2-rel geologica.pdf - Comune di San Quirico d'Orcia

GEOSOL s.r.l.
Viale Europa 31
53100 Siena
Tel. 0577.44470
Fax 0577.222011
e-mail: studio@geosol.it
COMUNE DI SAN QUIRICO
Partita IVA IT 00707530523
CCIAA Siena n. 85428
Isc. Trib. Siena n.6345 Vol.8133
PIANO COMPLESSO DI INTERVENTO 1
PIANO ATTUATIVO AREE ADLER THERMAE ED EX SOLET
- FRAZIONE BAGNO VIGNONI -
*******
INDAGINE GEOLOGICA AI SENSI DELLA L.R. N°1 DEL 3/01/2005
COME DA REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DI CUI AL D.P.G.R.T. N°26/R DEL
27/04/2007
Committente:
Amministrazione Comunale di San Quirico d’Orcia
Siena, maggio 2011
GEOSOL s.r.l.
Dott. Geol. Mauro Cartocci
numero archivio:
4626

1. PREMESSA
La presente indagine geologica è redatta a supporto del Piano Complesso di Intervento
1 Adler Thermae - Ex-Solet: il Piano Complesso di Intervento assume valenza di Piano
Attuativo avendone tutte le caratteristiche previste dalle norme per l’attuazione, secondo
un’unica procedura. L’attuazione degli interventi previsti nel PCI è differenziabile per comparti
definiti; è possibile inoltre che, approvato il presente PCI/PA, si possa procedere
all’attuazione dei comparti in tempi differenziati e, ove consentito, secondo procedure distinte.
I comparti in oggetto sono quelli già delineati nella Scheda DPV 1 allegata al R.U.:
“Parte 1a Area Ex-Solet, Parte 1b Area Adler Thermae”: le due aree sono ubicate nella
frazione di Bagno Vignoni, all’interno del territorio comunale di San Quirico d’Orcia e sono
indicate nelle fig.1 e 2 allegate e nelle seguenti foto aeree.
Foto aerea dell’area Ex-Solet
Foto aerea dell’area Adler
4626
2

Legenda
AreaEx-Solet
AreaAdler
2
Comune di San Quirico d'Orcia
Bagno Vignoni
Estrattodellacarta d'Italia
Fig.1
8 Scala1:25.000

300
419.3
318.3
346.3
277.8
332.8
350
300
COROGLIE
295.2
284.5
250
Legenda
430.7
359.9
P. QUERCIOLE
323.7
235.7
400
261.2
261.9
FOSSONE
Area Ex-Solet
Area Adler
278.1
275.9
ORCIA
Comune di San Quirico d'Orcia
307.0
251.4
405.8
Il Poggione
286.8
266.8
435.9
384.4
372.2
366.4
408.2
253.2
P. SANT'ANNA
EX CAVA
311.0
DI TRAVERTINO
308.5
267.5
359.0
238.4
412.1
379.8
320.1
308.3
Bagno Vignoni
353.6
P. TASSINAIE
340.9
P. SANTA CATERINA
264.6
Corografia
323.8
339.0
336.6
241.4
276.8
VIGNALUNGA
377.8
265.0
Fig.2
299.0
250
270.5
305.7
338.8
319.5
375.6
337.1
309.4
BAGNO VIGNONI
305.6
300
300
322.9
PARCO
DEI MULINI
P. SAN PIETRO
COLO
389.2
278.7
244.6
327.0
244.9
314.0
MONTE
366.1
405.7
339.7
357.6
357.0
LE MONACHE
EX CAVA
DI TRAVERTINO
281.7
280.1
276.8
356.7
AMIATA
290.6
POGGIO
AL SOLE
342.6
1
357.3
249.9
339.5
265.2
336.5
276.3
L'OSTERIA
245.8
(N.323)
263.4
314.1
315.0
295.1
310.5
FOSSO
250.6
271.3
276.3
P. TRIBBIANO
8327.6
179
300
Scala 1:10.000
256.5
PODERINA

1.1 RIFERIMENTI LEGISLATIVI
La presente indagine è stata effettuata secondo quanto previsto dalle direttive tecniche
sulle modalità di esecuzione delle indagini geologiche previste dal Decreto del Presidente
della Giunta Regionale Toscana n°26/R del 27 aprile 2007 “Regolamento di attuazione
dell’art.62 L.R. del 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio) in materia di
indagini geologiche”.
Tale regolamento disciplina le direttive tecniche per le indagini atte a verificare la
pericolosità del territorio sotto il profilo geologico, idraulico, geomorfologico e sismico per
definire la classe di fattibilità delle previsioni in funzione della nuova destinazione di utilizzo
delle aree.
Per quanto riguarda gli aspetti sismici il Piano Complesso di Intervento in oggetto si
attiene al D.G.R.T. n°431 del 19 giugno 2006 in att uazione al D.M. del 14 settembre 2005 e
O.P.C.M. n°3519 del 28 aprile 2006.
L’intervento ricade interamente nel territorio sottoposto all’Autorità di Bacino del fiume
Ombrone. Sono state pertanto recepite tutte le indicazioni inerenti le pericolosità idrauliche e
per frana indicate dal Piano di Assetto Idrogeologico di bacino.
Si precisa che ai fini della valutazione geologico-tecnica a supporto del Piano
Complesso di Intervento in oggetto, si è fatto riferimento al P.S. ed al R.U. vigente del
Comune di San Quirico sia per quanto concerne il quadro conoscitivo che per la definizione
delle pericolosità (il Piano Strutturale del Comune di San Quirico è stato prodotto in
conformità alla Legge Regionale n. 1 del 3 gennaio 2005 - Norme per il governo del territorio,
come da Regolamento di attuazione di cui al Decreto del Presidente della Giunta Regionale
n. 26/r del 27 aprile 2007).
Facendo pertanto riferimento agli elaborati del P.S. ed il R.U. vigenti ed in base ai
risultati delle indagini geognostiche e geofisiche effettuate, è stata ottenuta la carta della
fattibilità relativa al PCI/PA.
Come si può evincere dalla fig. 3 allegata, le zone in studio ricadono in area sottoposta
a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D.L. n°3267 del 30/12/1923.
2. TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO
Il Piano Complesso di Intervento prevede il recupero dell’area Ex-Solet e l’ampliamento
del centro Termale Adler.
Le modalità insediative si concretizzeranno nel giusto rapporto tra nuove volumetrie e
forma del suolo. Nel caso dell’area Adler da questa premessa discendono le seguenti
prescrizioni:
• ricostituire una corretta morfologia dei luoghi, già caratterizzati dalla preesistenza di attività
di scavo, attraverso l’interramento di parte consistente della nuova edificazione e l’uso
estensivo di coperture verdi il più possibile in continuità con l’andamento del suolo;
• i nuovi edifici devono avere un collegamento e una contiguità funzionale con gli edifici
esistenti attraverso la connessione tramite percorsi sia tecnici che funzionali
completamente interrati, fatta eccezione per uscite di sicurezza a valle e prese d’aria e di
luce naturale o avvenire in ampliamento degli edifici esistenti;
• gli edifici devono essere progettati con materiali, forme e tipologie simili a quelle degli
edifici esistenti;
• la strada di servizio a monte del campo di edificazione rappresenta il margine Nord
dell’intervento, aldilà del quale si dovrà provvedere alla ricostruzione ordinata dei margini
boscati per ottenere la massima qualità paesaggistica nelle fasce di contatto tra edificato e
4626
3

