Bollettino - Parrocchia di Bedizzole

Periodico Novembre 2011
vita nostra
Parrocchia S. Stefano
Bedizzole

orario S. Messe
FESTIVI
in Parrocchia:
Messa festiva della Vigilia Sabato ore 18,30
DOMENICA ore 8 - 10 - 11,15
ore 18,15 Vespro e S. Messa
nelle contrade:
ore 7,30 Suore Canossiane
ore 8,30 Frazioni
ore 9,00 Casa di Riposo
ore 9,30 Pontenove
ore 16,30 Santuario di Masciaga
FERIALI
in Parrocchia:
ore 8.30 - 18 Rosario e S. Messa
nelle contrade:
ore 7,00 Suore Canossiane
ore 9,00 Santuario di Masciaga
ore16,00 Casa di Riposo
CONFESSIONI Prima e dopo ogni celebrazione
Sabato ore 17 - 19
Le celebrazioni dei Battesimi sono fissate solo
la prima domenica di ogni mese, alternativamente
un mese alle ore 11,15 e un mese alle
ore 16.
catechesi per adulti
Ogni Martedi ore 8.30:
S. Messa e riflessione in parrocchia
Ogni Domenica ore 18:
Vespro - Breve catechesi - S. Messa
Ogni Lunedi 20.30: Lectio Divina in oratorio
IN AVVENTO E QUARESIMA:
Centri di Ascolto nelle Contrade
Incontro per genitori dei bambini I.C.R.F.
indirizzi utili
PARROCCHIA Don Franco Dagani
030 674112 - cell. 339 6924826
ORATORIO Don Vincenzo Arici
030 674842 - cell. 328 2866104
SANTUARIO di MASCIAGA Don Roberto Soncina
030 6870706
ISTITUTO MISSIONARI DELLA CONSOLATA 030674041
ISTITUTO SUORE CANOSSIANE 030 674000
COMUNITÀ BACHITA INFERMERIA 030 6871419
SCUOLA DELL’ INFANZIA S. FAMIGLIA 030 674025
SCUOLA STATALE 030 674568
SCUOLA DELL’ INFANZIA A. VOLPI 030 674375
PARROCCHIA S. VITO 030 674524
CASA DI SOGGIORNO PER ANZIANI 030 674213
PALAZZO MUNICIPALE 030 6872711
CARABINIERI 030 674222
POLIZIA LOCALE 030 6872925
conosci e segui la Vita
della tua Parrocchia
Radio: 94,00 Mhz collegata con E.C.Z.
Sito: www.parrocchiadibedizzole.it
e-mail: parrocchia.bedizzole@alice.it
redazione
Editore e Redattore: Don Franco Dagani
Direttore Responsabile: Don Adriano Bianchi
In redazione: Don Franco Dagani
Don Roberto Soncina - Don Vincenzo Arici
Raffaella Berardi - Giovanni De Marco
Carlo Bresciani - Vittorio Boniotti
Realizzazione:TIPOLITOGRAFIA BERARDI Bedizzole
Costo 3,00 a copia.
Disponibile con offerta libera.
sommario
La Parola del Parroco 3
Giornata di riflessione
Il tempo liturgico dell’Avvento
CARITA
Servizi moderni per evangelizzare
Un nuovo Oratorio per Bedizzole
Che cosè l’Oratorio
Vita della
Parrocchia
Gruppo Famiglie e Giovani Coppie
Più forti della morte
Anno della Fede
Vita della
Chiesa
I cattolici in politica
Guido Maria Conforti
7
8 - 9
9
10
11
11 - 12
18 - 19
4
5
5 - 6
6 - 7
Ristruttura è ...
L’Oratorio che vorrei
Segni di Festa
Calendario ICFR
Agenda Oratorio
Vita
dell’Oratorio
La Bibbia di casa in casa
Quale educazione ....
Perchè il Catechismo
Vita
della Comunità
Proposte formative Canossiane
Scuola Materna A. Volpi
Scuola dell’Infanzia Comunale
Scuola Materna Sacra Famiglia
Fatima e Santiago
Una Luce nella notte
Pesca Sportiva
CSI Bedizzole
Il Commerciante Amico
La Cultura
nella Comunità
13
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14 - 15
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17
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21- 22
22 - 23
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Palamede Averoldi 25
Anagrafe Parrocchiale 30

Verso il Sinodo:
una Pastorale di Comunione
Carissimi,
nell’ottobre del 2012 la Chiesa bre-
sciana vivrà il 29 Sinodo Diocesano.
È una scelta del Vescovo Monari. Da
secoli una chiesa locale quando si
trova di fronte a momenti difficili, a
svolte decisive, a situazioni partico-
lari indice il Sinodo.
Lo ha fatto Mons. Luigi Morstabilini
nel 1979 dopo la Visita Pastorale
all’indomani del Concilio Vaticano
II. Un evento il Sinodo che vedrà
la partecipazione di tutte le realtà
della Chiesa bresciana: Sacerdoti,
religiosi, consacrati, diaconi, rap-
presentanti di gruppi e associazioni.
A loro illuminati dallo Spirito Santo,
guidati dalla Parola di Dio - sorret-
ti dalla preghiera di tutti, spetterà
il compito di indicare alla nostra
diocesi la strada da percorrere per
portare avanti una nuova pastora-
le che metta al centro Gesù Cristo,
la sua parola, i suoi sacramenti.
In questo anno tutte le parrocchie e
le zone pastorali avranno il compito
di leggere i segni dei tempi, riscopri-
re i cambiamenti avvenuti, vedere
le nuove esigenze, rispondere alle
domande e alle aspettative della
gente.
Gli uffici Parrocchiali
don Franco
I cambiamenti sono epocali: la scri-
stianizzazione e la secolarizzazione
sono sotto gli occhi di tutti, la par-
rocchia non è più per molti il punto
di riferimento, la mobilitazione della
gente è forte, il parroco ha solo un
ruolo sacramentale, i preti diminu-
iscono sempre di più, l’immigrazio-
ne ha cambiato il volto dei paesi,
le piccole parrocchie non posso-
no più far fronte ad una pastorale
all’altezza dei tempi.
Quelli accennati sono solo alcuni
dei cambiamenti che sono riscon-
trabili da tutti.
E allora è doveroso creare in tutti
una mentalità sinodale: una men-
talità di comunione, di condivisio-
ne, di collaborazione, di apertura
alla Chiesa diocesana.
È necessario uscire dalla propria sa-
crestia, dal proprio campanile, dal-
la propria parrocchia per pensare
insieme, per programmare insieme,
per camminare insieme, per colla-
borare insieme.
Mentalità Sinodale vuol dire sentirsi
tutti impegnati a costruire la chiesa
diocesana e farsi carico dei proble-
La Parola del Parroco
mi, delle difficoltà di tutti. La scel-
ta fondamentale del Sinodo sarà
quella delle Unità Pastorali.
Alla Chiesa di S. Stefano in Bedizzo-
le sarà chiesto di collaborare con
le parrocchie di San Vito, di Calva-
gese, di Carzago, di Mocasina.
Ogni parrocchia continuerà a man-
tenere la sua identità e fino a che
sarà possibile anche il proprio par-
roco. Queste parrocchie dovranno
però mettere in atto una pastorale
comune per rispondere alle esigen-
ze dei fedeli.
Ci aspetta un cammino non facile!
In questi mesi proporremo alcune
iniziative che aiutino a creare una
mentalità Sinodale.
Affidiamo alla Madonna e a S. Ste-
fano il nostro cammino.
Sala Conferenze
Ristrutturazione del vecchio portico
vita nostra
3

Vita della Chiesa
Novembre: Mese dei Defunti
Più forti della morte
“Non vogliamo lasciarvi nell’ignoranza,
fratelli, circa quelli che sono
morti, perchè non continuiate ad
affliggervi come gli altri che non
hanno speranza. Noi crediamo infatti
che Gesù è morto e risuscitato;
così anche quelli che sono morti,
Dio li radunerà per mezzo di Gesù
insieme con lui.”
C’è una certezza che non hai mai
trovato smentita, la morte. essa è
iscritta nella nostra vita come ineliminabile
condizione dell’esistenza.
La sua esperienza suscita problemi
gravi e spesso angosciosi.
Il discorso sulla morte viene in genere
accuratamente evitato, e si
è subito pronti a respingere con
scandalizzata premura chiunque si
appresta a richiamarlo. Se talvolta
ci si pensa, ci si riferisce quasi sempre
agli altri.
Queste osservazioni non sono dettate
dal gusto lugubre di costringere
a una rassegnazione costernata.
“Dio non ha creato la morte e non
gode per la rovina dei viventi. Egli
infatti ha creato tutto per l’esistenza”.
È il Dio dei vivi, non dei morti,
e non sarà lo spavento a svelare
la paternità. Anche perchè la morte,
lungi dall’essere di per se stessa
una via a Dio, può drammaticamente
portare a negare l’esistenza.
La morte, soprattutto per il credente,
non solo è un male, ma è carica
di tutta la violenza del maligno. È il
sigillo del peccato, la dimostrazione
che per il momento il nemico sembra
aver vinto. Si ha diritto di temere
la morte: come l’hanno temuta
molti santi, anche tra i più penitenti.
la risposta cristiana al problema
non è quindi consolatoria: al con-
4 vita nostra
trario, essa è come un appello a
ingaggiare la lotta contro un male
che è già riscattato dalla redenzione
di Cristo.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?
Cristo non ha ignorato la morte;
anzi ne ha fatto il punto di forza per
attuare la salvezza nostra e comunicarci
la vita. Nel Battesimo siamo
iniziati a una esperienza di morte
che porta in sè il suo stesso superamento.
Scrive san Paolo: “La morte
è stata ingoiata per la vittoria.
Dov’è, o morte, la tua vittoria?”.
In virtù del nostro inserimento nel
mistero pasquale moriamo ogni
giorno al peccato e Cristo ci fa
sperimentare la vittoria della sua
risurrezione. Fino a quando al di là
della morte ce ne rivelerà la pienezza
della gloria.
La vita presente non è tutta destinata
alla consunzione; contiene invece
già in sè il germe di una vita
immortale: come un fuoco che
lentamente permea e purifica un
metallo.
Cristo non ci rende esenti dalla
morte, così come non ne fu esente
lui stesso, ma ce la fa sperimentare
come un evento positivo di speranza
che anch’egli ha vissuto. In tal
modo egli rivela il valore profondo
di un’esperienza che diversamente
appare la negazione stessa della
vita.
Nella morte di Cristo tutto il mistero
della sofferenza e del dolore trova
illuminazione e redenzione.
Il cristiano è consapevole che “
Morte e vita si sono affrontate in un
prodigioso duello. Il Signore della
vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”
(Sequenza Victimae paschali della
Messa di Pasqua). Nella Pasqua di
Cristo il Padre ci ha aperto il passaggio
della vita eterna, e con il suo
Spirito ci rinnova per farci rinascere
nel Risorto.
A guardarla solo come un fatale
punto di arrivo biologico, la morte
genera disperazione, o cupa rassegnazione
alla fatalità. Il cristiano
può invece riscattarla, nella fede,
conservandola in offerta di sè. Vissuta
in pienezza, come momento
culmine, sia pure colmo di angoscia,
della nostra possibilità di dono,
la morte diventa allora l’atto più
alto del culto spirituale, il momento
decisivo della trasfigurazione della
vita nel corpo di Cristo, l’inserimento
in quell’esistenza più piena che,
sola, merita il nome di vita, perchè
non più insidiata dalla distruzione.
Ciò che in gran parte fa paura
nella morte è la sofferenza che la
precede e l’accompagna. La ripugnanza
al soffrire è umana. La
Bibbia compatisce la sofferenza e
non ama - come altre ragioni - il
dolore nemmeno per ascetismo.
Un presentimento di futura felicità
deve bastare per non permettere
al pessimismo di prevalere, come
nei libri di Giobbe e Qoèlet, o nelle
pagine più sofferte dei profeti. Nella
sofferenza essi intuirono un valore
educativo di correzione paterna,
o di purificazione come crogiolo:
poteva essere una prova di fedeltà,
come per Abramo, o per Tobia;
poteva aver forza di intercessione,
come per Mosè e tutti i profeti.
Anche Cristo ha avuto - e con una
intensità impensabile - paura, angoscia,
tristezza mortale. All’avvicinarsi
della sua passione “con forti
grida e lacrime” supplico il Padre di
scamparlo, ma liberamente accettò
la volontà del Padre per salvarci.
Passaggio verso la vita eterna
Per Gesù la morte non è stata un
distacco dalla vita, ma un “andare
al Padre” con assoluta dedizione,
obbedienza e amore. Non potrà
essere diversa per chi durante la
propria esistenza, pur segnata da
debolezze e cadute, si è sforzato
di compiere il bene. una sicurezza
fondata sull’amore di un Padre che
per salvarci ci ha donato il suo stesso
Figlio. Gesù ha reso la sua stessa
morte forza di liberazione dal peccato
e distruzione dell’opera omicida
del demonio.

