CHI SPEGNE LA LUCE? - Il Resto

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07.06.2013 Views

Bitonto Acque pugliesi inquinate dai nitrati. Record a Bitonto e Monopoli 54 | iL RESTO settimanale | 23 aprile 2011 [di Vito Schiraldi] ► Se non è allarme acqua poco ci manca: quella del rubinetto a Bitonto ha una concentrazione di nitrati che supera del 50% il limite consentito. Troppo anche per la Regione che l’ha infatti inserita nel programma d’azione per le zone vulnerabili dai nitrati. I dati allarmanti sono giunti dalla “V Indagine Nazionale” sul servizio idrico appena realizzata dalla Federconsumatori in collaborazione con l’Arpa (l’agenzia regionale prevenzione e ambiente). Se tutta la Puglia risulta in grave affanno con molte zone inserite nella terza classe di qualità (la penultima), il primato spetta a Bitonto e a Monopoli che con una concentrazione di circa 75 mg/l, a dispetto del limite massimo di 50 mg, si attestano fra la terza e la quarta classe. Notevoli i rischi per la salute. In Italia, il valore limite ammissibile del contenuto di nitrati nell’acqua potabile è pari a 50 mg per litro, che si abbassa a 10 mg nel caso dei bambini di età inferiore ai 6 mesi. Ma cosa comporta assorbire tropi nitratinell’organismo? “All’interno del corpo umano vi sono dei batteri che trasformano i nitrati in nitriti – spiega Federconsumatori - i quali sono tossici e ostacolano Domenico Damascelli Bitonto: se bere diventa pericoloso il trasporto di ossigeno alle cellule del nostro corpo attraverso il sangue e sono particolarmente pericolosi per i neonati. Combinandosi invece con le proteine assunte col cibo, i nitriti possono formare le nitrosamine che sono ritenute cancerogene”. Oltre ai gravi problemi per la salute, all’orizzonte vi è anche il rischio di una maxi stangata da parte dell’Unione Europea. Una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea stabilisce infatti che “entro due anni dalla notifica di questa direttiva, gli Stati membri designano come vulnerabili tutte le zone note del loro territorio che scaricano nelle acque individuate e che concorrono all’inquinamento. Essi notificano tale prima designazione alla commissione entro sei mesi”. Per tale ragione, l’assessore alle Opere Pubbliche Fabiano Amati, sulla base dell’istruttoria espletata dal dirigente dell’Ufficio programmazione e regolamentazione e confermata dal dirigente servizio tutela delle acque, ha disposto una revisione del programma d’azione per le zone vulnerabili dai nitrati, come riportato nel Bollettino Ufficiale della Puglia dello scorso 15 aprile. Ma come ci sono finiti tutti questi nitrati nei rubinetti bitontini? La risposta è semplice: a causa dei prodotti azotati e i fitofarmaci usati in agricoltura e che hanno già invaso parte delle falde freatiche. Non mancano però le perplessità in merito ai dati rilevati dall’indagine di Federconsumatori. In primo luogo l’acqua dei rubinetti non è direttamente legata alle falde freatiche visto che l’Acquedotto pugliese rara- mente “pesca” direttamente dalle falde del comune stesso. L’acquedotto ha pubblicato la sua indagine qualitativa che registra un valore di nitrati ben al di sotto della soglia ammissibile. Troppo al di sotto. I 5 mg/l indicati sul sito dell’azienda fornitrice sono infatti la metà di quelli presenti nelle acque per neonati attualmente in commercio. E Bitonto? “Da tempo – ha fatto notare l’assessore all’Agricoltura Domenico Damascelli – il Comune ha siglato un accordo con il dipartimento di scienze agroambientali, chimica e difesa vegetale dell’Università di Foggia, per aiutare gli agricoltori nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Prima ancora in collaborazione con l’ufficio provinciale per l’agricoltura della Regione Puglia avevamo formato un centinaio di agricoltori sull’uso dei prodotti per l’agricoltura. Questo per garantire salute e produttività degli alberi, ma anche per tutelare la popolazione e le stesse falde freatiche. Ora abbiamo fornito un mezzo importantissimo agli agricoltori che eviterà l’uso indiscriminato dei prodotti e garantirà la salubrità delle acque sotterranee”. ■

