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• Più attenzione alle aree verdi 

 

• Evasione ICI: 

recuperato un milione e mezzo 

 

• “Natura in gioco” 

un’esperienza per bambini e ragazzi 

 

• Tassa di soggiorno: 

le aliquote 2013 

 

• Arriva la stagione estiva: 

i comuni si muovono

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Domenica 12 Maggio 

Il vincitore di Italia’s Got Talent 

presenterà alcuni brani live 

e fi rmerà copie del suo album.

Cosa dobbiamo ancora vedere? Mai con 

il Pdl diceva il Pd, e ora tutti insieme nel 

Governo per “salvare l’Italia”. È questo il 

secondo atto dei “salvatori della Patria” 

che con una legge elettorale mai cambiata 

in tanti anni di alternanza al Governo, è 

ancora oggi lì, tanto criticata, ma utile per 

sopravvivere in questa crisi spaventosa che 

non dà sbocchi di crescita: l’unica possibilità 

è sconfiggerla. 

Tutti coloro che pontificano dagli schermi 

tv, dalle radio, sul web o dalle pagine dei 

giornali dovrebbero spiegare chiaramente 

come si fa a creare “LAVORO”: parola che 

tutti usano, ma credo che non l’abbiano mai 

provato. 

La nostra riflessione non è rivolta ai partiti 

o alle coalizioni strane che si vengono a 

formare, ma è cercare di capire quali sono 

le azioni da mettere in campo per sconfiggere 

questo cancro, figlio dell’indifferenza, 

della supponenza e dell’avidità, condite di 

denaro e di opportunismo. Un Paese che è 

 

COME SI FARÀ DIO SOLO LO SA? 

01 Editoriale 

02 Lettere al direttore 

06 Osservatorio: 

Le garanzie sanitarie per le attività sportive 

I problemi sociali al centro dell’attenzione 

Il nuovo governo ha gambe fragili 

Si ritorna a parlare dell’ex idroscalo 

12 La zona 30 km e la prima camminata 

13 La Provincia di nuovo protagonista nel turismo 

14 Niente passeggiata a lago ma 54 posti auto al Vallone 

rappresentato in Parlamento così frammentato 

è destinato a fallire, come qualsiasi personaggio 

salga o scenda in campo, convinto 

di avere ragione. Incompetenti personaggi 

dello spettacolo, improvvisamente, si rendono 

conto dei problemi degli operai metalmeccanici, 

i bancari usano i soldi della 

BCE per sistemare i loro buchi anzichè finanziare 

le piccole e medie imprese, ormai 

al colmo dell’asfissia, che tirano la cinghia 

oltre l’ultimo buco per sopravvivere. 

Dimezzare le presenze in Parlamento e tagliare 

i finanziamenti ai partiti purtroppo 

non sarà sufficiente a risolvere i problemi. 

Occorre sì questo, ma bisogna capire che il 

benessere di cui abbiamo goduto quasi tutti 

non è più sostenibile in un mercato globale, 

dove la finanza detta il futuro delle Nazioni. 

Senza un’equilibrata gestione politica che 

tenga conto delle oggettive risorse dei prodotti, 

del territorio e della cultura è quantomeno 

inspiegabile come si possa fronteggiare 

una concorrenza slegata dai vincoli 

sociali e dai diritti dei lavoratori: un’Europa 

Unita che non trova il terreno per crescere 

insieme, o meglio, uniti. Ormai la troppa 

conflittualità tra i partiti, magari della stessa 

coalizione, non è puro esercizio della democrazia 

ma è un costante “inciucio” buono 

solo per un default generazionale, che è 

ormai in atto da diverso tempo. 

Ricordo con un semplice esempio come la 

moneta disegna la svalutazione in cui il nostro 

Paese si trova: un caffè prima dell’entrata 

dell’Euro costava 1.000 lire, ora costa 

un euro (il doppio); un pensionato riceveva 

1.000.000 di lire al mese, oggi incassa 500 

euro (la metà). 

A voi cari amici lettori, trarre le conseguenze. 

Solo i furbi hanno avuto dei vantaggi 

(tutti anche le casse dello stato) mentre i 

poveri cristi stanno pagando la svalutazione, 

senza un adeguamento proporzionato al 

costo della vita. 

Come si farà? Dio solo lo sa. 

Max 

 

16 Storia: Quando il lago incantava poeti e regine 

18 Cultura: Un turismo a piedi non fatto di fretta 

21 Le pagine di DESENZANO 

29 Le pagine di SIRMIONE 

33 Le pagine della VALTENESI 

41 Le pagine di SALÒ 

47 Le pagine dell’ALTO MANTOVANO 

55 Rubrica. InformaticArea 

56 Rubrica. Servizi utili per la casa 

59 Portobelloblu

Lettere al direttore 

 

 

I consiglieri di maggioranza sono stanchi 

delle strumentali affermazioni, delle 

espressioni ingiuriose, del travisamento 

dei fatti con cui alcuni consiglieri di minoranza 

si guadagnano il proprio spazio 

sui giornali. 

Anche adesso, il Giornale di Brescia pubblica 

parole pesanti e diffamatorie da parte 

del consigliere della Lega Nord Rino 

Polloni, che non corrispondono al vero, 

tant’è che la genericità delle gravi accuse 

non è sostenuta dalla men che minima 

prova. 

Se non ci fosse in ballo il bene comune 

della città e l’onesto lavoro dei consiglieri, 

tanto di maggioranza quanto di 

minoranza ,che partecipano alla vita amministrativa 

dando il loro contributo nel 

lavoro delle commissioni e del Consiglio 

Comunale che, peraltro, non vedono la 

solerte presenza del consigliere Polloni, 

si potrebbe buttarla in ridere e pensare 

che il consigliere della Lega Nord stia 

parlando di un brutto film che ha visto. 

Cosa vede chi partecipa al Consiglio Comunale? 

Vede un Consiglio in cui più di 

una volta i consiglieri di maggioranza e 

quelli di minoranza votano concordi deliberazioni 

nell’interesse della città e quando 

non si è d’accordo, come è democraticamente 

giusto che sia, il dissenso viene 

motivato e non strumentalizzato. Vede un 

dibattito comunale che si svolge in un clima 

rispettoso dei toni e dei ruoli. 

Ma è proprio questo che il consigliere 

Polloni non sopporta, come lui stesso ha 

 

 

 

 

detto: è da quattordici anni che si trova 

all’opposizione ( tant’è vero che ci è andato 

anche quando era in maggioranza): 

che soffra della sindrome del soldato 

giapponese che non sa che la guerra è 

finita? 

Purtroppo, però, l’ironia va bene fino a 

un certo punto, perché le accuse e le minacce 

del consigliere Polloni sono davvero 

pesanti. 

E ad esse rispondiamo con quattro fatti, 

che dimostrano l’infondatezza ed anche 

l’insensatezza delle azioni del consigliere. 

In base al decreto sulla dematerializzazione 

degli atti della PA, tutta la documentazione 

viene fornita ai consiglieri 

in forma telematica. Come credete che 

il Consigliere Polloni voglia ricevere la 

suddetta documentazione? Ma in forma 

cartacea, ovviamente, incurante dei costi 

in termini di lavoro impiegatizio e di carta 

che il Comune, apposta per lui, deve 

sostenere con denaro pubblico. 

In nome del risparmio sui costi ( lasciando 

ad intendere che un consigliere comunale 

percepisca chissà quale emolumento 

– si tratta di 20 euro ca. netti per seduta) 

il consigliere Polloni, dopo averlo fatto 

in Conferenza dei Capigruppo che non 

ha accolto la sua richiesta, richiede con 

insistenza che venga rinviato il Consiglio 

Comunale convocato esclusivamente per 

la surroga del dimissionario Consigliere 

Scamperle. In modo del tutto irragionevole 

insiste non capendo (o facendo finta di 

 

 

 

 

 

 

 

 

non capire?) che tale ragione di risparmio 

non ha più alcun senso, dato che il consiglio 

è già in atto : nella proposta Polloni 

il Consiglio terminerebbe con un nulla di 

fatto, i costi, invece, sarebbero sostenuti 

a tutti gli effetti. Strana concezione del 

risparmio del denaro pubblico... 

Polloni denuncia il fatto che gli sia negato 

il diritto di accesso agli atti. Perchè 

il consigliere non dice con chiarezza a 

quali atti fa riferimento? Gli atti necessari 

all’espletamento del mandato sono 

disponibili a qualunque Consigliere, 

pare strano che il solo Polloni non sappia 

più, dopo 14 anni di esperienza, trovare 

il modo per accedere ai dati; che magari 

gli siano negati perché richiesti per altri 

scopi, esterni al ruolo istituzionale? Al 

momento è l’ unica risposta che riusciamo 

a darci, ma speriamo proprio sia una 

risposta sbagliata... 

Il quarto fatto è il seguente: dato che gli 

organi di stampa sembrano non interessati 

alla ricostruzione delle vicende, tant’è 

che mai sentono la controparte, a questo 

punto i consiglieri di maggioranza diffamati 

dalle accuse pretestuose ed infondate 

del consigliere Polloni cercheranno 

altri luoghi in cui fare valere il diritto dei 

cittadini a conoscere i fatti per come sono 

realmente accaduti . 

I capigruppo in Consiglio Comunale 

Silvia Colasanti Partito Democratico 

Catiuscia Giovannone Area Nuova per 

Desenzano


 

Dimissioni immediate ed irrevocabili da 

membro delle Commissioni Consiliari 

permanenti. 

Con la presente il sottoscritto Rino Polloni, 

in qualità di Consigliere Comunale 

del gruppo LEGA NORD: 

PREMESSO CHE: 

- Lo Statuto Comunale, all art. 37, prevede 

che: Il Consiglio comunale costituisce 

nel suo seno commissioni permanenti, 

stabilendone il numero ; 

- Il Regolamento Comunale, al Capo IV 

- Commissioni consiliari permanenti, art. 

9 - Costituzione e composizione, prevede 

che: Il Consiglio comunale costituisce 

al suo interno Commissioni permanenti, 

stabilendone il numero e le competenze 

e determinando la loro composizione numerica 

con deliberazione adottata nella 

prima adunanza successiva a quella della 

convalida degli eletti ; 

CONSIDERATO CHE: 

- con delibera di Consiglio Comunale n° 

53 del 28/06/2012 sono state costituite le 

seguenti n. 2 commissioni consiliari: 

• la Prima Commissione con competenza 

sulle materie relative alle Politiche sociali, 

Educative e culturali, Turismo e Sport, 

Affari Generali - afferenti regolamenti, 

convenzioni, modifiche a regolamenti e 

convenzioni, statuto comunale e sue modifiche, 

composta da n. 13 consiglieri, di 

cui 8 appartenenti alla maggioranza e 5 

appartenenti alla minoranza; 

• la Seconda Commissione con competenza 

sulle materie relative allo Sviluppo 

Economico, Attività Produttive, Urbanistica, 

LL.PP, Ecologia ed Ambiente, 

Economato e Provveditorato afferenti regolamenti, 

convenzioni, accordi bonari, 

modifiche a regolamenti e convenzioni, 

composta da n. 13 consiglieri, di cui 8 

appartenenti alla maggioranza e 5 appartenenti 

alla minoranza. 

Che: 

- vengono continuamente opposti impedimenti 

ed ostacoli al mandato elettorale 

del sottoscritto Consigliere, poiché in più 

occasioni al sottoscritto è stato negato l 

accesso agli atti previsto dalla Legge; 

- anche dopo la pubblicazione all albo 

pretorio della delibera di approvazione 

finale del PGT (con il relativo esame delle 

osservazioni presentate dai Cittadini e 

delle controdeduzioni), il sottoscritto ha 

protocollato, per ben due volte, richiesta 

di accesso agli atti chiedendo con ciò, 

copia delle osservazioni presentate dai 

Cittadini, al fine di verificare la corretta 

stesura delle modifiche alla cartografia 

ed alle Norme Tecniche di Attuazione 

del Piano di Governo del Territorio, continuando 

ad avere inutili impedimenti e 

ritardi, da parte del Segretario Comunale, 

Dott. Giuseppe Iapicca, che ostacolano la 

funzione data dal mandato elettorale conferitomi 

dai Cittadini; 

IN DIRITTO 

- Più volte il Consiglio di Stato ha precisato 

che Il diritto di accesso agli atti di 

un Consigliere Comunale non può subire 

compressioni per pretese esigenze di natura 

burocratica dell Ente, tali da ostacolare 

l esercizio del mandato istituzionale 

(Consiglio di Stato, sezione V, nella sentenza 

22 febbraio 2007, n. 929). I giudici, 

hanno richiamato analoga giurisprudenza 

amministrativa, secondo cui il diritto di 

accesso del Consigliere Comunale agli 

atti del Comune, assume un connotato 

tutto particolare, in quanto finalizzato al 

pieno ed effettivo svolgimento delle fun- 

zioni assegnate al Consiglio comunale 

(Cons. St. Sez. V, 9 dicembre 2004, n. 

