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icercati nella campagna circostante Palermo, bacino della redditizia
produzione di agrumi, esportati in grandi quantità negli Stati Uniti ed in
Inghilterra. In quest’area fortemente industrializzata ed inserita in un sistema
capitalistico globale a tutti gli effetti, un gruppo di delinquenti riuscì pian
piano ad inserirsi nel processo produttivo principale degli agrumeti. Si
trattava spesso di guardiani corrotti che iniziarono a ricattare i padroni e ad
estorcere denaro: i frutti sarebbero stati rubati e gli alberi danneggiati, se le
somme di denaro richieste non fossero state corrisposte. A volte riuscivano
addirittura ad impossessarsi del terreno stesso utilizzando la tecnica della
forza, della violenza e del ricatto. La storia della mafia può essere suddivisa in
cinque periodi: dal 1860 al 1926 viene definito come il periodo della mafia
rurale, dei campieri o gabellotti, dal 1926 al 1943 ossia dal Prefetto Mori allo
sbarco degli alleati in Sicilia, dal 1943 al 1947 considerato come periodo di
transizione e movimento indipendentista siciliano, dal 1947 al 1970 la mafia
dei suoli urbani e del commercio agricolo ed infine dal 1970 ad oggi in cui si
sviluppa la mafia imprenditrice. Attorno alle date indicate si sono verificati
dei cambiamenti sostanziali nel tipo di organizzazione illegale mafiosa, in
corrispondenza di mutamenti della società siciliana o di avvenimenti storici di
rilievo nazionale.
Pur cambiando negli anni, la mafia conserva alcuni caratteri specifici che
fanno di essa un fenomeno storico ben individuato come l’esercizio di un vero
e proprio monopolio illegale della forza in concorrenza con il monopolio
statale, tendenza a risolvere conflitti, sia all’interno che verso l’esterno, con un
tasso di violenza molto elevato, propenso a trovare forme di compromesso con
le autorità ufficiali che spesso vengono corrotte o contattate dalla mafia per
non arrivare ad un conflitto diretto.
L’inizio della storia della mafia coincide con l’Unità d’Italia che accellerò
fortemente nell’isola un processo di fine della struttura feudale delle
campagne, nel momento in cui integrò l’economia siciliana con quella del
resto del Paese. Nelle campagne i grandi latifondisti, che avevano detenuto
interamente il potere fino a quel tempo, cominciarono ad avere bisogno
sempre più di qualcuno che garantisse loro un controllo effettivo delle
proprietà, sia per difendersi dal brigantaggio sia per resistere alle nascenti
pretese delle classi contadine per una più equa distribuzione del prodotto del
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