300
419.3
318.3
346.3
277.8
332.8
350
300
COROGLIE
295.2
284.5
250
Legenda
430.7
359.9
P. QUERCIOLE
323.7
235.7
400
261.2
261.9
FOSSONE
Area Ex-Solet
Area Adler
278.1
275.9
ORCIA
Comune di San Quirico d'Orcia
307.0
251.4
405.8
Il Poggione
286.8
266.8
435.9
384.4
372.2
366.4
408.2
253.2
P. SANT'ANNA
EX CAVA
311.0
DI TRAVERTINO
308.5
267.5
359.0
238.4
412.1
379.8
320.1
308.3
Bagno Vignoni
Vincolo Idrogeologico - Regio Decreto 30 dicembre 1923, n.3267
Vincolo idrogeologico
Aree non sottoposte a vincolo idrogeologico
353.6
P. TASSINAIE
340.9
P. SANTA CATERINA
264.6
323.8
339.0
336.6
241.4
276.8
VIGNALUNGA
377.8
265.0
Fig.3
299.0
250
270.5
305.7
338.8
319.5
375.6
337.1
309.4
BAGNO VIGNONI
305.6
300
300
322.9
PARCO
DEI MULINI
P. SAN PIETRO
COLO
389.2
278.7
244.6
327.0
244.9
314.0
MONTE
366.1
405.7
339.7
357.6
357.0
LE MONACHE
EX CAVA
DI TRAVERTINO
281.7
280.1
276.8
356.7
AMIATA
290.6
POGGIO
AL SOLE
342.6
1
357.3
249.9
339.5
265.2
336.5
276.3
L'OSTERIA
245.8
(N.323)
263.4
314.1
315.0
295.1
310.5
FOSSO
250.6
271.3
276.3
P. TRIBBIANO
8327.6
179
300
Scala 1:10.000
256.5
PODERINA

4626
aree boschive esistenti;
• le camere previste potranno essere suddivise in due blocchi per minimizzare l’impegno di
suolo, nel rispetto dei limiti di altezza massima consentita;
• in conseguenza di ciò l’interramento dei volumi e l’uso di coperture verdi divengono
strumenti cogenti della progettazione;
• i collegamenti e gli spazi distributivi, se interrati con le caratteristiche di cui sopra, non
saranno computati come volume, mentre le restanti parti dell’edificato, se realizzate con
copertura verde in continuità con il terreno a sistemazione avvenuta, e con la superficie di
tre dei lati verticali coperta da terreno per almeno l’80%, saranno computate al 50% del
volume;
• ai fini dei contributi di cui all’art. 119 L.R. 1/2005, sarà considerato il volume edificato nella
sua totalità, anche se realizzato con i criteri di cui sopra.
Per l’area Ex Solet, ai fini della realizzazione del nuovo centro termale di ricettività a
basso costo e degli spazi aperti alla fruizione pubblica, si devono seguire, con l’eccezione già
trattata dell’altezza massima consentita, le indicazione e prescrizioni contenute nella Scheda
del DPV1.
Il recupero ambientale di detta area già industriale, dovrà avvenire attraverso una
progettazione di dettaglio che consideri anche i materiali esistenti (blocchi di travertino e
carro-ponte) da riusare, al fine di fare della nuova struttura un luogo di forte personalità e
accurata ambientazione.
Il materiale esistente, di provenienza dall’attività industriale, potrà essere riusato per la
maggiore integrazione ambientale delle parti estreme dell’intervento, ovvero i parcheggi di
attestazione del traffico veicolare e la zona per attività collettive organizzata intorno ad una
cava a cielo aperto, e più in generale per la sistemazione degli spazi esterni.
Le modalità insediative riguardanti l’area Ex Solet prevedono:
• la completa demolizione degli edifici esistenti;
• l’edificazione che segua uno sviluppo marcatamente lineare, con possibili arretramenti e
sfalsamenti rispetto alla strada esistente per consentire la creazione di una “zona filtro” e
l’allontanamento dalla strada stessa dei volumi che ospiteranno le camere;
• al piano terra saranno collocati i servizi generali per l’Ostello e per lo stabilimento termale,
prevedendo un’articolazione dei volumi che consenta permeabilità visiva e funzionale
verso il fiume Orcia;
• al piano primo saranno collocate le camere coi relativi servizi, i quali potranno avere zone
di attesa in modesti volumi a sbalzo (bow windows) sul fronte verso il fiume, come
rappresentato negli elaborati del progettista;
• corridoi e spazi distributivi dovranno essere posizionati sul fronte nord degli edifici, anche
per garantire la migliore esposizione delle camere;
• il centro termale sarà collocato al piano terra nel corpo Ovest del complesso, in continuità
con la vasca termale all’aperto;
• i volumi tecnici saranno ubicati sul lato Nord della strada esistente, andando a sostituire i
volumi esistenti;
• il carro-ponte potrà essere integrato funzionalmente con il nuovo complesso;
• è prevista la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale che si connetta con quello già
esistente in corrispondenza del ponte ricostruito.
4

3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO
Allo scopo di evidenziare le caratteristiche geologiche, sono stati eseguiti dei
rilevamenti di dettaglio che hanno interessato i siti in studio ed un'ampia area circostante: in
base a tale rilevamento, è stato individuato l’assetto lito-stratigrafico presente nell’area in
esame il quale corrisponde a quanto già individuato nel quadro conoscitivo del Piano
Strutturale Comunale (di cui se ne riporta un estratto qui di seguito).
Area Ex Solet - Estratto della carta geologica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Area Adler - Estratto della carta geologica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
In particolare, dall’alto verso il basso, in successione geometrica s’incontrano le
seguenti litologie:
4626
5

DEPOSITI CONTINENTALI RECENTI
Depositi alluvionali attuali (b)
La locale successione litostratigrafica dei terreni presenta nel fondovalle depositi alluvionali
recenti dovuti alle varie fasi di esondazione dei fossi e torrenti, i quali hanno inciso la
formazione limo-argillosa pliocenica sottostante depositandovi una coltre di materiale
alluvionale.
Tale coltre di materiale risulta costituita da alternanze di litotipi a granulometria variabile, con
stratificazione incrociata; infatti, si trovano livelli limo sabbiosi o limo argillosi, alternati a strati
con ciottoli e ghiaia, senza che vi sia una regolarità nei passaggi sia in senso verticale che
orizzontale (età Olocene).
Depositi alluvionali terrazzati (bn2)
Sono costituite dagli stessi tipi litologici dei depositi alluvionali recenti, vale a dire livelli di
sabbie limose talvolta inglobanti clasti di varia forma e dimensioni, con la differenza che sono
poste a quote superiori di quella del fondovalle, in quanto incise dai corsi d'acqua in seguito
al reinnescarsi dei processi erosivi (età Olocene).
DEPOSITI OLOCENICI
Travertini (f1)
Depositi calcarei travertinosi, affiorano in continuità sui versanti a sud di Vignoni fino al corso
del fiume Orcia. I travertini si sono deposti in tempi recenti (Olocene) al di sopra delle
formazioni della falda toscana. La deposizione avviene tutt’ora dalle acque termali provenienti
dalle sorgenti localizzate a monte e nel centro di Bagno Vignoni. Questi travertini mostrano
stratificazione pervasiva rimarcata anche da variazioni di colore, presenza di frequenti
inclusioni gassose e vacuoli e struttura prevalentemente concrezionale. I travertini localizzati
nella parte occidentale degli affioramenti, in prossimità delle cave presso il Poggione, hanno
struttura massiva e nelle porzioni basali presentano facies rossastre ricche in materiali
argillosi; localmente sono presenti facies brecciate con elementi di travertino di dimensioni
fino al metro. Questi aspetti caratterizzano principalmente gli affioramenti del Poggione.
Superficialmente i travertini si mostrano pedogenizzati e spesso ricoperti da una coltre
vegetale. Localmente si osservano anche fenomeni carsici superficiali.
DEPOSITI MARINI PLIOCENICI
Tale complesso è costituito da depositi marini del Pliocene inferiore che rappresentano il
prodotto di una ripresa di sedimentazione dopo la fine dei movimenti traslativi che
caratterizzarono l'ultima fase tettogenetica (Fase Tortoniana) nel versante tirrenico
dell'Appennino settentrionale e giacciono in discordanza sul Complesso delle formazioni di
facies Toscana.
Ciclo stratigrafico del Pliocene Inferiore
Sabbie ed arenarie gialle (PLIs)
Sono riuniti con questo nome gli affioramenti di sabbie, silt ed argille giallo ocra o grigie che si
trovano in prossimità del capoluogo comunale e nei versanti circostanti. La formazione in
questione è stata cartografata diffusamente nei bacini neogenici di Siena, Radicofani e Val di
Chiana. Poggiano direttamente sul substrato roccioso delle unità liguri (con le quali vengono
in contatto anche per faglia) o sugli altri depositi pliocenici. Si tratta di depositi marini di
ambiente costiero, più o meno compatti. In alcuni casi sono stati notati livelli più cementati
che localmente influenzano la morfologia producendo piccole balze e versanti scoscesi (dal
Pod. Colombaio verso Est fino al Pod. La Buca e ancora in direzione NE fino al Fosso della
Bandita). In questi casi si osservano gradazioni granulometriche ed orizzonti più coerenti
messi in risalto dall’erosione selettiva dei livelli meno coerenti (età Pliocene inf. - Zancleano).
4626
6