7900; 2 settembre 2005 n. 4471). 

- Richiamando, inoltre, un precedente indirizzo 

(Cons. St. n. 4471/05), il Collegio 

ha concluso che sul Consigliere Comunale 

non può gravare alcun onere di motivare 

le proprie richieste d informazione, né gli 

uffici comunali hanno titolo a richiederle 

ed conoscerle . Diversamente opinando, 

infatti, la struttura burocratica comunale, 

da oggetto del controllo riservato al 

Consiglio, si ergerebbe paradossalmente 

ad arbitro, per di più, senza alcuna investitura 

democratica delle forme di esercizio 

della potestà pubbliche proprie dell 

organo deputato all individuazione ed al 

miglior perseguimento dei fini della collettività 

civica . 

CONSTATATO IN OLTRE CHE: 

- le riunioni delle Commissioni Consiliari 

permanenti, risultano essere ormai una 

presa in giro, poiché gli argomenti arrivano 

sul tavolo , con decisioni già prese, 

unilateralmente; 

- i continui ritardi ed impedimenti all accesso 

agli atti, rendono di fatto impossibile 

svolgere al meglio il ruolo di Consigliere 

Comunale, sia nelle Commissioni 

che in Consiglio comunale, sancito dalla 

Legge; 

COMUNICA 

• Le proprie dimissioni, immediate ed 

irrevocabili, da membro della I^ e II^ 

Commissione Consiliare permanente. 

Nella speranza che tali comportamenti, 

ostativi al mandato elettorale, cessino al 

più presto, coglie l’occasione per porgere, 

distinti saluti. 

Il Consigliere Comunale 

Rino Polloni 

 

 

 

 

 

ABBIGLIAMENTO 2-16


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*non cumulabile 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spett.le Direttore, 

da parecchi anni il sito del Comune di Desenzano ospita una 

comodissima e completa rassegna stampa on-line. 

Da circa un mese ci siamo però accorti che da tale rassegna 

sono misteriosamente scomparsi gli articoli dei giornali 

“locali” (Area Blu, corriere del Garda, Dipende, Gazzettino.....). 

Curiosi di tale assenza abbiamo chiesto al funzionario responsabile 

il quale, testuale, ci ha risposto che“per economia 

di energie, l’aggiunta dei giornali locali era un lavoro 

aggiuntivo da fare a mano”. 

Dato che questo accadeva ogni 15 giorni ci è parso un po’ 

strano ed eccessivo. Non è forse che la giunta (PD) più permalosa 

e insofferente mai vista nella storia di Desenzano 

abbia deciso che alcune di queste testate erano troppo critiche 

e che quindi era più semplice mettere loro il bavaglio? 

Ma se anche così non fosse, è stata fatta una scelta di priorità 

organizzativa sicuramente discutibile. 

Se a ciò aggiungiamo un Berlusconi che non passa giorno 

senza lamentarsi istericamente della stampa tutta in mano ai 

comunisti (non ricorda come ha fatto a conquistare il potere 

politico?) o un Grillo e i suoi rappresentanti che continuano 

ad attaccare la stampa in mano al potere e quindi dire che 

sarebbe da chiudere (!!!), ci assale una enorme preoccupazione. 

SEL non è certo trattata bene dalla stampa che la ignora 

sia a livello nazionale che locale (molto raramente vengono 

pubblicati i nostri comunicati, anzi, alcune testate non lo 

fanno con commovente metodicità) ma questo non cambia 

assolutamente nulla. 

È nostra fermissima convinzione che la stampa libera sia 

l’ossigeno della democrazia. Poi le singole testate hanno le 

loro preferenze? Che male c’è? Si compensano con quelle 

che ne hanno di diverse. 

Crediamo che l’unica ed esclusiva discriminante sia il rispetto 

della legge. Poi possono dare fastidio, anche molto, 

certi toni e certe strumentalizzazioni, certi titoli e certe distorsioni 

della realtà. Ma non è forse vero che anche noi che 

facciamo politica (tutti) spesso cadiamo in questi errori? E 

comunque, ripetiamo, il limite lo deve fissare la legge e non 

la permalosità del potente di turno. 

Questa insofferenza della politica non può quindi che fare 

paura, tanta paura, perché mina alla base la libertà di espressione, 

che è fondamentale come l’aria che respiriamo. 

Possiamo chiedere rispetto, diritto di replica, educazione, 

ecc., ma non scadiamo MAI, nemmeno timidamente, nel-


l’inneggiare alla chiusura dei giornali o nell’adombrarli perché 

fastidiosi. Nemmeno con la ragione che è impegnativo 

dal punto di vista delle risorse mettere degli articoli online. 

Come detto sopra il circolo SEL del basso Garda, sia dalle 

testate storiche maggiori che da quelle locali è stata tranquillamente 

ignorata (vedi ad es. campagna sul testamento biologico 

o sulle coppie di fatto) e non condivide, nella maggior 

parte, le loro linee editoriali ma, nonostante ciò, chiediamo 

che vengano reinseriti nella rassegna stampa del Comune di 

Desenzano gli articoli di Area Blu, Corriere del Garda, Dipende, 

Il Gazzettino e altre possibili testate locali. 

La diversità di opinioni, il diritto-dovere di critica sono e 

saranno sempre un fondamento della democrazia a cui non 

si deve mai rinunciare. 

Igor Bulgarini 

Circolo SEL Basso Garda Desenzano 

Ringraziamo Igor Bulgarini per le puntuali osservazioni sul 

tema della censura che completiamo: la stampa locale vive 

esclusivamente grazie al coraggio dei propri editori e non è 

finanziata da nessuno. 

Se qualcuno pensa di utilizzare la stampa locale a “sbaffo” 

si sta sbagliando alla grande, anche perchè le diatribe partitiche 

non fanno più opinione. Per risparmiare aspettate 

che qualche sciagurato possa scrivere sui muri? 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L’articolo 7, comma 11, del D.L. 13 

settembre 2012, n. 158, convertito 

dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, 

stabilisce che “Al fine di salvaguardare 

la salute dei cittadini che praticano 

un’attività sportiva non agonistica o 

amatoriale il Ministro della salute, con 

proprio decreto, adottato di concerto 

con il Ministro delegato al turismo e 

allo sport, dispone garanzie sanitarie 

mediante l’obbligo di idonea certificazione 

medica, nonché linee guida per 

l’effettuazione di controlli sanitari sui 

praticanti e per la dotazione e l’impiego, 

da parte di società sportive sia professionistiche 

che dilettantistiche, di 

defibrillatori semiautomatici e di eventuali 

altri dispositivi salvavita.”. 

Il Decreto attuativo, atteso da molto 

tempo e finalmente emanato verso la 

fine del mese di aprile 2013, al momento 

di scrivere il presente articolo risulta 

essere ancora in corso di pubblicazione 

sulla Gazzetta Ufficiale. 

Per il momento possiamo solo riportare 

che il comunicato ufficiale del Ministero 

della Salute del 26 aprile 2013 

precisa quanto segue: 

“Le società sportive dilettantistiche 

e quelle sportive professionistiche 

dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. 

Sono escluse le società 

dilettantistiche che svolgono attività a 

ridotto impegno cardiocircolatorio. Le 

società dilettantistiche hanno 30 mesi 

 

L’Osservatorio 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di tempo per adeguarsi, quelle professionistiche 

6. Gli oneri sono a carico 

delle società, ma queste possono associarsi 

se operano nello stesso impianto 

sportivo, oppure possono accordarsi 

con i gestori degli impianti perché siano 

questi a farsene carico. 

Il decreto ministeriale contiene linee 

guida dettagliate sulla dotazione e 

l’utilizzo dei defibrillatori. Dovrà essere 

presente personale formato e pronto 

a intervenire e il defibrillatore deve essere 

facilmente accessibile, adeguatamente 

segnalato e sempre perfettamente 

funzionante. I corsi di formazione 

sono effettuati dai Centri di formazione 

accreditati dalle singole Regioni.”. 

Tuttavia, sul punto è importante segnalare 

che, prima dell’emanazione del 

citato Decreto, la Giunta della Regione 

Lombardia era intervenuta sul tema 

con la Deliberazione 23 gennaio 2013 

- n. IX/4717 “Determinazioni in ordine 

alle linee guida regionali sull’utilizzo 

dei defibrillatori semi-automatici esterni 

(DAE) e sull’attivazione dei progetti 

di defibrillazione semi-automatica sul 

territorio lombardo”. 

Con tale deliberazione, la Giunta della 

Regione Lombardia aveva dettato 

importanti raccomandazioni inerenti 

l’utilizzo di un defibrillatore semi-automatico 

esterno (DAE) in occasione 

delle manifestazioni sportive o in concomitanza 

delle attività sportive organizzate 

da società o associazioni sportive 

dilettantistiche. 

In particolare, per quanto riguarda lo 

sport, le linee guida regionali affermano 

quanto segue: 

1) Personale operante nel contesto di 

Società Sportive, sia professionistiche 

che dilettantistiche (dirigenti, allenatori, 

accompagnatori sportivi, istruttori 

di discipline sportive, ecc): 

In accordo con quanto previsto dal 

DL 158 (13 settembre 2012), si rende 

obbligatorio per Regione Lombardia 

che ogni Società Sportiva, sia professionistica 

che dilettantistica, disponga 

di un numero sufficiente di affiliati 

addestrati alle manovre di rianimazione 

cardiopolmonare di base e abilitati 

all’utilizzo dei DAE tali da consentire 

la presenza in ogni attività sportiva 

di almeno una persona addestrata ed 

abilitata all’uso del DAE; 

2) è obbligatoria la presenza di un DAE 

operativo sui mezzi di soccorso che 

prestano assistenza a manifestazioni 

sportive o eventi organizzati per i quali 

è prevista dalla normativa vigente o 

da regolamenti specifici un’assistenza 

sanitaria; 

3) è obbligatoria la presenza di un DAE 

presso Società Sportive sia professionistiche 

che dilettantistiche e all’interno 

di impianti sportivi, secondo quanto 

previsto dal decreto legge sanità n. 158 

(13 settembre 2012) nonché durante lo 

svolgimento delle attività sportive. 

Riteniamo di fondamentale importanza 

che le associazioni e società sportive 

dilettantistiche, anche organizzandosi 

tra di loro, adempiano al più presto a 

quanto previsto dalla nuova normativa. 

Infatti, in caso di sinistro, la violazione 

di tali norme potrebbe causare la morte 

di una persona, nonché conseguenti pesanti 

sanzioni anche penali a carico dei 

responsabili delle società o associazioni 

sportive dilettantistiche medesime.

NOI SIAMO 

TRA COLORO 

CHE APPREZZANO 

IL NUOVO 

GOVERNO 

Che hanno gradito 

che il Governo Monti venisse messo 

in liquidazione dopo aver impoverito, 

non poco, gli Italiani. 

Abbiamo fiducia nella “squadra” 

governativa che si è formata attorno 

al Presidente Letta e nei politici che 

questo Governo hanno fortemente 

voluto, a partire dal Presidente della 

Repubblica. 

Del Governo precedente, fortunatamente, 

non rimarrà alcuna traccia 

se non nell’elencazione delle tasse 

che ci sono state regalate, mettendo 

in ginocchio l’economia delle famiglie 

che invece avrebbero bisogno di 

difendersi senza mettere a rischio la 

loro sopravvivenza. 

Le nostre Aziende, che restano la spina 

dorsale del Paese devono poter 

assumere i giovani che sono senza 

lavoro. Si deve poter ridare dignità a 

tutti coloro che vogliono lavorare per 

essere inseriti nel contesto attivo di 

una Società che sempre li attende. 

