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capacità delle istituzioni di provvedere realmente al benessere dei cittadini e<br />

quindi saper utilizzare a vantaggio dei cittadini le risorse pubbliche.”<br />

Il prof. Berdini pone l’accento sul<strong>la</strong> dimensione di bene confiscato come bene<br />

comune:<br />

“Parliamo di bene comune perché <strong>la</strong> sua fruizione viene fatta insieme tra beni<br />

pubblici e privati, quindi è lo spazio urbano che è un bene comune ed è<br />

l’elemento pubblico che mette in connessione le diverse parti del<strong>la</strong> città. Esse<br />

possono anche essere private ma comunque rappresentano questo tessuto che<br />

permette a tutti noi di svolgere le funzioni per risolvere un servizio che, come<br />

ho già detto può essere anche privato. Insomma, <strong>la</strong> città supera questa<br />

separazione esistente nel<strong>la</strong> cultura occidentale, tra pubblico e privato. Questa è<br />

una spaccatura che viene da secoli di divisione culturale, quindi <strong>la</strong> città è<br />

intesa come bene comune perché lo spazio permette a tutti di esprimersi, di<br />

evolversi e di aumentare <strong>la</strong> capacità di comprendere il mondo.”<br />

Ed ancora sul<strong>la</strong> gestione/assegnazione dice:<br />

“Questo viene poco pubblicizzato, mi riferisco anche al<strong>la</strong> trasparenza dei<br />

bandi. C’è una sorta di nebbia che non si dirada. Lo Stato potrebbe fare un<br />

salto in più, rego<strong>la</strong>ndo i rapporti tra i cittadini, beneficiando <strong>la</strong> collettività<br />

attraverso questi strumenti, creando le condizioni e permettendo anche ai<br />

giovani di accedervi … questo è fondamentale.”<br />

Sostiene inoltre che:<br />

“Lo Stato dovrebbe <strong>la</strong>vorare per fatti simbolici … lo Stato dovrebbe dire che<br />

non c’è deroga, appena si trova di fronte a qualcuno che ha truffato, allora lì<br />

dovrebbe intervenire chirurgicamente ed acquisire immediatamente il bene.”<br />

Sul<strong>la</strong> gestione/assegnazione dei beni, chiarissimo è stato Luca Chianca:<br />

“Siamo molto indietro. Sicuramente mancano le risorse economiche per far<br />

rivivere al meglio i beni confiscati, ma quello che ho potuto documentare<br />

durante il mio <strong>la</strong>voro è che in alcuni casi i responsabili del Comune, che<br />

dovrebbe gestire questi immobili, non sanno neanche quanti ne hanno. Il<br />

Comune di Roma si pregia di aver assegnato quasi tutti i beni a disposizione,<br />

ma se poi verifica cosa viene fatto, fin troppo spesso, ci troviamo di fronte a<br />

situazioni di abbandono e degrado.”<br />

Ed ancora:<br />

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