DOMINIO LIGURE
Unità di Santa Fiora - Formazione di Santa Fiora
Affiora diffusamente nel settore sud occidentale del comune di San Quirico. È costituita
prevalentemente da alternanze di argilliti e siltiti di colore grigio scuro marrone, spesso
manganesifere; le argilliti, prevalenti rispetto alle siltiti, hanno un colore grigio verdastro fino a
verde scuro in frattura fresca. Sono sempre stratificate con strati di spessore variabile da
pochi centimetri a 1,5 metri. A questi litotipi sono intercalate calcareniti grigio marroni gradate,
calcari a grana fine di colore nocciola, marne calcaree e calcari marnosi grigi. Si presentano
sempre estremamente tettonizzate, con frequenti variazioni nella giacitura e talvolta in
assetto caotico (età Cretacico sup. – Paleocene).
DOMINIO TOSCANO
Scaglia Toscana - Membro delle calcareniti di Dudda
Calcareniti e calcilutiti in alternanza ad argilliti e siltiti grigio marroni in quantità variabili (età
Cretaceo inf. – Paleocene).
In particolare le due aree interessate dal PCI sono interessate dal seguente assetto litostratigrafico
locale:
4626
• il perimetro del Piano Complesso di Intervento dell’area Ex-Solet ricade quasi
totalmente in area interessata dall’affioramento dei depositi alluvionali terrazzati,
tranne una piccola porzione dell’area SW nella quale affiorano le Calcareniti di Dudda
e parte dell’area settentrionale interessata dall’affioramento dei travertini;
• il perimetro del Piano Complesso di Intervento dell’area Adler ricade quasi totalmente
in area interessata dall’affioramento dei depositi travertinosi, tranne una porzione nord
dell’area che risulta interessata dall’affioramento dei flysch dell’Unità di Santa Fiora.
3.1 ELEMENTI LITOLOGICO-TECNICI DELLE FORMAZIONI AFFIORANTI
E’ stato riportato un estratto della carta litologico-tecnica del Piano Strutturale
Comunale vigente nella quale, indipendentemente dalla loro posizione stratigrafica e dai
relativi rapporti geometrici, vengono raggruppati i vari litotipi che presentano caratteristiche
tecniche comuni in base ai dati geologici di base ed ai rilevamenti di campagna effettuati.
I dati geologici ed i rilevamenti di campagna sono stati integrati con i dati di base dei
sondaggi eseguiti dallo scrivente nell’area Adler per la relazione geologico-tecnica del RU
comunale ed ubicate come riportato nella figura riportata nel precedente paragarfo. Tale
caratterizzazione permetterà una puntuale individuazione delle problematiche connesse ai
vari tipi di terreno, in funzione della scelta delle tipologie fondali.
Nelle zone Ex-Solet ed Adler, sono state rilevate le seguenti classi litotecniche:
Riporti ed accumuli di materiale inerte
E’ stata rilevata estesamente nell’area Ex-Solet soprattutto sotto forma di detriti travertinosi
derivanti dalla lavorazione del materiale.
A1 - Rocce massive da estremamente resistenti a resistenti
Con questa classe litotecnica si indicano rocce massive generalmente dotate di buone
caratteristiche geotecniche, che solo localmente possono subire alterazioni significative della
compagine rocciosa: esse interessano la maggior parte dell’area Adler e la zona Ex-solet
solo in piccola parte a nord.
B3 - Rocce con alternanze pelitico-lapidee
Rocce con alternanze lapidee e pelitiche molto subordinate, in bancate di spessore maggiore
di un metro ed estremamente resistenti nella porzione calcarea.
7

B4 - Roccia con alternanze pelitiche e lapidee molto subordinate
Rocce con alternanze lapidee e pelitiche molto subordinate, in bancate di spessore minore di
1.50 m, con consistenza da debole a molto debole nella frazione prevalente. Si tratta di rocce
estremamente fissili, i cui banchi calcarei tendono a rimanere sospesi qualora la componente
argillitica su cui poggiano venga alterata e rimossa.
E12 - Materiali granulari eterometrici non cementati o poco cementati
Terreni alluvionali terrazzati ed attuali. Lungo il Fiume Orcia sono costituiti prevalentemente
da materiale eterometrico, altrove prevale la frazione sabbiosa, limosa o argillosa.
4626
Area Ex Solet - Estratto della carta litotecnica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Area Adler - Estratto della carta litotecnica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
8

Il perimetro del Piano Complesso di Intervento Area Ex-Solet ricade quasi totalmente
in area interessata dalla presenza di materiali granulari eterometrici non cementati o poco
cementati ricoperti da terreni di riporto e accumuli di materiale inerte.
Il perimetro del Piano Complesso di Intervento Area Adler ricade quasi totalmente in
area interessata dalla presenza di rocce massive da estremamente resistenti a resistenti,
tranne una porzione dell’area nord, interessata dalla presenza di rocce con alternanze
pelitiche e lapidee molto subordinate.
4. CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E GEOMORFOLOGICHE
Dal punto di vista morfologico le zone in studio sono poste in vicinanza del nucleo
urbano di Bagno Vignoni, caratterizzato dall’affioramento di depositi travertinosi che sono
stati interessati nel tempo da cave per l’estrazione del materiale: per tale motivo la morfologia
collinare tipica ha subito in varie zone dei rimodellamenti dovuti proprio all’attività estrattiva.
In particolare, l’area Ex-Solet si trova in vicinanza del fondovalle in cui scorre il Fiume
Orcia in direzione circa nord-est sud-ovest: essa è posta ad una quota media di 251.4 m
s.l.m., ed è caratterizzata da un profilo morfologico sub-pianeggiante, con pendenze inferiori
al 5%; invece, l’area Adler è posta a nord-est di Bagno Vignoni, ad una quota media di 300 m
s.l.m. e possiede un profilo morfologico caratterizzato da una pendenza del 12%.
Le osservazioni di campagna non hanno evidenziato forme di erosione anomala da
parte delle acque superficiali né movimenti gravitativi in atto e/o paleofrane: l’area Ex-Solet è
bordata da una scarpata di erosione fluvuio-torrentizia che interessa i terreni di riporto
presenti, mentre nella zona dell’Adler sono presenti scarpate di origine antropica ed anche
qui sono presenti materiali di riporto più ad est (si vedano gli estratti delle carte
geomorfologiche del P.S. comunale qui di seguito riportati).
4626
Area Ex-Solet: Estratto della carta geomorfologica – Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
9

4626
Area Ex-Solet: Estratto della carta geomorfologica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
In particolare, sono stati evidenziati nei terreni presenti, le seguenti forme e processi
geomorfologici:
FORME E PROCESSI GRAVITATIVI
Versante o scarpata (stabile o potenzialmente instabile)
E' definita come una rottura di pendio, con aumento dell'acclività ed è legata al grado di
erosione dei terreni affioranti; si forma in prossimità di affioramenti costituiti da litotipi a bassa
erodibilità, per granulometria e/o per coesione.
FORME E PROCESSI DI DILAVAMENTO
Scarpata di erosione fluvio-torrentizia
Lungo il corso del fiume Orcia sono stati cartografati depositi di materiale alluvionale di varia
età depostosi a vari livelli di quota: vari cicli di deposizione prevalente o di erosione da parte
dei corsi d’acqua hanno generato successive deposizioni di materiale alluvionale, distinto in
terrazzi e delimitato da orli e scarpate di erosione.
FORME E PROCESSI ANTROPICI
Comprendono tutte le morfologie derivate da un modellamento artificiale dei versanti e gli
elementi antropici che sono diventati parte integrante del paesaggio, con scopi di sostegno o
contenimento dei pendii stessi.
10