Ci sentiamo lontani dai “superbi” che 

abbiamo più volte sentito dire che 

con i Berlusconiani non si sarebbero 

mai potuti alleare, perché si sentono 

superiori sia moralmente che intellettualmente. 

Avrebbero, per questo, 

anche preferito che il Governo non si 

facesse. Persone affette da egoismo 

estremo che, forse, nella vita, ne per 

se ne per gli altri non hanno mai combinato 

niente. Spinti dalle ragioni 

 


 

 

 

della politica che finisce per restare 

inutile astrazione. Soggetti questi che 

il nuovo Governo, fortunatamente, 

ha dimostrato di tenere in poca considerazione. 

È arrivato il momento che ognuno 

metta sul tavolo tutto quello di cui dispone, 

preoccupandosi solo di portare 

vantaggi al nostro Paese che tanto 

amiamo e che dispone ancora di reali 

potenzialità per accontentare tutti. 

Non aspettiamoci miracoli, almeno 

entro breve tempo. 

Non pensiamo che i Comuni possano 

presto disporre di quanto disponevano 

un tempo. Che possano pensare di 

realizzare i grandi progetti di cui si è 

sempre parlato. Perché questo tanto 

presto non avverrà. Sarà comunque 

sufficiente se si potranno garantire 

i servizi primari ai cittadini, aiutare 

coloro che si trovano in difficoltà 

economiche a sopravvivere. Aiutare 

con contributi mirati coloro che 

non hanno lavoro o gli anziani che 

dispongono di pensioni che li fanno 

vivere al limite o al di sotto dei livelli 

di povertà. 

Questo ci aspettiamo che l’Amministrazione 

faccia con gli aiuti che 

dovranno essere disposti dal nuovo 

Governo. Niente altro. 

Vogliamo si mettano i Problemi Sociali 

al centro delle nostre attenzioni. 

Non mi farebbe piacere sapere che 

mentre assisto ai lavori di ampliamento 

del Lungolago c’è gente che 

soffre per arrivare a fine mese. Le 

grandi opere che da tempo aspettiamo 

vengano realizzate, possono aspettare 

ancora. Come ho più volte riferito 

negli articoli di AREA, Desenzano, 

anche senza queste opere, è una bella 

Città comunque. È una Città nella 

quale si vive bene e nella quale tutti 

vorrebbero venire ad abitare. 

Auspico che anche da noi i presupposti 

delle grandi intese si possano riconoscere 

anche se, nel nostro caso, 

non sono assolutamente necessari 

perché chi ha vinto le elezioni dispone 

di un’ampia maggioranza. Il 

problema però non è solo nei numeri, 

ma nel possibile rapporto collaborativo 

e rispetto fra le forze politiche 

che siedono in Consiglio Comunale. 

I momenti di difficoltà ci devono 

solo unire. Gli insulti verso i Consiglieri 

di minoranza devono cessare, 

perché anche chi si esprime in modo 

critico verso l’Amministrazione lo fa 

partendo dal presupposto d’essere in 

buona fede.

Il nuovo governo 

inizia a camminare 

ma ha le gambe fragili, 

in quanto non 

trova facilmente le 

risorse per portare 

a compimento i punti indicati dal 

Presidente del consiglio perciò la 

missione si presenta più difficile di 

quanto non si pensi. 

Cominciamo con la questione Imu: 

per la sinistra non è il problema 

prioritario mentre invece il centrodestra 

non transige e minaccia 

la crisi di governo. Ora, qualsiasi 

persona di buon senso sa che abolire 

la tassa sulla prima casa porterebbe 

subito nelle tasche della 

maggioranza dei cittadini un po’ di 

soldi che, se spesi, faranno ripartire 

l’economia, mentre per abbassare il 

cuneo fiscale non basta un decreto 

legge e prima che entri in vigore 

passano moltissimi mesi, pertanto 

bisogna cominciare dall’Imu per la 

quale basta un decreto legge. 

 


 

 

 

E qui siamo al paradosso: la sinistra 

non vuole ridurre la tassa perchè la 

proposta viene da Silvio Berlusconi 

e qui entra in gioco la sintassi: 

fino a ieri il presidente Berlusconi 

veniva definito dalla sinistra come 

impresentabile, questa parola ora 

l’hanno sostituita con “divisivo”, 

cioè persona che divide. Ebbene 

questa espressione non la capisco, 

in quanto siamo tutti “divisivi” da 

quando ci si alza al mattino e si comincia 

a dividere il tempo per affrontare 

la giornata, poi s dividono 

i soldi da spendere e soprattutto si 

dividono i pensieri. Come vedete la 

sinistra quando accusa Berlusconi 

di essere “divisivo” accusa tutti di 

essere come lui. 

In un talk show l’ex ministro Cirino 

Pomicino ha proposto un obolo per 

la Patria: un messaggio irricevibile 

in un momento tragico come questo 

dove tutti hanno bisogno di tutti 

e di tutto: ai cittadini è stato chiesto 

troppo e in cambio non hanno 

ricevuto nulla. I politici sapevano 

già decine di anni fa che lo Stato è 

troppo costoso, che alla lunga non 

avrebbe retto e così siamo arrivati 

ad avere un debito pubblico tanto 

enorme da far tremare i polsi, ma 

nessuno ha pagato il conto, sulle 

responsabilità mai un nome: tutti 

innocenti. Io aggiungo: tutti colpevoli, 

sordi, cechi e muti. 

La Rai è un serbatoio di raccomandati 

e costa più del doppio delle televisioni 

private e così in tutti gli 

altri enti di Stato dove ci si sarebbe 

molto da risparmiare, per non 

parlare dei dipendenti comunali, 

provinciali e regionali, tutti in un 

numero alto di esuberi. E’ qui che 

si potrebbero trovare le risorse sia 

per cancellare l’Imu sia per abbassare 

le tasse. Non è giusto dissanguare 

i cittadini per mantenere 

uno Stato che brucia i risparmi dei 

contribuenti. Allora c’è bisogno di 

affamare la bestia che divora tutto e 

tutti. Che Dio ce la mandi buona. 

 

L’autunno scorso scrissi che uno degli angoli più belli 

di Desenzano, la Spiaggia d’Oro, è oggetto di incuria; 

ora siamo a maggio e già l’erba è cresciuta a dismisura. 

Inoltre non ci sono bagni pubblici aperti, a parte la 

domenica. Nei giorni di sole, quando c’è gente, non 

si sa dove andare. Poi ci sono gli anziani che giocano 

a carte per passare un pomeriggio insieme; ebbene anche 

per loro gli stessi disagi, in più neanche una fontanella 

per bere o lavarsi le mani. 

Ora mi rivolgo agli amministratori comunali perché 

una volta per tutte mettano rimedio a questo sconcio: 

la Spiaggia d’Oro è un parco pubblico e pertanto ha bisogno 

di adeguati servizi. Gli anziani desenzanesi non 

meritano questo. E io voglio essere il loro portavoce e 

mi farò sentire ancora attraverso questo giornale per- 

ché non si può rimanere inerti. Non è pensabile che la 

Spiaggia d’Oro diventi come la Spiaggia Feltrinelli. Io 

e gli anziani saremo vigili.

Il nuovo governo 

inizia a camminare 

ma ha le gambe fragili, 

in quanto non 

trova facilmente le 

risorse per portare 

a compimento i punti indicati dal 

Presidente del consiglio perciò la 

missione si presenta più difficile di 

quanto non si pensi. 

Cominciamo con la questione Imu: 

per la sinistra non è il problema 

prioritario mentre invece il centrodestra 

non transige e minaccia 

la crisi di governo. Ora, qualsiasi 

persona di buon senso sa che abolire 

la tassa sulla prima casa porterebbe 

subito nelle tasche della 

maggioranza dei cittadini un po’ di 

soldi che, se spesi, faranno ripartire 

l’economia, mentre per abbassare il 

cuneo fiscale non basta un decreto 

legge e prima che entri in vigore 

passano moltissimi mesi, pertanto 

bisogna cominciare dall’Imu per la 

quale basta un decreto legge. 

 


 

 

 

E qui siamo al paradosso: la sinistra 

non vuole ridurre la tassa perchè la 

proposta viene da Silvio Berlusconi 

e qui entra in gioco la sintassi: 

fino a ieri il presidente Berlusconi 

veniva definito dalla sinistra come 

impresentabile, questa parola ora 

l’hanno sostituita con “divisivo”, 

cioè persona che divide. Ebbene 

questa espressione non la capisco, 

in quanto siamo tutti “divisivi” da 

quando ci si alza al mattino e si comincia 

a dividere il tempo per affrontare 

la giornata, poi s dividono 

i soldi da spendere e soprattutto si 

dividono i pensieri. Come vedete la 

sinistra quando accusa Berlusconi 

di essere “divisivo” accusa tutti di 

essere come lui. 

In un talk show l’ex ministro Cirino 

Pomicino ha proposto un obolo per 

la Patria: un messaggio irricevibile 

in un momento tragico come questo 

dove tutti hanno bisogno di tutti 

e di tutto: ai cittadini è stato chiesto 

troppo e in cambio non hanno 

ricevuto nulla. I politici sapevano 

già decine di anni fa che lo Stato è 

troppo costoso, che alla lunga non 

avrebbe retto e così siamo arrivati 

ad avere un debito pubblico tanto 

enorme da far tremare i polsi, ma 

nessuno ha pagato il conto, sulle 

responsabilità mai un nome: tutti 

innocenti. Io aggiungo: tutti colpevoli, 

sordi, cechi e muti. 

La Rai è un serbatoio di raccomandati 

e costa più del doppio delle televisioni 

private e così in tutti gli 

altri enti di Stato dove ci si sarebbe 

molto da risparmiare, per non 

parlare dei dipendenti comunali, 

provinciali e regionali, tutti in un 

numero alto di esuberi. E’ qui che 

si potrebbero trovare le risorse sia 

per cancellare l’Imu sia per abbassare 

le tasse. Non è giusto dissanguare 

i cittadini per mantenere 

uno Stato che brucia i risparmi dei 

contribuenti. Allora c’è bisogno di 

affamare la bestia che divora tutto e 

tutti. Che Dio ce la mandi buona. 

 

L’autunno scorso scrissi che uno degli angoli più belli 

di Desenzano, la Spiaggia d’Oro, è oggetto di incuria; 

ora siamo a maggio e già l’erba è cresciuta a dismisura. 

Inoltre non ci sono bagni pubblici aperti, a parte la 

domenica. Nei giorni di sole, quando c’è gente, non 

si sa dove andare. Poi ci sono gli anziani che giocano 

a carte per passare un pomeriggio insieme; ebbene anche 

per loro gli stessi disagi, in più neanche una fontanella 

per bere o lavarsi le mani. 

Ora mi rivolgo agli amministratori comunali perché 

una volta per tutte mettano rimedio a questo sconcio: 

la Spiaggia d’Oro è un parco pubblico e pertanto ha bisogno 

di adeguati servizi. Gli anziani desenzanesi non 

meritano questo. E io voglio essere il loro portavoce e 

mi farò sentire ancora attraverso questo giornale per- 

ché non si può rimanere inerti. Non è pensabile che la 

Spiaggia d’Oro diventi come la Spiaggia Feltrinelli. Io 

e gli anziani saremo vigili.

Ci è giunta in redazione 

una nota 

che ha per titolo: 

“DESENZANESI, 

RIPRENDIAMOCI 

L’IDROSCALO!”. 

Questo il testo che segue: “Lunedi 

27 Maggio ore 20,30 presso il centro 

Giovanni XXIII in piazza Garibaldi 

a Desenzano si terrà il primo incontro 

tra i simpatizzanti del movimento 

d’opinione che ha lo scopo di sollecitare 

le competenti Autorità per 

dar vita museale storico-tecnica alla 

struttura (ex idroscalo di viale Giuseppe 

Motta), che dal 1927 al 1936 fu 

sede del famoso Reparto Alta Velocità, 

frequentato da prestigiosi piloti 

non solo italiani, tanto era il richiamo 

di questa scuola di volo e di tecnica. 

L’iniziativa, nata come pagina Facebook 

con l’omonimo titolo, è attiva 

da qualche mese e ha già raccolto 

oltre 800 manifestazioni in interesse. 

