malattia inferiore al 10% nei pazienti reci<strong>di</strong>vati<br />

o refrattari alla terapia <strong>di</strong> prima linea trattati con<br />

sola chemioterapia <strong>di</strong> salvataggio; nei giovani in<br />

reci<strong>di</strong>va, come <strong>di</strong>mostrato dai risultati del PAR-<br />

MA trial, la terapia standard è rappresentata da<br />

una chemioterapia <strong>di</strong> induzione seguita da<br />

HDC+ASCT; con questa strategia, circa il 50% dei<br />

pazienti può ottenere un outcome favorevole (32)<br />

(Figura 5).<br />

Fattori prognostici alla reci<strong>di</strong>va, da valutare come<br />

pre<strong>di</strong>ttori <strong>di</strong> risposta ad una seconda linea terapeutica,<br />

sono la durata della risposta alla prima<br />

linea, l’IPI alla reci<strong>di</strong>va e la chemiosensibilità alla<br />

terapia <strong>di</strong> induzione <strong>di</strong> seconda linea pre-ASCT.<br />

L’IPI, infatti, si è <strong>di</strong>mostrato efficace nel pre<strong>di</strong>re<br />

OS e PFS anche nei pazienti refrattari e reci<strong>di</strong>vati<br />

(33). Un’altra analisi ha inoltre <strong>di</strong>mostrato che<br />

la reci<strong>di</strong>va della malattia a meno <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci mesi<br />

dalla <strong>di</strong>agnosi, correla significativamente con un<br />

outcome più infausto (34). Tale dato è stato <strong>di</strong>mostrato<br />

anche in una recente analisi condotta nello<br />

stu<strong>di</strong>o CORAL (35), in cui l’EFS nelle reci<strong>di</strong>ve<br />

precoci (meno <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci mesi) è 20% vs 45% nelle<br />

reci<strong>di</strong>ve tar<strong>di</strong>ve (p

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