Scarpata di origine antropica
E' definita come una rottura di pendio dovuta all’attività dell’uomo (per esempio a
sbancamenti, a fronti di escavazione, ad accumuli di materiali antropici, a terrazzamenti,
ecc….).
Terrapieni e materiali di riporto, dighe in terra
Con tale tipologia sono stati localizzati i riporti ed i terrapieni più importanti, realizzati sia allo
scopo di offrire la base per nuove edificazioni, sia per contenere a valle corpi idrici artificiali;
sono state inoltre indicate anche le opere di stabilizzazione e contenimento dei versanti.
5. CARATTERISTICHE IDROLOGICHE E IDROGEOLOGICHE
Sotto il profilo idrografico l'area in studio, la cui morfologia è tipicamente collinare, è
interessata da piccoli impluvi che drenano le acque di scorrimento superficiale convogliandole
nel corso d’acqua più prossimo di fondovalle, il Fiume Orcia che scorre a valle delle zone in
studio in direzione circa nord-est sud-ovest, senza generare particolari forme di erosione
anomala.
In particolare, i terreni in studio sono posti in aperta campagna e pertanto, la
sistemazione idraulico-agraria dei terreni limitrofi è costituita da fossetti e solchi temporanei di
normale regimazione agraria che, se sottoposti ad idonea manutenzione, permettono di
raccogliere e convogliare le acque di scorrimento superficiale negli impluvi di fondovalle.
Dal punto di vista idrogeoIogico, i travertini ed i depositi alluvionali presenti sono
caratterizzati da un grado di permebailità elevato, i primi relativamente alla presenza di zone
intensamente fessurate e fratturate, i secondi in relazione alla presenza di livelli aventi
granulometrie maggiori; inoltre, la locale successione stratigrafica vede la presenza al di sotto
di litotipi prevalentemente argillitici a cui si intercalano livelli lapidei calcarei e calcareo
marnosi, caratterizzati da una permeabilità bassa o medio bassa.
Questo favorisce la circolazione idrica sotterranea con formazione di falde acquifere
anche a modeste profondità dal p.c. attuale, soprattutto, in corrispondenza dei depositi
travertinosi.
Infatti, tutta l’area di Bagno Vignoni è sede di risalita e sfruttamento di acque termali: gli
affioramenti di formazioni calcaree della zona, oltre ad essere l’area di risalita dei fluidi
termali, costituiscono anche un importante bacino di alimentazione delle stesse falde termali
e risultano in diretta continuità idraulica con il Fiume Orcia.
Più in particolare, nelle zone in studio, come mostrano gli estratti della carta
idrogeologica del P.S. vigente qui di seguito riportati, è stata indicata la presenza di
formazioni idrogeologiche a medio-alta permeabilità, con rete acquifera in calcari fessurati a
basso indicie carsico e livelli piezometrici nei primi 50 m di profondità dal p.c. attuale; inoltre
nella zona dell’Ex-Solet è indicata la presenza di un livello superficiale di depositi alluvionali
aventi permeabilità elevata, in cui si possono formare falde acquifere libere in materiali
grossolani.
4626
11

4626
Area Ex-Solet: Estratto della carta idrogeologica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Area Adler: Estratto della carta idrogeologica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
5.1 VULNERABILITÀ DEGLI ACQUIFERI
Per quanto riguarda la vulnerabilità degli acquiferi, in base a quanto fin qui riportato, il
Piano Strutturale del Comune di San Quirico d’Orcia ha evidenziato la presenza delle
seguenti classi di vulnerabilità (si vedano gli estratti qui di seguito riportati della carta della
vulnerabilità degli acquiferi del P.S. vigente):
- Area Ex-Solet: la zona in studio possiede un grado di vulnerabilità elevato ed alto-elevato;
- Area Adler: la zona in studio possiede un grado di vulnerabilità alto-elevato.
12

4626
Area Ex-Solet: Estratto della carta della vulnerabilità degli acquiferi - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Area Adler: Estratto della carta della vulnerabilità degli acquiferi - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
5.2 VERIFICA DI COMPATIBILITÀ DEGLI INTERVENTI CON I PIANI DI ASSETTO IDROGEOLOGICO DI
BACINO
Di seguito si esegue la valutazione di compatibilità dei Piani attuativi con le indicazioni
del PTCP della Provincia di Siena relativamente al PTCP 2010 e del P.S. ed R.U. vigenti.
PTCP 2010 ADOTTATO IN MARZO 2010
Per quanto concerne la compatibilità degli interventi proposti con la tutela degli
acquiferi, si fa riferimento alla Disciplina del nuovo PTCP 2010 adottato ed in fase di
osservazione, in quanto le norme riportate nello strumento urbanistico comunale rimangono
valide unicamente per gli interventi edilizi diretti.
In materia di acquiferi, il PTCP 2010 adottato, è teso alla tutela degli acquiferi strategici
della Provincia di Siena (in particolare quelli dell’Amiata e della zona Monte
Maggio/Montagnola senese, che racchiudono risorse idropotabili fondamentali per la
provincia di Siena, nonchè quelli della dorsale Rapolano-M. Cetona, che costituiscono le aree
di ricarica dei sistemi termali) e dei corpi idrici sotterranei mediante discipline differenziate in
funzione del loro grado di vulnerabilità, nonché alla tutela delle aree di alimentazione delle
opere di captazione per uso idropotabile e termale.
Come visibile dalla figura sotto riportata, l’area dell’Ex-Solet interessata dal piano
attuativo è inserita in parte nelle aree a vincolo elevato ed in parte a vincolo medio e pertanto
è inserita nelle aree con Grado di Sensibilità 1 e 2, mentre per l’Adler è presente solo una
zona a vincolo elevato e pertanto è inserita in parte nelle aree con Grado di Sensibilità 1.
13

Nelle aree sensibili di classe 1 con vincolo elevato, al fine di tutelare gli acquiferi
strategici della provincia, il PTC 2010 prevede la seguente specifica disciplina (art. 10.1.2):
- i Comuni assicurano che vengano esclusi qualsiasi uso od attività in grado di generare,
in maniera effettivamente significativa, l’infiltrazione nelle falde di sostanze inquinanti
oppure di diminuire in modo significativo, ad esempio a causa di scavi, perforazioni o
movimenti di terra rilevanti, il tempo di percolazione delle acque dalla superficie
all’acquifero soggiacente;
- tra gli usi e le attività da ritenersi incompatibili con la tutela delle aree sensibili di classe 1
sono annoverati: la realizzazione di impianti di stoccaggio o trattamento rifiuti di qualsiasi
tipo con esclusione di isole ecologiche e aree di trasferimento, aree attrezzate comunali
per la raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani nei casi di comprovata necessità da far
constatare negli atti autorizzativi e impianti di recupero di rifiuti speciali non pericolosi da
demolizione e costruzione, eventualmente esercitati all’interno delle aree di cava per la
cui disciplina si rimanda al PAERP; la realizzazione di centri di raccolta, demolizione,
rottamazione di autoveicoli, di macchine utensili, di beni di consumo durevoli, anche
domestici; la realizzazione di attività comportanti l’impiego, la produzione o lo stoccaggio
di sostanze pericolose o radioattive, così come individuate dalla vigente normativa
nazionale e comunitaria, ivi comprese quelle sostanze che, in base alle loro
caratteristiche di tossicità, persistenza e bioaccumulabilità, possono essere ritenute tali;
la realizzazione di oleodotti e l’utilizzo di concimi chimi e fitofarmaci;
- nei corpi idrici superficiali ricadenti nelle aree sensibili di classe 1 o comunque ad esse
connessi, le caratteristiche qualitative delle acque devono rientrare, in tutte le condizioni
di portata, in quelle stabilite per le acque superficiali destinate alla produzione di acqua
potabile nella Tab. 1/A (classe A3) dell’Allegato 2 del D.Lgs. 152/06 (tale disposizione
non si applica nei casi in cui le caratteristiche qualitative delle acque eccedano i limiti per
dimostrate cause naturali);
- nei corpi idrici di cui sopra i depuratori di reflui urbani ed industriali sono dotati, se di
nuova realizzazione, di opere e di impianti accessori atti ad evitare il rischio di
inquinamento connesso al fermo impianti: tali opere ed impianti accessori sono realizzati
anche nei casi di ristrutturazione ed ampliamento dei depuratori esistenti, che comunque
devono essere adeguati in tal senso entro 3 anni dall'approvazione del piano;
- le pratiche colturali sono orientate alla prevenzione del dilavamento di nutrienti e
fitofarmaci, in applicazione del Codice di buona pratica agricola redatto dall’ARSIA:
nell’esercizio delle attività agricole è comunque da evitarsi lo spandimento di fanghi
provenienti da impianti di depurazione, mentre il quantitativo di effluente zootecnico
sparso sul terreno ogni anno, compreso quello depositato dagli animali stessi, non deve
superare l’apporto di azoto per ettaro, così come previsto dall’Allegato 7, Parte A IV del
4626
14