Anno
della Fede
Benedetto XVI ha indetto un “Anno
della Fede” che inizierà l’11 ottobre
2012, giorno del 50°anniversario di
apertura del Concilio Vaticano II e
si concluderà il 24 novembre 2013,
solennità di Cristo Re dell’Universo.
Il Pontefice ha annunziato la notizia
domenica nel corso dell’omelia
pronunciata nel corso della celebrazione
eucaristica presieduta in
San Pietro a conclusione del primo
incontro internazionale dei nuovi
evangelizzatori. E ieri è stato pubblicato
il Motu Proprio “Porta fidei”
con cui il Papa formalizza e spiega
la sua decisione. “Capita ormai
non di rado - osserva il Papa - che i
cristiani si diano maggior preoccupazione
per le conseguenze sociali,
culturali e politiche del loro impegno,
continuando a pensare alla
fede come un presupposto ovvio
del vivere comune”.
Mentre invece “questo presupposto
non solo non è più tale, ma
spesso viene perfino negato”. Ma
“non possiamo accettare che il
sale diventi insipido e la luce sia
tenuta nascosta”, perchè credere
in Gesù Cristo“ è la via per poter
giungere in modo definitivo alla
salvezza”. E proprio alla luce di ciò
Benedetto XVI ha deciso di indire
questo ANNO della Fede, ipotesi
che era già allo studio da mesi e su
cui il Papa aveva lavorato anche
nel corso delle sue “vacanze di lavoro”
a Castel Gandolfo (Avvenire
ne aveva scritto lo scorso 10 agosto).
Anno della Fede che, spiega
il Papa nel Motu Proprio, non cade
solo a mezzo secolo dal VaticanoII,
ma anche nel ventesimo anniversario
della pubblicazione del Catechismo
della Chiesa cattolica,
promulgato dal beato Giovanni
Paolo II l’11 ottobre del 1992. E che
si incrocerà con l’Assemblea del Sinodo
dei vescovi che nell’ottobre
2012 si riunirà proprio sul tema “La
nuova evangelizzazione per la trasmissione
della fede cristiana”.
Benedetto XVI non manca di ricordare
poi che già Paolo VI nel 1967
prese una simile iniziativa per fare
memoria del martirio degli apostoli
Pietro e Paolo che si concluse con
una solenne Professione di fede del
Popolo di Dio pronunciata in piazza
san Pietro il 30 giugno 1968.
Riguardo al Vaticano II, papa Ratzinger
ricorda le parole di papa
Wojtyla che lo definiva “la grande
grazia di cui la Chiesa ha benefi-
Non ha fatto nomi e neppure cognomi,
ma il messaggio è arrivato,
ancora una volta, netto e chiaro.
Un “richiamo permanente” quello
del presidente della Cei. L’ennesimo,
Bagnasco ha interpretato
quello che sentono gli italiani, un
“attonito sbigottimento a livello
Vita della Chiesa
ciato nel secolo XX”, i cui testi “non
perdono il loro valore nè il loro smalto”,
e ribadisce “con forza” quanto
disse in occasione dell’ormai celebre
discorso per gli auguri natalizi
alla Curia del 2005:”Se lo leggiamo
e recepiamo guidati da una giusta
ermeneutica, esso può essere e diventare
sempre necessario rinnovamento
della Chiesa”.
Il desiderio del Papa è che questo
Anno della Fede venga celebrato
“in maniera degna e feconda”.
“Dovrà intensificarsi - scrive - la riflessione
sulla fede per aiutare tutti
i credenti in Cristo a rendere più
consapevole ed a rinvigorire la loro
adesione al Vangelo, soprattutto in
un momento di profondo cambiamento
come quello che l’umanità
sta vivendo”.
I cattolici in politica
Da Brescia una nuova strada
culturale e morale”, un “senso d’insicurezza
diffuso nel corpo sociale”,
insomma un “oscuramento della
speranza collettiva”. Cosa serve allora
per “risvegliare la speranza”?
Basteranno la gioia e l’entusiasmo
dei giovani della Gmg, dei credenti
al Congresso eucaristico, dell’im-
vita nostra
5

Vita della Chiesa
pegno quotidiano nelle comunità
cristiane? Qualcuno ci crede.
Ci crede soprattutto chi non smette
di pensare che il cristianesimo
ha qualcosa da dire e dare a una
politica “dalle passioni tristi”. La vita
nella fede, “la conversione cristiana
è anche e soprattutto fonte di gioia,
di speranza e di amore”, ripete
Bagnasco, con le parole di Benedetto
XVI a Venezia. “L’Italia ha una
missione da compiere, l’ha avuta
nel passato e l’ha per il futuro. Non
deve autodenigrarsi! Bisogna dunque
reagire con freschezza di visione
e nuovo entusiasmo, senza
il quale è difficile rilanciare qualunque
crescita, perseguire qualunque
sviluppo”. Su Berlusconi e
la “questione morale” il Presidente
della Cei ha parlato a lungo, con
franchezza, ripetendo una posizione
già molto ben definita a più
riprese. Ma questo è comunque il
passato. Quel che conta è l’invito
a muoversi in prospettiva. Ma con
quale proposta?
Il senso di blocco che tutti percepiscono
è dovuto al fatto che, dopo
quasi 20 anni di alternanze, puntualmente
prodottesi tra il centro-destra
e il centro-sinistra, l’alternativa non
è l’alternanza, cioè la sostituzione
dell’attuale maggioranza di governo
con l’attuale opposizione, ma la
ristrutturazione del sistema. In questo
passaggio così delicato è ovvio
Un Nuovo Santo Bresciano
Guido Maria Conforti
Non ci sono avvenimenti impressionanti
nella vita di Conforti, non
lampi di originalità straordinari, non
avventure che lascino col fiato sospeso.
Conforti sembra l’incarnazione
della santità come la definiva
Pio XI: non fare cose straordinarie
ma fare straordinariamente bene
le ordinarie. L’impegno pastorale
è chiarissimo nelle sue linee: catechesi,
gruppi giovanili, animazione
missionaria. Impegno forte, ma anche
qui senza cose eccezionali. E
6 vita nostra
l’interesse per le riflessioni, le posizioni,
le iniziative dei cattolici. Qualcuno
guarda a Brescia. Lo fa il “Corriere
della sera” che alcuni giorni fa
ha promosso un dibattito sul ruolo
dei cattolici liberali bresciani. Tra satelliti
e correnti, spinte, banche e imprenditori,
analisti, compagnie e osservatori
non si saltano né i nomi, né
i cognomi e s’invoca, ancora una
volta, l’alto patronato della Chiesa
e magari direttamente del Vescovo.
Certo quest’inizio d’autunno
bresciano sembra carico d’intensi
movimenti, per non dire di “accese
riflessioni”. A Brescia il laicato cattolico
ne sarà protagonista e qualcuno
amerà solo leggervi trame, accordi
e complotti.
Cosa farà la Chiesa bresciana?
Continuerà a ispirare, stimolare e
testimoniare i valori di un Vangelo
da incarnare nella vita quotidiana.
Lo farà per tutti coloro che, in qualsiasi
direzione, vorranno da cristiani
tuttavia ci sono due cose che mi
hanno colpito.
La prima è la connaturalità che
Conforti è riuscito a creare con
quello che crede, conosce, fa. Leggere
e capire una questione di S.
Tommaso è problema di intelligenza;
ma non sempre - anzi raramente
- quello che si capisce diventa
capace di plasmare desideri e sentimenti.
Questo sembra invece essere
il caso di Conforti: la teologia e
la morale che ha studiato sono diventate
il suo mondo interiore, i suoi
pensieri e desideri. Tanto che la sua
pastorale potrebbe essere accusata
di un eccesso di “intellettualismo”
perché è convinto che, se i cristiani
fossero istruiti nella loro fede, il pro-
impegnarsi per il bene comune. Lo
farà senza privilegi e senza censure.
Ciò che i cattolici hanno fatto
per Brescia è grande ed è evidente.
Spesso la loro opera ha segnato
anche la vita dell’Italia. Verranno
strade nuove? Forse sì a patto che
non dominino nel laicato cattolico
le logiche di parte, aldilà delle
legittime differenze. Se da Brescia
nascerà il nuovo, come qualcuno
auspica, nascerà con umiltà con
una proposta fondata su principi e
valori di moralità e partecipazione
magari esprimendo delle proposte
di aggregazione e di leadership su
cui sperimentare forme di libera,
ampia e articolata convergenza
“secondo – come dice Bagnasco
– la linea culturale del realismo cristiano”
. Il lavoro da fare è tanto,
molte energie sono disponibili.
(Dalla Voce del Popolo)
Adriano Bianchi
blema della perseveranza sarebbe
praticamente risolto. Il fatto è che
così si comporta lui: quando è convinto
di una verità, quella diventa
parte integrante della sua vita.
La seconda è una grande “capacità
di ricominciare”, di integrare
eventi sempre nuovi e imprevisti
dentro al proprio cammino di
vita. La vita di Conforti non è stata
come l’aveva immaginata lui. Eppure,
attraverso vicoli ciechi, ritorni,
falli menti, delusioni, è arrivato dove
lo indirizzava l’esperienza iniziale. Si
sente missionario e non può andare
in missione per motivi di salute;
bene, diventerà padre e maestro
di missionari. Presenta al vescovo
il suo progetto di formazione mis-

sionaria e riceve un rifiuto; bene,
aspetterà e sarà come il Signore
vuole. E così la vita procede attraverso
rinunce sempre nuove alle
quali Conforti deve adattarsi. Il bello
è che lo fa serenamente come
se fosse pienamente convinto che
questo corso delle cose è giusto
e buono. Almeno questo è quello
che appare; quanto gli sia costato
questo atteggiamento di “santa
indifferenza” non possiamo saperlo.
C’è un pudore in quest’uomo che
gli impedisce di manifestare troppo
i suoi sentimenti. Ma certamente
la sua capacità di elaborare i fallimenti
e trasformarli in opportunità
di crescita è sorprendente.
Insomma, Conforti è una persona
“normale”, con buone capacità
ma non geniale. Il suo atteggiamento
di fronte alla questione romana,
alla guerra, al fascismo è
equilibrato e saggio; non è quello
che oggi chiameremmo “profetico”.
Le sue scelte pastorali si collocano
nella media superiore degli
atteggiamenti dei vescovi del suo
Il Consiglio Pastorale
tempo: ottime, ma non innovative
o straordinarie. La sua percezione
della rivoluzione “culturale” che si
va preparando non è particolarmente
acuta; ma il problema non
è suo. Pochissimi, in quegli anni, si
accorgevano che il mondo aveva
imboccato una strada nuova e
che la distanza dalla Chiesa andava
crescendo.
La sua vita è davvero un capolavoro
di fede. Conforti è un uomo autentico.
Ha intuito la sua vocazione
e l’ha realizzata con perseveranza
e fedeltà, attraverso i momenti facili
e quelli difficili della vita. Ed è stato
un uomo libero; si è lasciato condurre
dagli eventi, o meglio da Dio
attraverso gli eventi. Mi ha colpito,
ad esempio, il suo atteggiamento
di fronte alle critiche non tenere -
a me sembra ingenerose - di alcuni
missionari in Cina. Quanto debbano
averlo fatto soffrire non è difficile
immaginare. Eppure dal suo atteggiamento
non traspare nessun
risentimento: non si lamenta, non
accusa, non si difende; cerca solo
Vita della Parrocchia
di vedere quali scelte possano rispondere
nel modo migliore ai problemi
di fatto esistenti. II resto non
dipende da lui e lui lo consegna al
Signore con un cuore libero.
LUCIANO MONARI
Giornata di riflessione a Maguzzano
Domenica 25 Settembre, il Consiglio
Pastorale, il Consiglio degli
Affari Economici, i Catechisti e
tutti coloro che animano la vita
della Parrocchia, si sono riuniti
per una giornata di riflessione e
preghiera nella splendida cornice
dell’Abbazia di Maguzzano.
Nella prima mattinata Don
Franco, nella sua introduzione,
ha spiegato il significato e l’im-
portanza di questo incontro: una
giornata di riflessione per scoprire
come il fare Chiesa e Comunità
oggi, in preparazione al Sinodo.
Determinante per il nuovo anno
pastorale sarà un atteggiamento
attento ed aperto alla missionarietà
ed alla condivisione di questo
nuovo cammino: un cammino non
individuale, ma da condividere con
le altre parrocchie limitrofe.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo, si
sono formati i gruppi di lavoro: intenzione
comune a tutti i gruppi è
di affrontare, con spirito di Chiesa
Nuova, lo scambio di fede reciproco,
con operosità assieme alle altre
parrocchie. Tuttavia, dal dibattito
qualche difficoltà è emersa: nella
nostra comunità rimane ancora
del campanilismo, a causa della
frammentazione del paese in piccole
frazioni. Comunque, la pastorale
giovanile e della famiglia sono
il terreno fertile sul quale la nostra
parrocchia potrà collaborare in armonia
con le altre. Al termine della
giornata, la riflessione comune
ha portato i suo frutti, individuando
come nuovi percorsi da seguire per
il nuovo anno pastorale l’informazione
e la preghiera comune.
Il Segretario
vita nostra
7