Valla programma la refezione fino al 2013, ma il provveditore… Mense scolastiche: tutto bloccato [di Vito Schiraldi] ► Sembravano essere terminate con gli ultimi provvedimenti della giunta Valla le tribolazioni relative alla partenza della mensa scolastica nelle scuole primarie bitontine. Dopo un anno passato fra promesse e false partenze, il 31 di marzo i bambini delle scuole inserite fra quelle ad avere diritto alla refezione hanno finalmente potuto usufruire del tempo pieno. Anche se questo varrà solo per quest’ultimo mese e mezzo di scuola. “Poco male - avevano commentato i genitori – almeno così potremo garantire ai nostri figli la continuità didattica: non perderemo le maestre in più che il provveditorato ci ha dato per il tempo pieno”. Vero, ma solo in parte. Se non più di due settimane fa il primo cittadino poteva annunciare con soddisfazione di aver “garantito lo svolgimento del servizio mensa fino al 2013 individuando specifici capitoli di spesa e relative coperture finanziarie” ad infrangere i progetti del Sindaco è inter- venuto l’Ufficio Scolastico Regionale che ha rispedito al mittente tutta la documentazione prodotta dal Comune in cui si programmava il servizio nei prossimi anni. Al comune di Bitonto per l’anno prossimo il provveditore non assegnerà alcun insegnante per il tempo pieno. Risultato: 10 posti di lavoro andati in malora. Ma perché il provveditore Lacoppola ha rigettato le richieste del comune di Bitonto? A dare una spiegazione è il consigliere comunale piddino Vito Masciale: “I posti di lavoro in meno nel comparto della scuola primaria sono in parte da attribuire allo stillicidio dei tagli dovuti alla Legge Gelmini, ma la restante parte è da attribuire alla mancata programmazione sul bilancio del 2010. La soddisfazione dell’U.S.R. di cui parla il sindaco avrà forse riscontro negli anni futuri, non certo in quello prossimo. Questa programmazione avrebbe prodotto effetti se fosse stata realizzata con lo scorso bilancio di previsione, come ho più volte segnalato, ma questo non è avvenuto”. Il provveditore, infatti, per assegnare le risorse umane alle scuole si basa sui provvedimenti dei comuni dell’anno precedente rispetto a quello in cui si chiede l’implementazione di personale. Come se non bastasse nemmeno il bilancio di previsione del 2011 sembra intravedersi all’orizzonte e in questo modo au- Bitonto menta il rischio concreto che nemmeno negli anni successivi al prossimo la refezione scolastica possa diventare una realtà. “L’intervento ultimo svolto – rincara ancora Masciale – non ha avuto l’effetto sperato in quanto le autorità d’ambito scolastico pretendono la sicurezza dell’assunzione degli oneri finanziari, cosa che non è stato possibile assicurare. Ora mi chiedo con quali tempi prevedono di discutere del bilancio di previsione 2011?”. I problemi però non riguardano solo il ritardo nell’espletamento delle procedure burocratiche, ma anche l’idoneità dei locali in cui è erogato il servizio mensa. Oltre ai normali standard di sicurezza, questi ambienti dovrebbero essere dotati di speciali vernici anallergiche sui muri e di altre importanti precauzioni, di cui, pare, non tutte le aule attualmente utilizzate per la refezione siano dotate. “Io spero – pungola ancora Masciale – che, d’intesa con l’Asl, l’amministrazione comunale provveda a mettere in sicurezza e a norma tutti gli ambienti scolastici in cui si terrà la refezione per evitare pasticci. Non vorrei che ad essere messo a repentaglio sia il servizio anche nella scuola dell’infanzia con conseguente rimodulazione, peggiorativa, dell’organico scolastico ormai consolidato da anni”. “Il mio rammarico – conclude – è che sulla garanzia dei 10 posti di lavoro per la refezione scolastica dell’anno prossimo ancora una volta si sono date notizie infondate. L’attività di un comune di 56 mila abitanti abbisogna di una programmazione attenta e costantemente monitorata e non lasciata alla improvvisazione e alla ricerca delle soluzioni tampone”. ■ | iL RESTO settimanale | 23 aprile 2011 55