4626
D.Lgs. 152/06;
- negli insediamenti urbani e in ogni edificazione attuata sulla base dei PAPMAA in
territorio agricolo, sia come ristrutturazione o recupero, sia come nuova edificazione o
cambiamento di destinazione d’uso in abitativo e/o produttivo, ove ricadenti in aree
sensibili di classe 1, sono presi provvedimenti tesi a limitare l’infiltrazione di sostanze
inquinanti: le nuove fognature ed eventuali fosse biologiche sono alloggiate in manufatti a
tenuta ed ispezionabili; ovunque possibile, è da privilegiare il teleriscaldamento od il
riscaldamento a gas metano;
- come misura prudenziale non sono da prevedersi ulteriori carichi urbanistici interessanti
le aree sensibili di classe 1; eventuali previsioni dovranno comunque dimostrare, con
appositi specifici studi, la compatibilità con gli obiettivi di tutela, quali-quantitativa, di cui
alla presente disciplina;
- in tali zone, oltre alla adozione di misure tese ad evitare l’infiltrazione di sostanze
inquinanti, i comuni prevedono tipologie edilizie che non richiedano la realizzazione di
pali trivellati o di scavi profondi che creino vie preferenziali di infiltrazione dal suolo alle
falde sottostanti, escludendo da tale vincolo la parte pedologica superficiale di copertura
della roccia in posto e/o il riporto. In ogni caso, gli scavi non sono ammessi dove la
soggiacenza della falda è minore di 10 m dal piano campagna (fatto salvo quanto
stabilito precedentemente), mentre ove la soggiacenza sia maggiore di 10 m dal piano
campagna, è possibile effettuare scavi tali che la profondità della falda dal piano di
fondazione non risulti mai inferiore a 10 m e comunque in misura non superiore al 10%
della reale soggiacenza locale, fino ad un massimo di 5 m, comprensivi dello spessore di
suolo e/o riporto. Nel restante territorio, tutte le attività, anche produttive, avendo come
riferimento le condizioni topografiche naturali che prevedono escavazioni, sono da
ritenersi: - incompatibili per soggiacenza della falda minore o uguale a 10 m dal piano
campagna; - compatibili per soggiacenza della falda maggiore di 10 m, ma minore di 50
m dal piano campagna, qualora si prevedano interventi di escavazione che non superino
il 5% della reale soggiacenza locale; - compatibili per soggiacenza della falda maggiore
di 50 m, ma minore di 100 m dal piano campagna, qualora si prevedano interventi di
escavazione che non superino il 10% della reale soggiacenza locale; - compatibili per
soggiacenza della falda maggiore di 100 m, ma minore di 150 m dal piano campagna,
qualora si prevedano interventi di escavazione che non superino il 20% della reale
soggiacenza locale; - compatibili per soggiacenza della falda maggiore di 150 m, qualora
si prevedano interventi di escavazione che non superino il 30% della reale soggiacenza
locale.
P.S. ED R.U. VIGENTI
Per quanto riguarda l’erea Ex-Solet, il P.S. vigente individua la presenza delle classi di
sensibilità 1 e 2, mentre per quanto riguarda l’area dell’Adler interessata dagli interventi del
piano attuativo, in fase di R.U. è stato effettuato uno studio di dettaglio mediante i sondaggi
geognostici in seguito descritti, allo scopo di definire l’assetto stratigrafico dei terreni nell’area
del lotto PC1 (hotel Adler) in cui è prevista la realizzazione di nuove volumetrie comprendenti
anche locali interrati.
I sondaggi hanno escluso la presenza di formazioni geologiche sensibili con acquiferi in
diretta continuità idraulica con il complesso idrogeologico che alimenta le sorgenti di acque
termali di Bagno Vignoni, incontrando al contrario già in superficie dei terreni
prevalentemente argillosi impermeabili.
Di conseguenza, è stata cartografata con precisione in sede di R.U., l’attuale
estensione dei depositi travertinosi presenti ed è stato dimostrato che nell’area in studio sono
presenti nei primi 12 m di terreno, litotipi prevalentemente argillosi e limosi; le informazioni
raccolte hanno infine permesso di ridefinire il perimetro dell’area sensibile di classe 1 legata
15

all’affioramento di rocce calcaree estremamente vulnerabili escludendo da tale area parte del
terreno ricadente nella proprietà dell’hotel Adler (si veda la cartografia qui di seguito allegata).
4626
Area Adler: perimetrazione delle aree sensibili (R.U. di San Quirico d’Orcia)
Le indicazioni fin qui riportate, sono tese alla tutela degli acquiferi per evitare infiltrazioni
di sostanze inquinanti anche in termini di diminuzione del tempo di transito fra superficie e
falda acquifera, ad evitare sovrasfruttamenti della risorsa idrica sotterranea e intervenire con
opere di miglioramento sugli insediamenti esistenti sempre nel campo della protezione delle
falde acquifere.
Di conseguenza, in relazione alle classi di sensibilità degli acquiferi individuate, si
dovranno tenere in considerazione tutte le prescrizioni previste dalla disciplina delle NTA (Art.
131) del R.U. vigente: a tale proposito è rilevante far notare come tutti i nuovi interventi edilizi
previsti per l’Hotel Adler, siano localizzati esternamente alle zone sensibili di classe 1.
Per quanto riguarda invece l’area Ex-Solet, gli interventi di riqualificazione e/o
trasformazione previsti ricadono in parte in zone sensibili di classe 1 e pertanto essi sono
parzialmente condizionati dalla disciplina delle NTA (Art. 131) del R.U. vigente.
7. PIANO ASSETTO IDROGEOLOGICO DEL FIUME OMBRONE
Durante il presente studio è stata eseguita una valutazione sulla compatibilità degli
interventi in oggetto con quanto previsto dal Piano per l’Assetto Idrogeologico di Bacino del
Fiume Ombrone.
A tale proposito si allega un estratto della carta di adeguamento al PAI del Fiume
Ombrone per la pericolosità geomorfologica ed idraulica del vigente P.S. del Comune di San
Quirico d’Orcia: da tale cartografia si evince che soprattutto la zona dell’Ex-Solet, ma anche
quella dell’Adler, sono in parte interessate da aree con pericolosità geomorfologica elevata
per frana P.F.E. (frane inattive e quiescenti, soliflussi e reptazione intensa, aree
potenzialmente insatbili o aree a forte erosione), mentre non sono interessate da pericolosità
idraulica elevata o molto elevata (P.I.E. o P.I.M.E.).
16

Estratto della carta della pericolosità geomorfologica in adeguamento al PAI Ombrone – P.S. di San Quirico d’Orcia
8. PERICOLOSITA' GEOMORFOLOGICA
Per la valutazione della pericolosità geomorfologica, si fa riferimento all’adeguamento
del P.S. al Decreto n°26/R del 27 aprile 2007 del C omune di San Quirico d’Orcia (di cui se ne
riportano due estratti qui di seguito).
4626
Area Ex-Solet: Estratto della carta della pericolosità geomorfologica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Area Adler: Estratto della carta della pericolosità geomorfologica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
17