Vita della Parrocchia
Il tempo liturgico dell’Avvento
AVVENTO come VENUTA,
come AVVENIMENTO,
come PRESENZA
Questo triplice significato,
che è stato poi ripreso dai Padri
della Chiesa (autori antichi e autorevoli
di scritti cristiani), può essere
così riassunto: il Signore Gesù che
viene oggi in mezzo a noi nella liturgia,
perché è venuto già nella nostra
natura umana, è lo stesso che
verrà un giorno nella gloria (ma
l’ordine delle espressioni può essere
capovolto a piacere…).
Anzi, la sua è una continua e ininterrotta
venuta in mezzo a noi nella
storia umana, dopo che egli, glorificato
nella risurrezione, mediante
il suo Spirito continua a guidare il
cammino dell’umanità e della creazione
intera verso la pienezza.
È la vita cristiana stessa che non
conosce ripetizioni, ma sempre
eventi inattesi e sorprendenti: essa
è sempre venuta del Signore crocifisso
– risorto e quindi sempre e solo
un evento pasquale.
Il nostro atteggiamento di
cristiani e della Chiesa è una risposta
ad aprirsi all’appello di vigilare,
a mettersi in cammino, nella gioia,
nella fiducia, nella carità, alla presenza
del Misericordioso nel mondo,
alla luce del Vangelo di Gesù di
Nazaret. Il tempo di Avvento mette
in luce l’aspetto centrale e dinamico
della vita cristiana, della storia:
andare incontro a Colui che si fa
vicino a noi.
L’attuale celebrazione liturgica
dell’Avvento, nella maggior
parte della Chiesa, è costituita da
4 domeniche (e rispettive settimane;
nella diocesi di Milano con il
“rito ambrosiano” da 6, cioè si inizia
8 vita nostra
due domeniche prima). Tuttavia
il riferimento non è sempre lo stesso:
mentre al centro è sempre la
celebrazione sacramentale della
presenza di Gesù, nella Parola e nel
Pane eucaristico:
- fino al 16 dicembre si guarda alla
venuta gloriosa del Signore;
- dal 17 dicembre si ripercorre l’annuncio
profetico della nascita del
Messia, fino alla celebrazione
della sua Nascita nella natura
umana come un Bambino.
Avvento: ricominciamo dalla fine
L’itinerario liturgico, riflesso di
quello della nostra esistenza umana,
inizia in tutti i tre cicli (A – B – C) con
la fine, con gli annunci evangelici
del ritorno glorioso del Signore alla
fine dei tempi… ma tranquilli, non
è la fine del mondo (come tanti ci
preannunciano!)
È piuttosto l’annuncio di
una presenza liberatrice, che al di
là delle sue immaginazioni, è sempre
inattesa e sorprendente… per
questo imprevedibile, anche se corrisponde
ai bisogni e ai desideri più
autentici dell’umanità e del cuore
di ogni uomo. L’annuncio della fine,
o meglio del fine, non è destinato
a suscitare ansia o turbamento
(come preghiamo dopo il Padre
nostro…) ma ad essere vigilanti nella
preghiera, lieti nella speranza e
operosi nella carità; nell’attesa che
si compia la beata speranza e venga
il nostro Signore Gesù Cristo.
Una presenza di salvezza per tutti
gli uomini!
Avvento: un’attesa sempre viva
Nella liturgia della Parola di
questo periodo vengono riproposti
i testi profetici, soprattutto di Isaia.
Sono parole cariche di promessa,
di consolazione, di fiducia ad un
popolo in quel momento era provato
dall’esilio, dall’abbandono,
dalla desolazione per la distruzione
di Gerusalemme, la città santa,
e l’annientamento della propria
identità come popolo di Dio. E’ un
momento di depressione e sfiducia,
per Israele.
Il popolo è così invitato
all’attesa “del giorno del Signore”,
nel quale Dio si manifesterà ancora
una volta, come nell’esodo
dall’Egitto, liberatore e salvatore.
Una venuta con caratteristiche
nuove, in tonalità non solo escatologiche,
ma messianiche: il servo
del Signore compirà le promesse e
le attese. Inaugurerà un’ epoca di
pace, di benessere anche per tutti i
popoli.
Anche con la realizzazione
di queste profezie in Gesù [le
letture dei giorni feriali presentano
bene questa dinamica tra promessa/profezia
nella prima lettura e realizzazione
nel brano evangelico],
la dinamica e le caratteristiche
dell’attesa di Israele sono sempre
vive e attuali, anche per noi cristiani
sia nel contesto storico nel quale ci
troviamo a vivere, sia per le diverse
situazioni che riguardano la nostra
esistenza. Ogni promessa profetica
è per noi già compiuta!
Ma è un compimento che
sta avvenendo, una promessa che

si sta ancora realizzando anzitutto
nella celebrazione dell’Eucaristia,
ma soprattutto nell’azione dello
Spirito che fa “lievitare” tutta la storia
come Regno di Dio.
Avvento: figure tipiche dell’attesa
Una caratteristica molto
suggestiva dell’Avvento sono le
“figure tipiche” dell’Avvento, sono
personaggi biblici di primo piano:
Maria, la vergine madre di Gesù;
Giuseppe, lo sposo di Maria; il Battista;
il profeta Isaia. Anche altre sono
significative per indicarci, un “tipo”
di attesa e vigilanza: Elisabetta e
Ogni giorno:
(via Radio 94 mhz)
Viviamo l’Avvento
Zaccaria, cugini di Maria; Sofonìa,
un profeta; Anna, anziana profetessa;
Simeone, vecchio sacerdote;
i pastori a Betlemme… Ad essi
si uniscono gli innumerevoli “poveri
di Dio” che hanno vissuto quest’attesa
di liberazione nella loro storia e
nella loro carne.
AVVENTO: un cammino per noi
Ogni tempo liturgico è un dono:
nella liturgia Dio si manifesta, ci parla,
ci educa, si offre nella piena gratuità.
E’ lui che ci viene incontro e
ci santifica, e tutto questo trova nei
segni liturgici una “epifania” sem-
Per la famiglia:
e del Natale
dell’Iniziazione Cristiana in Chiesa
Vita della Parrocchia
plice e gloriosa allo stesso tempo.
L’avvento è quindi un tempo per
noi, perché attraverso la bellezza
di liturgie partecipate, intense,
evangelizzanti, il Signore ci venga
incontro. Anche nell’avvento di
quest’anno si ripeteranno gesti e
celebrazioni e si ascolteranno parole
usuali, ascoltate e riascoltate
in passato, ma potranno essere
“novità” per noi se sapremo vivere
questo tempo come l’irrompere
“dell’Inatteso” nella nostra vita.
Don Roberto
A cura del gruppo liturgico
non spaventarti, ti chiedo solo po-
chi minuti del tuo tempo per par-
larti della possibilità di darci una
mano con pochi gesti che
non ti costeranno nulla.
Se hai degli indumenti smessi ma
ancora in buono stato: uomo,
donna, bambino ma anche gio-
chi, lettini, passeggini, stoviglie
ed altro ancora
perché invece di buttarli
via non li porti al Dispensario
Caritas!!!
Le cose che a te non servono più
e in casa ti danno fastidio ad
altre persone possono essere
utili.....PENSACI!!!!
Se anche tu conosci qualcuno
che ha bisogno di un’aiuto
parlagli di Me!
Ricorda che il Dispensario Cari-
tas NON è per pochi, ma è un ser-
vizio rivolto a TUTTI!!!!
Grazie per avermi “ascoltato”
Il Gruppo Caritas
Se vorrai dedicare alcuno ore del
tuo tempo sei sempre il benvenuto.
Il Dispensario si trova a fianco della
Parrocchia
è aperto il 1° ed il 3° sabato del
mese dalle ore 14.30 alle 16.30
Da sabato 5 Novembre dalle ore
14.00 alle 16.00 sarà aperto il
“Punto d’Ascolto”
cerchiamo di offrire un servizio più
mirato verso i vari problemi.
La raccolta degli indumenti non si
fa a domicilio. Gli indumenti si lasciano
al Gruppo Caritas quando il
dispensario è aperto, non si lasciano
a terze persone.
vita nostra
9

Vita della Parrocchia
10 vita nostra
Con grande gioia, la comunità di
Bedizzole ha accolto sabato 29
ottobre il vescovo Monari, per
inaugurare l’oratorio, il centro
parrocchiale, la canonica e la
sezione Primavera della Scuola
materna “Sacra Famiglia”. Un
momento storico per i bedizzolesi,
che da poco hanno terminato
l’anno giubilare che ha ricordato il
250° di consacrazione della chiesa
di Santo Stefano. La visita del
Vescovo non è stata una semplice
cerimonia di benedizione di
Riproponiamo la pagina che La Voce del Popolo dedica al nostro paese
nuovi ambienti, ma un momento
di gioia e rinascita per l’oratorio
e per l’intero paese riunito per
fare eucaristia. L’intervento del
vescovo Luciano, prende spunto
dalla lettura della prima Lettera di
San Paolo ai Tessalonicesi: “Siamo
sicuri di poche cose, ma il fatto che
Dio ci ami è una certezza profonda.
Essere cristiani vuol dire essere
autentici: sostenete anche voi il
Vescovo e i preti, affinché possano
continuare il loro ministero
con coerenza, disinteresse e
con dedizione a Gesù Cristo. Se
seguiamo questa strada, la Chiesa
cristiana diventa ciò che dovrebbe
essere: comunità”. Iniziati a maggio
2009, i lavori hanno scrostato dal
tempo la vecchia casa canonica e
le strutture annesse dell’oratorio
restituendone la bellezza e la
funzionalità, permettendone così
l’inserimento nel complesso storico
di piazza Vittorio Emanuele II
accanto alla parrocchiale di Santo
Stefano e all’edifico comunale.
(Giovanni De Marco)

