Seminari di Ematologia Oncologica - Società Italiana di Ematologia
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pur in assenza <strong>di</strong> mutazioni dei geni IGV, esprime<br />
i marcatori fenotipici delle cellule B post-CG<br />
e, dunque, verosimilmente origina da cellule B <strong>di</strong>fferenziatesi<br />
senza transitare attraverso il CG.<br />
Le <strong>di</strong>fferenze istogenetiche dei HIV-NHL possono<br />
avere rilevanza clinica. L’espressione <strong>di</strong> CD138<br />
e <strong>di</strong> altri marcatori del fenotipo post-GC è risultata<br />
associata a sopravvivenza libera da malattia<br />
e sopravvivenza globale, mentre l’espressione <strong>di</strong><br />
marcatori del CG (ad esempio, BCL6) è risultata<br />
associata a sopravvivenza libera da malattia e<br />
sopravvivenza globale inferiori più favorevoli. Il<br />
valore prognostico sfavorevole del profilo postcentro<br />
germinativo è stato confermato come marcatore<br />
in<strong>di</strong>pendente da fattori prognostici convenzionali.<br />
La prognosi sfavorevole associata al profilo<br />
post-CG osservata nei HIV-NHL è per altro<br />
coerente con quanto osservato nei linfomi <strong>di</strong>ffusi<br />
a gran<strong>di</strong> cellule B della popolazione immunocompetente<br />
(7).<br />
Una peculiarità dei linfomi aggressivi associati a<br />
immunodeficienza è rappresentato dal caso dell’infezione<br />
virale. I virus oncogeni possono agire<br />
tramite meccanismi <strong>di</strong>retti, come EBV e HHV8, e<br />
in<strong>di</strong>retti, come HIV. I virus oncogeni che agiscono<br />
con meccanismo <strong>di</strong>retto sono in grado <strong>di</strong> infettare<br />
i linfociti B e indurne la trasformazione tramite<br />
la produzione <strong>di</strong> proteine virali. Ne sono<br />
esempio le proteine virali <strong>di</strong> EBV:<br />
1. EBNA2, un co-fattore trascrizionale che interagisce<br />
nelle cellule umane con la via <strong>di</strong><br />
NOTCH1, regolando la trascrizione <strong>di</strong> numerosi<br />
geni umani fra cui c-MYC;<br />
2. LMP1, una proteina <strong>di</strong> membrana in grado <strong>di</strong><br />
mimare l’azione del CD40 umano, garantendo<br />
un segnale <strong>di</strong> sopravvivenza e proliferazione<br />
tramite la via <strong>di</strong> NF-κB;<br />
3. LMP2A, una proteina <strong>di</strong> membrana in grado<br />
<strong>di</strong> attivare la trasduzione del segnale delle tirosin-kinasi<br />
associate al recettore per l’antigene<br />
delle cellule B e fornire un importante<br />
segnale <strong>di</strong> sopravvivenza;<br />
4. EBERs, RNA non tradotti in grado <strong>di</strong> indurre<br />
stimolazione autocrina da IL10.<br />
Esempi <strong>di</strong> proteine virali <strong>di</strong> HHV8 coinvolte nella<br />
trasformazione includono:<br />
1. LANA1, in grado <strong>di</strong> inibire la via <strong>di</strong> p53 e interferire<br />
con la via <strong>di</strong> Rb, favorendo la progressione<br />
del ciclo cellulare;<br />
Meccanismi patogenetici<br />
2. ciclina virale, in grado <strong>di</strong> mimare l’azione della<br />
ciclina D2 umana e tuttavia insensibile ai<br />
meccanismi regolatori della ciclina D2 umana;<br />
3. IL6 virale, in grado <strong>di</strong> mimare l’azione antiapoptotica<br />
e proliferativa della IL6 umana.<br />
n CONCLUSIONI E PROSPETTIVE<br />
FUTURE<br />
Numerosi esempi <strong>di</strong>mostrano come le alterazioni<br />
genetiche in<strong>di</strong>viduate nei linfomi maligni rappresentino<br />
importanti marcatori molecolari sia <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>agnosi che <strong>di</strong> prognosi e siano strumenti validati<br />
e in<strong>di</strong>spensabili nella pratica <strong>di</strong>agnostica. I<br />
marcatori molecolari hanno anche un ruolo fondamentale<br />
nella costruzione <strong>di</strong> modelli prognostici<br />
che possano consentire <strong>di</strong> adattare la terapia<br />
a ciascun paziente.<br />
Per una più completa caratterizzazione delle <strong>di</strong>verse<br />
classi <strong>di</strong> linfomi, risulta quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile<br />
ampliare le conoscenze riguardo le lesioni genetiche,<br />
anche me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> nuove tecnologie<br />
in particolare la meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> sequenziamento<br />
dell’intero genoma.<br />
Sebbene il meccanismo me<strong>di</strong>ante il quale il microambiente<br />
possa favorire la crescita dei linfomi non<br />
sia stato ancora del tutto chiarito, è certo che<br />
anche questo meccanismo, oltre alla presenza <strong>di</strong><br />
lesioni genetiche, riveste un ruolo fondamentale<br />
nella linfomagenesi.<br />
È necessario quin<strong>di</strong> comprendere meglio l’interazione<br />
tra linfoma e microambiente per una<br />
migliore comprensione dello sviluppo del linfoma<br />
stesso.<br />
Identificare il ruolo e le interazioni fra le <strong>di</strong>verse<br />
componenti cellulari presenti nei linfomi potrebbe<br />
permettere l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuovi target terapeutici<br />
per questo tipo <strong>di</strong> malattia.<br />
n BIBLIOGRAFIA<br />
1. Swerdlow SH, Campo E, Harris NL, Jaffe ES, Pileri SA,<br />
Stein H, et al. World Health Organization Classification<br />
of Tumours, Pathology and Genetics of Tumours of<br />
Haematopoietic and Lymphoid Tissues. IARC Press:<br />
Lyon; 2008.<br />
2. Evans LS, Hancock BW. Non-Hodgkin Lymphoma.<br />
Lancet. 2003; 362: 139-146.<br />
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