I cosiddetti “mi piace”. L’incontro è 

aperto a tutti e tutti potranno manifestare 

il loro parere. La maggioranza 

degli interventi su Facebook è a favore 

di un utilizzo museale dedicato 

al R.A.V. con il consenso dell’Arma 

Aeronautica. A questo scopo, vale a 

dire per un utilizzo ben diverso dall’attuale 

“struttura addormentata”, se 

ne parla ormai da diversi anni, con 

l’intervento di Autorità e cittadini. 

Tante sono state le promesse politiche 

alle quali non è seguito alcun riscontro. 

Il ritornello “NON CI SONO 

SOLDI” non può giustificare il totale 

 


 

 

 

 

 

Idroscalo di Desenzano - 23/10/1934 - Francesco Agello conquista il record mondiale 

di velocità su Macchi 72 Km/ora 709,209 (Archivio Vittorio Faccioli) 

disinteresse. 

Gli organizzatori dell’appuntamento 

del 21 maggio, ore 20,30, si augurano 

che possano partecipare, con il 

pubblico che di certo non mancherà, 

le Autorità Municipali, magari guidate 

del Sindaco Signora Rosa Leso, in 

modo da poter conoscere se di recente 

siano state prese iniziative utili a 

soffiar via la polvere dell’indifferenza 

depositatasi su di una iniziativa che 

potrebbe essere motivo di vasto richiamo 

per turisti in genere e per appassionati 

di storia aviatoria, tecnologica, 

leggendarie figure ardimentose 

quali furono quelle di un gruppo di 

giovani piloti allora universalmente 

noti per capacità e coraggio. La Città 

di Desenzano, dal 1927 al 1936, 

fu un centro mondiale di tecnologia 

aeronautica, con protagonisti tecnici 

e piloti che interessarono la stampa 

internazionale. In occasione della 

Coppa Schneider del 1929 “l’Observer” 

scrisse: “Gli aviatori italiani 

manovrano in maniera veramente 

degna della grande competizione”. 

L’evoluzione di Tommaso Dal Molin 

fu ammiratissima, poichè gli consentì 

di giungere secondo nonostante il suo 

apparecchio sviluppasse oltre 60 km/ 

ora in meno del Supermarine inglese 

e passò in aeronautica con il nome di 

“Virata Desenzano”. 

Il comandante del R.A.V. colonnello 

pilota Mario Bernasconi ebbe a scrivere: 

“L’attività della Scuola, unita al 

progresso dell’idrovolante e del motore, 

che sono totalmente italiani in 

ogni loro particolare, ha permesso di 

ottenere tali risultati. 

Gli uomini si sono abilitati a portare 

apparecchi di così elevata velocità il 

cui peso, di tre tonnellate, è distri-

uito su pochi metri quadrati d’ala 

caricati, ciascuno, con più di 200 

chilogrammi. Essi effettuano partenze 

dall’acqua a velocità di flottaggio 

di 250 Km/ora per ritoccarla anche a 

più di 300 Km/ora, compiono virate 

sviluppanti enormi forze centrifughe, 

dominano motori di circa 3.000 C.V. 

di potenza”. 

Il 23 ottobre 1934 ci fu poi il record 

del maresciallo pilota Francesco 

Agello (1902-1942) su apparecchio 

Macchi-Castoldi M.72, motore Fiat 

AS 6, che ottenne il primato mondiale 

di velocità per idrovolanti su base, 

raggiungendo il limite di 709,209 

Km/ora. Il volo per il prestigioso record 

si svolse sul cielo del Garda (decollo 

dall’idroscalo alle ore 14,56) e 

non durò più di 15 minuti, il tempo 

necessario per compiere i quattro 

passaggi sulla base. 

Tante prove di perizia e ardimento 

costarono gravi e dolorose perdite. 

Sul Garda caddero: Giuseppe Magi 

il 30 luglio 1928, Giuseppe Motta il 

22 agosto 1929, Tommaso Dal Molin 

il 10 gennaio 1930, Giancarlo Nicelli 

il 26 giugno 1930, Giovanni Monti il 

2 agosto 1931, Stanislao Bellini il 10 

settembre 1931, Ariosto Neri il 6 settembre 

1932, Ugo Fassio il 6 agosto 

1936. 

Ci sarebbe ancora molto da ricordare 

sull’attività di questa Scuola, 

avvenimenti poco conosciuti come 

quello accaduto al maresciallo motorista 

Virgilio Cugini. In occasione del 

trentesimo anniversario del primato 

di Agello, il maresciallo Cugini per i 

giornalisti ripassò qualche pagina di 

memoria. Raccontò: 

“Ricordo come fosse oggi che nel 

giorno dell’impresa di Agello la gente 

faceva gruppo attorno al pilota, 

nell’attesa che i cronometristi confermassero 

la riuscita del record. Lui, 

Agello, intimidito, diceva che forse 

ce l’aveva fatta, ma che non era il 

caso di sprecare l’entusiasmo”. 

Cugini trovava poi divertenti e sim- 

 


patiche le manie del comandante 

Bernasconi, come quella che gli costò 

un paio di litri di benzina. Ecco il 

suo racconto: “Un giorno si doveva 

spedire il M.33 al museo di Guidonia 

e il comandante mi aveva affidato 

l’incarico. Nelle operazioni di carico, 

quando tutto era stato sistemato 

sul carro ferroviario, mi accorsi che 

mancavano alcuni pezzi. Mandai 

l’autocarro all’idroscalo per prelevare 

le parti dimenticate. Fosse mai 

successo! Quando il colonnello Bernasconi 

vide che l’autocarro ripartiva 

per un percorso di altri due chilometri 

e avute le spiegazioni dall’autista 

sentenziò: ‘Addebitate al maresciallo 

Cugini due litri di benzina!’”. 

Il 1 ottobre 1967 durante la cerimonia 

di inaugurazione del monumento ai 

Caduti del R.A.V. in piazza Matteotti, 

l’allora sindaco di Desenzano, prof. 

Tullio Zago, ebbe a dire “che questi 

piloti si staccavano e salivano al cielo 

pieno di silenzio e di mistero, ma 

anche di imprevedibili insidie, erano 

veramente soli con il loro cervello e 

Francesco Agello 

record mondiale di velocità 

su base Km 709,209 

23 ottobre 1943 

(Archivio T. Ferro) 

La Domenica del Corriere 23 aprile 1933 - Disegno di A. Beltrame 

Il volo del maresciallo Francesco Agello che battè il record mondiale di velocità, 

volando sul lago di Garda a 682 chilometri all’ora. 

L’anno dopo, il 23 ottobre 1934, Agello si superò con il record di Km/orari 709,209 

con il loro cuore, protesi a conquistare 

un mondo nuovo e affascinante, il 

mondo delle grandi velocità dominatrici 

dei grandi spazi”. 

Nel volume “Alla scoperta di Desenzano 

del Garda”, 1976, è scritto: 

“Ora l’idroscalo di Desenzano dorme 

nel gran sonno dei ricordi, rimembranze 

che sarebbero più degnamente 

conservate e onorate se l’ex aerobase 

venisse dotata di un museo con esposti 

i cimeli del glorioso Reparto Alta 

Velocità e il grande parco, aperto al 

pubblico, dedicato appunto a coloro 

che qui si immolarono per il civile 

progresso della tecnica e della scienza 

aviatoria”. Pura retorica di 37 anni 

fa? Se per questa auspicata iniziativa 

si vuole fare il “processo politico” 

agli anni del R.A.V. allora lasciamo 

la polvere su ricordi e sull’idea di un 

museo. 

Parco e capannoni dormano pure 

sonni tranquilli. 

Se un’altra città avesse un’opportunità 

del genere farebbe la parte delle tre 

scimmiette?

Tutti a 30km/h nel centro della capitale 

del Garda. Così ha deciso la giunta 

Leso in coincidenza con la settimana 

mondiale della sicurezza stradale 

dedicata ai pedoni promossa da Onu 

e Oms, per ricordare non solo che la 

velocità provoca troppe vittime sulle 

strade ma anche che dobbiamo abituarci 

ad usare l’automobile il meno 

possibile, e non solo nei centri urbani 

dove gli incidenti continuano a salire: 

da 146 a 182 negli ultimi due anni. 

Ridurre gli incidenti negli abitati è 

obbiettivo comune a diverse amministrazioni 

sensibili a porre rimedio ad 

una mortalità spesso frutto di superficiale 

velocità. 

C’è poi l’iniziativa “Obiettivo 30 

lode”, del movimento Salvaciclisti, 

che intende ridurre la velocità nelle 

vie dei centri abitati. Così dal 6 maggio 

quasi tutte le strade del centro di 

Desenzano nell’area compresa fra 

lungolago, via Marconi e via Gramsci 

diventano “zone 30”: qui vige rigorosamente 

il diritto di precedenza 

ai pedoni. Stesso discorso vale per 

Rivoltella nelle vie nei pressi della 

chiesa, Agello, Lamarmora, Croce, 

San Zeno, Circonvallazione. Degli 

Olmi e Venezia. 

 

 

 

 

 

 

Il sindaco Rosa Leso ha 

inoltre aderito all’iniziativa 

dell’Asl di Brescia 

che va sotto il nome di 

“Progetto in Comune” 

che prevede una passeggiata 

nel decennale di 

Pedibus, il servizio che 

interessa 120 bambini 

che vengono accompagnati 

a scuola a piedi da 

assistenti incaricati dal 

comune per favorire il 

benessere dei cittadini 

attraverso l’adozione di 

stili di vita più sani. Per 

potenziare l’adesione, 

a tutela dell’ambiente, 

della salute e della sicurezza, 

il sindaco ha organizzato 

l’11 maggio le 

giornate “Salute in comune” 

e “Aria nuova a Desenzano” 

(quest’ultimo 

un progetto finanziato dalla Regione 

Lombardia per il coordinamento degli 

orari e dei tempi della città). “Vado a 

scuola da solo”, invece, è un altro appuntamento 

che ricorda il servizio di 

pedibus che compie dieci anni; verrà 

festeggiato nel parco del Laghetto 

alle ore 15 dell’11 maggio, dove agli 

alunni verrà consegnata la “patente di 

pedone” dopo una camminata di 3 km 

fino all’oasi di San Francesco. 

Il rientro sarà effettuato a piedi oppure, 

per chi lo desidera, con un servizio 

di bus navetta allestito per l’occasione 

dalle ore 18.30.

L’Assessore Silvia Razzi ed il 

suo staff sono nuovamente alla 

ribalta dei titoli delle redazioni 

giornalistiche. 

Nei giorni scorsi, grazie al finanziamento 

ottenuto dalla 

Regione Lombardia, sono stati 

sottoscritti davanti a notaio 

gli atti per la costituzione di 

ben tre Associazioni Temporanee 

di Scopo per l’avvio delle 

azioni del progetto strutturato 

e coordinato dalla Provincia di 

Brescia denominato “Bike Hospitality”. 

Stiamo parlando di lavori per un 

contributo di circa 600.000€, il 

50% dei quali finanziati a fondo 

perduto dalla Regione Lombardia, 

destinati agli investimenti 

necessari ad adeguare le strutture 

ricettive del territorio provinciale 

per accogliere i turisti 

che amano muoversi utilizzando 

il mezzo più ecologico per 

antonomasia: la bicicletta. 

Interpretando il trend che vuole in 

forte crescita questa forma di turismo 

e, puntando sulla destagionalizzazione 

che l’uso della bicicletta garantisce, 

la Provincia di Brescia ha messo 

in moto un meccanismo che vede la 

creazione della più vasta area tematica 

europea dedicata al ciclismo turistico. 

Forti di un territorio vocato paesaggisticamente 

ed orograficamente al 

turismo slow delle due ruote, l’Asses- 

sorato al Turismo e gli imprenditori 

del mondo della ricettività dei due 

specchi d’acqua più belli d’Italia, il 

Garda ed il lago d’Iseo, si sono messi 

in gioco per strutturarsi ad accogliere 

i flussi turistici dei bikers di tutto il 

mondo. 

Con servizi di accoglienza, assistenza 

e guide, anche supportate dalla tecnologia 

delle app per gli smartphone, 

le strutture ricettive bresciane garantiranno 

un’accoglienza professionale 

dedicata. 

