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Gds_3 Anno 2011 - Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia

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che <strong>dei</strong> domini Maghrebi<strong>di</strong> esterni Panormide ed Imerese-Sicano.<br />

Le successioni mesozoico-neogeniche si presentano<br />

ripetute per deformazioni tettoniche. Le successioni<br />

numi<strong>di</strong>che costituiscono le Unità Maragone (più profonda)<br />

e quella Monte Salici-Monte Castelli (più elevata).<br />

Le successioni sicili<strong>di</strong> invece costituiscono tre<br />

unità tettoniche principali, che a partire dalla più profonda<br />

sono l’Unità Monte Soro, l’Unità <strong>di</strong> Nicosia e<br />

l’Unità <strong>di</strong> Troina.<br />

Le unità tettoniche sono state messe in posto a partire<br />

dall’Oligocene, secondo una progressione in<br />

sequenza dai settori più interni verso quelli esterni. A<br />

partire dal Miocene sup.-Pliocene inf., le unità tettoniche<br />

sono state <strong>di</strong>slocate e riorientate da fasci <strong>di</strong> faglie<br />

a varia tipologia <strong>di</strong> rigetto ed orientazione. Sono stati<br />

riconosciuti tre sistemi principali ad andamento NO-<br />

SE, NE-SO ed O-E, ad alto angolo, che più delle vecchie<br />

strutture plicative controllano la recente evoluzione<br />

<strong>dei</strong> rilievi.<br />

A partire dalle unità tettoniche geometricamente più<br />

elevate, affiorano:<br />

UNITÀ SICILIDI:<br />

• Flysch <strong>di</strong> Reitano. Arenarie arkosiche rosso-giallastre,<br />

gradate, con intercalazioni <strong>di</strong> peliti e marne<br />

ver<strong>di</strong>. Sparse canalizzazioni <strong>di</strong> conglomerati e livelli<br />

<strong>di</strong> slumps. Conglomerati poligenici in banchi plurimetrici<br />

<strong>di</strong> colore rosso bruno ad elementi eterometrici<br />

arrotondati. Verso l’alto sono frequenti le canalizzazioni<br />

conglomeratiche ad elementi prevalentemente<br />

carbonatici. Spessore variabile da pochi metri<br />

a più <strong>di</strong> 200 metri (Bur<strong>di</strong>galiano inf.-Langhiano).<br />

• Flysch <strong>di</strong> Troina-Tusa. Marne grigie e calcari marnosi<br />

pluridecimetrici, con livelli calcarenitici e calciru<strong>di</strong>tici<br />

a macroforaminiferi. Arenarie micacee e<br />

siltiti. Spessore variabile da 200 metri a 300 metri<br />

(Miocene inf.).<br />

• Argille Varicolori. Argilliti policrome, con intercalazioni<br />

<strong>di</strong> siltiti micacee, calcareniti, quarzareniti e<br />

microconglomerati. Inclusi <strong>di</strong> argille varicolori cretacee.<br />

Alla base sono presenti intercalazioni <strong>di</strong><br />

marne, calcari marnosi, calcareniti e brecciole gradate<br />

a macroforaminiferi (Monte Pomiere). Spessore<br />

compreso tra 200 metri e 300 metri (Eocene-Oligocene).<br />

• “Argille Scagliose superiori”. Argille marnose e<br />

marne grigio-scure, a luoghi alternate a calcari marnosi<br />

grigi in strati centimetrici e calcareniti gradate.<br />

Verso l’alto sono presenti argilliti policrome ed arenarie<br />

arkosico-litiche. Spessore <strong>di</strong> circa 250-300<br />

metri (Cretaceo sup.?).<br />

• Flysch <strong>di</strong> Monte Soro. Argille e argille marnose<br />

alternate a calcari marnosi grigi, evolventi a torbi<strong>di</strong>-<br />

g<strong>di</strong>S<br />

3 • <strong>2011</strong><br />

settembre-<strong>di</strong>cembre<br />

ti argilloso-arenacee rappresentate da argilliti scure<br />

e quarzareniti feldspatiche grigio-verdastre. Lo<br />

spessore degli strati varia da 0.5 metri ad oltre un<br />

metro (Cretaceo inf.).<br />

• Unità <strong>di</strong> Nicosia. Argille varicolori con intercalazioni<br />

<strong>di</strong> calcilutiti e calcari marnosi, arenarie tufitiche,<br />

siltiti micaceee e quarzareniti a grana fine, passanti<br />

verso l’alto ad argille brune con intercalazioni<br />

<strong>di</strong> quarzareniti sormontate da un intervallo <strong>di</strong> marne<br />

silicee, calcari marnosi ed arenarie con clasti andesitici<br />

(Bur<strong>di</strong>galiano).<br />

UNITÀ NUMIDICHE:<br />

• Flysch Numi<strong>di</strong>co. Alternanza <strong>di</strong> argilliti e siltiti silicee<br />

marroni o nerastre e quarzareniti e quarzosiltiti<br />

grigie, talora in grossi banchi. Le porzioni argillitiche<br />

contengono a luoghi noduli limonitici e possiedono<br />

uno spessore variabile da qualche decimetro a<br />

qualche metro. Le quarzareniti possiedono uno<br />

spessore variabile da qualche decimetro a <strong>di</strong>verse<br />

decine <strong>di</strong> metri. La successione, sud<strong>di</strong>visibile nelle<br />

Unità <strong>di</strong> Monte Sambughetti e Monte Castelli, ha<br />

uno spessore <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse centinaia <strong>di</strong> metri (Oligocene<br />

sup.-Miocene inf.).<br />

DEPOSITI TARDOROGENI<br />

arenarie con intercalazioni <strong>di</strong> argille marnose<br />

(Flysch <strong>di</strong> Reitano, Bur<strong>di</strong>galiano-Serravalliano);<br />

calcareniti e calciru<strong>di</strong>ti (“Calcareniti <strong>di</strong> Rocca<br />

D’Armi”, Bur<strong>di</strong>galiano Superiore-Serravalliano);<br />

conglomerati poligenici (“Conglomerati <strong>di</strong> Caronia”,<br />

Bur<strong>di</strong>galiano sup.-Tortoniano inf.).<br />

Dominio Kabilo-Calabride<br />

Nei Monti Peloritani affiorano <strong>di</strong>verse unità tettoniche<br />

che costituiscono la porzione più meri<strong>di</strong>onale dell’Arco<br />

Calabro.<br />

I rapporti geometrici con i terreni affioranti nei settori<br />

più esterni e meri<strong>di</strong>onali della Catena <strong>Sicilia</strong>na<br />

(aree <strong>dei</strong> Monti Nebro<strong>di</strong>), dove affiorano le successioni<br />

terrigene sicili<strong>di</strong>, sono espresse da un lineamento<br />

tettonico noto come “Linea <strong>di</strong> Taormina”.<br />

Il settore peloritano, secondo le ricostruzioni più<br />

recenti (GIUNTA et al., 1998), corrisponde nel suo insieme<br />

ad una depressione della catena appennino-maghrebide,<br />

nella quale sono rappresentate le unità tettonostratigrafiche<br />

più elevate a vergenza meri<strong>di</strong>onale (dal<br />

basso verso l’alto):<br />

Unità Longi-Taormina: affiora nei settori frontali<br />

dell’elemento peloritano secondo un andamento<br />

NW-SE da S. Agata <strong>di</strong> Militello fino a Taormina; è<br />

costituita da un basamento epimetamorfico ricoperto<br />

da una successione se<strong>di</strong>mentaria meso-cenozoi-<br />

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