Bitonto<br />

Acque<br />

pugliesi<br />

inquinate<br />

dai nitrati.<br />

Record a<br />

Bitonto e<br />

Monopoli<br />

54 | iL RESTO settimanale | 23 aprile 2011<br />

[di Vito Schiraldi]<br />

► Se non è allarme acqua<br />

poco ci manca: quella del<br />

rubinetto a Bitonto ha una<br />

concentrazione di nitrati che<br />

supera del 50% il limite consentito.<br />

Troppo anche per la<br />

Regione che l’ha infatti inserita<br />

nel programma d’azione<br />

per le zone vulnerabili dai nitrati.<br />

I dati allarmanti sono<br />

giunti dalla “V Indagine Nazionale”<br />

sul servizio idrico<br />

appena realizzata dalla Federconsumatori<br />

in collaborazione<br />

con l’Arpa (l’agenzia<br />

regionale prevenzione e<br />

ambiente). Se tutta la Puglia<br />

risulta in grave affanno<br />

con molte zone inserite nella<br />

terza classe di qualità (la penultima),<br />

il primato spetta a<br />

Bitonto e a Monopoli che con<br />

una concentrazione di circa<br />

75 mg/l, a dispetto del limite<br />

massimo di 50 mg, si attestano<br />

fra la terza e la quarta classe.<br />

Notevoli i rischi per la salute.<br />

In Italia, il valore limite ammissibile<br />

del contenuto di<br />

nitrati nell’acqua potabile è<br />

pari a 50 mg per litro,<br />

che si abbassa<br />

a 10 mg nel caso<br />

dei bambini di età<br />

inferiore ai 6 mesi.<br />

Ma cosa comporta<br />

assorbire tropi nitratinell’organismo?<br />

“All’interno<br />

del corpo umano<br />

vi sono dei batteri<br />

che trasformano i<br />

nitrati in nitriti –<br />

spiega Federconsumatori<br />

- i quali sono<br />

tossici e ostacolano<br />

Domenico Damascelli<br />

Bitonto: se bere<br />

diventa pericoloso<br />

il trasporto di ossigeno alle<br />

cellule del nostro corpo attraverso<br />

il sangue e sono particolarmente<br />

pericolosi per i<br />

neonati. Combinandosi invece<br />

con le proteine assunte<br />

col cibo, i nitriti possono<br />

formare le nitrosamine che<br />

sono ritenute cancerogene”.<br />

Oltre ai gravi problemi per la<br />

salute, all’orizzonte vi è anche<br />

il rischio di una maxi<br />

stangata da parte dell’Unione<br />

Europea. Una recente sentenza<br />

della Corte di Giustizia<br />

Europea stabilisce infatti che<br />

“entro due anni dalla notifica<br />

di questa direttiva, gli Stati<br />

membri designano come vulnerabili<br />

tutte le zone note<br />

del loro territorio che scaricano<br />

nelle acque individuate<br />

e che concorrono all’inquinamento.<br />

Essi notificano<br />

tale prima designazione alla<br />

commissione entro sei mesi”.<br />

Per tale ragione, l’assessore<br />

alle Opere Pubbliche Fabiano<br />

Amati, sulla base dell’istruttoria<br />

espletata dal dirigente<br />

dell’Ufficio programmazione<br />

e regolamentazione e confermata<br />

dal dirigente servizio tutela<br />

delle acque, ha disposto<br />

una revisione del programma<br />

d’azione per le zone vulnerabili<br />

dai nitrati, come riportato<br />

nel Bollettino Ufficiale della<br />

Puglia dello scorso 15 aprile.<br />

Ma come ci sono finiti<br />

tutti questi nitrati<br />

nei rubinetti bitontini?<br />

La risposta è semplice: a<br />

causa dei prodotti azotati e<br />

i fitofarmaci usati in agricoltura<br />

e che hanno già invaso<br />

parte delle falde freatiche.<br />

Non mancano però le perplessità<br />

in merito ai dati rilevati<br />

dall’indagine di Federconsumatori.<br />

In primo<br />

luogo l’acqua dei rubinetti<br />

non è direttamente legata<br />

alle falde freatiche visto che<br />

l’Acquedotto pugliese rara-<br />

mente “pesca” direttamente<br />

dalle falde del comune stesso.<br />

L’acquedotto ha pubblicato<br />

la sua indagine qualitativa<br />

che registra un valore di nitrati<br />

ben al di sotto della soglia<br />

ammissibile. Troppo al di<br />

sotto. I 5 mg/l indicati sul sito<br />

dell’azienda fornitrice sono<br />

infatti la metà di quelli presenti<br />

nelle acque per neonati<br />

attualmente in commercio.<br />

E Bitonto? “Da tempo –<br />

ha fatto notare l’assessore<br />

all’Agricoltura Domenico<br />

Damascelli – il Comune<br />

ha siglato un accordo con il<br />

dipartimento di scienze agroambientali,<br />

chimica e difesa<br />

vegetale dell’Università di<br />

Foggia, per aiutare gli agricoltori<br />

nell’utilizzo dei prodotti<br />

fitosanitari. Prima ancora<br />

in collaborazione con<br />

l’ufficio provinciale per l’agricoltura<br />

della Regione Puglia<br />

avevamo formato un centinaio<br />

di agricoltori sull’uso<br />

dei prodotti per l’agricoltura.<br />

Questo per garantire salute e<br />

produttività degli alberi, ma<br />

anche per tutelare la popolazione<br />

e le stesse falde freatiche.<br />

Ora abbiamo fornito un<br />

mezzo importantissimo agli<br />

agricoltori che eviterà l’uso<br />

indiscriminato dei prodotti<br />

e garantirà la salubrità delle<br />

acque sotterranee”. ■

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