CHI SPEGNE LA LUCE? - Il Resto

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07.06.2013 Views

In primo piano Fotovoltaico nonostante gli incentivi per le energie rinnovabili gli italiani i più ritardatari in Europa 16 | iL RESTO settimanale | 23 aprile 2011 I “burosauri” contro la rivoluzione verde [di Roberto Traetta] ► La parola che meglio riassume le singolarità dell’Italia è senz’altro “burocrazia”. La giustizia, le banche, la politica, la scuola: tutto deve essere autenticato dall’occhio dei cosiddetti burosauri. Il mondo si blocca a causa dei loro visti; si appesantisce per la lentezza delle lungaggini autorizzative. A complicare lo scenario ci si mette pure la mancanza di coordinamento tra lo Stato e le Regioni, a tutti i livelli delle amministrazioni pubbliche (dai più alti ai più bassi). A un certo punto l’iter si ferma e la comunicazione si perde in mille rivoli fra timbri, firme, e documenti ingialliti. La questione non è da sottovalutare. Si tratta dei soliti intoppi all’italiana che frenano il cambiamento. E per questo l’Europa intera ci fa le pernacchie. Fa bene perché la mannaia della burocrazia può tranciare il progresso: ultime vittime le energie rinnovabili. Ottenere autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici, ad esempio, è complicato come il gioco delle scatole cinesi. Un pannello solare non può funzionare senza un regolare permesso, si sa. Le pratiche si fermano; i cittadini e le aziende che magari hanno investito, subiscono danni. In Italia il settore delle energie rinnovabili (come appunto il fotovoltaico) da pochi anni ha iniziato a decollare, a creare un indotto e quindi lavoro. Purtroppo rischia di collassare lasciando in vita solo le aziende che si rivolgono ai mercati esteri d’Europa, da sempre più sensibili e meno ostici dal punto di vista burocratico rispetto a quelli di casa nostra. Il timore è che la svolta energetica verde subisca una forte battuta d’arresto nel nostro Paese. Tra gli Stati europei, l’Italia è uno dei più solarizzati e risulta strano che il fotovoltaico non si sia affermato completamente. Per il nostro approvvigionamento energetico futuro, l’energia solare sarà una fonte decisiva. In Germania si è messa in funzione una vera e propria girandola economica, occupazionale e culturale nonostante la presenza del sole sia scarsa. Un impianto tedesco produce il 30-40% di energia in meno rispetto all’Italia; eppure il comparto è molto sviluppato, anche con poco sole. A dire il vero, nel 2010 le cifre italiane sono state incoraggianti secondo l’associazione europea delle industrie del settore. Nonostante questi dati promettenti, le statistiche di Enea (l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l’energia) raccontano che su energia solare e biomasse le lentezze italiane rispetto alle altre nazioni sono notevoli. Oltre agli impedimenti cronici della burocrazia, c’è da sottolineare che lo sviluppo delle fonti energeti-

che pulite è legato alla predisposizione di incentivi e agevolazioni fiscali. Dal 2003, le politiche di incoraggiamento come il “conto energia” hanno dato una spinta decisiva allo sviluppo del fotovoltaico in Italia, perché incentivano la produzione elettrica. Il principio che regge il meccanismo è semplice: l’utente può consumare più o meno energia di quella prodotta dal suo impianto. Se ne consuma di più, paga all’Enel solo la differenza; se ne consuma di meno, cede alla rete generale l’energia non utilizzata ricevendo in cambio una remunerazione, cioè incentivi. Il proprietario dell’impianto fotovoltaico percepisce quindi somme di denaro in modo continuativo per i primi venti anni di vita dell’impianto. Nonostante questi aiuti fiscali, però, l’Italia è rimasta troppo indietro. Come se non bastasse, questo sistema di incentivi è stato sospeso fino a giugno 2011 grazie al recente decreto Romani. In generale, ad abbassare la media di produttività energetica è, manco a dirlo, il Sud. Entrando nello specifico, la Puglia risulta essere una delle regioni più esposte al sole tra quelle italiane. Poggiorsini, Spinazzola, Minervino e Palo del Colle le città più assolate dove sorgono più impianti e la cultura del fotovoltaico quindi è solida. Palo è la più virtuosa, perché in base ai dati del Gse (gestore dei servizi energetici), a marzo 2011 ha registrato un incremento di energia del 40% rispetto a febbraio 2011. Ottimi risultati anche a Santeramo e a Cassano. Se nel 2004 Altamura occupava i primi posti della graduatoria, attualmente è in caduta libera verso il fondo della classifica. L’ingegnere altamurano Francesco Lorusso sostiene che “questo è il risultato della burocrazia che ostacola la costruzione degli impianti fotovoltaici”. Perché “per ottenere il rilascio del parere ASCENSORI MONTACARICHI PIATTAFORME ELEVATRICI Via Aosta 11/A - 70022 ALTAMURA (BA) tel. e fax 080 310 28 24 www.camascensori.it info@camascensori.it NUMERO UTILE 335 818 77 72 del Sic (siti di importanza comunitaria, ndr) e della Zps (zona protezione speciale, ndr) possono passare anche sette mesi”. Identica situazione in Basilicata, da Matera a Policoro dove “si stima una perdita di milioni di euro all’anno”. Dunque, siamo in balia di amministrazioni che “hanno trascurato il fotovoltaico e non hanno preso le giuste contromisure per semplificare le autorizzazioni”. Intanto, il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo sembra aver modificato le sue posizioni a proposito del nucleare. Se qualche settimana fa era favorevole, adesso vede nelle fonti rinnovabili un’opportunità per il futuro. Come darle torto, sempre che non cambi di nuovo idea. ■ In primo piano La scelta preferita da costruttori, proprietari e utenti. | iL RESTO settimanale | 23 aprile 2011 17