Sono 14, tra alberghi e campeggi, 

i partner che hanno 

aderito al bando e che investiranno 

nell’adeguamento 

della propria azienda tenendo 

conto di quelle che sono le richieste 

e le attese dei bikers. 

“La promozione della più vasta 

area europea dedicata a 

chi ama la bicicletta - afferma 

l’Assessore Silvia Razzi 

- porterà alla creazione di 

un marchio che contraddistingua 

ed identifichi con un 

brand accattivante le strutture 

convenzionate, ed inoltre 

intendo istituire un albo 

provinciale dei Bike Village 

e dei Bike Hotel che, in base 

a dei punteggi, avranno una 

loro classificazione, sempre 

ovviamente nel rispetto della 

normativa Regionale” .Tutto 

ciò sarà promosso in tutte le 

fiere di settore dove l’accoglienza, 

la professionalità e 

l’imprenditorialità della ricettività 

bresciana godranno di ulteriore visibilità 

grazie a questa nuova iniziativa. 

In un panorama giornalistico di titoli 

poco rassicuranti, Silvia Razzi inietta 

un po’ d’entusiasmante positività, e ci 

regala finalmente una buona notizia: 

la creazione di un parco tematico ed 

i conseguenti benefici economici che 

lo stesso avrà su tutto l’indotto turistico.

Niente passeggiata a lago, ma ampliamento 

del parcheggio del Vallone. 

Questo ha deciso nell’ultimo consiglio 

comunale l’Amministrazione 

Leso che ha revocato la precedente 

delibera della giunta Anelli riguardo 

al piano di intervento integrato di viale 

Venezia a Rivoltella dove si doveva 

procedere per allungare la passeggiata 

a lago. Così 600 mila euro destinati 

alla passeggiata verranno usati per 

aggiungere altri di 54 posti auto nell’area 

del Vallone. Un’operazione illustrata 

dall’assessore all’Urbanistica 

Maurizio Tira che ha spiegato le motivazioni 

della decisione. Ha spiegato 

che i parametri dell’intervento resteranno 

invariati: a fronte dei 5mila 

metri quadrati di terreno è stata mantenuta 

l’edificabilità di 5.036 metri 

cubi. Quella che cambia è invece la 

modalità di erogazione del contributo 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

al Comune che è di 580mila euro, di 

cui 149mila per oneri e 431 mila per 

standard. 

La delibera prevede che l’opera, all’altezza 

di via Rivali, venga realizzata 

dal soggetto privato, per un costo 

di 100mila euro. Eccessivo, secondo 

il consigliere Guido Malinverno che 

si è detto contrario all’operazione 

proprio per l’alto costo. 

La chiusura del lungolago 

Fa discutere pure la notizia diffusa in 

questi giorni che il sindaco Leso intende 

chiudere al traffico, nel periodo 

estivo, da giugno a settembre, il lungolago, 

nel tratto fra l’hotel Vittorio 

e la rotatoria davanti alla Navigarda. 

Una decisione che, secondo il primo 

cittadino, intende dare ai pedoni e ai 

ciclisti, numerosi durante l’estate, 

una viabilità più sicura e la possibilità 

di passeggiare su strade senza traffico. 

Un’isola pedonale che non piace 

invece ai commercianti dell’Ascom, 

secondo i quali si tratta di una decisione 

sbagliata, soprattutto in questo 

periodo in cui la crisi sta mettendo 

a dura prova l’intero comparto commerciale 

del centro storico.

Quali alternative nell’Italia della crisi? Si torna alla 

campagna? Sembra di sì. Almeno è questo il messaggio 

emerso dal convegno «50 Anni di qualità e bellezza nei 

territori», organizzato da Coldiretti e dall’associazione 

Città del Vino. 

I numeri parlano chiaro: nel 2012 le aziende vinicole 

hanno prodotto occasioni di impiego per 1,25 milioni di 

italiani (+3% rispetto all’anno precedente), sia nei campi 

che in cantina che nelle attività di servizio o di indotto. 

Oltre la metà dei posti di lavoro viene dalla produzione 

di vini a denominazione di origine (Doc/Docg), protagonisti 

determinanti dello sviluppo del settore nell’ultimo 

mezzo secolo: da quando la maggiore quantità di prodotto 

diretto all’export era sfuso, nel 2012 si è raggiunto il 

record storico delle spedizioni oltre confine che ha raggiunto, 

per la prima volta, il tetto dei 2 miliardi di euro 

(2,086 miliardi, + 8%). Sono dati che devono far riflettere 

soprattutto i giovani che guardano ad altri lavori, ad 

altre professioni. 

Il vino, e il lago di Garda è uno dei produttori più importanti 

e riconosciuti per i suoi doc di grande pregio, ha 

creato benessere, occupazione e sviluppo economico. Se 

si calcola che il turismo enogastronomico ha raggiunto 

in Italia un giro d’affari che spazia dai 4 ai 5 miliardi 

di euro l’anno, muovendo complessivamente dai 4 ai 6 

milioni di visitatori, è evidente che questo può essere uno 

dei settore da tenere in vita.

Il termine di “Summus Lacus”, parte 

settentrionale del Garda, così viene 

menzionato per la prima volta in un 

atto di permuta steso nell’anno 771, 

mentre durante l’Impero asburgico i 

popoli di lingua germanica chiamavano 

l’area medesima “Austria mediterranea”, 

quindi identificata nella 

regione delle Alpi centrali ed oltre. 

Ben si sa che l’area benacense fin dai 

tempi antichi è sempre stata considerata 

come primario crocevia tra Nord 

e Sud dell’Europa (vedi le invasioni 

barbariche, quindi fondamentale 

tappa strategica per le legioni romane 

impegnate e difendere i confini 

settentrionali della penisola italica). 

Seguirono i traffici, i commerci, gli 

scambi culturali, facilitati anche da 

questa anticipazione climatica del 

Mediterraneo che ancora oggi, nei 

paesi della Mitteleuropa, è vista come 

primo confortevole approccio. Ciò è 

stato testimoniato da tanti illustri 

viaggiatori, soprattutto nel Settecento, 

fra i quali molti erano i narratori di 

viaggio di grande livello come Goethe, 

Montesquieu, Rousseau. E proprio 

quest’ultimo aveva rivoluzionato 

l’arte del viaggio compiendolo a piedi 

e avendo così l’opportunità di dare 

libero sfogo alla fantasia respirando 

un’aria di libertà fisica e spirituale. In 

tal senso qualcosa ci dice il suo “Sogni 

del viandante solitario”. 

Se poi ci affidiamo a uno dei più famosi 

e influenti fra i poesti romantici 

inglesi George Gordon Byron, sul 

Garda tra un’avventura e l’altra nel 

novembre del 1816, ci accorgiamo 

come questi luoghi abbiano esercitato 

su di lui un grande fascino se del 

nostro Paese scrive: “Italia, oh, Italia! 

tu che hai/il dono della bellezza...”. 

Allora diciamo che il lago di Garda 

è sempre stato una delle più ricercate 

e affascinanti porte per l’ingresso in 

Italia poichè, oltre alle bellezze paesaggistiche 

e ai suoi valori climatici, 

ha saputo offrire al viandante, pellegrino, 

poeta, o uomo d’affari qui in 

transito, ospitalità degna di essere ricordata 

e raccontata. 

Altrimenti come si potrebbe spiegare 

il motivo per il quale Goethe, sul Garda 

nel settembre del 1786, proprio a 

Torbole avesse scelto di lavorare alla 

rielaborazione della “Ifigenia in Tauride” 

che si era proposto di fare in 

Italia? 

“Oggi - scrisse a Torbole - ho lavorato 

all’Ifigenia, e in vista del lago il 

lavoro che reso bene”. A Roma scriverà 

poi “Sul Lago di Garda, quando 

il forte vento meridiano spingeva le 

onde a riva, dove ero almeno altrettanto 

solo quanto la mia protagonista 

 

 

 

Lo sbarco di Caterina Cornaro 

regina di Cipro festeggiata a Desenzano 

il 4 settembre 1497 (Archivio T. Ferro) 

sulla spiaggia della Tauride, tracciai 

le prime linee della nuova elaborazione”. 

E per donne famose sul Garda cosa ci 

racconta la storia? Vediamo qualche 

testimonianza. Il 16 marzo 1490 Isabella 

d’Este Gonzaga, in una lettera 

diretta al marito marchese di Mantova, 

scriveva: “El venerdì venissimo 

ne le ganzere fino a Sermione et de 

lì qua a cavallo in compagnia di allegre 

donzelle e di dolcissimi nanetti 

inghirlandati di rose, tutti a gremire 

vascelli fra risi e canti”. 

Il 4 settembre 1497 a bordo di un 

vascello pavesato in modo regale, 

per una breve navigazione nel golfo 

di Desenzano, i Benacensi videro 

la regina di Cipro Caterina Corner 

o Cornara festosamente accolta dai 

Desenzanesi e dai Bresciani giunti 

sul lago per un primo ossequio. C’è 

da ricordare che otto anni prima, Caterina, 

che discendeva dalla romana 

“gens Cornelia” e dal doge Marco, 

era giunta a Venezia giunta da Cipro. 

Questa patrizia veneziana aveva fatto 

dono del suo regno alla Serenissima 

nel 1489, sedici anni dopo la morte 

del marito re Giacomo II della dinastia 

francese dei Lusignano, morte 

avvenuta nel 1473, al quale era andata 

sposa appena diciassettenne. 

Quel giorno la regina di Cipro Caterina, 

allora quarantenne, era diretta 

a Brescia per far visita al fratello 

Giorgio, podestà veneziano della città 

lombarda. I Bresciani in quell’occasione 

vollero onorarla con una vera 

apoteosi: festeggiamenti senza fine, 

giostre, banchetti, luminarie, tornei. 

Come si è detto, un’anticipazione di 

regale accoglienza che non sarebbe

stata ben vista dai Bresciani di città 

i quali avrebbero voluto ricevere Caterina, 

come del resto poi fecero, con 

sfarzosa ospitalità che non fosse stata 

posta in ombra da quanto seppero 

fare i “provinciali lacustri”. 

A Desenzano a ricevere la regina di 

Cipro era una grande folla festante e 

curiosa. Tantissime erano pure le navi 

e le barche addobbate con stendardi 

di San Marco e animate da equipaggi 

con costumi gardesani, veneziani e 

ciprioti. Le famiglie patrizie e maggiorenti 

del lago erano accorse a bordo 

delle loro eleganti imbarcazioni, 

tra le quali il “Bucintoro” della famiglia 

Martinengo, rallegrate da musici, 

mottetti ed ipigrammi dedicati all’illustre 

ospite, e con tanta allegrezza di 

campane. 

Tutti poterono ammirare Caterina accompagnata 

dalla sua corte di dame, 

damigelle e cavalieri ciprioti, oltre 

che dal celebre suo nano Zavit. 

Uno dei cronisti presenti a Desenzano 

esclamò e scrisse: “Se fosse stato il 

Serenissimo Principe di Venezia o lo 

Imperatore non so se più grande accoglienza 

potesse essere fatta, che in 

Roma non saria stato possibile far più 

onore e con più ordine”. 

Anche per la sua storia e la sua fama, 

note in tutta Europa, a salutare la regina 

di Cipro a Desenzano in quel 

giorno di settembre di 515 anni or 

sono erano accorsi in molti. Nessuno 

volle perdere l’occasione di poter ammirare 

i fasti di una corte regale sulle 

rive del Garda, i costumi di un remoto 

reame di origine crociata. Ci viene 

poi ricordato che dei pochi dipinti a 

lei dedicati è conservato il celebre ritratto 

eseguito da Gentile Bellini, uno 

dei “telèri” dei Miracoli della Croce, 

dove appare autorevole, ingioiellata, 

assai appariscente tra molte altre 

nobildonne del seguito. Così i Benacensi 

e i rappresentanti delle vicine 

città l’hanno vista da vicino mentre 

riceveva il festoso saluto dei Desenzanesi, 

orgogliosi di essere riusciti ad 

allestire uno dei più fastosi “omaggi 

di benvenuto” visti sul Benaco. 