UN NUOVO ORATORIO
PER BEDIZZOLE
Visita del Vescovo Monari
Con grande gioia, la comunità di
Bedizzole ha accolto Sabato 29
Ottobre il Vescovo Luciano Monari,
per inaugurare l’Oratorio, il Centro
Parrocchiale, la Canonica e
la sezione Primavera della Scuola
Materna “Sacra Famiglia”. Un momento
storico per i bedizzolesi, che
da poco hanno terminato l’anno
giubilare che ha ricordato il 250°
di consacrazione della Chiesa di
Santo Stefano, splendido capolavoro
dell’età barocca. La visita del
Vescovo non è stata una semplice
cerimonia di benedizione di nuovi
ambienti, ma un momento di gioia
e rinascita per l’Oratorio e per
l’intero paese riunito per fare Eucarestia.
«Benediciamo il Signore
perché oggi per la comunità di Bedizzole
inizia un nuovo cammino -
afferma il parroco Don Franco Dagani
- La Parrocchia si inserisce con
umiltà nella comunità bedizzolese
proponendo il messaggio di Cristo
ed offrendo il suo contributo per la
crescita umana, culturale e spirituale
di ciascuno, impegnandosi a
servire i più poveri».
L’intervento del Vescovo Luciano,
prende spunto dalla lettura della
Venerdì 25 novembre alle ore
20,30 presso il Salone del Nuovo
Centro Parrocchiale, le parrocchie
della nostra Unità Pastorale si incontrano
per riflettere sul tema:
“Quale Chiesa dobbiamo costruire
per una efficiente pastorale?”.
Ci aiuta nella riflessione
don Mario Benedini, direttore
dell’Ufficio Pastorale Sociale
della Diocesi.
di Giovanni De Marco
prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi:
«Siamo sicuri di poche
cose, ma del fatto che Dio ci ami
è una certezza profonda. Dal Vangelo
è chiara l’esortazione forte a
noi sacerdoti di vivere il ministero
con fedeltà ed umiltà: le motivazioni
devono essere pulite, senza
cercare gratificazione mondana,
senza cercare congratulazioni ed
applausi. Essere cristiani vuol dire
essere autentici: sostenete anche
voi il Vescovo e i preti, affinché possano
continuare il loro ministero con
coerenza, disinteresse e con dedizione
a Gesù Cristo. Se seguiamo
questa strada, la chiesa cristiana
diventa ciò che dovrebbe essere:
comunità».
Anche il vicesindaco Bottarelli ha
espresso tutta la stima dell’Amministrazione
Comunale per la Parrocchia.
Iniziati a Maggio 2009, i lavori
hanno scrostato dal tempo la vecchia
casa canonica e le strutture
annesse dell’Oratorio restituendone
la bellezza e la funzionalità, permettendone
così l’inserimento nel
complesso storico di piazza Vittorio
Emanuele II accanto alla Parrocchiale
di Santo Stefano e all’edifico
comunale. Il nuovo Centro ora
dispone di nuovi uffici per il parrocchiano
come la segreteria, il salone
per le conferenze, la biblioteca e lo
storico archivio parrocchiale, senza
dimenticare le aule del catechismo
in Oratorio e i nuovi ambienti
per accogliere la Caritas, il Gruppo
Missionario e i giovani nel tempo
libero. Un progetto ambizioso
quello bedizzolese, ma necessario,
un’opera di risanamento e bonifica
per donare a Bedizzole servizi moderni
per l’evangelizzazione nel suo
nuovo cammino di Fede.
Vita della Parrocchia
Tratto da Il Gabbiano
CHE COS’È
L’ORATORIO?
I grandi del nostro paese, molti anni
fa, hanno pensato che i bambini
avevano bisogno di un posto dove
giocare, stare insieme e conoscere
meglio Gesù. così, con l’impegno di
tutti, hanno realizzato le aule per il
catechismo, i campetti di calcio e
per giocare a pallabollata o a bandierina,
il piccolo bar, magari una
cappellina. Ma l’oratorio non sono
i muri e le stanze, sono le persone
che lo vivono, che dedicano il loro
tempo al bene dei più piccoli.
L’oratorio è una piccola ma vera
comunità, cioè:
preoccupa gli uni degli altri;
chia,
cioè il luogo dove si incontrano
tutti i battezzati del nostro paese;
ai bambini, ai ragazzi, agli adolescenti:
cioè a quanti stanno diventando
grandi.
In oratorio si fanno molte cose
all’apparenza diverse: si prega, si
gioca, si impara, si sta insieme, si
canta, si disegna, si conoscono gli
amici del proprio gruppo, gli animatori
e i catechisti.
Perchè si fanno cose tanto diverse?
Perchè l’incontro con Gesù riguarda
ognuno di noi completamente:
nostra intelligenza, per questo si impara...
sto
si prega e si cerca di diventare
amici..
sto
si disegna e si fanno i lavoretti
si gioca e si corre...
questo si canta...
questo si ascolta la parola di Dio,
attraverso la voce dei catechisti,
dei sacerdoti, degli animatori, degli
amici...
Infine: l’oratorio è un posto bello,
dove ognuno deve trovarsi bene.
vita nostra
11

Vita della Parrocchia
Per questo compito di tutti è quello
di non escludere nessuno e di invitare
anche chi è più antipatico o
poco conosciuto a vivere insieme a
noi l’avventura di conoscere Gesù
proprio in questo posto!
Perchè l’ORATORIO?
L’oratorio si propone di educare
bambini, ragazzi, adolescenti e giovani,
secondo il modello di uomo
proposto da Gesù. È un’educazione
che non vuole avere un risultato
automatico (devi diventare
così) anzi, si compie in un rapporto
di libertà: attraverso l’esperienza, il
confronto con sè stessi, gli altri ed il
mondo ogni ragazzo potrà costruire,
con l’aiuto di chi è più grande, il
proprio cammino di vita e di fede.
Le iniziative dell’oratorio, quindi
cercano di liberare i giovani dai
condizionamenti negativi, favorire il
sorgere di domande sul senso della
vita, proporre il Vangelo di Gesù, attraverso
le persone, i luoghi e i segni
della vita della comunità cristiana.
Attraverso l’oratorio, quindi, ogni
ragazzo viene aiutato a conoscersi
meglio, a scoprire le proprie doti e i
propri limiti, a coltivare i propri desideri,
ma anche a scoprire il disegno
di Dio sulla sua propria vita.
Perchè questo sia possibile l’oratorio
offre una molteplicità di proposte,
che riguardano tutta la persona:
la catechesi, la formazione,
spazi di espressività e creatività, lo
sport...
Ogni attività dell’oratorio quindi,
dovrebbe essere proposta armonicamente
rispetto alle altre, in modo
da poter diventare occasione di
crescita e maturazione.
La proposta dell’oratorio è quindi
essenzialmente globale (riguarda
tutte le dimensioni della persona),
il gruppo (offre sempre il confronto
con gli altri), graduale.
Ecco perchè in oratorio spesso ci
accorgiamo che ci sono proposte
diverse a seconda delle fasce
d’età: sono vere e proprie tappe,
che vogliono aiutare la comprensione
e la consapevolezza dei doni
ricevuti, aprendo ogni scoperta al
servizio.
12 vita nostra
TI SEI MAI ACCORTO CHE
L’ORATORIO È UN POSTO
DIVERSO DAGLI ALTRI?
Cerco di spiegarmi meglio: innanzitutto
in oratorio le cose no n hanno
valore solo perchè costano. Il tuo
catechista, gli animatori del grest, il
ping pong, l’uso del campetto: non
dipendono da quanto hai pagato,
ma solo lì per te, comunque. Si
chiama gratuità, ed è il desiderio di
voler bene, concretamente a tutti,
soprattutto ai più piccoli, così come
ci ha insegnato Gesù.
La seconda differenza è che in
oratorio un sacco di cose si fanno
in gruppo. I lavori di gruppo, il catechismo.
il grest, le partite di pallone
o di pallavolo: crescere insieme
con l’aiuto di un buon animatore,
è l’occasione per crescere meglio,
fare buone amicizie, scoprire il bello
di vivere insieme agli altri.
Proprio per questo in oratorio ci
sono tanti gruppi: divisi per fasce
d’età ma anche per interesse. Il
gruppo missionario, i chierichetti, il
coro, la caritas, l’Azione Cattolica,
gli sportivi.. quanti modi diversi per
conoscere Gesù e mettere il proprio
tempo a servizio della comunità!
Inoltre l’oratorio vuole incontrare
e dialogare con il territorio in cui
è inserito: cerca di conoscere e far
conoscere le varie iniziative ed è
aperto a tutti; attraverso le sue iniziative
cerca di costruire una buona
comunità, nella quale crescano
legami di rispetto e amicizia.
In pratica l’oratorio:
piccoli, a seconda delle iniziative,
a partecipare a momenti di festa,
incontro, riflessione, preghiera...
cia
aperte tutti quelli che hanno
accettato l’invito, offre loro un volto
sorridente, rispetta tutti, offre attraverso
i sacerdoti, i religiosi e gli
animatori un’attenzione personale
soprattutto a chi è più piccolo o è
in difficoltà.
grande motivo per cui esiste è far
incontrare tutti con la persona di
Gesù, che è vivo e presente nella
chiesa. Per questo propone momenti
e attività che aiutano a conoscerlo
meglio.

RISTRUTTURARE
È incredibile come un momento
atteso e preparato, una volta avvenuto,
possa entrare a far parte
della storia passata tanto da farti
dubitare che tutto ciò sia effettivamente
accaduto.
Così è per mille cose…e così è stato
anche per l’inaugurazione dell’Oratorio,
vissuta pochi giorni or sono
dall’uscita di questo nuovo numero
del bollettino parrocchiale.
Ma mentre da una parte considero
inevitabile l’oblio che avvolge le
cose dell’uomo, dall’altra lo riconosco
come provvidenziale. L’inaugurazione
è infatti un giorno fuori
dal tempo, dove tutto (almeno per
quelle ore) deve essere perfetto.
È una bella pietra incastonata nel
calendario della comunità ma che
rischia solo di far bella mostra di
se. È bello invece pensare che la
benedizione data sabato 29 ottobre
all’oratorio e agli altri ambienti
parrocchiali, sia stata il trasfondere
nuova vita ad un insieme di pietre
bello e ordinato ma comunque
inerte! È su questa ultima considerazione
che si inserisce la riflessione
fatta durante la veglia di preghiera
preparatoria all’evento e che riporto
di seguito.
Tutto è partito da una domanda:
“Che senso ha ristrutturare un ambiente
e che significato ha oggi
quell’ambiente rinnovato?” Così,
mentre mi arrabattavo a cercare
la via d’uscita, ecco palesarmi
davanti agli occhi l’immagine del
cantiere dell’oratorio ancora in
alto mare: ingombro di attrezzi, di
confusione e di lavoro. Trovata la
risposta!
Mercoledì 23 novembre
ore 20,30
presso il Salone del
Centro Parrocchiale
CONSIGLIO PASTORALE
“L’Oratorio che vorrei”
Introduce don Vincenzo.
E’…
Ristrutturare è: costruire tenendo
presente l’esistente. Non si ristruttura
una cosa che non c’è…bensì
una realtà che è già stata costruita
con impegno, con mille sacrifici,
con generosità da altri e che ci è
stata consegnata. Ristrutturare una
comunità vuol dire la stessa cosa:
c’è una storia prima di noi e ce ne
sarà un’altra dopo di noi. Non si
può lavorare ignorando l’esistente,
o peggio, considerandolo inutile.
Si accoglie ciò che ci è stato
consegnato, si riordina ciò che si
considera fuori posto (ed è utile
per tutti tener presente che ognuno
ha un proprio concetto di ordine
e disordine. Sia preti che laici!)
e si consegna alle generazioni future
un ambiente e una comunità
che possano essere quello per cui
esistono: luoghi dove l’uomo può
incontrare Cristo e il suo messaggio
di salvezza.
Ristrutturare è: eliminare ciò che
non serve. Sono stati abbattuti muri,
interrate scale, eliminate strutture
che si erano accumulate lungo gli
anni senza una logica ma solo in
base al bisogno del momento. E così
ecco un ambiente comodo, bello
e funzionale alle nuove esigenze.
Quante volte anche nelle nostre
comunità è indispensabile eliminare
ciò che non serve: tensioni che
recano solo danno, critiche gratuite
che rivelano semplicemente la
volontà di osservare da lontano ciò
che non funziona senza far niente
per poterlo migliorare. Eliminare ciò
che non serve vuol dire anche fare
un serio esame di coscienza per
analizzare se tutto ciò che si è fatto
fino ad ora per annunciare il vangelo
è ancora attuale. Cambiano
le persone, non solo i sacerdoti alla
guida della comunità, ma anche i
ragazzi, che non sono più quelli di
cinque, dieci o vent’anni fa. Cambiano
le esigenze, le aspettative. Il
Vita in Oratorio
nostro vescovo quest’anno ci ha
invitato a “scrutare i segni dei tempi”
perché è da stolti andare avanti
con il “abbiamo sempre fatto
così”… “una volta c’era l’oratorio
pieno”…”ah , le Quarantùre de ‘nà
oltò”… e via discorrendo sull’onda
dei ricordi!
Ristrutturare è: aggiungere, costruire
cose nuove. E di cose nuove ne
sono state effettivamente costruite,
in primis i servizi igienici che erano
veramente inesistenti. Nuovi saloni
o saloncini per riunioni (sia in oratorio
che in canonica). Questo e
altro però non per il gusto di fare,
piuttosto perché ciò che si fa abbia
un senso, possa effettivamente
servire alla catechesi, all’incontro,
allo studio (ad esempio il nuovo archivio
completamente restaurato
e catalogato). Costruire vuol dire
guardare con occhi nuovi la realtà
che abbiamo davanti. È anche un
atto di fiducia verso le persone che
vogliono iniziare a fare qualcosa in
parrocchia. Non è un mistero che
molte persone faticano a mettersi a
diposizione perché trovano davanti
“baluardi” storici che non rinuncerebbero
al loro ruolo per tutto l’oro
del mondo. Guardare la realtà con
occhi nuovi vuol dire infine allargare
i propri orizzonti al di fuori della
propria parrocchia e capire che la
Chiesa non è fatta solo da Bedizzole,
dall’Italia e dall’Europa; e se da
noi ci può essere stanchezza e ab-
Venerdi 18 novembre ore 20,30
verrà presentato
dal prof. Roberto Tagliani,
già Sindaco di Bedizzole,
presso il nuovo salone
del Centro Parrocchiale
(ingresso Via Rimembranze, 2)
il libro scritto da Franco Frassine
“Don Riccardo Vecchia
partigiano di Dio”.
Sarà possibile acquistarlo durante
la serata. Tutti sono invitati.
vita nostra
13