In primo piano<br />

Fotovoltaico<br />

nonostante<br />

gli incentivi<br />

per le<br />

energie<br />

rinnovabili<br />

gli italiani<br />

i più<br />

ritardatari<br />

in Europa<br />

16 | iL RESTO settimanale | 23 aprile 2011<br />

I “burosauri” contro<br />

la rivoluzione verde<br />

[di Roberto Traetta]<br />

► La parola che meglio riassume le<br />

singolarità dell’Italia è senz’altro “burocrazia”.<br />

La giustizia, le banche, la politica,<br />

la scuola: tutto deve essere autenticato<br />

dall’occhio dei cosiddetti burosauri.<br />

<strong>Il</strong> mondo si blocca a causa dei loro visti;<br />

si appesantisce per la lentezza delle<br />

lungaggini autorizzative. A complicare lo<br />

scenario ci si mette pure la mancanza di<br />

coordinamento tra lo Stato e le Regioni,<br />

a tutti i livelli delle amministrazioni pubbliche<br />

(dai più alti ai più bassi). A un<br />

certo punto l’iter si ferma e la comunicazione<br />

si perde in mille rivoli fra timbri,<br />

firme, e documenti ingialliti. La questione<br />

non è da sottovalutare. Si tratta<br />

dei soliti intoppi all’italiana che frenano<br />

il cambiamento. E per questo l’Europa<br />

intera ci fa le pernacchie. Fa bene perché<br />

la mannaia della burocrazia può tranciare<br />

il progresso: ultime vittime le energie<br />

rinnovabili. Ottenere autorizzazioni<br />

per nuovi impianti fotovoltaici, ad esempio,<br />

è complicato come il gioco delle scatole<br />

cinesi. Un pannello solare non può<br />

funzionare senza un regolare permesso,<br />

si sa. Le pratiche si fermano; i cittadini<br />

e le aziende che magari hanno investito,<br />

subiscono danni. In Italia il settore<br />

delle energie rinnovabili (come appunto<br />

il fotovoltaico) da pochi anni ha<br />

iniziato a decollare, a creare un indotto<br />

e quindi lavoro. Purtroppo rischia di collassare<br />

lasciando in vita solo le aziende<br />

che si rivolgono ai mercati esteri d’Europa,<br />

da sempre più sensibili e meno<br />

ostici dal punto di vista burocratico rispetto<br />

a quelli di casa nostra. <strong>Il</strong> timore<br />

è che la svolta energetica verde subisca<br />

una forte battuta d’arresto nel nostro Paese.<br />

Tra gli Stati europei, l’Italia è uno<br />

dei più solarizzati e risulta strano che<br />

il fotovoltaico non si sia affermato completamente.<br />

Per il nostro approvvigionamento<br />

energetico futuro, l’energia solare<br />

sarà una fonte decisiva. In Germania si è<br />

messa in funzione una vera e propria girandola<br />

economica, occupazionale e culturale<br />

nonostante la presenza del sole<br />

sia scarsa. Un impianto tedesco produce<br />

il 30-40% di energia in meno rispetto<br />

all’Italia; eppure il comparto è molto sviluppato,<br />

anche con poco sole. A dire il<br />

vero, nel 2010 le cifre italiane sono state<br />

incoraggianti secondo l’associazione europea<br />

delle industrie del settore. Nonostante<br />

questi dati promettenti, le statistiche<br />

di Enea (l’agenzia nazionale per le<br />

nuove tecnologie e l’energia) raccontano<br />

che su energia solare e biomasse le lentezze<br />

italiane rispetto alle altre nazioni<br />

sono notevoli. Oltre agli impedimenti<br />

cronici della burocrazia, c’è da sottolineare<br />

che lo sviluppo delle fonti energeti-

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