In particolare, nelle zone interessate dai Piani Attuativi, sono presenti le seguenti classi
di pericolosità geomorfologica:
• PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA MEDIA: CLASSE G.2
Sono aree in cui sono presenti fenomeni franosi inattivi stabilizzati (naturalmente o
artificialmente); aree con processi geomorfologici e caratteristiche litologiche-giaciturali dalla
cui valutazione risulta una bassa propensione al dissesto.
• PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA ELEVATA: CLASSE G.3
Sono aree in cui sono presenti fenomeni franosi quiescenti; aree con indizi di instabilità
connessi alla giacitura, all’acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali o
sotterraneee, nonché a processi di degrado di carattere antropico; aree interessate da intensi
fenomeni erosivi e di subsidenza.
In particolare, l’area Ex-Solet è interessata quasi interamente dalla classe di
pericolosità geomorfologica 3, tranne che in una zona centarle ed a nord-est in cui è persente
la classe di pericolosità geomorfologica 2; mentre, per l’area Adler è presente per la maggior
parte la classe di pericolosità geomorfologica 2 e per alcune piccole zone centrali e per l’area
ad est, è presente la classe 3.
9. RISCHIO IDRAULICO E PERICOLOSITA' IDRAULICA
Per quanto riguarda il rischio idraulico, come si evince dalle seguenti planimetrie, la
zona di piano attuativo dell’Adler essendo posta in alto morfologico, non è interessata da
zone esondabili, mentre, per quanto riguarda l’area dell’Ex-Solet, essendo prossima al corso
d’acqua del Fiume Orcia, è stata oggetto di uno studio idraulico-idrologico.
Tale studio, condotto dall’Ing. Paolo Vagaggini, ha individuato le aree allagabili per
piene con tempi di ritorno fino a 200 anni: le verifiche idrauliche effettuate hanno dimostrato
che “…non sussistono pericoli di esondazione perché l’alveo naturale è più che sufficiente a
contenere livelli di piena anche maggiori di quelli in ipotesi e che quindi la configurazione
attuale del corso d’acqua è ottimale e non comporta rischi per le aree adiacenti”.
4626
Estratto della carta delle aree allagabili - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Per la valutazione della pericolosità idraulica, si fa riferimento all’adeguamento del P.S.
al Decreto n°26/R del 27 aprile 2007 del Comune di San Quirico d’Orcia.
In particolare, nelle zone interessate dai Piani Attuativi, sono presenti le seguenti classi
di pericolosità geomorfologica (si vedano anche gli estratti qui di seguito riportati):
18

• PERICOLOSITÀ IDRAULICA BASSA - CLASSE 1
Aree collinari prossime ai corsi d’acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni:
a) non vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni;
b) sono in situazioni favorevoli di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a
2.00 m rispetto il piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda.
• PERICOLOSITÀ IDRAULICA MEDIA - CLASSE 2
Aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 200 anni < Tr ≤ 500 anni; fuori dalle
unità territoriali organiche elementari potenzialmente interessate da previsioni insediative ed
infrastrutturali, in presenza di aree non riconducibili agli ambiti di applicazione degli atti di
pianificazione di bacino ed in assenza di studi idrologici idraulici, rientrano in classe di
pericolosità media le aree di fondovalle per le quali ricorrano le seguenti condizioni:
a) non vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni;
b) sono in situazioni di alto morfologico rispetto alla pianura alluvionale adiacente, di norma a
quote altimetriche superiori a 2.00 m rispetto il piede esterno dell'argine o del ciglio di sponda
del corso d’acqua più vicino.
4626
Area Ex-Solet: Estratto della carta della pericolosità idraulica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Area Adler: Estratto della carta della pericolosità idraulica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
In particolare, l’area Ex-Solet è interessata interamente dalla classe di pericolosità
idraulica 2 ed è delimitata nella zona sud più prossima al fondovalle del Fiume Orcia da una
zona interessata dalla classe di pericolosità idraulica 3; mentre, per l’area Adler, essendo
posta in situazione di alto morfologico e quindi non interessata dalle dinamiche fluviali, risulta
caratterizzata dalla classe di pericolosità idraulica 1.
19

10. PERICOLOSITÀ SISMICA
Relativamente alla pericolosità sismica, come si può evincere dagli estratti del vigente
Piano Strutturale del Comune di San Quirico d’Orcia qui di seguito allegati, per le aree
oggetto dei piani attuativi risultano presenti le seguenti zone di possibili effetti di amplificazioni
o accentuazioni dovute al verificarsi di un sisma, individuate all’interno del Comune:
- Zona 2B: zone potenzialmente franose: pendii potenzialmente instabili, versanti acclivi su
materiale sciolto e scarpate con altezza minore di 10 m;
- Zona 4: zona con terreni particolarmente scadenti (riporti poco addensati, terrapiani);
- Zona 6: fronti in escavazione e/o ripristino ad alta pendenza, sia su materiali argillosi che su
materiali lapidei;
- Zona 9: zona con presenza di depositi alluvionali granulari e/o sciolti;
- Zona 12: zona di contatto tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche significativamente
diverse (zona di rispetto di 20 m).
Il Comune di San Quirico d’Orcia, in base al D.G.R.T. n°431 del 19 giugno 2006
“Riclassificazione sismica del territorio regionale: Attuazione al D.M. del 14 settembre 2005 e
O.P.C.M. n°3519 del 28 aprile 2006 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in data 11 maggio
2006", è stato confermato in Zona 3.
In particolare, le nuove norme tecniche indicano, in base al parametro ag=accelerazione
orizzontale ed all’accelerazione orizzontale massima convenzionale di ancoraggio dello
spettro di risposta elastico ag/g, quattro zone di cui le prime tre vengono suddivise in quattro
intervalli caratterizzati da differenze di accelerazione pari a 0.025g, mentre la quarta, visti i
bassi valori di accelerazione, non prevede ulteriori suddivisioni:
Zona Accelerazione con probabilità di
superamento pari al 10% in 50 anni
(ag)
4626
Accelerazione orizzontale massima convenzionale
di ancoraggio dello spettro di risposta elastico
(ag/g)
1 0.25 < ag ≤ 0.35 0.35g
2 0.15 < ag ≤ 0.25 0.25g
3 0.05 < ag ≤ 0.15 0.15g
4 ag ≤ 0.05 0.05g
La valutazione preliminare degli effetti locali ai fini di riduzione del rischio sismico
consente di rappresentare ed individuare qualitativamente gli elementi in grado di generare
fenomeni di amplificazione locale ed instabilità dinamica.
Di conseguenza, nelle aree in studio sono presenti le seguenti classi di pericolosità
sismica:
• CLASSE S2: PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE MEDIA
Zone con fenomeni franosi inattivi (zona 3), aree in cui è possibile amplificazione dovuta ad
effetti topografici (zone 6-7), zone con possibile amplificazione stratigrafica (zone 9, 10 e 11)
in comuni a media sismicità (zona 3) per le quali non occorre indicare condizioni di fattibilità
specifiche per la fase attuativa.
• CLASSE S3: PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE ELEVATA
Zone con terreni di fondazione particolarmente scadenti (zona 4) che possono dare luogo a
cedimenti diffusi e zone con possibile amplificazione per effetti stratigrafici (zona 9), per le
quali occorrono adeguate indagini geotecniche e geofisiche che definiscano in modo
dettagliato i litotipi sepolti.
20

4626
Area Ex-Solet: Estratto della carta della pericolosità sismica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
Area Adler: Estratto della carta della pericolosità sismica - Piano Strutturale di San Quirico d’Orcia
In particolare, l’area Ex-Solet è interessata quasi interamente dalla classe di
pericolosità sismica 3 in relazione alla presenza di zone 2B potenzialmente franose e di zone
4 con terreni particolarmente scadenti ed in minor parte da pericolosità sismica 2 a nord in
relazione alla presenza di zone 9 con presenza di depositi alluvionali granulari e/o sciolti;
mentre, per quanto riguarda l’area Adler, è interessata solo in parte da pericolosità sismica 3.
11. DATI GEOGNOSTICI AREA ADLER E MODELLO GEOLOGICO
21
Nell’area dell’Adler è stata
realizzata una campagna geognostica
per l’individuazione delle caratteristiche
litotecniche dei terreni affioranti, al fine
di ricostruire le caratteristiche
stratigrafiche e geotecniche dei terreni
oggetto di piano attuativo: in particolare
nel febbraio 2009 sono stati realizzati n.
5 sondaggi geognostici.
L’ubicazione di tali sondaggi è
indicata nella precedente planimetria,
mentre le stratigrafie e le relative
documentazioni fotografiche sono
allegate in copia e qui di seguito
riassunte:

