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Ministro Moratti sembra voler aval<strong>la</strong>re <strong>la</strong> mancata inclusione di Libera<br />

nell’elenco delle associazioni abilitate, ma una protesta civile fa rientrare <strong>la</strong><br />

decisione, poi attribuita a un cattivo funzionamento del<strong>la</strong> burocrazia. Oggi<br />

Libera è un ente di formazione accreditato presso il MIUR 68 ed è l’unica<br />

associazione in grado di certificare e realizzare progetti e corsi di educazione<br />

al<strong>la</strong> cittadinanza e al<strong>la</strong> legalità che possano essere inseriti nei Piani di offerta<br />

formativa degli istituti.<br />

Tra i vari progetti nasce Macramè, il piano di comunicazione ideato dal<br />

Gruppo Abele, che si basa su interventi e forum nelle scuole e una rivista<br />

periodica che esce per alcuni anni. Oggi Macramè è una rete che in tutta Italia<br />

unisce scuole, università, docenti, insegnanti e formatori insieme con Libera<br />

per promuovere <strong>la</strong> legalità democratica e <strong>la</strong> responsabilità. Ha invece da poco<br />

preso il via a livello nazionale il nuovo settore Libera Università, per<br />

promuovere e coordinare percorsi di educazione al<strong>la</strong> legalità all’interno degli<br />

atenei italiani. Nel 2006 con Libera Informazione prende avvio una nuova fase<br />

sul versante educativo: in questo unico contenitore confluiscono idee,<br />

strumenti, progetti e attività che, a partire dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> si al<strong>la</strong>rgano alle<br />

università, alle associazioni e al territorio. Lo scopo è dare nuova linfa ai<br />

percorsi formativi finalizzati al<strong>la</strong> cittadinanza attiva e al<strong>la</strong> responsabilità,<br />

partendo dal<strong>la</strong> constatazione che l’educazione è una costante dei diversi<br />

interventi che sono stati portati avanti, a gran voce, in questi anni da Libera.<br />

Una delle prime campagne di Libera promosse a livello nazionale è stata <strong>la</strong><br />

raccolta di firme per una legge che, a partire dai risultati ottenuti dal<strong>la</strong> legge<br />

Rognoni-La Torre, segnasse un ulteriore passo in avanti nel contrasto degli<br />

interessi economici alle mafie. Si chiedeva un provvedimento che, accanto<br />

al<strong>la</strong> confisca dei patrimoni illeciti, sancisse anche il riutilizzo a fini sociali dei<br />

beni mobili, immobili e costituiti in azienda, confiscati con sentenza definitiva<br />

ai mafiosi. Una straordinaria partecipazione in tutta Italia permise <strong>la</strong> raccolta<br />

di oltre un milione di firme e, a Camere ormai chiuse in vista dell’imminente<br />

scadenza elettorale, <strong>la</strong> pressione dell’opinione pubblica portò all’approvazione<br />

del<strong>la</strong> legge. Non mancò però una sorpresa nel testo licenziato dal Par<strong>la</strong>mento:<br />

68 MIUR: Ministero dell’Istruzione, dell’Università, del<strong>la</strong> Ricerca, istituito nel 2001,è<br />

responsabile delle scuole di ogni ordine e grado, sia pubbliche che private, cura <strong>la</strong> vigi<strong>la</strong>nza<br />

sulle istituzioni universitarie, programma ed orienta le politiche educative che poi vengono<br />

adottate e gestite localmente dagli Uffici regionali e dalle singole istituzioni sco<strong>la</strong>stiche,<br />

www.miur.it<br />

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