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La Barriera, che è invece di un’altra generazione, usa stivali<br />

sempre con <strong>il</strong> tacco alto, a causa dell’elevata statura<br />

morale, ma sobri e più confacenti all’habitus e non dico<br />

altro….<br />

Il Verdiani invece mi garberebbe<br />

vedello in abito da sera, con i baffi<br />

ben curati e gli stivali non so<br />

come… all’Amorini, invece, che è<br />

talmente riservato, non si sono mai<br />

viste le scarpe, i piedi sono quasi ritirati,<br />

tanto che si pensa nemmeno<br />

che non indossi calzature...<br />

Mentre alla Paola, la segretaria<br />

- quella vestita di verde, non<br />

quell’altra tracagnotta della Gisella<br />

-, volendo volutamente assumere<br />

un prof<strong>il</strong>o minimalista, un giorno di<br />

neve l’ho sborniata con un paio di<br />

Anzitutto vorrei ringraziare la Vostra redazione di Orizzonti<br />

a concedermi uno spazio <strong>per</strong> esprimere questa<br />

mia testimone es<strong>per</strong>ienza di un disagio, un malessere<br />

che ti condiziona la vita e che affligge molte altre <strong>per</strong>sone che<br />

soffrono come me di questa malattia.<br />

È “l’ansia”, la malattia dei nostri giorni e<br />

quando riesco a passare un <strong>per</strong>iodo in cui l’ansia<br />

mi è lontana e quando <strong>il</strong> mio respiro diventa<br />

di nuovo profondo, allora sono felice, non<br />

chiedo di più alla vita.<br />

Poi accade di nuovo e mi sento delusa, affranta;<br />

ci siamo ancora! Allora mi dico: non ci sono<br />

riuscita nemmeno questa volta!<br />

Mi sento come una drogata che vuole la sua<br />

dose <strong>per</strong> farsi ancora del male, <strong>il</strong> respiro si fa<br />

corto, <strong>il</strong> pensiero fisso; non ci sono necessariamente<br />

motivi importanti, a scatenarla basta<br />

una causa anche banale, un pensiero sbagliato;<br />

arriva, mi prende alle spalle ed io cado di nuovo nella buca.<br />

È una terrib<strong>il</strong>e malattia, “<strong>il</strong> male invisib<strong>il</strong>e” lo chiamano, è<br />

diffic<strong>il</strong>e da curare, è un dolore sordo che mi porto dentro da<br />

ben dieci lunghi anni.<br />

Ho provato con i farmaci, con la psicoterapia, ma lei resiste<br />

ancora! Sono stanca, vorrei vivere questa mia vita in maniera<br />

normale, vorrei un po’ di serenità. È diffic<strong>il</strong>e lavorare, fare tut-<br />

PARLIAMO DI...<br />

scarpine tale e quali a quelle delle suore Campostrine che<br />

mi stanno di fronte di casa a Vicopisano, ma ella asserisce<br />

altresì di possederne di stivali, <strong>per</strong> quanto sia diffic<strong>il</strong>e<br />

crederlo…<br />

Oh! Valentino vestito di nuovo, come le<br />

brocche dei biancospini! Solo, ai piedini<br />

provati dal rovo porti la pelle de’ tuoi<br />

piedini; porti le scarpe che mamma ti<br />

fece, che non mutasti mai da quel dì, che<br />

non costarono un pìcciolo: in vece costa<br />

<strong>il</strong> vestito che ti cucì... (G. Pascoli)<br />

Se non la capite la poesia non ci posso<br />

fare niente…<br />

Madonna, anche questa volta mi tocca<br />

chiedere <strong>il</strong> <strong>per</strong>messo a ciascuno dei malcapitati<br />

sotto la mia penna <strong>per</strong> poter pubblicare!!!<br />

Saluti…<br />

UNA DRAMMATICA TESTIMONIANZA DI UNA NOSTRA<br />

LETTRICE: L’ANSIA, IL MALE DEI NOSTRI GIORNI<br />

to ciò che fa ogni <strong>per</strong>sona normalmente e combattere questo<br />

demonio. Mi hanno detto di accettarla anziché porgli resistenza;<br />

io ci provo quotidianamente ma non ci riesco o <strong>per</strong>lomeno<br />

anche cercando di accettarla, lei non se ne va!<br />

So che molte <strong>per</strong>sone provano quello che provo io, so che questo<br />

male è molto diffuso tra la gente, giovani<br />

e meno giovani, oggi che dobbiamo correre a<br />

dei ritmi sostenuti ogni santo giorno, oggi che<br />

è sempre più diffic<strong>il</strong>e trovare un po’ di tempo<br />

da dedicare a noi stessi.<br />

Mi spiace esprimere questa mia es<strong>per</strong>ienza<br />

senza firmare questa lettera <strong>per</strong>ché non mi<br />

vergogno della mia malattia, inoltre sono una<br />

<strong>per</strong>sona a<strong>per</strong>ta, ma forse non è del tutto vero,<br />

forse dentro di me la vivo come una sconfitta.<br />

Non avrei mai creduto potesse capitarmi,<br />

quando sentivo parlare di ansia e depressione<br />

pensavo: a me non capiterà mai! Con tutto<br />

quello che ho da fare: invece eccomi qua, è capitato proprio<br />

a me!<br />

S<strong>per</strong>o con tutte le mie forze di uscirne fuori, di farcela, di non<br />

soffrire più così tanto.<br />

S<strong>per</strong>o che <strong>il</strong> mio respiro ritorni ad essere profondo. S<strong>per</strong>o di<br />

non smettere mai di credere che la vita è bella comunque!<br />

Firmato “una donna”<br />

Maggio 2012 - n. 40 - Orizzonti - 13

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