Vita in Oratorio
bandono, da altre parti del mondo
la Chiesa porta con gioia ed entusiasmo
lo stesso messaggio: di questo
dobbiamo essere contenti!
Infine, ristrutturare è: agire tenendo
presente un progetto. Il monito
ci viene da un passo della lettera
ai Corinti di S. Paolo che dice: “Ciascuno
stia attento a come costruisce.
Infatti nessuno può porre un
fondamento diverso da quello che
già vi si trova, che è Gesù Cristo”.
Il progetto è Lui, non quello dei sacerdoti
che si susseguono (che necessariamente
può cambiare). Tutti
hanno il dovere di confrontarsi con
questo progetto perché da esso dipende
la validità delle scelte e delle
iniziative messe in atto. Solo tenendo
presente che facciamo parte di
un disegno più grande, che supera
noi, le nostre idee, i nostri limiti e i
nostri successi, potremo veramente
costruire qualcosa che ancor oggi
parli ad ognuno della bellezza del
Vangelo che fa diventare uomini
veri e cristiani autentici.
donArVi
Segni di “festa”
Sono apparsi magicamente in tutto
il paese i segni della cosiddetta
“festa” del 31 ottobre che oramai
ha invaso le nostre strade e le nostre
zucche…vuote! Eleganti scritte
su muri candidi (non solo quelli
dell’oratorio), vezzose cassette
della posta divelte dai loro allog-
14 vita nostra
(testo letto davanti al Vescovo Luciano
Monari durante la benedizione
dell’oratorio)
Eccellenza Reverendissima,
l’oratorio che San Giovanni Bosco
aveva in mente era un progetto
grande e audace, ma possibile perché
fondato su poche semplici attenzioni,
fra le quali:
Niente panchine, perché i suoi ragazzi
fossero sempre in movimento.
Un cortile privo di ingombri ed ostacoli
da abbracciare con lo sguardo.
La chiesa come cuore di tutta la
struttura.
Questo il suo oratorio e questo anche
il nostro non nelle opere ma nelle
intenzioni.
Noi ragazzi lo vorremmo così: senza
panchine! Non quelle di pietra, naturalmente,
ma quelle delle tante
cose che ci invitano alla rassegnazione
e a vivere senza gioia. Vorremmo
un oratorio che ci metta le
ali ai piedi nel gioco, nell’impegno,
nella preghiera e nella vita. Un oratorio
che ci faccia correre sulla stra-
giamenti dallo scoppio di innocui
petardi, distinte facciate di case
rallegrate da colorate macchie in
tinta “uovo”; tutto questo mentre
nell’aria notturna si andava diffondendo
una struggente sinfonia di
trillanti campanelli che hanno fatto
sobbalzare dal letto più di un
anziano. Mi ero ripromesso di non
scagliarmi contro questa nuova
moda (anche perché non sarebbe
servito a nulla) e anche queste
poche righe non vogliono denunciare
l’introduzione selvaggia nella
nostra cultura di riti che non ne
fanno assolutamente parte. Voglio
semplicemente dire che se questi
sono i risultati di quella che deve
essere una festa, forse è meglio
da buona indicata dal Vangelo.
Noi giovani abbiamo ancora negli
occhi e nel cuore le immagini e le
emozioni vissute alla Giornata
Mondiale della Gioventù a Madrid.
Un grande cortile! Così
vorremmo il nostro oratorio: spazio
libero dove ognuno si senta accolto
e non giudicato. Luogo di incontro
di molteplici storie desiderose di essere
ascoltate da persone disposte a
donarci il loro tempo. Palcoscenico
capace di far esprimere i talenti più
nascosti di ciascuno illuminandoli
con la luce che viene dalla fede.
La chiesa come cuore di tutto! “senza
di me non potete far nulla” ha
detto Gesù. Quanto sono vere queste
parole; non riusciremo mai ad
essere genitori, catechisti, educatori,
testimoni credibili se Lui non ci
sostiene…se noi non ci affidiamo a
Cristo. Noi adulti vorremmo così
il nostro oratorio: presenza viva di
Dio da scoprire nelle persone che vi
abitano, nelle attività che si propongono,
nelle occasioni che ci vengono
offerte. Tutto ci possa parlare di te,
Signore, perché il nostro operare
qui e in parrocchia manifesti la volontà
di costruire attorno all’unico
cuore, all’unico messaggio degno di
essere annunciato e vissuto: Cristo
è risorto! Di questo noi siamo i testimoni.
che ci facciamo un serio esame
di coscienza. E questa volta non
come comunità cristiana ma come
singola famiglia! Perché devo permettere
(con accondiscendenza,
oltretutto) che mio figlio si trasformi
per una notte in un maleducato?
Ho visto ragazzini in giro da soli
fino a tardi…perché, mi domando,
quando si propongono incontri di
preghiera serali (che non vanno oltre
i sessanta minuti) sento genitori
che borbottano: “Ma come si fa? I
ragazzi sono stanchi, hanno sonno”.
Perché, invece, non abbiamo il coraggio
di dire che forse non ci interessa
granchè? Non sono contro il
divertimento, solo mi fa una rabbia
pazzesca quando, chiedendo ai

agazzi il perché della vacanza del
1° novembre, mi sento rispondere
candidamente non: “Perché è la
festa dei Santi e dei Morti!”, come
sarebbe ovvio, bensì: “Perché è la
festa di H…”! E poi ci lamentiamo
CALENDARIO
INCONTRI
ICFR
2011/2012
IV - V ANNO
Mandato ai Catechisti
che gli stranieri vengono qui e ci
portano via le nostre tradizioni. Balle!
Siamo noi i primi che caliamo
le braghe relegando nel passato
la venerazione per i Santi e la preghiera
per i nostri defunti. Quindi
I ANNO
III ANNO
IV ANNO
V ANNO
VI ANNO
II ANNO
Vita in Oratorio
insegniamo pure che il 31 ottobre
è festa...tanto il giorno dopo si può
dormire fino a tardi e gli eroi del
Vangelo chi li ricorda più? Passato
lo giorno, gabbato lo santo!
donArVi
vita nostra
15

Vita in Oratorio
Incontri Zonali di Spiritualità per GIOVANI
(II martedì del mese presso il Santuario
di Paitone. Dalle ore 20,30
alle 22,00) 8 novembre – 13 dicembre
– 10 gennaio – 7 febbraio – 27
marzo (liturgia penitenziale)
Cammino Giovani “CHI SONO?”
La proposta è per tutti i giovani
dai 18 anni che intendono fare un
cammino alla scoperta di se stessi
dando la possibilità di uno sguardo
interiore e trovando negli altri e nel
Vangelo una risposta ai tanti dubbi.
Gli incontri si tengono in oratorio al
venerdì dalle 19,30 alle 21,00 con
scadenza quindicinale.
Si inizia il 25 novembre con una
“Cena con Delitto” per prepararci
“Quando mi sedetti dinanzi ad un
pianoforte, molti anni fa per la mia
prima lezione, mi trovai di fronte ad
un foglio di carta che sembrava
soltanto contenere righe e ghirigori.
Come qualcuno potesse, guardandoli,
produrre della bella musica,
mi sfuggiva. Era totalmente incomprensibile!
Ovviamente, col passare
del tempo, le righe e i ghirigori
cominciarono ad avere un senso
e a poco a poco iniziai a godere
della musica”. La stessa cosa capita
a molti con la Bibbia., soprattutto
all’inizio. Non sembra altro che un
insieme di righe e ghirigori; le storie,
la gente, le idee, la mentalità contenute
nelle sue pagine appaiono
16 vita nostra
ad indagare il mistero più grande:
se stessi! Durante la serata verrà
presentato il cammino che si intenderà
fare.
Incontri Zonali per ADOLESCENTI di
I^, II^ e III^ superiore
(domenica sera presso l’oratorio di
Gavardo. Dalle ore 18,00 alle 21,00)
13 novembre – 4 dicembre – 20
gennaio – 12 febbraio – 18 marzo
Incontri Zonali per CHIERICHETTI
(presso l’oratorio di Bedizzole. Dalle
ore 15,00 alle ore 17,00)
3 dicembre (settimana vocazionale)
– 16 febbraio – 26 aprile – Maggio
2012 Meeting Diocesano
lontane milioni di chilometri dalla realtà.
Se però iniziamo a capire cosa
stiamo cercando e incominciamo
a cogliere il significato delle cose,
ecco che pian piano si svela a noi
un contenuto inaspettato... Questa
è l’esperienza che vogliamo vivere
quest’anno con le famiglie e con
i bambini del gruppo Gerusalemme:
scoprire il grande Tesoro che
la S. Scrittura rappresenta per noi.
Imparare al “leggerla”, a decifrarla,
ad entrare in quel mondo affascinante,
che è il cammino di un popolo
che si prepara ad accogliere
la pienezza della Rivelazione: Gesù,
Figlio di Dio, Parola ultima e definitiva,
“chiave di Davide che apre”
Settimana Vocazionale
(dal 28 novembre al 4 dicembre)
Lunedì 28 novembre: incontro per
sacerdoti, religiosi e religiose presso
l’istituto dei Padri della Consolata
Martedì 29 dicembre: rosario vocazionale
presso il santuario di Masciaga
Giovedì 1 dicembre: serata vocazionale
per tutti a S. Vito
Venerdì 2 dicembre: adorazione
per le vocazioni in chiesa
Liturgia Penitenziale per adolescenti
e giovani dell’Unità Pastorale
Domenica 18 dicembre alle ore 20,
presso la chiesa parrocchiale di Bedizzole.
Seguirà momento di “auguri”
in oratorio.
alla Scrittura tutta intera. Compiremo
questo cammino in modi diversi:
anzitutto attraverso l’itinerario
dei ragazzi, che attraverso la storia
della salvezza, incontreranno i grandi
personaggi che l’hanno preparata,
fino a Gesù. Accanto a loro i
genitori, con il loro percorso, certo
meno esteso, ma che, toccando
alcuni temi biblici potranno riflettere
e affiancare I loro figli. Tutto questo
con un segno che ci accompagnerà:
la Bibbia di casa in casa.
Un pellegrinaggio della Bibbia che
sosterà di settimana in settimana
in ogni famiglia dei gruppi e sarà
l’occasione per ritrovarsi, genitori
e figli, intorno ad alcuni brani (uno
per ogni giorno) e pregare insieme
con la Parola di Dio. Una bella sfida,
che abbiamo iniziato con una
celebrazione intensa e partecipata,
domenica 16 ottobre. La Parola
di Dio, solennemente intronizzata
è stata “consegnata” a tutte le famiglie,
che con la loro disponibilità
hanno accolto Dio, che “parla ai
suoi come ad amici, intrattenendosi
con loro”.
Buon Ascolto e buon cammino.
don Roberto