Quando si pensa a manifestazioni di 

intrattenimento e di folclore gardesano 

bisognerebbe attingere anche da 

Immagine bucolica del Mincio, fiume praticato dai Gonzaga per giungere sul Garda 

Prima metà del XVII secolo - dipinto di Martino Teofilo Polacco. 

Chiesa dell’Inviolata a Riva del Garda 

questi “quadri” storici. 

Meno male che qualcuno ci sta pensando 

come l’Associazione Culturale 

Musicale “Ferdinando Bertoni”, di 

cui è presidente la dottoressa Anna 

Maria Giusti, con la direzione artistica 

di M. Paola Visconti, Associazione 

che sta dando corso alla Stagione 

Concertistica 2013 iniziata con la lezione-concerto 

“Ferdinando Bertoni 

e le sonate per strumento a tastiera”. 

Complimenti agli ideatori di questa 

importante iniziativa culturale, 

che rende pure doveroso omaggio al 

prestigioso musicista-compositore 

Ferdinando Bertoni, nato a Salò il 15 

agosto 1725 e spentosi a Desenzano il 

1 dicembre 1813. 

Di recente Area Blu ha ricordato la 

vita e le opere del Bertoni, che con 

i suoi Oratori ebbe a conquistarsi la 

stima dell’intera Europa, tanto che 

il suo Orfeo, del 1776, quasi oscurò 

l’Orfeo di Willibald Gluck. Per quattro 

anni Beroni lavorò a Londra, in 

uno dei maggiori teatri europei del 

tempo. All’estero le sue opere furono 

eseguite a Pietroburgo, Lisbona, Dresda, 

Vienna, catalizzando sguardi ed 

interessi svariati. Ciò è ricordato da 

Enrico Raggi e Alessandro Cofano 

nelle pagine “Ferdinando Bertoni - un 

musicista gardesano in Europa”. L’ultima 

opera di Bertoni fu “L’Ifigenia 

in Aulide”, rappresentata a Trieste nel 

1790; allora il nostro musicista aveva 

65 anni. Il Caffi scrisse giustamente 

“Il merito principale di lui consiste in 

una squisita sensibilità di gusto e nella 

purezza del pensiero nobilissimo”. 

Quando seri operatori culturali lavorano 

con competenza, dedizione ed 

entusiasmo i risultati non tardano ad 

arrivare.

Con le piste ciclabili che si stanno 

realizzando su lago di Garda, si sta 

pure sviluppando un “turismo a piedi”, 

quello della camminata per un 

approccio, una visione del paesaggio 

i cui particolare naturalistici non possono 

essere vissuti e quindi osservati 

viaggiando con mezzi che non siano 

quelli del passo dopo passo. 

È un turismo del fai da te fisicamente, 

magari dopo aver studiato e programmato 

un percorso a tappe, con soste 

anche improvvisate, con soste estemporanee, 

a seconda della stagione. 

Il caso ha voluto che nei giorni scorsi 

fossimo contattati da un gruppo di 

giovani tedeschi i quali, itinerario alla 

mano, ci hanno chiesto qualche informazione 

a carattere generale poichè 

avevano in programma di effettuare 

il giro del lago a piedi, ben sapendo 

che si trattava di percorrere circa 160 

chilometri. Poi dall’esplicazione generale 

si sono dimostrati interessati di 

aspetti che la pubblicistica informatica 

non può fornire, nonostante delle 

riproduzioni fotografiche. 

Come ben si sa è l’attenzione, l’interesse 

di ognuno di noi che guida all’osservazione 

di questo o quel particolare, 

comportamento che richiede 

un andare col fruscio del passo, del 

respiro, movimento armonioso a beneficio 

dello sguardo. 

Uno che andava a piedi era Ludwig 

Hevesi, sul Garda nel 1882, quando 

ebbe a scrivere: “...questo non è lago, 

è il mare. Un mare si è riversato fra 

sponda e sponda, dove potrebbe trovar 

posto mezza mitologia, e al mare 

somiglia più che mai quando, nel 

Bogliaco di Gargnano - Palazzo Bettoni - facciata ovest 

(Foto R. Bertasi - Vol. Azzurro Garda) 

bianco plenilunio, la tramontana irrompe 

furente nella sterminata distesa 

e con rombo di tuono scaglia contro 

la barriera di pietra i marosi che ha 

potuto rotolare davanti a sè...”. 

Si può quindi affermare che questo 

straordinario ambiente, osservato sullo 

schermo panoramico della natura che 

porta alle intense pennellate di Ludwig 

Hevesi, dalle quali è quasi possibile 

avvertire la colonna sonora, richiede 

la nostra attenzione pure per dettagli: 

un roseto in fiore in pieno inverno, ai 

margini della strada un Giglio di San 

Giovanni, tra le rocce la gialla Primula 

auricula, il caldo viola della Hepatica 

trifolia. E si potrebbe continuare a lungo 

per dire di fiori e piante spontanee 

che non hanno bisogno di cura alcuna. 

Sempre camminando si possono osservare 

vecchi intonaci con scritte 

 

sbiadite ma ancora leggibili come 

versi di Dante dedicati al vino; i “Vincere!” 

di epoca fascista; santelle dedicate 

alla Madonna o a Santi, onorate 

con fiori campestri freschi di giornata. 

La piccola sinfonia di lievi rumori, 

rintocchi di campane, il canto degli 

uccelli, il gorgoglio di una cascatella, 

una voce di richiamo in un oliveto o 

in una vigna. Taccuino alla mano si 

possono annotare iscrizioni di antiche 

lapidi, colorite considerazioni di 

qualche pescatore intento a sistemare 

barca e reti. 

Camminando, se si giunge a Gargnano, 

proprio in fregio alla gardesana, 

precisamente a Bogliaco, si incontra 

palazzo Bettoni. Ad osservarlo senza 

avere qualche pur breve notizia storica 

dello stesso si perde molto. Se invece 

si sa che a questo palazzo allude

Goethe quando scrive: “ Conosci tu 

la casa? Sulle colonne il tetto ergersi; 

stanze e sole sono tutto un fulgore, e 

statue marmoree mi sogguardano e 

chiedono...”. Questa costruzione fu 

ultimata nel 1764 e molto probabilmente 

venne visitata dal poeta tedesco 

ed osservata dal lago alla metà di 

settembre del 1786. 

Se le gambe concedono di allungare 

il passo fino a Limone, vale la pena 

di lasciare la gardesana e salire in 

lieve pendio fino alla chiesetta di S. 

Pietro in Oliveto, che risale al X secolo. 

Sull’intonaco del piccolo portico i 

limonesi hanno scritto un “diario” in 

cui spiccano testimonianze di avvenimenti 

accaduti dal 1564 al 1841. Qui 

si possono leggere frasi scritte con 

coccio di mattone rosso o a sanguigna, 

riferite ad eventi quali fenomeni 

atmosferici, la peste, la carestia, oppure 

a fatti lontani quasi fossero stati 

comunicati da “un nostro inviato speciale” 

dalla Russia per la sconfitta di 

Napoleone. Leggiamo: “1796. L’armata 

francese (...) del generale (...)”. 

E ancora: “L’anno 1813 fu distrutta 

l’armata di Napoleone dale 5 potenze 

aleate nela cità di Mosca”. Mancando 

le doppie si avvertono gli influssi 

delle parlate dialettali veneto-trentine. 

Stessa cosa per le altre scritte 

parietali: “1630. Fui uno spaventoso 

ano di grande mortalità per tuta Italia 

di quela peste fame et questa sono 

una moria et in un mese ne morse alla 

(...) nela tera di Limone morse per il 

mal contagioso”. Altra frase: “Lì 21 

marzo 1637 a fiocato sino il giorno 

27 e fatto un fredo che fece brusare 

delle fasine per li giardini (di limoni) 

Angelo Codogni”. 

“Memorgia dell’anno 1822 Limon è 

stato grande anno sterile di oliva che 

non si ha fatto poco ollio e non si è 

potuto venderlo a nessuno (...) Angelo 

Codogni” (uno dei diaristi). Una 

frase che risale al Cinquecento: “Non 

se pode avere pane”. 

Per un altro itinerario gardesano... 

camminando si può salire alle colline 

sopra il golfo di Salò sulle tracce di 

una leggenda sulla figura di Adriano 

Bogliaco di Gargnano 

Palazzo Bettoni 

particolare delle statue ornamentali 

sul profilo del tetto 

(Foto R. Bertasi 

Vol. Azzurro Garda) 

VI (1459-1523), papa di umili origini, 

appartenente al forte carisma religioso 

dei “Fratelli della vita comune”, che 

rimase sul trono di Pietro dal 1522 al 

1523 con il nome di Adriaan Florisz 

Boeyens, con un’altra curiosa versione 

biografica parallela che diversamente 

lo riconduce a Renzano, ai 

piedi del monte san Bartolomeo. Sulla 

panoramica collinetta si trova la piccola 

chiesa dei SS. Nazzaro e Celso il 

cui portale ad architrave reca l’iscrizione: 

“ADRIANI VI PO (INTIFICI) 

M (AXIMI) RENTIANI PAT(RII) 

AN(NO) POST LEONE X MCXXII”. 

Dice la leggenda che Adriano VI sarebbe 

stato battezzato in Salò col nome 

di Luigi Ludovico de’ Rampinis”. 

Gli storici salodiani Bongianni Grattarolo 

e Mattia Bellintani, vissuti e 

operanti nelle seconda metà del ‘500, 

con una lunga trattazione e con una 

serie di prove e di congetture, “si studiarono 

dimostrare che quel Sommo 

Pontefice ebbe a sua patria Renzano, 

terriciuola distante appena un miglio 

da Salò e che suo padre fu cotai maestro 

Zambone o Gianni Buono de’ 

Rampini, onesto uomo di quel luogo”. 

Il viandante-turista-camminatore, 

dopo questa visita, potrà approfondire 

in tutta tranquillità la storia di 

questo Papa che lo dà ufficialmente 

olandese di Utrecht. 

Puegnago in Valtenesi 

laghetti di Sovenigo. 

(Foto di Renzo Bertasi 

dal vol. Azzurro Garda) 

 

Altro itinerario camminando potrebbe 

essere quello dei sette Comuni 

della Valtenesi, una valle di rocche e 

castelli, di uliveti e vigneti,un percorso 

di strade a belvedere da Padenghe 

a Moniga, da Soiano a Polpenazze, da 

Puegnago a Manerba e San Felice del 

Benàco, un condensato di panorami 

e di storia da sembrare un continente 

in miniatura. Si va dalla memoria 

di insediamenti palafitticoli-Età del 

Bronzo presso i laghetti di Sovenigo 

con l’estiva fioritura di innumerevoli 

fior di loto, alla struttura muraria 

del piccolo castello (XI secolo) che 

si ricollega al “castrum”, elementi 

incastonati in un sorprendente territorio 

al cospetto del lago. A volte si 

esagera nel lamentare mancanza di 

parchi verdi attorno a noi, mentre la 

Valtenesi è un vasto territorio-parco 

a portata anche di modeste energie 

fisiche. Alla fine dell’Ottocento questo 

itinerario lo aveva scoperto pure 

il Carducci e qui rievocò leggende e 

storie di padre Benàco, “seduto sotto 

anacreòntea pergola / O a la platonia 

verde ombra de’ platani / Freschi votando 

gl’innovati calici / Che la Riviera 

del suo vino imporpora”. 

Con un buon paio di scarpe ecco un 

altro modo di fare per così dire turismo 

immersi nella natura e nella cultura 

benacense.

Forse non è la decrescita felice, ma qualcosa sta cambiando. 

La crisi sta cambiando le abitudini degli italiani. 

Stop agli sprechi di acqua, di cibo, di energia, di 

suolo: stop alla depauperazione della Terra che da 60 

anni sta subendo assalti, in molti casi mortali, da un 

consumismo eccessivo che, se da una parte ha creato 

lavoro e benessere, dall’altro ha provocato danni irreparabili 

agli habitat e alle risorse naturali. 

Questo il messaggio del Festival Contadino che nello 

scorso weekend ha avuto luogo nella cittadina. Un 

programma denso di appuntamenti che hanno interessato 

bambini e adulti.

Continua a pag. 22

Diego Beda

Diego Beda

Troppe sono le vittime del 

sabato sera, soprattutto di 

giovani che si mettono alla 

guida con troppo alcol in 

corpo (in barba al codice 

della strada). E le strade 

gardesane, in particolare 

nella bella stagione, ne 

sono spesso insaguinate. 