Sondaggio n. 1 (codice P.S. 200901)
Profondità in metri Descrizione litologia
4626
0.00 0.40 Terreno vegetale alterato
0.40 2.30 Limo argilloso marrone scuro
2.30 2.90 Limo argilloso marrone scuro con clasti eterometrici di travertino
2.90 4.00 Argilla limosa gialla con clasti eterometrici di travertino
4.00 7.00 Argilla limosa marrone
7.00 10.10 Argilla rossastra
10.10 10.90 Argilla marrone scura-nera
10.90 12.00 Argilla marrone scura nera con breccia calcarea
Sondaggio n. 2 (codice P.S. 200902)
Profondità in metri Descrizione litologia
0.00 1.90 Limo argilloso marrone chiaro
1.90 3.10 Limo argilloso marrone chiaro alterato con clasti eterometrici di travertino
3.10 4.80 Limo argilloso marrone chiaro-ocra
4.80 5.20 Calcare grigio litoide con vene di calcite
5.20 5.50 Limo argilloso marrone con elementi litoidi
5.50 10.00 Limo sabbioso argilloso grigio con clasti eterometrici
Sondaggio n. 3 (codice P.S. 200903)
Profondità in metri Descrizione litologia
0.00 2.10 Argilla limosa marrone
2.10 3.50 Limo argillosos marrone chiaro-ocra
3.50 4.00 Sabbia marrone chiaro-ocra
4.00 4.60 Limo sabbioso marrone chiaro-ocra con clasti di travertino
4.90 5.00 Limo argilloso ocra
5.00 5.60 Clasti grossolani litoidi in matrice limo-sabbiosa
5.60 9.10 Limo sabbioso marrone chiaro-ocra con rari clasti eterometrici
9.10 10.00 Limo argilloso grigio scuro con elementi litoidi centimetrici
Sondaggio n. 4 (codice P.S. 200904)
Profondità in metri Descrizione litologia
0.00 2.10 Limo sabbioso marrone
2.10 4.10 Argilla limosa grigia
4.10 4.30 Calcare grigio lapideo
4.30 7.00 Limo argilloso grigio con clasti eterometrici
7.00 7.15 Calcare grigio lapideo
7.15 7.90 Limo argilloso grigio con clasti eterometrici
7.90 8.10 Breccia grossolana grigia
8.10 10.00 Limo sabbioso grigio con clasti litoidi eterometrici
22

Sondaggio n. 5 (codice P.S. 200905)
Profondità in metri Descrizione litologia
4626
0.00 6.20 Limo argilloso marrone con inclusi clasti brecciformi di dimensioni centimetriche
6.20 10.00 Argilla limosa grigia
MODELLO STRATIGRAFICO DEI TERRENI AREA ADLER
In base ai sopralluoghi di campagna effettuati ed ai sondaggi geognostici realizzati in
corrispondenza dell’area Adler da ampliare, è stato possibile individuare la seguente
successione stratigrafica di massima dei terreni presenti:
- presenza di un primo livello costituito da terreno vegetale e limo argilloso di colore
marrone da scuro a chiaro-ocra con inclusi clasti eterometrici calcarei, avente uno
spessore variabile da un minimo di 2.10 m ad un massimo di 6.20 m;
- substrato costituito da argilla limosa di colore da marrone-rossastro a grigio scuro, con
livelli centimetrici e decimetrici di calcare grigio litoide ed alternanze con livelli
decimetrici di limo sabbioso con clasti eterometrici, presente al di sotto del precedente
livello fino alla massima profondità indagata di 12.00 m dal p.c.
Nell’area in studio non è stata riscontrata la presenza di acqua fino alla massima
profondità investigata di 12.00 m dal p.c.
12. DATI GEOFISICI
Nelle aree di piano attuativo è stata eseguita dalla ditta Lpgeognostica, un’indagine
geofisica di tipo MASW per la determinazione delle caratteristiche sismiche dei terreni
presenti, aventi una lunghezza di 47.00 m per la Ex-Solet e di 36.00 m per l’Adler, la cui
ubicazione è riportata nella seguente planimetria.
SISMICA CON ONDE SUPERFICIALI
Tra i diversi metodi di investigazione della metodologia di propagazione delle onde
sismiche nel suolo, il M.A.S.W. rappresenta una metodologia tra le più efficaci in rapporto
volumi investigati/facilità d’uso.
Il metodo, di tipo non invasivo con sorgente attiva, permette la caratterizzazione
elastica del terreno nel semispazio inferiore mediante l’analisi della dispersione del segnale
sismico immesso ad un tempo t. L’energizzazione è generalmente data da una massa
impattante sul terreno o mediante l’uso di un fucile sismico. L’energizzazione artificiale
sviluppa onde elastiche di volume (onde compressionali P e di taglio S) e onde di superficie
23

(onde Rayleigh, generate sempre in ambito compressivo e con rotazione ellittica con verso
retrogrado, e onde Love capace della deformazione sempre in ambito di taglio). Di queste si
utilizzano prevalentemente le onde di Rayleigh.
E’ dimostrato che esiste un rapporto tra le onde di Rayleigh e le onde di taglio circa Vs
= 1.1 Vr con Vs = onde di taglio e Vr = onde di Rayleigh. Mediante l’analisi dell’andamento
della curva di dispersione si può, definendo la curva dei massimi spettrali, risalire alla velocità
di rotazione delle onde di Rayleigh considerando che, per la conservazione della quantità di
moto, allontanandosi dalla sorgente lo spettro del segnale si posta verso frequenze più basse
e velocità di rotazione maggiore. Si può, in prima approssimazione, considerare che si
generino treni d’onda che hanno via via raggio crescente allontanandosi dalla sorgente verso
i geofoni più distanti. Da questa considerazione di massima deriva che con la generazione di
treni d’onda a differente frequenza si possono investigare terreni con proprietà
elastomeccaniche differenti a profondità crescenti.
Alcune proprietà in campo elastico (ovvero piccole deformazioni quali 10 -2 – 10 -4 cm)
trovano valida correlazione con i valori delle onde di taglio. L’indagine M.A.S.W. si sviluppa
mediante una stesa sismica parimenti a quella di un rilievo di rifrazione ma con
l’energizzazione ad uno, od entrambi, gli estremi dello stendimento.
La distanza tra i vari geofoni è utile tra 1 e 4 m. Generalmente si intende l’uso di 12 o
più geofoni anche se, in particolari condizioni, si possono ottenere buoni risultati con l’uso di
un numero di geofoni inferiore. Si ricordi, allo scopo, che il M.A.S.W. rappresenta uno
sviluppo multicanale dell’indagine S.A.S.W., svolta con una singola coppia geofonica e
successive energizzazioni via via più distanti. La distanza tra la stesa geofonica e
l’energizzazione (shot) è generalmente pari alla distanza intergeofonica ma si può, al fine di
raggiungere profondità crescenti, provvedere ad incrementare la distanza tra lo shot e
l’estremo della stesa geofonica.
La facilità esecutiva pone il M.A.S.W. come una metodologia efficace nella valutazione
dello sviluppo verticale 1D delle caratteristiche elastomeccaniche mediante una registrazione
di un evento in ambito 2D. Spostando la stesa geofonica di “n” geofoni si può realizzare una
sezione Vs in 2D come somma di valutazioni 1D.
E’ ancora da considerare che l’applicazione dell’analisi multispettrale necessita di
stratificazione piano-parallela rispetto alla superficie topografica, o comunque inclinazione
degli strati non superiori al 5%. Analogamente anche lo sviluppo della stesa sismica deve
essere svolto su superficie topografica a pendenza costante. Al fine di minimizzare l’errore è
consigliata l’elaborazione congiunta degli shot coniugati. Laddove si riesca a raggiungere la
profondità utile, si può considerare la definizione della categoria di suolo di fondazione
mediante la misura della velocità sismica delle onde di taglio equivalente ai primi 30 m dal
piano fondazione.
STRUMENTAZIONE E METODOLOGIA UTILIZZATA
Per la realizzazione dell’indagine sismica MASW, sono stati utilizzati i seguenti
strumenti:
4626
- Sismografo DoReMi SARA.pg a 16 bit;
- Numero di canali 24
- Geofoni 4.5 Hz SARA.pg
- Energizzazione per Masw Massa battente (mazza da 10 kg)
Sono stati disposti i geofoni da 4.5 Hz sul terreno e quindi si è effettuato
l’energizzazione tramite massa battente da 10 kg; sono state effettuate registrazioni di 2.00
sec.
L’analisi ed interpretazione delle tracce è avvenuta tramite software freeware Geopsy; i
24