GIOVEDI 17 NOVEMBRE 2011 ORE 20.30 IN ORATORIO
INCONTRO PER I GENITORI DELLA MISTAGOGIA
Vita in Oratorio
Quale educazione? Dire “SI”, dire “NO”
Relatrice: Dott.ssa Enza Corrente Sutera
Ce lo hanno detto oramai in
tutti i modi e non possiamo
che confermarlo: la famiglia
è la principale protagonista
dell’educazione! Anche se educare,
è oggi un’arte davvero difficile,
dovremmo imparare che il miglior
investimento di tempo è quello
dei momenti che trascorriamo
con i nostri figli. Perché sono così
importanti, oggi? Forse che senza
di noi non crescano da soli? E’ vero,
crescono da soli in altezza e peso,
ma in materia grigia mica sempre.
Perché non è la stessa cosa fare i
permissivi o fare gli autorevoli? Non
gli autoritari, che servono a poco,
ma neanche lasciare che i bambini
diventino “onnipotenti”. Diceva
Don Bosco: “Bisogna che i figli non
solo siano amati, ma che essi stessi
riconoscano di essere amati, e se
mi vuoi bene dimmi di no!”
L’amore non consiste in un
buonismo vago e indifferenziato,
ma in un’autentica ricerca del
bene dell’altro, nostro figlio in questo
caso. Il suo bene si raggiunge anche
dicendo dei “no”. Ci sono i “no” che
aiutano a crescere e i “no” che ti
fregano… l’importante è dare
delle regole e rispettarle. Parlarsi in
famiglia è importantissimo: è il luogo
dove il bambino si sente accolto
per come è, dove coltiva le sue
aspirazioni, le sue aspettative. Nella
famiglia, nell’amore tra moglie e
marito, il bambino si sente protetto
Perchè il Catechismo?
A VOI GENITORI
Grazie, perchè mandate i figli al catechismo.
Noi non siamo i più bravi,
né, tanto meno, siamo perfetti.
Però di una cosa potete stare certi al
cento per cento: non abbiamo altro
interesse che fare un po’ di bene ai
vostri figli, che sentiamo anche un po’
nostri. Grazie perché vi fidate di noi.
IL CATECHISMO UN DIRITTO
“Nascondere Dio ad un ragazzo
è il più grave reato che un educatore
possa commettere” (Antonio Riboldi).
Non permettere che possa incontrarlo,
fin da piccolo, è uno degli errori più
gravi. Dio sviluppa l’uomo, lo costruisce.
Dio vuole uomini “grossi” e non
solo “grossi”. Non rubiamo il catechismo
ai nostri ragazzi!
LI MANDIAMO AL CATECHISMO
PERCHE’...
Li mandiamo al catechismo non per
conformismo (), non
per tradizione (), non per imposizione
(); neppure
li mandiamo perché imparino a
sta buoni (a far star buoni ci pensano
i carabinieri).
Li mandiamo perchè l’uomo ha bisogno
di Uno che dia senso pieno alla
vita. Senza Dio, la vita, nei momenti
più seri, diventa invivibile.
NON SOTTOVALUTIAMOLO
Uno degli sbagli dalle conseguenze
più pesanti è quello di sottovalutare
Dio. Dio è un punto di riferimento, un
conforto, uno stimolo, una forza, una
e sperimenta il calore familiare, che
è alla base della maturazione e del
suo sviluppo. Impariamo l’affetto e
la fiducia verso Dio Padre in primo
luogo attraverso i nostri genitori. La
comunicazione, se vuole essere
completa e autentica, non può
limitarsi ad opinioni, notizie da dare
all’altro, ma dovrebbe arrivare ad
essere un “dire se stessi”, chi sono
io, ciò che provo, quello che sento
di fronte a fatti ed avvenimenti.
Aprire il proprio animo all’altro è
un segno di grande comunione
ed esige una notevole capacità di
ascolto. Chi sa davvero ascoltare, ti
sente anche quando non dici nulla,
ne sa qualcosa chi ha già un figlio
adolescente…
speranza. Senza Dio, la morte sarebbe
mostruosa: l’uomo morirebbe
come un cavallo. Il catechismo regala
Dio ai vostri figli.
COSA INSEGNANO I CATECHISTI
Il maestro insegna a ,
il catechista insegna a .
Il maestro dà la ,
il catechista dà .
Il maestro fa conoscere la terra,
il catechista fa conoscere anche il
cielo. Il catechista parla di Dio, parla
di Cristo, l’uomo perfetto, seguendo
il quale ci facciamo tutti più uomini.
ABBIAMO BISOGNO DI VOI
Di voi genitori. Senza il vostro appoggio,
senza il vostro aiuto, la nostra
opera svanisce, in gran parte.
Senza di voi, il catechismo non è
che un cerotto che presto si butta
via. Dateci una mano. Per favore,
collaboriamo! Siamo sempre disponibili
ad incontrarvi. Vi aspettiamo.
Grazie!
I CATECHISTI
vita nostra
17

Vita della Parrocchia
La famiglia
che prega unita,
resta unita
Vi presentiamo in questo numero
del Giornale Parrocchiale il programma
dei vari gruppi appartenenti
alla Pastorale Famigliare.
Il Gruppo Famiglie e il Gruppo Giovani
Coppie.
È stato realizzato un logo che entrambi
useranno. Rappresenta
come si può essere famiglia: già
da coppia, da coppia in attesa, da
Dopo aver salutato le vacanze e
aver ripreso il lavoro, la scuola e il
catechismo, finalmente, domenica
23 ottobre abbiamo iniziato anche
gli incontri del gruppo famiglia.
Primo grande cambiamento è la
location dove da quest’anno ci
incontriamo, non più dalle Madri
Canossiane, che in questi 3 anni
ci hanno ospitato con calore,
accoglienza e generosità, ma,
nei nuovi saloni dell’oratorio.
La commissione famiglia (che
comprende il nostro gruppo e le
giovani coppie) con don Roberto
ha proposto per gli incontri alcuni
temi di riflessione che ci guideranno
fino all’incontro mondiale delle
famiglie, presieduto da papa
Benedetto XVI, che si svolgerà a
Milano nel giugno 2012. La famiglia
di oggi, travolta nel turbine della
crisi economica e valoriale deve
trovare capi saldi a cui aggrapparsi,
riscoprire la propria identità e la
propria funzione sociale. Nel primo
incontro, guidati nella riflessione da
18 vita nostra
coppia con figli. Alla base vi è una
COPPIA che vuole far crescere e
alimentare il suo Amore.
Una FAMIGLIA può essere vista sotto
molteplici aspetti: nell’intimità
della casa, allargata con nonni zii e
parenti, nella vita della comunità.
Sotto ogni forma che essa assume,
famiglia è CALORE, ABBRACCIO,
APPOGGIO, CRITICA (e si spera
sempre costruttiva!).
Don Luigi Ghitti, abbiamo cercato
di capire l’importanza della “festa”,
dell’utilizzo del proprio tempo libero
nel modo migliore per se stessi
e di conseguenza per la propria
famiglia. Vivere in modo pieno e
intenso la “festa”, dando spazio
alla cura della propria fede, in
modo particolare nell’Eucarestia
domenicale, de-ve diventare un
bisogno, non deve mai essere
vissuto come un obbligo; solo così
saremo da esempio per i nostri
figli e riusciremo a trasmettere loro
la gioia di vivere da cristiani. Sono
contenta che anche quest’anno,
nuove famiglie siano venute a
condividere questa esperienza
qualcuno anche da paesi vicini!
Un seme piantato sei anni fa, sta
offrendo frutti in abbondanza:
speriamo che sempre più persone
vogliano provare a gustarne il
sapore: è un’esperienza di crescita,
di confronto, di apertura alla vita
comunitaria che merita di essere
vissuta per sé e per i nostri figli. Un
CHI può far parte dei Gruppi?
Non sarebbe nemmeno necessario
chiederlo: TUTTI coloro che vogliano
partecipare.
È un’esperienza che aiuta.
Un confronto, una comunione.
E non si è soli. In questo cammino
varie sono le persone che portano
la loro esperienza, la loro conoscenza
tecnica: laici, psicologi, sociologi.
grazie come sempre a Madre
Maria e agli animatori che durante
l’incontro intrattengono i nostri
bambini, e, alle cuoche che non
ci fanno mai mancare un piatto di
pasta caldo da gustare in allegra
compagnia. Un saluto a tutti e alla
prossima, ci vediamo domenica 4
dicembre alle 17.30 in oratorio: non
mancare, ti spettiamo!
Una mamma
Gli incontri si terranno
presso l’Oratorio
“S. Giovanni Bosco”
ore 17,30 Ritrovo
ore 18,00 Inizio Attività
ore 19,30 Cena in fraternità
ore 21,30 Conclusione e saluti
Per i bambini sarà disponibile
un servizio di animazione
Per info:
don Roberto
M. Maria - Madri Canossiane

Vita della Comunità
Scuola Maddalena di Canossa
Cari Genitori,
con entusiasmo e passione
anche quest’anno la scuola è
cominciata.
La nostra responsabilità è rivolta
in particolare ad essere, oltre che
insegnanti, figure educative per i
nostri bambini insieme a voi.
E’ per questo che sono ad invitarvi
a delle occasioni di riflessione e
nutrimento che possono aiutarci in
questo compito educativo.
Saranno due i momenti previsti in
cui relatori competenti ci offriranno
l’opportunità di confrontarci con
alcuni aspetti della relazione
genitoriale, ma anche con alcune
idee che possano favorire una
sempre migliore e condivisa
partecipazione per poter essere
educatori efficaci e collaboranti.
I relatori invitati sono persone che
già conosciamo ed abbiamo avuto
la possibilità di apprezzare.
20 vita nostra
Perciò vi invito tutti calorosamente
e vi aspetto con la stima e l’affetto
di sempre.
Madre Maria
Data: martedì 29 novembre 2011
dott.sa Enza Corrente Sutera
psicologa
Titolo:
Genitori e bisogni di crescita dei
figli: comprendere le emozioni
Data: giovedì 9 febbraio 2012
dott. Osvaldo Poli
psicologo
Titolo:
Come seguire i figli
nell’esperienza scolastica
Ricordiamo che sono già aperte le
preiscrizioni alla classe prima della
scuola primaria “MADDALENA DI
CANOSSA” per l’anno scolastico
2012-2013 per tutte le scuole
dell’infanzia presenti sul territorio:
Statale Manzoni, S. Vito, A. Volpi e
Sacra Famiglia.
I genitori che desiderano conoscere
la scuola o avere informazioni
possono presentarsi dalle Madri
dalle ore 9.00 alle ore 11.00 e dalle
ore 16.00 alle ore 18.00 da lunedì a
sabato.
C’è chi insegna
guidando gli altri
come cavalli,
passo dopo passo:
forse c’è chi si sente
soddisfatto così guidato.
C’è chi insegna
lodando quanto trova
di buono e divertendo:
c’è pure chi si sente
soddisfatto
essendo incoraggiato.
C’è pure chi educa
senza nascondere l’assurdo
che è nel mondo,
aperto ad ogni sviluppo
ma cercando d’essere franco
all’altro come a sé,
sognando gli altri
come ora non sono:
ciascuno cresce solo se
sognato.
D. Dolci, Poema Umano, 1974

Scuola Materna Angela Volpi
Vita della Comunità
Il “Patto di corresponsabilità
educativa” tra scuola e famiglia
La nostra scuola quest’anno ha riconfermato
le sue proposte didattiche
e i suoi servizi: i laboratori, i
team teaching, la scuola aperta
e lo sportello genitori, ma anche
l’intensa attività che caratterizza la
“quotidianità”.
In questa quotidiana attività un posto
di particolare rilievo è occupato
dall’attenzione e dalla cura del
rapporto con i genitori dei nostri
bambini.
Il rapporto con loro inizia ancora prima
che il bambino inizi a frequentare
la scuola con alcuni incontri
di conoscenza reciproca, alcuni di
carattere formale altri finalizzati a
consentire ai genitori di prendere
confidenza e familiarità con il contesto
educativo.
Siamo profondamente convinti che
l’educazione si poggia su rapporti
fiduciari tra genitori ed educatori,
come è evidente che un “Patto di
corresponsabilità educativa “ ,che
la scuola chiede di condividere
e sottoscrivere, richieda per essere
davvero autentico e proficuo.
La costruzione di relazioni vere tra
insegnanti e genitori si realizza in
un contesto positivo che arricchisce
reciprocamente gli “attori” del
progetto condiviso e crea delle occasioni
formalizzate in cui le famiglie
sono invitate a vivere in prima
persona la giornata scolastica con
i loro bambini.
Può essere, a questo proposito, utile
menzionare un Progetto che si sta
concludendo in questi giorni a Brescia
sul tema “La scuola delle relazioni
educative: una rete di Scuole
per la qualità”, aperto a scuole
motivate a promuovere l’idea della
scuola come servizio di qualità
educativa e relazionale, che ha
individuato e confermato come
indicatore primario quello della relazione
educativa e della comunicazione
che si concretizza nel rapporto
Scuola- famiglia.
Anche i genitori della nostra scuola,
ma riteniamo anche di molte altre
scuole, stanno maturando la consapevolezza
del loro ruolo in questo
processo educativo e ne sono significativa
testimonianza, ad esempio,
le lettere che scrivono alla Scuola
al termine del percorso formativo.
Abbiamo scelto, tra alcune di queste
lettere dei genitori, alcuni passaggi
che ci sembrano significativi
“ ….dopo quattro anni quest’esperienza
di C. – e la nostra con lui – è
giunta al termine. Non sappiamo
dirvi dove quel bambino arrivò, ma
possiamo dirvi di aver fatto un tratto
di strada con lui…” “… E’ con profonda
tristezza che ci accingiamo a
lasciare per la seconda volta questa
scuola dell’Infanzia. Dopo due
anni di nido, ora anche L.M., il vostro
leprotto, è giunta al termine del
suo cammino con voi….” e ancora
Qualche riflessione
“…Siete state di grande aiuto nella
crescita delle nostre bambine e
un punto di riferimento per noi nei
momenti di dubbio e di incertezza
educativa delle nostre figlie…” .
Ed altrettanto significative sono le
risposte della Scuola:
“…. Con grande sensibilità e finezza
avete manifestato un ringraziamento
“corale” a tutti coloro che
si sono prodigati e si prodigano
per rendere un servizio di qualità
alle famiglie in un ambito così delicato
quale è quello educativo….”
“ … Siamo noi a ringraziare voi
perché è altresì importante che la
Scuola, nel progetto educativo che
si prefigge di realizzare per i nostri
bimbi, abbia accanto con consapevolezza
e responsabilità le famiglie
e con voi raggiungere questa
comunione di intenti è sempre stato
favorito dalla vostra disponibilità…”
In questa reciproca collaborazione
c’è un aspetto, di grande rilevanza,
che forse non viene sottolineato ma
sul quale riteniamo sia importante
porre la nostra attenzione. Da que-
vita nostra
21