Sono quasi due milioni 

e mezzo i giovani che rischianoperiodicamente 

di mettersi alla guida 

dopo aver bevuto troppo, 

molti dei quali non hanno 

una percezione della gravità del problema. Lo afferma 

un’elaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), 

presentata oggi nel corso di un convegno per l’Alcol 

Prevention Day. Secondo i dati, circa 1.400.000 giovani 

maschi e 950.000 femmine ammettono di essere dediti 

al cosiddetto ‘binge drinking’, consumando più di 6 bevande 

in una sola volta. 

Questi soggetti, spiegano gli esperti dell’Iss, sono da 

considerarsi potenzialmente esposti, nel caso in cui si 

mettessero alla guida, non soltanto a un rischio legato 

alla salute per se stessi e verso terzi, ma anche di incorrere 

nelle nuove sanzioni amministrative introdotte nel 

codice della strada. Il rischio è confermato dallo Studio 

Passi 2010-2012, da cui emerge che l’11% circa degli intervistati 

nel campione di popolazione generale del pool 

di 9.594 Asl ha guidato sotto l’effetto dell’alcol, con un 

minimo rilevato in Basilicata (11,1%) ed un massimo in 

Friuli Venezia Giulia (12,7%). 

Tra gli strumenti per aiutare i giovani a valutare il rischio, 

da qualche mese c’é ‘Adrenalina pura’, la nuova 

app messa a punto dal ministero della Salute per calcolare 

il tasso etilico nel sangue, che permette anche di 

scaricare musica: “L’intento è rivolgersi a quei giovani 

che consumano alcolici con modalità rischiose per la salute 

e la sicurezza - chiarisce Emanuele Scafato, Direttore 

dell’Osservatorio Alcol dell’Iss - spesso influenzati 

negativamente da mode e tendenze che sollecitano l’uso 

dell’alcol come sostanza”.

Paolo Andreis è andato nei giorni 

scorsi a Palazzo Arzaga il titolo di primo 

classificato nella categoria Wine 

Cocktail per il “Garda wine cocktail 

contest” organizzato dall’Aibes Lombardia 

per il “Mixing grand prix”. 

All’ormai famoso barman desenzanese che gestisce con 

il fratello Carlo il delizioso ristorante “La Colomba” i 

nostri più sentiti ringraziamenti per aver portato ancora 

una volta il nome della nostra cittadina a benemerenze 

così eccellenti nel campo dell’enogastronomia.























Torniamo ancora a 

parlare di Rcauto, il 

tema caldo del momento 

a causa del 

costo troppo elevato 

delle polizze italiane 

sugli autoveicoli. 

Un costo che si è forse stabilizzato 

negli ultimi mesi, ma è ben lungi 

dal diminuire fino al livello che i 

consumatori si attendono. Eppure la 

frequenza dei sinistri è certamente 

diminuita in conseguenza diretta del 

minor utilizzo dei veicoli. Si calcola 

infatti che, a causa della crisi economica, 

la percorrenza degli autoveicoli 

privati sia scesa addirittura del 

15%, con inevitabili ripercussioni 

positive sui bilanci delle Compagnie 

Assicuratrici. 

In realtà i pareri in merito sono assai 

discordanti. Secondo l’Ania (l’Associazione 

imprenditoriale di categoria 

che raggruppa le Compagnie Assicuratrici) 

infatti in un anno il costo 

medio della Rcauto sarebbe sceso 

mediamente del 4,5%. Il premio medio 

annuo per un’autovettura, al netto 

delle tasse, sarebbe così passato da 

445 a 425 Euro, con un risparmio di 

20 Euro per automobilista, pari a circa 

un miliardo di Euro considerando 

tutte le autovetture circolanti. 

Secondo l’Istat invece le tariffe sarebbero 

effettivamente diminuite, ma 

solo dell’1%. 

Infine l’Ivass, l’Autority deputata 

a vigilare su questo settore, segnala 

puntualmente l’abnorme crescita delle 

tariffe delle donne, +13,5% in un 

anno, a seguito della sentenza della 

Corte di Giustizia Europea, e l’incremento 

dei premi richiesti agli uomini 

nelle città del Sud, con punte del + 

9% a Napoli. 

Del tutto insoddisfatte inoltre le varie 

associazioni dei consumatori, Codacons 

e Federconsumatori in testa a 

tutte. 

La svolta positiva potrebbe arrivare 

con l’installazione sull’auto della 

“scatola nera”. Secondo una recente 

indagine ben due italiani su tre sarebbero 

ben disposti ad utilizzarla, rinunciando 

ad un po’ della loro privacy in 

cambio di una concreta diminuzione 

delle tariffe, fino anche al 15% - 20% 

e con costi di installazione carico 

delle Compagnie. 

La scatola nera, oltre a consentire 

l’immediata localizzazione dell’auto 

in caso di furto o rapina e dei suoi 

passeggeri nell’eventualità di un incidente, 

potrebbe portare all’assegnazione 

di “crediti di sicurezza” 

agli automobilisti virtuosi, con ulteriori 

sostanziosi sconti al momento 

del rinnovo del premio annuo. 

Potrebbe poi limitare fortemente il 

contenzioso in caso di sinistro, in 

quanto aiuterebbe a ricostruire l’esatta 

dinamica dell’incidente e contribuire 

così ad individuare il grado di 

responsabilità dei conducenti coinvolti. 

Ci sarebbe però un rischio di violazione 

della privacy? 

Assolutamente no, sostengono le 

Compagnie, in quanto le stesse non 

avrebbero accesso alla visione dei 

dati individuali sensibili, ma soltanto 

ai risultati aggregati in un indice 

elaborato da algoritmi automatici 

per valutare la qualità dello stile di 

guida. Ed in caso di sinistro verrebbe 

elaborato un “crash report” dettagliato, 

utile a comprendere le cause di un 

sinistro stradale e le responsabilità di 

chi vi è coinvolto. 

Alcune Compagnie, anticipando 

l’obbligo di legge introdotto con il 

Decreto Sviluppo, già ora hanno precorso 

i tempi ed inseriscono questa 

opportunità nelle loro polizze Rcauto; 

si tratta di Axa, Allianz, Genertel 

ed Unipol, che è stata un po’ la pioniera 

in questo settore. 

In vista nuovi importanti sviluppi 

sono previsti per le flotte aziendali e 

per i veicoli a noleggio, entrambi settori 

particolarmente sensibili al tema 

del controllo 24 su 24 del proprio 

veicolo in circolazione ad uso di terzi. 

L’aspetto a cui prestare particolare 

attenzione è la disciplina prevista in 

caso di cambio dell’assicurazione: a 

chi restano in carico i costi per disinstallare 

la scatola nera? 

Altrimenti il rischio è quello di vanificare 

del tutto il beneficio dello conto 

iniziale. 

Già in fase avanzata di studio infine 

tutte le ulteriori possibili innovazioni 

legate alla scatola nera: l’indicazione 

tramite una apposita “app” della carrozzeria 

convenzionata più vicina, 

l’indirizzo verso cliniche specializzate 

in caso di infortunio o il miglioramento 

dei servizi di assistenza a 

distanza in Italia o all’estero.

Torniamo ancora a 

parlare di Rcauto, il 

tema caldo del momento 

a causa del 

costo troppo elevato 

delle polizze italiane 

sugli autoveicoli. 

Un costo che si è forse stabilizzato 

negli ultimi mesi, ma è ben lungi 

dal diminuire fino al livello che i 

consumatori si attendono. Eppure la 

frequenza dei sinistri è certamente 

diminuita in conseguenza diretta del 

minor utilizzo dei veicoli. Si calcola 

infatti che, a causa della crisi economica, 

la percorrenza degli autoveicoli 

privati sia scesa addirittura del 

15%, con inevitabili ripercussioni 

positive sui bilanci delle Compagnie 

Assicuratrici. 

In realtà i pareri in merito sono assai 

discordanti. Secondo l’Ania (l’Associazione 

imprenditoriale di categoria 

che raggruppa le Compagnie Assicuratrici) 

infatti in un anno il costo 

medio della Rcauto sarebbe sceso 

mediamente del 4,5%. Il premio medio 

annuo per un’autovettura, al netto 

delle tasse, sarebbe così passato da 

445 a 425 Euro, con un risparmio di 

20 Euro per automobilista, pari a circa 

un miliardo di Euro considerando 

tutte le autovetture circolanti. 

Secondo l’Istat invece le tariffe sarebbero 

effettivamente diminuite, ma 

solo dell’1%. 

Infine l’Ivass, l’Autority deputata 

a vigilare su questo settore, segnala 

puntualmente l’abnorme crescita delle 

tariffe delle donne, +13,5% in un 

anno, a seguito della sentenza della 

Corte di Giustizia Europea, e l’incremento 

dei premi richiesti agli uomini 

nelle città del Sud, con punte del + 

9% a Napoli. 

Del tutto insoddisfatte inoltre le varie 

associazioni dei consumatori, Codacons 

e Federconsumatori in testa a 

tutte. 

La svolta positiva potrebbe arrivare 

con l’installazione sull’auto della 

“scatola nera”. Secondo una recente 

indagine ben due italiani su tre sarebbero 

ben disposti ad utilizzarla, rinunciando 

ad un po’ della loro privacy in 

cambio di una concreta diminuzione 

delle tariffe, fino anche al 15% - 20% 

e con costi di installazione carico 

delle Compagnie. 

La scatola nera, oltre a consentire 

l’immediata localizzazione dell’auto 

in caso di furto o rapina e dei suoi 

passeggeri nell’eventualità di un incidente, 

potrebbe portare all’assegnazione 

di “crediti di sicurezza” 

agli automobilisti virtuosi, con ulteriori 

sostanziosi sconti al momento 

del rinnovo del premio annuo. 

Potrebbe poi limitare fortemente il 

contenzioso in caso di sinistro, in 

quanto aiuterebbe a ricostruire l’esatta 

dinamica dell’incidente e contribuire 

così ad individuare il grado di 

responsabilità dei conducenti coinvolti. 

Ci sarebbe però un rischio di violazione 

della privacy? 

Assolutamente no, sostengono le 

Compagnie, in quanto le stesse non 

avrebbero accesso alla visione dei 

dati individuali sensibili, ma soltanto 

ai risultati aggregati in un indice 

elaborato da algoritmi automatici 

per valutare la qualità dello stile di 

guida. Ed in caso di sinistro verrebbe 

elaborato un “crash report” dettagliato, 

utile a comprendere le cause di un 

sinistro stradale e le responsabilità di 

chi vi è coinvolto. 

Alcune Compagnie, anticipando 

l’obbligo di legge introdotto con il 

Decreto Sviluppo, già ora hanno precorso 

i tempi ed inseriscono questa 

opportunità nelle loro polizze Rcauto; 

si tratta di Axa, Allianz, Genertel 

ed Unipol, che è stata un po’ la pioniera 

in questo settore. 

In vista nuovi importanti sviluppi 

sono previsti per le flotte aziendali e 

per i veicoli a noleggio, entrambi settori 

particolarmente sensibili al tema 

del controllo 24 su 24 del proprio 

veicolo in circolazione ad uso di terzi. 

L’aspetto a cui prestare particolare 

attenzione è la disciplina prevista in 

caso di cambio dell’assicurazione: a 

chi restano in carico i costi per disinstallare 

la scatola nera? 

Altrimenti il rischio è quello di vanificare 

del tutto il beneficio dello conto 

iniziale. 

Già in fase avanzata di studio infine 

tutte le ulteriori possibili innovazioni 

legate alla scatola nera: l’indicazione 

tramite una apposita “app” della carrozzeria 

convenzionata più vicina, 

l’indirizzo verso cliniche specializzate 

in caso di infortunio o il miglioramento 

dei servizi di assistenza a 

distanza in Italia o all’estero.

Il sindaco Alessandro Mattinzoli

Gente di Sirmione

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CONTINUA LA PROMOZIONE 

CON SCONTI REALI FINO AL 50% SULLA MERCE DA SHOW ROOM

@ 

 

BUONO 

SCONTO 

 

DEL 50% 

DEL 45%

a cura di Laura Raggi

Salò pugno di ferro 

contro chi, dai Comuni 

limitrofi, viene a conferire 

i rifiuti nei cassonetti 

- o, peggio fuori 

dagli stessi, dislocati in 

città e nelle frazioni. 