isultati ottenuti dal MASW eseguito sono riportati nei grafici qui di seguito.
AREA EX-SOLET
4626
Phase-velocity (m/s)
Depth (m)
0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0 45.0 50.0
1200.0
1100.0
1000.0
900.0
800.0
700.0
600.0
500.0
400.0
300.0
200.0
100.0
0.0
0.0
2.0
4.0
6.0
8.0
10.0
12.0
14.0
16.0
18.0
20.0
22.0
24.0
26.0
28.0
30.0
32.0
34.0
36.0
Dispersion curve : tot.dat
Frequency (Hz)
0.0 50.0 100.0 150.0 200.0 250.0 300.0 350.0 400.0 450.0 500.0 550.0 600.0 650.0 700.0 750.0 800.0 850.0 900.0 950.0 1000.0
S-velocity model : tot.dat
Average Vs 30m = 457.5 m/s
S-velocity (m/s)
L’investigazione ha ottenuto un valore di Vs30 è pari a: Vs30 = 457.5 m/sec.
25

AREA ADLER
4626
Phase-velocity (m/s)
0.0 5.0 10.0 15.0 20.0 25.0 30.0 35.0 40.0 45.0 50.0
800.0
700.0
600.0
500.0
400.0
300.0
200.0
100.0
0.0
Depth (m)
Dispersion curve : tot.dat
0.0
2.0
4.0
6.0
8.0
10.0
12.0
14.0
16.0
18.0
20.0
22.0
24.0
26.0
28.0
30.0
32.0
34.0
36.0
Frequency (Hz)
0.0 50.0 100.0 150.0 200.0 250.0 300.0 350.0 400.0 450.0 500.0 550.0 600.0
S-velocity model : tot.dat
Average Vs 30m = 393.8 m/s
S-velocity (m/s)
L’investigazione ha ottenuto un valore di Vs30 è pari a: Vs30 = 393.8 m/sec.
26

STIMA DELLA CATEGORIA DI SOTTOSUOLO
Le Norme Tecniche (D.M. 14/01/2008 “Norme Tecniche per le costruzioni”), in relazione
alla possibile amplificazione sismica per effetti litologici, indicano delle categorie di sottosuolo
di riferimento per la definizione dell’azione sismica di progetto.
Il parametro basilare per questa caratterizzazione è indicato nella velocità delle onde di
taglio mediate sui primi 30 m di terreno (Vs30); Vs30 è la velocità media di propagazione entro
30 m di profondità delle onde di taglio e viene calcolata con la seguente espressione:
4626
Vs30 = 30
∑i=1,n (hi/Vi)
dove hi e Vi indicano lo spessore in metri e la velocità delle onde di taglio dello strato iesimo
per un totale di n strati presenti nei 30 m superiori.
I profili stratigrafici, definiti in relazione alle loro caratteristiche di spessore e di rigidezza
che determinano l’amplificazione del moto sismico superficiale rispetto a quello indotto alla
loro base, sono così indicati:
CATEGORIA A: Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori
di Vs30 superiori a 800 m/sec, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di
alterazione, con spessore massimo pari a 3 metri.
CATEGORIA B: Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o
terreni a grana fine molto consistenti, con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da
un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30
compresi tra 360 m/sec e 800 m/sec (ovvero Nspt,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 >
250 kPa nei terreni a grana fine).
CATEGORIA C: Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a
grana fine mediamente consistenti, con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un
graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30
compresi tra 180 m/sec e 360 m/sec (ovvero 15 < Nspt,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70
< cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fine).
CATEGORIA D: Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a
grana fine scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da un
graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 <
180 m/sec (ovvero Nspt,30 < 15 nei terreni a grana grossa e cu,30 < 70 kPa nei terreni a grana
fine).
CATEGORIA E: Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m,
posti sul substrato di riferimento (con Vs30 > 800 m/sec).
CATEGORIE AGGIUNTIVE DI SOTTOSUOLO
CATEGORIA S1: Depositi di terreni caratterizzati da valori di Vs30 < 100 m/sec (ovvero 10 <
cu,30 < 20 KPa), che includono uno strato di almeno 8 metri di terreni a grana fine di bassa
consistenza, oppure che includono almeno 3 metri di torba o di argille altamente organiche.
CATEGORIA S2: Depositi di terreni suscettibili di liquefazione, di argille sensitive o qualsiasi
altra categoria di sottosuolo non classificabile nei tipi precedenti.
La resistenza penetrometrica dinamica equivalente Nspt,30 è definita dalla seguente
espressione:
Nspt,30 = [ ∑i=1,M (hi) ] / [ ∑i=1,M (hi/Nspt,i) ]
La resistenza non drenata equivalente cu,30 è definita dalla seguente espressione:
Cu,30 = [ ∑i=1,K (hi) ] / [ ∑i=1,K (hi/Cu,i) ]
27

Come precedentemente riportato, in base alle indagi geofisiche effettuate, si è ottenuto
i seguenti valori di Vs30:
4626
- zona Ex-Solet Vs30 = 457.5 m/sec;
- zona Adler Vs30 = 393.8 m/sec.
In base a ciò, i terreni in studio appartengono alla seguente categoria di suolo di
fondazione:
CATEGORIA B: Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o
terreni a grana fine molto consistenti, con spessori superiori a 30 metri, caratterizzati da
un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30
compresi tra 360 m/sec e 800 m/sec (ovvero Nspt,30 > 50 nei terreni a grana grossa e cu,30 >
250 kPa nei terreni a grana fine).
13. FATTIBILITA' E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Sulla base di quanto fin qui riportato, in ottemperanza al Decreto del Presidente della
Giunta Regionale n°26/R del 27 Aprile 2007 ed in fu nzione della destinazione d’uso prevista,
si attribuisce agli interventi in progetto del Piano Complesso di Intervento le seguenti classi di
fattibilità:
AREA EX-SOLET
• CLASSE DI FATTIBILITÀ F.3 - FATTIBILITÀ CONDIZIONATA
Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali, ai fine dell’individuazione
delle condizioni di compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità riscontrate, è
necessario definire la tipologia degli approfondimenti di indagine da svolgersi in sede di
predisposizione dei progetti edilizi.
AREA ADLER
Area Ex-Solet: Estratto della carta della fattibilità - Piano Strutturale di San Quirico
• CLASSE DI FATTIBILITÀ F.1 - FATTIBILITÀ SENZA PARTICOLARI LIMITAZIONI
Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali non sono necessarie
28

prescrizioni specifiche ai fini della valida formazione del titolo abilitativo all’attività edilizia.
• CLASSE DI FATTIBILITÀ F.3 - FATTIBILITÀ CONDIZIONATA
Si riferisce alle previsioni urbanistiche ed infrastrutturali per le quali, ai fine dell’individuazione
delle condizioni di compatibilità degli interventi con le situazioni di pericolosità riscontrate, è
necessario definire la tipologia degli approfondimenti di indagine da svolgersi in sede di
predisposizione dei progetti edilizi.
4626
Area Adler: Estratto della carta della fattibilità - Piano Strutturale di San Quirico
In relazione a tali classi di fattibilità e vista la litologia dei terreni presenti, si ritiene
comunque necessario, a livello di progettazione esecutiva, procedere ad un ulteriore
approfondimento delle indagini geognostiche e geofisiche già espletate, al fine di una migliore
conoscenza delle caratteristiche stratigrafiche, geotecniche, idrogeologiche e geofisiche dei
terreni, in relazione alla normativa vigente (NTC 2008) ed in ottemperanza al DPGR
n.36R/09.
Siena, maggio 2011
GEOSOL s.r.l.
Dott. Geol. Mauro Cartocci
29