Vita della Comunità
sta sinergia ne escono rafforzati i ruoli
che, ciascuno per la propria parte
di competenza, riveste nel processo
educativo: quello dell’insegnante
che vede riconosciuta la giusta
autorevolezza del proprio ruolo e
quello del genitore che vede valorizzata
la sua funzione educativa.
In sostanza escono rafforzate le
figure di riferimento alle quali guardano,
oggi i nostri bambini, domani
i nostri preadolescenti, i nostri adolescenti,
i nostri giovani .
Illuminante, a questo proposito,
un passo attinto dal paragrafo 12
“Educare in un mondo che cambia”
del testo della Conferenza
Episcopale Italiana “Educare alla
vita buona del Vangelo” espressione
degli Orientamenti pasto-
22 vita nostra
rali per il decennio 2001- 2011
“….Molte delle difficoltà sperimentate
oggi nell’ambito educativo
sono riconducibili al fatto che le
diverse generazioni vivono spesso
in mondi separati ed estranei…”
“….All’impoverimento e alla frammentazione
delle relazioni, si aggiunge
il modo in cui avviene la
trasmissione da una generazione
all’altra. I giovani si trovano spesso a
confronto con figure adulte demotivate
e poco autorevoli, incapaci
di testimoniare ragioni di vita che
suscitino amore e dedizione….”
A proposito di “figure di riferimento”
ci sovviene la metafora dell’uccellino
che spicca il suo primo volo dal
nido “ Un piccolo uccellino prima di
spiccare il volo non ha bisogno di
Scuola dell’Infanzia Comunale Capoluogo
Il mondo dei bambini
Il gruppo docente ha accolto con
enorme piacere l’opportunità che
ci è stata offerta dal parroco don
Franco, di far sentire la nostra voce.
È un dato di fatto che nel nostro
paese negli ultimi anni è cresciuta
la concentrazione di famiglie straniere:
sono tante le etnie che confluiscono
nella nostra scuola.
È un insieme di più diversità: ogni
“piccolo”, infatti ha una sua personalità
e un proprio bagaglio di
esperienze personali che lo caratterizzano.
Per noi è importante sottolineare
come il diverso possa e debba
rappresentare un arricchimento,
una risorsa per tutti ed in primis per
i bambini.
La prerogativa della nostra scuola
è quella di conoscere e comprendere
una comunità in continua
evoluzione.
Sempre più noi insegnanti ci siamo
rese conto che la nostra realtà mutava
di anno in anno.
Per questo motivo l’organizzazione
e la didattica hanno subito dei
cambiamenti, pur avendo sempre
ben presenti gli obiettivi generali di
apprendimento della scuola dell’infanzia
consigliati nelle “Indicazioni
nazionali” .... promuovere le potenzialità
di tutti i bambini e bambine
attraverso la sollecitazione dello
sviluppo dell’identità, dell’autonomia,
delle competenze e del senso
di cittadinanza ...
La peculiarità va sostenuta, e nel
nostro lavoro quotidiano, nel rapportarci
con i fanciulli, miriamo a
stimolare: al rispetto verso l’altro,
regole, guarda gli uccelli più grandi,
sono loro i suoi esempi, i suoi modelli,
le sue regole”.
Ci sia consentita un’ultima annotazione.
Nel corso di questa riflessione
abbiamo usato termini quali coralità
e contesto positivo perché un
fattore primario che consente il perseguimento
degli obiettivi che abbiamo
indicato è indubbiamente il
“clima scuola”, è lo stile che crea
il gruppo di lavoro di una scuola,
l’entusiasmo degli insegnanti che
accompagna i progetti, la passione
dei sognatori che lavorano per
costruire oggi la scuola degli uomini
e delle donne di domani.
Per la Scuola dell’ infanzia A. Volpi
G.F.
all’apertura verso il nuovo e alla
condivisione fraterna di tutto; valori
questi che non hanno colore ma
che contribuiscono a formare una
persona positiva e propositiva.
Durante il lungo tempo che i bambini
trascorrono insieme a noi, ci rendiamo
sempre più conto che sono
tutti uguali, provano tutti, gli stessi
desideri, hanno tutti le stesse paure
e le stesse necessità, indipendentemente
dal colore della pelle, dal
credo religioso, che imparano in famiglia
o dalla lingua che parlano.
Sta a noi educatori, genitori ed insegnanti,
riconoscere e condividere
nell’educazione di questi piccoli,
i valori dell’ascolto, dell’accoglienza,,
della condivisione con l’altro.
Noi insegnanti siamo sempre pronti
a collaborare con le famiglie. L’inte-

azione scuola-famiglia è molto attiva.
Una conferma dell’apertura è
venuta anche da anziani concrete
attivate dai genitori. Alcuni genitori
si sono prodigati per abbellire una
parte della scuola dedicando il
loro tempo libero a decorare il salone
della psicomotricità.
Anche questo è un modo per valorizzare
la pluralità degli opposti
che una “comunità” educante promuove.
La purezza e la spontaneità che
c’è nei bambini va coltivata, affinchè
l’insegnamento e l’esame riescono
a dare i migliori dei suoi frutti,
perchè i “nostri” bambini di oggi saranno
gli adulti di domani.
M.S.
Scuola Materna Sacra Famiglia
INCONTRI GENITORI
1 ottobre: festa dell’Accoglienza
Inizio novembre: incontro per i genitori (gioco - regole)
5 dicembre: incontro di riflessione
sull’Avvento tenuto da don Angelo
22 dicembre: Festa di Natale
6 gennaio: arrivano i Re Magi
Fine gennaio: presentazione
programma svolto
Fine febbraio: incontro per genitori
Fine marzo: incontro di riflessione
tenuto da don Angelo
25 aprile: Festa della Famiglia
26 maggio: Festa di Fine Anno
giugno: gita di fine anno
10 giugno: Corpus Domini
processione con i bambini
15 giugno: Festa del Sacro Cuore
Mattino S. Messa
Pomeriggio Festa dei nonni
16 giugno cena
22 giugno Verifica percorso svolto
Vita della Comunità
FESTA PATRONALE DI S. STEFANO
Sabato 17 dicembre ore 20,30
in Parrocchia: Concerto della
Corale S. Stefano
Lunedì 26 dicembre S. Stefano
Orario Festivo
ore 18,30 Solenne Concelebrazione
presieduta da
S. E. Mons. Mario Olmi
Venerdi 6 gennaio 2012
ore 16,30 S. Messa in Santuario
Segue Concerto del Coro
Gospel “Amodonostro”
Anno Scolastico 2011 - 2012
Il Vescovo visita la Sez. Primavera
Il Benvenuto del Vice
Presidente Stefano Cottini
vita nostra
23

Vita della Comunità
24 vita nostra
Giorni
Indimenticabili
Già sul pullman che ci portava
alla Malpensa, don Franco
è stato chiarissimo, “Il nostro
non è un giro turistico,
una passeggiata di piacere,
è un pellegrinaggio, un corso
di esercizi spirituali, un cammino
di fede”. E così è stato!
Cinque giorni intensi di preghiera,
di celebrazioni, di riflessioni,
di visita a luoghi sacri
... ma anche momenti culturali,
di allegria, di serenità.
Un gruppo stupendo guidato
dal parroco e da personale
preparatissimo.
Come non ricordare le ore
passate davanti alla cappella
delle apparizioni a Fatima
con la Santa Messa celebrata
alle ore 6.00 esclusivamente
per il nostro gruppo da
don Franco?
Suggestiva la Via Crucis, la
visita alle case dei pastorelli,
la preghiera alla Basilica di
S. Antonio ... e poi Santiago!
La città del Cammino, della
tomba dell’Apostolo Giacomo,
delle migliaia di fedeli
provenienti da tutti il mondo.
Durante la Messa del pellegrino
il nostro Parroco ha
salutato tutti i fedeli italiani,
rivolgendo una parola a noi
Bedizzolesi. Ci siamo lasciati
con nostalgia per il bellissimo
clima creato tra noi e con
l’impegno di ritrovarci a metà
settembre del 2012 con metà
la Polonia.
Agnese e Anna

PALAMEDE AVEROLDI
DIFENSORE DEL CASTELLO DI BEDIZZOLE
Appena superata, sotto la torre,
l’entrata al Castello di Bedizzole,
appaiono sulla sinistra due vie quasi
parallele, con la dicitura Averoldi
Palamede la prima e l’altra Averoldi
Palimede 1483, difensori del Castello.
Evidentemente si è trattato
della stessa persona che un “errore
di confusione” tra una a e una i
può a prima vista far pensare a due
personaggi diversi.
Più avanti vedremo come era nata
questa duplice intestazione di strade
all’interno del vetusto storico
Castello.
Ora vorremmo sottolineare che gli
Averoldi componenti di una antichissima
famiglia della nobiltà rurale,
abbiano recitato episodi importanti
anche a Bedizzole, oltre che
a Brescia e nella parte Bassa della
Provincia, che hanno poi costituito
punti fermi storici di notevole importanza
narrati in varie volumi di monografie
di storia Bresciana (Mons.
Paolo Guerrini), seguiti dal grande
lavoro di Don Emilio Spada (antichità
romane e nuovo studio storico
di Bedizzole), riassunto in un libro
di 339 pagine, finito di stampare nel
dicembre 1979, distribuito poi alla
popolazione in memoria del Centenario
della Nascita del grande
Bedizzolese, S.E. Egisto Melchiori.
Si narra di questi pazienti lavori di
ricostruzione storica, come nel ca-
di Carlo Bresciani
stello di Drugolo, la potente famiglia
Averoldi “ebbe il suo nido principale,
e in esso l’espressione della sua
potenza feudale” .
Da notare che Drugolo apparteneva
(ed appartiene civilmente al
comune di Lonato che è soggetto
quindi spiritualmente alla diocesi di
Verona, mentre proprio per volere
degli Averoldi la Chiesa esistente a
fianco del Castello con funzionante
ponte levatoio, è soggetta ed appartiene
alla Parrocchia di Bedizzole,
quindi alla diocesi di Brescia,
a testimoniare come gli Averoldi ci
tenessero a dimostrare molto la loro
brescianità.
Ed eccoci a Palamede e Palimede
Averoldi che con i fratelli Pietro
e Orlando (si riferisce a Palamede)
fu grande protagonista nella difesa
del Castello di Bedizzole nel 1483,
contro le masnade napoletane del
Duca di Calabria, durante la guerra
di Ferrara combattuta contro Venezia
e conclusasi con la Pace di
Bagnolo.
Si scrive ancora di questo importante
episodio definendolo “memorabile
combattimento con Alfonso
d’Aragona figlio del Re di Napoli
e Duca di Calabria, comandante
generale dei collegati contro Venezia,
che ha aggredito il Castello
di Bedizzole, combattendo per tre
giorni continui senza poterlo prendere.
“Fu infatti strenuamente difeso
dagli abitanti, comandati dal
prode Palamede Averoldi”.
A chiarirci il problema di Palamede
o Palimede, ci è venuto in aiuto Lino
Franceschini, un amico bedizzolese
che nel 1965 è andato a lavorare
in Germania come tornitore (a Mulhein
nel bacino della Ruhr) senza la
conoscenza della lingua.
In quattro anni di frequentazione
Cultura nella Comunità
del Liceo Serale Vescovile di Essen,
è riuscito quale primo lavoratore
straniero ad ottenere nel 1970 la
maturità tedesca.
Poi con lo stipendio della Regione
Nord Reno-Westfalia, ha frequentato
scienze economiche all’Univerisità
di Bochum, con grande
successo sottolineato anche dalla
stampa e non soltanto quella tedesca
ed italiana.
Ultimamente ha scritto un libro in
lingua tedesca di 313 pagine (ce
ne ha fatto omaggio), che è già in
uso in tante università europee, dal
titolo: Origine, evoluzione e pietre
basilari del linguaggio umano”.
Una ricerca che lo sta facendo conoscere
in varie parti del mondo.
Ecco: Lino Franceschini abitava
con la famiglia proprio in una via
delle numerose case esistenti dentro
il Castello.
Esisteva allora via Palamede Averoldi
e poi vicino “il Vicolo”. Il papà
di Lino, Faustino Franceschini, si era
fatto sentire in comune perché non
voleva essere individuato come
abitante di un Vicolo . Allora venne
istituita una seconda via, in pratica
una continuazione della prima, che
per una semplice leggerezza letteraria
prese il nome di Averoldi Palimede
con la “i”. Cose strane da ottenere
con simpatia , che passano
anche loro alla storia, con il piacere
di suscitare una certa curiosità.
vita nostra
25