Già nel mese di ottobre dello scorso 

anno, il Sindaco, Barbara Botti, aveva 

emesso un’ordinanza che vietava 

il deposito dei rifiuti all’esterno del 

cassonetto, essendo tale condotta 

equiparabile all’abbandono dei rifiuti 

su aree pubbliche e, inoltre, “il conferimento 

dei rifiuti da parte dei cittadini 

non iscritti nel ruolo dei rifiuti del 

Comune di Salò”. 

“Da diversi mesi, anche in relazione 

al decollo nei comuni vicini della 

raccolta differenziata porta a porta 

– danno conferma in Comune-, il volume 

della spazzatura è notevolmente 

aumentato, soprattutto nei cassonetti 

“di frontiera”. Non bastano più i 

passaggi di ritiro programmati dal 

Consorzio Garda Uno e, soprattutto, 

i sacchetti che non trovano posto nei 

cassonetti già pieni, vengono abbondonati 

a ridosso degli stessi creando 

disagi, un’immagine indecorosa e incivile”. 

Per non parlare degli aggravi di spesa 

fatturati “indebitamente” ai salodiani. 

Come dicevamo il sindaco Botti, 

già lo scorso mese di ottobre aveva 

emanato un’ordinanza che vietava il 

conferimento di rifiuti nei cassonetti 

da parte di cittadini non residenti nel 

Comune di Salò e deposito di materiale 

al di fuori dei cassonetti. 

Malgrado quest’ordinanza, in questi 

 

 

mesi, la situazione non solo non è 

migliorata, ma diciamo pure peggiorata, 

in particolare da quando molti 

Comuni limitrofi (come ad esempio a 

Gardone Riviera, ma non solo) è stato 

introdotti il servizio porta a porta e, 

sono stati eliminati i vecchi cassonetti. 

“Evidentemente i “Portoghesi” della 

spazzatura – spiegano in una nota dal 

Comune di Salò- sono utenti che, per 

pigrizia o per calcolata intenzione di 

non differenziare, non condividono 

le formule di conferimento richieste 

dai propri comuni pensando (male) 

di liberarsene “regalandoli” ad altri 

comuni posti magari comodamente 

sul tragitto casa-lavoro”. Questo ormai 

è un fatto che sta assumendo livelli 

sempre maggiori ed è divenuta 

una situazione intollerabile e sempre 

meno sostenibile. Proprio per questo 

gli agenti di polizia locale, anche in 

borghese, svolgeranno controlli serrati 

e sanzioneranno i “furbetti” con 

200 euro di multa per ogni indebita 

trasgressione dell’ordinanza. 

Proprio lo scorso anno, nella precisione 

a partire dal 1 gennaio 2012, 

l’Amministrazione Comunale di Salò 

 

 

 

 

 

aveva deciso di rimuovere gli ecobox 

per lo smaltimento dei rifiuti “verdi”, 

presenti sul suo territorio, a causa di 

un uso improprio da parte di utenti 

abusivi. Con questo provvedimento i 

salodiani devono conferire gli scarti 

vegetali all’isola ecologica sita in 

Salò Loc. Cunettone (zona artigianale) 

via Fermi. 

Questo perché alcuni controlli attuati 

dall’Amministrazione comunale avevano 

accertato che all’interno degli 

ecobox salodiani veniva conferito 

materiale di scarto di altri Comuni, 

inoltre che il materiale conferito al 

loro interno, per circa l’80%, non 

veniva depositato tanto dai cittadini, 

quanto da ditte, giardinieri e professionisti 

del verde, che dovrebbero 

utilizzare convenzioni con le isole 

ecologiche, ovviamente a pagamento. 

Ora, da quando molti Comuni hanno 

iniziato ad utilizzare il servizio porta 

a porta di raccolta differenziata, si è 

stato notato questo notevole aumento 

nei volumi, sia all’interno dei cassonetti 

che al loro esterno. Sicuramente 

un vizio che non deve prendere piede 

e che Salò intende ostacolare sin da 

ora.

Lo scorso 25 marzo, il Consiglio Comunale di Salò ha approvato 

il Regolamento del Consiglio Comunale dei Ragazzi. 

Da tempo e da più parti l’Amministrazione salodiana è 

stata sollecitata ad avviare anche a Salò questa interessante 

esperienza. In questo modo si offrirà agli studenti delle 

scuole salodiane un’importante occasione di crescita e di 

maturazione del loro senso civico. Come recita il regolamento, 

il Consiglio Comunale dei Ragazzi ( C.C.R) offrirà 

ai giovani studenti l’opportunità di interessarsi dei problemi 

della scuola e della città per discutere e fare proposte di 

soluzione degli stessi. Il C.C.R. deve essere un reale luogo 

di scambio di idee, di proposte, di riflessione al fine di promuovere 

l’uguaglianza, la solidarietà, la libertà alla scoperta 

dei doveri e dei diritti che stanno alla base della convivenza 

civile. 

Le finalità: il recupero delle competenze e del ruolo sociale 

dei ragazzi; il favorire la consapevolezza della responsabilità; 

il far conoscere l’importanza del bene comune e del 

modo per perseguirlo; il sostegno dell’educazione alla cittadinanza 

prevista dalle normative scolastiche come disciplina 

da portare avanti nel curriculum di studi. 

Le competenze: Ambiente ed Ecologia; Cultura; Pubblica 

Istruzione; Pari Opportunità; Solidarietà; Sport e Tempo 

Libero; Educazione alla Salute; Sicurezza; Relazioni con 

l’esterno. Le proposte che scaturiranno dalla discussione 

di questi temi saranno sottoposte, tramite il Presidente del 

Consiglio Comunale degli adulti, al Consiglio medesimo. 

Saranno organi del C.C.R: L’Assemblea consigliare, la 

Giunta e il Sindaco che presiede il Consiglio. Il C.C.R. sarà 

composto da un rappresentante per ognuna delle classi coinvolte 

nelle elezioni. Sarà il 3 giugno la data in cui i consiglieri 

provvederanno ad eleggere gli altri organi del Consiglio, 

ossia Sindaco, Vice Sindaco e gli assessori. Il regolamento 

prevede che Sindaco e Vice Sindaco possano essere scelti 

tra gli studenti delle classi prime e seconde della scuola 

Secondaria di I grado. Il C.C.R prevede il coinvolgimento 

anche degli insegnanti delle scuole coinvolte, degli Amministratori 

comunali e del gruppo di tutoraggio (composto dai 

docenti referenti dei due ordini di scuole, dal presidente del 

Consiglio Comunale adulti e dalla prof. Lucia Aime). 

Questo primo Consiglio resterà in carica sino al settembre 

2014. Successivamente è previsto che le elezioni avvengano 

a dicembre ed il Consiglio in carica duri per due anni. 

 

 

 

 

 

 

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ende il via la quarta 

edizione degli incontri 

con: “ Gli Aperitivi 

letterari di Salò”. 

Sulla scorta del successo 

avuto nelle 

precedenti edizioni, l’assessorato alla 

Cultura e la commissione Biblioteca 

di Salò, hanno organizzato una serie di 

appuntamenti con un nutrito gruppo di 

autori, che illustreranno le loro recenti 

novità letterarie. Cinque gli incontri 

in programma, cinque gli autori. Un 

modo diverso per chiacchierare “tra 

amici” di libri, comodamente seduti al 

tavolo di alcuni tra i più caratteristici 

bar del centro storico della città. 

Ogni venerdì, dal 3 maggio al 31 maggio, 

a partire dalle ore 18.30, la biblioteca 

esce dalle mura, proponendosi 

nell’ambiente cittadino. “Abbiamo 

scelto di mettere in vetrina alcuni autori 

– spiegano in Comune - una formula 

per stimolare, incentivare e avvicinare 

i potenziali frequentatori degli esercizi 

alla lettura. Questa è un’iniziativa che 

ha raccolto un vivo apprezzamento 

nelle scorse programmazioni. Un progetto 

nato con l’intento di offrire un 

modo diverso e accattivante per mettere 

a disposizione del pubblico degli 

incontri culturali, con degli autori, per 

parlare di costume, storia, letteratura e 

saggistica”. 

Gli aperitivi letterari sono proposti dalla 

Commissione Biblioteca comunale che 

registra tra l’altro un avvicendamento 

tra il professor Gianluca Chiodini e 

il neo presidente Alessandro Tonacci. 

Il 17 maggio, al Barcadero in piazza 

Vittoria, saranno presentati gli ultimo 

lavori di Francesco Permunian: “Il ga- 

 

 

 

 

 

 

 

binetto del Dott. Kafka” e “L’attesa”. 

Il 24 maggio presso la Pasticceria Vassalli, 

sarà Roberta Sorgato a presentare 

“Cuori nel Pozzo”, una storia di emigranti, 

minatori e miniere. Concluderà 

il ciclo di incontri, il 31 maggio, l’ultimo 

lavoro di Bruno Festa: “Sangue 

per la libertà. Uomini contro il Duce 

a Gargnano e sul monte”. Da segnalare 

che per tutti gli appuntamenti in 

programma, gli esercenti ospitanti le 

iniziative, hanno stabilito un prezzo, a 

partecipazione con consumazione, di 

un aperitivo alcolico o analcolico con 

stuzzichini, di euro 3,00.

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“Acqua & Piscine” il progetto delle piscine: 

una piscina a sale all’interno dell’area benessere e una pi- 

 

 

 

 

 

 

scina termale all’esterno che regalerà agli ospiti una suggestiva 

vista lago in un’atmosfera di relax nel romantico 

silenzio della ricca vegetazione accompagnato dal dolce 

profumo dei limoni!

Foto di Paolo Bonelli

Fausto De Stefani

Fausto De Stefani

In alto da sinistra Ettore Straticò direttore OPG, 

Don Paolo Gibelli, all’incontro del 19 aprile. 

In basso a sinistra Adriana Pannitteri e Giuseppina Nosè 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un momento dell’incontro del 19 aprile

Don Ciotti in visita agli stand 

De Stefani e don Ciotti, 

a destra Alessandro Novellini (sindaco) 

e Claudio Leoci (vice sindaco) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Dott. Luigi Benevelli 

L’alpinista Fausto De Stefani

Il senatore Aventino Frau 

Catia Zanforlin con 

i suoi amati “Balordi

Maurizio Pellizzer 

Presidente del Parco del Mincio; 

e alcune immagini 

di ponte San Giorgio a Mantova

Lo scultore Nicola Biondani

Quale è la postura 

corretta al computer? 

Saperlo è importante, 

metterlo in pratica lo è 

ancor di più, soprattutto 

se si considera che 

le ore che passiamo al 

computer sono molte, 

sia per lavoro che per 

diletto. A lavoro o a 

casa le regole sono le 

stesse se vogliamo evitare fastidi e disturbi (e non solo 

alla postura). La prevenzione è d’obbligo in questi casi: 

per prima cosa, la postura corretta al pc richiede attenzioni 

al monitor e al piano di lavoro. In particolare, lo 

schermo dovrebbe avere un’inclinazione di 15/20 gradi, 

mentre la distanza dagli occhi dovrebbe essere compresa 

tra i 50 e 70cm. 

Per evitare problemi alla cervicale, dovremmo evitare di 

abbassare troppo e spesso il collo, inoltre, se lavoriamo 

con un portatile in “postazione fissa” è bene tenerne sollevata 

e leggermente inclinata la base-tastiera. La postura 

corretta vuole anche che le spalle vengano tenute basse, 

con il torace rilassato. La sedia o poltrona deve essere 

ergonomica, possibilmente girevole e regolabile, sia in 

altezza che nell’angolazione, dovrebbe poi essere dotata 

di braccioli su cui poggiare le braccia ed i gomiti. 

La postura corretta davanti al pc è con la schiena ben 

appoggiata allo schienale. L’angolo di regolazione dello 

schienale deve essere a 90 gradi con la seduta. Anche le 

ginocchia dovrebbero formare un angolo di 90-110 gradi 

tra coscia e gamba. Una corretta postura al computer si 

completa con i piedi ben poggiati su un poggia piedi. 

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