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I.: Provoca un danno … fondamentalmente è un danno … è un dire alla mafia
che può fare quello che vuole sia a livello simbolico che a livello pratico. Si
portano alla distruzione interi terreni, intere zone che potrebbero essere
utilizzate. Ad Aprilia ci sono terreni che facevano notoriamente riferimento al
clan Alvaro e che sono in totale stato di abbandono. Se su questi si arrivasse
ad una confisca o ad un riutilizzo sociale sarebbe tutta un’altra cosa. Abbiamo
l’esempio dell’Enotria lungo la Nettunense che è allucinante in quanto non si
riescono a snodare i cavilli legali che ci sono dietro ed è totalmente
inutilizzata ed abbandonata.
R.: Quali sono secondo lei le politiche da seguire?
I.: Secondo me bisognerebbe estendere il raggio d’azione del sequestro e
della confisca anche al reato di corruzione, sarebbe un ulteriore deterrente nei
confronti dei corrotti perché limitarsi all’associazione mafiosa, rischia di
essere molto riduttivo. La corruzione è il problema più grosso che c’è oggi in
Italia andrebbe colpita utilizzando la confisca per fini sociali ed estendendola
anche all’abusivismo edilizio.
R.: Dai dati in possesso quali sono le prospettive future?
I.: Da quello che si vede e si sente … parlo delle interviste rilasciate
ultimamente anche dal Ministro degli Interni, le previsioni non sono ottimali
perché dire che la legge La Torre deve essere completamente riscritta perché
creata in un’altra epoca, lo trovo scandaloso. Oggi come oggi i beni si
possono vendere e poi se li ricomprano i mafiosi. Si finalizza tutto al concetto
di fare cassa e non al riutilizzo sociale.
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