Vita della Comunità
Una Luce nella Notte:
una proposta per chi desidera vivere
un servizio di volontariato e incontrarsi
attorno alla Parola insieme ad altri giovani
Il progetto, nato circa otto anni
fa, permette ai giovani di dedica-
re un sabato al mese alle persone
bisognose di tempo e sostegno,
soprattutto affettivo, e di appro-
fondire la conoscenza di se stessi
e del rapporto con Dio. Tutto ciò è
possibile grazie ad un programma
fittissimo di impegni con cadenza
mensile; ogni pomeriggio del cam-
mino, infatti, è organizzato in quat-
tro momenti principali: il servizio,
la programmazione del prossimo
servizio, la meritata merenda e la
preghiera.
Per quanto riguarda il servizio,
ognuno ha la possibilità di sceglie-
re tra tre proposte: la casa di ripo-
so “Casa di Industria” nel Centro
di Brescia, la comunità per disabili
26 vita nostra
“Tonini” a Brescia e la comunità per
tossicodipendenti “Il Calabrone” a
Collebeato.
Il pomeriggio prosegue con la veri-
fica del servizio svolto e la program-
mazione dell’attività per il mese
successivo.
Al termine, dopo aver mangiato
qualcosa, ci si trova per la preghie-
ra dove si ha la possibilità di cono-
scere e riflettere a partire dal Van-
gelo della domenica.
Oltre a questi otto sabato (15 otto-
bre, 19 novembre, 17 dicembre, 14
gennaio 2012, 25 febbraio, 17 mar-
zo, 21 aprile, 26 maggio) ci verran-
no offerte due possibilità:
- un cammino formativo sulla gram-
matica della vita buona cioè come
vivere in pienezza. La proposta sarà
Auguri al 1942
guidata da Madre Eliana Zanoletti
e si svolgerà dalle Madri Canossia-
ne a Bagnolo Mella;
- un weekend di spiritualità per por-
si in ascolto di Dio guidato da don
Michele Mombelli, a a Costalunga.
Per chi fosse interessato a intrapren-
dere questo percorso, per maggiori
informazioni, può contattare: Bar-
bara Coffano (cell. 347 9182548
barbara.coffano@libero.it) Alessan-
dra Migliorati (ale_m84@libero.it)
Linda Duina (lindor.84@libero.it) Sil-
via Soldi (cell. 3480306481 mt.silvia@
libero.it) m. Marisa Buffoli (cell. 347
7069425 tel 030 901213 marisa.buf-
foli@libero.it).
Linda e Alessandra
45° di Matrimonio

Gita a Brescello
Vita della Comunità
Battesimi Ottobre
Preghiera dello sportivo
(Luigi Guglielmoni)
Grazie, Signore, per il corpo
col quale possiamo muoverci,
giocare e fare festa.
Grazie per la salute e la pace
che ci fanno gustare la vita
con gioia ed entusiasmo.
Grazie per il tempo libero
che trascorriamo divertendoci
in compagnia degli amici.
Grazie per le persone
e gli spazi
che ci consentono di fare sport,
di allenarci e di gareggiare.
Grazie per le vittorie
e le sconfitte
che rivelano il cammino
della vita
e fanno maturare “dentro”.
Grazie perché dopo il gioco
possiamo affrontare più sereni
gli impegni quotidiani.
Grazie per quanto impariamo
dalla disciplina sportiva
e dai campioni sul campo
e nella vita.
Grazie per la domenica,
giorno di riposo e di preghiera,
dl fraternità con tutti.
Grazie perché tu, Signore,
sei il nostro allenatore
e maestro
e rimani con noi ogni giorno.
27 novembre - 18 dicembre
promossa dal Gruppo
Missionario Parrocchiale
presso la Sala Disciplina
Il ricavato della vendita
sarà a favore delle Missioni.
vita nostra
27

Vita della Comunità
C.S.I. a Bedizzole
Il Centro Sportivo Italiano è
un’associazione senza scopo di
lucro fondata sul volontariato, che
promuove lo sport come momento
di educazione, di crescita, di
impegno e aggregazione sociale,
ispirandosi alla visione Cristiana
dell’uomo e della storia nel servizio
alle persone e al territorio.
Educare attraverso lo sport è
la missione del Centro Sportivo
Italiano, questo è ormai consolidato
28 vita nostra
FOOTBALL CLUB 2003
nella prassi e nella coscienza
dell’associazione a tutti i livelli.
Da sempre i giovani costituiscono il
suo principale punto di riferimento
anche se le attività sportive
promosse sono rivolte ad ogni
fascia di età.
A Bedizzole da sempre l’adesione al
CSI avviene con il gioco del calcio.
La partecipazione da parte del
gruppo sportivo dell’Oratorio Don
Bosco è ormai ultradecennale e
Gaudia 2000
Amici di Ale
Scuola Calcio
ha visto nelle sue file la presenza di
squadre di ogni categoria giovanile
e non ed inoltre l’esistenza per
alcuni anni anche di una squadra
calcistica femminile.
Le squadre che oggi partecipano
al campionato di calcio Open a 7
giocatori nella struttura del nostro
Oratorio sono 3: due militano nel
campionato d’Eccellenza ed una
nel campionato Elite.
Le squadre che giocano nel
campionato d’Eccellenza sono il
Football Club 2003-Impianti Elettrici
Cottini, da sempre conosciuta
come AVIS Bedizzole e il Gaudia
Calvagese che nonostante il
nome, in quanto ha giocato per
alcuni anni sul campo dell’Oratorio
di Calvagese, è formata quasi
per la sua totalità da giocatori
di Bedizzole. Il ritorno al nostro
Oratorio della squadra emigrata
a Calvagese è stata accolta con
molta soddisfazione da tutti, sia
dallo staff della squadra stessa, che
da quello dell’Oratorio.
La terza squadra partecipante,
il campionato categoria Elite,
è “Amici di Ale” - Oratorio Don
Bosco Bedizzole, storica squadra
che gioca nel campo di calcio
dell’Oratorio ormai da vent’anni.
Durante il passare degli anni la
squadra si è rinnovata anche se
qualche elemento “ha tenuto
duro” ed è rimasto legato alla
società, perché in ogni squadra CSI,
oltre al fattore agonistico, ciò che
forma l’elemento amalgamante è
l’amicizia che lega le persone che
compongono il gruppo ed i vari
gruppi tra di loro.
Luca

IL COMMERCIANTE
AMICO
SALUTE E BELLEZZA
Negozi di estetica e
profumeria
Come il settore della moda, il settore
bellezza ed estetica ruota attorno
all’importanza dell’immagine
della persona in particolare alla
cura corpo e del suo benessere in
ogni sua forma. Tra le categorie di
commercianti GROB, Gruppo Operatori
Bedizzolesi, trovano spazio tutti
gli esercizi che lavorano in questo
settore la cui esperienza e competenza
è frutto di anni di ricerca e
lavoro sul campo.
I negozi di estetica e profumeria
presenti a Bedizzole rappresentano
un confortevole spazio di vendita
ma non solo: uno spazio dove il
cliente può concedersi una pausa,
trovando sempre a sua disposizione
personale professionale e qualificato
pronto a seguirlo e consigliarlo
nell’acquisto. Vari sono i servizi proposti
dagli esercizi iscritti alla categoria:
dalla cura delle mani e dei
piedi, alla ricostruzione di unghie,
massaggi per il corpo, servizio solarium,
fino al taglio e alla cura del
capello nei vari saloni di parruc-
Dal campanile
pendono
nastri colorati
che ondeggiano
sul cielo azzurro
in armoniosa danza
leggero e incantato
lo sguardo
li segue
rapito
di Giovanni De Marco
chiera presenti sul territorio. Non è
solo un’occasione per rinnovare il
proprio look, ma un vero momento
di relax dalla frenesia quotidiana
per la donna e per l’uomo moderno.
Nel tempo, questa categoria si
è evoluta seguendo costantemente
le esigenze del consumatore:
dalla semplice assistenza e vendita
di profumi, creme e accessori
di bellezza, l’offerta si è adeguata
ai migliori centri benessere e salute
della provincia, offrendo consulenze
dettagliate per la pelle, per
il trucco e per il capello, con un
buon rapporto qualità prezzo. Ancora
una volta il negoziante GROB
si conferma come luogo ideale
non solo dove fare shopping, ma
luogo accogliente per prendersi
cura di se stessi sotto ogni aspetto.
Per essere sempre aggiornato sulle
iniziative, visita la pagina facebook
ufficiale del GROB - Gruppo Operatori
Bedizzolesi oppure il nuovo sito
online
www.operatori-bedizzolesi.com
8 ottobre 2011
Festa della Contrada
Cantrina
Vita della Comunità
ALCUNE RIFLESSIONI
sull’UTILIZZO
delle Strutture Parrocchiali
Abbiamo notato con
rammarico, che alcuni
(POCHI in verità)
utilizzano i vari ambienti
della Parrocchia,
o dell’Oratorio,
il parco il Mandorlo,
la casa del Pellegrino
arrivando e partendo
senza lasciare alcun segno
di gratitudine.
Siccome la “materia”
denaro è molto delicata
(soprattutto quando chi
ne parla è la Chiesa)
PER SCELTA non
abbiamo mai chiesto
a nessuno
esplicitamente
alcuna tariffa,
ma semplicemente
un’offerta.
L’offerta è, come dice la
parola stessa,
PURA LIBERALITA’
di chi la vuole fare.
Un contributo per sostenere
le spese della struttura, per
far sì che essa sia sempre
accogliente, pulita, ordinata,
è in ogni caso gradita,
(saremmo ipocriti se
dicessimo il contrario).
È però un segno di
solidarietà e gratitudine
verso chi ospita.
Ci sono spese che vengono
sostenute per esempio
l’elettricità, in inverno il
riscaldamento, il materiale
per pulizie, l’acqua …ecc.
Quindi:
RINGRAZIANDO DI CUORE
CHI E’ GENEROSO E
SENSIBILE NEL COMPRENDERE
QUESTO ARGOMENTO,
LASCIAMO RIFLETTERE
ANCHE CHI,
CON LEGGEREZZA,
CONSIDERA TUTTO
COME DOVUTO.
Grazie per l’attenzione!
vita nostra
29

Anagrafe Parrocchiale
Sono nuovi figli di Dio
Bonacina Elisa di Daniele e Baruzzi Sonia
Della Noce Rosa di Loris e Trevisan Luisa
Bazoli Leonardo di Matteo e Tagliani Elisa
Cottini Arianna di Michele e Pigolotti Daniela
Arici Martina di Roberto e Cocchi Simona
Filippini Giulia di Eric e Gaeta Ilaria
Patuzzo Isabella di Sergio e Podavini Simona
Bianchera Alessio di Giuliano e Gasparini Moira
Scaroni Samuele di Maurizio e Bonometti Sonia
Pasquinelli Emanuele di Antonio e Fantozzi Daura
Pardo Amelia di Giuseppe e Bigoli Francesca
Bertoli Riccardo di Roberto e Ambrogio Claudia
Bertini Fabio di Nicola e Sassi Alessia Luisa
Grazie per ogni gesto di generosità
Offerte dal 1 settembre al 31 ottobre
Offerte settimanali
Candele
Battesimi
Funerali
Matrimoni
Stampa Cattolica
Giornata Missionaria
Mondiale (raccolta nelle
varie chiese)
Torte e bancarella del libro
30 vita nostra
4.096,19
1.124,17
850,00
350,00
1.500,00
37,10
3.166,70
720,00
GIANFRANCO
Piazza V. Emanuele II, 13
BEDIZZOLE (BS)
MACELLERIAPASETTI
Tel. 030 674456
Offerte Pro Opere Parrocchiali
1° domenica di settembre
1° domenica di ottobre
N.N.
N.N.
S.F.
N.N.
Visita Famiglie
Fanfara
Si sono sposati
nel Signore
Bottarelli Fabio e Viviani Alessandra
Venturoli Alessandro e
Trvetanova Takanova
Orlini Marco e Cane Vanessa
Serafini Marco e Beltrami Claudia
Bertini Nicola e Sassi Alessia Luisa
571,64
1.287,97
50,00
1.000,00
1.000,00
50,00
100,00
100,00
Antica Trattoria
Loc. Bettoletto
“Al Mulino”
specialità di pesce
Sono tornati alla Casa del Padre
Valenti Umberto di anni 81
Sekyera Richard Kwasi di anni 33
Arrighini Paolina di anni 67
Bondoni Luciano di anni 47
Bocchio Andrea di anni 90
Capretti Vincenzo di anni 77
Chiarini Bortolo di anni 89
Guido Ciro di anni 80
Se desideri fare un’offerta
per la ristrutturazione dell’Oratorio
le coordinate bancarie
sono le seguenti:
Banca di Credito Cooperativo
IT15V0837954080000000008383
UBI BANCO DI BRESCIA
IT44T0350054080000000001350
Personalizziamo: Biglietti Augurali - Calendari - Planning - Blocchi - Poster Augurali
TAGLIANI
RINALDO

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